E’ giunto il momento di tirare le somme sulla questione economica del sito.
Da un certo punto di vista la mia richiesta ha rappresentato una grande delusione, da un altro ha rappresentato una enorme soddisfazione. (Per altri invece deve aver rappresentato uno spavento mortale, viste certe reazioni!)
La delusione sta nell’aver visto pochissimi utenti optare per una formula minima, ma continuativa. Questo significa che il discorso di una informazione sostenuta - almeno in parte – dagli stessi utenti che ne usufruiscono è ancora lontano dall’essere maturo. Sono certo che molti hanno delle difficoltà effettive – e da chi sta peggio di me non mi aspetto certo nulla - ma credo anche che molti altri continuino a dare per scontato quello che scontato non è affatto.
La grande soddisfazione sta invece nell’aver visto un numero di persone inaspettato fare donazioni particolarmente generose ad un individuo che in fondo non conoscono nemmeno, accompagnandole inoltre con messaggi davvero incoraggianti (in coda l’elenco aggiornato). E’ un gesto di fiducia che mi ha profondamente gratificato, al di là della semplice questione economica.
La quale rimane, purtroppo, irrisolta a lungo termine. Come avevo spiegato, è quindi possibile che io debba tornare al mio lavoro “regolare”, almeno per un periodo sufficiente da permettermi di nuovo di dedicarmi al sito full-time. (Se non altro, le donazioni ricevute in questi giorni mi permetteranno di spingere più avanti il momento della decisione).
Ho purtroppo notato che questa necessità di scegliere “o tutto o niente”, da parte mia, non è stata capita quasi da nessuno. (A parte i nemici di sempre, che in questa occasione hanno trovato modo di esprimere il loro lato più infimo), mi è sembrato che molte persone sinceramente non capissero come la gestione di un sito del genere non possa permettere anche di lavorare normalmente.
Proverò a fare un piccolo esempio: pochi giorni fa avete visto un filmato che spiegava la questione dell’allagamento del Tabasco ...
Da quasi un secolo ormai aleggia un alone sinistro intorno al nome del faraone-bambino Tutankhamon. Da quando infatti Howard Carter ne scoprì la tomba - ufficialmente il 27 novembre 1922 - le persone più informate riguardo ai dettagli del ritrovamento morirono tutte, inspiegabilmente, nell'arco di pochi anni.
Circa cinque mesi dopo la scoperta della tomba il finanziatore dell’impresa, Lord Carnarvon, venne punto da una zanzara su una guancia. In seguito a questo banale incidente, le sue condizioni di salute peggiorarono fino a condurlo alla morte per setticemia.
Toccò poi al fratellastro di Lord Carnarvon, Aubrey Herbert, che morì inspiegabilmente, nel 1923, a seguito di una semplice estrazione dentale [11].
L'archeologo canadese La Fleur, giunto in Egitto nell'aprile 1923 - in perfetto stato di salute - per aiutare Carter nei suoi lavori, moriva appena qualche settimana dopo per una misteriosa malattia [12].
Sempre nel 1923 moriva a causa di una strana infiammazione polmonare George Jay Gould, il più intimo amico del conte di Carnarvon.
Solo un anno dopo, nel 1924, spirava anche il celebre archeologo Evelyn White, che aveva collaborato con Carter a redigere l’inventario del corredo funerario del faraone. Venne trovato impiccato, e la polizia concluse che si trattò di suicidio.
Alcuni mesi a seguire perdeva la vita in circostanze poco chiare Douglas Archibald Reed [13], lo studioso inglese che era stato incaricato di svolgere le radiografie alla mummia del faraone.
Nel 1926 la “maledizione” colpì Bernard Pyne Grenfell, l’insigne papirologo consultato da Carnarvon per le traduzioni dei testi egizi.
Il segretario privato di Lord Carnarvon, il nobile Richard Bethell, venne trovato morto nel suo letto, nel 1929, a seguito di un anomalo caso di arresto cardiaco. Bethell aveva aiutato H. Carter proprio nel lavoro di catalogazione dei tesori di Tutankhamon, e la causa della sua morte è sempre rimasta un mistero.
