- Messaggi: 474
- Ringraziamenti ricevuti 11
I tempi in cui viviamo - Raccolta di articoli a tema cospirazionista
11 Mesi 2 Giorni fa #53830
da Bastion
I tempi in cui viviamo - Raccolta di articoli a tema cospirazionista è stato creato da Bastion
Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.
Less
Di più
- Messaggi: 474
- Ringraziamenti ricevuti 11
11 Mesi 2 Giorni fa - 11 Mesi 1 Giorno fa #53832
da Bastion
Risposta da Bastion al topic I tempi in cui viviamo - Raccolta di articoli a tema cospirazionista
TECNOLOGIE PROIBITE IN ANTARTIDE
Susanna Scocca e Lorenzo Bigliani
Torniamo a parlare dell’ex conduttore televisivo della Fox di Philadelphia, ora affermato Youtuber che, grazie al suo programma intitolato “Redacted” con più di 2 milioni di iscritti, ha intervistato stavolta un uomo il quale, lavorando per una base nel Polo Sud, sostiene di aver scoperto sinistri particolari su attività segrete e illecite.
Susanna Scocca e Lorenzo Bigliani
Torniamo a parlare dell’ex conduttore televisivo della Fox di Philadelphia, ora affermato Youtuber che, grazie al suo programma intitolato “Redacted” con più di 2 milioni di iscritti, ha intervistato stavolta un uomo il quale, lavorando per una base nel Polo Sud, sostiene di aver scoperto sinistri particolari su attività segrete e illecite.
Attenzione: Spoiler!
Abbiamo già conosciuto Clayton Morris (compie 47 anni a fine anno) come presentatore impegnato a ospitare nel suo show giornalisti, whistleblowers, pensatori e persone interessanti aventi in comune storie particolari da raccontare. Dopo il nostro articolo (apparso nel numero di ottobre) a proposito di John DeSouza, un ex dichiarato agente dell’FBI intervistato a proposito di notizie pesanti su una prossima invasione aliena, stavolta la parola viene data ad un’altra fonte di certo non meno interessante: un informatore che ha testimoniato al Congresso sotto giuramento su ciò che ha visto mentre lavorava al Polo Sud in Antartide, intervistato da Morris l’estate scorsa in un’accesa chiacchierata di cui ci siamo immediatamente occupati in un video incluso nella nostra pagina di YouTube.
Data l’interessante disamina presentata da questo rivelatore che, se confermata nel tempo, risulterebbe a dir poco sensazionale, abbiamo ritenuto di crearne anche un articolo da condividere con voi lettori.
UN ACCESSO ILLIMITATO
Il personaggio di cui è stato già accennato l’estate scorsa in occasione della conferenza tenuta da Steven Greer il 12 giugno a Washington, è Eric Hecker, dichiaratosi ex contractor della Marina e Della difesa per Raytheon. Mentre lavorava al Polo Sud, Eric ha assistito ad alcune cose sbalorditive, comprese armi ad energia diretta e altre tecnologie capaci di innescare terremoti. Sono state intercettate anche delle comunicazioni per le quali cercheremo di comprenderne il significato ed eventualmente la credibilità, in quanto comunicazioni molto speciali, a dire del presentatore. Ovviamente Clayton Morris ha tenuto a specificare che questi progetti sono fuori dai registri ufficiali, poiché altamente illegali. La posizione di Hecker come pompiere e idraulico per la struttura del Polo Sud, gli ha dato la possibilità di accesso illimitato al complesso, permettendogli di rivelare quanto segue allo show del celebre conduttore. Prima di entrare nel vivo della storia di questo rivelatore, sappiamo dalla sua voce che egli è stato assunto come commerciale grazie alla sua competenza nell’idraulica e nel riscaldamento, per poi essere addestrato come pompiere industriale, dato che faceva parte del programma, e quindi avendo partecipato all’addestramento secondo i protocolli previsti per l’ingresso alla base che, nel massimo della sua affluenza, accoglie meno di trecento persone, fino ad un minimo di circa cinquanta. C’è da dire che, confermato anche dalla voce stessa del protagonista, sono in molti ad aver espresso critiche molto dure nei suo confronti. D’altro canto, Hecker si è difeso serenamente, affermando come sia altamente pregiudizievole da parte di taluni che, per qualche ragione, ritengano idraulici e vigili del fuoco intrinsecamente poco intelligenti e quindi non in grado di offrire una corretta consapevolezza ed esposizione dei fatti. Nello specifico, l’informatore crede che bisognerebbe concentrarsi maggiormente sui “fornitori di terze parti” come lui, in quanto persone più informate con la minor quantità di restrizione su questi particolari tipi di strutture. Infatti è proprio grazie a questo suo “semplice ruolo” che ha potuto avere l’accesso completo alla struttura.
MALIGNI PROPOSITI
Hecker ha cominciato il suo incarico nel Polo a novembre del 2010, terminando nel novembre dell’anno successivo, trascorrendo quindi 366 giorni di fila in Antartide. Quando ha fatto domanda per entrarvi, scoprendo che era stato assunto per la Raytheon Polar Services come appaltatore di terze parti dalla National Science Foundation, un campanello d’allarme è come entrato nella sua testa, maturato dal suo breve tempo di servizio sottomarino e la comprensione di ciò che Raytheon sta facendo su questo pianeta. Hecker infatti trova altamente discutibile che gli unici appaltatori a riuscire ad ottenere il contratto per mantenere la struttura e fornire servizi di pulizia, provengano da aziende militari industriali, o a produttori di armi. Ed è per questo che egli ritiene che si tratti di falsi pretesti. Andando nello specifico, l’ELF è un array di antenne a bassa frequenza estrema, comunemente usata per le comunicazioni sottomarine, ma questi sono sistemi multi-sfaccettati che ora stanno imparando a integrarsi con altri sistemi sfaccettati per realizzare un elenco di propositi, a detta di Hecker, maligni. Ovvero: attività come la manipolazione del clima, le scie chimiche, il controllo dei terremoti. Quindi tutte orribili plausibilità che dobbiamo far entrare nella nostra comprensione come appartenente a una lista nera dei nostri studi. Hecker continua a raccontare al conduttore di “Redacted” chiarendo che in questo particolare lavoro egli ha dovuto obbligatoriamente “diseccitare” la pompa (riferito per esempio a degli elettromagneti, significa interrompere la corrente che circola nell’avvolgimento, oppure riferito a un “relè”), giungendo alla comprensione che il sistema ELF era ancora in realtà “eccitato” quando egli stesso lavorò al pannello del circuito. In quella circostanza, egli ha dichiarato di aver trovato un interruttore che era acceso ed interfacciato al sistema ELF. A questo punto, quando gli era stato detto verbalmente che quel sistema, di contro, era spento, Hecker aveva ancora domande in sospeso su questo pannello, chiedendosi ad esempio se questo fosse il giusto circuito, quindi se si trattava soltanto di un problema di sicurezza. Informando la sua catena di comando, gli è stato risposto che il circuito ELF è correttamente etichettato, che i circuiti sono correttamente etichettati, invitandolo così di tornare al suo ordinario lavoro. “Così ho imparato in quel momento che il sistema era ancora eccitato anche se avevo assolutamente impostato su off (…) ho rizzato le antenne perché sapevo che stavano mentendo su quel sistema e ci sarebbe certamente dovuta essere una buona ragione per essere ingannevoli”, chiarisce Hecker.
QUALCOSA DI EXTRA, MA TERRESTRE
Il conduttore ricorda al suo intervistato che in occasione della testimonianza al Congresso, ma anche durante l’occasione del Disclosure Project di Stephen Greer, egli aveva affermato che quella stazione, in realtà, funziona come una sorta di base di controllo del traffico aereo per gli UFO e che questa stazione abbia comunicato con un velivolo esotico e che lo abbiano fatto inviando un fascio di neutrini nello spazio. Al che Morrison chiede delucidazioni in merito. Hecker smentisce di aver dichiarato che questa macchina riesca ad espellere neutrini, bensì che si tratti di un rilevatore di neutrini che ha la capacità di trasmettere, quindi non “che sta trasmettendo con i neutrini”. Nega anche di aver dichiarato che abbiano comunicato con gli UFO ma soltanto affermare che stiamo comunicando con i nostri veicoli orbitanti nello spazio che fornisce comunicazioni a lungo raggio per la nostra flotta di veicoli che ci è stata presentata da Gary McKinnon (il famoso whistleblower). Clayton Morris allora approfitta ancora per ribadire il suo concetto sul fatto degli avvistamenti UFO i quali, a suo dire, non sono in realtà velivoli extraterrestri bensì mezzi artificiali umani sviluppati da tecnologia esotica, quindi aliena, chiarendo ancora che il discorso UFO ed extraterrestre è reale, “ma il numero predominante di scafi che le persone stanno ora vedendo negli avvistamenti, sono originati da reverse engineering a partire da queste astronavi aliene”, chiedendo quindi al suo intervistato se egli sia d’accordo sulla questione da lui esposta. Hecker risponde di essere d’accordo totalmente su questo punto, e pensa che sia una parte importante di quello che sta succedendo nell’affare disclosure, in questo momento: dalla recente spinta apportata nello specifico ambito, a quello che stanno facendo. Secondo lui, dipende da una falsificazione di questa speculazione, facendo credere che il governo non abbia idea di cosa ci sia lassù e si comporti come se non fosse roba nostra, e anche di altri Stati nazionali. “Stanno cercando di fare tutto come se avessero appena scoperto l’esistenza di UFO, che abbiamo appena iniziato a indagare”. Quindi, secondo il parere, “si tratta di una cortina di fumo per il fatto che non tutti sono consapevoli che questa tecnologia è stata disponibile per Fazioni Speciali per decenni. Questo è ciò che non vogliono che tutti sappiano: non vogliono ammettere che hanno approfittato e monopolizzato per nascondere questa tecnologia a tutti noi, alla gente di questo pianeta”.
TECNOLOGIE BASATE SUI NEUTRINI
Riassumendo, il presentatore chiede a Hecker se quei mezzi volanti siano in grado di comunicare attraverso questo tipo di stazione di controllo del traffico aereo al Polo Sud e quindi stanno rilevando neutrini. E poi chiede in che modo questa stazione sta comunicando esattamente con questi scafi “alieni”. “Queste imbarcazioni artificiali sono fuori nel nostro sistema solare giusto? Non sono solo in giro nella stratosfera”, chiede Morris all’ex addetto nel Polo Sud. “Assolutamente corretto: c’è un documento che ho sul mio sito web nel quale si discute sulla scienza dietro le funzioni di comunicazione a lungo raggio attraverso entanglement quantistico. Non voglio sedermi qui, presentandomi come un esperto dell’argomento, ma posso certamente far sapere alla gente che ci sono studiosi davvero referenziati che stanno discutendone non solo la possibilità, ma la probabilità, e come fare questo tipo di trasmissioni”, chiarisce Eric Hecker. Egli in pratica dichiara di aver collegato “i puntini” per tutte le persone che ricevono le informazioni, ammettendo la concretezza di un insabbiamento, pur non conoscendone dettagli specifici, in quanto non addetto a questi ruoli. Il rivelatore si riferisce ovviamente ai suoi detrattori che lo incolpano di non fornire notizie dettagliate. Egli si giustifica ammettendo di condividere solamente con il pubblico la sua esperienza, la sua comprensione e le informazioni riferibili. Pertanto, l’essere accusato di appartenere alla categoria dei “troll”, è completamente fuori discussione. Il presentatore gli chiede in quale momento egli abbia compreso e saputo di questa tecnologia basata sui neutrini nel periodo di sua permanenza nella Stazione del Polo Sud. Secondo Hecker, sono occorsi molti anni di interpretazione prima di realizzare il sunto delle sue conclusioni. A tal proposito, egli puntualizza: “Sapevo che all’epoca mi stavano mentendo, ma solo dopo un lungo percorso e lo sforzo di capire cosa stava succedendo, riuscii a realizzare molte cose di quello che accadde. Molti anni dopo i fatti mi ritrovai a comunicare con membri della mia squadra che sono influenzati negativamente da Tecnologie a cui siamo stati esposti”. Da quanto emerso dalle loro possibilità diagnostiche, secondo Hecker queste persone non vogliono farsi avanti nonostante una “iper-protezione”, oltre a poter usufruire del diritto di difendere la loro privacy.
AMBIGUE MALATTIE
Il testimone però sostiene che nelle conversazioni con gli ex membri dell’equipaggio, sono venuti da lui confessandogli di aver subito conseguenze derivate da malattie, cercando di capire se anche lui si trovasse, per così dire, sulla loro stessa barca. I colpiti hanno sofferto di confusione e complicazioni mentali: all’inizio, si ha quasi la sensazione di farli apparire come persone pazze nei confronti di terzi. Il tutto sarebbe da implicare ad una tecnologia che indurrebbe questi sintomi verso persone le quali “percepiscono anche voci”, o cose del genere. Se sia una sorta di alzheimer o schizofrenia, nessuno può garantirlo. Quel che certo è che i soggetti soffrono di un ingente carico di stanchezza e problemi alla pelle. Secondo il rivelatore, tutti si sono presentati con lo stesso elenco di sintomi che si adattano, alla fine dei conti, alle stesse sintomatologie della famosa “Sindrome dell’Avana”, così come era stato suggerito da Clayton Morris. A questo punto, Hecker accenna di un ex membro dell’equipaggio il quale ha reso disponibili alcune informazioni tecniche sul rilevatore di neutrini nel ghiaccio che dimostrerebbe come lo stesso dispositivo possa fungere anche da trasmettitore. “Le persone sono scettiche e fanno molto rumore su tutto quello che vogliono, ma la documentazione esiste e l’esperienza di prima mano conferma. Tutto quello che posso fare è presentare questa informazione per il miglioramento dell’umanità, per far loro comprendere che esiste tecnologia avanzata utilizzata contro di loro, ogni singolo giorno: quindi armi ad energia diretta…”, ha ammesso l’intervistato, mentre il presentatore spiega di avere avuto molti messaggi scritti da persone che chiedono una discussione su questa sindrome dell’Avana e gli effetti che Hecker stesso ha appena ammesso, ovvero una specie di macchinario che, fondamentalmente, sia responsabile dell’immissione di quelle voci nella tua testa. Il rivelatore aggiunge particolari su questo tipo di manipolazioni e di queste intromissioni di voci, parlando di “un flusso diretto nella tua testa che non puoi spegnere”.
PROVOCARE TERREMOTI
La conversazione si traduce in un altro delicato argomento, quando Hecker spiega come, per quanto riguarda il dispositivo sismico, c’è una persona che da anni presenta su YouTube le sue teorie su una sorta di dispositivo energetico che si trova in Antartide ed è responsabile di causare terremoti. Secondo il suo punto di vista, il rivelatore di neutrini e la stazione sopraelevata dovrebbe essere stata costruita per operazioni e manutenzione, nella stagione in cui egli è stato operativo. “Quando il rilevatore di neutrini ha sparato per la prima volta, l’effetto è stato il doppio rispetto a quello che ha colpito Christchurch in Nuova Zelanda. Mi è stato inizialmente detto che si trattava di incendi accidentali mentre stavano provando a capire, e io ho creduto per un bel po’ di anni che il dispositivo abbia fatto questo. Sebbene sia stato un incidente, sto iniziando a raccogliere più informazioni, e a questo punto sembra che sia stato molto meno di un incidente… potrebbe essere la parte su cui sono stato disinformato”. Hecker quindi ha sollecitato gli spettatori a capire come e quanto queste informazioni forniscano solo verità parziali, con l’implemento di pure fandonie. Ed è per questo che “la parte vera sta nel fatto che abbiamo un dispositivo che genera terremoti e la bugia invece sta nell’idea che si sia trattato di un incidente”.
ABUSI DI UFFICIO
Secondo il rivelatore, erano soltanto tre, all’incirca, le persone aventi un regolare accesso alla struttura con le sue stesse restrizioni, ma nessun altro si è fatto avanti. Quindi, spinto dal dovere di svuotare la verità su quest’attività illegale che viene svolta in questo complesso dell’industria della Difesa, si è mosso lui per primo. “Penso che fu quando ho iniziato a intuire l’impatto negativo per la mia equipe, ho iniziato anche a comprendere che siamo stati usati e abusati (…) e che non eravamo solo noi ad esser stati influenzati negativamente. Quando ho iniziato a avere una comprensione di ciò che queste macchine possono fare, ho semplicemente sentito che tutto ciò non dovrebbe essere nascosto a tutti, sentendomi letteralmente l’unica persona che aveva attraversato questo percorso di comprensione. Quindi apprezzo quando la gente dice che sono coraggioso… Dal mio punto di vista sono solo obbligato. Devo farlo perché nessun altro ha queste informazioni…”, chiarisce Hecker, il quale conferma che dei 49 impiegati all’epoca, quindi operativi nella base, almeno uno di loro venne con lui a Washington per testimoniare, per sostenere le sue dichiarazioni. Questo suo ex collega che ha trascorso l’inverno con lui alla stazione del Polo Sud, era stato operativo molte stagioni presso la stazione McMurdo, ed è un vero esperto di informazioni sull’Antartide, godendo di un accesso illimitato ovunque, testimoniando di come tutto fosse estremamente compartimentalizzato. Per noi autori di questo articolo, il ricordo di questa “compartimentalizzazione” ci riporta alle confessioni di Philip Corso, quando asseriva che ogni informazione relativa alla retroingegneria aliena passava di mano in mano agli esperti, senza che ognuno di loro potesse conoscere il lavoro svolto dall’altro.
UN EFFETTO MATRIOSKA
“Variabilmente, queste persone sono molto egocentriche. Così quando si osservano queste persone e si entra in contatto con loro, si nota che vi sono un sacco di compartimenti di scienziati a cui viene detto di come quel loro progetto sia molto importante”, ammette Hecker. In pratica, ognuno sa che il progetto a cui sta lavorando è più importante dell’altro. Essendo un idraulico, il whistleblower spiega al conduttore del programma di non rivestire una posizione tale da portare il suo ego in un atteggiamento di autoreferenzialità, essendo considerato il più delle volte come un lavoratore di basso livello, così come poi gli impiegati del posto usavano trattarlo. Ed è sicuramente grazie a questo limite (poi trasformatosi in un punto di forza) che spesso egli conosceva dei particolari inerenti ai loro dispositivi intelligenti. Erano, diciamo, confidenze innocenti fatte ad un ignorante. Tornando a quella sorta di gioco di ruolo in compartimenti, Hecker è sicuro che ogni esperto non avrebbe mai avuto idea di cosa stesse succedendo nella stanza accanto alla sua. Così, in un modo assai strategico, anche il loro ego si comportava di conseguenza, pensando che chi stesse dall’altra parte lavorasse probabilmente ad un progetto minore… Quindi era il solo Hecker ad aver imparato il meccanismo in questione, potendo “volare” di stanza in stanza, di persona in persona, scoprendo il modus operandi del loro stato di lavoro, traendo molti benefici a livello di comprensione.
ENTRARE NELLA MENTALITÀ DEL “POSSIBILE”
Dopo una parentesi in cui Clayton Morris accenna ad attività nell’Antartide, Hecker torna a focalizzare l’attenzione sulla responsabilità che queste tecnologie hanno nei confronti dell’ignoranza pubblica. L’obbiettivo quindi, è riuscire a capire che la tecnologia di cui siamo riusciti a conoscere l’esistenza è reale, e che questo è il primo passo per essere consapevoli che tali espedienti sono in circolazione da molto tempo, denunciando esplicitamente come queste zone sismiche possano essere assai redditizie per il potere. Come non dargli ragione?
Data l’interessante disamina presentata da questo rivelatore che, se confermata nel tempo, risulterebbe a dir poco sensazionale, abbiamo ritenuto di crearne anche un articolo da condividere con voi lettori.
UN ACCESSO ILLIMITATO
Il personaggio di cui è stato già accennato l’estate scorsa in occasione della conferenza tenuta da Steven Greer il 12 giugno a Washington, è Eric Hecker, dichiaratosi ex contractor della Marina e Della difesa per Raytheon. Mentre lavorava al Polo Sud, Eric ha assistito ad alcune cose sbalorditive, comprese armi ad energia diretta e altre tecnologie capaci di innescare terremoti. Sono state intercettate anche delle comunicazioni per le quali cercheremo di comprenderne il significato ed eventualmente la credibilità, in quanto comunicazioni molto speciali, a dire del presentatore. Ovviamente Clayton Morris ha tenuto a specificare che questi progetti sono fuori dai registri ufficiali, poiché altamente illegali. La posizione di Hecker come pompiere e idraulico per la struttura del Polo Sud, gli ha dato la possibilità di accesso illimitato al complesso, permettendogli di rivelare quanto segue allo show del celebre conduttore. Prima di entrare nel vivo della storia di questo rivelatore, sappiamo dalla sua voce che egli è stato assunto come commerciale grazie alla sua competenza nell’idraulica e nel riscaldamento, per poi essere addestrato come pompiere industriale, dato che faceva parte del programma, e quindi avendo partecipato all’addestramento secondo i protocolli previsti per l’ingresso alla base che, nel massimo della sua affluenza, accoglie meno di trecento persone, fino ad un minimo di circa cinquanta. C’è da dire che, confermato anche dalla voce stessa del protagonista, sono in molti ad aver espresso critiche molto dure nei suo confronti. D’altro canto, Hecker si è difeso serenamente, affermando come sia altamente pregiudizievole da parte di taluni che, per qualche ragione, ritengano idraulici e vigili del fuoco intrinsecamente poco intelligenti e quindi non in grado di offrire una corretta consapevolezza ed esposizione dei fatti. Nello specifico, l’informatore crede che bisognerebbe concentrarsi maggiormente sui “fornitori di terze parti” come lui, in quanto persone più informate con la minor quantità di restrizione su questi particolari tipi di strutture. Infatti è proprio grazie a questo suo “semplice ruolo” che ha potuto avere l’accesso completo alla struttura.
MALIGNI PROPOSITI
Hecker ha cominciato il suo incarico nel Polo a novembre del 2010, terminando nel novembre dell’anno successivo, trascorrendo quindi 366 giorni di fila in Antartide. Quando ha fatto domanda per entrarvi, scoprendo che era stato assunto per la Raytheon Polar Services come appaltatore di terze parti dalla National Science Foundation, un campanello d’allarme è come entrato nella sua testa, maturato dal suo breve tempo di servizio sottomarino e la comprensione di ciò che Raytheon sta facendo su questo pianeta. Hecker infatti trova altamente discutibile che gli unici appaltatori a riuscire ad ottenere il contratto per mantenere la struttura e fornire servizi di pulizia, provengano da aziende militari industriali, o a produttori di armi. Ed è per questo che egli ritiene che si tratti di falsi pretesti. Andando nello specifico, l’ELF è un array di antenne a bassa frequenza estrema, comunemente usata per le comunicazioni sottomarine, ma questi sono sistemi multi-sfaccettati che ora stanno imparando a integrarsi con altri sistemi sfaccettati per realizzare un elenco di propositi, a detta di Hecker, maligni. Ovvero: attività come la manipolazione del clima, le scie chimiche, il controllo dei terremoti. Quindi tutte orribili plausibilità che dobbiamo far entrare nella nostra comprensione come appartenente a una lista nera dei nostri studi. Hecker continua a raccontare al conduttore di “Redacted” chiarendo che in questo particolare lavoro egli ha dovuto obbligatoriamente “diseccitare” la pompa (riferito per esempio a degli elettromagneti, significa interrompere la corrente che circola nell’avvolgimento, oppure riferito a un “relè”), giungendo alla comprensione che il sistema ELF era ancora in realtà “eccitato” quando egli stesso lavorò al pannello del circuito. In quella circostanza, egli ha dichiarato di aver trovato un interruttore che era acceso ed interfacciato al sistema ELF. A questo punto, quando gli era stato detto verbalmente che quel sistema, di contro, era spento, Hecker aveva ancora domande in sospeso su questo pannello, chiedendosi ad esempio se questo fosse il giusto circuito, quindi se si trattava soltanto di un problema di sicurezza. Informando la sua catena di comando, gli è stato risposto che il circuito ELF è correttamente etichettato, che i circuiti sono correttamente etichettati, invitandolo così di tornare al suo ordinario lavoro. “Così ho imparato in quel momento che il sistema era ancora eccitato anche se avevo assolutamente impostato su off (…) ho rizzato le antenne perché sapevo che stavano mentendo su quel sistema e ci sarebbe certamente dovuta essere una buona ragione per essere ingannevoli”, chiarisce Hecker.
QUALCOSA DI EXTRA, MA TERRESTRE
Il conduttore ricorda al suo intervistato che in occasione della testimonianza al Congresso, ma anche durante l’occasione del Disclosure Project di Stephen Greer, egli aveva affermato che quella stazione, in realtà, funziona come una sorta di base di controllo del traffico aereo per gli UFO e che questa stazione abbia comunicato con un velivolo esotico e che lo abbiano fatto inviando un fascio di neutrini nello spazio. Al che Morrison chiede delucidazioni in merito. Hecker smentisce di aver dichiarato che questa macchina riesca ad espellere neutrini, bensì che si tratti di un rilevatore di neutrini che ha la capacità di trasmettere, quindi non “che sta trasmettendo con i neutrini”. Nega anche di aver dichiarato che abbiano comunicato con gli UFO ma soltanto affermare che stiamo comunicando con i nostri veicoli orbitanti nello spazio che fornisce comunicazioni a lungo raggio per la nostra flotta di veicoli che ci è stata presentata da Gary McKinnon (il famoso whistleblower). Clayton Morris allora approfitta ancora per ribadire il suo concetto sul fatto degli avvistamenti UFO i quali, a suo dire, non sono in realtà velivoli extraterrestri bensì mezzi artificiali umani sviluppati da tecnologia esotica, quindi aliena, chiarendo ancora che il discorso UFO ed extraterrestre è reale, “ma il numero predominante di scafi che le persone stanno ora vedendo negli avvistamenti, sono originati da reverse engineering a partire da queste astronavi aliene”, chiedendo quindi al suo intervistato se egli sia d’accordo sulla questione da lui esposta. Hecker risponde di essere d’accordo totalmente su questo punto, e pensa che sia una parte importante di quello che sta succedendo nell’affare disclosure, in questo momento: dalla recente spinta apportata nello specifico ambito, a quello che stanno facendo. Secondo lui, dipende da una falsificazione di questa speculazione, facendo credere che il governo non abbia idea di cosa ci sia lassù e si comporti come se non fosse roba nostra, e anche di altri Stati nazionali. “Stanno cercando di fare tutto come se avessero appena scoperto l’esistenza di UFO, che abbiamo appena iniziato a indagare”. Quindi, secondo il parere, “si tratta di una cortina di fumo per il fatto che non tutti sono consapevoli che questa tecnologia è stata disponibile per Fazioni Speciali per decenni. Questo è ciò che non vogliono che tutti sappiano: non vogliono ammettere che hanno approfittato e monopolizzato per nascondere questa tecnologia a tutti noi, alla gente di questo pianeta”.
TECNOLOGIE BASATE SUI NEUTRINI
Riassumendo, il presentatore chiede a Hecker se quei mezzi volanti siano in grado di comunicare attraverso questo tipo di stazione di controllo del traffico aereo al Polo Sud e quindi stanno rilevando neutrini. E poi chiede in che modo questa stazione sta comunicando esattamente con questi scafi “alieni”. “Queste imbarcazioni artificiali sono fuori nel nostro sistema solare giusto? Non sono solo in giro nella stratosfera”, chiede Morris all’ex addetto nel Polo Sud. “Assolutamente corretto: c’è un documento che ho sul mio sito web nel quale si discute sulla scienza dietro le funzioni di comunicazione a lungo raggio attraverso entanglement quantistico. Non voglio sedermi qui, presentandomi come un esperto dell’argomento, ma posso certamente far sapere alla gente che ci sono studiosi davvero referenziati che stanno discutendone non solo la possibilità, ma la probabilità, e come fare questo tipo di trasmissioni”, chiarisce Eric Hecker. Egli in pratica dichiara di aver collegato “i puntini” per tutte le persone che ricevono le informazioni, ammettendo la concretezza di un insabbiamento, pur non conoscendone dettagli specifici, in quanto non addetto a questi ruoli. Il rivelatore si riferisce ovviamente ai suoi detrattori che lo incolpano di non fornire notizie dettagliate. Egli si giustifica ammettendo di condividere solamente con il pubblico la sua esperienza, la sua comprensione e le informazioni riferibili. Pertanto, l’essere accusato di appartenere alla categoria dei “troll”, è completamente fuori discussione. Il presentatore gli chiede in quale momento egli abbia compreso e saputo di questa tecnologia basata sui neutrini nel periodo di sua permanenza nella Stazione del Polo Sud. Secondo Hecker, sono occorsi molti anni di interpretazione prima di realizzare il sunto delle sue conclusioni. A tal proposito, egli puntualizza: “Sapevo che all’epoca mi stavano mentendo, ma solo dopo un lungo percorso e lo sforzo di capire cosa stava succedendo, riuscii a realizzare molte cose di quello che accadde. Molti anni dopo i fatti mi ritrovai a comunicare con membri della mia squadra che sono influenzati negativamente da Tecnologie a cui siamo stati esposti”. Da quanto emerso dalle loro possibilità diagnostiche, secondo Hecker queste persone non vogliono farsi avanti nonostante una “iper-protezione”, oltre a poter usufruire del diritto di difendere la loro privacy.
AMBIGUE MALATTIE
Il testimone però sostiene che nelle conversazioni con gli ex membri dell’equipaggio, sono venuti da lui confessandogli di aver subito conseguenze derivate da malattie, cercando di capire se anche lui si trovasse, per così dire, sulla loro stessa barca. I colpiti hanno sofferto di confusione e complicazioni mentali: all’inizio, si ha quasi la sensazione di farli apparire come persone pazze nei confronti di terzi. Il tutto sarebbe da implicare ad una tecnologia che indurrebbe questi sintomi verso persone le quali “percepiscono anche voci”, o cose del genere. Se sia una sorta di alzheimer o schizofrenia, nessuno può garantirlo. Quel che certo è che i soggetti soffrono di un ingente carico di stanchezza e problemi alla pelle. Secondo il rivelatore, tutti si sono presentati con lo stesso elenco di sintomi che si adattano, alla fine dei conti, alle stesse sintomatologie della famosa “Sindrome dell’Avana”, così come era stato suggerito da Clayton Morris. A questo punto, Hecker accenna di un ex membro dell’equipaggio il quale ha reso disponibili alcune informazioni tecniche sul rilevatore di neutrini nel ghiaccio che dimostrerebbe come lo stesso dispositivo possa fungere anche da trasmettitore. “Le persone sono scettiche e fanno molto rumore su tutto quello che vogliono, ma la documentazione esiste e l’esperienza di prima mano conferma. Tutto quello che posso fare è presentare questa informazione per il miglioramento dell’umanità, per far loro comprendere che esiste tecnologia avanzata utilizzata contro di loro, ogni singolo giorno: quindi armi ad energia diretta…”, ha ammesso l’intervistato, mentre il presentatore spiega di avere avuto molti messaggi scritti da persone che chiedono una discussione su questa sindrome dell’Avana e gli effetti che Hecker stesso ha appena ammesso, ovvero una specie di macchinario che, fondamentalmente, sia responsabile dell’immissione di quelle voci nella tua testa. Il rivelatore aggiunge particolari su questo tipo di manipolazioni e di queste intromissioni di voci, parlando di “un flusso diretto nella tua testa che non puoi spegnere”.
PROVOCARE TERREMOTI
La conversazione si traduce in un altro delicato argomento, quando Hecker spiega come, per quanto riguarda il dispositivo sismico, c’è una persona che da anni presenta su YouTube le sue teorie su una sorta di dispositivo energetico che si trova in Antartide ed è responsabile di causare terremoti. Secondo il suo punto di vista, il rivelatore di neutrini e la stazione sopraelevata dovrebbe essere stata costruita per operazioni e manutenzione, nella stagione in cui egli è stato operativo. “Quando il rilevatore di neutrini ha sparato per la prima volta, l’effetto è stato il doppio rispetto a quello che ha colpito Christchurch in Nuova Zelanda. Mi è stato inizialmente detto che si trattava di incendi accidentali mentre stavano provando a capire, e io ho creduto per un bel po’ di anni che il dispositivo abbia fatto questo. Sebbene sia stato un incidente, sto iniziando a raccogliere più informazioni, e a questo punto sembra che sia stato molto meno di un incidente… potrebbe essere la parte su cui sono stato disinformato”. Hecker quindi ha sollecitato gli spettatori a capire come e quanto queste informazioni forniscano solo verità parziali, con l’implemento di pure fandonie. Ed è per questo che “la parte vera sta nel fatto che abbiamo un dispositivo che genera terremoti e la bugia invece sta nell’idea che si sia trattato di un incidente”.
ABUSI DI UFFICIO
Secondo il rivelatore, erano soltanto tre, all’incirca, le persone aventi un regolare accesso alla struttura con le sue stesse restrizioni, ma nessun altro si è fatto avanti. Quindi, spinto dal dovere di svuotare la verità su quest’attività illegale che viene svolta in questo complesso dell’industria della Difesa, si è mosso lui per primo. “Penso che fu quando ho iniziato a intuire l’impatto negativo per la mia equipe, ho iniziato anche a comprendere che siamo stati usati e abusati (…) e che non eravamo solo noi ad esser stati influenzati negativamente. Quando ho iniziato a avere una comprensione di ciò che queste macchine possono fare, ho semplicemente sentito che tutto ciò non dovrebbe essere nascosto a tutti, sentendomi letteralmente l’unica persona che aveva attraversato questo percorso di comprensione. Quindi apprezzo quando la gente dice che sono coraggioso… Dal mio punto di vista sono solo obbligato. Devo farlo perché nessun altro ha queste informazioni…”, chiarisce Hecker, il quale conferma che dei 49 impiegati all’epoca, quindi operativi nella base, almeno uno di loro venne con lui a Washington per testimoniare, per sostenere le sue dichiarazioni. Questo suo ex collega che ha trascorso l’inverno con lui alla stazione del Polo Sud, era stato operativo molte stagioni presso la stazione McMurdo, ed è un vero esperto di informazioni sull’Antartide, godendo di un accesso illimitato ovunque, testimoniando di come tutto fosse estremamente compartimentalizzato. Per noi autori di questo articolo, il ricordo di questa “compartimentalizzazione” ci riporta alle confessioni di Philip Corso, quando asseriva che ogni informazione relativa alla retroingegneria aliena passava di mano in mano agli esperti, senza che ognuno di loro potesse conoscere il lavoro svolto dall’altro.
UN EFFETTO MATRIOSKA
“Variabilmente, queste persone sono molto egocentriche. Così quando si osservano queste persone e si entra in contatto con loro, si nota che vi sono un sacco di compartimenti di scienziati a cui viene detto di come quel loro progetto sia molto importante”, ammette Hecker. In pratica, ognuno sa che il progetto a cui sta lavorando è più importante dell’altro. Essendo un idraulico, il whistleblower spiega al conduttore del programma di non rivestire una posizione tale da portare il suo ego in un atteggiamento di autoreferenzialità, essendo considerato il più delle volte come un lavoratore di basso livello, così come poi gli impiegati del posto usavano trattarlo. Ed è sicuramente grazie a questo limite (poi trasformatosi in un punto di forza) che spesso egli conosceva dei particolari inerenti ai loro dispositivi intelligenti. Erano, diciamo, confidenze innocenti fatte ad un ignorante. Tornando a quella sorta di gioco di ruolo in compartimenti, Hecker è sicuro che ogni esperto non avrebbe mai avuto idea di cosa stesse succedendo nella stanza accanto alla sua. Così, in un modo assai strategico, anche il loro ego si comportava di conseguenza, pensando che chi stesse dall’altra parte lavorasse probabilmente ad un progetto minore… Quindi era il solo Hecker ad aver imparato il meccanismo in questione, potendo “volare” di stanza in stanza, di persona in persona, scoprendo il modus operandi del loro stato di lavoro, traendo molti benefici a livello di comprensione.
ENTRARE NELLA MENTALITÀ DEL “POSSIBILE”
Dopo una parentesi in cui Clayton Morris accenna ad attività nell’Antartide, Hecker torna a focalizzare l’attenzione sulla responsabilità che queste tecnologie hanno nei confronti dell’ignoranza pubblica. L’obbiettivo quindi, è riuscire a capire che la tecnologia di cui siamo riusciti a conoscere l’esistenza è reale, e che questo è il primo passo per essere consapevoli che tali espedienti sono in circolazione da molto tempo, denunciando esplicitamente come queste zone sismiche possano essere assai redditizie per il potere. Come non dargli ragione?
Ultima Modifica 11 Mesi 1 Giorno fa da Bastion.
Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.
11 Mesi 1 Giorno fa #53841
da Aigor
Mitakuye Oyasin
"La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci" (I. Asimov - Il crollo della galassia centrale)
Risposta da Aigor al topic I tempi in cui viviamo - Raccolta di articoli a tema cospirazionista
Ciao e grazie della trascrizione, però manca il link al video

Mitakuye Oyasin
"La violenza è l'ultimo rifugio degli incapaci" (I. Asimov - Il crollo della galassia centrale)
Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.
Less
Di più
- Messaggi: 474
- Ringraziamenti ricevuti 11
11 Mesi 1 Giorno fa #53848
da Bastion
Risposta da Bastion al topic I tempi in cui viviamo - Raccolta di articoli a tema cospirazionista
Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.
Less
Di più
- Messaggi: 474
- Ringraziamenti ricevuti 11
9 Mesi 4 Settimane fa #54009
da Bastion
Risposta da Bastion al topic I tempi in cui viviamo - Raccolta di articoli a tema cospirazionista
E' ARRIVATA LA NUOVA INDUSTRIA DELLA CENSURA GLOBALE – PARTE 01
Patrick Henningsen
Qualcuno poteva davvero prevederlo? Nella straziante rappresentazione cinematografica di 1984 di George Orwell, il protagonista Winston Smith, politicamente compromesso e psicologicamente torturato, soffriva in agonia, gradualmente schiacciato dall’oscuro totalitarismo dell’Oceania, una società che richiedeva ai suoi sudditi una totale sottomissione e conformità. Per fortuna, si trattava solo di una storia.
Patrick Henningsen
Qualcuno poteva davvero prevederlo? Nella straziante rappresentazione cinematografica di 1984 di George Orwell, il protagonista Winston Smith, politicamente compromesso e psicologicamente torturato, soffriva in agonia, gradualmente schiacciato dall’oscuro totalitarismo dell’Oceania, una società che richiedeva ai suoi sudditi una totale sottomissione e conformità. Per fortuna, si trattava solo di una storia.
Attenzione: Spoiler!
Crescendo negli anni Ottanta e Novanta, era difficile immedesimarsi nel mondo di Winston: si viveva nella paura costante e si era sopraffatti dalla sensazione di trepidazione che la propria parola o il proprio pensiero potessero cadere nel mirino di un onnipresente Grande Fratello. Un monito severo, certo, ma pur sempre una storia. Dopo il saggio La fine della storia di Francis Fukuyama, con il mondo democratico apparentemente liberato dallo spettro del comunismo globale e l’emergere del web mondiale all’alba del XXI secolo, difficilmente si poteva immaginare che le democrazie liberali dell’Occidente collettivo potessero assomigliare a quelle scene dark noire di una futura Stasi-society (la Stasi era l’agenzia di Intelligence dell’ex Germania dell’Est) postmoderna e tecnocratica nel racconto ammonitore di Orwell.
A distanza di circa trent’anni, gran parte del mondo moderno e sviluppato si ritrova oggi intrappolato nell’attrazione gravitazionale di una distopia digitale e di un sistema di reti e istituzioni interconnesse in continua espansione, alimentato da una sconfortante presunzione di inevitabilità. Non si tratta certo dei dividendi della pace post-Guerra Fredda che avevamo immaginato. Il futuro che tutti temevamo è arrivato all’improvviso. È travolgente e ha raggiunto il punto in cui molte persone sembrano ormai rassegnate all’idea che, in qualche modo, questo è solo il modo in cui le cose si muovono e non c’è molto che si possa fare per cambiarlo. Tecnocrati visionari ci assicurano che non dobbiamo preoccuparci, che si tratta di progresso tecnologico e che ne abbiamo bisogno per proteggere i più vulnerabili da parole e idee pericolose che spuntano online - o almeno così ci dicono.
IL POTERE DELLA NARRAZIONE
Mentre il mondo moderno del XXI secolo scivola sempre di più nell’epoca post-democratica, postindustriale e transumanista, gli Stati egemoni e le loro istituzioni sono più che mai preoccupati di gestire la narrazione. Nel corso della storia, per preservare l’illusione della democrazia, ogni nuova politica o legge richiede l’apparenza del consenso dei governati. Senza questo, il loro sistema di governo non può generare un mandato, e senza quel mandato non ci può essere una nuova politica o una nuova regola. Per ottenere questo risultato, lo Stato deve evocare una cosa chiamata realtà del consenso, e poi avvolgerla intorno alla questione in oggetto. Nel corso della storia, ciò è stato realizzato attraverso un’attenta gestione delle narrazioni. La quantità di sforzi e di risorse che i controllori impiegano per gestire lo spazio dell’informazione testimonia quanto questa funzione sia importante per mantenere l’ordine sociale e politico. A metà degli anni Duemila è emerso un problema serio che minacciava la presa dello Stato sulla realtà del consenso. La rapida accelerazione verticale e laterale dell’informazione e dell’opinionismo alternativo sulle piattaforme dei social media come Twitter, Facebook e YouTube, così come l’alto posizionamento degli articoli di notizie alternative sul monopolio del motore di ricerca Google, hanno creato una sfida molto reale alla presa dell’establishment sullo spazio di opinione e analisi politica dei media globali. I media tradizionali si sono improvvisamente ritrovati per la prima volta sul tallone d’Achille. Che si tratti della discussione sul ruolo delle narrazioni propagandistiche dello Stato profondo che guidano il consenso politico occidentale su guerre come l’Ucraina, sulla corruzione e l’incompetenza dei governi, o della teorizzazione proibita di eventi governativi false flag, o semplicemente del continuo risveglio dell’opinione pubblica che chiede ai governi e ai media mainstream di rendere conto del loro operato, la conversazione continua e nel tempo è diventata più difficile da contenere.
