56 morti in un colpo solo, di cui 32 bambini e 14 donne.
Se fossero state le vittime di un razzo libanese, a quest'ora il mondo starebbe discutendo se sia il caso di sganciare una mini-atomica su Beirut. Non è un paradosso verbale, non è una metafora, è la pura realtà. Se 56 israeliani, di cui la maggioranza donne e bambini, fossero stati così vigliaccamente uccisi oggi, in questo momento l'indignazione nel mondo sarebbe stata portata, dai sapienti media "globali", a un tale punto di ebollizione che Israele riceverebbe carta bianca da tutto l'occidente per radere al suolo l'intero paese confinante. E probabilmente non solo quello.
Invece i morti sono civili libanesi, per cui Israele "si scusa", dice che "da lì vicino sono partiti dei razzi", e nessuno fa una piega.
Ma il Ministro della Difesa libanese Elias Murr, intervistato da Al Jazeera, ha negato a Israele anche questa vergognosa giustificazione, dicendo che nessuna base Hezbollah si trova nelle vicinanze del rifugio distrutto: "What do you expect Israel to say? - ha detto Murr - Will it say that it killed 40 children and women?" ("Che cosa vi aspettate che dica Israele, che ha ucciso 40 donne e bambini?").
Chi in queste occasioni ha il potere di parlare ma tace, si rende automaticamente complice di queste stragi ...
Nel mese di agosto il sito rimane aperto, ma pubblicherà articoli solo sporadicamente, o nel caso di eventi eccezionali.
In sostituzione, proponiamo un esperimento di "giornalismo collettivo", utilizzando la nota formula dei "commenti liberi". Inizialmente ci saranno tre spazi di "commenti liberi" disponibili (li trovate più sotto): argomenti internazionali, argomenti nazionali, e tutto ciò che non è collocabile nè nell'una nè nell'altra categoria.
Ciascun utente può commentare una notizia (che ritiene interessante per gli altri), scrivendo di suo pugno un mini-articolo, che pubblicherà nello spazio commenti, mettendo il titolo che vuole dargli nello spazio del "soggetto". Ogni spazio "commenti liberi" potrà contenere al massimo 4 mini-articoli, ciascuno con il suo titolo ben differenziato nella sbarra del soggetto. (continua)
di Giorgio Mattiuzzo
In questi giorni a Vienna i rappresentanti di Serbia e Kosovo si sono seduti attorno a un tavolo per discutere dello status del Kosovo stesso, otto anni dopo l'intervento militare della Nato, che ha preso il controllo del piccolo stato dopo averlo tolto alla Serbia. Il tavolo di mediazione è stato presieduto dall'inviato dell'ONU ed ex-presidente finlandese Martti Ahtisaari.
Le posizioni – come era da aspettarsi – sono rigidamente contrapposte. Fatmir Sejdiu, presidente del Kosovo, ha dichiarato che “l'indipendenza è l'alfa e l'omega, l'inizio e la fine della nostra posizione”.
Vojislav Kostunica, primo ministro serbo, ha detto invece che “la Serbia non accetterà un altro Stato creato sul 15% del suo territorio. Una autonomia sostanziale del Kosovo deve essere garantita e realizzata da una soluzione costituzionale.” (1)
Tali inconciliabili posizioni hanno portato ad uno stallo nei colloqui, ...
Quello che segue non è un articolo vero e proprio, ma una mia risposta ad un commento da parte di due utenti, che ho "nobilitato" ad articolo solo per permettere una eventuale discussione sull'argomento trattato, che non c'entra nulla col tema dell'articolo in cui il commento originale si trova adesso.
Quella dell'identità in Internet infatti è una questione molto importante per tutti, sia a livello pubblico ("chi sei?", rispetto al mondo reale), sia a livello personale ("chi sono io?", rispetto a questo mondo virtuale).
Due iscritti, Dusty e Lestaat, avevano sollevato un'obiezione all'interno della discussione in corso sulla mia nota richiesta di firmare gli articoli che vanno in homepage con un nome proprio - reale o inventato che sia - e non con un nick. Alla mia frase "dei veri articoli debbono essere scritti da persone vere, non da dei fantasmi simbolici", Dusty aveva obiettato: "Se è vero che qui si discutono le idee e non le persone, che ci frega da chi è stato scritto l'articolo? Non dobbiamo giudicare la persona, ma l'idea di cui è portatrice, no? "
E devo dire che leggendo a freddo quel post sono rimasto di sale. "Oh cacchio - mi sono detto - sta a vedere che ho finito per contraddirmi da solo, …
di Marco Cedolin
Se la maggior parte degli argomenti sul tappeto non fossero pregni di drammatica serietà ci sarebbe quasi da sorridere nell’osservare la babele ormai fuori controllo, costituita dal canicolato serraglio della politica italiana.
Partiti, correnti, tradizioni consolidate nel tempo, alleanze di governo e di opposizione hanno ormai esondato dal proprio corso logico per confluire in una miscellanea la cui natura instabile la priva di ogni identità.
Silvio Berlusconi, il Cagliostro che per 5 anni ha illuso metà degli italiani promettendo “l’America” e contemporaneamente istigato l’altra metà a dare sfoggio dei propri istinti più bassi, sembra diventato un vecchio generale che ordina la carica senza avvedersi che le sue truppe hanno ormai da tempo sciolto le fila. Il centrodestra è evaporato come neve al sole di fronte alla manifesta impossibilità di fare opposizione contro le sue stesse idee.
Provate ad immaginare l’atteggiamento di Bertinotti o Diliberto se nella scorsa legislazione si fossero trovati di fronte il Cavaliere ...
FESTA MANNA
28 E 29 LUGLIO 2006
S. CRISTINA DI PAULILATINO
VENERDI 28 LUGLIO
Ambiente | H 16
Conferenza sulle scie chimiche
- Luigi Fenu (Ing Aeronautico, Comitato Scie Chimiche NU)
- Franco Caddeo (Responsabile luogocomune.net)
- Tom Bosco (Direttore Nexus)
- Mauro Caravati (Fisico)
- Alberto Tilocca (Relazione sugli studi di Tesla)
- Bettina Pitzurra (Coordinatrice)
(il programma continua all'interno)
Non è sufficiente, a 16 anni, ritrovarsi a combattere per la propria sopravvivenza, devi anche combattere per avere il diritto di scegliere il modo in cui vuoi farlo. Questo è il succo della vicenda, altamente emblematica, di Abraham Cherrix, un ragazzo del Virginia al quale è stata diagnosticata, l'anno scorso, una forma abbastanza comune di tumore ai linfonodi, il Sarcoma di Hodgkin.
Dopo un ciclo iniziale di chemioterapia, effettuato lo scorso novembre, Abraham era tornato alla vita normale, ma ad un controllo effettuato in febbraio, il tumore è risultato ancora attivo. Il medico curante gli ha allora prescritto un secondo ciclo di chemio, accompagnato questa volta dalla radioterapia. Ma il ragazzo non se l'è sentita di affrontare nuovamente nausee, perdita di capelli, e stati di debolezza generici, ed ha annunciato al medico che preferiva seguire una cura alternativa, praticata in una clinica messicana, basata su una dieta naturale, completamente priva di zuccheri, e sull'assunzione di alcune particolari erbe curative.
A quel punto il medico, apparentemente piccato per la perdita di autorità nei confronti del paziente, …
Leggi tutto: Il nuovo Viet-Nam