di Marinella Mondaini
Risultati quasi nulli della cosiddetta controffensiva di Kiev, ma gli Stati Uniti esigono che gli ucraini proseguano la loro guerra. Ad ogni costo. Fino all’ultimo ucraino. Come hanno dichiarato.
Perfino Draghi spinge sempre più forte sul pedale di questa isteria antirussa, spingendosi oltre l’umanamente immaginabile e il buon senso, portando questa macchina impazzita contro la Russia senza minimamente pensare alle conseguenze, già così disastrose e drammatiche anche per l’Italia.
Draghi invoca la totale sconfitta della Russia, altrimenti sarà l’Unione Europea a uscirne “demolita”, perché in sostanza Putin avrebbe fatto apposta questa guerra per abbattere l’Unione Europea.
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Qualche giorno fa ho ricevuto un invito da parte di TeleNorba, una TV regionale della Puglia, per parlare del Moonhoax (la teoria dei falsi allunaggi). Mi avevano detto che avrei avuto a disposizione mezz’ora di trasmissione, e che ci sarebbero stati in studio “altri ospiti”, ma che erano lì “per parlare di altre cose”. Quando però la trasmissione è iniziata (eravamo in diretta), ho scoperto di essere in compagnia di due “rappresentanti della scienza” – così li ha definiti il conduttore - che intendevano invece contestare le mie tesi “complottiste”. Ecco come è andata la trasmissione (confesso che mi sono molto divertito, specialmente quando hanno tirato fuori la foto “sbagliata”).
(Video del 2019)
Confesso che mi ha molto stupito l’assoluzione in appello di Claudio Foti, lo psicoterapeuta del caso Bibbiano.
Oggi infatti tutti gli chiedono scusa, per “essere stato messo ingiustamente alla gogna” per 4 anni.
Notevole intervento di apertura del dott. Dave Martin al recente International Covid Summit di Bruxelles. Il Coronavirus scoperto come potenziale arma biologica negli anni '60. Già dagli anni '90 si lavorava ad un vaccino per il Coronavirus.
Grazie a Robymaster di Dentro La Notizia per la traduzione e il doppiaggio. Il suo canale telegram è https://t.me/dentrolanotizia
Articolo tratto dal II volume di Visione TV, intitolato “Il moderno prometeo artificiale”
di Roberto Quaglia
Quando si profila una tempesta mai vista all'orizzonte, hai voglia a chiuderti in casa e nasconderti sotto le coperte: la tempesta arriverà comunque perché la natura ha deciso così. Abbiamo messo in moto quel vortice di algoritmi che chiamiamo intelligenza artificiale e il turbine ora sta rapidamente montando alle dimensioni di uragano, ed è una tempesta che ci travolgerà inevitabilmente perché ormai così è nella natura delle cose. Buona fortuna a tutti!
Bene, dopo questa umile premessa, in effetti una promessa, proviamo ad affrontare uno degli argomenti più ostici di questo tempo ossia la creazione da parte nostra di una intelligenza artificiale in grado di risolvere tutti i nostri problemi, oppure - chi lo sa - di distruggerci e magari anche estinguerci.
Purtroppo, in gran parte delle discussioni a riguardo si dicono un sacco di scemenze, frutto del fatto che nessuno sa di che cosa si stia parlando. Probabilmente, nemmeno io lo so bene. E ad ascoltare gli stessi progettisti di queste intelligenze artificiali scopriamo con sconcerto che neppure loro lo sanno con esattezza. Ma il problema vero non consiste tanto in ciò che non sappiamo, quanto piuttosto in ciò che non sappiamo di non sapere. È riguardo a questo che ovunque si esagera.
A beneficio degli ultimi arrivati sull'argomento, facciamo quindi un breve riassunto delle puntate precedenti. Già nel 1950 Church e Turing formularono l'ipotesi che una macchina calcolatrice relativamente semplice sarebbe in grado di emulare un cervello umano, a patto di disporre di tempo e memoria infiniti. Ovviamente, questi non sono infiniti, per lo meno dalle nostre parti, quindi, è ovvio che dobbiamo scordarci la semplicità.
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È un mistero grande, e tragico, quello che ha coinvolto i servizi segreti italiani e israeliani nelle ultime ore. Tragico perché ci sono dei morti.
Come noto, una barca turistica lunga circa 15 metri – una cosiddetta «houseboat» – di nome «Good… uria» è improvvisamente affondata alle 19:20 di domenica scorsa sul Lago Maggiore, all’altezza di Sesto Calende, provincia di Varese. L’imbarcazione, salpata da un cantiere della zona, aveva fatto rotta per l’Isola dei Pescatori, una delle Isole Borromee.
«Sulla barca c’erano soltanto donne e uomini dell’intelligence italiana e israeliana: in apparenza una normale divagazione, un’umana tregua dopo intensi giorni di missioni, forse di infiltrazioni» scrive sibillino il Corriere della Sera. Infiltrazioni di cosa?
Secondo Il Fatto quotidiano, che cita relazioni dei carabinieri ai magistrati, sulla barca «c’erano 13 israeliani e 8 italiani, tutti agenti segreti», oltre allo Skipper e alla sua moglie originaria di Rostov, Russia, deceduta nell’incidente. In tutto erano 23 persone, più il capitano e la moglie; secondo quanto scrivono alcune testate l’houseboat avrebbe potuto ospitarne 15, ma non è questa eventuale inosservanza a colpire.
Da quando sono diventato un “volto noto” della rete, ricevo ogni tanto delle lettere di qualcuno che mi invita a fondare un partito politico. “Hai molto seguito - mi dicono – e hai certamente la credibilità sufficiente per diventare un buon leader politico.”
Ora, a parte che il termine “molto seguito” è relativo, e limitato al nostro mondo: una persona può anche avere molto seguito nell’ambito della cosidetta controinformazione, ma se poi traduci questi numeri in percentuali assolute, a livello nazionale, ti ritrovi improvvisamente a galleggiare intorno allo zero virgola. In altre parole, a livello nazionale non ti conosce (quasi) nessuno.
Ma non è questo il problema: se uno ha la convinzione e la passione, parte comunque dal quel poco e da lì va avanti. Come dice il proverbio, Roma non fu fatta in un giorno solo.
Il vero problema è un altro, e sta tutto nella parola “leadership”.
“Penso che la proposta di accettare l’Ucraina nella NATO sia stato un grave errore e abbia portato a questa guerra”. Così l’ex Segretario di Stato Henry Kissinger in un’intervista al Wall Street Journal. Una constatazione ovvia, ma che l’establishment d’Occidente nega in maniera ossessiva, continuando a ripetere che la Russia non aveva alcun motivo per invadere e che il conflitto discende esclusivamente da una folle pulsione imperialista che, in prospettiva, minaccia tutto l’Occidente.
Tale ossessiva negazione è analizzata in un articolo pubblicato sul Ron Paul Institute dall’economista Jeffrey Sachs: “L’amministrazione Biden usa incessantemente l’espressione ‘non provocata’, più recentemente, [tale espressione è stata reiterata] nel discorso di Biden in occasione nel primo anniversario della guerra, nel più recente intervento alla NATO e nell’ancor più recente dichiarazione al G7″.
Leggi tutto: E' morto Silvio Berlusconi