Una discussione attualmente in corso nei nostri forum ha riportato alla ribalta la questione dei viaggi lunari, purtroppo nella classica impostazione “debunkers contro complottisti”. Il "purtroppo" verrà spiegato nel corso dell'articolo stesso.
Ma l’intenzione non è di replicare qui i termini tecnici del dibattito (i forum lunari bastano e avanzano, in quel senso), quanto di proporre una riflessione più ampia sulla questione “moonhoax” in genere.
Se – e quel “se” rimane valido per l’intero articolo – è vero che i viaggi lunari non avvennero mai, questo comporta infatti una serie di questioni di ordine civile e morale che rendono il problema molto più importante di una semplice diatriba fra due fazioni avverse.
Facciamo prima una importante premessa. Come tutti bene o male riusciamo a intuire, man mano che ci si avvicina ai più alti livelli di potere, soprattutto negli USA, la linea fra ciò che è legale e ciò che non lo è diventa sempre più sottile. Dovrebbe essere l’esatto contrario, ovviamente: ai massimi livelli istituzionali, soprattutto nei paesi democratici, ci si aspetterebbe il massimo rigore etico e morale, ma purtroppo sappiamo che non è così.
Non solo il potere e la tentazione di abusarne viaggiano sempre di pari passo, ma con essi cresce anche la possibilità di corrompere proprio quegli organi istituzionali ... ... che dovrebbero svolgere una verifica su quanto avviene a livello governativo. In questo senso la storia di CIA, FBI e Pentagono – decisamente fra le istituzioni con il massimo potere al mondo – è ormai costellata di episodi in cui la famosa linea è stata attraversata in modo innegabile quanto ingiustificabile: dal caso Iran-Contras, nel quale la CIA si procurava i soldi per finanziare la repressione in Centro-America vendendo di nascosto armi agli iraniani, al progetto MK-Ultra, nel quale vennero fatti degli esperimenti su civili inconsapevoli da far rabbrividire il dottor Mengele, fino ai mille casi di collusione fra le autorità e le organizzazioni mafiose, gli esempi diventano praticamente infiniti.
Il problema principale, per queste istituzioni, è di procurarsi i soldi per sviluppare progetti che a loro stanno a cuore, ma che per qualche motivo il Parlamento non ritiene di approvare ufficialmente. Normalmente, si tratta di progetti in cui la moralità di fondo viene messa in discussione, e questo ne impedisce il finanziamento pubblico (parlo sempre degli Usa). Oltre alla vendita di armi, quindi, uno dei modi migliori per ovviare a questo “inconveniente“ è il traffico mondiale della droga. Non a caso nell’estate del 2001, dopo che i Talebani avevano completamente congelato la produzione di oppio in Afghanistan, ci fu il rapido intervento della CIA che, “liberando” l’Afghanistan, riportò la produzione di oppio a livelli addirittura superiori ai precedenti.
Un altro modo, relativamente più semplice, di procurarsi grosse somme di denaro è quello – da noi molto diffuso - di farsi finanziare opere e progetti che poi però, per qualche motivo, non vengono realizzati. In quei casi, curiosamente, ci si dimentica sempre di cercare di recuperare il denaro investito, almeno in parte. Ricordate ad esempio i 50 milioni di euro che l’Italia spese, un paio di anni fa, per acquistare tonnellate di vaccino inutile contro l’”aviaria”? Ebbene, qualcuno si è forse domandato dove siano finiti tutti quei soldi?
Torniamo ora al discorso dei viaggi lunari, e domandiamoci - nell’ipotesi che non siano mai avvenuti - dove possa essere finita l’enorme quantità di denaro che il governo americano stanziò ufficialmente per quelle missioni.
Non sono al corrente di cifre esatte, ma non è difficile immaginare che tipo di budget possa essere stato quello che prevedeva di portare una dozzina di uomini sulla Luna, mantenendo l’intera organizzazione NASA per una decina di anni, e alimentando nel contempo quella “cascata” di grandi e piccoli fornitori privati, che avranno sicuramente contribuito alla realizzazione del progetto. In altre parole, se bisognava mandare degli uomini sulla Luna, a qualcuno bisognava chiedere, ad esempio, di produrre le loro tute spaziali.
Una cifra di quelle dimensioni non può quindi essere stata “rubata” dal cassiere di turno, ma deve essere sicuramente stata incanalata verso un progetto “alternativo” di portata almeno equivalente.
