Sperando ovviamente di non fare il menagramo, sento il dovere di far notare qualcosa di molto particolare che sta succedendo sul fronte Iraq-Iran: non se ne parla più da molti giorni, e questo è un segno molto preoccupante.
Come tutti sappiamo, “can che abbaia non morde”, e finchè gli americani parlavano di invadere, distruggere, conquistare o demololire l’Iran, sappiamo bene che stavano solo sondando il terreno - interno e internazionale – su una eventuale operazione bellica di quel tipo.
Ma il cane che sonnecchia non è mai piaciuto a nessuno, e di certo non possiamo dire che i neocons siano già usciti definitivamente dai giri di potere di Washington, per poterci completamente tranquillizzare da quel punto di vista. La longa manu di Israele, oltretutto, è sempre presente, ed è comunque in grado di condizionare pesantemente le decisioni di quel tipo.
C’è inoltre l’incognita elettorale, che in questi giorni è passata in secondo piano, ma che tornerà al centro dell’attenzione dopo le imminenti primarie della Pennsylvania, che dovrebbero determinare – almeno, si spera – la conclusione del travagliato duello Obama-Clinton.
Dico “dovrebbero” per questo motivo: se Hillary vincerà la Pennsylvania con un forte distacco, purtroppo il problema verrà protratto fino alla Convention di giugno. Se invece vincerà con un margine ridotto (o se perderà, ovviamente, ... ... anche se per ora la cosa è impensabile), Obama potrà finalmente chiedere a furor di popolo il suo ritiro dalla competizione.
A quel punto, con Obama e McCain che iniziano a duellare da lontano, la questione Medio Oriente diventerebbe di primaria importanza, e un “colpo di coda” bellico, che possa aiutare a far passare la tesi del “successo militare” – e quindi favorisca McCain alle presidenziali - diventa nuovamente una tentazione per i falchi del Pentagono, che potrebbero voler supportare il tutto con un propizio “attentato islamico” di giuste proporzioni.
Fortunatamente la CIA ha già fatto capire da che parte sta, quando ha confermato davanti al mondo che non esistono rischi nucleari di alcun tipo da parte dell’Iran. Ma conosciamo bene la capacità di Cheney & Co. di manipolare i media a proprio favore, e non ci vuole molto ad inventarsi un altro “rischio imminente“ che giustifichi un intervento armato contro l’Iran. Oppure, appunto, un altro “evento catastrofico e catalizzatore” che permetta ai neocons di lanciare la loro ultima offensiva prima di abbandonare definitivamente le luci della ribalta.
In un caso o nell’altro, non sarà comunque un’estate serena, questo sembra ormai certo.
Massimo Mazzucco
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