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L'ONU chiede 7,8 milioni di danni a Israele

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Scritto da Redazione
Categoria: imported
06 Maggio 2009
Visite: 6967
Marco Cedolin La notizia trova spazio su tutti i maggiori quotidiani europei, ma i giornali italiani, troppo impegnati a seguire le vicende coniugali del premier ormai divenute argomento fisso delle prime pagine, hanno evitato di farne menzione o si sono limitati a relegarla in qualche trafiletto. L’ONU, come dichiarato in conferenza stampa da Ban Ki – moon, ha fatto pervenire ad Israele una richiesta di risarcimento di 7,8 milioni di euro, in seguito alla relazione della commissione che ha indagato in merito agli attacchi contro il personale e le strutture delle Nazioni Unite, compiuti dall’esercito israeliano durante l'operazione Piombo Fuso dello scorso inverno che ha causato la morte di oltre 1500 palestinesi. Il risarcimento riguarda i bombardamenti (in alcuni casi con l’utilizzo del fosforo bianco) a Gaza da parte dell’esercito israeliano di 3 scuole, un ospedale e la sede delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi. Bombardamenti che hanno causato circa 50 morti ...

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Chi ci proteggerà?

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Scritto da Redazione
Categoria: imported
05 Maggio 2009
Visite: 11132
Non tutti sono complottisti. Piero Cammerinesi propone una lettura sull'influenza suina diversa da quella finora prevalsa sui siti di libera informazione. (M.M.)

di Piero Cammerinesi

La notizia non è ufficiale ma l’influenza suina, la H1N1, è da poco arrivata qui a Los Angeles, in due scuole sperdute della immensa periferia di questa megalopoli dell’ovest. Le notizie si rincorrono sui notiziari di tutte le reti nazionali, evocando immagini angoscianti di città messicane deserte dove si aggirano rare persone rese ancora più anonime e inquietanti dalle mascherine indossate. La scorsa settimana ho seguito con grande attenzione il discorso dei primi cento giorni del Presidente Obama. Ad un certo punto il Presidente ha tenuto ad assicurare il suo Paese che la sua prima preoccupazione è quella di proteggere il popolo americano da qualsiasi minaccia, compresa l’influenza suina. Purtroppo ero davanti al televisore e non nella sala stampa assieme ai colleghi giornalisti americani. Altrimenti mi sarei alzato anch’io, avrei preso il microfono ed avrei chiesto: "Thank you Mister President, lei dice di voler proteggere il popolo americano da qualsiasi minaccia, ma mi dica, chi proteggerà noi da lei e dalle sue corporation?"

Perché una simile domanda, direte voi. Un po’ di pazienza e ci arriviamo.

Ebbene, alcuni giorni or sono la CNN, e a ruota buona parte delle televisioni mondiali, ha mandato in onda un servizio sul primo essere umano che ha contratto la H1N1: Edgar Hernandez, un bambino messicano. Edgar – fortunatamente guarito dalla malattia - vive a La Gloria, una frazione di Perote, nello stato di Veracruz, nei pressi di un immenso allevamento di maiali ....

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Messico: la recita che i media nascondono sui virus

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Scritto da Redazione
Categoria: imported
04 Maggio 2009
Visite: 7838

In Messico quella che noi chiamiamo “mascherina” si chiama anche “tappabocca”. E i messicani, che in 5.000 anni di rigogliosa storia ne hanno viste di carestie, guerre ed epidemie indotte, fin da quella dei conquistadores, non hanno perso né la capacità di riflettere né la lingua tagliente e non si fanno tappare la bocca neanche dalla presunta nuova pandemia. A Città del Messico, poco dopo la scossa di terremoto dell’altro giorno girava (ovviamente di bocca in bocca) una battuta fulminante: “Cos’ha detto il Messico all’influenza? Uuuhhh, guarda come tremo”.

di Gennaro Carotenuto

Oramai sembra evidente che i numeri delle prime ore, complice l’effetto valanga del sistema mediatico mainstream locale (Azteca e Televisa, un duopolio privato che il nostro a confronto è zucchero) e internazionale, erano stati gonfiati e i morti, che per un breve momento erano saliti per bocca dello stesso presidente Felipe Calderón a 159, sono stranamente precipitati ad appena una ventina.

