di Enrico Pietra
Cinque anni. Cinque anni dal crollo della pila 9 del Ponte Morandi a Genova, avvenuto la piovosa mattina del 14 agosto 2018, in circa 15 secondi. Furono 43 le vittime. Quella del Morandi a Genova, la più devastante tragedia che ha colpito la città della Lanterna dal secondo dopoguerra, è ormai una vicenda che prima di essere giudiziaria e di cronaca, è divenuta nel tempo surreale.
Perché surreale? Perché sin dalle prime ore, tutti sapevano tutto. Tutti i media, le istituzioni, i giornali e le radio parlavano con cognizione di causa di un ponte “marcio”, crollato per il distacco di uno “strallo”. E tutti sapevano che la responsabilità di quanto avvenuto fosse da imputare ad ASPI e alla sua politica di lesina su monitoraggi e manutenzioni.
Non che la storia di questi quasi cinque anni trascorsi non abbia confermato le prime supposizioni, per lo meno per quanto riguarda lo stato precomatoso di quel ponte, soprattutto dei trefoli d’acciaio dei tiranti, annegati nel calcestruzzo, e delle viscere dell’impalcato, sopra cui ogni giorno passavano migliaia di mezzi e autoarticolati. Ricordo, però, che il ponte è crollato scarico: qualche decina di automobili e due o tre bilici. Sarebbe potuta andare molto, molto peggio. Eppure, siamo ancora qui a discutere, la giustizia non ha completato il suo corso, anzi gli imputati verranno auditi solo a partire dall’autunno prossimo. Malgrado le assolute certezze iniziali, più volte ribadite, nessuna decisione è stata presa, nessuna condanna è stata ancora emessa.
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di Antonio Oliverio
La commissione parlamentare d’inchiesta sul Covid sta per partire, pur tra mille boicottaggi e nonostante autorevoli richiami affinché non si sostituisca alla magistratura. C’è chi, invece, pensa che la commissione stessa debba indagare, e a fondo, e anzitutto su un fenomeno: quello delle reazioni avverse da vaccino. È necessario, dunque, ed è auspicabile che “si tratti di una vera commissione”, per Mauro Mantovani, Chimico Sperimentale, Bio-Tecnologo, Bio-Immunologo, nonché docente di Immunologia dei Tumori, membro Senior alla British Society for Immunology e direttore Ricerca e Sviluppo presso una Clinica di Milano.
Lo ha intervistato Il Giornale d’Italia, sull’ampio spettro delle criticità finalmente, ma solo parzialmente, emerse circa la gestione del Covid nel nostro Paese. Per quanto riguarda il vaccino e gli effetti avversi, alcuni anche gravissimi, come i nostri lettori sanno, è “vergognoso che in ancora in alcuni ambienti si rifiuti di considerare questo aspetto”. E c’è anche di peggio: è parimenti vergognoso “che si marchi il danneggiato come persona affetta da malattie neurologiche e lo si cauterizzi con antidepressivi ed ansiolitici ed altri farmaci”.
Quello che sta succedendo a Hollywood è molto di più di uno sciopero sindacale. Nella mecca del cinema si sta combattendo la prima, grande battaglia fra gli esseri umani e l’intelligenza artificiale.
Gli scioperi in corso in realtà sono due : quello degli attori professionisti (SAG, o Screen Actors Guild) e quello degli sceneggiatori professionisti (WGA, Writers Guild of America). Le motivazioni sono diverse, ma il nemico è lo stesso: la AMPTP (Alliance of Motion Picture and Television Producers), ovvero i grandi studios di Hollywood, che stanno puntando tutto sull’intelligenza artificiale, per ridurre drasticamente i loro costi di produzione.
