di Marco Cedolin
Report condotto su Rai 3 da Milena Gabanelli è una di quelle rarissime trasmissioni grazie alle quali ci si può ancora illudere che abbia un senso tenere in casa la TV. Inchieste ficcanti, documentate e precise, nessuna soggezione verso i grandi poteri, enorme capacità di sintesi, estrema linearità di linguaggio, hanno fatto negli anni di Report uno dei più fulgidi esempi di reale giornalismo d’informazione.
Forse proprio per queste ragioni l’ultima puntata della trasmissione, andata in onda domenica 27 aprile, è parsa stonata nel suo incedere spesso equivoco, nella mancanza di obiettività, nella disarmante scarsità di dati oggettivi che potessero suffragare alcuni parallelismi sconcertanti portati avanti con ostinazione nel corso del programma.
Report di domenica ha esordito presentando un’interessante e documentata indagine avente per oggetto gli aeroporti italiani e l’enorme quantità di progetti concernenti il loro ampliamento attualmente in fase di proposizione. Ha messo in evidenza le pesanti conseguenze, sia dal punto di vista economico che da quello ambientale, ...
Una discussione attualmente in corso nei nostri forum ha riportato alla ribalta la questione dei viaggi lunari, purtroppo nella classica impostazione “debunkers contro complottisti”. Il "purtroppo" verrà spiegato nel corso dell'articolo stesso.
Ma l’intenzione non è di replicare qui i termini tecnici del dibattito (i forum lunari bastano e avanzano, in quel senso), quanto di proporre una riflessione più ampia sulla questione “moonhoax” in genere.
Se – e quel “se” rimane valido per l’intero articolo – è vero che i viaggi lunari non avvennero mai, questo comporta infatti una serie di questioni di ordine civile e morale che rendono il problema molto più importante di una semplice diatriba fra due fazioni avverse.
Facciamo prima una importante premessa. Come tutti bene o male riusciamo a intuire, man mano che ci si avvicina ai più alti livelli di potere, soprattutto negli USA, la linea fra ciò che è legale e ciò che non lo è diventa sempre più sottile. Dovrebbe essere l’esatto contrario, ovviamente: ai massimi livelli istituzionali, soprattutto nei paesi democratici, ci si aspetterebbe il massimo rigore etico e morale, ma purtroppo sappiamo che non è così.
Non solo il potere e la tentazione di abusarne viaggiano sempre di pari passo, ma con essi cresce anche la possibilità di corrompere proprio quegli organi istituzionali ...
Mentre la sinistra italiana si ritrova a leccarsi le ferite, dopo una batosta che nemmeno gli avversari avevano probabilmente immaginato, i democratici americani rischiano addirittura di passare alla storia per essere l’unico partito al mondo che riesce a regalare ai propri avversari tre vittorie consecutive, senza che costoro ne abbiano meritato mezza.
Già nelle presidenziali del 2000 pareva impossibile che Al Gore, che ereditava otto anni trionfali da parte di Bill Clinton, potesse perdere contro chiunque, e gli stessi repubblicani riconoscevano, all’inizio della stagione elettorale, di non avere la minima idea di come fare per scalfire l’enorme vantaggio di cui godeva il vice-presidente uscente nei sondaggi nazionali.
Ci pensò lo stesso Al Gore a rovinare tutto, proponendosi come una specie di ridicolo “superman“, vanitoso e arrogante, che permise a George Bush di giocarsi la carta dell’uomo qualunque - non che la cosa gli riesca particolarmente difficile, sia chiaro – conquistandosi così la simpatia del famoso “grande centro“ degli indecisi.
Vero è che la vittoria di Bush fu rubata con mille trucchi e mille inganni, ma rimane una sostanziale responsabilità da parte di Al Gore ...
Ormai l’Italia è spaccata in due, e la doppia “liberazione” che molti ieri hanno incontrato nelle nostre piazze lo ha ben rappresentato.
Da una parte abbiamo un’Italia - purtroppo minoritaria - che è andata “oltre“. E’ gente che, grazie alla libera informazione della rete, e all’uso indipendente del proprio cervello, ha potuto superare in qualche modo la falsa dicotomia destra-sinistra che per cinquant’anni ha tenuto banco nel nostro paese, e si è resa conto che quello politico non è che un gioco fra potenti, giocato sulla pelle e sul sudore dei cittadini. Di tutti i cittadini.
Dall’altra c’è un’ Italia - purtroppo maggioritaria - che è ancora sottomessa al gioco della finta politica e che, in buona fede o meno, continua ad alimentarlo proprio nel momento in cui si illude, votando, di riuscire a condizionarlo.
A costoro bisognerebbe mostrare per milioni di volte – come al protagonista di Arancia Meccanica - Gasparri e Riotta che dicono sprezzanti al rappresentante dei grillini: “Voi comunisti avete perso, tacete e portate a casa”, come nel video che mostriamo in coda.
