Se mai alla Lega andrà un merito, nella sua lunga e contraddittoria storia politica, sarà quello di aver portato in evidenza uno dei problemi più profondi e radicali che affliggono il nostro paese: l’ingerenza politica della Chiesa nelle cose di stato.
Chi avesse l’accortezza di non cadere nel tranello dialettico
du jour – chi ha ragione e chi ha torto nel caso specifico dei clandestini – vedrebbe infatti con chiarezza come si tratti di un problema millenario, che affonda le sue radici nella cultura stessa del nostro paese.
Talmente radicato è questo problema, in realtà, che è impossibile pensare di poterlo risolvere con un semplice gesto della mano, esattamente come è impossibile estirpare un cancro che si è diffuso ormai in tutto l’organismo: in Italia non c’è instituzione pubblica o privata, non c’è società, ente od organizzazione di alcun tipo che non riservi un suo spazio alla cosiddetta “area cattolica”.
E la semplice espressione “area cattolica”, dove una forma di pensiero religioso diventa dichiaratamente politica, dovrebbe far rabbrividire, dandoci una precisa misura dell’entità del problema che abbiamo di fronte.
Ciò non toglie che la protesta dei leghisti, … … per quanto oppurtunistica, egoistica od ipocrita possa essere, sia e rimanga sacrosanta.
A persone come Calderoli non possiamo che dedicare un caloroso applauso e mandare i nostri migliori auguri, ricordandogli che purtroppo l’ultimo che ha provato a mettere davvero i bastoni fra le ruote al potere ecclesiastico è finito esule in Tunisia.
Massimo Mazzucco
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