MOCKINGBIRD RINASCE
È importante innanzitutto capire che ciò che la CIA faceva in precedenza - controllando fisicamente lo spazio dell’informazione attraverso il programma clandestino noto come Operazione Mockingbrird - oggi può essere automatizzato per lo più in modo digitale con algoritmi e intelligenza artificiale stretta. Dall’avvento della nuova superstrada dell’informazione, i governi e i loro partner aziendali hanno cercato di contenere la proliferazione sfrenata di notizie e analisi alternative online. I media alternativi avevano iniziato a superare il monolite mainstream. Non ci è voluto molto prima che l’impero reagisse. Il filo spinato è stato innescato dalla vittoria populista a sorpresa nel 2016 del 45° presidente americano, Donald J. Trump. È stato un momento davvero cruciale in questa impasse civile. Invece di accettare il risultato, con i Democratici all’opposizione che si sono soffermati a riflettere sul perché di questo risultato, lo Stato corporativo lo ha trasformato in una chiamata a gran voce per attuare controlli senza precedenti sulla parola pubblica e sulla diffusione delle informazioni. Uno dei suoi primi progetti è stato quello di inventare la narrativa secondo cui l’elezione di Trump sarebbe stata dovuta alle “interferenze” russe e alla presunta “influenza” sulle menti sfortunate degli americani, che in qualche modo avrebbero convinto un numero sufficiente di loro a votare per Trump. Questa narrazione divisiva è diventata nota come Russiagate. Il successo è stato tale che il governo l’ha utilizzata per sostenere la sua nuova politica di sicurezza nazionale. Secondo Mike Benz, ex funzionario del Dipartimento di Stato e ora direttore della Foundation for Freedom Online, questo momento ha segnato un cambiamento totale nel modo in cui il governo, il complesso militare-industriale e le Big Tech si sarebbero orientati in futuro. Il governo degli Stati Uniti e il suo Stato profondo, dice Benz, hanno iniziato a “ridefinire la guerra da convenzionale a ibrida, soprattutto psicologica e cognitiva. Dal 2014 al 2016 sono stati creati centri di eccellenza per la guerra psicologica in tutta l’Europa orientale. Poi, quando è avvenuta la Brexit, si sono detti: ‘Ok’, ora l’influenza russa ha raggiunto l’Europa occidentale”. E così è iniziato. A parte l’incursione della NATO in Jugoslavia, dalla Seconda guerra mondiale l’Europa non ha mai visto una guerra significativa sulle sue coste. Il collettivo militare occidentale ha invece applicato tattiche sub-cinetiche per penetrare nei “cuori e nelle menti” delle popolazioni bersaglio. Questo tema si sarebbe poi riproposto online e sui media con la “Rivoluzione verde” dell’Iran nel 2009 e poco dopo il 2011 con la tanto celebrata Primavera araba. Solo nel 2014, con la secessione della Crimea dall’Ucraina, la NATO ha annunciato ufficialmente la sua nuova dottrina, denominata “Dai carri armati ai tweet”, spostando l’attenzione dalle azioni cinetiche alla guerra dell’informazione e alle opinioni online sui social media. Benz prosegue descrivendo la serie di fattori politici che hanno formalizzato la nuova alleanza transatlantica sulla censura: “Si tratta di persone dell’intelligence militare e della diplomazia delle reti di Stati Uniti, Regno Unito e Bruxelles. Erano preoccupati che un Internet libero e aperto avrebbe fatto crollare l’intero Ordine Internazionale basato sulle Regole. Hanno visto accadere la Brexit. Hanno visto l’elezione di Trump negli Stati Uniti. Hanno visto che tra il 2018 e il 2020 si sarebbero tenute 20 elezioni parlamentari dell’UE e che, come per la Brexit e le elezioni del 2016, la Brexit sarebbe avvenuta in Francia e in Italia. Poi l’uscita di Grecia e di Spagna, e l’intera UE si sarebbe disfatta, e la NATO, per conseguenza, sarebbe andata in pezzi. Così si è creato questo presupposto di sicurezza nazionale per censurare Internet in nome della salvezza della democrazia, anche se ciò significava ridefinire la democrazia in modo che significasse un consenso delle istituzioni, piuttosto che degli individui. Ma per riuscirci, era necessario coinvolgere tutti i diversi elementi della società coinvolti nella distribuzione delle informazioni”. Ai loro occhi, la censura di massa è diventata un imperativo di sicurezza nazionale per l’alleanza Five Eyes, guidata da Stati Uniti e Gran Bretagna. O almeno, questo è ciò che si sono detti l’un l’altro, mentre lo Stato profondo e i suoi annessi mediatici mainstream procedevano a inventare storie infinite sulle “interferenze straniere” nelle elezioni occidentali, in particolare Trump e il referendum sulla Brexit. Anche dopo che entrambe le affermazioni sono state accuratamente sfatate, la narrazione è rimasta intatta, così come le politiche e i programmi messi in atto per contrastare la minaccia fantasma. Ahimè, uno schema fin troppo familiare nel XXI secolo. Per la popolazione nazionale, questa nuova spinta verso la censura totale è concettualizzata dalla classe dirigente tecnocratica come un “approccio all’intera società”, in cui ogni cosa, ogni singola variabile, ogni punto vendita e ogni piattaforma, è considerata un vettore nella guerra dell’informazione. Aderire a questo approccio significa accettare la piena militarizzazione della società in Occidente, o più precisamente il dispiegamento della guerra di quinta generazione da parte dello Stato contro la sua stessa popolazione. Per questo motivo, dopo l’elezione di Trump nel 2016, lo Stato e la sua miriade di nuove agenzie statali e ONG hanno effettivamente unito le forze per tentare di igienizzare il discorso pubblico. Hanno anche ridefinito le piattaforme dei social media come “infrastruttura elettorale essenziale”, rendendo i social media online un problema di sicurezza nazionale da sorvegliare e proteggere da presunte “influenze straniere”. Poi avrebbero portato questa idea ancora più in là, considerando le menti stesse degli americani come parte dell’”infrastruttura cognitiva” dello Stato. Benz colloca questo sorprendente sviluppo nel contesto politico: “Tutto è iniziato con la censura delle elezioni, in cui si diceva che se si fa disinformazione, o mala informazione sulle elezioni, si commette un attacco informatico alle infrastrutture critiche degli Stati Uniti, perché le elezioni sono state definite come infrastrutture critiche. Quindi si è creata una situazione in cui si poteva essere seduti sul gabinetto alle nove di giovedì sera e dire: “Sapete una cosa? In realtà non credo che i voti per corrispondenza siano così sicuri e protetti. I problemi risalgono alle elezioni di Abraham Lincoln nel 1864. E se lo twittavate, vi trovavate in questa strana situazione in cui twittare dalla toilette a 25 follower, il che, come le schede elettorali, era improvvisamente, agli occhi del DHS [Department of Homeland Security], un attacco informatico contro le infrastrutture critiche degli Stati Uniti, e meritava l’intervento della censura del DHS sui vostri tweet. E poi hanno allargato il discorso al fatto che anche la sanità pubblica è un’infrastruttura critica. E questo ha dato loro la possibilità di censurare il COVID. Lo stesso vale per l’immigrazione, il clima e l’Ucraina. E si sono fatti strada lungo tutta l’infrastruttura cognitiva”. Era ufficiale. La vostra mente ora è un bene dello Stato. Davvero orwelliano.
ELON - “LIBERA L’UCCELLO”
Un importante momento di svolta si è verificato alla fine del 2022, quando Elon Musk ha sborsato ben 40 miliardi di dollari per acquistare Twitter. Una volta al timone, ha dato accesso alle email e ai promemoria interni dell’azienda a un gruppo selezionato di giornalisti indipendenti, guidati da Matt Taibbi, Michael Shellenberger, Bari Weiss e altri, per studiare e riferire le loro scoperte. Questo progetto di divulgazione, unico nel suo genere, è diventato noto come The Twitter Files. I documenti hanno rivelato che l’entità e la portata dell’operazione di censura dell’azienda erano ben al di là di quanto si potesse immaginare in precedenza. Si è scoperto che l’amministrazione Biden, insieme ai suoi principali esecutori della censura, il Dipartimento di Sicurezza Nazionale (DHS), il Dipartimento di Giustizia (DOJ) e l’Ufficio Federale di Investigazione (FBI) degli Stati Uniti, erano diventati così ossessionati dalla gestione delle operazioni di controllo del linguaggio su piattaforme come Twitter da ignorare i diritti costituzionali dei cittadini statunitensi. È stato poi rivelato che gli agenti dell’FBI e del DHS si incontravano settimanalmente con i dirigenti di Twitter per coordinare i loro nuovi sforzi di censura pubblico-privata. L’operazione segreta comprendeva persino membri della National Security Agency (NSA) e della Central Intelligence Agency (CIA) degli Stati Uniti. Nelle e-mail interne, i giornalisti hanno scoperto le comunicazioni tra l’ex responsabile della fiducia e della sicurezza dell’azienda, Yoel Roth, e le spie governative. Il giornalista veterano Taibbi ha poi descritto “Il complesso industriale della censura”, descrivendo la profondità della frode e della collusione tra governo e Big Tech: “Quando l’anno scorso i reporter di #TwitterFiles hanno avuto accesso ai documenti interni di Twitter, ci siamo concentrati innanzitutto sull’azienda, che a volte si è comportata come un potere superiore al governo”. “Con altre aziende tecnologiche ha tenuto un regolare ‘incontro di settore’ con l’FBI e il DHS, e ha sviluppato un sistema formale per ricevere migliaia di segnalazioni di contenuti da ogni angolo del governo: HHS, Tesoro, NSA, persino la polizia locale”. “Le email dell’FBI, del DHS e di altre agenzie arrivavano spesso con fogli di calcolo contenenti centinaia o migliaia di nomi di account da esaminare. Spesso questi venivano cancellati subito dopo”. Molti erano evidenti “disinformazioni”, come gli account che esortavano le persone a votare il giorno dopo le elezioni. Ma altre segnalazioni ufficiali di “disinformazione” avevano un ragionamento più debole. L’analisi di Twitter qui evidenziata non è d’accordo con l’FBI sugli account ritenuti ‘proxy di attori russi’”. “Poi abbiamo visto liste di disinformazione in cui le prove erano ancora meno chiare. Questo elenco di 378 ‘account collegati allo Stato iraniano’ include un veterano dell’Iraq arrestato per aver scritto un blog sulla guerra, un ex reporter del Chicago Sun-Times e Truthout, un sito che pubblica Noam Chomsky”. Le osservazioni di Taibbi sono estremamente importanti. Leggendo gli scambi, nelle comunicazioni di Roth con i colleghi si respirava un’aria di eccitazione per le imminenti telefonate di Zoom con le agenzie a tre lettere, e si parlava anche di autorizzazioni di sicurezza temporanee per il personale di Twitter. Deve essere stato eccitante per i partigiani democratici della Silicon Valley essere elevato da semplice tirapiedi di un’azienda fino allo status di sicurezza nazionale. Dopo tutto, proteggere le piattaforme dei social media dalle orde di deplorevoli MAGA e dal flagello delle “interferenze russe” era la vocazione patriottica della loro tribù. Dai lombi di Foggy Bottom è nato un nuovo figliastro del Dipartimento di Stato americano, noto come Global Engagement Center (GEC), un braccio di intelligence e censura progettato per guidare la moderazione dei contenuti di Twitter. Secondo la sua stessa missione, il GEC ritiene di dover “dirigere, guidare, sincronizzare, integrare e coordinare gli sforzi degli Stati Uniti per riconoscere, comprendere, smascherare e contrastare gli sforzi di propaganda e disinformazione di Stati e non Stati stranieri”. Il GEC agisce anche come veicolo di finanziamento per il complesso industriale della censura, distribuendo denaro agli operatori della censura che lavorano nel mondo accademico, nei think tank, nelle ONG e in altre “ricerche” sulla disinformazione. Questa confabulazione si intreccia con un altro braccio di censura annidato sotto l’ufficio del Direttore della National Intelligence (DNI) degli Stati Uniti, il Foreign Malign Influence Center (FMIC), fondato per “contrastare la minaccia duratura rappresentata da attori stranieri ostili che cercano di influenzare il governo degli Stati Uniti, i governi statali e locali, o l’opinione e i comportamenti dell’opinione pubblica con mezzi palesi o occulti”. In sostanza, si tratta di una guerra illimitata all’interno dello spazio informativo globale. Una volta acceso, tutto può essere considerato una potenziale minaccia o un obiettivo. In base a questa misura, qualsiasi critica al governo, ai media mainstream, agli alleati della NATO - persino la parodia di Zelensky - potrebbe essere vista come una minaccia al mandato di governo. Il lungo braccio della censura per “malignità straniera” non si limita alle agenzie statunitensi. È emerso che l’FBI abbia collaborato con un’agenzia di intelligence ucraina per esercitare pressioni sulle aziende di social media affinché eliminassero gli account degli utenti (anche americani) accusati di diffondere la disinformazione russa. Questa scioccante rivelazione è stata resa nota dalla Commissione giudiziaria della Camera degli Stati Uniti e dalla Sottocommissione ristretta sull’armamento del governo federale dopo un rapporto basato su documenti citati in giudizio da Alphabet (proprietaria di You- Tube e Google) e Meta (proprietaria di Facebook e Instagram). Nel 2020, questa rete di censura è stata eretta più in generale per combattere la presunta “disinformazione russa” e per controllare il discorso politico dello Stato e le narrazioni di Big Pharma in relazione alla pseudo-pandemia Covid-19 e al successivo lancio del vaccino sperimentale a base di mRNA. Taibbi mostra anche che uno dei centri di censura era un’altra oscura camera stellare pubblico- privata, il “Virality Project”, creato in collaborazione con lo Stanford Internet Observatory per sorvegliare le opinioni dissenzienti online. Ha collaborato con le aziende di Big Tech e con il governo federale degli Stati Uniti “per lanciare un piano di monitoraggio pan-industriale dei contenuti legati al Covid”. In altre parole, si tratta di eliminare da Internet qualsiasi contenuto che contraddica il consenso del governo e dei media sulla minaccia rappresentata dal Covid-19 e sulle numerose “contromisure” del governo. Si vorrebbe censurare qualsiasi discorso online ritenuto “disinformazione Covid”. Secondo le loro stesse parole, la direttiva dichiarata era quella di “individuare, analizzare e rispondere agli episodi di disinformazione sul vaccino COVID-19 negli ecosistemi online e, in ultima analisi, mitigare l’impatto delle narrazioni che altrimenti minerebbero la fiducia del pubblico nella sicurezza di questi processi negli Stati Uniti”. Di conseguenza, migliaia di account di social media sono stati censurati, bannati (riduzione della visibilità nei newsfeed dei follower) o sospesi definitivamente a vita. In effetti, all’account di questo autore è stato imposto un divieto a vita da Twitter Inc. nel 2021. Il mio crimine: ho detto troppa verità sull’isteria Covid. Sebbene la storia abbia dimostrato che i miei tweet erano legittimi e corretti, è stato solo grazie a Elon Musk, quasi un anno e mezzo dopo, che mi è stato permesso di tornare sulla piattaforma. Questa epurazione pubblica/privata del Covid e dei social media sui vaccini ha incluso anche post o articoli che, pur essendo veri e fattuali, secondo la cabala della censura avrebbero portato il pubblico a “esitare sui vaccini”. Ad esempio, sono stati inclusi post sui social media, link ad articoli di notizie o persino meme apparsi sulle principali piattaforme di social media come Twitter, Facebook, YouTube, LinkedIn e TikTok, che parlavano di “individui vaccinati che hanno contratto il COVID- 19”, di “immunità naturale”, di “fuoriuscita del COVID-19 da un laboratorio’”. Persino le commedie e gli ovvi contenuti satirici sono stati contrassegnati come “potenziali violazioni” del nuovo codice di condotta ideato dai funzionari di censura del governo e delle Big Tech, dotati di nuovi poteri. Al contrario, qualsiasi affermazione stravagante del governo o di Big Pharma su Covid o sulla presunta “sicurezza ed efficacia” dei nuovi vaccini sperimentali a base di mRNA è stata lasciata intatta online. È ormai provato che Twitter ha interferito direttamente con le elezioni in diverse occasioni. L’esempio più eclatante di questi crimini prima facie è stato quando Twitter, l’FBI e la vantata “comunità dell’intelligence” hanno colluso per censurare la famigerata storia di Hunter Biden Laptop nel periodo precedente alle presidenziali statunitensi del 2020 tra l’attuale presidente repubblicano Donald Trump e lo sfidante democratico Joe Biden. Secondo un sondaggio effettuato in seguito, più di due terzi degli intervistati ritengono che l’FBI e la comunità dei servizi segreti abbiano deliberatamente fuorviato gli elettori americani e che Twitter e Facebook abbiano sbagliato a censurare la storia esplosiva poco prima delle elezioni, con la premessa completamente falsa che si trattasse di una “operazione di disinformazione russa”. Ancora più importante, la metà degli intervistati ha dichiarato che avrebbe votato in modo diverso se avesse saputo che la storia del laptop di Hunter Biden era vera - un punto saliente su cui repubblicani e democratici sembrano concordare. Chiaramente, l’insabbiamento ha aiutato Biden a superare Trump. Un chiaro caso di interferenza elettorale, ma non da parte dei russi, bensì di Big Tech, dell’FBI e della comunità dei servizi segreti. Consideriamo per un momento la definizione ortodossa di fascismo, coniata dal filosofo politico italiano Giovanni Gentile ma spesso accreditata al Duce, Benito Mussolini, che si dice abbia osservato: “Il fascismo dovrebbe essere più propriamente chiamato corporativismo, perché è la fusione del potere dello Stato e delle imprese”. Quale migliore esempio abbiamo della cospirazione tra lo Stato e le società di social media per soffocare la parola protetta dei cittadini americani?
A distanza di circa trent’anni, gran parte del mondo moderno e sviluppato si ritrova oggi intrappolato nell’attrazione gravitazionale di una distopia digitale e di un sistema di reti e istituzioni interconnesse in continua espansione, alimentato da una sconfortante presunzione di inevitabilità. Non si tratta certo dei dividendi della pace post-Guerra Fredda che avevamo immaginato. Il futuro che tutti temevamo è arrivato all’improvviso. È travolgente e ha raggiunto il punto in cui molte persone sembrano ormai rassegnate all’idea che, in qualche modo, questo è solo il modo in cui le cose si muovono e non c’è molto che si possa fare per cambiarlo. Tecnocrati visionari ci assicurano che non dobbiamo preoccuparci, che si tratta di progresso tecnologico e che ne abbiamo bisogno per proteggere i più vulnerabili da parole e idee pericolose che spuntano online - o almeno così ci dicono.
IL POTERE DELLA NARRAZIONE
Mentre il mondo moderno del XXI secolo scivola sempre di più nell’epoca post-democratica, postindustriale e transumanista, gli Stati egemoni e le loro istituzioni sono più che mai preoccupati di gestire la narrazione. Nel corso della storia, per preservare l’illusione della democrazia, ogni nuova politica o legge richiede l’apparenza del consenso dei governati. Senza questo, il loro sistema di governo non può generare un mandato, e senza quel mandato non ci può essere una nuova politica o una nuova regola. Per ottenere questo risultato, lo Stato deve evocare una cosa chiamata realtà del consenso, e poi avvolgerla intorno alla questione in oggetto. Nel corso della storia, ciò è stato realizzato attraverso un’attenta gestione delle narrazioni. La quantità di sforzi e di risorse che i controllori impiegano per gestire lo spazio dell’informazione testimonia quanto questa funzione sia importante per mantenere l’ordine sociale e politico. A metà degli anni Duemila è emerso un problema serio che minacciava la presa dello Stato sulla realtà del consenso. La rapida accelerazione verticale e laterale dell’informazione e dell’opinionismo alternativo sulle piattaforme dei social media come Twitter, Facebook e YouTube, così come l’alto posizionamento degli articoli di notizie alternative sul monopolio del motore di ricerca Google, hanno creato una sfida molto reale alla presa dell’establishment sullo spazio di opinione e analisi politica dei media globali. I media tradizionali si sono improvvisamente ritrovati per la prima volta sul tallone d’Achille. Che si tratti della discussione sul ruolo delle narrazioni propagandistiche dello Stato profondo che guidano il consenso politico occidentale su guerre come l’Ucraina, sulla corruzione e l’incompetenza dei governi, o della teorizzazione proibita di eventi governativi false flag, o semplicemente del continuo risveglio dell’opinione pubblica che chiede ai governi e ai media mainstream di rendere conto del loro operato, la conversazione continua e nel tempo è diventata più difficile da contenere.
MOCKINGBIRD RINASCE
È importante innanzitutto capire che ciò che la CIA faceva in precedenza - controllando fisicamente lo spazio dell’informazione attraverso il programma clandestino noto come Operazione Mockingbrird - oggi può essere automatizzato per lo più in modo digitale con algoritmi e intelligenza artificiale stretta. Dall’avvento della nuova superstrada dell’informazione, i governi e i loro partner aziendali hanno cercato di contenere la proliferazione sfrenata di notizie e analisi alternative online. I media alternativi avevano iniziato a superare il monolite mainstream. Non ci è voluto molto prima che l’impero reagisse. Il filo spinato è stato innescato dalla vittoria populista a sorpresa nel 2016 del 45° presidente americano, Donald J. Trump. È stato un momento davvero cruciale in questa impasse civile. Invece di accettare il risultato, con i Democratici all’opposizione che si sono soffermati a riflettere sul perché di questo risultato, lo Stato corporativo lo ha trasformato in una chiamata a gran voce per attuare controlli senza precedenti sulla parola pubblica e sulla diffusione delle informazioni. Uno dei suoi primi progetti è stato quello di inventare la narrativa secondo cui l’elezione di Trump sarebbe stata dovuta alle “interferenze” russe e alla presunta “influenza” sulle menti sfortunate degli americani, che in qualche modo avrebbero convinto un numero sufficiente di loro a votare per Trump. Questa narrazione divisiva è diventata nota come Russiagate. Il successo è stato tale che il governo l’ha utilizzata per sostenere la sua nuova politica di sicurezza nazionale. Secondo Mike Benz, ex funzionario del Dipartimento di Stato e ora direttore della Foundation for Freedom Online, questo momento ha segnato un cambiamento totale nel modo in cui il governo, il complesso militare-industriale e le Big Tech si sarebbero orientati in futuro. Il governo degli Stati Uniti e il suo Stato profondo, dice Benz, hanno iniziato a “ridefinire la guerra da convenzionale a ibrida, soprattutto psicologica e cognitiva. Dal 2014 al 2016 sono stati creati centri di eccellenza per la guerra psicologica in tutta l’Europa orientale. Poi, quando è avvenuta la Brexit, si sono detti: ‘Ok’, ora l’influenza russa ha raggiunto l’Europa occidentale”. E così è iniziato. A parte l’incursione della NATO in Jugoslavia, dalla Seconda guerra mondiale l’Europa non ha mai visto una guerra significativa sulle sue coste. Il collettivo militare occidentale ha invece applicato tattiche sub-cinetiche per penetrare nei “cuori e nelle menti” delle popolazioni bersaglio. Questo tema si sarebbe poi riproposto online e sui media con la “Rivoluzione verde” dell’Iran nel 2009 e poco dopo il 2011 con la tanto celebrata Primavera araba. Solo nel 2014, con la secessione della Crimea dall’Ucraina, la NATO ha annunciato ufficialmente la sua nuova dottrina, denominata “Dai carri armati ai tweet”, spostando l’attenzione dalle azioni cinetiche alla guerra dell’informazione e alle opinioni online sui social media. Benz prosegue descrivendo la serie di fattori politici che hanno formalizzato la nuova alleanza transatlantica sulla censura: “Si tratta di persone dell’intelligence militare e della diplomazia delle reti di Stati Uniti, Regno Unito e Bruxelles. Erano preoccupati che un Internet libero e aperto avrebbe fatto crollare l’intero Ordine Internazionale basato sulle Regole. Hanno visto accadere la Brexit. Hanno visto l’elezione di Trump negli Stati Uniti. Hanno visto che tra il 2018 e il 2020 si sarebbero tenute 20 elezioni parlamentari dell’UE e che, come per la Brexit e le elezioni del 2016, la Brexit sarebbe avvenuta in Francia e in Italia. Poi l’uscita di Grecia e di Spagna, e l’intera UE si sarebbe disfatta, e la NATO, per conseguenza, sarebbe andata in pezzi. Così si è creato questo presupposto di sicurezza nazionale per censurare Internet in nome della salvezza della democrazia, anche se ciò significava ridefinire la democrazia in modo che significasse un consenso delle istituzioni, piuttosto che degli individui. Ma per riuscirci, era necessario coinvolgere tutti i diversi elementi della società coinvolti nella distribuzione delle informazioni”. Ai loro occhi, la censura di massa è diventata un imperativo di sicurezza nazionale per l’alleanza Five Eyes, guidata da Stati Uniti e Gran Bretagna. O almeno, questo è ciò che si sono detti l’un l’altro, mentre lo Stato profondo e i suoi annessi mediatici mainstream procedevano a inventare storie infinite sulle “interferenze straniere” nelle elezioni occidentali, in particolare Trump e il referendum sulla Brexit. Anche dopo che entrambe le affermazioni sono state accuratamente sfatate, la narrazione è rimasta intatta, così come le politiche e i programmi messi in atto per contrastare la minaccia fantasma. Ahimè, uno schema fin troppo familiare nel XXI secolo. Per la popolazione nazionale, questa nuova spinta verso la censura totale è concettualizzata dalla classe dirigente tecnocratica come un “approccio all’intera società”, in cui ogni cosa, ogni singola variabile, ogni punto vendita e ogni piattaforma, è considerata un vettore nella guerra dell’informazione. Aderire a questo approccio significa accettare la piena militarizzazione della società in Occidente, o più precisamente il dispiegamento della guerra di quinta generazione da parte dello Stato contro la sua stessa popolazione. Per questo motivo, dopo l’elezione di Trump nel 2016, lo Stato e la sua miriade di nuove agenzie statali e ONG hanno effettivamente unito le forze per tentare di igienizzare il discorso pubblico. Hanno anche ridefinito le piattaforme dei social media come “infrastruttura elettorale essenziale”, rendendo i social media online un problema di sicurezza nazionale da sorvegliare e proteggere da presunte “influenze straniere”. Poi avrebbero portato questa idea ancora più in là, considerando le menti stesse degli americani come parte dell’”infrastruttura cognitiva” dello Stato. Benz colloca questo sorprendente sviluppo nel contesto politico: “Tutto è iniziato con la censura delle elezioni, in cui si diceva che se si fa disinformazione, o mala informazione sulle elezioni, si commette un attacco informatico alle infrastrutture critiche degli Stati Uniti, perché le elezioni sono state definite come infrastrutture critiche. Quindi si è creata una situazione in cui si poteva essere seduti sul gabinetto alle nove di giovedì sera e dire: “Sapete una cosa? In realtà non credo che i voti per corrispondenza siano così sicuri e protetti. I problemi risalgono alle elezioni di Abraham Lincoln nel 1864. E se lo twittavate, vi trovavate in questa strana situazione in cui twittare dalla toilette a 25 follower, il che, come le schede elettorali, era improvvisamente, agli occhi del DHS [Department of Homeland Security], un attacco informatico contro le infrastrutture critiche degli Stati Uniti, e meritava l’intervento della censura del DHS sui vostri tweet. E poi hanno allargato il discorso al fatto che anche la sanità pubblica è un’infrastruttura critica. E questo ha dato loro la possibilità di censurare il COVID. Lo stesso vale per l’immigrazione, il clima e l’Ucraina. E si sono fatti strada lungo tutta l’infrastruttura cognitiva”. Era ufficiale. La vostra mente ora è un bene dello Stato. Davvero orwelliano.
ELON - “LIBERA L’UCCELLO”
Un importante momento di svolta si è verificato alla fine del 2022, quando Elon Musk ha sborsato ben 40 miliardi di dollari per acquistare Twitter. Una volta al timone, ha dato accesso alle email e ai promemoria interni dell’azienda a un gruppo selezionato di giornalisti indipendenti, guidati da Matt Taibbi, Michael Shellenberger, Bari Weiss e altri, per studiare e riferire le loro scoperte. Questo progetto di divulgazione, unico nel suo genere, è diventato noto come The Twitter Files. I documenti hanno rivelato che l’entità e la portata dell’operazione di censura dell’azienda erano ben al di là di quanto si potesse immaginare in precedenza. Si è scoperto che l’amministrazione Biden, insieme ai suoi principali esecutori della censura, il Dipartimento di Sicurezza Nazionale (DHS), il Dipartimento di Giustizia (DOJ) e l’Ufficio Federale di Investigazione (FBI) degli Stati Uniti, erano diventati così ossessionati dalla gestione delle operazioni di controllo del linguaggio su piattaforme come Twitter da ignorare i diritti costituzionali dei cittadini statunitensi. È stato poi rivelato che gli agenti dell’FBI e del DHS si incontravano settimanalmente con i dirigenti di Twitter per coordinare i loro nuovi sforzi di censura pubblico-privata. L’operazione segreta comprendeva persino membri della National Security Agency (NSA) e della Central Intelligence Agency (CIA) degli Stati Uniti. Nelle e-mail interne, i giornalisti hanno scoperto le comunicazioni tra l’ex responsabile della fiducia e della sicurezza dell’azienda, Yoel Roth, e le spie governative. Il giornalista veterano Taibbi ha poi descritto “Il complesso industriale della censura”, descrivendo la profondità della frode e della collusione tra governo e Big Tech: “Quando l’anno scorso i reporter di #TwitterFiles hanno avuto accesso ai documenti interni di Twitter, ci siamo concentrati innanzitutto sull’azienda, che a volte si è comportata come un potere superiore al governo”. “Con altre aziende tecnologiche ha tenuto un regolare ‘incontro di settore’ con l’FBI e il DHS, e ha sviluppato un sistema formale per ricevere migliaia di segnalazioni di contenuti da ogni angolo del governo: HHS, Tesoro, NSA, persino la polizia locale”. “Le email dell’FBI, del DHS e di altre agenzie arrivavano spesso con fogli di calcolo contenenti centinaia o migliaia di nomi di account da esaminare. Spesso questi venivano cancellati subito dopo”. Molti erano evidenti “disinformazioni”, come gli account che esortavano le persone a votare il giorno dopo le elezioni. Ma altre segnalazioni ufficiali di “disinformazione” avevano un ragionamento più debole. L’analisi di Twitter qui evidenziata non è d’accordo con l’FBI sugli account ritenuti ‘proxy di attori russi’”. “Poi abbiamo visto liste di disinformazione in cui le prove erano ancora meno chiare. Questo elenco di 378 ‘account collegati allo Stato iraniano’ include un veterano dell’Iraq arrestato per aver scritto un blog sulla guerra, un ex reporter del Chicago Sun-Times e Truthout, un sito che pubblica Noam Chomsky”. Le osservazioni di Taibbi sono estremamente importanti. Leggendo gli scambi, nelle comunicazioni di Roth con i colleghi si respirava un’aria di eccitazione per le imminenti telefonate di Zoom con le agenzie a tre lettere, e si parlava anche di autorizzazioni di sicurezza temporanee per il personale di Twitter. Deve essere stato eccitante per i partigiani democratici della Silicon Valley essere elevato da semplice tirapiedi di un’azienda fino allo status di sicurezza nazionale. Dopo tutto, proteggere le piattaforme dei social media dalle orde di deplorevoli MAGA e dal flagello delle “interferenze russe” era la vocazione patriottica della loro tribù. Dai lombi di Foggy Bottom è nato un nuovo figliastro del Dipartimento di Stato americano, noto come Global Engagement Center (GEC), un braccio di intelligence e censura progettato per guidare la moderazione dei contenuti di Twitter. Secondo la sua stessa missione, il GEC ritiene di dover “dirigere, guidare, sincronizzare, integrare e coordinare gli sforzi degli Stati Uniti per riconoscere, comprendere, smascherare e contrastare gli sforzi di propaganda e disinformazione di Stati e non Stati stranieri”. Il GEC agisce anche come veicolo di finanziamento per il complesso industriale della censura, distribuendo denaro agli operatori della censura che lavorano nel mondo accademico, nei think tank, nelle ONG e in altre “ricerche” sulla disinformazione. Questa confabulazione si intreccia con un altro braccio di censura annidato sotto l’ufficio del Direttore della National Intelligence (DNI) degli Stati Uniti, il Foreign Malign Influence Center (FMIC), fondato per “contrastare la minaccia duratura rappresentata da attori stranieri ostili che cercano di influenzare il governo degli Stati Uniti, i governi statali e locali, o l’opinione e i comportamenti dell’opinione pubblica con mezzi palesi o occulti”. In sostanza, si tratta di una guerra illimitata all’interno dello spazio informativo globale. Una volta acceso, tutto può essere considerato una potenziale minaccia o un obiettivo. In base a questa misura, qualsiasi critica al governo, ai media mainstream, agli alleati della NATO - persino la parodia di Zelensky - potrebbe essere vista come una minaccia al mandato di governo. Il lungo braccio della censura per “malignità straniera” non si limita alle agenzie statunitensi. È emerso che l’FBI abbia collaborato con un’agenzia di intelligence ucraina per esercitare pressioni sulle aziende di social media affinché eliminassero gli account degli utenti (anche americani) accusati di diffondere la disinformazione russa. Questa scioccante rivelazione è stata resa nota dalla Commissione giudiziaria della Camera degli Stati Uniti e dalla Sottocommissione ristretta sull’armamento del governo federale dopo un rapporto basato su documenti citati in giudizio da Alphabet (proprietaria di You- Tube e Google) e Meta (proprietaria di Facebook e Instagram). Nel 2020, questa rete di censura è stata eretta più in generale per combattere la presunta “disinformazione russa” e per controllare il discorso politico dello Stato e le narrazioni di Big Pharma in relazione alla pseudo-pandemia Covid-19 e al successivo lancio del vaccino sperimentale a base di mRNA. Taibbi mostra anche che uno dei centri di censura era un’altra oscura camera stellare pubblico- privata, il “Virality Project”, creato in collaborazione con lo Stanford Internet Observatory per sorvegliare le opinioni dissenzienti online. Ha collaborato con le aziende di Big Tech e con il governo federale degli Stati Uniti “per lanciare un piano di monitoraggio pan-industriale dei contenuti legati al Covid”. In altre parole, si tratta di eliminare da Internet qualsiasi contenuto che contraddica il consenso del governo e dei media sulla minaccia rappresentata dal Covid-19 e sulle numerose “contromisure” del governo. Si vorrebbe censurare qualsiasi discorso online ritenuto “disinformazione Covid”. Secondo le loro stesse parole, la direttiva dichiarata era quella di “individuare, analizzare e rispondere agli episodi di disinformazione sul vaccino COVID-19 negli ecosistemi online e, in ultima analisi, mitigare l’impatto delle narrazioni che altrimenti minerebbero la fiducia del pubblico nella sicurezza di questi processi negli Stati Uniti”. Di conseguenza, migliaia di account di social media sono stati censurati, bannati (riduzione della visibilità nei newsfeed dei follower) o sospesi definitivamente a vita. In effetti, all’account di questo autore è stato imposto un divieto a vita da Twitter Inc. nel 2021. Il mio crimine: ho detto troppa verità sull’isteria Covid. Sebbene la storia abbia dimostrato che i miei tweet erano legittimi e corretti, è stato solo grazie a Elon Musk, quasi un anno e mezzo dopo, che mi è stato permesso di tornare sulla piattaforma. Questa epurazione pubblica/privata del Covid e dei social media sui vaccini ha incluso anche post o articoli che, pur essendo veri e fattuali, secondo la cabala della censura avrebbero portato il pubblico a “esitare sui vaccini”. Ad esempio, sono stati inclusi post sui social media, link ad articoli di notizie o persino meme apparsi sulle principali piattaforme di social media come Twitter, Facebook, YouTube, LinkedIn e TikTok, che parlavano di “individui vaccinati che hanno contratto il COVID- 19”, di “immunità naturale”, di “fuoriuscita del COVID-19 da un laboratorio’”. Persino le commedie e gli ovvi contenuti satirici sono stati contrassegnati come “potenziali violazioni” del nuovo codice di condotta ideato dai funzionari di censura del governo e delle Big Tech, dotati di nuovi poteri. Al contrario, qualsiasi affermazione stravagante del governo o di Big Pharma su Covid o sulla presunta “sicurezza ed efficacia” dei nuovi vaccini sperimentali a base di mRNA è stata lasciata intatta online. È ormai provato che Twitter ha interferito direttamente con le elezioni in diverse occasioni. L’esempio più eclatante di questi crimini prima facie è stato quando Twitter, l’FBI e la vantata “comunità dell’intelligence” hanno colluso per censurare la famigerata storia di Hunter Biden Laptop nel periodo precedente alle presidenziali statunitensi del 2020 tra l’attuale presidente repubblicano Donald Trump e lo sfidante democratico Joe Biden. Secondo un sondaggio effettuato in seguito, più di due terzi degli intervistati ritengono che l’FBI e la comunità dei servizi segreti abbiano deliberatamente fuorviato gli elettori americani e che Twitter e Facebook abbiano sbagliato a censurare la storia esplosiva poco prima delle elezioni, con la premessa completamente falsa che si trattasse di una “operazione di disinformazione russa”. Ancora più importante, la metà degli intervistati ha dichiarato che avrebbe votato in modo diverso se avesse saputo che la storia del laptop di Hunter Biden era vera - un punto saliente su cui repubblicani e democratici sembrano concordare. Chiaramente, l’insabbiamento ha aiutato Biden a superare Trump. Un chiaro caso di interferenza elettorale, ma non da parte dei russi, bensì di Big Tech, dell’FBI e della comunità dei servizi segreti. Consideriamo per un momento la definizione ortodossa di fascismo, coniata dal filosofo politico italiano Giovanni Gentile ma spesso accreditata al Duce, Benito Mussolini, che si dice abbia osservato: “Il fascismo dovrebbe essere più propriamente chiamato corporativismo, perché è la fusione del potere dello Stato e delle imprese”. Quale migliore esempio abbiamo della cospirazione tra lo Stato e le società di social media per soffocare la parola protetta dei cittadini americani?
Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.
Less
Di più
- Messaggi: 474
- Ringraziamenti ricevuti 11
9 Mesi 6 Giorni fa #54172
da Bastion
Risposta da Bastion al topic I tempi in cui viviamo - Raccolta di articoli a tema cospirazionista
MUTAMENTI BIOLOGICO SPIRITUALI DEL GRANDE RESET
Massimo Guzzinati
Gli pseudo vaccini a RNA messaggero iniettati nella maggior parte della popolazione occidentale, hanno caratterizzato solo la fase introduttiva di un progetto vaccinale continuo che comprende tutto l'arco vitale e che mira a veicolare cambiamenti strutturali nell'umanità.
Massimo Guzzinati
Gli pseudo vaccini a RNA messaggero iniettati nella maggior parte della popolazione occidentale, hanno caratterizzato solo la fase introduttiva di un progetto vaccinale continuo che comprende tutto l'arco vitale e che mira a veicolare cambiamenti strutturali nell'umanità.
Attenzione: Spoiler!
Negli ultimi anni è emerso in modo particolarmente evidente come i cosiddetti Illuminati controllino le istituzioni e i media, da loro strumentalizzati per cambiare la popolazione non solo a livello culturale ma anche biologico, in modo da poterla adeguare alle necessità contronatura della Quarta Rivoluzione Industriale che stanno cercando d’imporre.
ALTERAZIONE DEI SIGNIFICATI
Per favorire la transizione artificiale dell’umanità è stato alterato impropriamente il significato di alcune parole, col fine d’indurre nelle persone determinate emozioni, pensieri e reazioni. Un esempio riguarda la definizione di “omofobia”, che secondo la psicologia è semplicemente la paura dell’omosessualità, ma alla quale una Risoluzione del Parlamento Europeo del 2006 ha associato connotati di odio, discriminazione, violenza d’ogni tipo, persecuzione e addirittura omicidio. Ovviamente la categoria degli “omofobi pericolosi” non esiste (proprio come non esistono i no-vax e i sì-vax), ma far ripetere ossessivamente ai media che essa minaccia l’ordine sociale e i diritti di certe minoranze, sta ottenendo due effetti esattamente opposti rispetto al falso protezionismo dichiarato: da un lato fa sentire gli omosessuali dei perseguitati, in modo da stimolarne reazioni eterofobe di stampo violento; dall’altra fa sentire gli eterosessuali sotto pressione e in colpa senza motivo, così da indurre l’emersione di sentimenti d’insofferenza lievitante. Suddividere il mondo in categorie semplicistiche e conflittuali tra loro è il modo più semplice per inculcare nelle persone generalizzazioni manipolatorie d’ogni tipo e innescare una rivalità sociale indotta tra categorie, che spinga i dominati a sfogare la propria rabbia tra loro per indebolirli e distoglierli dalle vere minacce. Tra l’altro la Risoluzione dell’UE implica un grave precedente, perché in futuro nulla vieterà a costoro di additare come pericolosi quelli che ad esempio hanno paura del buio (nictofobici), magari con la scusa che quando scende la notte questi soggetti escono di testa e attuano comportamenti violenti per le strade, giustificando così reazioni istituzionali come il coprifuoco. Un altro esempio di cambio di significato riguarda l’“immunità di gregge”, che è assurda per due ragioni: intanto l’immunità non si raggiunge mai nei confronti dei virus a RNA, perché mutano con grande velocità; e poi perché il termine “gregge” viene utilizzato solo per intendere alcune categorie di animali, soprattutto ovini, mentre per gli esseri umani si dice “gruppo”. Far credere che fosse raggiungibile un’immunità generale è stato funzionale a tenere buona l’opinione pubblica in attesa dell’unzione vaccinale, mentre usare una definizione tipicamente zoologica è servito per indurre nelle persone l’atteggiamento tipicamente passivo e obbediente delle pecore.
