di Marco Cedolin
Il livello della disinformazione, attraverso la quale i grandi poteri tentano di suggestionare e manipolare l’opinione pubblica, continua a crescere ogni giorno, ma raramente ha raggiunto vette di demenzialità paragonabili a quelle dell’
articolo comparso ieri sul Corriere della Sera a firma Danilo Taini.
Il “capolavoro” prende spunto da uno studio compiuto dall’organizzazione per le difesa dei consumatori tedeschi Foodwatch, in collaborazione con l’Istituto per la ricerca sull’economia ecologica, studio che ha inteso contabilizzare le emissioni di anidride carbonica determinate dall’agricoltura tedesca, definendole impropriamente inquinamento.
Secondo le conclusioni di questo studio “le mucche tedesche inquinano quanto i SUV e sono una vera e propria bomba climatica” fino ad oggi sconosciuta poiché “la lobby agricola è finora riuscita a tener il fatto nascosto, ... ... al contrario di quanto non hanno saputo fare acciaierie, produttori di energia, industria dell’automobile, compagnie aeree”.
Come non bastasse l’agricoltura tedesca, ma l’articolista ricorda come in maniera proporzionale questo valga per l’agricoltura di qualsiasi altro Paese, manda nell’atmosfera ogni anno l’equivalente di 133 milioni di tonnellate di anidride carbonica, poco meno di quella emessa da tutto il traffico sulle strade della Germania che ammonta a152 milioni di tonnellate”.
Le vacche inoltre, a differenza delle automobili, non possono essere munite di catalizzatori e filtri antiparticolato, ragione per cui in futuro la situazione sarà destinata a peggiorare ulteriormente.
“Produrre un chilo di carne bovina con metodologie intensive equivale, in termini di emissioni, a un viaggio di 70,6 chilometri in utilitaria. Ancora peggio se il chilo di carne è prodotto con metodologia biologica in quanto equivale a 113,4 chilometri. Un chilo di formaggio emette quanto un’auto che viaggia per 71,4 chilometri.
Prima della chiusa che ventila la proposta di mettere una “tassa ecologica” sulla carne e sul latte, nell’articolo si mette in evidenza come oltre all’uso di fertilizzanti, di diserbanti e di pesticidi il risultato sia determinato anche dalle emissioni corporee dei singoli animali che emettono costantemente metano, un gas serra 23 volte più potente dell’anidride carbonica.
Ho definito questo articolo un vero e proprio capolavoro della disinformazione poiché in esso ritroviamo praticamente tutte le tecniche normalmente utilizzate per fuorviare l’opinione pubblica, l’utilizzo di dati opportunamente estrapolati dal loro contesto, la creazione di confronti fra entità che non sono confrontabili fra loro, l’inappropriato uso dei termini per suggestionare il lettore, l’omissione calcolata delle più basilari evidenze scientifiche, la “criminalizzazione” di alcuni soggetti (vacche ed agricoltura) creata per rendere più accettabili altri soggetti (acciaierie, produttori di energia, industria dell’auto, compagnie aeree) il cui operato è da sempre considerato ambientalmente criminale.
Il confronto fra le vacche ed i SUV è ridicolo, in quanto le vacche potranno anche emettere gas serra, ma a differenza dei SUV non emettono particolato, polveri fini ed ultrafini, idrocarburi e un’altra dozzina di sostanze cancerogene, della cui esistenza gli estensori dello studio fingono di essere all’oscuro. Le acciaierie, le industrie, le centrali che producono energia, le auto e gli aerei, oltre ad emettere anidride carbonica inquinano pesantemente emettendo nell’ambiente una enorme quantità di sostanze nocive che deteriorano lo stato della biosfera e pregiudicano la salute umana, ma per l’articolista tutte queste sostanze non esistono.
Grazie a questi artifizi il lettore sarà indotto a credere che l’agricoltura inquini quanto (e come) il traffico stradale, mentre non è così. Che un chilo di carne inquini quanto (e come) un’utilitaria che compie 70,6 km mentre non è così. Che un chilo di carne prodotta biologicamente (a causa dei fissati del cibo naturale) rappresenti un vero delitto inquinando quanto (e come) 113,4 km di un’auto mentre non è così. Che un chilo di formaggio inquini quanto (e come) 71,4 km della solita auto, mentre non è così.
Arrivato alla fine dell’articolo chi legge sarà portato a ritenere tutto sommato giustificabile l’introduzione di una nuova tassa (naturalmente ecologica) sulla carne e sul latte, anziché sulle acciaierie, le industrie e le centrali energetiche, dal momento che per migliorare lo stato di salute del pianeta in fondo è molto più semplice ed ecologico eliminare le vacche piuttosto che le ciminiere.
Marco Cedolin