Una ventina concentrati un una megalopoli di venti milioni di abitanti, dove una dozzina di decessi vengono dai quartieri più poveri e in un contesto dove qualunque influenza che si rispetti fa un numero di vittime ben maggiore. Dopo l’antrace e l’aviaria anche la suina, ribattezzata influenza A o H1N1 per neutralizzarne il nome (si dice su ordine della multinazionale della carne suina Smithfield Food Inc.), sta retrocedendo dalla categoria di “pandemia” a quella di psicosi indotta dai media e dal governo.

Quello che è più preoccupante è che far paura ai cittadini oramai è considerato, non solo in Messico (vedi allarme immigrati e sicurezza in Italia o la guerra al terrorismo di Bush), una normalissima e accettabile pratica di governo. Per muovere l’opinione pubblica, spostare voti, far passare per accettabili politiche vergognose “l’allarme è necessario”. Lo ha ammesso con candore, davanti a centinaia di giornalisti, ...

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Facebook Fever

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Scritto da Redazione
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03 Maggio 2009
Visite: 7752
Non ce l’ho fatta più. Alla fine anch’io sono su Facebook. Erano mesi che facevo resistenza. Sentivo tutti che parlavano di Facebook, tutti che correvano su Facebook, sembrava quasi che ormai esistesse solo Facebook, e tutto il resto di Internet non contasse più nulla. Per cui mi opponevo testardamente, non volevo accettare questo fatto, e mi rifiutavo persino di andare a vedere cosa fosse. Poi un giorno mi scrisse una persona, che mi ringraziava per il lavoro di ricerca che sto facendo sulla storia della medicina, dopo aver visto il video “Cancro ieri e oggi”… su Facebook! Allora non ce l’ho più fatta, e ho voluto vedere cosa fosse. Per capirlo, mi è stato detto che era necessario iscriversi e cominciare ad usarlo. E così ho fatto. In questi giorni mi sto districando fra le mille funzioni, ...

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Il lusso a Kabul

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Scritto da Redazione
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02 Maggio 2009
Visite: 6839
di Marco Cedolin Molti sicuramente ricorderanno Buskashì, il libro all’interno del quale Gino Strada raccontava i giorni dell’invasione americana dell’Afghanistan, ritrovandosi ad essere uno dei pochissimi testimoni occidentali ad avere assistito alla presa di Kabul. Proprio negli ultimi capitoli di Buskashì, Gino Strada descriveva il nuovo volto della Kabul “liberata”, dove si moltiplicava la presenza delle ONG (fuggite nelle settimane dei bombardamenti), dei grandi network televisivi, dei diplomatici e sedicenti tali, tutti con grande disponibilità di denaro. “Centinaia di jeep nuove fiammanti fanno la spola fra i ministeri. L’aeroporto è ancora più trafficato del bazar, aerei ed elicotteri in continuazione volano così basso da far tremare i vetri”. Con queste parole Strada tentava di rendere il senso della situazione, aggiungendo che tutto lo staff dell’ospedale di Emergency era stato sfrattato dalla casa in affitto in cui viveva da tempo, poiché una ONG molto “ricca” aveva offerto 5000 dollari al mese contro i 300 pagati dal personale fino a quel momento. Oggi, a molti anni di distanza da quei giorni, un articolo comparso sul quotidiano inglese The Indipendent offre un interessante spaccato sulla “realtà dorata” nella quale vive la nuova elite di Kabul, mentre in tutto l’Afghanistan stragi e massacri di civili continuano a susseguirsi senza sosta. L’inchiesta del quotidiano inglese mette in evidenza come i consulenti stranieri a Kabul siano retribuiti sontuosamente con stipendi che vanno dai 250.000 ai 500.000 dollari l’anno, ...

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Il "Piano Marchions"

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Scritto da Redazione
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30 Aprile 2009
Visite: 7702
Sono 60 anni che aspettiamo di vendicarci, e finalmente il momento è arrivato. Alla fine della guerra l’Italia era in ginocchio: si presentò da noi un certo Generale Marshall, che diceva di volerci salvare. Noi firmammo con lui degli accordi, e in ginocchio siamo rimasti fin da allora. Ma ora tocca a noi: con l’industria automobilistica americana in ginocchio, il nostro Generale Marchions, amministratore delegato della Fiat, si presenta negli Stati Uniti con la formula per poterli salvare. Se gli americani firmeranno, resteranno in ginocchio per sempre, e noi ci potremo vendicare. Poco importa se la FIAT non ha nemmeno i soldi per campare: la Chrysler è sempre stata la passione per gli italiani (molti di noi hanno scoperto solo ieri che esiste), e quindi è comunque un ottimo investimento. Possiamo già immaginare le autostrade italiane stracolme di mostri superpesanti spinti da enormi motori 8 cilindri con doppio compressore, ...

