di Federico Povoleri
Un vecchio modo di dire recita: "Vedere soltanto la punta dell'Iceberg", è noto infatti che gli Iceberg , visti in superfice, possono apparire come innocue isolette di ghiaccio; ma in realtà la parte sommersa nasconde vere e proprie montagne con una tale estensione e sviluppo da risultare assai pericolose per la navigazione delle incaute navi che si avventurano nelle zone di mare da essi popolate.
Oggi stiamo assistendo al ritorno di un nuovo oscurantismo in cui i neo-negazionisti come provetti comandanti del Titanic non hanno semplicemente deciso di ignorare l'iceberg dell' 11 settembre; ma negano che le montagne di ghiaccio erranti siano mai esistite. Un paradossale tentativo di cancellare molti tragici fatti e tante cospirazioni che hanno segnato la storia dell'umanità portato avanti con un'improbabile inversione di ruoli: chi infatti dimostra di assumere un dogma di fede a livello di fanatismo non è chi evita di porsi domande scomode ma chi avanza dubbi e incertezze. Non è “razzista” chi è convinto che gli arabi siano un popolo incivile e fanatico, ma lo è chi vorrebbe evitare uno scontro di civiltà che non ha ragione d'essere. “Chi non ha rispetto per i morti” non è colui che non si chiede il perchè di tutti quei morti, ma sono quelli che tentano di amplificare le voce dei molti familiari di ogni razza e religione che quei morti li piangono, invocando una giustizia che tarda ad arrivare. Teoricamente, quindi, anche le stesse famiglie “non avrebbero rispetto” per le loro perdite.
Gli Iceberg, in poche parole, non esistono e non sono mai esistiti; e il Titanic non è mai affondato, anzi è probabile che non sia mai nemmeno stato costruito. L'invenzione del termine "Complottista" è in realtà l'ultima spiaggia di chi spera ardentemente che la creazione di una nuova categoria umana da disprezzare (la creazione del personaggio "Complottista" si sta arricchendo infatti di nuovi particolari: razzista, negazionista dell'olocausto, ... ... sfruttatore del nuovo mercato che promette di essere più sporco e redditizio di quello del porno e via dicendo) induca i dubbiosi a rinunciare alle loro domande per non vedersi additati da parenti, colleghi e datori di lavoro.
Ai fini di un'indagine ufficiale che ancora non è stata fatta (se escludiamo la pagliacciata della commissione ufficiale che per stessa ammissione dei suoi componenti "non ha indagato"), risulta determinante sapere, solo per fare un esempio, che va contro ogni logica e statistica il crollo e la polverizzazione di tre palazzi in acciaio nello stesso giorno e con le stesse identiche modalità. Ma per capire gli eventi dell'11 settembre e il loro significato può essere più produttivo studiare il contesto storico. In questa ottica gli Iceberg esistono e conoscendo le esperienze di chi ci ha avuto a che fare in passato si può anche prevedere la stagione in cui incontrarli e perfino la rotta da essi seguita al fine di evitarli. Nonostante questo però, qualcuno può sempre decidere di ignorarli andandoci a sbattere contro.
Ogni "tassello storico" infatti rappresenta il pezzo di un puzzle che aiuta la composizione del quadro generale permettendo di comprendere eventi altrimenti difficilmente interpretabili se presi singolarmente. E' utile ad esempio conoscere, la storia della famiglia Bush, così come è utile conoscere l'esistenza di un'ideologia che si è concretizzata in un movimento chiamato "Neocon", così come è utile sapere chi è davvero Osama Bin Laden e qual'è stato il suo ruolo e i suoi rapporti negli anni precedenti all'11 settembre. Collegando i punti con una linea, inizia a formarsi un disegno.
In questa ottica c'è un'episodio che si è sviluppato tra il 1963 e il 1967 che può aiutare i ricercatori ad unire nuovi fili: stiamo parlando del: "Rapporto Segreto da Iron Mountain sulla Possibilità e Desiderabilità della Pace".
Si tratta di un libro pubblicato dalla "Dial Press" nel 1967, che ha scatenato un vero putiferio sulla stampa dell'epoca, e un forte imbarazzo nei palazzi del potere a Washington. Ma che cosa conteneva di tanto sconvolgente questo libro?