Lord Westbury, l’anziano padre di R. Bethell, morì appena qualche mese dopo il figlio, “precipitando” dalla finestra del suo appartamento di Londra. La polizia archiviò frettolosamente il caso come suicidio. Nella sua camera da letto venne rinvenuto un vaso di alabastro appartenuto alla famigerata tomba di Tutankhamon, un oggetto prezioso che non compariva nella lista ufficiale dei reperti scoperti. Il vaso dunque doveva essere stato trafugato durante la prima apertura clandestina della cripta ...
di Patrizia Prinzi
Amaro da constatarsi, ma la violenza domestica, che talora sfocia in omicidio parentale, è quasi quotidianamente divenuta una costante nelle cronache. Parallelamente si ballettano opinionisti vari che trovano lineare o semplice leggere in questi avvenimenti variabili intrinseche, ora relative alle caratteristiche personologiche dei soggetti, ora al decadimento della struttura familiare, ora al disgregarsi dei valori nelle società moderne.
Una più attenta analisi rifugge da teorie semplici e rimasticate, visto che è alquanto complesso ed antico tale comportamento aggressivo intra-specie.
Uno sguardo storico ci dice che già dall’etimologia della parola familia, che deriva dal latino famulus, presso i romani si indicava l'insieme dei sottoposti, dei servi, e degli schiavi: di coloro i quali vivevano sotto lo stesso tetto e lavoravano in comune, cioè non era legata da vincoli di parentela; quella era la gens.
Attualmente nelle società industrializzate pare più corretto parlare di famiglie, dato il loro diverso modo di estrinsecarsi, così lontano dallo stereotipo genitori coniugati e figli, assistiamo infatti a famiglie di fatto svincolate da vincoli giuridici e/o ecclesiastici, ...
Incuriosisce non poco la sparata di Cossiga sulla presunta matrice “berlusconiana” nel messaggio di bin Laden diffuso due giorni fa da Al-Jazeera. A prima vista sembra una boutade qualunque, poi però viene in mente che i nostro ex-presidente della Repubblica è anche un uomo che conobbe Gladio da vicino, e che durante il rapimento Moro si trovava casualmente ad occupare l’ufficio del Ministro degli Interni. Come dire, proprio uno sprovveduto in materia di servizi non dovrebbe esserlo.
Sulla plateale falsità del messaggio di bin Laden rimane ben poco da dire. Un bin Laden che solo nel 2007 si accorge che “in Afghanistan bombardano donne e bambini” fa addirittura tenerezza nella sua assoluta incapacità di relazionarsi con il tempo-spazio che lo circonda.
Resta da capire a questo punto se e quali servizi, di quale nazione, si possano essere occupati di mettere insieme quell’infelice documento. E’ difficile infatti credere davvero che a Mediaset siano diventati tutti degli esperti falsificatori a livello mondiale, ma c’è qualcosa che suggerisce che l’uscita di Cossiga possa anche non essere del tutto inventata. Si tratta di un precedente che, fortunatamente per Berlusconi, pochi in Italia ricordano: eravamo nell’estate del 2004, alla vigilia delle elezioni europee, e da poco in Iraq era stato ucciso Fabrizio Quattrocchi, ...
Dicono che a furia di crederci, anche le fantasie più improbabili diventino realtà.
Dopo aver letto il messaggio che bin Laden ha mandato ieri ad Al-Jazeera, ho voluto tornare a trovarlo, per avere alcuni chiarimenti. Ormai i portieri dell’albergo mi conoscono, e posso salire da solo fino alla soffitta segreta dove vive rinchiuso da anni il vero Osama bin Laden, quello che nessuno conosce, e che probabilmente nessuno saprebbe riconoscere, pur trovandoselo a cinquanta centimetri dal proprio naso.
- Sa, dopo quello che mi ha raccontato l’altro giorno - mi ha detto sedendosi al solito divano - mi ha preso una certa agitazione. Non dormivo più bene la notte, sentivo come un senso di colpa, come se dovessi fare qualcosa di più per i fratelli musulmani che ho lasciato in Afghanistan.
- Certo, capisco...
- E allora mi sono deciso, e ho voluto far sentire la mia voce.
- La voce, appunto...
- Certo, la faccia ormai non posso mostrarla. Ho mandato una cassetta registrata.
- Infatti. Al Jazeera ha pubblicato il testo, con accanto la solita foto di suo cugino.
- Però mi sembra che abbia avuto il suo bell’effetto, no?
- Insomma....
- Non le è sembrato un bel discorso?
- Bello era bello. Solo che.... diciamo che era un pò “fuori registro”, rispetto al personaggio.
- In che senso, scusi?
Il film che tutti conoscevate come “La Verità di Cristallo” è finalmente terminato. Uscirà però con il titolo “Il Nuovo Secolo Americano”, che risultava molto più appropriato rispetto ai contenuti.