CHIAMARE LE COSE COL LORO NOME
Delle varie alterazioni di significato di alcune parole, tra le peggiori figura quella effettuata dalle autorità sanitarie relativamente alla definizione di “vaccino”, poiché hanno eliminato la specifica secondo la quale, un vero vaccino può attuare la sua azione immunizzante SOLO veicolando microrganismi patogeni inattivati o attenuati. Questa deviazione dalla realtà scientifica è servita per far accettare i cosiddetti “vaccini anti- Covid”, che non possono essere considerati tali dal momento che funzionano con RNA messaggero. Quindi si rende necessario trovare una definizione scientificamente corretta per identificarli, che consenta a chiunque di riconoscerne immediatamente gli effetti e che veicoli un’informazione consapevole. Chiamarli “pseudovaccini”, cioè “falsi vaccini”, è formalmente corretto ma trasmette solo il senso di cosa essi non siano, non certo di cosa sono davvero. Invece la definizione “siero genico” o “siero OGM” è da un lato più precisa, perché allude alla sua azione basata sull’RNA messaggero, ma dall’altro è scorretta, perché i sieri sono preparati che agiscono per curare gli effetti di un’infezione già contratta, quindi risultano complementari ai vaccini che invece agiscono in modo preventivo. Un’altra definizione diffusa soprattutto fra i tecnici è “profarmaco”, ovvero una molecola biologicamente inattiva che costituisce il precursore di un certo principio attivo, la quale una volta immessa nell’organismo s’avvale dei suoi enzimi metabolici per trasformarsi in quest’ultimo. Tale precursore viene ottenuto modificando la molecola del principio attivo stesso, col fine di migliorarne alcune caratteristiche quali il trasporto, l’assorbimento e la diffusione nell’organismo. Alcuni esempi di profarmaco sono la L-dopa (precursore della dopamina), il cloralio idrato (precursore del tricloroetanolo), il medazepam (precursore del diazepam), la bacampicillina (precursore dell’ampicillina) e l’eroina (precursore di morfina, 3-monoacetilmorfina e 6-monoacetilmorfina). Oltre ai profarmaci classici, all’inizio del XX secolo sono state sviluppate delle versioni per realizzare una terapia genica finalizzata ad attivare il sistema immunitario affinché distrugga le cellule tumorali, tramite la disattivazione della loro DNA-polimerasi. Però tale sistema ha mostrato negli anni effetti molto limitati, nel ridurre il numero di cellule tumorali proliferanti. Per quanto riguarda i preparati anti-Covid, non sono semplici profarmaci genici, perché il loro effetto non è circoscritto al citoplasma cellulare e a un tempo limitato, visto che entrano nel nucleo cellulare per aggiungere una piccolissima porzione di DNA. Tale effetto è emerso dallo screening biennale di svariati soggetti inoculati, il cui organismo continua imperterrito a produrre la tossica proteina spike, quella usata dal virus SARS-CoV-2 per agganciarsi alle cellule umane ed entrare nell’organismo, che secondo la narrazione scientista dovrebbe conferire l’immunità. Invece dalle evidenze scientifiche emerge come chi si è inoculato quella specie di profarmaco non solo si è ammalato e ha contagiato gli altri col Covid, ma addirittura ha avuto effetti avversi che in sempre più casi sono consistiti in invalidità permanente o morte. Senza contare poi, che le varianti iniziali della spike del SARS-CoV-2 vengono mantenute in circolazione proprio a causa di queste dosi, in mancanza delle quali sarebbero già scomparse in favore di varianti più leggere, visto che la selezione naturale lavora proprio in tale direzione. Le conoscenze ormai acquisite chiariscono che l’iniezione presuntivamente anti-Covid determina una mutazione genetica. Non in modo casuale come fanno le radiazioni ionizzanti e certi agenti chimici, ma in modo mirato appositamente studiato in laboratorio. D’altra parte, uno dei progetti inerenti il Grande Reset implica di cambiare stabilmente il DNA della popolazione per renderla OGM e farle produrre delle ulteriori proteine. Non sono quelle naturali che servono al corpo e che possono essere acquisite solo tramite l’alimentazione, bensì quelle sintetiche create nei laboratori di massima (in)sicurezza ove si pratica il guadagno di funzione, procedura che ha permesso di trasformare il virus SARS- 1 del 2002 nel SARS-CoV-2 del 2019. In definitiva, gli inoculi anti-Covid delle varie case farmaceutiche occidentali hanno dimostrato di essere dei “mutageni”, e questo è il nome con cui dovrebbero essere chiamati. Ogni nuova versione di questi mutageni, programma il genoma di chi li riceve a produrre una diversa variante della proteina spike, con effetti che sono ben lontani dal trasformare le persone in agili e combattive tartarughe ninja.
UN MONDO DI MUTANTI
Rimanendo nell’ambito della fiction, nell’anno 2000 ha visto la luce il primo film della fortunata saga degli X-men, tratta dall’omonima serie di fumetti americani della Marvel. In questo contesto narrativo, i mutanti dotati di superpoteri sono stati resi tali in modo casuale dalle radiazioni prodotte dall’uso dell’energia atomica, ipotesi scientificamente impossibile ma che serve a giustificare una grande quantità di super-personaggi. L’x-man protagonista della saga è Wolverine, avente di base il potere di autorigenerazione assoluta, che gli consente di non ammalarsi mai e di poter rigenerare le proprie cellule a una velocità elevatissima. In aggiunta a ciò, in un laboratorio segreto governativo gli è stata iniettata nel corpo la forma fluida del metallo più duro ideato dalla Marvel, l’adamantio, che pertanto gli ha rivestito le ossa rendendole indistruttibili (procedimento che non gli è risultato fatale solo grazie al suo potere di guarigione). La prima coincidenza interessante da notare è che a Wolverine sia stata iniettata una sostanza non biologica, richiamando in qualche modo all’mRNA contenuto nei mutageni del SARS-CoV-2, e alle possibili tracce di grafene, ossido di grafene e altre sostanze inorganiche che sarebbero state rilevate al loro interno da alcuni ricercatori. Ciò che invece relaziona in senso inverso Wolverine agli inoculati, è che mentre lui ha un sistema immunitario ipertrofico, i secondi se lo ritrovano ipotrofico, per la felicità immediata delle case farmaceutiche che vendono sempre più farmaci e degli enti pensionistici che elargiscono sempre meno denaro. In pratica è stata attuata la più classica riproposizione della sequenza problema- reazione-soluzione, che in questo caso si è declinata attraverso: pandemia simulata – paura di morire indotta e negazionismo delle procedure anti-epidemiche (sia politiche che mediche) – obbligo ricattatorio d’iniettarsi un mutageno sperimentale propagandato come unica cura fideisticamente salvifica. Le ultime ricerche scientifiche hanno inoltre evidenziato che, dopo la quarta dose, il sistema immunitario, già debilitato dalle precedenti iniezioni, subisce un tracollo particolarmente problematico. Non è un caso infatti se dopo due anni d’inoculazioni molte persone stanno accusando patologie che, per quantità e gravità dei sintomi, non hanno precedenti nel passato. Pertanto le trombe mass-mediatiche degli Illuminati sono corse ai ripari, dando ridicolmente la colpa a finte epidemie di vaiolo delle scimmie o di Herpes Zoster, al caldo, al cambio dell’ora e ad altre amenità. Addirittura durante i mondiali di calcio 2022 tenuti in Qatar, irritualmente a fine autunno, hanno tentato di propagandare l’iniziale pandemia di MERS-2, che però per qualche motivo probabilmente politico non è decollata. Un tipico caso di pandemus interruptus!
CONSEGUENZE DELLA MUTAZIONE INDOTTA
Se la compromissione definitiva del sistema immunitario è l’effetto generico più evidente dei mutageni, ce ne sono anche di più specifici, che vanno compresi non solo sul piano medico-biologico ma anche su quello energetico-spirituale. I distretti corporei in cui la spike si concentra maggiormente sono la testa, il petto e la pancia, ove sono collocati il sistema nervoso centrale (che permette ragionamento, stati mentali, emotivi e corporei, memoria, motilità fine, comunicazione, compiti visuo-spaziali, abilità musicali, funzionamento socio-emotivo e funzioni autonome), il sistema nervoso cardiaco (che regolamenta gli stati emotivi e l’intuito) e il sistema nervoso viscerale (che regola gli stati corporei e l’istinto), tutti e tre fondamentali anche per modulare il sistema immunitario. Come hanno rilevato molti inoculati, spesso qualcuna di queste funzioni tri-cerebrali ha finito col compromettersi, con in più la possibilità di paresi e gravi conseguenze agli organi sensoriali. Ma non è tutto, perché i tre sistemi nervosi sono situati in corrispondenza dei tre dan tian riconosciuti dalla tradizione cinese, che servono a stoccare l’energia metabolizzata (qi) ad altrettanti livelli di vibrazione, in modo da sostentare il sistema sia biologico che energetico (cioè i sette strati dell’aura). Pertanto non è strano che i mutageni del SARS-CoV-2 producano conseguenze nefaste a livello del cervello, del cuore e degli organi riproduttivi. E non è nemmeno inaspettato che molti inoculati soffrano di stanchezza cronica, perché essa non dipende solo dalla compromissione prettamente fisiologica, ma anche dalla riduzione della capacità energetica dei dantian, soprattutto quello inferiore, che non a caso i marzialisti orientali sviluppano per acquisire capacità fisiche eccezionali. Un altro dato assai preoccupante è che la spike si concentra particolarmente nelle ghiandole endocrine, alterandone la capacità di secernere in modo corretto gli ormoni, messaggeri chimici responsabili dell’attivazione di specifici tessuti che regolano i principali aspetti del metabolismo, della crescita e della riproduzione. Infatti in diversi inoculati si è registrata una modificazione di alcune delle funzioni biologiche mediate dagli ormoni: fertilità e desiderio sessuale in entrambi i generi (incluso il ciclo mestruale), adattamento allo stress, risoluzione delle infiammazioni, resistenza fisica, contrasto alle cellule cancerose, metabolismo di zuccheri e grassi, potenza immunitaria, funzionalità cardiaca e cerebrale, assorbimento del calcio da parte dell’intestino e delle ossa. Inoltre le ghiandole endocrine hanno una funzione energetica fondamentale, perché interfacciano il corpo fisico coi 7 chakra principali, che sono dei vortici energetici preposti al metabolismo dell’energia, i quali attraversano tutti e sette gli strati dell’aura. Ciò implica un effetto negativo della spike sui vortici energetici e sulle funzioni loro preposte, che vanno dal radicamento nel qui e ora fino alla connessione con la dimensione spirituale, passando per le capacità fisiche, emotive, mentali e di autodeterminazione, senza contare tutta quella serie di capacità rientranti nell’ambito extrasensoriale. Non è quindi strano che un gruppo di ricerca tedesco abbia rilevato che, negli individui inoculati e poi deceduti, il corpo eterico (primo strato dell’aura) non si separa prontamente dal corpo fisico come dovrebbe. Infatti dopo la morte, sarebbe normale che i primi tre strati aurici (eterico, emozionale e mentale), si distaccassero dal corpo fisico e venissero assorbiti gradualmente dal terreno per disgregarsi definitivamente (mentre invece i quattro corpi aurici superiori passano oltre verso il piano astrale, per dedicarsi a vari compiti prima di reincarnarsi). La ricerca tedesca non cita il secondo e il terzo corpo aurico, ma è lecito sospettare che la mancanza di distacco e quindi di disgregazione riguardi anch’essi. Ciò è assai preoccupante, perché favorisce la creazione delle larve energetiche, cioè di quelle rimanenze auriche di scarto prive d’anima e d’intelligenza, aventi l’unica capacità di succhiare energia agli esseri viventi per auto-perpetuarsi. A fronte di effetti avversi e malori improvvisi sempre più numerosi, a settembre il CDC statunitense ha smesso di raccogliere i dati sui morti da mutageno anti-Covid, per evitare di far emergere sempre di più la tragica verità. Nel contempo l’ONS (Istituto Statistiche) britannica ha reso noto che nell’ultimo anno il 95% dei giovani deceduti sul suo territorio erano “vaccinati”. D’altra parte, se fino al 2020 l’aspettativa di vita media degli italiani era di 82 anni, dopo le inoculazioni di massa si è abbassata parecchio, effetto che si ottiene quando a morire sono soprattutto i giovani (la cifra esatta varia a seconda delle fonti e la più bassa arriva a 75 anni).
LE VACCINAZIONI POST-EMERGENZA
Che il 5 maggio 2023 l’OMS abbia dichiarato terminata la pandemia, non ha posto fine allo zelo di Big Pharma per tramite dei governi occidentali, che sempre più clamorosamente stanno dimostrando di rispondere esclusivamente alle necessità dei cittadini e giammai a quelle di fantomatici poteri sovranazionali. In Italia, questo interesse per la salute pubblica si è concretizzato nel piano vaccinale 2023-25 che è stato varato lo scorso agosto. Esso non solo contempla nuove dosi per ulteriori varianti del SARS-CoV-2 (abbinate saggiamente a quelle anti-influenzali), ma ha stabilito una lunga serie di vaccinazioni e relativi richiami lungo tutto il percorso di vita, dalla prima infanzia fino alla tomba. Tali vaccini sono comunque destinati a non rimanere tali, poiché il piano è di trasformarli tutti in mutageni a mRNA, per estendere in modo esponenziale i risultati ottenuti con le inoculazioni durante l’emergenza. Ovviamente ogni effetto avverso ad alta incidenza verrà attribuito a una qualche patologia a sé stante, che permetterà di giustificare l’ulteriore intensificazione di alcune vaccinazioni, proprio come avvenuto con la finta epidemia di morbillo che avrebbe colpito Londra nel 2013 (in realtà un solo caso registrato), strumentalizzata per imporre ai bambini italiani il relativo vaccino. Ovviamente tutte queste utilissime dosi saranno gratuite, cioè pagate preventivamente con soldi pubblici indipendentemente dal numero di adesioni. Per ora il programma ministeriale ha carattere volontario, ma una qualche emergenza simulata futura potrà renderlo obbligatorio, almeno in parte. A tal proposito, pare significativo che il piano vaccinale abbia come termine di pieno approntamento il 2025, poiché questo è l’anno preannunciato da Bill Gates per l’inizio della prossima pandemia. Ma vediamo cos’ha in programma questo piano. Per quanto riguarda i primi 2 anni di vita sono previste: l’esavalente difterite-poliomielitetetano- epatite B-pertosse-Haemophilus influenzae tipo b (3 dosi), l’anti-rotavirus (2-3 dosi), l’anti-pneumococcica (3 dosi), l’anti-meningogoccica B (2 dosi), l’anti-meningogoccica ACWY (prima dose), la tetravalente morbillo-rosoliaparotite- varicella (prima dose) e l’antiinfluenzale (2 dosi). Si tenga presente che nei vecchi libri di medicina e psichiatria, quelli che studiavamo all’università prima che alcune loro parti venissero modificate per finalità prettamente politico-economiche, era spiegato come la prima infanzia sia il periodo più delicato per lo sviluppo psicofisico e che pertanto non dovrebbe interessare nessuna intromissione dall’esterno che alteri la maturazione naturale, particolarmente del sistema immunitario. Nel periodo fra 3 e 6 anni sono programmate: l’anti-influenzale (4 dosi); la tetravalente difterite-poliomielite- tetano-pertosse (un richiamo) e la tetravalente morbillo-rosolia-parotite-varicella (un richiamo). Per gli adolescenti sono previste: la tetravalente difterite-poliomielite- tetano-pertosse (un richiamo a 12 anni d’età), l’anti- meningogoccica ACWY (un richiamo a 12 anni) e l’antipapilloma per entrambi i generi (2-3 dosi). Per gli adulti sono previste: la tetravalente difterite-poliomielite-tetanopertosse (un richiamo ogni 10 anni), l’anti-pneumococcica (un richiamo a 65 anni), l’anti-Herpes Zoster (una a 65 anni) e l’anti-influenzale (annuale a partire dai 60 anni). In totale ci sono 18 vaccini diversi e 71 dosi complessive, alle quali bisogna aggiungere l’anti-influenzale annuale e la tetravalente difterite-poliomielite-tetano-pertosse decennale dai 60 anni in poi, il tutto senza che ci siano studi sulle interazioni negative tra queste sostanze. Ciò fa ben capire dove vadano a finire parte dei soldi pagati in eccesso dai contribuenti, a causa dell’aumento dei prezzi di ogni bene e servizio. Per il corpo umano, ricevere un vaccino (quando è davvero tale), significa mettere sotto sforzo il suo sistema immunitario in modo da sviluppare un’immunità indotta. Il percorso vaccinale può essere paragonato agli allenamenti in palestra: ogni vaccino corrisponde a un certo peso in chilogrammi da sollevare e ogni seduta vaccinale corrisponde a una sessione intensiva. Siccome è risaputo che non si possa sollevare un peso troppo elevato perché non si otterrebbero maggiori benefici e ci si esporrebbe agli infortuni, è altrettanto insensato caricare il corpo con vaccinazioni tetraed esavalenti, o comunque con tante dosi ravvicinate tra loro, senza dare il tempo necessario alla fisiologia per riprendersi da ciascuna infiammazione vaccinale. Ciò è ancora più rischioso per i bambini che, come già sottolineato, hanno bisogno di sviluppare naturalmente il loro sistema immunitario per alcuni anni prima di cominciare a ricevere sostanze chimiche artificiali di prevenzione, per non rimanere schiacciati sotto a un metaforico bilanciere da 100 kg.
CONCLUSIONI
Il futuro che sembra attenderci è quello di un’umanità composta da mutati, che di base possiedono il tutt’altro che invidiabile superhandicap del sistema immunitario deficiente. Inoltre i cambiamenti psichici, emotivi e spirituali indotti dai mutageni a mRNA stanno attuando un’alterazione complessiva delle personalità, generando un fenomeno che rievoca un vecchio soggetto cinematografico, cioè la sostituzione dei singoli individui con degli “ultracorpi”. Però in questo caso non vengono dallo spazio profondo e piuttosto consistono in “infracorpi”, cioè biomasse depotenziate e rese dipendenti su tutti i piani esistenziali. Prossimamente verificheremo quante persone hanno imparato la lezione degli ultimi tre anni e quante hanno svenduto la loro sovranità individuale per allinearsi alla dittatura del Nuovo Ordine Mondiale, che vuole porre il diritto economico al di sopra di tutti gli altri, anche delle leggi naturali universali.
ALTERAZIONE DEI SIGNIFICATI
Per favorire la transizione artificiale dell’umanità è stato alterato impropriamente il significato di alcune parole, col fine d’indurre nelle persone determinate emozioni, pensieri e reazioni. Un esempio riguarda la definizione di “omofobia”, che secondo la psicologia è semplicemente la paura dell’omosessualità, ma alla quale una Risoluzione del Parlamento Europeo del 2006 ha associato connotati di odio, discriminazione, violenza d’ogni tipo, persecuzione e addirittura omicidio. Ovviamente la categoria degli “omofobi pericolosi” non esiste (proprio come non esistono i no-vax e i sì-vax), ma far ripetere ossessivamente ai media che essa minaccia l’ordine sociale e i diritti di certe minoranze, sta ottenendo due effetti esattamente opposti rispetto al falso protezionismo dichiarato: da un lato fa sentire gli omosessuali dei perseguitati, in modo da stimolarne reazioni eterofobe di stampo violento; dall’altra fa sentire gli eterosessuali sotto pressione e in colpa senza motivo, così da indurre l’emersione di sentimenti d’insofferenza lievitante. Suddividere il mondo in categorie semplicistiche e conflittuali tra loro è il modo più semplice per inculcare nelle persone generalizzazioni manipolatorie d’ogni tipo e innescare una rivalità sociale indotta tra categorie, che spinga i dominati a sfogare la propria rabbia tra loro per indebolirli e distoglierli dalle vere minacce. Tra l’altro la Risoluzione dell’UE implica un grave precedente, perché in futuro nulla vieterà a costoro di additare come pericolosi quelli che ad esempio hanno paura del buio (nictofobici), magari con la scusa che quando scende la notte questi soggetti escono di testa e attuano comportamenti violenti per le strade, giustificando così reazioni istituzionali come il coprifuoco. Un altro esempio di cambio di significato riguarda l’“immunità di gregge”, che è assurda per due ragioni: intanto l’immunità non si raggiunge mai nei confronti dei virus a RNA, perché mutano con grande velocità; e poi perché il termine “gregge” viene utilizzato solo per intendere alcune categorie di animali, soprattutto ovini, mentre per gli esseri umani si dice “gruppo”. Far credere che fosse raggiungibile un’immunità generale è stato funzionale a tenere buona l’opinione pubblica in attesa dell’unzione vaccinale, mentre usare una definizione tipicamente zoologica è servito per indurre nelle persone l’atteggiamento tipicamente passivo e obbediente delle pecore.
CHIAMARE LE COSE COL LORO NOME
Delle varie alterazioni di significato di alcune parole, tra le peggiori figura quella effettuata dalle autorità sanitarie relativamente alla definizione di “vaccino”, poiché hanno eliminato la specifica secondo la quale, un vero vaccino può attuare la sua azione immunizzante SOLO veicolando microrganismi patogeni inattivati o attenuati. Questa deviazione dalla realtà scientifica è servita per far accettare i cosiddetti “vaccini anti- Covid”, che non possono essere considerati tali dal momento che funzionano con RNA messaggero. Quindi si rende necessario trovare una definizione scientificamente corretta per identificarli, che consenta a chiunque di riconoscerne immediatamente gli effetti e che veicoli un’informazione consapevole. Chiamarli “pseudovaccini”, cioè “falsi vaccini”, è formalmente corretto ma trasmette solo il senso di cosa essi non siano, non certo di cosa sono davvero. Invece la definizione “siero genico” o “siero OGM” è da un lato più precisa, perché allude alla sua azione basata sull’RNA messaggero, ma dall’altro è scorretta, perché i sieri sono preparati che agiscono per curare gli effetti di un’infezione già contratta, quindi risultano complementari ai vaccini che invece agiscono in modo preventivo. Un’altra definizione diffusa soprattutto fra i tecnici è “profarmaco”, ovvero una molecola biologicamente inattiva che costituisce il precursore di un certo principio attivo, la quale una volta immessa nell’organismo s’avvale dei suoi enzimi metabolici per trasformarsi in quest’ultimo. Tale precursore viene ottenuto modificando la molecola del principio attivo stesso, col fine di migliorarne alcune caratteristiche quali il trasporto, l’assorbimento e la diffusione nell’organismo. Alcuni esempi di profarmaco sono la L-dopa (precursore della dopamina), il cloralio idrato (precursore del tricloroetanolo), il medazepam (precursore del diazepam), la bacampicillina (precursore dell’ampicillina) e l’eroina (precursore di morfina, 3-monoacetilmorfina e 6-monoacetilmorfina). Oltre ai profarmaci classici, all’inizio del XX secolo sono state sviluppate delle versioni per realizzare una terapia genica finalizzata ad attivare il sistema immunitario affinché distrugga le cellule tumorali, tramite la disattivazione della loro DNA-polimerasi. Però tale sistema ha mostrato negli anni effetti molto limitati, nel ridurre il numero di cellule tumorali proliferanti. Per quanto riguarda i preparati anti-Covid, non sono semplici profarmaci genici, perché il loro effetto non è circoscritto al citoplasma cellulare e a un tempo limitato, visto che entrano nel nucleo cellulare per aggiungere una piccolissima porzione di DNA. Tale effetto è emerso dallo screening biennale di svariati soggetti inoculati, il cui organismo continua imperterrito a produrre la tossica proteina spike, quella usata dal virus SARS-CoV-2 per agganciarsi alle cellule umane ed entrare nell’organismo, che secondo la narrazione scientista dovrebbe conferire l’immunità. Invece dalle evidenze scientifiche emerge come chi si è inoculato quella specie di profarmaco non solo si è ammalato e ha contagiato gli altri col Covid, ma addirittura ha avuto effetti avversi che in sempre più casi sono consistiti in invalidità permanente o morte. Senza contare poi, che le varianti iniziali della spike del SARS-CoV-2 vengono mantenute in circolazione proprio a causa di queste dosi, in mancanza delle quali sarebbero già scomparse in favore di varianti più leggere, visto che la selezione naturale lavora proprio in tale direzione. Le conoscenze ormai acquisite chiariscono che l’iniezione presuntivamente anti-Covid determina una mutazione genetica. Non in modo casuale come fanno le radiazioni ionizzanti e certi agenti chimici, ma in modo mirato appositamente studiato in laboratorio. D’altra parte, uno dei progetti inerenti il Grande Reset implica di cambiare stabilmente il DNA della popolazione per renderla OGM e farle produrre delle ulteriori proteine. Non sono quelle naturali che servono al corpo e che possono essere acquisite solo tramite l’alimentazione, bensì quelle sintetiche create nei laboratori di massima (in)sicurezza ove si pratica il guadagno di funzione, procedura che ha permesso di trasformare il virus SARS- 1 del 2002 nel SARS-CoV-2 del 2019. In definitiva, gli inoculi anti-Covid delle varie case farmaceutiche occidentali hanno dimostrato di essere dei “mutageni”, e questo è il nome con cui dovrebbero essere chiamati. Ogni nuova versione di questi mutageni, programma il genoma di chi li riceve a produrre una diversa variante della proteina spike, con effetti che sono ben lontani dal trasformare le persone in agili e combattive tartarughe ninja.
UN MONDO DI MUTANTI
Rimanendo nell’ambito della fiction, nell’anno 2000 ha visto la luce il primo film della fortunata saga degli X-men, tratta dall’omonima serie di fumetti americani della Marvel. In questo contesto narrativo, i mutanti dotati di superpoteri sono stati resi tali in modo casuale dalle radiazioni prodotte dall’uso dell’energia atomica, ipotesi scientificamente impossibile ma che serve a giustificare una grande quantità di super-personaggi. L’x-man protagonista della saga è Wolverine, avente di base il potere di autorigenerazione assoluta, che gli consente di non ammalarsi mai e di poter rigenerare le proprie cellule a una velocità elevatissima. In aggiunta a ciò, in un laboratorio segreto governativo gli è stata iniettata nel corpo la forma fluida del metallo più duro ideato dalla Marvel, l’adamantio, che pertanto gli ha rivestito le ossa rendendole indistruttibili (procedimento che non gli è risultato fatale solo grazie al suo potere di guarigione). La prima coincidenza interessante da notare è che a Wolverine sia stata iniettata una sostanza non biologica, richiamando in qualche modo all’mRNA contenuto nei mutageni del SARS-CoV-2, e alle possibili tracce di grafene, ossido di grafene e altre sostanze inorganiche che sarebbero state rilevate al loro interno da alcuni ricercatori. Ciò che invece relaziona in senso inverso Wolverine agli inoculati, è che mentre lui ha un sistema immunitario ipertrofico, i secondi se lo ritrovano ipotrofico, per la felicità immediata delle case farmaceutiche che vendono sempre più farmaci e degli enti pensionistici che elargiscono sempre meno denaro. In pratica è stata attuata la più classica riproposizione della sequenza problema- reazione-soluzione, che in questo caso si è declinata attraverso: pandemia simulata – paura di morire indotta e negazionismo delle procedure anti-epidemiche (sia politiche che mediche) – obbligo ricattatorio d’iniettarsi un mutageno sperimentale propagandato come unica cura fideisticamente salvifica. Le ultime ricerche scientifiche hanno inoltre evidenziato che, dopo la quarta dose, il sistema immunitario, già debilitato dalle precedenti iniezioni, subisce un tracollo particolarmente problematico. Non è un caso infatti se dopo due anni d’inoculazioni molte persone stanno accusando patologie che, per quantità e gravità dei sintomi, non hanno precedenti nel passato. Pertanto le trombe mass-mediatiche degli Illuminati sono corse ai ripari, dando ridicolmente la colpa a finte epidemie di vaiolo delle scimmie o di Herpes Zoster, al caldo, al cambio dell’ora e ad altre amenità. Addirittura durante i mondiali di calcio 2022 tenuti in Qatar, irritualmente a fine autunno, hanno tentato di propagandare l’iniziale pandemia di MERS-2, che però per qualche motivo probabilmente politico non è decollata. Un tipico caso di pandemus interruptus!
CONSEGUENZE DELLA MUTAZIONE INDOTTA
Se la compromissione definitiva del sistema immunitario è l’effetto generico più evidente dei mutageni, ce ne sono anche di più specifici, che vanno compresi non solo sul piano medico-biologico ma anche su quello energetico-spirituale. I distretti corporei in cui la spike si concentra maggiormente sono la testa, il petto e la pancia, ove sono collocati il sistema nervoso centrale (che permette ragionamento, stati mentali, emotivi e corporei, memoria, motilità fine, comunicazione, compiti visuo-spaziali, abilità musicali, funzionamento socio-emotivo e funzioni autonome), il sistema nervoso cardiaco (che regolamenta gli stati emotivi e l’intuito) e il sistema nervoso viscerale (che regola gli stati corporei e l’istinto), tutti e tre fondamentali anche per modulare il sistema immunitario. Come hanno rilevato molti inoculati, spesso qualcuna di queste funzioni tri-cerebrali ha finito col compromettersi, con in più la possibilità di paresi e gravi conseguenze agli organi sensoriali. Ma non è tutto, perché i tre sistemi nervosi sono situati in corrispondenza dei tre dan tian riconosciuti dalla tradizione cinese, che servono a stoccare l’energia metabolizzata (qi) ad altrettanti livelli di vibrazione, in modo da sostentare il sistema sia biologico che energetico (cioè i sette strati dell’aura). Pertanto non è strano che i mutageni del SARS-CoV-2 producano conseguenze nefaste a livello del cervello, del cuore e degli organi riproduttivi. E non è nemmeno inaspettato che molti inoculati soffrano di stanchezza cronica, perché essa non dipende solo dalla compromissione prettamente fisiologica, ma anche dalla riduzione della capacità energetica dei dantian, soprattutto quello inferiore, che non a caso i marzialisti orientali sviluppano per acquisire capacità fisiche eccezionali. Un altro dato assai preoccupante è che la spike si concentra particolarmente nelle ghiandole endocrine, alterandone la capacità di secernere in modo corretto gli ormoni, messaggeri chimici responsabili dell’attivazione di specifici tessuti che regolano i principali aspetti del metabolismo, della crescita e della riproduzione. Infatti in diversi inoculati si è registrata una modificazione di alcune delle funzioni biologiche mediate dagli ormoni: fertilità e desiderio sessuale in entrambi i generi (incluso il ciclo mestruale), adattamento allo stress, risoluzione delle infiammazioni, resistenza fisica, contrasto alle cellule cancerose, metabolismo di zuccheri e grassi, potenza immunitaria, funzionalità cardiaca e cerebrale, assorbimento del calcio da parte dell’intestino e delle ossa. Inoltre le ghiandole endocrine hanno una funzione energetica fondamentale, perché interfacciano il corpo fisico coi 7 chakra principali, che sono dei vortici energetici preposti al metabolismo dell’energia, i quali attraversano tutti e sette gli strati dell’aura. Ciò implica un effetto negativo della spike sui vortici energetici e sulle funzioni loro preposte, che vanno dal radicamento nel qui e ora fino alla connessione con la dimensione spirituale, passando per le capacità fisiche, emotive, mentali e di autodeterminazione, senza contare tutta quella serie di capacità rientranti nell’ambito extrasensoriale. Non è quindi strano che un gruppo di ricerca tedesco abbia rilevato che, negli individui inoculati e poi deceduti, il corpo eterico (primo strato dell’aura) non si separa prontamente dal corpo fisico come dovrebbe. Infatti dopo la morte, sarebbe normale che i primi tre strati aurici (eterico, emozionale e mentale), si distaccassero dal corpo fisico e venissero assorbiti gradualmente dal terreno per disgregarsi definitivamente (mentre invece i quattro corpi aurici superiori passano oltre verso il piano astrale, per dedicarsi a vari compiti prima di reincarnarsi). La ricerca tedesca non cita il secondo e il terzo corpo aurico, ma è lecito sospettare che la mancanza di distacco e quindi di disgregazione riguardi anch’essi. Ciò è assai preoccupante, perché favorisce la creazione delle larve energetiche, cioè di quelle rimanenze auriche di scarto prive d’anima e d’intelligenza, aventi l’unica capacità di succhiare energia agli esseri viventi per auto-perpetuarsi. A fronte di effetti avversi e malori improvvisi sempre più numerosi, a settembre il CDC statunitense ha smesso di raccogliere i dati sui morti da mutageno anti-Covid, per evitare di far emergere sempre di più la tragica verità. Nel contempo l’ONS (Istituto Statistiche) britannica ha reso noto che nell’ultimo anno il 95% dei giovani deceduti sul suo territorio erano “vaccinati”. D’altra parte, se fino al 2020 l’aspettativa di vita media degli italiani era di 82 anni, dopo le inoculazioni di massa si è abbassata parecchio, effetto che si ottiene quando a morire sono soprattutto i giovani (la cifra esatta varia a seconda delle fonti e la più bassa arriva a 75 anni).
LE VACCINAZIONI POST-EMERGENZA
Che il 5 maggio 2023 l’OMS abbia dichiarato terminata la pandemia, non ha posto fine allo zelo di Big Pharma per tramite dei governi occidentali, che sempre più clamorosamente stanno dimostrando di rispondere esclusivamente alle necessità dei cittadini e giammai a quelle di fantomatici poteri sovranazionali. In Italia, questo interesse per la salute pubblica si è concretizzato nel piano vaccinale 2023-25 che è stato varato lo scorso agosto. Esso non solo contempla nuove dosi per ulteriori varianti del SARS-CoV-2 (abbinate saggiamente a quelle anti-influenzali), ma ha stabilito una lunga serie di vaccinazioni e relativi richiami lungo tutto il percorso di vita, dalla prima infanzia fino alla tomba. Tali vaccini sono comunque destinati a non rimanere tali, poiché il piano è di trasformarli tutti in mutageni a mRNA, per estendere in modo esponenziale i risultati ottenuti con le inoculazioni durante l’emergenza. Ovviamente ogni effetto avverso ad alta incidenza verrà attribuito a una qualche patologia a sé stante, che permetterà di giustificare l’ulteriore intensificazione di alcune vaccinazioni, proprio come avvenuto con la finta epidemia di morbillo che avrebbe colpito Londra nel 2013 (in realtà un solo caso registrato), strumentalizzata per imporre ai bambini italiani il relativo vaccino. Ovviamente tutte queste utilissime dosi saranno gratuite, cioè pagate preventivamente con soldi pubblici indipendentemente dal numero di adesioni. Per ora il programma ministeriale ha carattere volontario, ma una qualche emergenza simulata futura potrà renderlo obbligatorio, almeno in parte. A tal proposito, pare significativo che il piano vaccinale abbia come termine di pieno approntamento il 2025, poiché questo è l’anno preannunciato da Bill Gates per l’inizio della prossima pandemia. Ma vediamo cos’ha in programma questo piano. Per quanto riguarda i primi 2 anni di vita sono previste: l’esavalente difterite-poliomielitetetano- epatite B-pertosse-Haemophilus influenzae tipo b (3 dosi), l’anti-rotavirus (2-3 dosi), l’anti-pneumococcica (3 dosi), l’anti-meningogoccica B (2 dosi), l’anti-meningogoccica ACWY (prima dose), la tetravalente morbillo-rosoliaparotite- varicella (prima dose) e l’antiinfluenzale (2 dosi). Si tenga presente che nei vecchi libri di medicina e psichiatria, quelli che studiavamo all’università prima che alcune loro parti venissero modificate per finalità prettamente politico-economiche, era spiegato come la prima infanzia sia il periodo più delicato per lo sviluppo psicofisico e che pertanto non dovrebbe interessare nessuna intromissione dall’esterno che alteri la maturazione naturale, particolarmente del sistema immunitario. Nel periodo fra 3 e 6 anni sono programmate: l’anti-influenzale (4 dosi); la tetravalente difterite-poliomielite- tetano-pertosse (un richiamo) e la tetravalente morbillo-rosolia-parotite-varicella (un richiamo). Per gli adolescenti sono previste: la tetravalente difterite-poliomielite- tetano-pertosse (un richiamo a 12 anni d’età), l’anti- meningogoccica ACWY (un richiamo a 12 anni) e l’antipapilloma per entrambi i generi (2-3 dosi). Per gli adulti sono previste: la tetravalente difterite-poliomielite-tetanopertosse (un richiamo ogni 10 anni), l’anti-pneumococcica (un richiamo a 65 anni), l’anti-Herpes Zoster (una a 65 anni) e l’anti-influenzale (annuale a partire dai 60 anni). In totale ci sono 18 vaccini diversi e 71 dosi complessive, alle quali bisogna aggiungere l’anti-influenzale annuale e la tetravalente difterite-poliomielite-tetano-pertosse decennale dai 60 anni in poi, il tutto senza che ci siano studi sulle interazioni negative tra queste sostanze. Ciò fa ben capire dove vadano a finire parte dei soldi pagati in eccesso dai contribuenti, a causa dell’aumento dei prezzi di ogni bene e servizio. Per il corpo umano, ricevere un vaccino (quando è davvero tale), significa mettere sotto sforzo il suo sistema immunitario in modo da sviluppare un’immunità indotta. Il percorso vaccinale può essere paragonato agli allenamenti in palestra: ogni vaccino corrisponde a un certo peso in chilogrammi da sollevare e ogni seduta vaccinale corrisponde a una sessione intensiva. Siccome è risaputo che non si possa sollevare un peso troppo elevato perché non si otterrebbero maggiori benefici e ci si esporrebbe agli infortuni, è altrettanto insensato caricare il corpo con vaccinazioni tetraed esavalenti, o comunque con tante dosi ravvicinate tra loro, senza dare il tempo necessario alla fisiologia per riprendersi da ciascuna infiammazione vaccinale. Ciò è ancora più rischioso per i bambini che, come già sottolineato, hanno bisogno di sviluppare naturalmente il loro sistema immunitario per alcuni anni prima di cominciare a ricevere sostanze chimiche artificiali di prevenzione, per non rimanere schiacciati sotto a un metaforico bilanciere da 100 kg.
CONCLUSIONI
Il futuro che sembra attenderci è quello di un’umanità composta da mutati, che di base possiedono il tutt’altro che invidiabile superhandicap del sistema immunitario deficiente. Inoltre i cambiamenti psichici, emotivi e spirituali indotti dai mutageni a mRNA stanno attuando un’alterazione complessiva delle personalità, generando un fenomeno che rievoca un vecchio soggetto cinematografico, cioè la sostituzione dei singoli individui con degli “ultracorpi”. Però in questo caso non vengono dallo spazio profondo e piuttosto consistono in “infracorpi”, cioè biomasse depotenziate e rese dipendenti su tutti i piani esistenziali. Prossimamente verificheremo quante persone hanno imparato la lezione degli ultimi tre anni e quante hanno svenduto la loro sovranità individuale per allinearsi alla dittatura del Nuovo Ordine Mondiale, che vuole porre il diritto economico al di sopra di tutti gli altri, anche delle leggi naturali universali.
Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.
Less
Di più
- Messaggi: 474
- Ringraziamenti ricevuti 11
8 Mesi 2 Settimane fa #54275
da Bastion
Risposta da Bastion al topic I tempi in cui viviamo - Raccolta di articoli a tema cospirazionista
TERREMOTI ARTIFICIALI – IL NUOVO TERRORISMO
Marie D. Jones
Bombardare quartieri e far volare aerei sui palazzi può solo arrivare a paralizzare le masse con una paura tale da indurle a sottomettersi volontariamente ai dettami di chi sta dietro al terrorismo, di solito rinunciando alle libertà di base e implorando aiuto e protezione. Le cose sono peggiorate e i mandanti di questi attacchi potrebbero operare su un palcoscenico mondiale molto più grande e devastante. Questo palcoscenico comprende la guerra meteorologica e le armi tettoniche con la capacità di causare distruzione estrema e perdite di vite umane.
Marie D. Jones
Bombardare quartieri e far volare aerei sui palazzi può solo arrivare a paralizzare le masse con una paura tale da indurle a sottomettersi volontariamente ai dettami di chi sta dietro al terrorismo, di solito rinunciando alle libertà di base e implorando aiuto e protezione. Le cose sono peggiorate e i mandanti di questi attacchi potrebbero operare su un palcoscenico mondiale molto più grande e devastante. Questo palcoscenico comprende la guerra meteorologica e le armi tettoniche con la capacità di causare distruzione estrema e perdite di vite umane.
Attenzione: Spoiler!
Bombardare quartieri e far volare aerei sui palazzi può solo arrivare a paralizzare le masse con una paura tale da indurle a sottomettersi volontariamente ai dettami di chi sta dietro al terrorismo, di solito rinunciando alle libertà di base e implorando aiuto e protezione. Le cose sono peggiorate e i mandanti di questi attacchi potrebbero operare su un palcoscenico mondiale molto più grande e devastante. Questo palcoscenico comprende la guerra meteorologica e le armi tettoniche con la capacità di causare distruzione estrema e perdite di vite umane. Stiamo parlando di una tecnologia all’avanguardia che sfugge ai radar della ricerca sui cambiamenti climatici e della difesa: armi segrete che, ad eccezione di una guerra nucleare sfrenata, promettono un risultato molto più importante. Le teorie cospiratorie abbondano in questo campo, ma, come spesso accade, contengono i semi di una verità crescente e terrificante. La natura diviene arma rivolta contro l’umanità?
IL TERREMOTO IN TURCHIA È STATO NATURALE O ARTIFICIALE?
Il 6 febbraio 2023, un terremoto di magnitudo 7,8 ha colpito la Turchia meridionale e centrale e la Siria settentrionale e occidentale. Il terremoto in Turchia-Siria è stato seguito da oltre 10.000 scosse di assestamento, tra cui una forte scossa di magnitudo 7,7 centrata a soli 95 km dalla prima. I danni sono stati diffusi in tutta la regione e le vittime hanno raggiunto rapidamente le decine di migliaia. È stato il più grande terremoto in Turchia dal sisma di Erzincan del 1939, anch’esso di magnitudo 7,8, nonché il più letale della storia moderna, con oltre 60.000 morti e più di 14 milioni di persone colpite. Oggi è considerato il disastro naturale più letale nella storia della Turchia (e dell’attuale Siria). A livello globale, è la catastrofe naturale più letale dal terremoto di Haiti del 2010, di magnitudo 7.0, che ha colpito il 12 gennaio 2010, causando 250.000 morti e milioni di sfollati. I mega-terremoti di Turchia-Siria e Haiti hanno colpito popolazioni altamente vulnerabili in aree in cui la popolazione era abituata a disastri naturali distruttivi di qualche tipo. Entrambi hanno provocato una crisi umanitaria globale e una risposta da parte dei Paesi che hanno inviato aiuti sotto forma di denaro, cibo e manodopera. Entrambe sono regioni tettoniche molto attive che spesso subiscono terremoti di media entità. Condividono anche un altro legame: la possibilità che questi terremoti siano stati causati dall’ingegneria umana e non da Madre Natura.