Qui le ipotesi che si possono fare sono molte, ma visto che il Pentagono non ha ufficialmente un ramo “spaziale”, non è difficile immaginare che la NASA - o almeno parte di essa - sia in realtà una copertura civile con scopi militari. In altre parole, se il sistema di “guerre stellari”, con tutto quello che comporta - e che probabilmente noi non conosciamo - viene portato avanti da ormai 30 anni, da qualche parte i missili, le testate e le rampe di lancio dovranno ben collaudarli.
In ogni caso, noi non sapremo mai con certezza dove possano essere finiti tutti quei soldi, ma non possiamo certo illuderci - in luce di quanto sopra - che siano stati spesi in opere di beneficenza. E la possibilità che ci siano oggi migliaia di persone che muoiono a causa di armi proibite è quantomeno realistica.
Ecco perché, in conclusione, la questione dei viaggi lunari non è soltanto uno spunto di confronto fra due fazioni contrapposte, ma impone una seria indagine da parte delle autorità, ed un approccio responsabile da parte del cittadino, molto simili a quelli dell’11 settembre. Soprattutto in vista dei nuovi "viaggi lunari" - e pure "marziani", se è solo per quello - di cui si parla da qualche tempio.
Questo vuole quindi essere anche un appello ai sostenitori delle tesi ufficiali - quelli fra di loro che agiscono in buona fede, si intende - a considerare la denuncia di un eventuale complotto non come un tentativo di “minare la credibilità delle istituzioni”, ma come un gesto inteso a portare gli eventuali responsabili di fronte alla giustizia, proprio nell’interesse e in difesa delle istituzioni stesse.
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Aggiungo una riflessione personale, sempre legata ai viaggi lunari, con piccolo “quiz” finale.
E’ da quando ho visto il film “Apollo 13” che mi vado domandando come mai Tom Hanks, che reputo una persona di notevole integrità morale, abbia voluto avallare, con la sua partecipazione a quel film, la tesi che i viaggi lunari siano effettivamente avvenuti. (Io parto ovviamente dal presupposto che questi non siano invece avvenuti, e che lui ne debba essere perfettamente cosciente).
Ultimamente Tom Hanks ha anche prodotto, scritto e narrato un nuovo film sui viaggi lunari, intitolato Magnificent Desolation, nello spettacolare formato IMAX a tre dimensioni, e quando ho visto le immagini dei loro set lunari ho subito notato una prepotente somiglianza con gli “originali“ di quarant’anni fa. E non credo di essere l’unico a vederla:
Sopra a sinistra un’immagine di Apollo 11, a destra una immagine di Magnificent Desolation, sotto il set su cui è stata realizzata la seconda.
Talmente simili sono le immagini, che diventa molto più facile mostrare a chi non se ne intende come sia sufficiente uno studio di poche decine di metri per dare l’impressione di un panorama lunare che si perde nel buio dell’infinito.
La ovvietà con cui si impone questo paragone, a sua volta, mi ha portato a domandarmi se per caso Tom Hanks non sia, invece che un “venduto” qualunque, un raffinatissimo whistleblower silenzioso (coloro che denunciano i complotti fingendo di non accorgersene, mentre ufficialmente difendono la versione ufficiale). Questo, se non altro, avrebbe riconciliato la mia alta opinione che ho di lui con le sue scelte professionali.
Proseguendo nella mia ricerca, mi sono imbattuto in una intervista fatta a Tom Hanks di recente, nella quale l’attore parla proprio di Magnificent Desolation. Ebbene, manco a dirlo, alla fine l’intervistatore pone ad Hanks questa domanda: “Qualcuno ha suggerito che i vostri set lunari siano talmente simili agli originali dei viaggi Apollo, da dare nuovo impulso ai complottisti, che sostengono che le missioni originali furono in realtà realizzate in uno studio di Hollywood”.
Non vi anticipo la risposta di Hanks, che potrete vedere nel breve video accluso, ma vi chiedo di provare a mettervi nei suoi panni, e di immaginare cosa avreste risposto voi, se foste convinti che i viaggi lunari furono fatti davvero (e che quindi i complottisti siano solo una marea di rompicoglioni). Poi provate ad immaginare cosa avreste risposto - o avreste voluto rispondere – se foste invece convinti che furono tutta una messinscena.
Dicono che la prima cosa che viene in mente, in questi casi, sia sempre la verità.
Massimo Mazzucco
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