Partiamo dagli attori. La loro paura non è tanto quella di essere “rimpiazzati” integralmente da animazioni fatte al computer – fortunatamente, almeno fino ad oggi, la resa recitativa di un personaggio creato dal computer è decisamente più bassa di quella di un umano: la gamma di espressioni facciali è limitata, e un “attore” digitale, con il suo sguardo vuoto e meccanico, non riesce certo a produrre le stesse emozioni che riesce a comunicare un umano. Ma la paura degli attori è quella della acquisizione dei diritti alla propria immagine, che gli studios vorrebbero poter digitalizzare, comprare e possedere per sempre.
di Maurizio Martucci
Se non fosse tutto vero sarebbe incredibile l’esito di ieri a Palazzo Chigi nell’ultimo Consiglio dei Ministri pre-ferragostano: la norma sull’aumento dei limiti soglia d’inquinamento elettromagnetico è saltata all’ultimo minuto! Con l’effetto della cristallizzazione di un dato politico inequivocabile: il 5G fa paura anche a Giorgia Meloni e nessuno nella maggioranza, tra Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, ha avuto il coraggio di assumersi una gravissima e storica responsabilità politica trasformando gli italiani in cavie umane nel nome del wireless e della potente lobby del 5G.
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Via libera all’accesso agli atti relativi la morte “sospetta” di pazienti deceduti dopo la somministrazione del vaccino anti-Covid. In un momento storico in cui, finalmente, la verità sulla pandemia sta iniziando a venire a galla ecco arrivare l’ennesimo, duro colpo per i sostenitori della linea di Draghi e Speranza, che avevano calpestato i diritti dei cittadini pur di imporre vaccinazioni obbligatorie e limitazioni. E un’altra conferma di quanto il fenomeno degli effetti avversi e dei potenziali rischi per la salute sia stato sottovalutato, svilito da una stampa allineata alla narrazione mainstream. Una decisione che potrebbe aprire nuove porte, permettendo a chi è ancora alla ricerca della verità di far luce sugli errori commessi in maniera più facile.
Non capita tutti i giorni che il Global Times – l’organo di stampa del governo cinese – dedichi un articolo in homepage all’Italia. E purtoppo il titolo era tutt’altro che incoraggiante:
“Non permettete che l’abbandono del BRI possa diventare per l’Italia un motivo di pentimento” . (BRI sta per “Belt and Road Initiative”, cioè l’accordo commerciale italo-cinese, da noi soprannominato “Via della seta”).
L’articolo cinese critica le recenti dichiarazioni del ministro Crosetto, che si è detto contrario all’accordo in un’intervista al Corriere della Sera. Come scrive Giorgio Bianchi : “Non si e' fatta attendere la risposta cinese alle dichiarazioni offensive fatte da Crosetto nell'intervista al Corriere. Il Ministro della Difesa, avventurandosi in un campo che non conosce e non gli compete, quello dell'economia e del commercio, aveva definito l'adesione dell'Italia alla Via della Seta una decisione "improvvisata e scellerata" e aveva snocciolato una serie di falsita' sulla mancanza di benefici per l'Italia.”
Per ora il colpo di stato in Niger ha interessato il nostro sistema mediatico solo in modo parziale, come se fosse un evento secondario. Ma la situazione rischia di diventare di primaria importanza, visto che sullo sfondo si sta disegnando uno scontro indiretto fra potenze occidentali da un lato, e Russia dall’altro.
I colpi di stato in Africa sono quasi all’ordine del giorno, ma di solito si tratta di dispute interne per il potere fra fazioni rivali. In questo caso invece sembra evidente la matrice “macropolitica”, con una Russia chiaramente ben disposta ad aiutare il Niger ad uscire dal dominio colonialista franco-americano. (Ricordiamo che il Niger produce il 7% dell’uranio nel mondo).
Ufficialmente, la Russia ha dichiarato che si tratta di una faccenda interna del Niger, e che loro “non si immischiano mai in questioni interne degli altri paesi”.
Grazie di cuore a Bet-17 per il lavoro di traduzione, doppiaggio e sincronizzazione. Ha fatto un lavoro enorme. Se volete ringraziarlo, potete iscrivervi e far conoscere il suo canale Odysee.
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