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Ahmadinejad a "face value”

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Scritto da Redazione
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06 Giugno 2008
Visite: 5475
In America la chiamano “face value”, ed è il valore apparente delle cose, prese in senso oggettivo, senza che venga necessariamente applicata una tara di qualunque tipo prima della valutazione. Prese a “face value”, le parole del presidente iraniano Ahmadinejad – pronunciate di recente in un’intervista congiunta per le reti RAI – capovolgono semplicemente tutto quello che in occidente pensiamo dell’Iran e dei paesi “islamici” in generale. Ma capovolgono soprattutto, e non certo con risultato positivo, quello che in occidente pensiamo di noi stessi rispetto a loro. “Buoni” e “cattivi”, in altre parole, sono termini davvero relativi. Dopodichè, sappiamo tutti che la politica è fatta di bugie, e credere che un qualunque personaggio a quei livelli sia sincero e immacolato come un bimbo è indice, se non altro, di una scarsa esperienza personale. I fatti però rimangono fatti, e presentati in un certo modo – specialmente quelli relativi a Israele e Palestina – impongono a tutto l’occidente, come minimo, una seria riflessione. Questo significa soprattutto che i nostri giornalisti – italiani e non – dovrebbero tornare (imparare?) a trattare loro stessi gli eventi internazionali a “face value”, invece di accomodarsi su facili quanto dannose posizioni preconfezionate. Quella che segue è la trascrizione completa dell’intervista, che potete vedere qui- Il direttore El Baradei ha chiesto risposte esaustive sulle attività nucleari controverse. È deplorevole che nessun progresso ha detto sia stato fatto in questo campo. L’Aiea sembra non fidarsi più dell’Iran. Nel nome di Dio clemente e misericordioso. Sono felice di essere oggi qui, prego Dio onnipotente di dare al popolo italiano la salute e il successo. Per quanto riguarda la sua domanda, io non ho avuto questa impressione dalle parole espresse dal direttore El Baradei. Quello che abbiamo noi a disposizione sono i documenti scritti rilasciati da parte dell’Agenzia nucleare, che confermano la natura civile e pacifica del programma nucleare iraniano. E almeno 12 volte è stata sottolineata la natura pacifica e civile del nostro programma nucleare. Voi sapete bene che la questione del nucleare iraniano è una questione politica non una questione giuridica. Non è forse buffo che proprio il governo degli Stati Uniti che ha l’arsenale nucleare più grande del mondo e che non rispetta nessuna legge, ...

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Stato ed Ecomafia: così distanti, eppure così vicini

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05 Giugno 2008
Visite: 5563
QUI EVENTUALI COMMENTI SULLA PUNTATA DI "ANNOZERO" DI STASERA di Marco Cedolin Il rapporto “Ecomafia 2008” redatto da Legambiente è oggi in prima pagina sulla maggior parte dei quotidiani nazionali. I dati raccontati nello studio fotografano una realtà gravissima, per molti versi disarmante per grandezza ed estensione del fenomeno. Un fatturato di 18,4 miliardi di euro nel solo 2007, 83 reati contro l’ambiente ogni giorno, una quantità di rifiuti speciali equivalente ad una montagna di 2000 metri con base di 3 ettari che “spariscono” ogni anno, 293 clan coinvolti, 30124 gli illeciti accertati, 22069 le persone denunciate, 9074 i sequestri effettuati. Al primo posto per illegalità nel ciclo dei rifiuti è sempre la Campania, seguita dal Veneto e dalla Puglia. Il presidente generale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza auspica la contrapposizione all’ecomafia di un sistema legale eco sostenibile e propone l’introduzione dei delitti contro l’ambiente nel nostro Codice penale. Il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo dichiara di ritenere necessario da parte dello Stato riconquistare questo settore alla legalità. Eppure i confini fra l’ecomafia e le imprese che agiscono illegalmente, lo Stato che dovrebbe reprimere l’illegalità e l’imprenditoria “onesta” che avrebbe interesse ad operare correttamente, ...

