E’ chiaro che se votiamo secondo i criteri della fantapolitica (quella che esiste solo nelle nostre menti), poi ci becchiamo dei fantaministri della difesa che sanno solo parlare di fantastrategie militari.
Se poi si mettono a raccontarcele i nostri “fantagiornalisti” (quelli che sono giornalisti solo nella loro testa), vengono fuori dei veri e propri capolavori del nonsense, come questo breve articolo dell’ANSA di ieri.
ROMA - Aumenta l'impegno dei militari italiani in Afghanistan in vista delle elezioni del 20 agosto, …
Sembra di capire che la democrazia agli afghani non sia piaciuta affatto: se bisogna addirittura mandare truppe aggiuntive per farli votare...
… ma contestualmente il contingente italiano potrebbe lasciare la zona calda di Farah, ai confini del turbolento Sud.
Lasciando ai posteri di capire il senso profondo di quel “ma”, prendiamo atto che esiste una ”zona calda” che sta “ai confini del turbolento sud”. La quale zona dovrebbe quindi trovarsi nella parte meridionale di un “tranquillo nord”, giusto? Niente affatto:
La Regione Ovest dell'Afghanistan, sotto il comando italiano, comprende anche la provincia di Farah, zona che confina con la Regione Sud del Paese …
Come vedete, in Afghanistan l’ovest confina direttamente con il sud.
… - a rotazione guidata da Olanda, Inghilterra e Canada - un territorio dove è intensa l'attività degli insorgenti. In prospettiva, ha spiegato La Russa, ...
di Marco Cedolin
Non sono mai stato un grande estimatore di Michele Santoro, né ho mai considerato le trasmissioni da lui condotte nel corso della sua carriera un esempio da seguire in termini di analisi critica ed obiettiva. Santoro ha sempre fatto giornalismo partendo da un’appartenenza politica ben definita, così come altri in Italia lo hanno fatto e continuano a farlo ispirandosi a posizioni politiche molto differenti, penso a Bruno Vespa, quando non diametralmente opposte, come Emilio Fede.
A prescindere dal livello qualitativo dell’informazione esperita da parte dei vari soggetti, la pluralità di pensiero (che in Italia è sempre stata molto scarsa) dovrebbe stare alla base di qualunque sistema mediatico abbia l’ambizione di considerarsi “libero” e di qualunque formazione politica consideri la “libertà” un valore fondante della propria identità.
Proprio per questa ragione si fatica a comprendere la veemenza con la quale ministri e uomini politici del “popolo delle libertà” si ostinano ad accanirsi contro la trasmissione “Anno Zero” di Santoro, domandandone la chiusura ogni qualvolta all’interno di essa vengono trattati argomenti scottanti, partendo da un’angolazione di lettura differente dalla loro.
Anno Zero non rappresenta sicuramente il punto di arrivo della “buona informazione”, però bisogna riconoscere alla trasmissione di Santoro il merito di avere ricoperto negli ultimi anni il ruolo dell’unica voce dissonante (in comproprietà con Report della Gabanelli che però ha un format totalmente differente) all’interno di un panorama di giornalismo televisivo assolutamente appiattito sulla logica del totale servilismo nei confronti del PDL e del PD. Non è infatti un caso che unicamente nell’ambito di Anno Zero si siano potuti apprezzare servizi e dibattiti sull'argomento rifiuti, sul massacro di Gaza e sulla tragedia del terremoto in Abruzzo, che andassero oltre la cortina di disinformazione portata avanti da tutti coloro che fanno “giornalismo” in televisione.
L’ostinazione a voler cantare fuori dal coro sembra essere costata cara tanto a Santoro quanto al vignettista Vauro, ...
Il dibattito sul cancro ha raggiunto un livello, sul nostro sito, a cui è necessario stabilire alcuni punti fissi.
Prima di tutto bisognerebbe ricordare che noi (cittadini) dovremmo essere tutti uniti, nel comune interesse di un sistema sanitario che funzioni al meglio per tutti, mentre la resistenza aprioristica di certi personaggi a qualunque tipo di critica non fa che ritardare quel miglioramento. Costoro avrebbero tutto il diritto di opporsi alle critiche, sia chiaro, se solo difendessero un’oncologia relativamente efficace. Ma è molto difficile oggi sostenere che non siamo di fronte ad un disastro di portata storica, e ci si domanda quali possano essere i veri motivi che li portano a difenderla in ogni caso, spesso pure con arroganza e aggressività. Teniamo infatti presente quanto segue:
L’ONCOLOGIA UFFICIALE NON SA NEMMENO DIRCI COSA SIA IL CANCRO. In 100 anni di progresso tecnologico i velivoli di legno dei fratelli Wright sono diventati dei caccia in leghe leggere che volano a tre volte la velocità del suono; il tremolante telegrafo che collegava le prime città dell’era industriale è diventato una rete di fibre ottiche che collega istantaneamente ogni più remoto angolo del mondo; l’osservazione passiva del firmamento è stata sostituita da tecnologie che permettono di valutare l’età delle stelle e delle galassie con precisione stupefacente. Solo l’oncologia è rimasta inspiegabilmente al palo, e dopo oltre 100 anni di ricerca è in grado di dirci soltanto che “si tratta di diversi tipi di malattie, che hanno cause diverse e distinte, che colpiscono organi e tessuti differenti, che richiedono quindi esami diagnostici e soluzioni terapeutiche particolari”.
Il che equivale a dire tutto e niente. Anche la laringite e l’artrosi sono “diversi tipi di malattie, che hanno cause diverse e distinte, che colpiscono organi e tessuti differenti, che richiedono quindi esami diagnostici e soluzioni terapeutiche particolari”. Ma per quelle almeno conosciamo con precisione la causa, e i relativi rimedi da applicare. Mentre se si chiede all’oncologia di nominare la causa precisa di un solo “tipo di cancro”, nessuno saprà darla con sicurezza, mentre indicherà le stesse cure generiche per tutti (chirurgia, radio e chemio).
Due di queste “cure” sono a loro volta cancerogene, mentre la terza - la chirurgia - equivale a negare il problema invece di risolverlo: uno dei casi di “vittoria sul cancro” vantati dal sito dall’AIRC è quello di un ciclista che ha sconfitto la malattia ed è tornato regolarmente alle competizioni... con una gamba sola. L’altra è stata gettata nella spazzatura, insieme al cancro che nessuno riusciva a guarire.
Sarebbe quindi suggeribile, prima di tutto, un atteggiamento molto più umile e disponibile al dialogo ...
Leggi tutto: Quando i militari perdono la bussola