Nel prepararmi a realizzare il film sulla Luna, per prima cosa ho voluto rivedere tutti i documentari più importanti usciti fino ad oggi, sia a favore che contrari alla tesi dei viaggi lunari.
Mi sono così reso conto di un problema che li accomuna tutti indistintamente, su un fronte come sull’altro: la mancanza di una corretta rappresentazione della tesi avversa.
Da una parte abbiamo i classici documentari di debunking - dai più grossolani “Mythbusters”, mirati ad un pubblico di bocca buona, ai più sofisticati prodotti istituzionali (History Channel, BBC, ecc.) – che mescolano sapientemente le carte, fingendo di essere “obiettivi”, con l’intento reale di confondere le idee dello spettatore, e non certo di chiarirle.
Tutti questi lavori ricorrono sistematicamente al trucco più comune del debunking: presentare solamente una parte delle accuse dei complottisti, quasi sempre in modo incompleto e distorto, per poi “smontarle” con estrema facilità e correre immediatamente a concludere che “le tesi complottiste, come potete vedere, non stanno in piedi”.
E’ un meccanismo arcinoto, che abbiamo denunciato più volte, che di certo non fa onore a chi lo utilizza.
Nel caso della Luna però ho notato che anche i lavori complottisti compiono una scorrettezza simile: mentre presentano ovviamente i “veri” capi d’accusa - quelli più difficili da confutare - si accontentano solitamente di darli per dimostrati, senza presentare in modo completo e articolato le relative risposte degli ufficialisti. Dopodichè si precipitano anche loro, con pari urgenza, ad annunciare che “i viaggi lunari, come vedete, sono palesemente falsi”.
Chi ci rimette, in ogni caso, è lo spettatore in cerca di risposte, che non riesce mai a disporre di un set completo di elementi validi … … per farsi una cosiddetta “opinione ragionata”. O trova una musica tutta di un tipo, o la trova tutta di un altro, restando in ogni caso fermo dov’era.
Nel frattempo nessuno pensa che se davvero la questione fosse così facile da dimostrare, in un senso come nell’altro, il dibattito sui viaggi lunari non sarebbe mai esistito.
Va peraltro riconosciuto che non è facile per gli autori, su un fronte come sull’altro, rappresentare correttamente la tesi opposta. Per quando animati dalla più totale buona fede, infatti, costoro hanno già valutato e scartato personalmente le posizioni avverse, e tendono quindi a presentarle come inconsistenti, se non risibili del tutto.
Di fronte a questo problema, ho pensato di lanciare una pubblica proposta alla cosiddetta controparte, che identifico per una serie di motivi nella persona di Paolo Attivissimo.
Egli infatti
- Da sempre sostiene a spada tratta la realizzazione degli sbarchi lunari
- Si è più volte dimostrato esperto e competente in materia
- Ha mostrato proprio di recente un vibrante entusiasmo personale verso coloro che definisce – giustamente, dal suo punto di vista - gli “eroi” delle missioni lunari.
Chi quindi meglio di lui potrebbe rappresentare, in modo completo ed articolato, la posizione ufficialista nell’ambito del dibattito lunare?
La mia proposta è questa:
Nell’ambito del documentario che vado a realizzare, io preparo in anticipo una decina di punti fra quelli che ritengo i capi d’accusa più importanti contro la versione ufficiale, e li presento pubblicamente ad Attivissimo.
Attivissimo si prende il tempo necessario, consulta chi vuole consultare, e risponde pubblicamente a quei capi d’accusa, nel modo che ritiene più opportuno (anche presentando argomenti non suoi, nel caso volesse farlo).
Solo a quel punto io inserisco la risposta ufficialista nel documentario, impegnandomi ovviamente a rappresentarla nel modo più corretto ed equilibrato possibile (*). A garanzia di questo rimane, per gli ufficialisti, il fatto di aver presentato pubblicamente la risposta in anticipo, per cui chiunque potrà verificare di persona se io ne abbia poi distorto o meno il contenuto.
In questo modo lo spettatore saprà almeno di aver visto presentate sie le accuse più significative contro la versione ufficiale, sia le risposte più complete ed argomentate offerte su ciascuna dagli ufficialisti.
A quel punto gli resta soltanto una cosa da fare, e quella non dobbiamo certo suggerirgliela noi.
Massimo Mazzucco
PS: In realtà bisognerebbe inserire anche la possibilità di un secondo giro di “botta e risposta”. Raramente infatti basta uno scambio per chiarire bene le due posizioni. Se io dico, ad esempio, “In questa foto il LEM ha soltanto tre gambe”, Attivissimo può rispondere “Non è vero, la quarta gamba c’è, ma è nascosta dal corpo dell’astronauta”. A quel punto io potrei replicare “Il corpo dell’astronauta non può nasconderla, perchè la gamba del LEM è alta il doppio (sto inventando alla belìn du chien, ovviamente), e lui potrebbe voler controbattere “Sì, è alta il doppio, ma la prospettiva la rende abbastanza piccola da poterla nascondere dietro di lui”. (A quel punto lo spettatore in cerca di risposte prepara la corda e si impicca dalla disperazione).
A parte gli scherzi, qualunque sia la formula scelta, io direi che l’ultima parola debba sempre spettare ad Attivissimo, visto che a “muovere con il bianco” sarei sempre io. Stando a me l’onere della prova, in altre parole, lui deve avere la possibilità di replicare un pari numero di volte.
Ai posteri l’ardua sentenza.
Che ve ne pare?
E' necessario essere iscritti e loggati per postare commenti.