COME SOPRA, COSÌ SOTTO: LA CONNESSIONE CON HAARP
Nel 2010, LiveScience.com riportò la straordinaria affermazione dell’allora presidente del Venezuela, Hugo Chavez. Secondo un giornale spagnolo, Chavez avrebbe affermato che gli Stati Uniti stavano “giocando a fare Dio” testando dispositivi in grado di creare catastrofi ecologiche. Chavez aveva anche affermato che il micidiale terremoto di Haiti del 2010 aveva fatto seguito a un test di una sorta di “arma dei terremoti”. Poco dopo, i media venezuelani hanno rincarato la dose, affermando che il terremoto “potrebbe essere associato al progetto chiamato HAARP, un sistema che può generare violenti e inaspettati cambiamenti nel clima”. Il Programma di Ricerca Aurorale Attiva ad Alta Frequenza (HAARP), situato nei pressi di Gakona, in Alaska, avrebbe manomesso la ionosfera terrestre, con il pretesto di progetti innocui come il miglioramento delle comunicazioni satellitari, in particolare con i sottomarini, e l’uso dello Strumento di Ricerca Ionosferica (IRI) per trasmettere onde radio controllate ad alta frequenza per eccitare aree limitate della ionosfera e aumentare le nostre conoscenze di fisica spaziale. Con i finanziamenti della Marina degli Stati Uniti, dell’Aeronautica, dell’Università dell’Alaska-Fairbanks e della Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA), HAARP era un obiettivo primario per coloro che ritenevano ci fosse molto di più di quello che si vedeva in giro. Molti ricordano le parole minacciose dell’ex Segretario alla Difesa degli Stati Uniti William Cohen, che parlò nel 1997 all’Università della Georgia: “Le precauzioni contro le armi non convenzionali devono essere intensificate, dal momento che i potenziali terroristi sviluppano armi chimiche e biologiche e metodi elettromagnetici che potrebbero creare buchi nello strato di ozono o innescare terremoti o vulcani”. Si tenga presente che si trattava del 1997 e che la tecnologia è progredita molto al di là di quanto chiunque all’epoca potesse immaginare. Se il governo del Paese più potente del mondo si preoccupava di armi che potessero innescare terremoti e vulcani, si poteva tranquillamente supporre che tale ricerca fosse già ben avviata, se non addirittura in fase di sperimentazione. Chavez non era il solo a diffidare e ad accusare l’attività tettonica ingegnerizzata. Quest’arma finora impensabile è stata presa in considerazione dall’autore di un articolo del 2020 su The Eurasian Times, “Were Haiti, Lebanon, & Now Turkey Subjected To a Man-Made Earthquake via HAARP Technology” (Haiti, Libano e ora Turchia sono stati soggetti a un terremoto artificiale tramite la tecnologia HAARP). L’articolo suggeriva che una forte scossa di terremoto che ha colpito la Turchia e la Grecia il 30 ottobre 2020 era forse un “terremoto indotto” destinato a far sì che la Turchia “soccombesse in ginocchio”, a causa delle minacce della Turchia di non permettere il “piano di annessione” di Israele alla Cisgiordania. L’articolo si chiedeva anche se il terremoto artificiale avesse l’obiettivo di “vendicare la rivendicazione del presidente turco Tayyip Erdogan sul fatto che Gerusalemme fosse un tempo parte dell’Impero Ottomano”, o se fosse “una condanna della decisione di Erdogan di reclamare Santa Sofia e del suo annuncio sulla Moschea di Al Aqsa”, tra le altre possibili teorie, rese più forti dal fatto che la Grecia ha avvertito la stessa scossa, ma non ha avuto morti. In Turchia sono morte almeno 90 persone. Come vedremo più avanti in questo articolo a proposito del recente terremoto in Turchia del 2023, un’arma tettonica usata nel momento geopolitico giusto potrebbe essere efficace nel cambiare il corso della storia. Un altro esempio sono gli attacchi a falsa bandiera (false flag), progettati per ottenere un risultato positivo per gli organizzatori dell’attacco. Vediamo solo il gioco di superficie, quando un leader o un Paese complotta o attacca un altro o cambia improvvisamente rotta, ma la forza reale che orchestra questi eventi è ben nascosta. Questa forza probabilmente offrirebbe a un bersaglio la prova di aver innescato o di poter provocare un terremoto, ma il pubblico in generale non crederebbe mai a questa fantastica “teoria della cospirazione”. Tra i rapporti ufficiali sui terremoti indotti artificialmente, abbiamo un’ammissione del dicembre 2019 pubblicata su The Diplomat che ha rivelato che il terremoto del 2017 che ha colpito la città di Pohang in Corea del Sud non è stato “un atto di Dio, ma fatto dall’uomo e indotto”. Dopo approfondite indagini sulle linee di faglia, è stato poi stabilito che la causa più probabile è stata l’iniezione di acqua nel terreno da parte dell’impianto geotermico di Pohang.
IL TERREMOTO DI TURCHIA-SIRIA E L’INCHIESTA WERLHOF/BERTELL
Il recente terremoto di Turchia-Siria del 2023 è stato descritto dai principali media mondiali come un tragico disastro naturale, ma altri mettono in dubbio questa ipotesi. La sociologa e politologa Claudia von Werlhof è stata intervistata dalla rivista tedesca Zeitpunkt sul recente terremoto e sul lavoro di Rosalie Bertell (1929-2012), “suora ambientalista” americana, scienziata e autrice del libro Planet Earth: The Latest Weapon of War. La Bertell è oggi ricordata anche come attivista per la pace e autorità di fama mondiale sugli effetti delle radiazioni a basso livello. I suoi sforzi, riconosciuti a livello internazionale, per denunciare le vittime spesso nascoste dell’energia nucleare e di altri avvelenamenti ambientali, le hanno aperto la strada per conoscere il lato oscuro delle armi segrete. Il libro della Bertell, tra gli altri argomenti, espone l’uso da parte dell’esercito statunitense di tecnologie in grado di controllare il tempo e di innescare eruzioni vulcaniche e terremoti. Claudia von Werlhof ha iniziato la sua indagine su queste possibilità dopo il terremoto di Haiti del 2010 e il suo legame personale con la Bertell. Ha incontrato la Bertell a Bonn in occasione del 30° anniversario del Right Livelihood Award, il premio Nobel alternativo, che la Bertell aveva ricevuto nel 1986 per il suo primo libro. Da quel momento in poi, le due, come ha dichiarato la Werlhof, hanno legato per il loro lavoro di ricerca “del quadro generale del perché vengono sviluppate armi che riguardano l’intero pianeta. Perché qualcuno vuole tenere sotto controllo il pianeta e trasformarlo in un’arma?”. Il loro lavoro ha infine portato a comprendere che le tecnologie segrete possono innescare terremoti. “Rosalie ha sempre detto che in singoli casi è difficile separare i geo-esperimenti militari dal reale scuotimento del pianeta. Ma la conoscenza di queste possibilità è disponibile al più tardi dal 1976, attraverso la Convenzione ENMOD, la Convenzione delle Nazioni Unite sulla modificazione ambientale. Tutte queste tecniche sono già state elencate in essa - fino ai terremoti, alle eruzioni vulcaniche, ai cambiamenti meteorologici di ogni tipo”. Werlhof sostiene che alcune di queste tecniche sono state utilizzate durante la guerra del Vietnam. La tecnologia alla base di tutto questo è legata al lavoro del geniale inventore Nikola Tesla. Alla sua morte, nel 1943, “il materiale di Tesla è stato immediatamente assorbito dall’Oriente e dall’Occidente, poi utilizzato per nuove invenzioni. Ci sono numerosi brevetti ufficiali di cui si può leggere”, ha detto. Nell’intervista, Werlhof sottolinea che questa tecnologia è stata sviluppata e utilizzata per oltre 80 anni. Lei e la Bertell concordano sul fatto che “la tecnologia militare è sempre diversi decenni avanti rispetto a ciò che il pubblico conosce e che le armi ambientali faranno parte delle nuove guerre”. Werlhof cita la teoria secondo cui queste armi deriverebbero da esperimenti condotti da Tesla dopo aver prodotto terremoti nei pressi della sua abitazione utilizzando vibrazioni elettromagnetiche. “Queste vibrazioni sono ovunque”, spiega la Werlhof. “Egli le amplificò fino a quando l’energia liberata creò un terremoto che quasi distrusse la sua stessa casa”. Tesla ha reso possibile il nostro mondo moderno. L’elettronica moderna non sarebbe stata possibile senza le sue scoperte scientifiche”. Tesla è considerato uno degli esseri umani più brillanti che abbiano mai camminato sulla Terra. Non gli è mai stato riconosciuto il credito che meritava perché alcune delle sue invenzioni e scoperte erano considerate una minaccia per l’establishment, in particolare la sua ricerca sulla fornitura di energia gratuita per tutti. Uno dei suoi esperimenti più scandalosi prevedeva la creazione di un terremoto nel suo laboratorio di Manhattan, a New York, a testimonianza della sua continua ossessione per le vibrazioni, la risonanza e l’energia elettromagnetica. Nel 1896, Tesla stava lavorando sulle oscillazioni da utilizzare per il trasferimento di energia. L’idea era quella di creare un oscillatore alimentato a vapore che potesse essere utilizzato per creare varie frequenze. Se la frequenza dell’oscillatore corrispondeva alla frequenza di risonanza di un dispositivo ricevente, quest’ultimo avrebbe dovuto ritrasformare le oscillazioni meccaniche in corrente elettrica. Nel 1897 il dispositivo era pronto e nel 1898 riuscì a far oscillare il suo laboratorio al numero 48 di E. Houston St. a Manhattan, New York, tanto che i vicini, allarmati, chiamarono la polizia per segnalare un piccolo terremoto. Quando il suo laboratorio cominciò a tremare, egli prese una mazza sull’oscillatore per fermarlo, proprio mentre la polizia entrava nel laboratorio per vedere cosa stesse facendo. Il terremoto fu il risultato del fatto che Tesla riuscì a far coincidere la frequenza di risonanza del dispositivo con lo strato sabbioso del sottosuolo sotto il suo edificio. In un’altra occasione, durante una passeggiata serale, attaccò un vibratore a batteria delle dimensioni di una sveglia alla struttura in acciaio di un edificio in costruzione. Regolò la frequenza del vibratore fino a farla coincidere con la vibrazione di risonanza della struttura, creando un mini-terremoto quando la struttura e il terreno sotto di essa iniziarono a tremare. Nel numero dell’11 luglio 1935 del New York American, un articolo intitolato “Tesla’s Controlled Earthquake” riportava una citazione di Tesla: “Le vibrazioni ritmiche passano attraverso la Terra senza quasi alcuna perdita di energia. Diventa possibile trasmettere effetti meccanici alle più grandi distanze terrestri e produrre tutti i tipi di effetti unici. L’invenzione potrebbe essere usata con effetto distruttivo in guerra...”. In seguito questo fenomeno divenne noto come “Effetto Tesla”, poiché altri scienziati salirono a bordo del treno della ricerca per studiare c ome i segnali elettromagnetici di determinate frequenze potessero essere trasmes si attravers o la Terra per formare onde stazionarie nella Terra stessa, secondo la rivista Specula del gennaio 1978: “In certi casi, la coerenza di quest’onda stazionaria può e ssere indotta in modo che una frazione della vasta corrente elettromagnetica della Terra stessa si alimenti e aumenti l’onda stazionaria indotta”. Il concetto è stato definito anche “trasmettitore d’ingrandimento di Tesla” o TMT, e le onde risultanti potevano attraversare qualsiasi cosa solida o meno. La Bertell, come Chavez, credeva che l’HA ARP fosse una tecnologia chiave. Nonostante le smentite del coinvolgimento di HAARP da parte dei media tradizionali e degli scienziati, la Bertell ha affermato che HAARP ha agito come una canna di fucile che spara verso la Terra. Il dottor Nicholas Begich, il primo scienziato coinvolto nella campagna pubblica per smascherare l’impianto, ha descritto HAARP come “una tecnologia superpotente che emette onde radio e solleva aree della ionosfera (lo strato superiore dell’atmosfera) focalizzando un fascio e riscaldando quelle aree. Le onde elettromagnetiche rimbalzano poi sulla terra e penetrano in ogni cosa, viva e morta”. HAARP è stato ufficialmente “chiuso” dall’Aeronautica militare statunitense e restituito all ’Universi tà dell’Alaska Fairbanks nell’agosto 2015. Werlhof rit iene che “si suppon e che l’abbiano chiuso perché si poteva vedere ciò che stava accadendo su Internet. Ad esempio, prima del terremoto di Haiti, si poteva vedere che la struttura era sempre più utilizzata. Questa verificabilità del sistema era uno svantaggio per loro. Ma ci sono decine di impianti simili in tutto il mondo”. Secondo Werlhof, la ricerca della Bertell ha portato alla conclusione che esistano due fenom eni distinti che possono essere utilizzati per determinare se un terremoto sia stato innescato artificialmente o meno. “Uno è rappresentato da alcune formazioni nuvolose che mostrano determinate onde ad alta energia che viaggiano nell’atmosfera. L’altra caratteristica è ra ppresent ata da la mpi di luce n el cielo, simili a brevi arcobaleni chiamati “pla sma strike s ”, che si verif i c ano qua ndo le energie della ionosfera riscaldano l’atmosfera. E questo è stato osservato in diversi terremoti, ad esempio in Cina”. Funzionari e civili turchi hanno segnalato tali effetti luminosi nel cielo prima del recente terremoto. Stranamente, molti cittadini hanno caricato sui social media e su youtube i video delle luci per poi vedersi sospendere gli account o rimuovere i video.
PRESSIONE SULLA TURCHIA?
Il terremoto in Turchia ha avuto conseguenze economiche, sociali e politiche per il governo Erdogan. Ma questo disastro potrebbe essere legato a tentativi da parte degli Stati Uniti e della NATO di minare la rielezione di Erdogan? Secondo il Prof. Michel Chossudovsky, esperto di geopolitica, “la Turchia ha abbandonato il sistema di difesa aerea della NATO a favore dello “stato dell’arte” russo S-400. L'acquisizione di tecnologia militare russa faceva parte di un accordo di cooperazione militare concomitante e di un’alleanza tra la Turchia e la Russia stabilita all’indomani del fallito colpo di Stato sponsorizzato dagli Stati Uniti del luglio 2016 [contro Erdogan], per non parlare del fallito complotto per l’assassinio del presidente Erdogan “. Inoltre, è significativo”, osserva Chossudovsky, “che la Turchia sia stata coinvolta nei mesi precedenti al terremoto nel bloccare (per conto di Mosca?) l’adesione alla NATO di Svezia e Finlandia. Subito d opo il t erremoto, sotto la pressione di Washing ton, Ankara ha approvato a fine marzo la richiesta di adesione della Finlandia alla NATO”. “Washington è pienamente consapevole che non si può vincere una guerra contro la Russia quando il secondo Stato membro dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico per potenza militare, ovvero la Turchia, ‘dorme con il nemico’”. Secondo la sua analisi, l’obiettivo è quello di “sostituire Erdogan con un proxy obbediente degli Stati Uniti” e di “smantellare l’alleanza Russia-Turchia, reintegrando la Turchia nell’Alleanza Atlantica come ‘Paese obbediente della NATO’”. Ciò rispecchia le affermazioni secondo cui gli Stati Uniti avrebbero orchestrato il conflitto tra Russia e Ucraina inscenando il colpo di Stato di Kiev del 2014 che ha rovesciato un presidente filorusso, per poi militarizzare l’Ucraina con l’obiettivo di portarla all’ovile occidentale e mettere le forze NATO al confine diretto con la Russia. Ma scatenerebbero un terremoto massiccio e mortale per costringere la Turchia a mettersi in riga? È spaventoso pensare fino a che punto si spingeranno per far sì che la Russia faccia altrettanto e si arrenda alle pressioni della NATO e si ritiri dall’Ucraina.
PARTE DELL’AGENDA?
L’uso di tecniche di modificazione ambientale è stato vietato dalla Convenzione internazionale delle Nazioni Unite del 1977, ratificata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Tale divieto includeva “l’uso militare o di altre tecniche ostili di modificazione ambientale con effetti diffusi, duraturi o gravi”. Al 2022, 78 Paesi hanno ratificato/firmato il trattato, tra cui Stati Uniti, Turchia, Iran, Siria, Russia e Iraq. Israele non ha ratificato il trattato. Ma i trattati vengono inevitabilmente emendati, cambiati, modificati e infranti. C’è da chiedersi perché sia ancora così difficile per la gente comune riconoscere la possibilità che cose come la guerra meteorologica e il terrorismo da catastrofe naturale vengano usate come mezzi per raggiungere un fine. Secondo l’Enciclopedia Britannica, la “geoingegneria” è “la manipolazione su larga scala di uno specifico processo centrale per il controllo del clima terrestre allo scopo di ottenere uno specifico beneficio”. Wikipedia dice: “L’ingegneria climatica (chiamata anche geoingegneria) è un termine usato sia per la rimozione dell’anidride carbonica che per la gestione della radiazione solare, chiamata anche geoingegneria solare, quando applicata su scala planetaria”. Nei prossimi anni, la gente comune sentirà parlare molto di più di come la geoingegneria aiuterà a “salvare il pianeta” quando le élite miliardarie inizieranno i loro folli piani per “raffreddare il pianeta” utilizzando tecnologie di manipolazione del clima. Vedremo anche l’uso aperto di tecnologie militari segrete nel nuovo ordine mondiale emergente? E se si potesse rendere morto o senza tetto un numero massiccio di persone come modo crudele ma efficace per indurre le nazioni a piegarsi ai dettami delle élite globali? A mali estremi, estremi rimedi, non è forse il caso che l’élite di potere crei ancora più di questi mali estremi? Pestilenze, pandemie, terremoti, mega tempeste, eruzioni vulcaniche, inondazioni di livello biblico: cosa non orchestreranno, se ne avranno la possibilità e la tecnologia adatta per farlo? Mentre la terra trema e rabbrividisce e le nubi temporalesche si formano ed esplodono con furia, distruggendo intere città e villaggi e gettando milioni di persone nella povertà e nella disperazione, sembra che tutto sia possibile quando si tratta degli obiettivi “a qualsiasi costo” dell’élite globale e della sua sete di controllo sulla natura e sulla direzione futura dell’umanità.
IL TERREMOTO IN TURCHIA È STATO NATURALE O ARTIFICIALE?
Il 6 febbraio 2023, un terremoto di magnitudo 7,8 ha colpito la Turchia meridionale e centrale e la Siria settentrionale e occidentale. Il terremoto in Turchia-Siria è stato seguito da oltre 10.000 scosse di assestamento, tra cui una forte scossa di magnitudo 7,7 centrata a soli 95 km dalla prima. I danni sono stati diffusi in tutta la regione e le vittime hanno raggiunto rapidamente le decine di migliaia. È stato il più grande terremoto in Turchia dal sisma di Erzincan del 1939, anch’esso di magnitudo 7,8, nonché il più letale della storia moderna, con oltre 60.000 morti e più di 14 milioni di persone colpite. Oggi è considerato il disastro naturale più letale nella storia della Turchia (e dell’attuale Siria). A livello globale, è la catastrofe naturale più letale dal terremoto di Haiti del 2010, di magnitudo 7.0, che ha colpito il 12 gennaio 2010, causando 250.000 morti e milioni di sfollati. I mega-terremoti di Turchia-Siria e Haiti hanno colpito popolazioni altamente vulnerabili in aree in cui la popolazione era abituata a disastri naturali distruttivi di qualche tipo. Entrambi hanno provocato una crisi umanitaria globale e una risposta da parte dei Paesi che hanno inviato aiuti sotto forma di denaro, cibo e manodopera. Entrambe sono regioni tettoniche molto attive che spesso subiscono terremoti di media entità. Condividono anche un altro legame: la possibilità che questi terremoti siano stati causati dall’ingegneria umana e non da Madre Natura.
COME SOPRA, COSÌ SOTTO: LA CONNESSIONE CON HAARP
Nel 2010, LiveScience.com riportò la straordinaria affermazione dell’allora presidente del Venezuela, Hugo Chavez. Secondo un giornale spagnolo, Chavez avrebbe affermato che gli Stati Uniti stavano “giocando a fare Dio” testando dispositivi in grado di creare catastrofi ecologiche. Chavez aveva anche affermato che il micidiale terremoto di Haiti del 2010 aveva fatto seguito a un test di una sorta di “arma dei terremoti”. Poco dopo, i media venezuelani hanno rincarato la dose, affermando che il terremoto “potrebbe essere associato al progetto chiamato HAARP, un sistema che può generare violenti e inaspettati cambiamenti nel clima”. Il Programma di Ricerca Aurorale Attiva ad Alta Frequenza (HAARP), situato nei pressi di Gakona, in Alaska, avrebbe manomesso la ionosfera terrestre, con il pretesto di progetti innocui come il miglioramento delle comunicazioni satellitari, in particolare con i sottomarini, e l’uso dello Strumento di Ricerca Ionosferica (IRI) per trasmettere onde radio controllate ad alta frequenza per eccitare aree limitate della ionosfera e aumentare le nostre conoscenze di fisica spaziale. Con i finanziamenti della Marina degli Stati Uniti, dell’Aeronautica, dell’Università dell’Alaska-Fairbanks e della Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA), HAARP era un obiettivo primario per coloro che ritenevano ci fosse molto di più di quello che si vedeva in giro. Molti ricordano le parole minacciose dell’ex Segretario alla Difesa degli Stati Uniti William Cohen, che parlò nel 1997 all’Università della Georgia: “Le precauzioni contro le armi non convenzionali devono essere intensificate, dal momento che i potenziali terroristi sviluppano armi chimiche e biologiche e metodi elettromagnetici che potrebbero creare buchi nello strato di ozono o innescare terremoti o vulcani”. Si tenga presente che si trattava del 1997 e che la tecnologia è progredita molto al di là di quanto chiunque all’epoca potesse immaginare. Se il governo del Paese più potente del mondo si preoccupava di armi che potessero innescare terremoti e vulcani, si poteva tranquillamente supporre che tale ricerca fosse già ben avviata, se non addirittura in fase di sperimentazione. Chavez non era il solo a diffidare e ad accusare l’attività tettonica ingegnerizzata. Quest’arma finora impensabile è stata presa in considerazione dall’autore di un articolo del 2020 su The Eurasian Times, “Were Haiti, Lebanon, & Now Turkey Subjected To a Man-Made Earthquake via HAARP Technology” (Haiti, Libano e ora Turchia sono stati soggetti a un terremoto artificiale tramite la tecnologia HAARP). L’articolo suggeriva che una forte scossa di terremoto che ha colpito la Turchia e la Grecia il 30 ottobre 2020 era forse un “terremoto indotto” destinato a far sì che la Turchia “soccombesse in ginocchio”, a causa delle minacce della Turchia di non permettere il “piano di annessione” di Israele alla Cisgiordania. L’articolo si chiedeva anche se il terremoto artificiale avesse l’obiettivo di “vendicare la rivendicazione del presidente turco Tayyip Erdogan sul fatto che Gerusalemme fosse un tempo parte dell’Impero Ottomano”, o se fosse “una condanna della decisione di Erdogan di reclamare Santa Sofia e del suo annuncio sulla Moschea di Al Aqsa”, tra le altre possibili teorie, rese più forti dal fatto che la Grecia ha avvertito la stessa scossa, ma non ha avuto morti. In Turchia sono morte almeno 90 persone. Come vedremo più avanti in questo articolo a proposito del recente terremoto in Turchia del 2023, un’arma tettonica usata nel momento geopolitico giusto potrebbe essere efficace nel cambiare il corso della storia. Un altro esempio sono gli attacchi a falsa bandiera (false flag), progettati per ottenere un risultato positivo per gli organizzatori dell’attacco. Vediamo solo il gioco di superficie, quando un leader o un Paese complotta o attacca un altro o cambia improvvisamente rotta, ma la forza reale che orchestra questi eventi è ben nascosta. Questa forza probabilmente offrirebbe a un bersaglio la prova di aver innescato o di poter provocare un terremoto, ma il pubblico in generale non crederebbe mai a questa fantastica “teoria della cospirazione”. Tra i rapporti ufficiali sui terremoti indotti artificialmente, abbiamo un’ammissione del dicembre 2019 pubblicata su The Diplomat che ha rivelato che il terremoto del 2017 che ha colpito la città di Pohang in Corea del Sud non è stato “un atto di Dio, ma fatto dall’uomo e indotto”. Dopo approfondite indagini sulle linee di faglia, è stato poi stabilito che la causa più probabile è stata l’iniezione di acqua nel terreno da parte dell’impianto geotermico di Pohang.
IL TERREMOTO DI TURCHIA-SIRIA E L’INCHIESTA WERLHOF/BERTELL
Il recente terremoto di Turchia-Siria del 2023 è stato descritto dai principali media mondiali come un tragico disastro naturale, ma altri mettono in dubbio questa ipotesi. La sociologa e politologa Claudia von Werlhof è stata intervistata dalla rivista tedesca Zeitpunkt sul recente terremoto e sul lavoro di Rosalie Bertell (1929-2012), “suora ambientalista” americana, scienziata e autrice del libro Planet Earth: The Latest Weapon of War. La Bertell è oggi ricordata anche come attivista per la pace e autorità di fama mondiale sugli effetti delle radiazioni a basso livello. I suoi sforzi, riconosciuti a livello internazionale, per denunciare le vittime spesso nascoste dell’energia nucleare e di altri avvelenamenti ambientali, le hanno aperto la strada per conoscere il lato oscuro delle armi segrete. Il libro della Bertell, tra gli altri argomenti, espone l’uso da parte dell’esercito statunitense di tecnologie in grado di controllare il tempo e di innescare eruzioni vulcaniche e terremoti. Claudia von Werlhof ha iniziato la sua indagine su queste possibilità dopo il terremoto di Haiti del 2010 e il suo legame personale con la Bertell. Ha incontrato la Bertell a Bonn in occasione del 30° anniversario del Right Livelihood Award, il premio Nobel alternativo, che la Bertell aveva ricevuto nel 1986 per il suo primo libro. Da quel momento in poi, le due, come ha dichiarato la Werlhof, hanno legato per il loro lavoro di ricerca “del quadro generale del perché vengono sviluppate armi che riguardano l’intero pianeta. Perché qualcuno vuole tenere sotto controllo il pianeta e trasformarlo in un’arma?”. Il loro lavoro ha infine portato a comprendere che le tecnologie segrete possono innescare terremoti. “Rosalie ha sempre detto che in singoli casi è difficile separare i geo-esperimenti militari dal reale scuotimento del pianeta. Ma la conoscenza di queste possibilità è disponibile al più tardi dal 1976, attraverso la Convenzione ENMOD, la Convenzione delle Nazioni Unite sulla modificazione ambientale. Tutte queste tecniche sono già state elencate in essa - fino ai terremoti, alle eruzioni vulcaniche, ai cambiamenti meteorologici di ogni tipo”. Werlhof sostiene che alcune di queste tecniche sono state utilizzate durante la guerra del Vietnam. La tecnologia alla base di tutto questo è legata al lavoro del geniale inventore Nikola Tesla. Alla sua morte, nel 1943, “il materiale di Tesla è stato immediatamente assorbito dall’Oriente e dall’Occidente, poi utilizzato per nuove invenzioni. Ci sono numerosi brevetti ufficiali di cui si può leggere”, ha detto. Nell’intervista, Werlhof sottolinea che questa tecnologia è stata sviluppata e utilizzata per oltre 80 anni. Lei e la Bertell concordano sul fatto che “la tecnologia militare è sempre diversi decenni avanti rispetto a ciò che il pubblico conosce e che le armi ambientali faranno parte delle nuove guerre”. Werlhof cita la teoria secondo cui queste armi deriverebbero da esperimenti condotti da Tesla dopo aver prodotto terremoti nei pressi della sua abitazione utilizzando vibrazioni elettromagnetiche. “Queste vibrazioni sono ovunque”, spiega la Werlhof. “Egli le amplificò fino a quando l’energia liberata creò un terremoto che quasi distrusse la sua stessa casa”. Tesla ha reso possibile il nostro mondo moderno. L’elettronica moderna non sarebbe stata possibile senza le sue scoperte scientifiche”. Tesla è considerato uno degli esseri umani più brillanti che abbiano mai camminato sulla Terra. Non gli è mai stato riconosciuto il credito che meritava perché alcune delle sue invenzioni e scoperte erano considerate una minaccia per l’establishment, in particolare la sua ricerca sulla fornitura di energia gratuita per tutti. Uno dei suoi esperimenti più scandalosi prevedeva la creazione di un terremoto nel suo laboratorio di Manhattan, a New York, a testimonianza della sua continua ossessione per le vibrazioni, la risonanza e l’energia elettromagnetica. Nel 1896, Tesla stava lavorando sulle oscillazioni da utilizzare per il trasferimento di energia. L’idea era quella di creare un oscillatore alimentato a vapore che potesse essere utilizzato per creare varie frequenze. Se la frequenza dell’oscillatore corrispondeva alla frequenza di risonanza di un dispositivo ricevente, quest’ultimo avrebbe dovuto ritrasformare le oscillazioni meccaniche in corrente elettrica. Nel 1897 il dispositivo era pronto e nel 1898 riuscì a far oscillare il suo laboratorio al numero 48 di E. Houston St. a Manhattan, New York, tanto che i vicini, allarmati, chiamarono la polizia per segnalare un piccolo terremoto. Quando il suo laboratorio cominciò a tremare, egli prese una mazza sull’oscillatore per fermarlo, proprio mentre la polizia entrava nel laboratorio per vedere cosa stesse facendo. Il terremoto fu il risultato del fatto che Tesla riuscì a far coincidere la frequenza di risonanza del dispositivo con lo strato sabbioso del sottosuolo sotto il suo edificio. In un’altra occasione, durante una passeggiata serale, attaccò un vibratore a batteria delle dimensioni di una sveglia alla struttura in acciaio di un edificio in costruzione. Regolò la frequenza del vibratore fino a farla coincidere con la vibrazione di risonanza della struttura, creando un mini-terremoto quando la struttura e il terreno sotto di essa iniziarono a tremare. Nel numero dell’11 luglio 1935 del New York American, un articolo intitolato “Tesla’s Controlled Earthquake” riportava una citazione di Tesla: “Le vibrazioni ritmiche passano attraverso la Terra senza quasi alcuna perdita di energia. Diventa possibile trasmettere effetti meccanici alle più grandi distanze terrestri e produrre tutti i tipi di effetti unici. L’invenzione potrebbe essere usata con effetto distruttivo in guerra...”. In seguito questo fenomeno divenne noto come “Effetto Tesla”, poiché altri scienziati salirono a bordo del treno della ricerca per studiare c ome i segnali elettromagnetici di determinate frequenze potessero essere trasmes si attravers o la Terra per formare onde stazionarie nella Terra stessa, secondo la rivista Specula del gennaio 1978: “In certi casi, la coerenza di quest’onda stazionaria può e ssere indotta in modo che una frazione della vasta corrente elettromagnetica della Terra stessa si alimenti e aumenti l’onda stazionaria indotta”. Il concetto è stato definito anche “trasmettitore d’ingrandimento di Tesla” o TMT, e le onde risultanti potevano attraversare qualsiasi cosa solida o meno. La Bertell, come Chavez, credeva che l’HA ARP fosse una tecnologia chiave. Nonostante le smentite del coinvolgimento di HAARP da parte dei media tradizionali e degli scienziati, la Bertell ha affermato che HAARP ha agito come una canna di fucile che spara verso la Terra. Il dottor Nicholas Begich, il primo scienziato coinvolto nella campagna pubblica per smascherare l’impianto, ha descritto HAARP come “una tecnologia superpotente che emette onde radio e solleva aree della ionosfera (lo strato superiore dell’atmosfera) focalizzando un fascio e riscaldando quelle aree. Le onde elettromagnetiche rimbalzano poi sulla terra e penetrano in ogni cosa, viva e morta”. HAARP è stato ufficialmente “chiuso” dall’Aeronautica militare statunitense e restituito all ’Universi tà dell’Alaska Fairbanks nell’agosto 2015. Werlhof rit iene che “si suppon e che l’abbiano chiuso perché si poteva vedere ciò che stava accadendo su Internet. Ad esempio, prima del terremoto di Haiti, si poteva vedere che la struttura era sempre più utilizzata. Questa verificabilità del sistema era uno svantaggio per loro. Ma ci sono decine di impianti simili in tutto il mondo”. Secondo Werlhof, la ricerca della Bertell ha portato alla conclusione che esistano due fenom eni distinti che possono essere utilizzati per determinare se un terremoto sia stato innescato artificialmente o meno. “Uno è rappresentato da alcune formazioni nuvolose che mostrano determinate onde ad alta energia che viaggiano nell’atmosfera. L’altra caratteristica è ra ppresent ata da la mpi di luce n el cielo, simili a brevi arcobaleni chiamati “pla sma strike s ”, che si verif i c ano qua ndo le energie della ionosfera riscaldano l’atmosfera. E questo è stato osservato in diversi terremoti, ad esempio in Cina”. Funzionari e civili turchi hanno segnalato tali effetti luminosi nel cielo prima del recente terremoto. Stranamente, molti cittadini hanno caricato sui social media e su youtube i video delle luci per poi vedersi sospendere gli account o rimuovere i video.
PRESSIONE SULLA TURCHIA?
Il terremoto in Turchia ha avuto conseguenze economiche, sociali e politiche per il governo Erdogan. Ma questo disastro potrebbe essere legato a tentativi da parte degli Stati Uniti e della NATO di minare la rielezione di Erdogan? Secondo il Prof. Michel Chossudovsky, esperto di geopolitica, “la Turchia ha abbandonato il sistema di difesa aerea della NATO a favore dello “stato dell’arte” russo S-400. L'acquisizione di tecnologia militare russa faceva parte di un accordo di cooperazione militare concomitante e di un’alleanza tra la Turchia e la Russia stabilita all’indomani del fallito colpo di Stato sponsorizzato dagli Stati Uniti del luglio 2016 [contro Erdogan], per non parlare del fallito complotto per l’assassinio del presidente Erdogan “. Inoltre, è significativo”, osserva Chossudovsky, “che la Turchia sia stata coinvolta nei mesi precedenti al terremoto nel bloccare (per conto di Mosca?) l’adesione alla NATO di Svezia e Finlandia. Subito d opo il t erremoto, sotto la pressione di Washing ton, Ankara ha approvato a fine marzo la richiesta di adesione della Finlandia alla NATO”. “Washington è pienamente consapevole che non si può vincere una guerra contro la Russia quando il secondo Stato membro dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico per potenza militare, ovvero la Turchia, ‘dorme con il nemico’”. Secondo la sua analisi, l’obiettivo è quello di “sostituire Erdogan con un proxy obbediente degli Stati Uniti” e di “smantellare l’alleanza Russia-Turchia, reintegrando la Turchia nell’Alleanza Atlantica come ‘Paese obbediente della NATO’”. Ciò rispecchia le affermazioni secondo cui gli Stati Uniti avrebbero orchestrato il conflitto tra Russia e Ucraina inscenando il colpo di Stato di Kiev del 2014 che ha rovesciato un presidente filorusso, per poi militarizzare l’Ucraina con l’obiettivo di portarla all’ovile occidentale e mettere le forze NATO al confine diretto con la Russia. Ma scatenerebbero un terremoto massiccio e mortale per costringere la Turchia a mettersi in riga? È spaventoso pensare fino a che punto si spingeranno per far sì che la Russia faccia altrettanto e si arrenda alle pressioni della NATO e si ritiri dall’Ucraina.
PARTE DELL’AGENDA?
L’uso di tecniche di modificazione ambientale è stato vietato dalla Convenzione internazionale delle Nazioni Unite del 1977, ratificata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Tale divieto includeva “l’uso militare o di altre tecniche ostili di modificazione ambientale con effetti diffusi, duraturi o gravi”. Al 2022, 78 Paesi hanno ratificato/firmato il trattato, tra cui Stati Uniti, Turchia, Iran, Siria, Russia e Iraq. Israele non ha ratificato il trattato. Ma i trattati vengono inevitabilmente emendati, cambiati, modificati e infranti. C’è da chiedersi perché sia ancora così difficile per la gente comune riconoscere la possibilità che cose come la guerra meteorologica e il terrorismo da catastrofe naturale vengano usate come mezzi per raggiungere un fine. Secondo l’Enciclopedia Britannica, la “geoingegneria” è “la manipolazione su larga scala di uno specifico processo centrale per il controllo del clima terrestre allo scopo di ottenere uno specifico beneficio”. Wikipedia dice: “L’ingegneria climatica (chiamata anche geoingegneria) è un termine usato sia per la rimozione dell’anidride carbonica che per la gestione della radiazione solare, chiamata anche geoingegneria solare, quando applicata su scala planetaria”. Nei prossimi anni, la gente comune sentirà parlare molto di più di come la geoingegneria aiuterà a “salvare il pianeta” quando le élite miliardarie inizieranno i loro folli piani per “raffreddare il pianeta” utilizzando tecnologie di manipolazione del clima. Vedremo anche l’uso aperto di tecnologie militari segrete nel nuovo ordine mondiale emergente? E se si potesse rendere morto o senza tetto un numero massiccio di persone come modo crudele ma efficace per indurre le nazioni a piegarsi ai dettami delle élite globali? A mali estremi, estremi rimedi, non è forse il caso che l’élite di potere crei ancora più di questi mali estremi? Pestilenze, pandemie, terremoti, mega tempeste, eruzioni vulcaniche, inondazioni di livello biblico: cosa non orchestreranno, se ne avranno la possibilità e la tecnologia adatta per farlo? Mentre la terra trema e rabbrividisce e le nubi temporalesche si formano ed esplodono con furia, distruggendo intere città e villaggi e gettando milioni di persone nella povertà e nella disperazione, sembra che tutto sia possibile quando si tratta degli obiettivi “a qualsiasi costo” dell’élite globale e della sua sete di controllo sulla natura e sulla direzione futura dell’umanità.
Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.
Less
Di più
- Messaggi: 474
- Ringraziamenti ricevuti 11
8 Mesi 3 Giorni fa #54343
da Bastion
Risposta da Bastion al topic I tempi in cui viviamo - Raccolta di articoli a tema cospirazionista
LA TECNOLOGIA COME MALE O SALVEZZA?
OLTRE LA DICOTOMIA
Roberto Siconolfi
La tecnologia viene vista in una duplice veste, come male o salvezza da tutti i mali. E' possibile, tuttavia, andare oltre questa dicotomia? Se la tecnologia è un male, allora la ruota, l'aereo, la stampa, il computer, tutto ciò che ha esteso le facoltà umane sono il male? Probabile che il tutto sia più complesso, o più semplice, allo stesso tempo.
OLTRE LA DICOTOMIA
Roberto Siconolfi
La tecnologia viene vista in una duplice veste, come male o salvezza da tutti i mali. E' possibile, tuttavia, andare oltre questa dicotomia? Se la tecnologia è un male, allora la ruota, l'aereo, la stampa, il computer, tutto ciò che ha esteso le facoltà umane sono il male? Probabile che il tutto sia più complesso, o più semplice, allo stesso tempo.
Attenzione: Spoiler!
È possibile una visione equilibrata della tecnologia, che porti ad un rapporto equilibrato con questa, non tanto nella concezione classica ma errata secondo la quale l’importante è utilizzarla bene, bensì nel rapporto equilibrato dell’uomo con se stesso, e dunque anche di quelle che sono sue vere e proprie estensioni: le protesi tecnologiche. Probabile che il tutto sia più complesso, o più semplice, allo stesso tempo!
TECNOLOGIA, IL MITO DI NED LUDD: DISTRUGGERE LA MACCHINA
Uno dei capostipiti della lotta alla tecnologia in quanto tale, è colui che divenne un vero e proprio mito all’interno del movimento operaio del XVIII secolo, ovvero il capitano (o generale) Ned Ludd. Poco si sa della vita di questo capitano; secondo alcuni egli non è addirittura esistito, tuttavia il suo nome è divenuto leggenda con l’avvento della società industriale, della fabbrica, e delle prime grandi tecnologie dell’industria moderna (macchina a vapore, telaio, ecc.). Con Ned Ludd nascerà il luddismo, ovvero quel movimento di protesta delle fabbriche che si scaglia proprio contro la macchina, vedendola come l’incarnazione dello sfruttamento e della sofferenza operaia ai tempi dell’avvento della società industriale. A partire proprio dalla distruzione di un telaio meccanico ad opera dello stesso Ludd in un evento che si presume occorso nel 1779, il luddismo nasce in quel panorama non solo inglese, ma anche francese e in generale europeo e americano, di diffusione di idee rivoluzionarie, giacobine, egualitarie, proletario quanto borghese, frammisto a movimenti religiosi a base protestante (calvinismo, puritanesimo, metodismo). Con l’evoluzione del movimento operaio e socialista, il luddismo sarà superato dal marxismo e dal cd socialismo scientifico, il quale invece promuoverà ideologicamente l’impadronimento dei mezzi di produzione, e quindi anche dei dispositivi e degli strumenti tecnologici. Questo aprirà un interessante dibattito, all’interno del movimento e del pensiero rivoluzionario e socialista, tra chi crede che la macchina, la tecnologia, sia neutra e finalizzata ad un uso, come il dominio di classe, e chi invece la riterrà intrinsecamente negativa.
LA SCUOLA DI FRANCOFORTE E LA TECNOLOGIA TOTALITARIA
L’espressione Scuola di Francoforte è in realtà una definizione generica che inquadra la corrente sociologica, filosofica, e in ultima analisi culturale, politica e scientifica del marxismo storico. Essa nasce nel 1923 con l’Istituto per la Ricerca Sociale dell’Università Johann Wolfgang Goethe di Francoforte sul Meno, su iniziativa di una serie di intellettuali e ricercatori. La Scuola di Francoforte si pone in contrasto con il cosiddetto marxismo ortodosso, per una specificità particolarmente importante per il nostro discorso: i rapporti di produzione di marxiana memoria sono incorporati nei mezzi di produzione, e dunque i mezzi di produzione non sono neutri e ad appannaggio della classe al comando (borghese ma anche proletaria nel caso di dittatura di quest’ultima), bensì sono essi stessi i mezzi del padrone: i mezzi di produzione sono la borghesia, sono il capitalismo! Su questa lunghezza d’onda il saggio di Horkheimer e Adorno Dialettica dell’Illuminismo, il “doppio volto” dell’illuminismo, che da filosofia di libertà disvela la sua vocazione di sopraffazione, in particolare della scienza sulla natura, e di mantenimento dello status quo della classe dominante. A questo si aggiunge la capacità totalizzante dei mezzi e della tecnologia, per come vista sempre dai francofortisti e in particolare dal Marcuse, e che costituisce l’altro punto fondamentale di tale corrente di pensiero, secondo la quale il capitale ha un vero e proprio piano, il cui fine ultimo è il dominio totalitario – una componente che ritroveremo in certe tendenze cospirazioniste odierne.
