di Marco Cedolin
Quando i TG della sera hanno annunciato con tono sommesso e preoccupato la rocambolesca caduta del governo, tanti italiani sono stati sorpresi ad esclamare “Finalmente non se ne poteva più di questo Berlusconi sempre missioni di guerra, TAV, basi americane, ticket, aumento del precariato, leggi ad personam, innalzamento dell’età pensionabile, scippo del TFR, privatizzazioni, tasse.”
Non sono stati infatti in molti ad accorgersi che il “professore” aveva da oltre nove mesi rilevato il timone del Belpaese, tanto la rotta è rimasta dritta quasi fosse stata tracciata con un righello da una mano quanto mai ferma.
Romano Prodi e la sua maggioranza sono rimasti nel cuore dei propri elettori come una forza di opposizione, quella forza di opposizione che interpretava la sensibilità pacifista, le rivendicazioni dei precari,…
"Josh Wolf è in galera per chiunque abbia una videocamera, un block-notes, un microfono". David Greene, direttore del First Amendment Project di Oakland.
"Ma siamo in Bulgaria, o forse in Corea?" Bruce Brugmann, editore e redattore del San Francisco Bay Guardian.
Da 176 giorni, il blogger e giornalista freelance Josh Wolf rifiuta di fornire al tribunale il materiale girato durante una manifestazione contro il G8 del 2005, ed è rinchiuso in galera.
No, non siamo in Cina, siamo negli Stati Uniti d'America, carcere federale di Dublin, California. Il tribunale dice che qualcuno in quella manifestazione tentò di bruciare un'auto della polizia e vuole verificare il materiale di Josh. Josh rifiuta di consegnarlo e di sottostare a quello che sostiene essere un ricatto basato su un semplice pretesto, col reale obiettivo di permettere all'FBI di raccogliere informazioni pescando fra chi protesta e mettendo all'angolo la stampa indipendente, utilizzandola come un braccio della Legge. A Josh non è stato riconosciuto il diritto di proteggere il suo materiale, sancito dalla Corte Suprema degli Stati Uniti d'America nel 1972.
Josh di recente ha scritto una lettera, tradotta qui di seguito e postata sul suo blog dalla madre. Una dura lezione su temi quali la libertà, il potere, il dissenso ...
di Enrico Sabatino
In vista del dibattito al Senato sulla politica estera del governo, con l’intervento del Ministro D’Alema, ma soprattutto alla vigilia del voto parlamentare sul rifinanziamento della missione militare italiana in Afghanistan è arrivato per il governo il momento di affrontare con chiarezza e concretezza gli sviluppi futuri della presenza italiana in quel Paese e dei suoi obiettivi politici.
E’ noto a tutti come in Afghanistan sia in corso da circa un anno una crescente escalation dei combattimenti tra le forze NATO guidate da poche settimane dal generale americano McNeil e i guerriglieri afghani, denominati a sproposito taliban e/o terroristi per ovvie ragioni di propaganda; un’escalation causata in particolar modo dagli attacchi via via più sofisticati ed efficaci da parte di questi ultimi, proseguiti per la prima volta anche durante il rigido inverno afghano e che hanno permesso loro di riconquistare nei giorni scorsi Musa Qala, costringendo i soldati NATO a ripiegare …
Il miracolo che gli scienziati non riescono a fare - quello di convincere i leader mondiali a intervenire in tempi brevi per ridurre i dannosi effetti del Global Warming - forse riusciranno a farlo gli economisti.
Marco Cedolin
Dopo una settimana caricata di tensione fino all’inverosimile è arrivato finalmente il momento della grande manifestazione di Vicenza.
Proprio a Vicenza è accaduto qualcosa di profondamente nuovo, qualcosa in grado di sovvertire il condizionamento imposto dalla cattiva informazione. I cittadini italiani hanno smesso di credere alle menzogne propinate inopinatamente dagli uomini politici e dai giornalisti, scegliendo di riappropriarsi della realtà.
La grottesca farsa incentrata sull’improbabile “rinascita” del terrorismo brigatista e la conseguente campagna mediatica mirante a criminalizzare ogni movimento antagonista hanno fatto da prologo ad un intenso lavorio finalizzato a dissuadere dalla partecipazione alla manifestazione di Vicenza buona parte di coloro che contestavano la creazione della nuova base militare americana Dal Molin.
Rutelli, Amato, il sindaco vicentino Hüllweck e molti altri rappresentanti del mondo politico tanto di governo quanto di opposizione, coadiuvati da pennivendoli e opinionisti di ogni risma e colore, …
di Giorgio Mattiuzzo
I fatti sono molto semplici. C'è un Paese che, dalla fine della seconda guerra mondiale in poi, ospita decine e decine di basi militari, adibite ai più svariati usi, di una Nazione straniera. Ci sono degli accordi secondo cui i militari del Paese straniero agiscono al di fuori della legalità, rimangono impuniti per ogni reato, anche il più grave, e occupano enormi porzioni di territorio, sfruttando le risorse dei luoghi dove si insediano.
E' successo un altro fatto molto semplice: il governo straniero ha deciso di allargare una delle tante guarnigioni che mantiene in terra straniera.
Ed è accaduta la terza cosa, ancora più semplice delle prime due: i cittadini che vivono intorno a quella guarnigione si sono stancati ...
Leggi tutto: Attendendo la sinistra