Non esiste prova più lampante dell’arido disegno di spartizione di potere che non sentir dire al vincitore “avete perso stronzi ora tacete”. Questo era il senso - nemmeno tanto velato – di quelle frasi, nelle quali dovrebbe leggersi quanto poco sia l’interesse di queste persone nel portare un qualunque miglioramento al nostro paese, ...
(La clip video è tratta da www.grilliromani.it)
Passeggiavo. Con una giornata così bella, sarebbe stato un peccato prendere un mezzo a motore. In fondo sono solo 40 minuti di camminata da casa mia fino in Piazza San Carlo.
Oggi è festa anche per me che lavoro tutti i giorni della settimana. Io che corro sempre ...
di Marco Cedolin
La morte sul lavoro di Angelo Galante, portiere 51enne di uno stabile romano, precipitato sul marciapiede da un’altezza di oltre 30 metri mentre stava procedendo alla pulizia dei vetri, e rimasto alcuni minuti riverso sul selciato con il cranio fracassato e lo straccio ancora stretto fra le mani, ha “fatto notizia” non tanto per la tragica dinamica dell’accaduto, quanto per il raccapricciante e surreale racconto di un gioielliere che dalla vetrina del suo negozio ha assistito alla tragedia.
Per alcuni minuti, mentre il gioielliere Paolo che conosceva bene la vittima tentava disperatamente di prestarle soccorso, la maggior parte dei passanti ha continuato a camminare frettolosamente come se nulla fosse accaduto ed alcune persone hanno scavalcato con noncuranza il corpo esanime senza mostrare alcuna attenzione per il poveretto, né palesare la minima emozione.
Racconti di questo tipo, fino a qualche tempo fa relegati nel novero delle leggende metropolitane concernenti le metropoli statunitensi, sempre più spesso stanno diventando parte di una cruda realtà anche nella schizofrenica cacofonia delle nostre città, dove la “massa” dei passanti inebetiti, sempre più schiava dell’ipercinetismo, ...
In America cominciano ad accorgersi che qualcosa deve essere andato storto, fra l’11 settembre del 2001 ed oggi. E naturalmente è il New York Times, punto fisso di riferimento di qualunque altro giornale al mondo, a guidare questa crociata di “risveglio” collettivo.
Al centro dell’attenzione, come molti già sanno, lo “scoop del secolo” di David Barstow, apparso sul NYT del 20 Aprile scorso, nel quale il giornalista americano rivelava al mondo quello che nessuno avrebbe mai osato sospettare prima di oggi: il Pentagono aveva allenato una squadra di “opinionisti militari” – pescandoli naturalmente nel laghetto dietro casa dei pensionati a 5 stelle – per influenzare i media nazionali sull’andamento della guerra in Iraq.
Roba da restare sbalorditi. Il Pentagono che decide addiritura di mentire al mondo, pur di portare avanti la propria strategia di conquista militare! (Strategia che nessuno conosce, fra l’altro, visto che sta stampata nero su bianco su un documento del PNAC del tutto anonimo e insignificante, intitolato semplicemente “La creazione di una futura forza dominante”).
Che sarebbe come stupirsi che Hitler vuole conquistare il mondo, dopo che Mein Kampf te lo trovi ormai anche in omaggio nel fustino del Dixan.
Ma tant’è: l’ipocrisia americana prevede anche questo rituale, nel complesso meccanismo “a pendolo”, che porta prima a calpestare i diritti del mondo per farsi i propri porci comodi, e poi a lavarsene vigorosamente le mani, come se tutto il male che è stato fatto fosse opera di perfetti sconosciuti. Lo hanno fatto con Norimberga, e non si vede perchè non debbano farlo anche con il Medio Oriente.
Eccoci quindi alla fase della “sorprendente e dolorosa scoperta del peccato”, con il dito che va comodamente a puntare su una persona - Donald Rumsfeld – che ormai ha dato le dimissioni da quasi un anno.
Naturalmente, dove fossero tutti i giornalisti del “migliore quotidiano del mondo”, mentre i cattivi generali ci mentivano dagli schermi dei telegiornali, ...
Nel totale silenzio mediatico, l’ex-presidente Jimmy Carter continua il suo paziente lavoro di intermediario ai massimi livelli per cercare di risolvere i più gravi problemi del mondo.
L’anno scorso era stato a Cuba, e aveva finito per rinfacciare agli americani buona parte delle colpe per uno stallo economico-diplomatico che dura da ormai 50 anni, e del quale hanno sofferto soprattutto gli stessi cittadini cubani.
Comprensibile quindi lo “scarso interesse” dimostato dai media mondiali per il lavoro di quest’uomo – un vero gigante, che un giorno la Storia riconoscerà come tale - che sa prediligere la verità agli interessi nazionali.