Era lo studio segreto di un gruppo di 15 esperti in vari campi (politica, sociologia, economia etc.), finanziato dal governo, che in seguito alla crisi di coscienza di uno di loro - un eminente sociologo di una grande università del Mid-West che si fa chiamare John Doe (il nome che viene dato nei documenti di carattere legale alla persona di cui non si conosce il vero nome) - è stato consegnato nel 1965 al giornalista indipendente Leonard C. Lewin, perchè lo facesse pubblicare.
In sintesi questo rapporto arrivava alla conclusione che per garantire la prosperità dell'economia degli Stati Uniti e mantenere un equilibrio nella società e la sopravvivenza dei governi è necessario uno stato di guerra permanente, mentre la pace porterebbe il mondo alla catastrofe. La tesi sostenuta è che i preparativi bellici e la guerra sono culturalmente, psicologicamente e politicamente necessari all'equilibrio mondiale e agli interessi degli Stati Uniti.
Secondo "U.S. News & World Report" (20 Novembre 1967), fonti vicine alla Casa Bianca affermano che dopo la consegna del libro da parte della casa editrice a recensori e funzionari governativi, prima della pubblicazione, sono state diramate istruzioni telegrafiche alle ambasciate statunitensi perchè minimizzassero la discussione pubblica su Iron Mountain, dichiarando la totale estraneità con la politica governativa. Le stesse fonti confermerebbero che lo studio è stato costituito da un alto funzionario dell'Amministrazione Kennedy (lo studio fu commissionato nel 1963), e che la successiva presentazione al presidente Johnson abbia provocato l'immediato ordine di insabbiamento da parte dello stesso.
Molte opinioni allarmate e disparate si sono susseguite nelle alte sfere; da chi bolla il rapporto come l'abile truffa di un mistificatore, a chi teme si tratti di un filone di propaganda filocomunista, a chi, addirittura sostiene trattarsi di un tentativo delle forze di Kennedy per screditare Lyndon Johnson.
Secondo il "The Wall Street Journal" (13 Novembre 1967) si tratta soltanto di un commentario politico analogo a molti altri, usciti di recente e firmati da funzionari della Casa Bianca sotto pseudonimo, che miravano a screditare Johnson. Il giornalista Felix Kessler, autore dell'articolo, ricorda come l'uso di pseudonimi nella pubblicistica politica abbia una storia lunga e insigne e cita, tra gli altri, il caso in cui un articolo sui Vietcong, apparso su una nota rivista e attribuito a George A. Carver Jr., presentato come studioso di politica e esperto di affari asiatici, fosse in realtà un dipendente della CIA che provocò l'aspra critica del senatore Henry Steele Commager, che accusò l'ente governativo di propaganda sleale.
John Leo (New York Times, 5 novembre 1967) si chiede se Iron Mountain, che l'anonimo autore colloca vicino alla città di Hudson, nello stato di New York, sia in realtà lo Hudson Institute dove, sotto la direzione di Herman Kahn, vengono portati avanti studi sui "giochi di guerra" e sulla vita futura per conto del Governo e di altre organizzazioni private. Ma il signor Kahn smentisce categoricamente che il suo istituto sia coinvolto in questa storia.
Una curiosa analogia sta nel fatto che negli stessi anni del rapporto da Iron Mountain un altro gruppo di studio si riunì nel "Centro di Washington per la Politica Estera", producendo un documento destinato "all'Organizzazione per il Controllo degli Armamenti e per il Disarmo", che venne pubblicato il 10 luglio 1966, e in cui si affermava che il piano di disarmo del presidente Johnson avrebbe potuto sconvolgere l'equilibrio mondiale invece di promuovere la pace. Entrambi gli enti hanno in ogni caso negato che quello studio possa aver fornito la base per il Rapporto da Iron Mountain.
Ma oltre alle conclusioni del Rapporto, cosa fu a scatenare un tale putiferio di dichiarazioni sulla carta stampata, che propenderà anche per la tesi di "Un'abile Montatura" e da parte di molti enti governativi che prenderanno imbarazzate distanze dal documento?