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Operazione "rosa di Maggio"

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Scritto da Redazione
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28 Aprile 2009
Visite: 11428
di Claudio Negrioli Questo potrebbe essere in codice il nome della false-flag prossima ventura, enorme per le sue conseguenze, che spianerebbe la strada per lo scontro finale, l'abominevole Armageddon, vaneggiato da certe forze, come inevitabile e fatale resa dei conti alla quale seguirà il millennio d'oro, dove il governo del mondo sarà di stampo angelico. E' recente infatti una nota stampa fatta uscire su un quotidiano israeliano di primo piano da "gole profonde" sioniste che avvertono, mettendo le mani avanti, di udire un cicaleccio insistente proveniente dal variegato sottobosco del terrorismo islamico, niente affatto scottato dal "piombo fuso" versato recentemente su Gaza. Suoni che il potente Mossad interpreta come un preludio ad offese armate, che presunti jihadhisti vorrebbero concretizzare contro la vita del papa cattolico romano, Benedetto 16°, a partire dal prossimo 11 Maggio, quando inizierà in Terrasanta, come la chiamano i fedeli, la visita da tempo annunciata. Volendo fare facile profezia e lasciando scorrere la fantasia sulle ali della bizzarria, si potrebbe dire che l'evento bad-clou che tutti più o meno consapevolmente ci aspettiamo, in grado di sconvolgere il mondo, ...

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Sale la febbre suina insieme ai profitti di Big Pharma

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Scritto da Redazione
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27 Aprile 2009
Visite: 13979
di Marco Cedolin Prima la SARS, poi l’influenza aviaria, infine la febbre suina. Dall’inizio del secolo l’incubo della pandemia continua a riproporsi evocando i fantasmi di un lontano passato fatto di pestilenze e bubboni marcescenti, da leggere attraverso le lenti del presente che parla il linguaggio della guerra batteriologica, degli esperimenti con virus mutanti, dei laboratori segreti all’interno dei quali gli agenti virali vengono manipolati. Come accaduto con la SARS e con l’influenza aviaria, anche l’epidemia di febbre suina che avrebbe già fatto un’ottantina di vittime in Messico e contagiato alcune persone negli Stati Uniti e in Nuova Zelanda, si manifesta fenomeno estremamente difficile da interpretare. Sia per quanto riguarda le conseguenze che l’epidemia potrebbe avere a livello mondiale, sia per quanto concerne gli intrecci politici ed economici che sempre si muovono sullo sfondo di “allarmi globali” come questo, destinati a traumatizzare pesantemente l’opinione pubblica. Stando alle ultime notizie la situazione a Città Del Messico, dove l’epidemia avrebbe avuto inizio, risulta piuttosto grave. Le vittime accertate sarebbero 81 e le autorità hanno deciso la chiusura delle scuole e delle università, oltre alla sospensione delle messe in tutte le parrocchie cittadine a tempo indeterminato. Il Messico ha inoltre stanziato un fondo di 450 milioni di dollari per fare fronte all’emergenza. Anche negli Stati Uniti, dove ancora non ci sono vittime ma si riscontrano 11 casi accertati di contagio, ...