Ma questa volta Carter l’ha combinata ancora più grossa. Parlando del più e del meno con i siriani, ha scoperto che Hamas è disposta ad accettare i confini del ’67, ed è disposta soprattutto a riconoscere ed accettare Israele come stato confinante. Hamas vuole solo che le condizioni, che verranno messe a punto dal PM israeliano e dal presidente palestinese, vengano poi sottoposte all’approvazione degli stessi palestinesi.
Pare però, a sentire Carter, che il problema nasca dal fatto che Israele e Stati Uniti ...
E’ uno strano amore, quello che Joseph Ratzinger sembra provare per il resto dell’umanità. Sembra quasi un amore dettato dalla ragione, che esce da un preciso calcolo cibernetico, generato in un punto che sta fra gli occhi e la fronte, e non da una pulsazione emotiva, inconscia e incontrollabile, che origina dal centro del suo petto.
Quando Ratzinger parla, pronuncia spesso la parola amore, ma non la vive mai davvero, nemmeno per un istante. E' come se ne avesse pudore. A volte sembra quasi non appartenergli, come se ne ignorasse il vero significato, e la pronunciasse con il timore di venire scoperto nell’usarla senza averne il diritto.
E’ stato agghiacciante, sentirlo parlare per pochi secondi dalle rovine di Ground Zero, sullo sfondo metafisico di una ferita mai rimarginata, mentre elencava freddamente le varie “categorie” dei colpiti a morte, ...
di Marco Cedolin
Fadel Shana, operatore della Reuters di 23 anni, compariva giovedì sul sito web di Repubblica in un articolo dal titolo “Filma il colpo che lo uccide” all’interno del quale era contenuto un breve filmato di 46 secondi, la prima parte del quale riprendeva il colpo mortale sparato da un carro armato israeliano, girata da Fadel stesso, e la seconda costituita invece dalle immagini del fuoristrada della troupe devastato dall’esplosione e dal concitato via vai di ambulanze che tentavano di prestare soccorso. A contornare il filmato un trafiletto di 4 righe nel quale si potevano leggere il nome e l’età del giovane operatore Reuters e apprendere che con lui erano stati ammazzati anche due civili dei quali non veniva resa nota neppure l’identità, né esplicitato il fatto che probabilmente si trattava dei suoi collaboratori.
La morte di Fadel Shana ha dunque “bucato” i grandi media dell’informazione solo in virtù dell’anomalia determinata dall’essere stata filmata da lui stesso, diventando in questo modo una notizia originale e appetibile, ...
Di sicuro, nel bene o nel male, queste elezioni passeranno alla storia per aver segnato una decisa sconfitta della sinistra in genere, che fosse di governo (o presunto tale), come di opposizione, o presunta tale. Walter Veltroni infatti passa alla storia per essere l’unico leader che è riuscito a riportare una sconfitta senza aver nemmeno fatto in tempo a governare – come dire, è stato sconfitto già sulla parola - mentre Bertinotti passa alla storia per non avere mai governato nonostante avesse avuto, in passato, ampia possibilità di farlo. (Per governare si intende incidere sensibilmente su un qualunque aspetto importante della cosa pubblica, e non semplicemente comparire negli elenchi della maggioranza).
Fin troppo facile, quindi, parlare oggi di ”sconfitta della sinistra”. Ma in realtà, è mai esistita, questa sinistra?
Secondo la terminologia classica - quella fin de siècle, tanto per intederci – la sinistra è quell’ala dello schieramento ideologico che tende a privilegiare gli interessi dei cosidetti “lavoratori” su quelli dei cosiddetti “padroni”. La sinistra classica chiede “più soldi nella busta paga” del lavoratore, copertura assicurativa e medica generalizzata, protezione dei diritti individuali di fronte ai soprusi dell’imprenditore troppo rapace, ecc. ecc. A sua volta, nel sociale, la sinistra promuove tutti quei servizi che possano andare, ancora una volta, a favore del lavoratore: asili nido, trasporti efficienti, organizzazioni legali gratuite, ecc.
Insomma, per dirla in soldoni, la sinistra “viene incontro ai problemi del lavoratore”.
A guardarla bene, però, questa sinistra sembra quasi essere un sofisticato “braccio secolare” della destra, in quanto si proccupa, in ultima analisi, di migliorare la produttività complessiva del paese. Mentre è giustissimo, sacrosanto e intoccabile, che il lavoratore abbia una adeguata copertura assicurativa, questo alla fine si traduce – guarda caso - in una sua aumentata produttività complessiva: il metalmeccanico che si è fatto male sul lavoro, se adeguatamente protetto e ricompensato, non dovrà dannarsi a fare debiti per ripagare da solo le spese mediche, e quindi "mi ritorna prima" a lavorare in ferriera, sereno ed efficiente quanto prima.
Il lavoratore che trova i servizi pubblici funzionanti non rischia di far tardi al mattino, ...
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