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Voli della morte – parte seconda

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04 Giugno 2008
Visite: 20327
di Carlo Sabatini Nella prima parte dell’articolo, scritta alcuni mesi or sono, è stato esaminato uno dei ‘punti poco chiari’ relativi ai dirottamenti aerei avvenuti nella giornata dell’11 settembre 2001, punti che la ‘verità ufficiale’ non approfondisce dando certi ‘ovvi particolari’ per scontati. Esaminando con un poco di cura si è visto che non è poi così ‘scontata’ la possibilità da parte di un ‘terrorista’ di sostituirsi ai piloti e di guidare l’aeromobile verso una certa destinazione privo di qualsiasi supporto da terra. Questa seconda parte vuol approfondire il discorso della ‘guida’ e inizia con una specie di ‘indovinello’ per il lettore… L’immagine sopra è una foto aerea di New York antecedente all’11 settembre 2001. Essa mostra Manhattan vista approssimativamente da nord-est, ossia la direzione dalla quale è arrivato il Flight 11. Questa deve essere stata uno delle ultime cose viste dal 'terrorista islamico' alla guida dell'aereo ...

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Il trattato di Lisbona

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03 Giugno 2008
Visite: 22061
di Daniele Framarin L'Europa si studia in geografia come un continente a se nonostante sia congiunto all'Asia indissolubilmente. La ragione storica di ciò risale ai tempi dei Greci che chiamarono Europa la parte occidentale del mondo da loro conosciuto in contrapposizione con l'oriente. Il distinguo fu creato per contrapporre i paesi ad ovest della Grecia che ne condividevano principi liberali da quelli ad est che non lo facevano. Una prima unione europea risale all'epoca dell'impero romano ed è stata ottenuta per mezzo della guerra. Imploso l'impero le varie popolazioni europee rimasero divise ed in guerra tra loro fino alla conclusione della seconda guerra mondiale. Dalle ceneri di quel rovinoso conflitto cominciò a germogliare il seme dell'unione che vide la luce per interessi economici nel 1951 con l'istituzione della Comunità Europea del Carbone e l'Acciaio (CECA). Visto il successo di questo primo trattato internazionale l'integrazione europea proseguì con trattati successivi e nuovi membri. Attualmente fanno parte dell'unione europea 27 stati. Alla fine del 2001, preso atto dell'incapacità decisionale dell'unione seguita alle guerre preventive promosse dagli USA ed in previsione dell'allargamento nel 2004 a dieci nuovi membri si pensò di creare una costituzione europea. A questo scopo fu convocata la Convenzione sul futuro dell'Europa con presidente Valéry Giscard D'Estaing. Il risultato finale fu presentato il 18 luglio 2003 a Roma col nome: "Trattato che istituisce una Costituzione per l’Europa". Il 29 ottobre 2004 i venticinque capi di stato o di governo dei paesi membri dell'unione firmarono il documento a Roma nella sala degli Orazi e Curiazi. Alla firma fece seguito un lungo iter di ratifica che si interruppe dopo la doppia bocciatura referendaria consecutiva ottenuta in Francia ed Olanda. Dopo queste due sonore bocciature si avviò un periodo di riflessione che portò alla redazione del Trattato di Lisbona. .........................

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La vera soluzione

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02 Giugno 2008
Visite: 6703
di Emiliano Brunetti Ora che la grande sbornia elettorale è passata, che i cortei, le sfilate, le feste e le facce trionfanti dei nuovi eletti sono sfumate, finalmente si materializza in tutta la sua drammaticità la nefanda situazione del nostro Paese. Per mesi era parso tutto normale, come fosse niente, come se la mondezza, i rom, gli stupri e gli omicidi fossero d’incanto scomparsi. Ci svegliamo finalmente dopo il lungo letargo e inizia a Chiaiano la triste realtà. Negli occhi e nei volti di quella gente c’è l’impronta più nitida dell’ombra di morte che aleggia intorno alla nostra democrazia. Uomini, donne, vecchi e bambini che difendono disperatamente la loro terra vigliaccamente stuprata e saccheggiata da decenni di connivenze tra amministratori politici, clan camorristici e potentati economici e ancora una volta presa d’assalto dalla violenza di stato. Poliziotti in assetto anti sommossa freddi e lucidi che li fronteggiano spavaldi neanche avessero di fronte una curva da stadio. Un governo appena insediato che pretende di risolvere un problema annoso e ormai in cancrena come fosse un’operazione da guerra lampo ed uno appena in congedo che lo ha lasciato marcire inerme fino alla catastrofe. Presidente di regione e sindaci di comuni che, nel lago di vergogna in cui sono immersi, non trovano neanche lo squallido pudore di presentare indecorose dimissioni. TV di stato e giornali di regime che propinano servizi su quanto accaduto come se fossero stati vecchi e bambini ad aggredire i poliziotti e non invece questi ultimi a farsi largo con calci sugli stinchi e manganellate alle ginocchia. Nei lividi e nel sangue di quella gente annaspa la nostra democrazia, la nostra sovranità e la nostra libertà. E questo è solo l’inizio. Pensare di risolvere il problema della spazzatura sulle strade, in città che ne producono svariate tonnellate al giorno, semplicemente riversandola su un territorio ormai devastato è come pensare di svuotare una vasca con il rubinetto aperto ...

