Sarà la calura, sarà che i big si ritirano momentaneamente dalla scena, o sarà forse solo una coincidenza, ma nel periodo delle vacanze estive sembra sempre di sentire notizie diverse dal solito. Sono notizie assurde, metafisiche, slegate da ogni senso logico, che sembrano arrivare da un pianeta distante milioni di anni luce dal nostro.
A Spotorno una bambina è annegata nella fontana di un albergo, sotto gli occhi di tutti, mentre i genitori erano a mangiare al ristorante. Una signora intervistata dice sorridendo: “Una bambina è una cosa troppo importante per morire in quel modo”. Si presume che sorrida perchè la stanno intervistando, e non perchè è morta la bambina, ma resta comunque difficile riconciliare i suoni con le immagini. “Il questore ha concesso il permesso per i funerali - conclude il commentatore di RaiNews24 – e la fontana è stata messa sotto sequestro”.
La fontana, hanno messo sotto sequestro. Non i genitori, che per non offendere la sacralità del pasto insieme hanno lasciato la bambina da sola. Non i responsabili dell’albergo, che potevano anche pensare, visto che ospitano dei bambini, di far recintare la fontana. No, sotto sequestro hanno messo la fontana. Così impara.
L’ex-presidente dell’Honduras Zelaya ha piantato le tende sul confine col Nicaragua, e non intende muoversi da lì finchè non lo faranno rientrare alla guida del paese. Quest’uomo già si era reso ridicolo due settimana fa, ...
C’è qualcosa di profondamente ributtante nel vedere quello che stanno facendo Repubblica e l’Espresso intorno agli scandali di Berlusconi. Ma non è il semplice fastidio provocato dal miserrimo livello raggiunto nel pubblicare le telefonate delle prostitute, è qualcosa di molto più profondo e arcaico, ce va a cozzare con il più intimo senso di giustizia della natura umana.
O forse è un disperato gesto di ribellione, che nasce nel sentirsi manipolati al di là di ogni accettabile limite.
O forse ancora è il fastidio per questa viscida ipocrisia, da parte delle suddette testate, nel travestirsi da “giornalismo” solo quando la cosa torna utile, ben sapendo di non aver mai assolto a quel compito per il resto dei giorni dell’anno.
Insomma, deve essere qualcosa di profondamente grave, se una persona come il sottoscritto, che non ha mai provato la minima simpatia politica per Berlusconi, si ritrova oggi incapace di gioire per la sua ormai inevitabile discesa agli inferi.
Sembra quasi che il vederlo sconfitto su un territorio così poco “politico”, dopo averlo visto scorrazzare indisturbato sulla carcassa della nostra nazione, ...
La verità sul caso Aldrin-Sibrel (Video all’interno)
Lo ha detto lui per primo, cercando di prevenire la inevitabile valanga di battute che sarebbe conseguita a questa sua infelice dichiarazione: “Lo so che la cosa può essere interpretata male, ma in questo momento io sento sulle mie chiappe il calore delle chiappe di Aldrin. Questo è un momento da non dimenticare”.
Chi parla è Paolo Attivissimo, il padre del debunking all’italiana, dopo essersi seduto sulla sedia occupata fino a poco prima da Buzz Aldrin, in una conferenza stampa tenutasi a Roma nei giorni scorsi.
L’occasione era quella del lanciamento del libro di Aldrin “Magnificent desolation”, una sorta di riflessione di Aldrin sull’esperienza nello spazio, e su quanto gli è accaduto in seguito nella sua vita. (Nello spazio ovviamente Aldrin c’è stato. E’ su quanto si sia allontanato dalla terra che verte casomai la diatriba).
Naturalmente Attivissimo ha approfittato dell’occasione per incontrare quello che ritiene un vero e proprio eroe, "un uomo che ha fatto la storia", almeno a giudicare da quanto lui stesso ha scritto sul suo blog: Averlo davanti a me, a pochi metri, non mi sembra vero: no, in realtà non mi sembra possibile. Confesso che mi sono sentito come un bambino che scopre che Babbo Natale esiste davvero in carne e ossa ed è pure simpatico (e, ciliegina sulla torta, è anche un geek).
Nello stesso articolo, Attivissimo si esibisce inizialmente nel solito pedante elenco di “imprecisioni” altrui, …
Ci risiamo. Attentati dal sapore “internazionale”, grande confusione sui particolari, e totale mancanza di rivendicazione. Le caratteristiche, ormai canoniche, del nuovo terrorismo mondiale si ripresentano puntuali anche a Jakarta, e possiamo quindi già affermare che anche questo caso verrà archiviato come il classico “duplice attentato sanguinario, portato a termine da fazioni terroristiche probabilmente legate ad Al-Queda, che hanno causato la morte di X civili (per ora siamo a otto), e danni per x milioni di dollari”.
Con un differenza, volendo, rispetto ai casi precedenti, che suggerisce un ulteriore affinamento delle armi psicologiche - le vere armi con cui si combatte, da sempre, la battaglia del cosiddetto "terrorismo". Il sangue e le bombe sono solo un fastidioso corollario.
Ma parliamo prima dei tre componenti canonici: internazionalità, confusione dei particolari e assenza di rivendicazione.
Internazionalità: già come a Bombay, e prima ancora in Egitto (*), sono stati scelti come obiettivo degli alberghi internazionali. Si può quindi dedurre che l’intento sia quello di coinvolgere emotivamente, a livello planetario, il maggior numero di persone. Se la bomba scoppia in un quartiere povero di una qualunque città asiatica “saiamechecazzomenefrega”, pensa il cittadino medio occidentale, ”saranno sicuramente delle menate fra di loro”, e così l’episodio non lo memorizza nemmeno. Se invece c’è andato di mezzo, ad esempio, il Ritz di Jakarta, a) “cazzo allora vuole dire che ce l’hanno con noi occidentali, b) “non sarà mica che la prossima volta tocca all’Hilton della mia città?" ...
Alla fine sono riusciti a farlo impazzire. Ora manca soltanto che Grillo chieda di diventare cardinale, e il giro di chiglia che gli hanno fatto fare, con abilità ed astuzia millenarie, sarà stato completo.
Dopo aver dedicato anni ad un progetto alternativo, basato sulla “rivoluzione di Internet”, sulla “politica dal basso”, e sulla “forza della gente”, Beppe Grillo si ritrova a fare la fila davanti alla segreteria del più istituzionale, retrivo ed immobilista dei partiti italiani - il PD - perchè vuole assumerne la guida.
La sua parabola ricorda in qualche modo quella di Buffalo Bill, l’eroe del West che aveva costruito la sua fama come eroe indomito e indipendente, difensore dei neri nel periodo dello schiavismo più estremo, difensore dei pellerossa …
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