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Attività “sul territorio”

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Scritto da Redazione
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26 Aprile 2009
Visite: 11350
Nel 2005-2006, con l’uscita di Inganno Globale, ci fu un’ondata di proiezioni pubbliche, organizzate dagli utenti di luogocomune in diverse città d’Italia. Di colpo normali sale di proiezione, locali pubblici, cineclub e persino discoteche attrezzate con proiettore DVD si trasformavano in luoghi di discussione e di diffusione di un messaggio certamente diverso da quello disponibile sui canali televisivi. Poi lo stesso Inganno Globale arrivò in TV, e grazie al contributo di personaggi come Giulietto Chiesa, Maurizio Blondet ed altri, il dibattito sull’11 settembre si allargò su tutti i media mainstream. Indipendentemente da come oggi la pensi ciascuno, si può tranquillamente dire che da quel giorno gli italiani sappiano che esiste un problema 11 settembre. Dopo che fu raggiunto questo risultato ci fu in tutti noi una naturale forma di appagamento, e le proiezioni pubbliche calarono, fino a fermarsi del tutto. Ora che abbiamo approfondito altri argomenti – altrettanto importanti, se non di più - torna a sentirsi il desiderio di far uscire il nuovo messaggio dalla rete, esattamente come accadde per il 9/11, e già diverse persone hanno iniziato a contattarmi ...

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Pakistan: All the News That's Fit to Print

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Scritto da Redazione
Categoria: imported
25 Aprile 2009
Visite: 7083
Il New York Times è considerato la bibbia del giornalismo mondiale, per la sua presunta correttezza nell’informare in modo oggettivo, separando i fatti dalle opinioni. Questa gloria è stata mantenuta nel tempo grazie anche al geniale slogan del quotidiano newyorkese, che recita: “All the news that’s fit to print”. Tradurlo con precisione non è facile, proprio perchè la frase è apparentemente categorica, ma in realtà sottilmente ambigua. Letteralmente significa “tutte le notizie che ci stanno sulla pagina stampata", in senso figurato significa "tutto ciò che è adatto ad essere stampato", e in senso lato significa “tutto quello che merita di essere saputo”. Naturalmente, cosa lo meriti e cosa no lo decide il direttore. Accade così che l’odierno articolo sulle dichiarazioni di Hillary Clinton alla Commissione Esteri del Senato riguardo al Pakistan riporti quanto segue [estratti]: Mercoledì il Ministro degli Esteri Hillary Rodham Clinton ha aspramente criticato il governo pakistano, accusando i leader del paese di aver concesso ampie zone di territorio ai Talebani, aggiungendo che l’instabilità del paese è una “minaccia mortale” alla pace nel mondo. […] Dopo aver accusato il governo pakistano di piegarsi al volere dei Talebani, la Signora Clinton è passata a dettagli ancora più abrasivi: “A sentire i pakistani – ha detto - specialmente nei territori fuori dal controllo del governo, che stanno aumentando di numero, non credono che lo stato abbia un sistema giudiziario capace di funzionare”. “Altrimenti – ha avvertito la Signora Clinton – il governo pakistano perderà di fronte a chi si presenterà dicendo che non sono in grado di risolvere i problemi della gente, e imporrà una dura forma di repressione sulle donne e sugli altri”. Insomma, sembra quasi una condanna a morte senza attenuanti, …

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Mille problemi, un’unica soluzione?

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Scritto da Redazione
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25 Aprile 2009
Visite: 5587
Di fronte alla presa di coscienza di certe problematiche particolarmente ampie, capita spesso di sentirsi perduti e impotenti, in balia di forze miliardi di volte più grandi di noi. Quando ci si rende conto, ad esempio, che noi magari rischiamo la vita per salvare i sopravvissuti di un uragano, mentre altri boicottano i soccorsi perchè ritengono che la popolazione mondiale debba essere diminuita con ogni mezzo disponibile, molte sicurezze traballano. Quando ci si rende conto che tutte le più importanti vicende internazionali ruotano intorno ad una questione di risorse energetiche che potrebbe essere risolta in un istante, con l’implementazione di tecnologie a costo zero, molte sicurezze traballano. Quando ci si rende conto che l’intero impianto mondiale della sanità non è affatto inteso a migliorare le condizioni di vita dei malati, ma a migliorare quelle di chi gli vende le medicine, molte sicurezze traballano. Quando ci si rende conto che il prete che era per noi il punto di riferimento di una dimensione spirituale è in realtà un essere umano che fatica ad essere degno di quel nome, molte sicurezze traballano. Quando ci si rende conto che dei poveracci di una nazione qualunque vengono armati di tutto punto, catechizzati e spediti a combattere i poveracci di un’altra nazione, solo per arricchire chi vende armi ad ambedue le nazioni, molte sicurezze traballano. Quando ci si rende conto di passare tutto il mese lottando quotidianamente per portare a casa il nostro stipendio, …

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