CONSERVATORISMO E FONDAMENTALISMO RELIGIOSO: LA TECNOLOGIA DEMONIACA
Da tutta un’altra prospettiva, in base al pensiero conservatore e a un certo tradizionalismo e fondamentalismo religioso, la tecnologia viene vista come un male. Sia che la si voglia vedere come il naturale sviluppo di un moto di decadenza della storia e della civiltà, in particolare occidentale, sia che la si voglia vedere come espressione di forze demoniache, sataniche o semplicemente espressione della materia, in ambo i casi la tecnologia rappresenta un’impurità, un allontanamento da Dio o dai mondi dello spirito, il metodo/misura di valore delle società materialistiche. Martin Heidegger, con le sue riflessioni sulla tecnica, si concentra sulla differenza tra tecnica classica e tecnica moderna, dove la seconda è causa di uno squilibrio tra l’energia presente nel sistema naturale e quella utilizzata, e che viene immagazzinata a tale scopo. In pratica la tecnica moderna, diversamente da quella classica, allontana ulteriormente l’uomo dalle dinamiche naturali, e pure da se stesso, essendo la tecnica un qualcosa che va oltre il dato meramente tecnico, e che apre all’essenza delle cose e della realtà. Ma ancora in una prospettiva simile possiamo citare René Guénon “https://blog.advmedialab. com/tecnologia-male-salvezza-oltre- dicotomia”\, per il quale le società con una forte componente tecnica, oltre che economica, rappresentano forse un ultimo stadio del moto di decadenza della storia, un’affermazione di modelli basati sulla quantità, che escludono il primato della qualità, oltre che dello spirito. E poi ancor più in là troviamo le religioni più tradizionaliste, o le loro correnti meno conciliate con la modernità (dal cristianesimo ortodosso alle correnti preconciliari del cattolicesimo), fino ai veri e propri fondamentalismi, i quali vedono nella tecnologia l’aspetto prettamente malefico, demoniaco, satanico, e che va combattuto senza sé e senza ma.
TECNOLOGIA E COSPIRAZIONE: LE TENDENZE ATTUALI
In maniera più aderente all’attualità politica ed ideologica, la tecnologia assume le vesti del grande oppressore nei confronti degli uomini e dei popoli. A torto o a ragione, i media, il digitale e la tecnologia più in generale vengono individuati da tutta una serie di correnti politiche e di pensiero alternative attuali, come l’apparato delle élite nel loro governo/ oppressione dei popoli. Il dominio dei media ad opera di pochi grandi gruppi interlacciati a specifici poteri forti, il regime speciale della sorveglianza, le idee green sulla transizione ecologica e digitale, la quarta rivoluzione industriale, il postumanesimo e il transumanesimo: tutto ciò costituisce quel terreno di potere politico sul quale si articola la lotta di quelle aree indicate, in senso pieno o dispregiativo, come populiste, sovraniste, cospirazioniste o del dissenso. La base di questa lotta, politica quanto ideologica, è costituita da tendenze di pensiero che in qualche modo miscelano o sono frutto di quelle da noi analizzate in precedenza. Da una neo-luddista all’interno di un certo populismo e sovranismo popolare, di sinistra, fino alle tendenze più propriamente tradizionaliste, o cattolico preconciliari, o legate a un tradizionalismo ortodosso, che dalla Russia agli Stati Uniti, passando per l’Europa occidentale si oppongono ai piani di disumanizzazione dell’uomo ad opera delle élite dominanti, nel loro tentativo di creare una specie di uomo nuovo transumano e proprio attraverso la componente tecnologica. Per quest’ultima componente, quella cattolica preconciliare o cattolico integralista, la tecnologia, o meglio taluni aspetti legati al progresso tecnologico, sia in ambito culturale, che negli sviluppi stessi (post e transumaneismo), derivano dalla gnosi, forma sapienziale antica, presente anche nel cristianesimo delle origini, e antico avversario dell’istituzione religiosa cristiana. In particolare vengono visti come gnostici, a torto o a ragione, gli aspetti legati alla volontà di perfezionamento della natura umana (in particolare il corpo) attraverso la tecnologia, e la volontà di conoscere da parte dell’uomo al di là della religione, intesa particolarmente in senso istituzionale. Infine, abbiamo un certo ecologismo, sovente legato allo spiritualismo contemporaneo, che vede sempre nell’affermazione di modelli altamente tecnologici la negazione dell’essenza umana più profonda, spirituale, e questo anche nel rapporto con la natura.
LA TECNOLOGIA COME SALVEZZA E MISURA DEL PROGRESSO
Passiamo al fronte di coloro che vedono nella tecnologia uno dei massimi fattori di progresso civile e sociale, misura dello sviluppo umano e della civiltà, con addirittura una velata, e nemmeno troppo, possibilità di salvezza dell’umanità. Il progresso tecnologico, come quello scientifico del resto, come la fonte della verità e delle possibilità di elevazione dell’uomo: sembrerà strano ma è questa la promessa ultima della scienza del nostro tempo, spesso deformata in quel movimento ideologico-filosoficoreligioso che investe la scienza di verità, concepite in maniera dogmatica e che possiamo definire scientismo. Se è l’uomo l’artefice del suo destino, senza l’ausilio di alcun Dio o di alcuna forza celeste, se l’obiettivo fondamentale dell’uomo è la conquista del mondo, piuttosto che dei cieli o del paradiso, allora l’attività conoscitiva e creativa di questi va rivolta alle cose del mondo, ad un’estensione orizzontale verso tutto ciò che ci circonda su questo piano. E se con l’illuminismo, il positivismo, il razionalismo, il materialismo, si ha l’avvento dal punto di vista non solo filosofico, scientifico e culturale ma anche della percezione del mondo di tale orizzontalizzazione, allora le tecnoscienze, lo sviluppo a oltranza delle facoltà umane in ambito materiale, sensibile, rappresentano la naturale filiazione della Dea ragione. Se il soggetto si sgancia dall’oggetto, alla maniera di Cartesio, allora il soggetto può immaginare e manipolare l’oggetto a proprio piacimento, in un discorso che non ha più limiti e che va dalla scissione tra il soggetto e l’universo, non concependosi più parte di un Tutto, fino alla creazione della vita in laboratorio, non sentendosi più parte di una creazione a lui superiore.
SILICON VALLEY: L’ATLANTIDE DELLA TECNOLOGIA
Passiamo a quella che forse è la punta più avanzata della concezione della tecnologia come salvezza dell’umanità, quella che possiamo definire non a torto come un’Atlantide tecnologica, una terra perfetta, utopica, dove il progresso scientifico e tecnologico si mescola con atmosfere e culture di stampo esoterico-paganeggianti. Una conoscenza senza limiti della realtà, a similitudine delle suddette atmosfere e culture, e sempre a similitudine, o forse a parodia, di certe concezioni gnostiche sulla possibilità dell’uomo di potersi elevare da sé, senza limiti, giungendo ad una piena conoscenza e comprensione della realtà. La Silicon Valley nasce proprio in questo mix a sfondo esoterico-tecnologico, che riprende, e in molti casi scimmiotta, determinate dottrine altamente sapienziali, riproponendole nella versione più contemporanea, occidentale, hippie, cyberpunk, utopico socialisteggiante, anarcoide e con venature gerarchico-meritocratiche. Ma la Silicon Valley e tutto l’apparato tecnico-scientifico da essa generato, prende piede anche per l’utilità del sistema militare e spionistico della più grande potenza mondiale, gli USA, e contemporaneamente come testa d’ariete di una novella forma imperiale, non più basata su confini spaziali, ma creatrice di nuove frontiere, allo stesso modo territoriali e disciplinanti. Sebbene situata in un territorio preciso, tra San Francisco a San Jose, essa si traspone su quello virtuale, formato dalle più grandi imprese hi-tech del nostro tempo (Amazon di Jeff Bezos, Apple di Steve Jobs, Meta di Mark Zuckerberg, Microsoft di Bill Gates, e poi Linkedin, eBay, Intel, PayPal, Nvidia, ecc.), e da questo piano ancora a quello politico, nel senso neo-imperiale, di un impero a-geografico, come da noi brevemente descritto.
POSTUMANESIMO E TRANSUMANESIMO: LA LIBERAZIONE ATTRAVERSO LA TECNOLOGIA
In questo quadro, che vede nella tecnologia una specie di terra promessa, uno strumento per la liberazione della specie umana, nascono due correnti di pensiero: il postumanesimo e il transumanesimo. La prima, di maggior taglio filosofico- scientifico, riflette sull’avanzata del progresso tecnologico, dalle biotecnologie fino all’ibridazione con l’umano, e su tutte le ricadute conseguenti da un punto di vista della concezione antropologica oltre che etica e filosofica. Secondo Roberto Marchesini, il postumanesimo, e la nuova figura del Multividuo si caratterizzano per un’apertura costante all’alterità, la quale non è più concepita come un qualcosa di impuro, alla maniera degli umanisti oppure degli essenzialisti “https://blog.advmedialab.com/tecnologiamale- salvezza-oltre-dicotomia”\. L’uomo si apre permanentemente all’alterità, si ibrida con il non umano, e non ha più identità né centri di gravità; non ha essenza, appunto, non ha un centro di coesione. Se il postumanesimo definisce le possibilità di evoluzione antropologica e degli aspetti filosofici, umanistici e biologici, il transumanesimo è un vero e proprio movimento sub-culturale, per certi versi politico. Un movimento che ritiene l’umanità ancora incompiuta, e che mira a raggiungere la compiutezza proprio attraverso lo sviluppo tecno-scientifico, pur nella consapevolezza di quanto di oscuro ciò possa comportare. Il transumanesimo si batte per la possibilità dell’uomo di condurre liberamente la propria vita, includendo in ciò la possibilità di modificazioni antropologiche e tecnologiche, propugnando politiche inclusive e un’eguaglianza tra tutti gli esseri non solo umani, e dunque anche animali e macchine. Il transumanesimo e il postumanesimo affondano le loro radici, inoltre, nella letteratura cyberpunk e fantascientifica, nella body art, e nel cinema sempre fantascientifico o body horror. In generale, da un punto di vista estetico, viene celebrato quel sex appeal, che miscela organico ed inorganico, pulsioni sessuali con oggetti inanimati, scenari distopici e futuristici.
LA NUOVA ALBA DELLA TECNOLOGIA: DICHIARAZIONE TRANSUMANISTA
Il movimento transumanista propone una vera e propria nuova alba della tecnologia in grado di liberare, emancipare e realizzare definitivamente l’essere umano e la sua libertà. Ecco la sintesi della dichiarazione (ultima versione del 2009), firmata dai principali esponenti del movimento: 1) L’umanità sarà profondamente trasformata dalla scienza e dalla tecnologia del futuro; 2) Crediamo che il potenziale dell’umanità sia ancora in gran parte irrealizzato; 3) Siamo consapevoli di come l’umanità si trovi ad affrontare gravi rischi, in particolare derivanti dal cattivo uso delle nuove tecnologie; 4) Sforzi di ricerca sistematici vanno indirizzati alla comprensione di tali prospettive; 5) La riduzione dei rischi esistenziali, lo sviluppo dei mezzi per la preservazione della vita e della salute, l’alleviamento delle sofferenze gravi, e il miglioramento della lungimiranza e della saggezza umana; 6) La formulazione delle politiche dovrebbe essere guidata da una visione morale responsabile e inclusiva; 7) Sosteniamo il benessere di tutti gli esseri senzienti;
Siamo favorevoli che agli individui venga riconosciuta un’ampia libertà di scelta su come condurre le proprie vite.
ACCELERAZIONISMO, PROMETEISMO, ARCHEOFUTURISMO: TECNOLOGIA E MOVIMENTI POLITICI RADICALI
Oltre quelli citati, ci sono movimenti più propriamente politici, che hanno la tecnologia come fondamento della propria visione, e in un’ottica assai radicale e volta a superare lo status quo, sia in un ambito economico e che socio-politico. Il primo è sicuramente l’accelerazionismo, nelle sua varianti di sinistra e di destra, che propugna un’accelerazione delle dinamiche capitaliste, al fine di distruggere e superare tale sistema economico. Da un lato la sinistra vuole l’evoluzione tecnologica per fini di emancipazione sociale (vedere Mark Fisher, o anche Nick Srnicek), la destra invece, con una matrice maggiormente capitalista, vuole promuovere una gerarchia ed una sorta di super razza (vedere le teorie di Nick Land). Il centro nevralgico dell’accelerazionismo è il Cybernetic Culture Research Unit (CCRU) fondato da Nick Land e Sadie Plant all’Università di Warwick in Gran Bretagna nel 1995, dove si miscelano influenze cyberpunk, horror gotiche, esoterismo, numerologia, demonologia, e sperimentazioni di musica elettronica e sostanze psicotrope. L’accelerazionismo alla Nick Land, ritratto nelle sue opere, in particolare in Dark Enlightenment è sicuramente tra i punti di riferimento della cosiddetta alt-right, la destra alternativa americana, pur divergendo per la vocazione di questa in senso populista e anti-capitalista. Ma sempre in seno alla destra alternativa, stavolta europea, nasce il prometeismo, e a partire dall’opera dell’intellettuale francese Guillaume Faye, già facente parte del movimento della Nuvelle Droite e del Groupement de recherche et d’études pour la civilisation européenne (GRECE) ma che ruppe con questo nel 1986. L’intellettuale in Archeofuturismo delinea nella sua visione la coniugazione dei valori originari del mondo arcaico, con l’avanzata del progresso tecnico e tecnologico. La figura di Prometeo, che darà vita anche a tutto il movimento culturale conseguente, viene letta come il Dio, che non facendosi scrupoli di una certa morale cattolica, supera determinati limiti, ma non a fini prettamente sovversivi, antidivini, ma per servire in qualche modo l’uomo e la sua conoscenza.
TECNOLOGIA E POTERE: IL TRANSUMANESIMO DELLE ÉLITE
Altro tema fondamentale di questa rassegna è il rapporto tra tecnologia e potere, affrontato non tanto nell’aspetto critico, come abbiamo visto con nei primi paragrafi. Determinate idee, orientamenti, prassi sono frutto dello spirito del tempo, delle idee collettive e della forma mentis di un dato periodo. Da questo punto di vista tutto quello che riguarda il postumanesimo, il transumanesimo, ecc., è inevitabilmente parte, con le dovute differenze, anche della cultura dominante. È il brodo di coltura del XXI secolo, del mondo postmoderno, degli esordi del nuovo millennio, un brodo di coltura nel quale affondano determinati gruppi di potere. Tra questi vi è sicuramente il World Economic Forum (WEF), con l’uomo di punta Klaus Schwab, autore de La quarta rivoluzione industriale, il quale analizza, prefigura, e progetta, un mondo dove la componente robotica, di intelligenza artificiale, sia preponderante, fino a giungere a vere e proprie modifiche antropologiche, degli ordinamenti giuridico- politici e della struttura socio-politica mondiale: tutte idee dominanti anche in ambito politico, pensiamo alla UE e ai suoi piani relativi alla transizione ecologica e digitale. Altro progetto d’élite è il Great Reset, un piano articolato insieme all’Agenda 2030 dell’ONU e sostenuto dallo stesso WEF, volto ad una riarticolazione della vita sul pianeta (per ora si riscontra molto nel cosiddetto Occidente), al fine di creare un rapporto ottimale tra uomo e natura e attraverso le nuove tecnologie. Ma ancora tra i potenti transumanisti non possiamo non citare il magnate Elon Musk (Tesla, Neuralink, Twitter, Space X, ecc.). Le sue idee, i suoi desideri, talvolta i suoi capricci, sono di dominio pubblico attraverso le sue stravaganti uscite. Anch’egli è uno degli uomini di punta della rivoluzione digitale, forgiatosi proprio tra gli ambienti della Silicon Valley. Interessante notare anche il suo riposizionamento politico da quando è divenuto il proprietario di Twitter (ora X), facendo sbloccare l’account del presidente Donald Trump con il quale sembra aver instaurato una simpatia e comunanza di intenti. È tra i firmatari, inoltre, della moratoria internazionale per l’Intelligenza Artificiale, paventando i sinistri scenari ai quali questa può portare.
TECNOLOGIA, OLTRE MALE E SALVEZZA: LA TERZA VIA
Oltre i fronti anti-tecnologico e pro se non ipertecnologico, è possibile tracciare una possibilità alternativa, una terza via alla tecnologia. Una terza via che tenga conto delle criticità espresse dai due fronti in tutte le loro sfaccettature, ma che sia basata sostanzialmente sulla presenza mentale. Il vivere la realtà che abbiamo sottomano implica il confronto inevitabile con la tecnologia, le nuove tecnologie multimediali, il digitale. È importante, dal nostro punto di vista, fare propria la lezione di Marshall McLuhan secondo la quale medium is the message, e che dunque la componente dei media è fondamentale nella vita e nella storia umana, tanto da riconfigurare la stessa antropologia e nei suoi vari aspetti. Tra i filosofi della comunicazione del nostro tempo vi è sicuramente Cosimo Accoto, il quale in alcuni suoi scritti riferisce esplicitamente sull’erroneità dell’atteggiamento di respingimento o di ingenuo entusiasmo. L’era inflazionaria, alla quale andiamo incontro va affrontata secondo il filosofo italiano, dal punto di vista della tollerabilità da parte dell’umano ai continui input, stimoli e avanzamenti tecnologici. Ma potremmo citare anche Luciano Floridi, il quale nel suo concetto di On life riferisce che oramai le coscienze umane sono già connesse e viventi in una gigantesca Infosfera, che ricalca il concetto di Noosfera elaborato dal filosofo gesuita Teilhard de Chardin. Sempre dal nostro punto di vista, però, l’unico strumento che ci può garantire di far fronte all’avanzata travolgente, all’uncanny valley delle nuove tecnologie, è la coscienza. Più il soggetto è presente a se stesso, cosciente, più sarà in grado di affrontare il mondo per come si sta dispiegando, compresi gli aspetti più strabilianti come la modifica antropologica postumana. Su questa linea, va superata anche quella vecchia concezione positivista del mezzo, visto come sganciato dal fine. Anche in questo caso medium is the message, medium che ha una capacità travolgente e non può essere vissuto come neutro e semplicemente utile o non utile a qualcosa. Esso configura, ricrea, pervade, e dunque solo un’attività umana estremamente cosciente può dirigerlo.
TECNOLOGIA: UNA PORTA D’ACCESSO ALLA CONOSCENZA DELLA REALTÀ
In un senso ancor più profondo tutta una serie di riflessioni possono essere fatte e grazie alla conoscenza che si ha della tecnologia e di tutto il movimento di trasformazione della realtà dovuto ad essa. Attraverso l’uso della tecnologia, dei nuovi media in particolare, è possibile comprendere il funzionamento della realtà nelle sue leggi universali. È possibile trovare quelle connessioni psichiche che fanno del mondo un tutt’uno, per così dire, è possibile notare quei risvolti karmici dovuti alla nostra carica emozionale sul mondo (nell’uso dei social media in particolare), è possibile notare quelle integrazioni verso i nostri stessi dispositivi che li rendono oramai parte di noi e del nostro tessuto neuro-cognitivo, seppure in forma invisibile. Ma ancora, è possibile comprendere chi è il dominatore, il creatore di tutto ciò, e cioè l’uomo, e da qui comprendere che la macchina potrà solo emulare l’uomo, e i suoi sistemi algoritmici essere solo una riduzione descrittiva dell’esperienza umana, come chiarisce l’inventore del microprocessore Federico Faggin in Irriducibile. E questo segna un punto a svantaggio di tutte quelle concezioni meramente evoluzioniste e materialiste che assimilano l’uomo e il suo cervello ad una specie di macchinario meramente computazionale che si evolve sostanzialmente a caso, o seguendo delle leggi di mera convenienza naturale.
IL CREATORE DELLA TECNOLOGIA: L’UOMO
È l’uomo che crea tutte queste meraviglie a partire da una visione più profonda, che è situata inevitabilmente in altri mondi, invisibili, che sono quelli che poi si appoggiano, si incarnano, agli organi materiali (il cervello), dando vita al mondo per come lo conosciamo e al progresso della tecnologia. A riguardo sempre le riflessioni di Faggin sull’invenzione del primo computer ad opera di Alan Turing, frutto proprio di una visione profonda, un’intuizione sovrasensibile per dirla con Platone, una connessione tra mondi visibili e invisibili, con il computer che in qualche modo è stato già generato in questi ultimi. A riguardo tutto lo studio e la ricerca sulle relazioni tra tecnologia e magia, che vede nella pubblicazione di Andrea Venanzoni Il trono oscuro un’esaustiva disamina storica e intellettuale sul come, e in quali ambienti esoterici, determinate scoperte siano state partorite.
TECNOLOGIA, IL MITO DI NED LUDD: DISTRUGGERE LA MACCHINA
Uno dei capostipiti della lotta alla tecnologia in quanto tale, è colui che divenne un vero e proprio mito all’interno del movimento operaio del XVIII secolo, ovvero il capitano (o generale) Ned Ludd. Poco si sa della vita di questo capitano; secondo alcuni egli non è addirittura esistito, tuttavia il suo nome è divenuto leggenda con l’avvento della società industriale, della fabbrica, e delle prime grandi tecnologie dell’industria moderna (macchina a vapore, telaio, ecc.). Con Ned Ludd nascerà il luddismo, ovvero quel movimento di protesta delle fabbriche che si scaglia proprio contro la macchina, vedendola come l’incarnazione dello sfruttamento e della sofferenza operaia ai tempi dell’avvento della società industriale. A partire proprio dalla distruzione di un telaio meccanico ad opera dello stesso Ludd in un evento che si presume occorso nel 1779, il luddismo nasce in quel panorama non solo inglese, ma anche francese e in generale europeo e americano, di diffusione di idee rivoluzionarie, giacobine, egualitarie, proletario quanto borghese, frammisto a movimenti religiosi a base protestante (calvinismo, puritanesimo, metodismo). Con l’evoluzione del movimento operaio e socialista, il luddismo sarà superato dal marxismo e dal cd socialismo scientifico, il quale invece promuoverà ideologicamente l’impadronimento dei mezzi di produzione, e quindi anche dei dispositivi e degli strumenti tecnologici. Questo aprirà un interessante dibattito, all’interno del movimento e del pensiero rivoluzionario e socialista, tra chi crede che la macchina, la tecnologia, sia neutra e finalizzata ad un uso, come il dominio di classe, e chi invece la riterrà intrinsecamente negativa.
LA SCUOLA DI FRANCOFORTE E LA TECNOLOGIA TOTALITARIA
L’espressione Scuola di Francoforte è in realtà una definizione generica che inquadra la corrente sociologica, filosofica, e in ultima analisi culturale, politica e scientifica del marxismo storico. Essa nasce nel 1923 con l’Istituto per la Ricerca Sociale dell’Università Johann Wolfgang Goethe di Francoforte sul Meno, su iniziativa di una serie di intellettuali e ricercatori. La Scuola di Francoforte si pone in contrasto con il cosiddetto marxismo ortodosso, per una specificità particolarmente importante per il nostro discorso: i rapporti di produzione di marxiana memoria sono incorporati nei mezzi di produzione, e dunque i mezzi di produzione non sono neutri e ad appannaggio della classe al comando (borghese ma anche proletaria nel caso di dittatura di quest’ultima), bensì sono essi stessi i mezzi del padrone: i mezzi di produzione sono la borghesia, sono il capitalismo! Su questa lunghezza d’onda il saggio di Horkheimer e Adorno Dialettica dell’Illuminismo, il “doppio volto” dell’illuminismo, che da filosofia di libertà disvela la sua vocazione di sopraffazione, in particolare della scienza sulla natura, e di mantenimento dello status quo della classe dominante. A questo si aggiunge la capacità totalizzante dei mezzi e della tecnologia, per come vista sempre dai francofortisti e in particolare dal Marcuse, e che costituisce l’altro punto fondamentale di tale corrente di pensiero, secondo la quale il capitale ha un vero e proprio piano, il cui fine ultimo è il dominio totalitario – una componente che ritroveremo in certe tendenze cospirazioniste odierne.
CONSERVATORISMO E FONDAMENTALISMO RELIGIOSO: LA TECNOLOGIA DEMONIACA
Da tutta un’altra prospettiva, in base al pensiero conservatore e a un certo tradizionalismo e fondamentalismo religioso, la tecnologia viene vista come un male. Sia che la si voglia vedere come il naturale sviluppo di un moto di decadenza della storia e della civiltà, in particolare occidentale, sia che la si voglia vedere come espressione di forze demoniache, sataniche o semplicemente espressione della materia, in ambo i casi la tecnologia rappresenta un’impurità, un allontanamento da Dio o dai mondi dello spirito, il metodo/misura di valore delle società materialistiche. Martin Heidegger, con le sue riflessioni sulla tecnica, si concentra sulla differenza tra tecnica classica e tecnica moderna, dove la seconda è causa di uno squilibrio tra l’energia presente nel sistema naturale e quella utilizzata, e che viene immagazzinata a tale scopo. In pratica la tecnica moderna, diversamente da quella classica, allontana ulteriormente l’uomo dalle dinamiche naturali, e pure da se stesso, essendo la tecnica un qualcosa che va oltre il dato meramente tecnico, e che apre all’essenza delle cose e della realtà. Ma ancora in una prospettiva simile possiamo citare René Guénon “https://blog.advmedialab. com/tecnologia-male-salvezza-oltre- dicotomia”\, per il quale le società con una forte componente tecnica, oltre che economica, rappresentano forse un ultimo stadio del moto di decadenza della storia, un’affermazione di modelli basati sulla quantità, che escludono il primato della qualità, oltre che dello spirito. E poi ancor più in là troviamo le religioni più tradizionaliste, o le loro correnti meno conciliate con la modernità (dal cristianesimo ortodosso alle correnti preconciliari del cattolicesimo), fino ai veri e propri fondamentalismi, i quali vedono nella tecnologia l’aspetto prettamente malefico, demoniaco, satanico, e che va combattuto senza sé e senza ma.
TECNOLOGIA E COSPIRAZIONE: LE TENDENZE ATTUALI
In maniera più aderente all’attualità politica ed ideologica, la tecnologia assume le vesti del grande oppressore nei confronti degli uomini e dei popoli. A torto o a ragione, i media, il digitale e la tecnologia più in generale vengono individuati da tutta una serie di correnti politiche e di pensiero alternative attuali, come l’apparato delle élite nel loro governo/ oppressione dei popoli. Il dominio dei media ad opera di pochi grandi gruppi interlacciati a specifici poteri forti, il regime speciale della sorveglianza, le idee green sulla transizione ecologica e digitale, la quarta rivoluzione industriale, il postumanesimo e il transumanesimo: tutto ciò costituisce quel terreno di potere politico sul quale si articola la lotta di quelle aree indicate, in senso pieno o dispregiativo, come populiste, sovraniste, cospirazioniste o del dissenso. La base di questa lotta, politica quanto ideologica, è costituita da tendenze di pensiero che in qualche modo miscelano o sono frutto di quelle da noi analizzate in precedenza. Da una neo-luddista all’interno di un certo populismo e sovranismo popolare, di sinistra, fino alle tendenze più propriamente tradizionaliste, o cattolico preconciliari, o legate a un tradizionalismo ortodosso, che dalla Russia agli Stati Uniti, passando per l’Europa occidentale si oppongono ai piani di disumanizzazione dell’uomo ad opera delle élite dominanti, nel loro tentativo di creare una specie di uomo nuovo transumano e proprio attraverso la componente tecnologica. Per quest’ultima componente, quella cattolica preconciliare o cattolico integralista, la tecnologia, o meglio taluni aspetti legati al progresso tecnologico, sia in ambito culturale, che negli sviluppi stessi (post e transumaneismo), derivano dalla gnosi, forma sapienziale antica, presente anche nel cristianesimo delle origini, e antico avversario dell’istituzione religiosa cristiana. In particolare vengono visti come gnostici, a torto o a ragione, gli aspetti legati alla volontà di perfezionamento della natura umana (in particolare il corpo) attraverso la tecnologia, e la volontà di conoscere da parte dell’uomo al di là della religione, intesa particolarmente in senso istituzionale. Infine, abbiamo un certo ecologismo, sovente legato allo spiritualismo contemporaneo, che vede sempre nell’affermazione di modelli altamente tecnologici la negazione dell’essenza umana più profonda, spirituale, e questo anche nel rapporto con la natura.
LA TECNOLOGIA COME SALVEZZA E MISURA DEL PROGRESSO
Passiamo al fronte di coloro che vedono nella tecnologia uno dei massimi fattori di progresso civile e sociale, misura dello sviluppo umano e della civiltà, con addirittura una velata, e nemmeno troppo, possibilità di salvezza dell’umanità. Il progresso tecnologico, come quello scientifico del resto, come la fonte della verità e delle possibilità di elevazione dell’uomo: sembrerà strano ma è questa la promessa ultima della scienza del nostro tempo, spesso deformata in quel movimento ideologico-filosoficoreligioso che investe la scienza di verità, concepite in maniera dogmatica e che possiamo definire scientismo. Se è l’uomo l’artefice del suo destino, senza l’ausilio di alcun Dio o di alcuna forza celeste, se l’obiettivo fondamentale dell’uomo è la conquista del mondo, piuttosto che dei cieli o del paradiso, allora l’attività conoscitiva e creativa di questi va rivolta alle cose del mondo, ad un’estensione orizzontale verso tutto ciò che ci circonda su questo piano. E se con l’illuminismo, il positivismo, il razionalismo, il materialismo, si ha l’avvento dal punto di vista non solo filosofico, scientifico e culturale ma anche della percezione del mondo di tale orizzontalizzazione, allora le tecnoscienze, lo sviluppo a oltranza delle facoltà umane in ambito materiale, sensibile, rappresentano la naturale filiazione della Dea ragione. Se il soggetto si sgancia dall’oggetto, alla maniera di Cartesio, allora il soggetto può immaginare e manipolare l’oggetto a proprio piacimento, in un discorso che non ha più limiti e che va dalla scissione tra il soggetto e l’universo, non concependosi più parte di un Tutto, fino alla creazione della vita in laboratorio, non sentendosi più parte di una creazione a lui superiore.
SILICON VALLEY: L’ATLANTIDE DELLA TECNOLOGIA
Passiamo a quella che forse è la punta più avanzata della concezione della tecnologia come salvezza dell’umanità, quella che possiamo definire non a torto come un’Atlantide tecnologica, una terra perfetta, utopica, dove il progresso scientifico e tecnologico si mescola con atmosfere e culture di stampo esoterico-paganeggianti. Una conoscenza senza limiti della realtà, a similitudine delle suddette atmosfere e culture, e sempre a similitudine, o forse a parodia, di certe concezioni gnostiche sulla possibilità dell’uomo di potersi elevare da sé, senza limiti, giungendo ad una piena conoscenza e comprensione della realtà. La Silicon Valley nasce proprio in questo mix a sfondo esoterico-tecnologico, che riprende, e in molti casi scimmiotta, determinate dottrine altamente sapienziali, riproponendole nella versione più contemporanea, occidentale, hippie, cyberpunk, utopico socialisteggiante, anarcoide e con venature gerarchico-meritocratiche. Ma la Silicon Valley e tutto l’apparato tecnico-scientifico da essa generato, prende piede anche per l’utilità del sistema militare e spionistico della più grande potenza mondiale, gli USA, e contemporaneamente come testa d’ariete di una novella forma imperiale, non più basata su confini spaziali, ma creatrice di nuove frontiere, allo stesso modo territoriali e disciplinanti. Sebbene situata in un territorio preciso, tra San Francisco a San Jose, essa si traspone su quello virtuale, formato dalle più grandi imprese hi-tech del nostro tempo (Amazon di Jeff Bezos, Apple di Steve Jobs, Meta di Mark Zuckerberg, Microsoft di Bill Gates, e poi Linkedin, eBay, Intel, PayPal, Nvidia, ecc.), e da questo piano ancora a quello politico, nel senso neo-imperiale, di un impero a-geografico, come da noi brevemente descritto.
POSTUMANESIMO E TRANSUMANESIMO: LA LIBERAZIONE ATTRAVERSO LA TECNOLOGIA
In questo quadro, che vede nella tecnologia una specie di terra promessa, uno strumento per la liberazione della specie umana, nascono due correnti di pensiero: il postumanesimo e il transumanesimo. La prima, di maggior taglio filosofico- scientifico, riflette sull’avanzata del progresso tecnologico, dalle biotecnologie fino all’ibridazione con l’umano, e su tutte le ricadute conseguenti da un punto di vista della concezione antropologica oltre che etica e filosofica. Secondo Roberto Marchesini, il postumanesimo, e la nuova figura del Multividuo si caratterizzano per un’apertura costante all’alterità, la quale non è più concepita come un qualcosa di impuro, alla maniera degli umanisti oppure degli essenzialisti “https://blog.advmedialab.com/tecnologiamale- salvezza-oltre-dicotomia”\. L’uomo si apre permanentemente all’alterità, si ibrida con il non umano, e non ha più identità né centri di gravità; non ha essenza, appunto, non ha un centro di coesione. Se il postumanesimo definisce le possibilità di evoluzione antropologica e degli aspetti filosofici, umanistici e biologici, il transumanesimo è un vero e proprio movimento sub-culturale, per certi versi politico. Un movimento che ritiene l’umanità ancora incompiuta, e che mira a raggiungere la compiutezza proprio attraverso lo sviluppo tecno-scientifico, pur nella consapevolezza di quanto di oscuro ciò possa comportare. Il transumanesimo si batte per la possibilità dell’uomo di condurre liberamente la propria vita, includendo in ciò la possibilità di modificazioni antropologiche e tecnologiche, propugnando politiche inclusive e un’eguaglianza tra tutti gli esseri non solo umani, e dunque anche animali e macchine. Il transumanesimo e il postumanesimo affondano le loro radici, inoltre, nella letteratura cyberpunk e fantascientifica, nella body art, e nel cinema sempre fantascientifico o body horror. In generale, da un punto di vista estetico, viene celebrato quel sex appeal, che miscela organico ed inorganico, pulsioni sessuali con oggetti inanimati, scenari distopici e futuristici.
LA NUOVA ALBA DELLA TECNOLOGIA: DICHIARAZIONE TRANSUMANISTA
Il movimento transumanista propone una vera e propria nuova alba della tecnologia in grado di liberare, emancipare e realizzare definitivamente l’essere umano e la sua libertà. Ecco la sintesi della dichiarazione (ultima versione del 2009), firmata dai principali esponenti del movimento: 1) L’umanità sarà profondamente trasformata dalla scienza e dalla tecnologia del futuro; 2) Crediamo che il potenziale dell’umanità sia ancora in gran parte irrealizzato; 3) Siamo consapevoli di come l’umanità si trovi ad affrontare gravi rischi, in particolare derivanti dal cattivo uso delle nuove tecnologie; 4) Sforzi di ricerca sistematici vanno indirizzati alla comprensione di tali prospettive; 5) La riduzione dei rischi esistenziali, lo sviluppo dei mezzi per la preservazione della vita e della salute, l’alleviamento delle sofferenze gravi, e il miglioramento della lungimiranza e della saggezza umana; 6) La formulazione delle politiche dovrebbe essere guidata da una visione morale responsabile e inclusiva; 7) Sosteniamo il benessere di tutti gli esseri senzienti;

ACCELERAZIONISMO, PROMETEISMO, ARCHEOFUTURISMO: TECNOLOGIA E MOVIMENTI POLITICI RADICALI
Oltre quelli citati, ci sono movimenti più propriamente politici, che hanno la tecnologia come fondamento della propria visione, e in un’ottica assai radicale e volta a superare lo status quo, sia in un ambito economico e che socio-politico. Il primo è sicuramente l’accelerazionismo, nelle sua varianti di sinistra e di destra, che propugna un’accelerazione delle dinamiche capitaliste, al fine di distruggere e superare tale sistema economico. Da un lato la sinistra vuole l’evoluzione tecnologica per fini di emancipazione sociale (vedere Mark Fisher, o anche Nick Srnicek), la destra invece, con una matrice maggiormente capitalista, vuole promuovere una gerarchia ed una sorta di super razza (vedere le teorie di Nick Land). Il centro nevralgico dell’accelerazionismo è il Cybernetic Culture Research Unit (CCRU) fondato da Nick Land e Sadie Plant all’Università di Warwick in Gran Bretagna nel 1995, dove si miscelano influenze cyberpunk, horror gotiche, esoterismo, numerologia, demonologia, e sperimentazioni di musica elettronica e sostanze psicotrope. L’accelerazionismo alla Nick Land, ritratto nelle sue opere, in particolare in Dark Enlightenment è sicuramente tra i punti di riferimento della cosiddetta alt-right, la destra alternativa americana, pur divergendo per la vocazione di questa in senso populista e anti-capitalista. Ma sempre in seno alla destra alternativa, stavolta europea, nasce il prometeismo, e a partire dall’opera dell’intellettuale francese Guillaume Faye, già facente parte del movimento della Nuvelle Droite e del Groupement de recherche et d’études pour la civilisation européenne (GRECE) ma che ruppe con questo nel 1986. L’intellettuale in Archeofuturismo delinea nella sua visione la coniugazione dei valori originari del mondo arcaico, con l’avanzata del progresso tecnico e tecnologico. La figura di Prometeo, che darà vita anche a tutto il movimento culturale conseguente, viene letta come il Dio, che non facendosi scrupoli di una certa morale cattolica, supera determinati limiti, ma non a fini prettamente sovversivi, antidivini, ma per servire in qualche modo l’uomo e la sua conoscenza.
TECNOLOGIA E POTERE: IL TRANSUMANESIMO DELLE ÉLITE
Altro tema fondamentale di questa rassegna è il rapporto tra tecnologia e potere, affrontato non tanto nell’aspetto critico, come abbiamo visto con nei primi paragrafi. Determinate idee, orientamenti, prassi sono frutto dello spirito del tempo, delle idee collettive e della forma mentis di un dato periodo. Da questo punto di vista tutto quello che riguarda il postumanesimo, il transumanesimo, ecc., è inevitabilmente parte, con le dovute differenze, anche della cultura dominante. È il brodo di coltura del XXI secolo, del mondo postmoderno, degli esordi del nuovo millennio, un brodo di coltura nel quale affondano determinati gruppi di potere. Tra questi vi è sicuramente il World Economic Forum (WEF), con l’uomo di punta Klaus Schwab, autore de La quarta rivoluzione industriale, il quale analizza, prefigura, e progetta, un mondo dove la componente robotica, di intelligenza artificiale, sia preponderante, fino a giungere a vere e proprie modifiche antropologiche, degli ordinamenti giuridico- politici e della struttura socio-politica mondiale: tutte idee dominanti anche in ambito politico, pensiamo alla UE e ai suoi piani relativi alla transizione ecologica e digitale. Altro progetto d’élite è il Great Reset, un piano articolato insieme all’Agenda 2030 dell’ONU e sostenuto dallo stesso WEF, volto ad una riarticolazione della vita sul pianeta (per ora si riscontra molto nel cosiddetto Occidente), al fine di creare un rapporto ottimale tra uomo e natura e attraverso le nuove tecnologie. Ma ancora tra i potenti transumanisti non possiamo non citare il magnate Elon Musk (Tesla, Neuralink, Twitter, Space X, ecc.). Le sue idee, i suoi desideri, talvolta i suoi capricci, sono di dominio pubblico attraverso le sue stravaganti uscite. Anch’egli è uno degli uomini di punta della rivoluzione digitale, forgiatosi proprio tra gli ambienti della Silicon Valley. Interessante notare anche il suo riposizionamento politico da quando è divenuto il proprietario di Twitter (ora X), facendo sbloccare l’account del presidente Donald Trump con il quale sembra aver instaurato una simpatia e comunanza di intenti. È tra i firmatari, inoltre, della moratoria internazionale per l’Intelligenza Artificiale, paventando i sinistri scenari ai quali questa può portare.
TECNOLOGIA, OLTRE MALE E SALVEZZA: LA TERZA VIA
Oltre i fronti anti-tecnologico e pro se non ipertecnologico, è possibile tracciare una possibilità alternativa, una terza via alla tecnologia. Una terza via che tenga conto delle criticità espresse dai due fronti in tutte le loro sfaccettature, ma che sia basata sostanzialmente sulla presenza mentale. Il vivere la realtà che abbiamo sottomano implica il confronto inevitabile con la tecnologia, le nuove tecnologie multimediali, il digitale. È importante, dal nostro punto di vista, fare propria la lezione di Marshall McLuhan secondo la quale medium is the message, e che dunque la componente dei media è fondamentale nella vita e nella storia umana, tanto da riconfigurare la stessa antropologia e nei suoi vari aspetti. Tra i filosofi della comunicazione del nostro tempo vi è sicuramente Cosimo Accoto, il quale in alcuni suoi scritti riferisce esplicitamente sull’erroneità dell’atteggiamento di respingimento o di ingenuo entusiasmo. L’era inflazionaria, alla quale andiamo incontro va affrontata secondo il filosofo italiano, dal punto di vista della tollerabilità da parte dell’umano ai continui input, stimoli e avanzamenti tecnologici. Ma potremmo citare anche Luciano Floridi, il quale nel suo concetto di On life riferisce che oramai le coscienze umane sono già connesse e viventi in una gigantesca Infosfera, che ricalca il concetto di Noosfera elaborato dal filosofo gesuita Teilhard de Chardin. Sempre dal nostro punto di vista, però, l’unico strumento che ci può garantire di far fronte all’avanzata travolgente, all’uncanny valley delle nuove tecnologie, è la coscienza. Più il soggetto è presente a se stesso, cosciente, più sarà in grado di affrontare il mondo per come si sta dispiegando, compresi gli aspetti più strabilianti come la modifica antropologica postumana. Su questa linea, va superata anche quella vecchia concezione positivista del mezzo, visto come sganciato dal fine. Anche in questo caso medium is the message, medium che ha una capacità travolgente e non può essere vissuto come neutro e semplicemente utile o non utile a qualcosa. Esso configura, ricrea, pervade, e dunque solo un’attività umana estremamente cosciente può dirigerlo.
