Nel totale silenzio mediatico, l’ex-presidente Jimmy Carter continua il suo paziente lavoro di intermediario ai massimi livelli per cercare di risolvere i più gravi problemi del mondo.
L’anno scorso era stato a Cuba, e aveva finito per rinfacciare agli americani buona parte delle colpe per uno stallo economico-diplomatico che dura da ormai 50 anni, e del quale hanno sofferto soprattutto gli stessi cittadini cubani.
Comprensibile quindi lo “scarso interesse” dimostato dai media mondiali per il lavoro di quest’uomo – un vero gigante, che un giorno la Storia riconoscerà come tale - che sa prediligere la verità agli interessi nazionali.
Ma questa volta Carter l’ha combinata ancora più grossa. Parlando del più e del meno con i siriani, ha scoperto che Hamas è disposta ad accettare i confini del ’67, ed è disposta soprattutto a riconoscere ed accettare Israele come stato confinante. Hamas vuole solo che le condizioni, che verranno messe a punto dal PM israeliano e dal presidente palestinese, vengano poi sottoposte all’approvazione degli stessi palestinesi.
Pare però, a sentire Carter, che il problema nasca dal fatto che Israele e Stati Uniti ... ... non ne vogliano sapere di sedersi a un tavolo di trattativa con la Siria e con Hamas.
Ma “la Siria - ha detto Carter – desidera fortemente che gli USA giochino un ruolo importante, e portino tutti ad incontrarsi attorno ad un tavolo”.
Viene a questo punto da domandarsi chi sia a non volere quella maledetta pace che in Palestina nessuno riesce a trovare.
Massimo Mazzucco
Ecco il testo completo del breve intervento di Jimmy Carter:
[Hamas] ha detto che sono disposti ad accettare uno stato palestinese con i confini del 1967, se approvato dai palestinesi. E sono disposti ad accettare il diritto di Israele di vivere come un vicino, accanto a loro, pacificamente, a condizione che gli accordi messi a punto fra il Primo Ministro Olmert e il presidente Abbas vengano presentati ai palestinesi per una approvazione di massima.
Beh, l'attuale politica di escludere Hamas, e di escludere la Siria, semplicemente non funziona. Non fa che esacerbare un ciclo di violenza, di malintesi e di aggressività fra i due, e fra tutti quelli che ho nominato. La Siria desidera fortemente che gli Stati Uniti giochino un ruolo importante, e indicano incontri che portino a risolvere le differenze. E spero che sia questo ciò che verrà fatto.