Si tratta dei sistemi suggeriti nel rapporto stesso per realizzare ciò che viene auspicato nelle sue conclusioni; vediamone alcuni (New York Times, 20 Novembre 1967):
La fine della guerra comporterebbe automaticamente la fine della nazione-stato;
alcuni rimedi auspicabili come surrogati della guerra per mantenere il controllo e l'equilibrio potrebbero comprendere:
la reintroduzione in una forma sofisticata della schiavitù;
l'invenzione di nemici inesistenti con la pianificazione di minacce credibili, se necessario anche al di fuori del nostro pianeta;
l'avvelenamento deliberato in un modo politicamente accettabile dell'atmosfera e delle fonti d'acqua;
un programma spaziale volutamente dispendioso (non soggetto alle fluttuazioni del libero scambio) e deliberatamente improduttivo con obiettivi irragiungibili;
procreazione controllata da calcolatori;
possibilità di reintroduzione dell'omicidio rituale;
possibilità di genocidio.
Poiché l'efficacia di alcuni di questi metodi verrebbe ad essere gravemente compromessa ed anche annullata dalla consapevolezza pubblica della loro deliberata messa in atto, essi devono essere mantenuti segreti.
"La guerra stessa nel sistema sociale di base, entro il quale altre organizzazioni sociali entrano in conflitto o cospirano, è il sistema che ha governato la maggior parte delle società umane... I sistemi economici, le filosofie politiche e i "Corpora Juris" servono e allargano il sistema basato sulla guerra e non viceversa. Bisogna mettere bene in evidenza che la priorità del potenziale di guerra d'una società sulle sue altre caratteristiche non è il risultato della presupposta minaccia da parte di un'altra società in qualsiasi momento. E' invece l'inverso della situazione di base; le minacce contro l'interesse nazionale sono di solito create o accelerate per andare incontro ai bisogni mutevoli del sistema di guerra..."
La guerra dunque, sintetizza Hoke Norris (Book Week, Chicago Sun Times, 5 novembre 1967), si serve per perpetrarsi di tutti i principali elementi della società; è superiore alla società, all'infuori dei suoi normali controlli... Produce benefici per entrambe le parti... Fornisce i mezzi per l'impiego del surplus; serve da asilo per gli anti-sociali; da lavoro a molta gente eliminando la disoccupazione; riproduce la popolazione; intrattiene; drammatizza la lotta del bene (noi) contro il male (loro); appaga il bisogno ritualistico e tribale del versamento di sangue; preserva i sistemi di classe e tiene unita la nazione.
Il Gruppo, prosegue Norris, non ha saputo trovare un sostituto all'altezza di operare le molteplici funzioni svolte dalla guerra per i suoi appassionati seguaci.
Robert Lekachman (New York Times, 26 Novembre 1967), parlando del rapporto di Iron Mountain afferma: "Tutto ciò è redatto nello stitico linguaggio della commissione pubblica, coscienziosamente libera da personalismi stilistici o da espressioni pittoresche. Il modo è quello tipico del testo partorito da un comitato, il tono naturale di una società burocratica contemporanea."
Eccoci dunque tornati ai nostri Iceberg in navigazione come mine vaganti; ai nostri puzzle ai quali manca sempre il pezzo che cerchiamo ma se ne trovano altri che aiutano a comporre il quadro, e a un mondo che sembra aver proceduto a colpi di burle come chi è convinto che questa sia la vera essenza del rapporto da Iron Mountain; perchè le cospirazioni non esistono ed è per questo che dovrebbe apparire chiaro come il sole che il Vajont è stato una disgrazia, Ustica un cedimento strutturale, Kennedy l'attentato di un folle, l'11 settembre l'opera del fondamentalismo islamico e...
Avete tempo? La lista è lunga.
Federico Povoleri (Musicband)
NOTA AGGIUNTIVA: Nel 1972 il giornalista Lewin ammise di essere stato lui l'autore del controverso rapporto. Rimane interessante l'imbarazzo provocato negli ambienti governativi alla sua uscita e il fatto che il rapporto anche dopo l'ammissione del falso d'autore abbia continuato a far parlare dei suoi contenuti. Ecco alcuni interessanti articoli sull'argomento:
http://www.philipcoppens.com/ironmountain.html
http://www.theforbiddenknowledge.com/hardtruth/iron_mountain.htm
http://www.mega.nu:8080/ampp/ironmtn.html