“Il Nuovo Secolo Americano” ha esordito tre settimane fa al Festival di San Paulo, in Brasile. Pur trattandosi ancora di una copia lavoro, i risultati sono stati incoraggianti: alla fine del Festival gli organizzatori hanno dovuto programmare una proiezione supplementare, a richiesta del pubblico che non era riuscito a vederlo in quelle normali.
Il film è già in lista per una possibile selezione al prossimo Festival di Miami (febbraio).
In Italia sarà disponibile in libreria a partire dai primi di febbraio (Macroedizioni).
Questo è il trailer:
Nel frattempo ci siamo accordati con l’editore per stampare un centinaio di copie, che i lettori di luogocomune potranno acquistare sin da adesso. Le spedizioni partiranno dall’Italia, ma è necessario che inizino entro una decina di giorni al massimo, per arrivare in tempo a chi intende farne (o farsi) un “regalo di Natale”. Nel caso ci fossero ritardi di qualunque tipo, quindi, è già previsto che le copie possano essere anche spedite direttamente dagli Stati Uniti, in modo da garantire comunque la consegna in tempi “natalizi”. (Vedi nota sul costo di spedizione).
E’ anche possibile organizzare fin da ora proiezioni pubbliche, simili a quelle già fatte da molti di voi l’anno scorso con Inganno Globale, ...
Ricordate l’inondazione del Tabasco? Decine di migliaia di persone intrappolate fra due fiumi, tutte le vie di accesso improvvisamente tagliate, un governo stranamente assente, e la città di Villahermosa che sprofondava ogni giorno nell’acqua, sotto gli occhi impotenti del mondo?
La colpa era tutta della Luna.
[La pagina per le donazioni è ora online]
Cari amici di Luogocomune: dopo quattro anni dedicati intensamente a costruire e portare avanti il sito, è giunto per me il momento di prendere una importante decisione: chiuderlo, oppure continuare come ho fatto fino ad oggi, ma a determinate condizioni, che passo a spiegare.
Come molti già sanno, per poter dedicare al sito il massimo del mio tempo ho scelto sin dall’inizio di smettere di lavorare. Fino ad oggi ho potuto permettermi questo piccolo lusso, ma da ora in poi diventa necessario che io possa contare anche su un certo contributo da parte del sito, per non essere obbligato a tornare al mio lavoro “regolare”. (Chiarisco subito che “chiudere il sito” non significa vederlo scomparire di colpo nel nulla. I materiali esistenti verrebbero riordinati al meglio, e il sito verrebbe “congelato” nelle condizioni in cui si trova, restando consultabile da parte di chiunque, a tempo indeterminato. Cesserebbe però di essere un sito “attivo”, per ovvii motivi).
La pubblicità che abbiamo ora, fra adsense e sponsor veri e propri, offre cifre dignitose, ma che permettono a malapena di pagare le spese (server, telefoni, ecc.). Come dicevo quindi, mi trovo davanti a un bivio: o torno al mio vecchio lavoro - che fra l’altro mi permetteva di guadagnare cifre non trascurabili – oppure porto avanti luogocomune come ho fatto fino ad oggi, ma con il vostro aiuto. (Io ovviamente preferisco mille volte la seconda ipotesi, visto che di battaglie davanti ne avremmo tante, e tutte importanti).
Per poter continuare, è necessario che una buona parte di voi ritenga di volersi impegnare ad offirire un contributo anche piccolo, ma regolare (es. mensile), per potervi fare un minimo di affidamento nel tempo. (Naturalmente non è necessario essere iscritti per aiutare il sito).
Da parte mia ho già pensato ad un modo molto efficace per mantenere l’assoluta trasparenza sui soldi ricevuti, senza per questo compromettere l’identità dei diversi donatori. (Di certo qui non ci saranno mai utenti di serie A e di serie B. Chiunque vorrà contribuire lo farà perchè ritiene il nostro sito di una certa utilità per tutti, e dovrà accontentarsi di poter verificare che i suoi soldi siano stati conteggiati correttamente, ...
di Andrea Franzoni
Non sono bastate le campagne informative, i testimonial istituzionali, le petizioni e gli inviti alla prudenza. Mentre il Ministero della Salute continua a fare orecchie da mercante, l’avanzata degli psicofarmaci serviti a minori con presunti disturbi psichici, fra cui il noto “deficit di attenzione e iperattività”, prosegue senza soste risultando, dati alla mano, l’unica terapia presa in considerazione.