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L'impunità per decreto

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01 Giugno 2008
Visite: 5519
di Florizel Dalle ultime notizie riguardanti gli arresti in materia di reati legati allo smaltimento di RSU (rifiuti solidi urbani) in Campania, si ha l’impressione che i relativi provvedimenti giudiziari scaturiscano esclusivamente dalla condivisibile urgenza di mettere fine alle note illegalità che da ormai 15 anni segnano vergognosamente l’attività del Commissariato per l’emergenza, i cui compiti fondanti erano (e sono tuttora) quelli di “fronteggiare e risolvere” l’esasperante condizione in cui ancora versa l’intera regione. Mediaticamente, i punti del D.L. 23 Maggio 2008 n.90 maggiormente portati all’attenzione pubblica sono quelli relativi agli articoli 8 e 9, che autorizzano lo sversamento di rifiuti non trattati e di rifiuti tossici nelle discariche. Le iniziative della magistratura partenopea vengono percepite come riferite unicamente a questi punti, che svelano la contraddizione tra la funzione del Commissariato dalla sua costituzione ad oggi e l’effettivo, colpevole coinvolgimento di alcuni suoi funzionari (alcuni anche di spicco) in affari ancora pochissimo chiari ai danni di intere popolazioni. Quello che arriva alla ribalta ancora molto debolmente, è invece l’art. 3 del decreto, che in materia di “competenza dell’autorità giudiziaria nei procedimenti penali ...

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01 Giugno 2008
Visite: 4042
Da questo momento potete votare l'articolo preferito (fino a tre, nell'ordine). Invito gli altri utenti a votare numerosi. Grazie. M.M.
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Tex and the City

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Scritto da Redazione
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31 Maggio 2008
Visite: 5233
di Eugenio Benetazzo Il miglior investimento che possiate fare nei prossimi semestri è acquistare azioni di società che producono e vendono camper e roulotte. Perchè ve ne sarà sempre più bisogno. Lasciatemi raccontare la ingloriosa fine che ha cambiato profondamente la vita del mio collega corrispondente da Londra, L. Tessaro, che tra di noi analisti chiamiamo scherzosamente in amicizia Tex. Tex ha ricoperto il ruolo di Credit Strategist per una prestigiosa banca d'affari, vivendo e lavorando per quasi cinque anni nella City, il famoso distretto finanziario indipendente di Londra, il kilometro quadrato più costoso al mondo in cui banche, fondi di investimento e grandi investitori istituzionali decidono le sorti di popolazioni e nazioni nel pieno rispetto dell'unico dio a cui prostrarsi: il profitto indiscriminato. Tex era (ma è tuttora) un grande analista, siamo stati spesso in videoconferenza assieme a colleghi statunitensi ed inglesi: in più occasioni mi ha dato spunti operativi da sviluppare durante i miei shows finanziari. Ma adesso Tex vive in camper da quasi due mesi: la banca per la quale lavorava, un colosso del sistema bancario mondiale, soffre, sta male, vacilla, è in agonia finanziaria ed ha per questo iniziato a ristrutturarsi per ottimizzare i costi di gestione industriale al fine di sopportare l'implosione del più grande bubbone finanziario della storia economica, che presto affosserà per sempre i già malconci bilanci bancari. Tex è una delle prime vittime colpite senza molto preavviso dalla soluzione finale messa in atto nella City: licenziamenti di massa senza tanti pensieri. Tex vive in un camper che ha preso a noleggio a lungo termine perchè in questo momento non si può più permettere di pagare le rate ...

