Il presidente georgiano Saakashvili ha denunciato quella che ha definito “una vera e propria invasione militare alla luce del sole“ da parte dei russi, che sono intervenuti “per difendere” le popolazioni dell’Ossezia del sud, che chiedono l’indipendenza dalla Georgia.
A Putin chiaramente non era piaciuta l’intrusione americana negli affari di casa propria, che portò al governo della Georgia il pro-occidentale e pro-NATO Saakashvili, e da allora ha iniziato ad appoggiare apertamente gli indipendentisti dell’Ossezia, a molti dei quali ha fatto avere addirittura il passaporto russo.
Dopo l’ultima ribellione degli indipendentisti la Georgia ha mandato i carri armati, e quindi la Russia “è stata obbligata“ a intervenire per difendere quelli che Putin definisce gli “ex-compatrioti“. Naturalmente anche Putin, che si è adeguato molto rapidamente al nuovo vocabolario internazionale, definisce le sue armate “missioni di pace” (“peacekeeping forces”).
In realtà gli Osseti vorrebbero l’indipendenza vera e propria, e non sembrano particolarmente ansiosi ... ... di ritornare sotto l’ombrello di Mosca: basti ricordare che il tragico episodio di Beslan ebbe luogo proprio nell’Ossezia del nord, che da allora non riserva particolari affetti per Vladimir Putin.
In tutto questo, naturalmente, c’è di mezzo la questione energetica, che ha reso il controllo strategico di questa zona del mondo uno dei più importanti in assoluto negli ultimi venti anni.
Se non ci fossero 6000 miliardi di metri cubici di gas naturale sotto il bacino dal Caspio, dell’Ossezia non avrebbe mai sentito parlare nessuno.
Massimo Mazzucco
Il bacino del Caspio (dal film “Il Nuovo Secolo Americano”)
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