Secondo i dati raccolti dal Ministero della Salute, il 9% dei minori italiani sarebbe affetto da disturbi psichici. Gli affetti della Sindrome di iperattività e deficit di attenzione (ADHD), al centro di polemiche e criticata da più parti in tutto il mondo, sarebbero tra l’1 e il 2% dei bambini e teen ager italiani: tra i 80.000 ed i 160.000 individui che rischiano, a breve, di finire tutti in cura con metanfetamine e farmaci psicotropi, nello specifico Ritalin (della Novartis) e Strattera (della Ely Lilly). Fin qui stime prudenti, vista la prassi internazionale e i proclami di correnti particolarmente estreme che – anche in Italia – parlano di almeno un 5% dei bambini da medicalizzare.
Ciò che più preoccupa però è il trattamento che le autorità sanitarie ed i genitori, stanno riservando ai bambini che, una volta diagnosticati sulla base di dubbi parametri soggettivi, hanno cominciato le cure rivolgendosi ai primi degli oltre 80 centri di cura previsti sul territorio. Secondo i dati dell’istituto superiore di sanità, l’83% dei ragazzi malati è stato sottoposto a trattamenti con psicofarmaci, nello specifico metanfetamine. Questi farmaci, se da una parte si limitano a calmare il bambino senza agire sulle presunte cause del malessere, influiscono grossolanamente sui livelli di neurotrasmettitori, ...
di Federico Povoleri
Un vecchio modo di dire recita: "Vedere soltanto la punta dell'Iceberg", è noto infatti che gli Iceberg , visti in superfice, possono apparire come innocue isolette di ghiaccio; ma in realtà la parte sommersa nasconde vere e proprie montagne con una tale estensione e sviluppo da risultare assai pericolose per la navigazione delle incaute navi che si avventurano nelle zone di mare da essi popolate.
Oggi stiamo assistendo al ritorno di un nuovo oscurantismo in cui i neo-negazionisti come provetti comandanti del Titanic non hanno semplicemente deciso di ignorare l'iceberg dell' 11 settembre; ma negano che le montagne di ghiaccio erranti siano mai esistite. Un paradossale tentativo di cancellare molti tragici fatti e tante cospirazioni che hanno segnato la storia dell'umanità portato avanti con un'improbabile inversione di ruoli: chi infatti dimostra di assumere un dogma di fede a livello di fanatismo non è chi evita di porsi domande scomode ma chi avanza dubbi e incertezze. Non è “razzista” chi è convinto che gli arabi siano un popolo incivile e fanatico, ma lo è chi vorrebbe evitare uno scontro di civiltà che non ha ragione d'essere. “Chi non ha rispetto per i morti” non è colui che non si chiede il perchè di tutti quei morti, ma sono quelli che tentano di amplificare le voce dei molti familiari di ogni razza e religione che quei morti li piangono, invocando una giustizia che tarda ad arrivare. Teoricamente, quindi, anche le stesse famiglie “non avrebbero rispetto” per le loro perdite.
Gli Iceberg, in poche parole, non esistono e non sono mai esistiti; e il Titanic non è mai affondato, anzi è probabile che non sia mai nemmeno stato costruito. L'invenzione del termine "Complottista" è in realtà l'ultima spiaggia di chi spera ardentemente che la creazione di una nuova categoria umana da disprezzare (la creazione del personaggio "Complottista" si sta arricchendo infatti di nuovi particolari: razzista, negazionista dell'olocausto, ...
(Pubblicazione originale del 22.11.2007)
di Massimo Mazzucco
L’appuntamento era in un bar del centro, alle 7 di sera. Un uomo vestito di chiaro, con un distintivo colorato all’occhiello, mi attendeva seduto su uno dei primi sgabelli, vicino all’ingresso.
Non appena mi diressi verso di lui scese dallo sgabello, mi strinse la mano, e mi invitò a seguirlo fuori dal bar.
- Quindi lei è interessato a parlare con il Signor bin Laden... – mi disse camminando svelto.
- Certo. Purchè sia quello vero... – risposi io con malcelata ironia.
L’uomo mi guardò di traverso, come se non avesse capito la mia battuta.
- No, dicevo, siccome ultimamente ne abbiamo viste diverse versioni ... – farfugliai in qualche modo. Ma l’uomo rimase assolutamente serio.
- Lei vuole incontrare Ushama bin Ladin – disse rimarcando l’esatta pronuncia araba del nome - della famiglia saudita dallo stesso cognome, giusto?
- Certo, lui.
- Si accomodi allora - mi disse, invitandomi ad entare nella hall di un grande hotel ...
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