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Giornata positiva per la pace nel mondo

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Scritto da Redazione
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29 Maggio 2008
Visite: 6699
Finalmente una bella notizia, che sicuramente aiuterà a risollevare il morale di tutti coloro che in questi anni si sentono depressi e impotenti contro le ingiustizie nel mondo: più di cento nazioni si sono accordate, ieri a Dublino, per un trattato internazionale che renda per sempre illegale l’utilizzo delle bombe a grappolo. In questo modo i bambini di tutto il mondo, se anche dovessero mai subire una guerra, potranno comunque tornare a giocare felici all’aria aperta, senza temere di fare la fine dei bambini del Kosowo, del Libano e della Cambogia, o di qualunque altra nazione che nel passato sia stata sepolta dalle bombe a grappolo nemiche. Come molti sanno, infatti, le bombe a grappolo sono centinaia di “piccole bombe a mano” che vengono sganciate contemporaneamente su una certa zona di territorio, e che non sempre esplodono all’impatto col terreno, rimanendo potenzialmente attive anche per molti anni. A quel punto basta che una persona, incuriosita da quello strano oggetto, provi a toccarla, e questa le esplode in faccia, provocando quasi sempre la morte. Naturalmente gli adulti che vivono nelle zone piene di “cluster bombs” sono molto attenti a non commettere errori del genere, mentre i bambini purtroppo rimangono inevitabilmente a rischio, e molto spesso restano vittime della loro naturale curiosità. C’è solo un piccolo particolare, che rende la notizia di Dublino meno luminosa e positiva ...

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Portavoce non porta pena

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Scritto da Redazione
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28 Maggio 2008
Visite: 5813
NOTIZIA BREVE - Bomba a Washington, poche ore fa: l’ex-portavoce della Casa Bianca, Scott McClellan, sta per pubblicare un libro nel quale dichiara che “la guerra in Iraq è stata costruita sulla base di false informazioni alimentate dalla propaganda” e, in senso più generale, che Bush era attorniato da consiglieri che mentivano sistematicamente, pur di portare avanti l’agenda neocons. Resta da chiarire come mai Scott McClellan si sia accorto di tutto questo soltanto dopo tre anni di onorato servizio agli ordini dei suddetti personaggi, specialmente in luce del fatto che il tramite stesso di tutte quelle menzogne era proprio lui. Sarebbe come se Emilio Fede accusasse Berlusconi di aver mentito per anni agli italiani tramite i suoi telegiornali. Massimo Mazzucco
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Gay e nazismo: il monumento all'ipocrisia

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Scritto da Redazione
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28 Maggio 2008
Visite: 13739
Nella nostra società, il lavaggio collettivo della coscienza è un fenomeno tanto ricorrente quanto inevitabile: per ogni crimine che la società commette, in modo più o meno cosciente, c’è sempre un momento in cui la Storia ritorna per presentare il conto. E per quanto lo si sia riuscito a negare inizialmente, prima o poi quel crimine deve essere riconosciuto da tutti come tale, se lo si vuole davvero superare e mettere per sempre alle spalle. Il problema sorge nel momento in cui, invece di affrontare, rivalutare, ed eventualmente espiare quella colpa con i giusti parametri, si crede di liberarsene con un semplice discorso di circostanza, un’anonima cerimonia cittadina, o al massimo la costruzione di un qualche monumento “alla memoria” delle vittime. E purtroppo, nel mondo dell’informazione rapida e globale, questo accade sempre più spesso: è appena successo con Ratzinger, che ha creduto di liberarsi dei fantasmi della pedofilia clericale accennandovi – in modo nemmeno tanto contrito, oltretutto - nel suo recente viaggio in USA, ed è successo ieri con la Germania, che evidentemente si è illusa di cancellare la macchia di certe persecuzioni naziste con un “monumento in onore delle migliaia di omosessuali perseguitati dai nazisti fra il 1933 e il 1945”. Naturalmente questa operazione solleva più problemi di quanti ne volesse mai risolvere. Prima di tutto, non si comprende perchè vada onorata la memoria degli omosessuali perseguitati e uccisi durante il nazismo ma non, ad esempio, quella dei Rom che fecero la stessa fine ...

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  1. Memorial Day, il “Giorno della Memoria”
  2. A chi serve la violenza
  3. La democrazia dei manganelli
  4. La “verità” secondo i grandi della storia

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