TECNOLOGIA: UNA PORTA D’ACCESSO ALLA CONOSCENZA DELLA REALTÀ
In un senso ancor più profondo tutta una serie di riflessioni possono essere fatte e grazie alla conoscenza che si ha della tecnologia e di tutto il movimento di trasformazione della realtà dovuto ad essa. Attraverso l’uso della tecnologia, dei nuovi media in particolare, è possibile comprendere il funzionamento della realtà nelle sue leggi universali. È possibile trovare quelle connessioni psichiche che fanno del mondo un tutt’uno, per così dire, è possibile notare quei risvolti karmici dovuti alla nostra carica emozionale sul mondo (nell’uso dei social media in particolare), è possibile notare quelle integrazioni verso i nostri stessi dispositivi che li rendono oramai parte di noi e del nostro tessuto neuro-cognitivo, seppure in forma invisibile. Ma ancora, è possibile comprendere chi è il dominatore, il creatore di tutto ciò, e cioè l’uomo, e da qui comprendere che la macchina potrà solo emulare l’uomo, e i suoi sistemi algoritmici essere solo una riduzione descrittiva dell’esperienza umana, come chiarisce l’inventore del microprocessore Federico Faggin in Irriducibile. E questo segna un punto a svantaggio di tutte quelle concezioni meramente evoluzioniste e materialiste che assimilano l’uomo e il suo cervello ad una specie di macchinario meramente computazionale che si evolve sostanzialmente a caso, o seguendo delle leggi di mera convenienza naturale.
IL CREATORE DELLA TECNOLOGIA: L’UOMO
È l’uomo che crea tutte queste meraviglie a partire da una visione più profonda, che è situata inevitabilmente in altri mondi, invisibili, che sono quelli che poi si appoggiano, si incarnano, agli organi materiali (il cervello), dando vita al mondo per come lo conosciamo e al progresso della tecnologia. A riguardo sempre le riflessioni di Faggin sull’invenzione del primo computer ad opera di Alan Turing, frutto proprio di una visione profonda, un’intuizione sovrasensibile per dirla con Platone, una connessione tra mondi visibili e invisibili, con il computer che in qualche modo è stato già generato in questi ultimi. A riguardo tutto lo studio e la ricerca sulle relazioni tra tecnologia e magia, che vede nella pubblicazione di Andrea Venanzoni Il trono oscuro un’esaustiva disamina storica e intellettuale sul come, e in quali ambienti esoterici, determinate scoperte siano state partorite.
Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.
Less
Di più
- Messaggi: 474
- Ringraziamenti ricevuti 11
6 Mesi 1 Settimana fa #54711
da Bastion
Risposta da Bastion al topic I tempi in cui viviamo - Raccolta di articoli a tema cospirazionista
E' ARRIVATA LA NUOVA INDUSTRIA DELLA CENSURA GLOBALE – PARTE 02
Patrick Henningsen
Gran parte del mondo attuale si trova intrappolato in una distopia digitale e di un sistema di reti e istituzioni interconnesse in continua espansione, teso al controllo di tutto, in particolare del dissenso.
Articolo scaricabile o leggibile al seguente link: e.pcloud.link/publink/show?code=XZurXxZE...Alyls3Pi3O7qy47YNGIX
Patrick Henningsen
Gran parte del mondo attuale si trova intrappolato in una distopia digitale e di un sistema di reti e istituzioni interconnesse in continua espansione, teso al controllo di tutto, in particolare del dissenso.
Articolo scaricabile o leggibile al seguente link: e.pcloud.link/publink/show?code=XZurXxZE...Alyls3Pi3O7qy47YNGIX
Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.
Less
Di più
- Messaggi: 474
- Ringraziamenti ricevuti 11
6 Mesi 4 Giorni fa #54740
da Bastion
Risposta da Bastion al topic I tempi in cui viviamo - Raccolta di articoli a tema cospirazionista
NEUROTECNOLOGIA
Steven Kotler e Jamie Wheal
In che modo le forze principali d'elite dell'esercito americano, i lavoratori di Google e i miliardari della Silicon Valley stanno usando la tecnologia per migliorare ed espandere le loro prestazioni mentali.
Articolo leggibile e scaricabile al seguente link: e.pcloud.link/publink/show?code=XZTH8xZU...0RuxozqIMxgGyQPuVxLV
Steven Kotler e Jamie Wheal
In che modo le forze principali d'elite dell'esercito americano, i lavoratori di Google e i miliardari della Silicon Valley stanno usando la tecnologia per migliorare ed espandere le loro prestazioni mentali.
Articolo leggibile e scaricabile al seguente link: e.pcloud.link/publink/show?code=XZTH8xZU...0RuxozqIMxgGyQPuVxLV
Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.
Less
Di più
- Messaggi: 474
- Ringraziamenti ricevuti 11
5 Mesi 2 Settimane fa #54808
da Bastion
Risposta da Bastion al topic I tempi in cui viviamo - Raccolta di articoli a tema cospirazionista
RESET E PANDEMIE - INTERVISTA AL BIOLOGO ALESSIO FORTUNATI
Valentina Ferranti
Il Dr. Alessio Fortunati è un biologo molecolare, già ricercatore presso il CNR, appassionato e attento studioso dei fenomeni sociali e scienziato libero, disposto ad analizzare con sguardo antropologico i vari fenomeni del nostro mondo contemporaneo. Con attenta analisi, elabora dubbi e si pone domande, attitudine che la scienza odierna succube di diktat autocratici, non è più capace di fare o non può più fare.
Articolo leggibile e scaricabile al seguente link: e.pcloud.link/publink/show?code=XZgcwxZi...0rYm4PHrU8EMyp3hmcoX
Valentina Ferranti
Il Dr. Alessio Fortunati è un biologo molecolare, già ricercatore presso il CNR, appassionato e attento studioso dei fenomeni sociali e scienziato libero, disposto ad analizzare con sguardo antropologico i vari fenomeni del nostro mondo contemporaneo. Con attenta analisi, elabora dubbi e si pone domande, attitudine che la scienza odierna succube di diktat autocratici, non è più capace di fare o non può più fare.
Articolo leggibile e scaricabile al seguente link: e.pcloud.link/publink/show?code=XZgcwxZi...0rYm4PHrU8EMyp3hmcoX
Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.
Less
Di più
- Messaggi: 474
- Ringraziamenti ricevuti 11
2 Mesi 4 Settimane fa #55112
da Bastion
Risposta da Bastion al topic I tempi in cui viviamo - Raccolta di articoli a tema cospirazionista
LA DE-ANIMIZZAZIONE DEL MONDO
Mattias Desmet
L'illuminismo prima, poi il positivismo e lo scientismo, hanno bandito l'anima dal mondo, l'hanno esiliata, criogenizzata o, forse peggio, confinata nell'inesistenza.
Mattias Desmet
L'illuminismo prima, poi il positivismo e lo scientismo, hanno bandito l'anima dal mondo, l'hanno esiliata, criogenizzata o, forse peggio, confinata nell'inesistenza.
Attenzione: Spoiler!
A metà aprile stavo attraversando un aeroporto in Lituania e mi sono messo in coda a un bar per un caffè. Quando la fila davanti a me si è finalmente liberata e ho raggiunto la cassa, ho guardato negli occhi una giovane donna, di circa 17 anni, credo. Quegli occhi mi fissavano, immobili in attesa del mio ordine. Esitai un attimo, ma poi ruppi la superficie imperscrutabile di quegli occhi con le mie parole. “Un chai latte, per favore, preferibilmente con latte d’avena e cannella, se ce l’avete”. Lei digitò sulla tastiera del computer con le dita tese, poi alzò gli occhi e incontrò di nuovo il mio sguardo per qualche istante. Dato che non avevo altro da dire, batté ancora qualche volta sulla tastiera, né velocemente né lentamente, e mi consegnò lo scontrino. “Posso pagare in contanti?”. “No.” Mi ha fatto scivolare verso di lei un piccolo terminale di pagamento - l’ho scansionato e ho inserito il mio codice. “Grazie”. E ha diretto i suoi occhi immobili, come le lenti di una telecamera di sorveglianza, verso la prossima persona in fila. Al tavolo, dove ho aspettato che i numeri rossi al neon dell’insegna sopra il banco annunciassero che il mio chai latte era pronto, sono caduta in contemplazione. Quella giovane donna non era né educata né maleducata, né cercava di farsi notare né di nascondersi, né scortese né amichevole, né veloce né lenta. Ma cos’era? Neutra, forse? Tecnica e asciutta? Si muoveva e agiva come una macchina; la sua anima si era ritirata nelle profondità insondabili delle sue cellule. Questo pensiero cercava di nascere nella mia mente. E con quella parola è emersa dalla nebbia della mia memoria tutta una serie di figure che negli ultimi tempi mi avevano fatto tutte la stessa impressione: esseri incollati agli schermi dei loro smartphone sui tram e sui treni, persone che rispondono al mio saluto spontaneo per strada con nient’altro che uno sguardo vuoto, esseri per i quali sia lo scherzo che la serietà sono troppo pesanti, esseri che non offrono un fondamento né alla rabbia né all’amore.
UN MONDO DE-ANIMIZZATO
L’anima si sta ritirando dal mondo, un fenomeno legato alla nostra visione razionalistica del mondo. Negli ultimi secoli siamo arrivati a considerare gli esseri umani come “organismi” senza anima, e ora si comportano sempre più così. L’universo è una macchina, un insieme di particelle elementari che seguono le leggi della meccanica senza spazio per proteste o frivolezze. E gli esseri umani sono piccole macchine incastrate nella grande macchina. Non hanno né anima né spirito; la loro coscienza è un sottoprodotto insignificante dei processi bioelettrici del loro cervello. Sono le parole di Yuval Noah Harari, forse il più noto profeta letterario della visione meccanicistica dell’umanità di oggi. Nel suo megabestseller Homo Deus, porta questo pensiero alle sue estreme conseguenze. Gli esseri umani sono robot; ogni comportamento fisico e mentale è il risultato di processi meccanici; non hanno libero arbitrio, non fanno scelte e di conseguenza non possono assumersi alcuna responsabilità: “Nel XIX secolo, l’Homo sapiens era come una misteriosa scatola nera, il cui funzionamento interno sfuggiva alla nostra comprensione. Perciò, quando gli studiosi si chiedevano perché un uomo avesse estratto un coltello e ne avesse pugnalato a morte un altro, la risposta accettabile era: ‘Perché l’ha scelto’. Ha usato il suo libero arbitrio per scegliere l’omicidio, ed è per questo che è pienamente responsabile del suo crimine”. Nell’ultimo secolo, aprendo la scatola nera del Sapiens, gli scienziati non hanno scoperto né l’anima, né il libero arbitrio, né il “sé”, ma solo geni, ormoni e neuroni che obbediscono alle stesse leggi fisiche e chimiche che governano il resto della realtà. Oggi, quando gli studiosi chiedono perché un uomo ha estratto un coltello e ha pugnalato a morte qualcuno, la risposta “perché ha scelto di farlo” non è sufficiente. Invece, i genetisti e gli scienziati del cervello forniscono una risposta molto più dettagliata: “Lo ha fatto a causa di tali e tali processi elettrochimici nel cervello, che sono stati modellati da un particolare corredo genetico, che a sua volta riflette antiche pressioni evolutive accoppiate a mutazioni casuali”“. 1 Nel pensiero meccanicistico, vedere l’universo come una macchina non è considerato un male. La grande macchina dell’universo può essere pienamente compresa, prevista e manipolata razionalmente (si veda, ad esempio, Laplace). Gli esseri umani possono prendere il controllo della propria vita attraverso la ragione. Stampano il cibo nei laboratori e lasciano il peso della gravidanza agli uteri artificiali; vanno su Marte e controllano il sole e la pioggia. E potranno perfezionarsi, eliminando definitivamente i difetti e le carenze della condizione umana. Il momento in cui gli esseri umani si perfezioneranno è imminente - Harari lo sente avvicinarsi: “Gli esperimenti condotti sull’Homo sapiens indicano che, come i ratti, anche gli esseri umani possono essere manipolati, e che è possibile creare o annientare anche sentimenti complessi come l’amore, la rabbia, la paura e la depressione stimolando i punti giusti del cervello umano. L’esercito americano ha recentemente avviato esperimenti sull’impianto di chip per computer nel cervello delle persone, nella speranza di utilizzare questo metodo per trattare i soldati che soffrono di disturbi da stress post-traumatico. All’ospedale Hadassah di Gerusalemme, i medici hanno sperimentato un nuovo trattamento per i pazienti che soffrono di depressione acuta: impiantare elettrodi nel cervello del paziente e collegarli a un minuscolo computer impiantato nel petto del paziente. Quando ricevono un comando dal computer, gli elettrodi trasmettono deboli correnti elettriche che paralizzano l’area cerebrale responsabile della depressione. Il trattamento non sempre ha successo, ma in alcuni casi i pazienti hanno riferito che la sensazione di vuoto oscuro che li aveva tormentati per tutta la vita è scomparsa come per magia “2. Se comprendiamo abbastanza bene l’uomo-macchina, l’ingegnere- dottore sarà in grado di eliminare qualsiasi malfunzionamento: questo è più o meno il messaggio del transumanesimo. La malattia e la sofferenza apparterranno al passato. Alla fine, anche la morte cederà alla luce della Ragione. Yuval Noah Harari lo dice in modo inequivocabile: “In realtà, gli esseri umani non muoiono perché una figura con un mantello nero dà loro un colpetto sulla spalla, o perché Dio lo ha decretato, o perché la mortalità è una parte essenziale di qualche grande piano cosmico: Gli esseri umani muoiono sempre a causa di qualche inconveniente tecnico”. 3 “E ogni problema tecnico ha una soluzione tecnica. Non dobbiamo aspettare la seconda venuta per superare la morte”. 4 Le ambizioni del razionalismo si spingono in alto, verso il cielo. Il razionalista ha dichiarato vuoto il trono di Dio e poi vi si è seduto lui stesso, credendo di assumerne il ruolo. Quando la comprensione razionale dell’universo-macchina e dell’uomomacchina è sufficientemente avanzata, l’uomo può diventare superuomo, può diventare Dio. “Nel ventunesimo secolo, il terzo grande progetto sarà quello di creare poteri divini di creazione e distruzione e di trasformare l’Homo sapiens in Homo Deus”.5 All’orizzonte c’è l’Homo Deus, l’uomo che, fondendosi con la tecnologia, può diventare Dio. Occhi, orecchie e nasi artificiali forniranno all’uomo informazioni molto più precise ed estese di quelle ottenute con i sensi naturali. Saranno in grado di sentire l’odore di un cane, di avere letteralmente gli occhi dietro la testa e di ascoltare ciò che viene detto a chilometri di distanza. Non si pensi che questa ideologia transumanista sia limitata al regno delle fantasie e dei grandi piani ideologici di scrittori e filosofi. Negli ultimi settant’anni, i governi hanno sviluppato progetti concreti per portare questa ideologia alla realtà. Da progetti come Neuralink di Elon Musk ai programmi di “Neurowarfare” della DARPA, stanno cercando febbrilmente di realizzare il grande sogno transumanista.
ONDATA DI CONFLITTI
Il razionalismo promette di portare l’umanità in paradiso, ma finora non ha avuto molto successo. L’aria del XXI secolo è costantemente satura di un senso di crisi. La guerra al terrorismo, la crisi bancaria, la crisi climatica, la crisi del MeToo, la crisi della corona, la crisi dell’Ucraina, le guerre in medioriente: L’eco fragorosa di una crisi risuona ancora quando il fulmine della crisi successiva colpisce nuovamente la fragile struttura della società. In un certo senso, le principali crisi sociali del XXI secolo riflettono tutte un problema nelle relazioni in cui gli esseri umani sono coinvolti: derivano tutte da relazioni problematiche e fallimentari tra gli esseri umani e le istituzioni (crisi bancaria), tra gli esseri umani e i loro simili (guerra al terrore), tra uomini e donne (crisi del MeToo), tra gli esseri umani e la natura (crisi climatica). Inizialmente, il razionalismo stesso cerca di fornire la soluzione ai problemi che causa. La soluzione proposta per l’identità sessuale problematica è un aggiustamento meccanicistico-chirurgico del corpo; la soluzione per la minaccia del terrorismo è lo Stato di sorveglianza; la soluzione per l’impatto dannoso degli esseri umani sulla natura sono “città di cinque minuti” digitalizzate, dove gli esseri umani vivono in piccole unità abitative e non si allontanano mai più di qualche chilometro dalle loro case, auto elettriche ipertecnologiche che possono essere accese e spente dallo Stato a piacimento, una foresta di turbine eoliche e pianure di pannelli solari. E se tutto ciò non dovesse funzionare - tutti sanno, tra l’altro, che non funzionerà - passeremo a far esplodere bombe al nitrato nell’atmosfera e a installare specchi manipolabili tra la Terra e il Sole. Quanto più la visione razionalista fallisce, tanto più disperatamente rivendica la verità. A ogni nuova crisi, i rappresentanti della narrazione dominante - i media mainstream, i governi nazionali, le istituzioni globali - rispondono con una maggiore censura. Eserciti di fact-checkers e “digital first responders” setacciano internet alla ricerca di qualsiasi voce dissenziente; gli algoritmi rallentano la diffusione di qualsiasi voce dissenziente sui social media; milioni di post, anche di persone che di recente hanno ottenuto fama mondiale vincendo prestigiosi premi scientifici, vengono rimossi da internet. Questi “ambasciatori della verità” rimangono straordinariamente indifferenti quando poi si scopre che la storia che hanno difeso acriticamente era sbagliata. La crisi della Corona lo ha abbondantemente dimostrato. Quasi tutto ciò che riguardava la narrazione mainstream si è rivelato sbagliato: il virus è stato allevato in laboratorio anziché derivare dalla zoonosi; la mortalità del virus era almeno dieci volte inferiore a quella dichiarata; il vaccino non ha impedito la diffusione del virus e ha avuto molti più effetti collaterali di quanto suggerito, e così via. La reazione della popolazione, una volta che le bugie vengono rivelate, è particolarmente sorprendente. Hannah Arendt la descrive così: “I leader totalitari di massa basavano la loro propaganda sul corretto presupposto psicologico che, in tali condizioni, si poteva far credere alla gente le affermazioni più fantastiche un giorno e confidare nel fatto che, se il giorno dopo fosse stata data loro una prova inconfutabile della loro falsità, si sarebbero rifugiati nel cinismo; invece di disertare i leader che avevano mentito loro, avrebbero protestato di aver sempre saputo che l’affermazione era una menzogna e avrebbero ammirato i leader per la loro superiore astuzia tattica”.6 Questo è qualcosa di notevole: La ricerca zelante di “informazioni corrette” e “politiche basate sulla scienza” porta al contrario: una società che cade in assurdità crescenti. All’interno del gruppo che segue la narrazione dominante, le persone iniziano a credere che la Terra si stia ribaltando perché stiamo pompando troppa acqua e che non ci sia alcuna differenza biologica (e psicologica) tra un uomo e una donna. All’altro estremo opposto dello spettro socio- psicologico, nel gruppo di persone che si oppongono alla narrazione mainstream, sempre più persone credono che la Terra sia piatta e che sotto le camicie bianche dell’élite si nasconda un torace rettiliano. L’intero problema mondiale è sempre più visto in modo unilaterale e semplicistico come il problema di un’élite malvagia e satanica. In entrambi gli estremi polari sono all’opera gli stessi processi psicologici: una persona stanca e sola, la cui vita si sente sempre più vuota e priva di significato, cerca di controllare i propri sentimenti individuando in un piccolo punto la causa di tutte le paure e di tutti i problemi. La parte “mainstream” proietta tutto il male sugli anti-vaxxer e sui teorici della cospirazione; il “contro-movimento” individua tutto il male nell’”élite maligna”. Una costante di entrambe le parti è che il male viene proiettato principalmente al di fuori di se stessi. A tal punto, non si può fare a meno di cadere nell’aggressività e nell’impotenza. La via d’uscita da questa impotenza non è l’oscuramento della luce solare con specchi tecnologicamente controllabili nello spazio o l’esplosione di bombe al nitrato nella stratosfera; la nostra paura degli attacchi terroristici non scomparirà introducendo uno stato di sorveglianza, l’odio razziale non scomparirà riscrivendo i libri di storia, la pulsione sessuale non diventerà meno problematica grazie all’ideologia woke e le malattie non saranno prevenute da vaccini a mRNA e nanotecnologie nel sangue. La via d’uscita dall’impotenza non è nemmeno la rivolta violenta contro l’élite. L’élite è uno specchio della popolazione. Fanno parte dello stesso organismo generale. Finché la visione dell’umanità e del mondo non cambia, la popolazione creerà sempre la stessa élite. La conclusione principale è questa: la visione razionalistica del mondo ha fatto il suo tempo.
INTELLIGENCE DIGITALE
Qualche centinaio di anni fa si cominciò a credere che il pensiero razionale avrebbe portato alla Verità. Ma su questa strada ha prevalso soprattutto l’inganno. In un certo senso, questa è semplicemente una conseguenza della nostra visione razionalista- meccanicista dell’uomo e del mondo. L’uomo è una macchina inserita nella grande macchina dell’universo; il suo obiettivo più alto è prevalere nella lotta per la sopravvivenza. Perché una macchina per la sopravvivenza dovrebbe cercare di dire la verità? Gli antichi greci lo sapevano già: dire la verità è sempre rischioso. Riduce le possibilità di successo nel gioco della sopravvivenza. Per una persona razionalista, la conclusione è presto tratta: Solo gli idioti dicono la verità. Così, la fede fanatica nella “razionalità” ha strangolato la Verità. Nella popolazione. E nell’élite. L’intera ricerca della razionalità ha fatto sì che quello che io chiamo “il velo dell’apparenza” diventasse sempre più spesso e impenetrabile nella nostra società. Il velo dell’apparenza è sempre esistito, ma è cresciuto eccessivamente negli ultimi secoli. È diventato più spesso che mai. Viviamo in un’epoca di propaganda e di manipolazione su larga scala. I motori di ricerca come Google sono stati inizialmente finanziati dallo Stato americano. Questo potrebbe costare enormi somme di denaro. Perché un motore di ricerca è così interessante per lo Stato? Per la sua enorme utilità come strumento di propaganda. La propaganda cerca di orientare i processi mentali. Si assicura che l’attenzione si concentri su una cosa e non su un’altra. Questo è ciò che fa Google. Ogni volta che cercate nella vostra vita mentale e date a Google una domanda di ricerca, il motore di ricerca vi indirizza in una direzione secondo un algoritmo stabilito dallo Stato e vi tiene lontani da un’altra direzione. Molte delle applicazioni più conosciute su Internet sono strumenti di propaganda camuffati. Ma non è tutto. Per esempio, nel 2020 le Nazioni Unite hanno reclutato non meno di 110.000 cosiddetti “digital first responders”. Queste persone hanno una missione: screditare chiunque diffonda “fake news”. Per fake news si intende “tutto ciò che va contro l’ideologia delle Nazioni Unite”. Non è solo l’ONU a reclutare questi collaboratori. Quasi tutte le principali istituzioni globali lo fanno. Ogni giorno, centinaia di migliaia di persone sono impegnate su Internet nel tentativo di influenzare la vostra opinione, presentando artificialmente alcune opinioni come popolari e “giuste” e altre come riprovevoli e sbagliate. Le tecniche di propaganda del XXI secolo sono davvero sorprendenti nella loro portata. Vanno dall’ingaggio artificiale di una folla virtuale o reale (“rent a crowd”, una forma di “astroturfing”) per conferire alle opinioni preferite un’attraente aura di popolarità al fare l’esatto contrario rallentando i like sui social media (“shadowbanning”) per far apparire impopolari e quindi poco attraenti le opinioni indesiderate. La questione di ciò che è reale e ciò che è apparenza diventa ancora più confusa con la spettacolare ascesa dell’intelligenza artificiale. Profili falsi su Internet, chatbot a malapena distinguibili dalle persone reali durante le conversazioni, foto artificiali e video falsi e profondi: il mondo dell’apparenza sta diventando sempre più difficile da distinguere dal mondo reale. Così, l’uomo del XXI secolo scompare in una sala degli specchi digitale dove l’immagine reale e quella virtuale sono a malapena distinguibili l’una dall’altra. E si muove in quella sala come una marionetta sui fili algoritmici di padroni di cui non vede mai gli occhi. Questa è la grande domanda del prossimo futuro: chi è il Maestro in questa sala? E come si fa a trovare la via d’uscita? La domanda si riduce a questo: Che cos’è la Verità? Dov’è il punto debole nell’armatura del moloch che ha in pugno la condizione umana? La via d’uscita dalla prigionia dell’apparenza risiede - in modo del tutto logico se visto da una certa prospettiva - nella rivalutazione di un atto che l’uomo poteva compiere intorno agli accampamenti della preistoria: l’atto di dire la verità. Questo atto è al tempo stesso la soluzione alla crisi individuale e alla crisi collettiva in cui si trova la società. Su questo dobbiamo concentrare la nostra attenzione: l’arte di parlare bene è il rimedio logico per una società malata di quel nuovo tipo di menzogna che chiamiamo propaganda. Stiamo vivendo una rivoluzione metafisica paragonabile a quella che ha portato all’Illuminismo. Questa rivoluzione si riduce essenzialmente a questo: una società guidata da una massa propagandata viene sostituita da una società guidata da un gruppo di persone connesse attraverso un parlare sincero. In un certo senso, questa rivoluzione trasforma anche gli squilibri creati dal razionalismo; li ritrasforma in relazioni. Il parlare sincero è un parlare risonante: collega l’Anima dell’uomo con il mondo esterno; ristabilisce la connessione con gli altri esseri umani, con il proprio corpo, con le proprie pulsioni, con la società e con la natura. È una domanda importante in quest’epoca: qual è la psicologia dell’atto di parlare bene? Quali sono i diversi modi in cui una persona può usare le parole e quale forma di parlare può penetrare il velo dell’apparenza e ispirare le persone in tempi in cui sono sottoposte a manipolazione e apparenza? Come possiamo padroneggiare l’arte del buon parlare?
UN MONDO DE-ANIMIZZATO
L’anima si sta ritirando dal mondo, un fenomeno legato alla nostra visione razionalistica del mondo. Negli ultimi secoli siamo arrivati a considerare gli esseri umani come “organismi” senza anima, e ora si comportano sempre più così. L’universo è una macchina, un insieme di particelle elementari che seguono le leggi della meccanica senza spazio per proteste o frivolezze. E gli esseri umani sono piccole macchine incastrate nella grande macchina. Non hanno né anima né spirito; la loro coscienza è un sottoprodotto insignificante dei processi bioelettrici del loro cervello. Sono le parole di Yuval Noah Harari, forse il più noto profeta letterario della visione meccanicistica dell’umanità di oggi. Nel suo megabestseller Homo Deus, porta questo pensiero alle sue estreme conseguenze. Gli esseri umani sono robot; ogni comportamento fisico e mentale è il risultato di processi meccanici; non hanno libero arbitrio, non fanno scelte e di conseguenza non possono assumersi alcuna responsabilità: “Nel XIX secolo, l’Homo sapiens era come una misteriosa scatola nera, il cui funzionamento interno sfuggiva alla nostra comprensione. Perciò, quando gli studiosi si chiedevano perché un uomo avesse estratto un coltello e ne avesse pugnalato a morte un altro, la risposta accettabile era: ‘Perché l’ha scelto’. Ha usato il suo libero arbitrio per scegliere l’omicidio, ed è per questo che è pienamente responsabile del suo crimine”. Nell’ultimo secolo, aprendo la scatola nera del Sapiens, gli scienziati non hanno scoperto né l’anima, né il libero arbitrio, né il “sé”, ma solo geni, ormoni e neuroni che obbediscono alle stesse leggi fisiche e chimiche che governano il resto della realtà. Oggi, quando gli studiosi chiedono perché un uomo ha estratto un coltello e ha pugnalato a morte qualcuno, la risposta “perché ha scelto di farlo” non è sufficiente. Invece, i genetisti e gli scienziati del cervello forniscono una risposta molto più dettagliata: “Lo ha fatto a causa di tali e tali processi elettrochimici nel cervello, che sono stati modellati da un particolare corredo genetico, che a sua volta riflette antiche pressioni evolutive accoppiate a mutazioni casuali”“. 1 Nel pensiero meccanicistico, vedere l’universo come una macchina non è considerato un male. La grande macchina dell’universo può essere pienamente compresa, prevista e manipolata razionalmente (si veda, ad esempio, Laplace). Gli esseri umani possono prendere il controllo della propria vita attraverso la ragione. Stampano il cibo nei laboratori e lasciano il peso della gravidanza agli uteri artificiali; vanno su Marte e controllano il sole e la pioggia. E potranno perfezionarsi, eliminando definitivamente i difetti e le carenze della condizione umana. Il momento in cui gli esseri umani si perfezioneranno è imminente - Harari lo sente avvicinarsi: “Gli esperimenti condotti sull’Homo sapiens indicano che, come i ratti, anche gli esseri umani possono essere manipolati, e che è possibile creare o annientare anche sentimenti complessi come l’amore, la rabbia, la paura e la depressione stimolando i punti giusti del cervello umano. L’esercito americano ha recentemente avviato esperimenti sull’impianto di chip per computer nel cervello delle persone, nella speranza di utilizzare questo metodo per trattare i soldati che soffrono di disturbi da stress post-traumatico. All’ospedale Hadassah di Gerusalemme, i medici hanno sperimentato un nuovo trattamento per i pazienti che soffrono di depressione acuta: impiantare elettrodi nel cervello del paziente e collegarli a un minuscolo computer impiantato nel petto del paziente. Quando ricevono un comando dal computer, gli elettrodi trasmettono deboli correnti elettriche che paralizzano l’area cerebrale responsabile della depressione. Il trattamento non sempre ha successo, ma in alcuni casi i pazienti hanno riferito che la sensazione di vuoto oscuro che li aveva tormentati per tutta la vita è scomparsa come per magia “2. Se comprendiamo abbastanza bene l’uomo-macchina, l’ingegnere- dottore sarà in grado di eliminare qualsiasi malfunzionamento: questo è più o meno il messaggio del transumanesimo. La malattia e la sofferenza apparterranno al passato. Alla fine, anche la morte cederà alla luce della Ragione. Yuval Noah Harari lo dice in modo inequivocabile: “In realtà, gli esseri umani non muoiono perché una figura con un mantello nero dà loro un colpetto sulla spalla, o perché Dio lo ha decretato, o perché la mortalità è una parte essenziale di qualche grande piano cosmico: Gli esseri umani muoiono sempre a causa di qualche inconveniente tecnico”. 3 “E ogni problema tecnico ha una soluzione tecnica. Non dobbiamo aspettare la seconda venuta per superare la morte”. 4 Le ambizioni del razionalismo si spingono in alto, verso il cielo. Il razionalista ha dichiarato vuoto il trono di Dio e poi vi si è seduto lui stesso, credendo di assumerne il ruolo. Quando la comprensione razionale dell’universo-macchina e dell’uomomacchina è sufficientemente avanzata, l’uomo può diventare superuomo, può diventare Dio. “Nel ventunesimo secolo, il terzo grande progetto sarà quello di creare poteri divini di creazione e distruzione e di trasformare l’Homo sapiens in Homo Deus”.5 All’orizzonte c’è l’Homo Deus, l’uomo che, fondendosi con la tecnologia, può diventare Dio. Occhi, orecchie e nasi artificiali forniranno all’uomo informazioni molto più precise ed estese di quelle ottenute con i sensi naturali. Saranno in grado di sentire l’odore di un cane, di avere letteralmente gli occhi dietro la testa e di ascoltare ciò che viene detto a chilometri di distanza. Non si pensi che questa ideologia transumanista sia limitata al regno delle fantasie e dei grandi piani ideologici di scrittori e filosofi. Negli ultimi settant’anni, i governi hanno sviluppato progetti concreti per portare questa ideologia alla realtà. Da progetti come Neuralink di Elon Musk ai programmi di “Neurowarfare” della DARPA, stanno cercando febbrilmente di realizzare il grande sogno transumanista.
ONDATA DI CONFLITTI
Il razionalismo promette di portare l’umanità in paradiso, ma finora non ha avuto molto successo. L’aria del XXI secolo è costantemente satura di un senso di crisi. La guerra al terrorismo, la crisi bancaria, la crisi climatica, la crisi del MeToo, la crisi della corona, la crisi dell’Ucraina, le guerre in medioriente: L’eco fragorosa di una crisi risuona ancora quando il fulmine della crisi successiva colpisce nuovamente la fragile struttura della società. In un certo senso, le principali crisi sociali del XXI secolo riflettono tutte un problema nelle relazioni in cui gli esseri umani sono coinvolti: derivano tutte da relazioni problematiche e fallimentari tra gli esseri umani e le istituzioni (crisi bancaria), tra gli esseri umani e i loro simili (guerra al terrore), tra uomini e donne (crisi del MeToo), tra gli esseri umani e la natura (crisi climatica). Inizialmente, il razionalismo stesso cerca di fornire la soluzione ai problemi che causa. La soluzione proposta per l’identità sessuale problematica è un aggiustamento meccanicistico-chirurgico del corpo; la soluzione per la minaccia del terrorismo è lo Stato di sorveglianza; la soluzione per l’impatto dannoso degli esseri umani sulla natura sono “città di cinque minuti” digitalizzate, dove gli esseri umani vivono in piccole unità abitative e non si allontanano mai più di qualche chilometro dalle loro case, auto elettriche ipertecnologiche che possono essere accese e spente dallo Stato a piacimento, una foresta di turbine eoliche e pianure di pannelli solari. E se tutto ciò non dovesse funzionare - tutti sanno, tra l’altro, che non funzionerà - passeremo a far esplodere bombe al nitrato nell’atmosfera e a installare specchi manipolabili tra la Terra e il Sole. Quanto più la visione razionalista fallisce, tanto più disperatamente rivendica la verità. A ogni nuova crisi, i rappresentanti della narrazione dominante - i media mainstream, i governi nazionali, le istituzioni globali - rispondono con una maggiore censura. Eserciti di fact-checkers e “digital first responders” setacciano internet alla ricerca di qualsiasi voce dissenziente; gli algoritmi rallentano la diffusione di qualsiasi voce dissenziente sui social media; milioni di post, anche di persone che di recente hanno ottenuto fama mondiale vincendo prestigiosi premi scientifici, vengono rimossi da internet. Questi “ambasciatori della verità” rimangono straordinariamente indifferenti quando poi si scopre che la storia che hanno difeso acriticamente era sbagliata. La crisi della Corona lo ha abbondantemente dimostrato. Quasi tutto ciò che riguardava la narrazione mainstream si è rivelato sbagliato: il virus è stato allevato in laboratorio anziché derivare dalla zoonosi; la mortalità del virus era almeno dieci volte inferiore a quella dichiarata; il vaccino non ha impedito la diffusione del virus e ha avuto molti più effetti collaterali di quanto suggerito, e così via. La reazione della popolazione, una volta che le bugie vengono rivelate, è particolarmente sorprendente. Hannah Arendt la descrive così: “I leader totalitari di massa basavano la loro propaganda sul corretto presupposto psicologico che, in tali condizioni, si poteva far credere alla gente le affermazioni più fantastiche un giorno e confidare nel fatto che, se il giorno dopo fosse stata data loro una prova inconfutabile della loro falsità, si sarebbero rifugiati nel cinismo; invece di disertare i leader che avevano mentito loro, avrebbero protestato di aver sempre saputo che l’affermazione era una menzogna e avrebbero ammirato i leader per la loro superiore astuzia tattica”.6 Questo è qualcosa di notevole: La ricerca zelante di “informazioni corrette” e “politiche basate sulla scienza” porta al contrario: una società che cade in assurdità crescenti. All’interno del gruppo che segue la narrazione dominante, le persone iniziano a credere che la Terra si stia ribaltando perché stiamo pompando troppa acqua e che non ci sia alcuna differenza biologica (e psicologica) tra un uomo e una donna. All’altro estremo opposto dello spettro socio- psicologico, nel gruppo di persone che si oppongono alla narrazione mainstream, sempre più persone credono che la Terra sia piatta e che sotto le camicie bianche dell’élite si nasconda un torace rettiliano. L’intero problema mondiale è sempre più visto in modo unilaterale e semplicistico come il problema di un’élite malvagia e satanica. In entrambi gli estremi polari sono all’opera gli stessi processi psicologici: una persona stanca e sola, la cui vita si sente sempre più vuota e priva di significato, cerca di controllare i propri sentimenti individuando in un piccolo punto la causa di tutte le paure e di tutti i problemi. La parte “mainstream” proietta tutto il male sugli anti-vaxxer e sui teorici della cospirazione; il “contro-movimento” individua tutto il male nell’”élite maligna”. Una costante di entrambe le parti è che il male viene proiettato principalmente al di fuori di se stessi. A tal punto, non si può fare a meno di cadere nell’aggressività e nell’impotenza. La via d’uscita da questa impotenza non è l’oscuramento della luce solare con specchi tecnologicamente controllabili nello spazio o l’esplosione di bombe al nitrato nella stratosfera; la nostra paura degli attacchi terroristici non scomparirà introducendo uno stato di sorveglianza, l’odio razziale non scomparirà riscrivendo i libri di storia, la pulsione sessuale non diventerà meno problematica grazie all’ideologia woke e le malattie non saranno prevenute da vaccini a mRNA e nanotecnologie nel sangue. La via d’uscita dall’impotenza non è nemmeno la rivolta violenta contro l’élite. L’élite è uno specchio della popolazione. Fanno parte dello stesso organismo generale. Finché la visione dell’umanità e del mondo non cambia, la popolazione creerà sempre la stessa élite. La conclusione principale è questa: la visione razionalistica del mondo ha fatto il suo tempo.
INTELLIGENCE DIGITALE
Qualche centinaio di anni fa si cominciò a credere che il pensiero razionale avrebbe portato alla Verità. Ma su questa strada ha prevalso soprattutto l’inganno. In un certo senso, questa è semplicemente una conseguenza della nostra visione razionalista- meccanicista dell’uomo e del mondo. L’uomo è una macchina inserita nella grande macchina dell’universo; il suo obiettivo più alto è prevalere nella lotta per la sopravvivenza. Perché una macchina per la sopravvivenza dovrebbe cercare di dire la verità? Gli antichi greci lo sapevano già: dire la verità è sempre rischioso. Riduce le possibilità di successo nel gioco della sopravvivenza. Per una persona razionalista, la conclusione è presto tratta: Solo gli idioti dicono la verità. Così, la fede fanatica nella “razionalità” ha strangolato la Verità. Nella popolazione. E nell’élite. L’intera ricerca della razionalità ha fatto sì che quello che io chiamo “il velo dell’apparenza” diventasse sempre più spesso e impenetrabile nella nostra società. Il velo dell’apparenza è sempre esistito, ma è cresciuto eccessivamente negli ultimi secoli. È diventato più spesso che mai. Viviamo in un’epoca di propaganda e di manipolazione su larga scala. I motori di ricerca come Google sono stati inizialmente finanziati dallo Stato americano. Questo potrebbe costare enormi somme di denaro. Perché un motore di ricerca è così interessante per lo Stato? Per la sua enorme utilità come strumento di propaganda. La propaganda cerca di orientare i processi mentali. Si assicura che l’attenzione si concentri su una cosa e non su un’altra. Questo è ciò che fa Google. Ogni volta che cercate nella vostra vita mentale e date a Google una domanda di ricerca, il motore di ricerca vi indirizza in una direzione secondo un algoritmo stabilito dallo Stato e vi tiene lontani da un’altra direzione. Molte delle applicazioni più conosciute su Internet sono strumenti di propaganda camuffati. Ma non è tutto. Per esempio, nel 2020 le Nazioni Unite hanno reclutato non meno di 110.000 cosiddetti “digital first responders”. Queste persone hanno una missione: screditare chiunque diffonda “fake news”. Per fake news si intende “tutto ciò che va contro l’ideologia delle Nazioni Unite”. Non è solo l’ONU a reclutare questi collaboratori. Quasi tutte le principali istituzioni globali lo fanno. Ogni giorno, centinaia di migliaia di persone sono impegnate su Internet nel tentativo di influenzare la vostra opinione, presentando artificialmente alcune opinioni come popolari e “giuste” e altre come riprovevoli e sbagliate. Le tecniche di propaganda del XXI secolo sono davvero sorprendenti nella loro portata. Vanno dall’ingaggio artificiale di una folla virtuale o reale (“rent a crowd”, una forma di “astroturfing”) per conferire alle opinioni preferite un’attraente aura di popolarità al fare l’esatto contrario rallentando i like sui social media (“shadowbanning”) per far apparire impopolari e quindi poco attraenti le opinioni indesiderate. La questione di ciò che è reale e ciò che è apparenza diventa ancora più confusa con la spettacolare ascesa dell’intelligenza artificiale. Profili falsi su Internet, chatbot a malapena distinguibili dalle persone reali durante le conversazioni, foto artificiali e video falsi e profondi: il mondo dell’apparenza sta diventando sempre più difficile da distinguere dal mondo reale. Così, l’uomo del XXI secolo scompare in una sala degli specchi digitale dove l’immagine reale e quella virtuale sono a malapena distinguibili l’una dall’altra. E si muove in quella sala come una marionetta sui fili algoritmici di padroni di cui non vede mai gli occhi. Questa è la grande domanda del prossimo futuro: chi è il Maestro in questa sala? E come si fa a trovare la via d’uscita? La domanda si riduce a questo: Che cos’è la Verità? Dov’è il punto debole nell’armatura del moloch che ha in pugno la condizione umana? La via d’uscita dalla prigionia dell’apparenza risiede - in modo del tutto logico se visto da una certa prospettiva - nella rivalutazione di un atto che l’uomo poteva compiere intorno agli accampamenti della preistoria: l’atto di dire la verità. Questo atto è al tempo stesso la soluzione alla crisi individuale e alla crisi collettiva in cui si trova la società. Su questo dobbiamo concentrare la nostra attenzione: l’arte di parlare bene è il rimedio logico per una società malata di quel nuovo tipo di menzogna che chiamiamo propaganda. Stiamo vivendo una rivoluzione metafisica paragonabile a quella che ha portato all’Illuminismo. Questa rivoluzione si riduce essenzialmente a questo: una società guidata da una massa propagandata viene sostituita da una società guidata da un gruppo di persone connesse attraverso un parlare sincero. In un certo senso, questa rivoluzione trasforma anche gli squilibri creati dal razionalismo; li ritrasforma in relazioni. Il parlare sincero è un parlare risonante: collega l’Anima dell’uomo con il mondo esterno; ristabilisce la connessione con gli altri esseri umani, con il proprio corpo, con le proprie pulsioni, con la società e con la natura. È una domanda importante in quest’epoca: qual è la psicologia dell’atto di parlare bene? Quali sono i diversi modi in cui una persona può usare le parole e quale forma di parlare può penetrare il velo dell’apparenza e ispirare le persone in tempi in cui sono sottoposte a manipolazione e apparenza? Come possiamo padroneggiare l’arte del buon parlare?
Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.
Less
Di più
- Messaggi: 474
- Ringraziamenti ricevuti 11
2 Giorni 20 Ore fa #59286
da Bastion
Risposta da Bastion al topic I tempi in cui viviamo - Raccolta di articoli a tema cospirazionista
CAPITALISMI ALTERNI
Marco Della Luna
Il capitalismo speculativo che impoverisce tutti (tranne pochi), non è l’unico possibile.
Marco Della Luna
Il capitalismo speculativo che impoverisce tutti (tranne pochi), non è l’unico possibile.
Attenzione: Spoiler!
L’effetto Cantillon
L’effetto Cantillon è al cuore della politica economica dell’Occidente. Esso, individuato dall’economista Richard Cantillon nel XVIII secolo, descrive come l’aumento dell’offerta di moneta non influenzi uniformemente l’economia, ma crei una distribuzione diseguale della ricchezza. Cantillon osservò che quando veniva immessa nuova moneta nell’economia (ad esempio, attraverso l’afflusso di metalli preziosi, che erano usati come moneta), i primi a riceverla (come i nobili o i banchieri) potevano spenderla prima che i prezzi aumentassero, e anche dopo che erano aumentati, potevano procurarsi tutta la moneta necessaria a mantenere il loro potere d’acquisto. Ciò significava che potevano acquistare beni e servizi a prezzi più bassi, aumentando il loro potere d’acquisto. Al contrario, coloro che ricevevano la nuova moneta in un secondo momento (come i lavoratori o i commercianti) dovevano affrontare prezzi più alti, riducendo il loro potere d’acquisto. In essenza, coloro che sono più vicini alla fonte della nuova moneta beneficiano maggiormente dell’aumento dell’offerta di moneta, mentre coloro che sono più lontani ne risentono negativamente. Oggi, l’effetto Cantillon è ancora rilevante nell’economia moderna, in particolare con le politiche di quantitative easing (QE)1 adottate dalle banche centrali. Il QE comporta l’acquisto di titoli di stato e altri asset da parte delle banche centrali, immettendo nuova moneta nel sistema finanziario, e coloro che sono più vicini al settore finanziario (come le banche e gli investitori) beneficiano maggiormente del QE, poiché possono accedere alla nuova moneta prima che i prezzi aumentino. Ciò porta a un aumento dei prezzi degli asset (come azioni e immobili), arricchendo i detentori degli stessi. Al contrario, i lavoratori e i consumatori soffrono un aumento dei prezzi dei beni e dei servizi, vedendo ridotto il loro potere d’acquisto. Ogni crisi dei mercati (ultimamente, quella collegata alla pandemia) può essere sfruttata, o persino creata, dall’élite finanziaria, per generare la necessità di forti emissioni monetarie, con cui essa si arricchisce rapidamente. Questa è l’essenza del “whatever it takes” di Draghi: un’espressione non di audacia, ma di cupidigia. Questo è il cuore del capitalismo finanziario. Ricordate i galeoni che portavano l’oro e l’argento dal Sudamerica alla Spagna imperiale? L’effetto Cantillon è la risultante paradossale della scoperta di nuove fonti di oro, che in passato si usava come moneta. Ai nostri giorni, il ruolo delle miniere d’oro, è svolto dal potere di emettere moneta che non va ad alimentare l’economia produttiva, bensì i mercati speculativi. La maggiore disponibilità di moneta (aurea o fiat) causa dapprima un periodo di forte crescita economica, ma presto inizia a impoverire il paese, perché induce inflazione e rende perciò conveniente importare prodotti dall’estero, il che fa chiudere ed emigrare molte aziende nazionali, e spinge pure la gente produttiva ad emigrare. Gradualmente, per conseguenza, tutta la moneta dovrà essere mandata all’estero in pagamento delle merci non più prodotte in patria, e questa resterà impoverita, deindustrializzata e totalmente dipendente dalle importazioni - così avvenne con la Spagna e il Portogallo per effetto dello sfruttamento delle miniere d’oro e argento in Sudamerica. Alla fine, gli unici beneficiari dell’aumento di produzione monetaria sterile, cioè del signoraggio monetario, come già ho detto, restano quelli che la producono, cioè oggi i banchieri centrali (in passato, la Corona che era proprietaria delle miniere d’oro e d’argento), oltre ovviamente a quelli che la ricevono in pagamento dei loro prodotti (oggi, gli imprenditori cinesi). Il resto del paese si degrada, l’economia produttiva si desertifica e delocalizza. Il tanto lamentato declino degli USA è una conseguenza di questo processo, dove il ruolo dell’oro è svolto dal detenere la valuta di riserva mondiale - il bacio della morte. L’impero del dollaro, o sistema anglo-americano, si regge sulla continua creazione e immissione di moneta per sostenere le borse, i titoli OTC, i debiti pubblici, le spese militari, il livello innaturalmente alto dei prezzi in Occidente rispetto ai prezzi assoluti delle grande economie manifatturiere orientali. In sostanza, il potere d’acquisto delle classi dominanti occidentali. Ma tale politica realizza la sicurezza e la moltiplicazione delle rendite solamente a vantaggio di coloro che beneficiano della creazione di moneta senza restarne indebitati (banchieri centrali e loro associati) e senza patire l’inflazione (perché alla svalutazione monetaria rimediano creando per se stessi più liquidità), mentre soffoca la produzione e schiaccia i redditi della popolazione, perché esige che, al fine di tener alto il potere d’acquisto e il cambio, si faccia scarseggiare la moneta - scarseggiare per gli investimenti, per i servizi e per i redditi - mediante alti tassi e alte tasse. Quindi per sua essenza è un sistema destinato a crollare. Può tirare avanti divorando le sue creature, come il conte Ugolino, e rapinando in giro per il mondo valore reale per dare sostanza al profluvio di moneta che produce, cioè per trasformarla in capitale. Il pericolo per noi, per l’Italia, a questo punto, è che gli USA si rifacciano sull’Europa e su altri “alleati” subalterni dei mancati introiti dall’Ucraina. Chi ha la potestà di creare moneta o di attingere direttamente dalla sua fonte, si mette al riparo delle crisi economiche e finanziarie, scaricandone gli effetti e i soprassalti sul resto della società, e anzi approfittando di esse per rastrellare i beni reali delle aziende e delle persone cadute in difficoltà. La più grande economia del mondo da qualche decennio consuma molto, molto più di quanto produce, e si sostiene quindi come un enorme parassita, spillando ricchezza dai paesi che ha sottomesso. La più grande economia del mondo è molto pericolosa: per sostenere le sue enormi spese militari, il disavanzo commerciale, il debito interno, la montagna di titoli tossici, essa crea moneta per un valore nominale multiplo della ricchezza reale che produce, quindi deve coprire la differenza andando a prendere ricchezza reale nel resto del mondo: l’oppio in Afghanistan, il petrolio in Iraq, le risorse agricole e minerarie dell’Ucraina, l’imposizione dell’accettazione del Dollaro mediante minacce di sanzioni o peggio a chi non ci sta - praticamente, una sorta di pizzo mafioso in cambio della “protezione”. Ora che diversi paesi gli scappano, medita di sostituirli prendendo sotto la sua moneta il Canada e il Messico, due notevoli esportatori di ricchezza. Ma sarebbero soluzioni provvisorie, non strutturali. Il signoraggio monetario del dollaro è stato l’asse e il motore non detto della storia del dopoguerra: comperare in giro per il mondo e pagare proxy wars2 mediante l’imposizione dell’accettazione del dollaro e dei t-bonds, e così mantenere l’American Way of Life e l’apparato militare necessario per l’imposizione. Ma ora il gioco si sta rompendo, perché sempre più paesi rifiutano il dollaro, passano ad altri sistemi di pagamento internazionale, aderiscono ai Brics. L’Impero del Dollaro produce montagne di dollari ma non il valore ad essi corrispondente, necessario per comperare all’estero ciò che non produce, quindi va in giro per il mondo a prenderlo da altri paesi. Dai Paesi amici lo prende attraverso il controllo politico diretto (e la minaccia di dazi se non comprano) vendendogli armi e gas a prezzo multiplo rispetto a quello russo, oppure mandando al potere i governi di collaborazionisti. Dagli altri paesi lo prende con la minaccia o la forza delle armi. Una notevole differenza tra i democratici e Donald Trump, è che i primi usano i paesi vassalli per conquistare le risorse di altri paesi, mentre il secondo, come si è detto, vuole mangiare direttamente le risorse dei paesi vassalli quali il Canada, il Messico, l’Unione Europea. Quando Trump dice che moltiplicherà l’estrazione di shale gas e imporrà agli alleati di spendere di più per le armi, intende proprio questo. Dal punto di vista USA, i paesi liberi sono quelli che si aprono ai capitali USA e permettono al dollaro di agire liberamente.
Una parziale rottura di sistema
La vittoria di Trump segna una rottura di alcuni livelli del sistema, ma non certo di tutti. Soprattutto ha modificato il modello capitalistico di fondo, col viraggio dalla finanza cocainica all’economia reale. Ha pure scambiato l’affiliazione israelofila della Casa Bianca, dal frankismo allo chabadismo.3 Tutto ciò ha rilevanti conseguenze politiche, anche internazionali. Ma non è un cambiamento di paradigma, né il trionfo dei Cappelli Bianchi o di altre figure neomitologiche. Nondimeno, è un mutamento apprezzabile e apprezzato da Mosca, tanto che questa ha aperto concretamente e prontamente al dialogo con Trump, e accetta il suo ruolo di mediatore-decisore nella proxy war ucraina, nonostante che gli USA siano stati non solo schierati con Kiev nel corso della guerra, bensì, prima, istigatori e organizzatori del colpo di stato del Maidan, poi di tutta la campagna antirussa di Kiev - anzi siano stati il vero aggressore strategico della Russia, con la loro pluridecennale strategia di espansione verso est dell’impero del Dollaro attraverso le progressive annessioni della NATO. Se, malgrado tutto ciò, Putin accetta di buon grado di trattare con Trump, evidentemente lo valuta come un discontinuatore del passato, una rottura del sistema di interessi finanziari, con tutto il suo espansionismo, particolarmente diretto verso est. Quindi verosimilmente la fine di una grave minaccia per l’indipendenza e l’unità della Federazione Russa. Peraltro, a un livello più popolare, a qualche articolista e ad alquanti seguaci del Donald, non sfugge che il Trump reale del secondo mandato non corrisponde al Trump del mito anticipatorio “Q”4. Su molte promesse, non corrisponde alle aspettative. Non sbatte a Guantanamo i criminali che dovevano finirci, per dirne una. Va a braccetto con Zuckerberg, il censuratore dei social media. Le cose vanno però sempre così. È una costante umana, sin dall’antichità. Vulgus vult decipi et duci - il popolo vuole essere illuso e guidato. È pronto a credere - perché lo vuole credere - che sia alle porte un messia, un salvatore, un giustiziere, con poteri speciali: Obama, Putin, Trump, ultimamente. Magari anche un salvatore semplicemente dell’economia, un Supermario... e quindi tali figure vengono proposte. Costante è anche il disinganno alla prova dei fatti. Ma il disinganno è presto dimenticato dalla massa, la lezione non viene mai imparata, il gioco si può ripetere all’infinito, perciò governarle è relativamente facile. Dopo la controvertibile sconfitta nel 2020, si sviluppò a sostegno di Trump, e in preparazione per le elezioni del 2024, una campagna di opinione e di preannunci o profezie, con in testa il fenomeno Q-Anon5 - mai rinnegata - la quale, tra l’altro, indicava come nemici pubblici Clinton, Obama, Gates, Zuckerberg, Bourla e altri, promettendo che sarebbero finiti a Guantanamo. Dopo quel voto del 2020, si era formato un movimento popolare contro le élites politiche percepite come oscure manipolatrici dello Stato e della nazione (deep state) - come nel caso di Q-Anon - che alimentava una sorta di web-profezia che parlava di operazioni sotterranee di militari “sani” che debellavano la kabala del deep state pedofilo-satanistico, trafficante di organi e succhiatore di adrenocromo, e preparavano il secondo avvento di Trump alla Casa Bianca, dopo i brogli con cui gli era stata rubata l’elezione nel 2020. Molti milioni di persone diedero i loro cuori a questa speranza. Aspettavano i preannunciati tre giorni di buio prima del risveglio nel Regno della Giustizia. La percezione di Trump come di un messianico game changer fu rafforzata da episodi come gli attentati alla sua vita e dalla vicenda col Commissario Europeo Thierry Breton, che, nell’agosto del 2024, minacciò Elon Musk di chiudere, entro il territorio dell’UE, la sua piattaforma X a seguito del dialogo che essa aveva diffuso tra Musk stesso e Donald Trump, dialogo ritenuto portatore di fake news e contrario al canone del politically correct. Musk reagì qualificando Breton come “asshole”, “stronzo”, e invitandolo a dimettersi. Le idee di Musk e Trump sono invise agli eurocrati perché si collocano fuori della gamma delle opinioni da loro consentite, cioè delle opinioni entro cui si vuole che le masse possano pensare e scegliere. Avventurose diagnosi di delirio e di psicosi nei confronti di Donald Trump, in America e in Europa, fioccarono numerose. Le storie di Q-Anon non erano tanto la descrizione di un reale repulisti in atto, bensì costituivano un’operazione psicologica per tenere vive la tensione e l’aspettativa del repulisti, in modo che quella realtà potesse essere attuata con le elezioni del 2024, che in effetti Trump ha vinto alla grande. Solo che quel repulisti lo stiamo ancora aspettando. Anzi, una volta rieletto, cioè finito il bisogno della mobilitazione popolare acuta, Trump ha riabilitato Zuckerberg e ha cordialmente ricevuto Obama e Bourla. Anche l’impeto delle promesse di azioni pronte e risolute contro i malfattori della campagna vaccinale e del lockdown tarda ad inverarsi. Fauci, ad esempio, è ancora a piede libero. Dalle prime analisi pare che, però, il fattore più importante in favore di Trump sia stato non il mito e la profezia, bensì il fatto che i ceti inferiori, i lavoratori a basso reddito, colpiti da una forte inflazione e insicurezza durante la presidenza di Biden, si sono sentiti abbandonati dalla sinistra liberal legata alla grande finanza apolide, e maggiormente tutelati dai conservatori, che promettono interventi in favore dell’occupazione e contro tasse e inflazione. Un fenomeno analogo a quello che si osserva in Europa in favore di partiti correntemente definiti di destra.
L’altro capitalismo
Come anticipato, l’avvento di Trump, Vance e la loro squadra alla Casa Bianca sembra sempre più non il solito, semplice, scontato avvicendamento intrasistemico tra Democrats e Republicans, cioè un avvicendamento rispettoso della tradizionale dialettica controllata del bipartitismo, una dialettica tipicamente sovragestita, cioè nella quale viene inscenata una contrapposizione, una divergenza, che viene presentata come un’alternativa tra sistemi socioeconomici diversi, differenziati un qualcosa di strutturale, ma che in realtà sta tutto dentro un unico sistema. Questo inscenare la possibilità di un’alternativa serve a far credere di vivere in una democrazia. Orbene, sia i Democrats che i Republicans sono interni al sistema capitalistico - ovviamente - e, fino al Trump bis, erano anche interni al modello finanziario-speculativo e globalista, cioè di un’economia e di una società guidate dalla moltiplicazione dei derivati, dalla speculazione e dall’arbitraggio. Quindi la vittoria di Trump è la vittoria di una fazione, quella del capitalismo industriale e produttivo portatrice di un modello economico realmente - seppur limitatamente - alternativo, che vuole la reindustrializzazione e il rilancio dell’economia reale, contro la fazione sinora dominante, quella WEF-davosiana del capitalismo finanziario, monetario, speculativo e sterile, che da decenni sottrae liquidità all’economia produttiva, agli investimenti, alla domanda interna, per destinarla a sostenere il gioco delle bolle e dei crack bancari a spese della popolazione generale, che via via si impoverisce e beneficio di una ristretta aliquota di super ricchi. Impropriamente detta anche deep state, la fazione sconfitta da Trump è precisamente la fazione di Davos, del WEF, che domina ancora l’Europa e parla e agisce per bocca della Commissione Europea, della BCE, dei governi e dei capi di Stato di quasi tutti i paesi europei. Di essa fanno parte i vari partiti popolari, conservatori, liberali e soprattutto quelli sedicenti di sinistra, nonché il coro degli intellettuali e dei giornalisti mainstream. La sua sede è tra la City e Parigi, con metastasi a Bruxelles e Francoforte. La sua migliore ricostruzione storica si trova, per quanto io sappia, nel libro L’Altra Europa di Paolo Rumor e altri. Unisce vecchie dinastie coronate con grandi finanzieri, grandi commis d’état6 e stirpi bancarie. È quello che l’ottimo vicepresidente Vance recentemente a Monaco ha additato come il nostro vero nemico, precisando che il nemico non è la Russia. È quello che censura le comunicazioni e invalida le elezioni quando vince qualcuno di non gradito. Quello che ieri ha spinto al conflitto con la Russia e che oggi rema contro la pace. Quello dei lockdown. All’interno di un sistema di oligarchia capitalistica, plutocratico, che costituisce la costante, non vi è spazio per la democrazia sostanziale. Le variabili sono altre: il grado di autocrazia, di concentrazione della ricchezza, di pressione fiscale, di cura per l’economia, di qualità dei servizi e dell’ordine pubblico, di libertà di circolazione, comunicazione, informazione, dissenso e privacy. E le prospettive per il futuro. Tutte queste variabili, in Europa, stanno stabilmente peggiorando. Nel senso suddetto, la vittoria di Trump è quasi una Seconda guerra d’indipendenza da Londra (la prima fu vinta nell’immediato, ma poi la City riprese il controllo). Essa è stata propiziata dal fatto che la Russia, nella proxy war ucraina, ha vinto sia militarmente che industrialmente, anziché crollare rapidamente sotto le armi e i soldi dell’Occidente che sosteneva Kiev. Ha vinto perché la sua economia reale non è stata dissanguata per sostenere i facili profitti di quella speculativa. Ha vinto perché ha mantenuto sotto controllo pubblico le industrie strategiche anziché cartolarizzarle e offrirle in pasto ai mercati. Ha vinto perché ha costi di produzione di un decimo rispetto all’Occidente, dove tutto viene gonfiato per creare più ricchezza contabile, sempre più staccata dai valori reali. Quindi ha vinto un modello economico alternativo all’ordoliberismo finanziario, che nell’Occidente è stato inculcato come unico sistema razionale, scientifico, legittimo, delegittimando e oscurando ogni modello alternativo. Prima della guerra di Ucraina, pur davanti al disastro del suo modello liberale e liberista, e a dispetto dei devastanti danni che esso continua a causare all’economia e alla società, l’oligarchia burocratica non si rassegnava, non voleva metterlo in discussione. Anzi, portava avanti politiche recessive e di deindustrializzazione, come il Green Deal. Essa si era molto impegnata ed era quasi riuscita ad oscurare e squalificare proposte di alternative di tipo socialista, fino a restare l’unico modello possibile e pensabile, così da potersi addirittura permettere di preannunciare l’arrivo di decine di milioni di disoccupati in conseguenza dell’intelligenza artificiale, ma sul più bello lo scontro perdente contro la Russia ha proposto agli occhi di tutti la superiore efficienza del modello russo, il quale, con liquidità molto minore a disposizione rispetto all’Occidente, riesce a fare molto di più. È un modello capitalista, non certo comunista, ma appunto di capitalismo produttivo, alla Alberto Beneduce, stile IRI ed ENI, e con un certo interesse per gente in carne ed ossa - non un modello recessivo e antisociale del tipo dei Super Mario, Christine Lagarde, Ursula von der Leyen, Enrico Letta e compari. Neanche un modello dem-woke di diritti sostitutivi. Adesso, col programma di spesa di 850 miliardi per il riarmo, aumentando la massa monetaria, si creeranno tensioni inflazionistiche, come ha già ammesso Ursula von der Leyen, quindi bisognerà rialzare i tassi oppure le tasse, per ridurre la liquidità e la domanda interna. Bisognerà impoverire la gente. In compenso, su 850 miliardi di spesa a debito si emetteranno almeno 3.400 miliardi di derivati, per arricchire coloro che decidono dietro i burattini istituzionali - arricchirli trasferendo loro la ricchezza drenata dalla società civile con tasse, tassi, inflazione, tagli di servizi e investimenti. È questo che Giorgia e soci hanno votato. Forze potenti entro gli Stati Uniti hanno capito la lezione, e con Trump stanno ritornando a un capitalismo di investimenti e produzione. L’Europa rimane soggetta, al contrario, a quel potentato parassitario, sopra additato, e che Putin, a ragione, chiama “i vampiri”. E dice anche che la loro danza sta finendo. Per ora però da noi la loro danza sta continuando. Stanno persino progettando di prenderci più soldi per gli armamenti, perché tentano di distrarre la popolazione dai dati di realtà sopra descritti e dal loro fallimento suscitando un’isteria allarmista e guerrafondaia e fomentando una bagarre con la Russia mediante provocazioni come l’accostarla al terzo Reich, come ha fatto Mattarella nel suo discorso accademico di Marsiglia.
Il modello russo e la crisi occidentale
Fino forse alla metà degli anni’80, fino ai disastri di Chernobyl e dell’Afghanistan, l’Unione Sovietica comunista era presente come possibile modello alternativo di società ed economia rispetto a quello capitalistico occidentale. Almeno sul piano politico, ideale, aspirazionale, psicologico, il comunismo costituiva una concorrenza per il capitalismo a trazione egemonica statunitense. Una concorrenza e un’alternativa concrete e temibili soprattutto negli anni ‘50, nel periodo di grande sviluppo economico, tecnologico, scientifico e militare, che coincideva con una importante fase di decolonizzazione e di contestazione dell’imperialismo occidentale. Logico quindi che si sviluppasse, come difesa anche in forma di inibizione e repressione culturali, il fenomeno del maccarthysmo, della caccia alle streghe contro il comunismo e dei suoi simpatizzanti veri e supposti. Ma a quei tempi anche il modello capitalista andava forte e assicurava occupazione, benessere, stabilità in Occidente. Prometteva un buon futuro. Era vincente, nella concorrenza. Oggi non più. Oggi dalla Russia e dalla Cina, e forse anche dall’India, sebbene divenute capitalistiche, ritorna una minaccia all’egemonia e al pensiero unico socio-economico neoliberale che domina il declinante Occidente. Ritorna in forma di modello alternativo e palesemente più efficace, più sostenibile, e anche più amico della società civile, anziché al puro servizio dell’oligarchia bancaria. Meno predatorio. L’intero Occidente infatti da quasi tre anni è impegnato contro la Russia in una lotta economica (con le sanzioni) e altresì militare (con imponenti forniture belliche), nel contesto della proxy war dell’Ucraina. L’UE ha speso ad oggi 145 miliardi - con che risultato? L’Europa si è svenata, gli USA si prendono le risorse minerarie ucraine, l’Ucraina perde i territori più ricchi, non entra nella NATO e la “pace” viene negoziata sopra la sua testa (come è naturale, in una proxy war). Il Pil dei paesi Nato è 20 volte quello della Russia, e così pure il suo budget militare, e la sua popolazione è ottupla. I suoi governanti burattini e i suoi prezzolati giornalisti avevano preannunciato il tracollo economico e militare della Russia entro poche settimane o mesi, per effetto delle sanzioni, e (mentendo) affermavano che i soldati russi stessero già combattendo con le vanghe, avendo esaurito le munizioni. Al contrario, la Russia non solo tiene testa in termini di produzione e di spiegamento di armi, e fa continui progressi sul terreno, ma sta godendo di una notevole crescita economica, la borsa sale, il rublo è ai massimi dalla scorsa estate, e Mosca è leader di una nascente e crescente coalizione detta dei BRICS, che si sta dotando di un suo sistema bancario alternativo all’angloamericano SWIFT e di un sistema monetario alternativo al Dollaro, che ne minaccia il ruolo di moneta di riserva. L’industria russa produce armi e munizioni a un ritmo adeguato e a costi sostenibili, che sono (pare) circa un decimo, o meno, di quelli occidentali. La Cina, dal canto suo, negli ultimi 40 anni, mentre l’Occidente, e soprattutto l’Europa, e ancora di più l’area comunitaria, hanno percorso un cammino di stagnazione, indebitamento, demolizione dell’industria primaria (l’automotive), perdita di posizioni nella dimensione mondiale - la Cina, dicevo, è balzata da paese sotto sviluppato a potenza leader dello sviluppo mondiale, con gigantesche realizzazioni infrastrutturali e militari, e diventando la manifattura del mondo occidentale. È riuscita a far ciò perché ha stampato soldi e li ha investiti nell’economia reale, aumentando la produzione e la produttività e la domanda interna, mentre la FED, la BCE etc. stampano moneta e la mettono nei mercati speculativi e improduttivi togliendola dagli investimenti e dai redditi per prevenire un’esplosione inflativa. E l’India? L’India, dal 2008 al 2024, ha avuto un incremento medio del PIL del 6,4. Ma, se tutto questo è vero, allora la dottrina economica che ci viene propinata in Occidente come giustificazione e legittimazione di tutte le scelte recessive di fondo, con la sua virtuosità di bilancio e i suoi vincoli, è tutta una balla, è distruttiva, i nostri statisti e governanti, i nostri banchieri centrali, sono un branco di ciarlatani, di imbroglioni, di sabotatori al servizio di soggetti che non si assumono le responsabilità. Allora è un imbroglio anche la loro narrazione in materia di tutela ecologica. E di minaccia russa e cinese. Di fronte a tale conclusione, l’attuale maccarthysmo russofobo è pertanto una inevitabile reazione difensiva della cricca di potere che governa l’Occidente imponendogli un modello economico finanziario costruito esclusivamente a tutela delle rendite e del mantenimento del controllo di questa medesima cricca, con sacrificio dell’economia reale, dello sviluppo, degli investimenti, dei servizi, dell’occupazione, sostanzialmente della popolazione generale, di tutti coloro che non beneficiano direttamente della macchina stampa soldi, e che vedono il loro redditi e patrimoni taglieggiati da inflazione e da una crescente tassazione che rincorre, e a cui si prescrive di prepararsi a un mutamento profondo del tenore di vita per salvare l’ecosistema. Mutamento che si annuncia con la recessione e le chiusure aziendali (Green Transition, Net Zero, C40 etc.). Le genti occidentali sono sottoposte a stati - ad apparati pubblici - tanto indebitati da obbedire ciecamente ai loro finanziatori e da non lasciare alcuno spazio alla tutela degli interessi della popolazione né alla rappresentanza della medesima negli organi istituzionali, né a uno spazio di autonomia decisionale rispetto ai Diktat del rating, dei mercati, dei banchieri centrali. Praticamente, è la fine del settore pubblico, dello spazio per una politica pubblica. I mass media interamente controllati e strategicamente sovvenzionati dalla cricca non propongono alcuna critica a questo sistema, al massimo ne contestano isolate applicazioni e alcune conseguenze, di cui però non individuano le radici eziologiche profonde. Plutocrazia totale, democrazia zero. Non si tratta di essere filorussi o filocinesi o filoindiani - Russia, Cina e India curano i loro rispettivi interessi nazionali, non i nostri - ma di individuare il nostro nemico interno, e i suoi kapò.
Reazione e nuove tensioni
L’obiettivo non cambia: distrarre l’opinione pubblica e mantenere il controllo. La fazione di Trump sinora ha vinto una battaglia ma non la guerra. L’aspettano prove molto dure, e non può vincere contro la dinastia dei vampiri senza l’alleanza con la Russia e probabilmente con il resto dei Brics. Zelens’kyj non lo ha capito, metteva i bastoni nelle ruote ed è stato trattato di conseguenza. La bordata di Trump e Vance contro di lui, creatura e servitore della fazione davosiana, era primariamente diretta contro i vampiri. Trump sta attaccando non l’Europa, ma loro, la cricca che la domina, quella dei Dem-Woke-WEF. Questa cricca di potere occidentale, col suo modello economico incentrato sulla speculazione finanziaria e sull’usura, che concentra la ricchezza e diffonde la povertà, è oggi discreditata e battuta sul piano sia economico che militare da un modello di sviluppo alternativo, russo, cinese e indiano, basato sul finanziare l’economia reale e gli investimenti utili. Perciò, al fine di distrarre l’attenzione dell’opinione pubblica dal proprio fallimento, essa si difende lanciando una nuova caccia alle streghe e una istigazione al riarmo e al confronto militare contro la supposta minaccia russa e cinese. Alcuni si stupiscono perché oggi le piazze non si riempiono di gente che protesta contro il neo-bellicismo dell’Unione Europea, di Francia, Germania, Regno Unito, che si oppongono alla diplomazia di pace lanciata con successo da Trump. Si stupiscono ricordando come, in passato, le piazze si riempivano per molto meno e per fatti molto più lontani, che non ci coinvolgevano direttamente, come la guerra del Vietnam. Le cause di questa differenza sono due: premesso che le masse mai hanno consapevolezza né iniziativa, esse, al tempo della guerra del Vietnam, venivano portate in piazza da partiti di sinistra e dai giornalisti di sinistra, che oggi invece stanno con le forze dominanti a Bruxelles, e sostengono la policy del riarmo. Inoltre, da quei tempi, la mentalità, i valori, gli interessi sono mutati nel senso della società post moderna, che è essenzialmente edonista e disimpegnata, che non vuole sacrificarsi né esporsi a rischi. La psicologia politica per le masse odierne va quindi adattata rispetto a quella per le masse dei tempi dei padri di questa disciplina, ossia dell’inizio del XX secolo, ma anche della seconda metà di esso.
Crisi europea e cambiamento
Durante la fase di conduzione delle trattative di pace con la Russia, osserviamo che l’amministrazione Trump, impegnata nel sostituire il paradigma ormai insostenibile, sceglie una strategia psicologica completamente diversa da quella dell’Unione Europea. Essa si fonda sulla rilegittimazione politica e morale della Russia, sulla negazione che sia un aggressore, e sulla via di trattative che rapidamente vanno verso il risultato della pacificazione, attraverso la concessione alla Russia di importanti risultati anche a spese del territorio ucraino. Di fronte alla sostanziale e inevitabile sconfitta sul campo di battaglia e su quello industriale, Trump preferisce non ostinarsi in una guerra senza speranze e con alti costi anche politici, e invece rifarsi delle spese sostenute prendendo risorse minerali dall’Ucraina, cioè i famosi 500 miliardi di controvalore di terre rare per compensare i 320 miliardi di dollari investiti nella guerra, nonché imponendo un pesante dazio del 25% alle importazioni dall’Europa. E nel clamoroso dibattito con Zelens’kyj in mondovisione del 28 febbraio strapazza e umilia il presidente ucraino e gli toglie il sostegno degli Stati Uniti. Ossia, si rivale sui deboli: l’Ucraina e l’UE. Lo storytelling della Casa Bianca, da somministrare adesso all’opinione pubblica, non è più “assieme agli alleati europei, sconfiggeremo il malvagio aggressore Putin e libereremo la buona Ucraina”, bensì “restituiremo al contribuente americano i soldi spesi inutilmente per l’Ucraina e ci rifaremo dei soldi che l’Unione Europea ci ha sinora spillato”. Ovviamente, ciò mette in crisi la narrazione atlantista e filo-ucraina di Bruxelles, con i suoi ostentati abbracci e baci a Zelens’kyj, eroe della democrazia e dell’indipendenza. Il preteso credito USA verso l’Ucraina, sul piano oggettivo non sussiste, perché è stata Washington, da prima del 2014, a manovrare l’Ucraina per spingerla contro la Russia, e la guerra è stata combattuta dall’Ucraina sotto la direzione e nell’interesse dell’establishment finanziario anglo-americano rappresentato da Clinton, Obama, Biden; quindi al contrario è l’Ucraina a poter vantare un diritto di indennizzo verso gli Stati Uniti per i circa 300 miliardi di danni materiali sofferti e per le centinaia di migliaia di morti, mutilati e feriti. Zelens’kyj stesso è un prodotto americano. Per mascherare questa impresentabile realtà, che è sì eziologicamente imputabile alla fazione Dem, opposta alla sua, ma peserebbe cionondimeno sugli USA, Trump ha costruito una narrativa che descrive gli Stati Uniti come generosi, ingenui e disinteressati difensori della libertà e della democrazia, e Zelens’kyj come uno spregevole dittatore cabarettista scroccone, che ora deve impegnarsi a rimborsare gli aiuti ricevuti firmando la cessione delle risorse minerarie - sottacendo che già l’Ucraina aveva ceduto quasi tutte le sue risorse agricole alle multinazionali alimentari americane. Qualora apparisse all’opinione pubblica anche questa realtà, non sarebbe nemmeno più sostenibile la narrativa della lotta di un paese sovrano per difendere la propria indipendenza e sovranità nazionale. Infatti l’Ucraina non è e non era un paese sovrano né indipendente, e non era aggredito ma strumento del vero aggressore, cioè gli Stati Uniti. E Zelens’kyj, dopo essere stato usato, viene ora escluso dalle trattative di pace e scaricato con accuse infamanti (capro espiatorio) proprio dalla Potenza che lo ha creato e adoperato. Anche l’UE viene esclusa dal tavolo delle trattative - probabilmente perché a quel tavolo si stanno trattando accordi economici sulle materie prime e l’energia, su cui gli USA vogliono quantomeno una prelazione. Trump minaccia l’Europa di ritirarle la copertura difensiva (che non esiste, perché l’art. 5 del Trattato NATO, in caso di attacco a un paese membro, impegna gli altri stati membri, semplicemente, a intervenire “come ritengono opportuno” ) se non alza le spese militari, e la minaccia anche di imporre dazi se non compra il suo gas costosissimo; minaccia Panama di prendersi il Canale se non taglia i pedaggi alle navi USA. In quanto all’Italia, gli Stati Uniti possono usarla in due modi: per aiutarli a prendersi le risorse di altri paesi, come Afghanistan, Jugoslavia, Iraq, Libia, Ucraina; e per prendersi direttamente le nostre risorse, facendoci comprare le loro armi e il loro gas a prezzo moltiplicato rispetto a quello russo. Col conflitto in Ucraina, ci stanno usando in entrambi i modi contemporaneamente.
Europa chiama Italia
E l’Italia, che, con Giorgia Meloni, ha votato per il riarmo da 850 miliardi? Al netto della componente PNRR, il PIL italiano quest’anno fa - 0,4%. Il PNRR maschera i danni strutturali da sanzioni alla Russia. Produzione automobilistica caduta ai livelli del 1956. Redditi reali fermi da 30 anni. Non si possono fare progetti di vita, con queste prospettive. La liberal democrazia da un lato ci fa vivere sulla corda, tra debiti e precariato, dall’altra ci offre il sollievo di Netflix, dello sballo e dello psicofarmaco sociale. Sullo sfondo, ti toglie ogni prospettiva oltre il domani. Un grande debito pubblico assicura ai banchieri il controllo politico del paese indebitato, perciò il debito pubblico non viene mai ridotto. A Montecarlo sono in vendita appartamenti per 120 mila euro al metro quadro. Sono non per chi il denaro lo guadagna, ma per chi lo crea dal nulla. Il trinomio del saccheggio del popolo da parte dell’élite: privatizzazioni, ipertassazione, inflazione. L’Unione Europea fu progettata per realizzare, attraverso una graduale concentrazione di poteri decisionali burocratici, finanziari e legislativi, e la dipendenza verso una banca centrale autocratica, un pressoché totale distacco di tali poteri dai popoli e dai loro rappresentanti, in favore di organi decisionali direttamente controllati dalle lobby finanziarie, così da poter anche comandare questa Europa, ad ogni suo singolo paese membro, senza possibilità di sua resistenza. Intanto, per quanto mi consta, i soldi del PNRR, quelli che non rimangono attaccati alle mani di politici e amministratori, vengono usati malissimo e non produrranno aumento della produzione e della produttività, sì che quando ci sarà da restituirli, in una condizione di stagnazione o recessione, sarà un disastro finanziario. E siamo di già in recessione, al netto delle spese a debito del PNRR. Draghi ora critica strutturalmente la politica che prima imponeva. Voltano gabbana, come i gerarchi fascisti dopo la “liberazione”. Tutta l’Europa, legata all’élite finanziaria, è in crisi e perde terreno. La trasformazione socio economica che la cricca eurocratica porta avanti è chiaramente verso un sistema di proletarizzazione generale e livellamento al basso del corpo sociale, e sua sottoposizione a un controllo totale e univoco, senza possibilità di resistenza, da parte di essa, grazie anche ai mezzi tecnologici di cui dispone. Sul piano della realtà tangibile, l’Europa occidentale è in recessione. Se togliamo l’1,5% circa di PIL dovuto ai soldi a debito del PNRR, è una recessione grave. La narrazione ideologica e moralistica di amicizia e unità atlantica, fondamentale pilastro dello storytelling occidentale, è stata clamorosamente sbugiardata dal sabotaggio del gasdotto Nordstream eseguito per volontà della NATO, dall’approfittamento energetico di Washington ai danni dell’economia europea, e, adesso, dai dazi punitivi contro gli alleati subalterni e dal fatto che Washington si prende i tesori minerari dell’Ucraina lasciando all’Europa il costo della sua difesa. E pure gli USA sono in grave crisi economica e sociale, con una povertà dilagante. Logico quindi, anzi inevitabile, che la cricca di potere occidentale reagisca in modo rabbioso, attraverso i suoi pomposi fantocci istituzionali ai vertici dell’Unione Europea, della NATO, dei singoli paesi, chiamando a una corsa agli armamenti contro la Russia, scatenando una campagna russofoba, bandendo persino compositori, poeti e novellisti del passato, colpevoli di appartenere a quella nazione. Il concorrente che ha successo sul piano pratico e che quindi minaccia di smascherare gli scellerati e antisociali intenti della cricca occidentale, deve essere demonizzato sul piano morale e oscurato su quello culturale. La questione va spostata dal piano della realtà socio-economica, in cui la cricca rimane inevitabilmente confutata, al piano ideologico e moralistico, sul quale la cricca si difende bene perché controlla completamente il clero mediatico e intellettuale, clero che dipende interamente dai soldi che essa elargisce. In generale, i rapporti internazionali non sono dettati da simpatie o antipatie, amicizie o inimicizie, da principi etici o filosofici - questo lo si fa intendere al grande pubblico, affinché si immagini tutto in termini “morali”, personificanti, e non capisca la realtà - ma da interessi pratici; e le guerre non si fanno per motivi ideologici, religiosi, razziali, bensì per esigenze di espansione economica e strategica o di traslazione all’esterno di conflitti interni. Le uniche due potenze che attualmente potrebbero scatenare un conflitto tale da minacciare l’Italia e l’Europa occidentale sono gli Stati Uniti e la Cina. I primi, perché hanno necessità di espandere la loro area di controllo finanziario onde sostenere l’enorme indebitamento pubblico e il gigantesco indebitamento estero, assieme alla lunga e incerta reindustrializzazione; e di mantenere al dollaro il ruolo di moneta di riserva, per poter continuare a importare un multiplo di ciò che esportano - cioè a vivere sulle spalle di parte del mondo. Dopo decenni di espansione verso est attraverso la NATO, contavano di prendersi le risorse dell’Ucraina, stimata in 34.000 miliardi, ma non ci riescono e pertanto, al fine di mantenere al dollaro il ruolo di moneta assoluta anziché relativa, vogliono prendersi risorse dagli alleati: Messico, Panama, Canada, Groenlandia, Unione Europea (con le sanzioni alla Russia e il sabotaggio del Nordstream). La Cina può dar luogo a una guerra ampia perché ha bisogno di espandersi per sostenere o recuperare il suo ritmo di sviluppo economico ma - stante la sua distanza geostrategica - essa non ci minaccia. In conclusione, a minacciarci sono soltanto gli USA, contro cui non è possibile difendersi sul piano militare, se non aderendo ai Brics. La Russia, invece, non è una potenziale minaccia perché non ha alcun bisogno di espandersi, avendo una popolazione di soli 145 milioni su un territorio di 17,5 milioni di chilometri quadrati con immense risorse naturali da sfruttare, e abbisognando pertanto di coltivare le proprie infrastrutture interne anziché disperdersi in azioni esterne, importando competenze e tecnologie - quindi, lungi dall’essere un nemico, è il partner ideale e naturale per noi. Pertanto la richiesta di aumentare le spese per gli armamenti in funzione anti russa sono infondate e pretestuose, andando semmai a beneficio dell’Industria degli armamenti statunitensi nonché di chi si arricchirà coi derivati finanziari emessi su quella spesa a debito, e a danno della già asfittica economia europea. L’amministrazione Biden tentava di assicurarsi le grandi risorse naturali ucraine scaricando i costi e i rischi dell’espansione a est e della guerra sui vassalli europei, che sfruttava anche attraverso le sanzioni grazie a cui imponeva loro di comperare il gas USA a prezzo moltiplicato in modo da attrarre a sé, sottraendoli ai detti vassalli, industrie e investimenti in cerca di energia a basso costo. Ma questa strategia non ha funzionato perché la guerra è persa e perché, mentre è facile rendere non competitiva l’industria europea aumentandole i costi per l’energia e togliendole il mercato russo, non è facile reindustrializzare un paese in cui nel tempo sono andate perdute le competenze del facere. L’amministrazione Trump, invece, si è preannunciata con proclami aggressivi in termini daziari e territoriali verso Canada, Messico, Panama, Groenlandia, Cina e altri che dovessero defezionare dal dollaro; nonché con pretese di maggiori spese militari da parte dei vassalli europei come condizione per mantenere la superflua e indesiderabile “protezione” (che sempre più sa di protezione mafiosa) di Washington. Prospettive completamente diverse si aprirebbero qualora invece negli USA avvenga un fatto estremamente grave e lacerante, che li precipiti in un conflitto interno distogliendoli dalle imprese esterne e dal difendere il dollaro come moneta di riserva. È ipotizzabile, soprattutto se consideriamo i precedenti storici delle due guerre mondiali, che la strategia di Washington sia attualmente di distanziarsi dal conflitto ucraino e contemporaneamente di spingere l’Europa occidentale, attraverso l’azione dei suoi governanti europei fedeli alla Casa Bianca, da Starmer a Macron e a Meloni, a coinvolgersi in un conflitto artefatto con Mosca, al fine di portarla a una situazione di emergenza perlomeno finanziaria, che giustifichi un intervento diretto di Washington in suo soccorso. Tale intervento si concluderebbe con un accordo con Mosca sulla testa degli europei, analogo a quello oggi in preparazione sulla testa degli ucraini. E magari anche a un accordo con l’élite WEF-davosiana per lasciare ad essi il dominio dell’Europa in cambio dell’indipendenza degli USA.
L’effetto Cantillon è al cuore della politica economica dell’Occidente. Esso, individuato dall’economista Richard Cantillon nel XVIII secolo, descrive come l’aumento dell’offerta di moneta non influenzi uniformemente l’economia, ma crei una distribuzione diseguale della ricchezza. Cantillon osservò che quando veniva immessa nuova moneta nell’economia (ad esempio, attraverso l’afflusso di metalli preziosi, che erano usati come moneta), i primi a riceverla (come i nobili o i banchieri) potevano spenderla prima che i prezzi aumentassero, e anche dopo che erano aumentati, potevano procurarsi tutta la moneta necessaria a mantenere il loro potere d’acquisto. Ciò significava che potevano acquistare beni e servizi a prezzi più bassi, aumentando il loro potere d’acquisto. Al contrario, coloro che ricevevano la nuova moneta in un secondo momento (come i lavoratori o i commercianti) dovevano affrontare prezzi più alti, riducendo il loro potere d’acquisto. In essenza, coloro che sono più vicini alla fonte della nuova moneta beneficiano maggiormente dell’aumento dell’offerta di moneta, mentre coloro che sono più lontani ne risentono negativamente. Oggi, l’effetto Cantillon è ancora rilevante nell’economia moderna, in particolare con le politiche di quantitative easing (QE)1 adottate dalle banche centrali. Il QE comporta l’acquisto di titoli di stato e altri asset da parte delle banche centrali, immettendo nuova moneta nel sistema finanziario, e coloro che sono più vicini al settore finanziario (come le banche e gli investitori) beneficiano maggiormente del QE, poiché possono accedere alla nuova moneta prima che i prezzi aumentino. Ciò porta a un aumento dei prezzi degli asset (come azioni e immobili), arricchendo i detentori degli stessi. Al contrario, i lavoratori e i consumatori soffrono un aumento dei prezzi dei beni e dei servizi, vedendo ridotto il loro potere d’acquisto. Ogni crisi dei mercati (ultimamente, quella collegata alla pandemia) può essere sfruttata, o persino creata, dall’élite finanziaria, per generare la necessità di forti emissioni monetarie, con cui essa si arricchisce rapidamente. Questa è l’essenza del “whatever it takes” di Draghi: un’espressione non di audacia, ma di cupidigia. Questo è il cuore del capitalismo finanziario. Ricordate i galeoni che portavano l’oro e l’argento dal Sudamerica alla Spagna imperiale? L’effetto Cantillon è la risultante paradossale della scoperta di nuove fonti di oro, che in passato si usava come moneta. Ai nostri giorni, il ruolo delle miniere d’oro, è svolto dal potere di emettere moneta che non va ad alimentare l’economia produttiva, bensì i mercati speculativi. La maggiore disponibilità di moneta (aurea o fiat) causa dapprima un periodo di forte crescita economica, ma presto inizia a impoverire il paese, perché induce inflazione e rende perciò conveniente importare prodotti dall’estero, il che fa chiudere ed emigrare molte aziende nazionali, e spinge pure la gente produttiva ad emigrare. Gradualmente, per conseguenza, tutta la moneta dovrà essere mandata all’estero in pagamento delle merci non più prodotte in patria, e questa resterà impoverita, deindustrializzata e totalmente dipendente dalle importazioni - così avvenne con la Spagna e il Portogallo per effetto dello sfruttamento delle miniere d’oro e argento in Sudamerica. Alla fine, gli unici beneficiari dell’aumento di produzione monetaria sterile, cioè del signoraggio monetario, come già ho detto, restano quelli che la producono, cioè oggi i banchieri centrali (in passato, la Corona che era proprietaria delle miniere d’oro e d’argento), oltre ovviamente a quelli che la ricevono in pagamento dei loro prodotti (oggi, gli imprenditori cinesi). Il resto del paese si degrada, l’economia produttiva si desertifica e delocalizza. Il tanto lamentato declino degli USA è una conseguenza di questo processo, dove il ruolo dell’oro è svolto dal detenere la valuta di riserva mondiale - il bacio della morte. L’impero del dollaro, o sistema anglo-americano, si regge sulla continua creazione e immissione di moneta per sostenere le borse, i titoli OTC, i debiti pubblici, le spese militari, il livello innaturalmente alto dei prezzi in Occidente rispetto ai prezzi assoluti delle grande economie manifatturiere orientali. In sostanza, il potere d’acquisto delle classi dominanti occidentali. Ma tale politica realizza la sicurezza e la moltiplicazione delle rendite solamente a vantaggio di coloro che beneficiano della creazione di moneta senza restarne indebitati (banchieri centrali e loro associati) e senza patire l’inflazione (perché alla svalutazione monetaria rimediano creando per se stessi più liquidità), mentre soffoca la produzione e schiaccia i redditi della popolazione, perché esige che, al fine di tener alto il potere d’acquisto e il cambio, si faccia scarseggiare la moneta - scarseggiare per gli investimenti, per i servizi e per i redditi - mediante alti tassi e alte tasse. Quindi per sua essenza è un sistema destinato a crollare. Può tirare avanti divorando le sue creature, come il conte Ugolino, e rapinando in giro per il mondo valore reale per dare sostanza al profluvio di moneta che produce, cioè per trasformarla in capitale. Il pericolo per noi, per l’Italia, a questo punto, è che gli USA si rifacciano sull’Europa e su altri “alleati” subalterni dei mancati introiti dall’Ucraina. Chi ha la potestà di creare moneta o di attingere direttamente dalla sua fonte, si mette al riparo delle crisi economiche e finanziarie, scaricandone gli effetti e i soprassalti sul resto della società, e anzi approfittando di esse per rastrellare i beni reali delle aziende e delle persone cadute in difficoltà. La più grande economia del mondo da qualche decennio consuma molto, molto più di quanto produce, e si sostiene quindi come un enorme parassita, spillando ricchezza dai paesi che ha sottomesso. La più grande economia del mondo è molto pericolosa: per sostenere le sue enormi spese militari, il disavanzo commerciale, il debito interno, la montagna di titoli tossici, essa crea moneta per un valore nominale multiplo della ricchezza reale che produce, quindi deve coprire la differenza andando a prendere ricchezza reale nel resto del mondo: l’oppio in Afghanistan, il petrolio in Iraq, le risorse agricole e minerarie dell’Ucraina, l’imposizione dell’accettazione del Dollaro mediante minacce di sanzioni o peggio a chi non ci sta - praticamente, una sorta di pizzo mafioso in cambio della “protezione”. Ora che diversi paesi gli scappano, medita di sostituirli prendendo sotto la sua moneta il Canada e il Messico, due notevoli esportatori di ricchezza. Ma sarebbero soluzioni provvisorie, non strutturali. Il signoraggio monetario del dollaro è stato l’asse e il motore non detto della storia del dopoguerra: comperare in giro per il mondo e pagare proxy wars2 mediante l’imposizione dell’accettazione del dollaro e dei t-bonds, e così mantenere l’American Way of Life e l’apparato militare necessario per l’imposizione. Ma ora il gioco si sta rompendo, perché sempre più paesi rifiutano il dollaro, passano ad altri sistemi di pagamento internazionale, aderiscono ai Brics. L’Impero del Dollaro produce montagne di dollari ma non il valore ad essi corrispondente, necessario per comperare all’estero ciò che non produce, quindi va in giro per il mondo a prenderlo da altri paesi. Dai Paesi amici lo prende attraverso il controllo politico diretto (e la minaccia di dazi se non comprano) vendendogli armi e gas a prezzo multiplo rispetto a quello russo, oppure mandando al potere i governi di collaborazionisti. Dagli altri paesi lo prende con la minaccia o la forza delle armi. Una notevole differenza tra i democratici e Donald Trump, è che i primi usano i paesi vassalli per conquistare le risorse di altri paesi, mentre il secondo, come si è detto, vuole mangiare direttamente le risorse dei paesi vassalli quali il Canada, il Messico, l’Unione Europea. Quando Trump dice che moltiplicherà l’estrazione di shale gas e imporrà agli alleati di spendere di più per le armi, intende proprio questo. Dal punto di vista USA, i paesi liberi sono quelli che si aprono ai capitali USA e permettono al dollaro di agire liberamente.
Una parziale rottura di sistema
La vittoria di Trump segna una rottura di alcuni livelli del sistema, ma non certo di tutti. Soprattutto ha modificato il modello capitalistico di fondo, col viraggio dalla finanza cocainica all’economia reale. Ha pure scambiato l’affiliazione israelofila della Casa Bianca, dal frankismo allo chabadismo.3 Tutto ciò ha rilevanti conseguenze politiche, anche internazionali. Ma non è un cambiamento di paradigma, né il trionfo dei Cappelli Bianchi o di altre figure neomitologiche. Nondimeno, è un mutamento apprezzabile e apprezzato da Mosca, tanto che questa ha aperto concretamente e prontamente al dialogo con Trump, e accetta il suo ruolo di mediatore-decisore nella proxy war ucraina, nonostante che gli USA siano stati non solo schierati con Kiev nel corso della guerra, bensì, prima, istigatori e organizzatori del colpo di stato del Maidan, poi di tutta la campagna antirussa di Kiev - anzi siano stati il vero aggressore strategico della Russia, con la loro pluridecennale strategia di espansione verso est dell’impero del Dollaro attraverso le progressive annessioni della NATO. Se, malgrado tutto ciò, Putin accetta di buon grado di trattare con Trump, evidentemente lo valuta come un discontinuatore del passato, una rottura del sistema di interessi finanziari, con tutto il suo espansionismo, particolarmente diretto verso est. Quindi verosimilmente la fine di una grave minaccia per l’indipendenza e l’unità della Federazione Russa. Peraltro, a un livello più popolare, a qualche articolista e ad alquanti seguaci del Donald, non sfugge che il Trump reale del secondo mandato non corrisponde al Trump del mito anticipatorio “Q”4. Su molte promesse, non corrisponde alle aspettative. Non sbatte a Guantanamo i criminali che dovevano finirci, per dirne una. Va a braccetto con Zuckerberg, il censuratore dei social media. Le cose vanno però sempre così. È una costante umana, sin dall’antichità. Vulgus vult decipi et duci - il popolo vuole essere illuso e guidato. È pronto a credere - perché lo vuole credere - che sia alle porte un messia, un salvatore, un giustiziere, con poteri speciali: Obama, Putin, Trump, ultimamente. Magari anche un salvatore semplicemente dell’economia, un Supermario... e quindi tali figure vengono proposte. Costante è anche il disinganno alla prova dei fatti. Ma il disinganno è presto dimenticato dalla massa, la lezione non viene mai imparata, il gioco si può ripetere all’infinito, perciò governarle è relativamente facile. Dopo la controvertibile sconfitta nel 2020, si sviluppò a sostegno di Trump, e in preparazione per le elezioni del 2024, una campagna di opinione e di preannunci o profezie, con in testa il fenomeno Q-Anon5 - mai rinnegata - la quale, tra l’altro, indicava come nemici pubblici Clinton, Obama, Gates, Zuckerberg, Bourla e altri, promettendo che sarebbero finiti a Guantanamo. Dopo quel voto del 2020, si era formato un movimento popolare contro le élites politiche percepite come oscure manipolatrici dello Stato e della nazione (deep state) - come nel caso di Q-Anon - che alimentava una sorta di web-profezia che parlava di operazioni sotterranee di militari “sani” che debellavano la kabala del deep state pedofilo-satanistico, trafficante di organi e succhiatore di adrenocromo, e preparavano il secondo avvento di Trump alla Casa Bianca, dopo i brogli con cui gli era stata rubata l’elezione nel 2020. Molti milioni di persone diedero i loro cuori a questa speranza. Aspettavano i preannunciati tre giorni di buio prima del risveglio nel Regno della Giustizia. La percezione di Trump come di un messianico game changer fu rafforzata da episodi come gli attentati alla sua vita e dalla vicenda col Commissario Europeo Thierry Breton, che, nell’agosto del 2024, minacciò Elon Musk di chiudere, entro il territorio dell’UE, la sua piattaforma X a seguito del dialogo che essa aveva diffuso tra Musk stesso e Donald Trump, dialogo ritenuto portatore di fake news e contrario al canone del politically correct. Musk reagì qualificando Breton come “asshole”, “stronzo”, e invitandolo a dimettersi. Le idee di Musk e Trump sono invise agli eurocrati perché si collocano fuori della gamma delle opinioni da loro consentite, cioè delle opinioni entro cui si vuole che le masse possano pensare e scegliere. Avventurose diagnosi di delirio e di psicosi nei confronti di Donald Trump, in America e in Europa, fioccarono numerose. Le storie di Q-Anon non erano tanto la descrizione di un reale repulisti in atto, bensì costituivano un’operazione psicologica per tenere vive la tensione e l’aspettativa del repulisti, in modo che quella realtà potesse essere attuata con le elezioni del 2024, che in effetti Trump ha vinto alla grande. Solo che quel repulisti lo stiamo ancora aspettando. Anzi, una volta rieletto, cioè finito il bisogno della mobilitazione popolare acuta, Trump ha riabilitato Zuckerberg e ha cordialmente ricevuto Obama e Bourla. Anche l’impeto delle promesse di azioni pronte e risolute contro i malfattori della campagna vaccinale e del lockdown tarda ad inverarsi. Fauci, ad esempio, è ancora a piede libero. Dalle prime analisi pare che, però, il fattore più importante in favore di Trump sia stato non il mito e la profezia, bensì il fatto che i ceti inferiori, i lavoratori a basso reddito, colpiti da una forte inflazione e insicurezza durante la presidenza di Biden, si sono sentiti abbandonati dalla sinistra liberal legata alla grande finanza apolide, e maggiormente tutelati dai conservatori, che promettono interventi in favore dell’occupazione e contro tasse e inflazione. Un fenomeno analogo a quello che si osserva in Europa in favore di partiti correntemente definiti di destra.
L’altro capitalismo
Come anticipato, l’avvento di Trump, Vance e la loro squadra alla Casa Bianca sembra sempre più non il solito, semplice, scontato avvicendamento intrasistemico tra Democrats e Republicans, cioè un avvicendamento rispettoso della tradizionale dialettica controllata del bipartitismo, una dialettica tipicamente sovragestita, cioè nella quale viene inscenata una contrapposizione, una divergenza, che viene presentata come un’alternativa tra sistemi socioeconomici diversi, differenziati un qualcosa di strutturale, ma che in realtà sta tutto dentro un unico sistema. Questo inscenare la possibilità di un’alternativa serve a far credere di vivere in una democrazia. Orbene, sia i Democrats che i Republicans sono interni al sistema capitalistico - ovviamente - e, fino al Trump bis, erano anche interni al modello finanziario-speculativo e globalista, cioè di un’economia e di una società guidate dalla moltiplicazione dei derivati, dalla speculazione e dall’arbitraggio. Quindi la vittoria di Trump è la vittoria di una fazione, quella del capitalismo industriale e produttivo portatrice di un modello economico realmente - seppur limitatamente - alternativo, che vuole la reindustrializzazione e il rilancio dell’economia reale, contro la fazione sinora dominante, quella WEF-davosiana del capitalismo finanziario, monetario, speculativo e sterile, che da decenni sottrae liquidità all’economia produttiva, agli investimenti, alla domanda interna, per destinarla a sostenere il gioco delle bolle e dei crack bancari a spese della popolazione generale, che via via si impoverisce e beneficio di una ristretta aliquota di super ricchi. Impropriamente detta anche deep state, la fazione sconfitta da Trump è precisamente la fazione di Davos, del WEF, che domina ancora l’Europa e parla e agisce per bocca della Commissione Europea, della BCE, dei governi e dei capi di Stato di quasi tutti i paesi europei. Di essa fanno parte i vari partiti popolari, conservatori, liberali e soprattutto quelli sedicenti di sinistra, nonché il coro degli intellettuali e dei giornalisti mainstream. La sua sede è tra la City e Parigi, con metastasi a Bruxelles e Francoforte. La sua migliore ricostruzione storica si trova, per quanto io sappia, nel libro L’Altra Europa di Paolo Rumor e altri. Unisce vecchie dinastie coronate con grandi finanzieri, grandi commis d’état6 e stirpi bancarie. È quello che l’ottimo vicepresidente Vance recentemente a Monaco ha additato come il nostro vero nemico, precisando che il nemico non è la Russia. È quello che censura le comunicazioni e invalida le elezioni quando vince qualcuno di non gradito. Quello che ieri ha spinto al conflitto con la Russia e che oggi rema contro la pace. Quello dei lockdown. All’interno di un sistema di oligarchia capitalistica, plutocratico, che costituisce la costante, non vi è spazio per la democrazia sostanziale. Le variabili sono altre: il grado di autocrazia, di concentrazione della ricchezza, di pressione fiscale, di cura per l’economia, di qualità dei servizi e dell’ordine pubblico, di libertà di circolazione, comunicazione, informazione, dissenso e privacy. E le prospettive per il futuro. Tutte queste variabili, in Europa, stanno stabilmente peggiorando. Nel senso suddetto, la vittoria di Trump è quasi una Seconda guerra d’indipendenza da Londra (la prima fu vinta nell’immediato, ma poi la City riprese il controllo). Essa è stata propiziata dal fatto che la Russia, nella proxy war ucraina, ha vinto sia militarmente che industrialmente, anziché crollare rapidamente sotto le armi e i soldi dell’Occidente che sosteneva Kiev. Ha vinto perché la sua economia reale non è stata dissanguata per sostenere i facili profitti di quella speculativa. Ha vinto perché ha mantenuto sotto controllo pubblico le industrie strategiche anziché cartolarizzarle e offrirle in pasto ai mercati. Ha vinto perché ha costi di produzione di un decimo rispetto all’Occidente, dove tutto viene gonfiato per creare più ricchezza contabile, sempre più staccata dai valori reali. Quindi ha vinto un modello economico alternativo all’ordoliberismo finanziario, che nell’Occidente è stato inculcato come unico sistema razionale, scientifico, legittimo, delegittimando e oscurando ogni modello alternativo. Prima della guerra di Ucraina, pur davanti al disastro del suo modello liberale e liberista, e a dispetto dei devastanti danni che esso continua a causare all’economia e alla società, l’oligarchia burocratica non si rassegnava, non voleva metterlo in discussione. Anzi, portava avanti politiche recessive e di deindustrializzazione, come il Green Deal. Essa si era molto impegnata ed era quasi riuscita ad oscurare e squalificare proposte di alternative di tipo socialista, fino a restare l’unico modello possibile e pensabile, così da potersi addirittura permettere di preannunciare l’arrivo di decine di milioni di disoccupati in conseguenza dell’intelligenza artificiale, ma sul più bello lo scontro perdente contro la Russia ha proposto agli occhi di tutti la superiore efficienza del modello russo, il quale, con liquidità molto minore a disposizione rispetto all’Occidente, riesce a fare molto di più. È un modello capitalista, non certo comunista, ma appunto di capitalismo produttivo, alla Alberto Beneduce, stile IRI ed ENI, e con un certo interesse per gente in carne ed ossa - non un modello recessivo e antisociale del tipo dei Super Mario, Christine Lagarde, Ursula von der Leyen, Enrico Letta e compari. Neanche un modello dem-woke di diritti sostitutivi. Adesso, col programma di spesa di 850 miliardi per il riarmo, aumentando la massa monetaria, si creeranno tensioni inflazionistiche, come ha già ammesso Ursula von der Leyen, quindi bisognerà rialzare i tassi oppure le tasse, per ridurre la liquidità e la domanda interna. Bisognerà impoverire la gente. In compenso, su 850 miliardi di spesa a debito si emetteranno almeno 3.400 miliardi di derivati, per arricchire coloro che decidono dietro i burattini istituzionali - arricchirli trasferendo loro la ricchezza drenata dalla società civile con tasse, tassi, inflazione, tagli di servizi e investimenti. È questo che Giorgia e soci hanno votato. Forze potenti entro gli Stati Uniti hanno capito la lezione, e con Trump stanno ritornando a un capitalismo di investimenti e produzione. L’Europa rimane soggetta, al contrario, a quel potentato parassitario, sopra additato, e che Putin, a ragione, chiama “i vampiri”. E dice anche che la loro danza sta finendo. Per ora però da noi la loro danza sta continuando. Stanno persino progettando di prenderci più soldi per gli armamenti, perché tentano di distrarre la popolazione dai dati di realtà sopra descritti e dal loro fallimento suscitando un’isteria allarmista e guerrafondaia e fomentando una bagarre con la Russia mediante provocazioni come l’accostarla al terzo Reich, come ha fatto Mattarella nel suo discorso accademico di Marsiglia.
Il modello russo e la crisi occidentale
Fino forse alla metà degli anni’80, fino ai disastri di Chernobyl e dell’Afghanistan, l’Unione Sovietica comunista era presente come possibile modello alternativo di società ed economia rispetto a quello capitalistico occidentale. Almeno sul piano politico, ideale, aspirazionale, psicologico, il comunismo costituiva una concorrenza per il capitalismo a trazione egemonica statunitense. Una concorrenza e un’alternativa concrete e temibili soprattutto negli anni ‘50, nel periodo di grande sviluppo economico, tecnologico, scientifico e militare, che coincideva con una importante fase di decolonizzazione e di contestazione dell’imperialismo occidentale. Logico quindi che si sviluppasse, come difesa anche in forma di inibizione e repressione culturali, il fenomeno del maccarthysmo, della caccia alle streghe contro il comunismo e dei suoi simpatizzanti veri e supposti. Ma a quei tempi anche il modello capitalista andava forte e assicurava occupazione, benessere, stabilità in Occidente. Prometteva un buon futuro. Era vincente, nella concorrenza. Oggi non più. Oggi dalla Russia e dalla Cina, e forse anche dall’India, sebbene divenute capitalistiche, ritorna una minaccia all’egemonia e al pensiero unico socio-economico neoliberale che domina il declinante Occidente. Ritorna in forma di modello alternativo e palesemente più efficace, più sostenibile, e anche più amico della società civile, anziché al puro servizio dell’oligarchia bancaria. Meno predatorio. L’intero Occidente infatti da quasi tre anni è impegnato contro la Russia in una lotta economica (con le sanzioni) e altresì militare (con imponenti forniture belliche), nel contesto della proxy war dell’Ucraina. L’UE ha speso ad oggi 145 miliardi - con che risultato? L’Europa si è svenata, gli USA si prendono le risorse minerarie ucraine, l’Ucraina perde i territori più ricchi, non entra nella NATO e la “pace” viene negoziata sopra la sua testa (come è naturale, in una proxy war). Il Pil dei paesi Nato è 20 volte quello della Russia, e così pure il suo budget militare, e la sua popolazione è ottupla. I suoi governanti burattini e i suoi prezzolati giornalisti avevano preannunciato il tracollo economico e militare della Russia entro poche settimane o mesi, per effetto delle sanzioni, e (mentendo) affermavano che i soldati russi stessero già combattendo con le vanghe, avendo esaurito le munizioni. Al contrario, la Russia non solo tiene testa in termini di produzione e di spiegamento di armi, e fa continui progressi sul terreno, ma sta godendo di una notevole crescita economica, la borsa sale, il rublo è ai massimi dalla scorsa estate, e Mosca è leader di una nascente e crescente coalizione detta dei BRICS, che si sta dotando di un suo sistema bancario alternativo all’angloamericano SWIFT e di un sistema monetario alternativo al Dollaro, che ne minaccia il ruolo di moneta di riserva. L’industria russa produce armi e munizioni a un ritmo adeguato e a costi sostenibili, che sono (pare) circa un decimo, o meno, di quelli occidentali. La Cina, dal canto suo, negli ultimi 40 anni, mentre l’Occidente, e soprattutto l’Europa, e ancora di più l’area comunitaria, hanno percorso un cammino di stagnazione, indebitamento, demolizione dell’industria primaria (l’automotive), perdita di posizioni nella dimensione mondiale - la Cina, dicevo, è balzata da paese sotto sviluppato a potenza leader dello sviluppo mondiale, con gigantesche realizzazioni infrastrutturali e militari, e diventando la manifattura del mondo occidentale. È riuscita a far ciò perché ha stampato soldi e li ha investiti nell’economia reale, aumentando la produzione e la produttività e la domanda interna, mentre la FED, la BCE etc. stampano moneta e la mettono nei mercati speculativi e improduttivi togliendola dagli investimenti e dai redditi per prevenire un’esplosione inflativa. E l’India? L’India, dal 2008 al 2024, ha avuto un incremento medio del PIL del 6,4. Ma, se tutto questo è vero, allora la dottrina economica che ci viene propinata in Occidente come giustificazione e legittimazione di tutte le scelte recessive di fondo, con la sua virtuosità di bilancio e i suoi vincoli, è tutta una balla, è distruttiva, i nostri statisti e governanti, i nostri banchieri centrali, sono un branco di ciarlatani, di imbroglioni, di sabotatori al servizio di soggetti che non si assumono le responsabilità. Allora è un imbroglio anche la loro narrazione in materia di tutela ecologica. E di minaccia russa e cinese. Di fronte a tale conclusione, l’attuale maccarthysmo russofobo è pertanto una inevitabile reazione difensiva della cricca di potere che governa l’Occidente imponendogli un modello economico finanziario costruito esclusivamente a tutela delle rendite e del mantenimento del controllo di questa medesima cricca, con sacrificio dell’economia reale, dello sviluppo, degli investimenti, dei servizi, dell’occupazione, sostanzialmente della popolazione generale, di tutti coloro che non beneficiano direttamente della macchina stampa soldi, e che vedono il loro redditi e patrimoni taglieggiati da inflazione e da una crescente tassazione che rincorre, e a cui si prescrive di prepararsi a un mutamento profondo del tenore di vita per salvare l’ecosistema. Mutamento che si annuncia con la recessione e le chiusure aziendali (Green Transition, Net Zero, C40 etc.). Le genti occidentali sono sottoposte a stati - ad apparati pubblici - tanto indebitati da obbedire ciecamente ai loro finanziatori e da non lasciare alcuno spazio alla tutela degli interessi della popolazione né alla rappresentanza della medesima negli organi istituzionali, né a uno spazio di autonomia decisionale rispetto ai Diktat del rating, dei mercati, dei banchieri centrali. Praticamente, è la fine del settore pubblico, dello spazio per una politica pubblica. I mass media interamente controllati e strategicamente sovvenzionati dalla cricca non propongono alcuna critica a questo sistema, al massimo ne contestano isolate applicazioni e alcune conseguenze, di cui però non individuano le radici eziologiche profonde. Plutocrazia totale, democrazia zero. Non si tratta di essere filorussi o filocinesi o filoindiani - Russia, Cina e India curano i loro rispettivi interessi nazionali, non i nostri - ma di individuare il nostro nemico interno, e i suoi kapò.
Reazione e nuove tensioni
L’obiettivo non cambia: distrarre l’opinione pubblica e mantenere il controllo. La fazione di Trump sinora ha vinto una battaglia ma non la guerra. L’aspettano prove molto dure, e non può vincere contro la dinastia dei vampiri senza l’alleanza con la Russia e probabilmente con il resto dei Brics. Zelens’kyj non lo ha capito, metteva i bastoni nelle ruote ed è stato trattato di conseguenza. La bordata di Trump e Vance contro di lui, creatura e servitore della fazione davosiana, era primariamente diretta contro i vampiri. Trump sta attaccando non l’Europa, ma loro, la cricca che la domina, quella dei Dem-Woke-WEF. Questa cricca di potere occidentale, col suo modello economico incentrato sulla speculazione finanziaria e sull’usura, che concentra la ricchezza e diffonde la povertà, è oggi discreditata e battuta sul piano sia economico che militare da un modello di sviluppo alternativo, russo, cinese e indiano, basato sul finanziare l’economia reale e gli investimenti utili. Perciò, al fine di distrarre l’attenzione dell’opinione pubblica dal proprio fallimento, essa si difende lanciando una nuova caccia alle streghe e una istigazione al riarmo e al confronto militare contro la supposta minaccia russa e cinese. Alcuni si stupiscono perché oggi le piazze non si riempiono di gente che protesta contro il neo-bellicismo dell’Unione Europea, di Francia, Germania, Regno Unito, che si oppongono alla diplomazia di pace lanciata con successo da Trump. Si stupiscono ricordando come, in passato, le piazze si riempivano per molto meno e per fatti molto più lontani, che non ci coinvolgevano direttamente, come la guerra del Vietnam. Le cause di questa differenza sono due: premesso che le masse mai hanno consapevolezza né iniziativa, esse, al tempo della guerra del Vietnam, venivano portate in piazza da partiti di sinistra e dai giornalisti di sinistra, che oggi invece stanno con le forze dominanti a Bruxelles, e sostengono la policy del riarmo. Inoltre, da quei tempi, la mentalità, i valori, gli interessi sono mutati nel senso della società post moderna, che è essenzialmente edonista e disimpegnata, che non vuole sacrificarsi né esporsi a rischi. La psicologia politica per le masse odierne va quindi adattata rispetto a quella per le masse dei tempi dei padri di questa disciplina, ossia dell’inizio del XX secolo, ma anche della seconda metà di esso.
Crisi europea e cambiamento
Durante la fase di conduzione delle trattative di pace con la Russia, osserviamo che l’amministrazione Trump, impegnata nel sostituire il paradigma ormai insostenibile, sceglie una strategia psicologica completamente diversa da quella dell’Unione Europea. Essa si fonda sulla rilegittimazione politica e morale della Russia, sulla negazione che sia un aggressore, e sulla via di trattative che rapidamente vanno verso il risultato della pacificazione, attraverso la concessione alla Russia di importanti risultati anche a spese del territorio ucraino. Di fronte alla sostanziale e inevitabile sconfitta sul campo di battaglia e su quello industriale, Trump preferisce non ostinarsi in una guerra senza speranze e con alti costi anche politici, e invece rifarsi delle spese sostenute prendendo risorse minerali dall’Ucraina, cioè i famosi 500 miliardi di controvalore di terre rare per compensare i 320 miliardi di dollari investiti nella guerra, nonché imponendo un pesante dazio del 25% alle importazioni dall’Europa. E nel clamoroso dibattito con Zelens’kyj in mondovisione del 28 febbraio strapazza e umilia il presidente ucraino e gli toglie il sostegno degli Stati Uniti. Ossia, si rivale sui deboli: l’Ucraina e l’UE. Lo storytelling della Casa Bianca, da somministrare adesso all’opinione pubblica, non è più “assieme agli alleati europei, sconfiggeremo il malvagio aggressore Putin e libereremo la buona Ucraina”, bensì “restituiremo al contribuente americano i soldi spesi inutilmente per l’Ucraina e ci rifaremo dei soldi che l’Unione Europea ci ha sinora spillato”. Ovviamente, ciò mette in crisi la narrazione atlantista e filo-ucraina di Bruxelles, con i suoi ostentati abbracci e baci a Zelens’kyj, eroe della democrazia e dell’indipendenza. Il preteso credito USA verso l’Ucraina, sul piano oggettivo non sussiste, perché è stata Washington, da prima del 2014, a manovrare l’Ucraina per spingerla contro la Russia, e la guerra è stata combattuta dall’Ucraina sotto la direzione e nell’interesse dell’establishment finanziario anglo-americano rappresentato da Clinton, Obama, Biden; quindi al contrario è l’Ucraina a poter vantare un diritto di indennizzo verso gli Stati Uniti per i circa 300 miliardi di danni materiali sofferti e per le centinaia di migliaia di morti, mutilati e feriti. Zelens’kyj stesso è un prodotto americano. Per mascherare questa impresentabile realtà, che è sì eziologicamente imputabile alla fazione Dem, opposta alla sua, ma peserebbe cionondimeno sugli USA, Trump ha costruito una narrativa che descrive gli Stati Uniti come generosi, ingenui e disinteressati difensori della libertà e della democrazia, e Zelens’kyj come uno spregevole dittatore cabarettista scroccone, che ora deve impegnarsi a rimborsare gli aiuti ricevuti firmando la cessione delle risorse minerarie - sottacendo che già l’Ucraina aveva ceduto quasi tutte le sue risorse agricole alle multinazionali alimentari americane. Qualora apparisse all’opinione pubblica anche questa realtà, non sarebbe nemmeno più sostenibile la narrativa della lotta di un paese sovrano per difendere la propria indipendenza e sovranità nazionale. Infatti l’Ucraina non è e non era un paese sovrano né indipendente, e non era aggredito ma strumento del vero aggressore, cioè gli Stati Uniti. E Zelens’kyj, dopo essere stato usato, viene ora escluso dalle trattative di pace e scaricato con accuse infamanti (capro espiatorio) proprio dalla Potenza che lo ha creato e adoperato. Anche l’UE viene esclusa dal tavolo delle trattative - probabilmente perché a quel tavolo si stanno trattando accordi economici sulle materie prime e l’energia, su cui gli USA vogliono quantomeno una prelazione. Trump minaccia l’Europa di ritirarle la copertura difensiva (che non esiste, perché l’art. 5 del Trattato NATO, in caso di attacco a un paese membro, impegna gli altri stati membri, semplicemente, a intervenire “come ritengono opportuno” ) se non alza le spese militari, e la minaccia anche di imporre dazi se non compra il suo gas costosissimo; minaccia Panama di prendersi il Canale se non taglia i pedaggi alle navi USA. In quanto all’Italia, gli Stati Uniti possono usarla in due modi: per aiutarli a prendersi le risorse di altri paesi, come Afghanistan, Jugoslavia, Iraq, Libia, Ucraina; e per prendersi direttamente le nostre risorse, facendoci comprare le loro armi e il loro gas a prezzo moltiplicato rispetto a quello russo. Col conflitto in Ucraina, ci stanno usando in entrambi i modi contemporaneamente.
Europa chiama Italia
E l’Italia, che, con Giorgia Meloni, ha votato per il riarmo da 850 miliardi? Al netto della componente PNRR, il PIL italiano quest’anno fa - 0,4%. Il PNRR maschera i danni strutturali da sanzioni alla Russia. Produzione automobilistica caduta ai livelli del 1956. Redditi reali fermi da 30 anni. Non si possono fare progetti di vita, con queste prospettive. La liberal democrazia da un lato ci fa vivere sulla corda, tra debiti e precariato, dall’altra ci offre il sollievo di Netflix, dello sballo e dello psicofarmaco sociale. Sullo sfondo, ti toglie ogni prospettiva oltre il domani. Un grande debito pubblico assicura ai banchieri il controllo politico del paese indebitato, perciò il debito pubblico non viene mai ridotto. A Montecarlo sono in vendita appartamenti per 120 mila euro al metro quadro. Sono non per chi il denaro lo guadagna, ma per chi lo crea dal nulla. Il trinomio del saccheggio del popolo da parte dell’élite: privatizzazioni, ipertassazione, inflazione. L’Unione Europea fu progettata per realizzare, attraverso una graduale concentrazione di poteri decisionali burocratici, finanziari e legislativi, e la dipendenza verso una banca centrale autocratica, un pressoché totale distacco di tali poteri dai popoli e dai loro rappresentanti, in favore di organi decisionali direttamente controllati dalle lobby finanziarie, così da poter anche comandare questa Europa, ad ogni suo singolo paese membro, senza possibilità di sua resistenza. Intanto, per quanto mi consta, i soldi del PNRR, quelli che non rimangono attaccati alle mani di politici e amministratori, vengono usati malissimo e non produrranno aumento della produzione e della produttività, sì che quando ci sarà da restituirli, in una condizione di stagnazione o recessione, sarà un disastro finanziario. E siamo di già in recessione, al netto delle spese a debito del PNRR. Draghi ora critica strutturalmente la politica che prima imponeva. Voltano gabbana, come i gerarchi fascisti dopo la “liberazione”. Tutta l’Europa, legata all’élite finanziaria, è in crisi e perde terreno. La trasformazione socio economica che la cricca eurocratica porta avanti è chiaramente verso un sistema di proletarizzazione generale e livellamento al basso del corpo sociale, e sua sottoposizione a un controllo totale e univoco, senza possibilità di resistenza, da parte di essa, grazie anche ai mezzi tecnologici di cui dispone. Sul piano della realtà tangibile, l’Europa occidentale è in recessione. Se togliamo l’1,5% circa di PIL dovuto ai soldi a debito del PNRR, è una recessione grave. La narrazione ideologica e moralistica di amicizia e unità atlantica, fondamentale pilastro dello storytelling occidentale, è stata clamorosamente sbugiardata dal sabotaggio del gasdotto Nordstream eseguito per volontà della NATO, dall’approfittamento energetico di Washington ai danni dell’economia europea, e, adesso, dai dazi punitivi contro gli alleati subalterni e dal fatto che Washington si prende i tesori minerari dell’Ucraina lasciando all’Europa il costo della sua difesa. E pure gli USA sono in grave crisi economica e sociale, con una povertà dilagante. Logico quindi, anzi inevitabile, che la cricca di potere occidentale reagisca in modo rabbioso, attraverso i suoi pomposi fantocci istituzionali ai vertici dell’Unione Europea, della NATO, dei singoli paesi, chiamando a una corsa agli armamenti contro la Russia, scatenando una campagna russofoba, bandendo persino compositori, poeti e novellisti del passato, colpevoli di appartenere a quella nazione. Il concorrente che ha successo sul piano pratico e che quindi minaccia di smascherare gli scellerati e antisociali intenti della cricca occidentale, deve essere demonizzato sul piano morale e oscurato su quello culturale. La questione va spostata dal piano della realtà socio-economica, in cui la cricca rimane inevitabilmente confutata, al piano ideologico e moralistico, sul quale la cricca si difende bene perché controlla completamente il clero mediatico e intellettuale, clero che dipende interamente dai soldi che essa elargisce. In generale, i rapporti internazionali non sono dettati da simpatie o antipatie, amicizie o inimicizie, da principi etici o filosofici - questo lo si fa intendere al grande pubblico, affinché si immagini tutto in termini “morali”, personificanti, e non capisca la realtà - ma da interessi pratici; e le guerre non si fanno per motivi ideologici, religiosi, razziali, bensì per esigenze di espansione economica e strategica o di traslazione all’esterno di conflitti interni. Le uniche due potenze che attualmente potrebbero scatenare un conflitto tale da minacciare l’Italia e l’Europa occidentale sono gli Stati Uniti e la Cina. I primi, perché hanno necessità di espandere la loro area di controllo finanziario onde sostenere l’enorme indebitamento pubblico e il gigantesco indebitamento estero, assieme alla lunga e incerta reindustrializzazione; e di mantenere al dollaro il ruolo di moneta di riserva, per poter continuare a importare un multiplo di ciò che esportano - cioè a vivere sulle spalle di parte del mondo. Dopo decenni di espansione verso est attraverso la NATO, contavano di prendersi le risorse dell’Ucraina, stimata in 34.000 miliardi, ma non ci riescono e pertanto, al fine di mantenere al dollaro il ruolo di moneta assoluta anziché relativa, vogliono prendersi risorse dagli alleati: Messico, Panama, Canada, Groenlandia, Unione Europea (con le sanzioni alla Russia e il sabotaggio del Nordstream). La Cina può dar luogo a una guerra ampia perché ha bisogno di espandersi per sostenere o recuperare il suo ritmo di sviluppo economico ma - stante la sua distanza geostrategica - essa non ci minaccia. In conclusione, a minacciarci sono soltanto gli USA, contro cui non è possibile difendersi sul piano militare, se non aderendo ai Brics. La Russia, invece, non è una potenziale minaccia perché non ha alcun bisogno di espandersi, avendo una popolazione di soli 145 milioni su un territorio di 17,5 milioni di chilometri quadrati con immense risorse naturali da sfruttare, e abbisognando pertanto di coltivare le proprie infrastrutture interne anziché disperdersi in azioni esterne, importando competenze e tecnologie - quindi, lungi dall’essere un nemico, è il partner ideale e naturale per noi. Pertanto la richiesta di aumentare le spese per gli armamenti in funzione anti russa sono infondate e pretestuose, andando semmai a beneficio dell’Industria degli armamenti statunitensi nonché di chi si arricchirà coi derivati finanziari emessi su quella spesa a debito, e a danno della già asfittica economia europea. L’amministrazione Biden tentava di assicurarsi le grandi risorse naturali ucraine scaricando i costi e i rischi dell’espansione a est e della guerra sui vassalli europei, che sfruttava anche attraverso le sanzioni grazie a cui imponeva loro di comperare il gas USA a prezzo moltiplicato in modo da attrarre a sé, sottraendoli ai detti vassalli, industrie e investimenti in cerca di energia a basso costo. Ma questa strategia non ha funzionato perché la guerra è persa e perché, mentre è facile rendere non competitiva l’industria europea aumentandole i costi per l’energia e togliendole il mercato russo, non è facile reindustrializzare un paese in cui nel tempo sono andate perdute le competenze del facere. L’amministrazione Trump, invece, si è preannunciata con proclami aggressivi in termini daziari e territoriali verso Canada, Messico, Panama, Groenlandia, Cina e altri che dovessero defezionare dal dollaro; nonché con pretese di maggiori spese militari da parte dei vassalli europei come condizione per mantenere la superflua e indesiderabile “protezione” (che sempre più sa di protezione mafiosa) di Washington. Prospettive completamente diverse si aprirebbero qualora invece negli USA avvenga un fatto estremamente grave e lacerante, che li precipiti in un conflitto interno distogliendoli dalle imprese esterne e dal difendere il dollaro come moneta di riserva. È ipotizzabile, soprattutto se consideriamo i precedenti storici delle due guerre mondiali, che la strategia di Washington sia attualmente di distanziarsi dal conflitto ucraino e contemporaneamente di spingere l’Europa occidentale, attraverso l’azione dei suoi governanti europei fedeli alla Casa Bianca, da Starmer a Macron e a Meloni, a coinvolgersi in un conflitto artefatto con Mosca, al fine di portarla a una situazione di emergenza perlomeno finanziaria, che giustifichi un intervento diretto di Washington in suo soccorso. Tale intervento si concluderebbe con un accordo con Mosca sulla testa degli europei, analogo a quello oggi in preparazione sulla testa degli ucraini. E magari anche a un accordo con l’élite WEF-davosiana per lasciare ad essi il dominio dell’Europa in cambio dell’indipendenza degli USA.
Si prega Accesso a partecipare alla conversazione.
Tempo creazione pagina: 0.316 secondi