di Alberto Medici
Se da una parte appare evidente la spaccatura fra le cosiddette informazioni ufficiali e quelle che si trovano nel sempre più ricco ed articolato mondo della controinformazione, non si può fare a meno di notare come la fase di transizione dall'una all'altra sia sempre più rapida.
Se in passato una bugia poteva durare molto più a lungo, anche decenni (si pensi all’omicidio Kennedy, allo sbarco sulla luna o all’incidente del golfo del Tonkino, che fornì il pretesto per avviare la guerra in Vietnam), oggi l’avvento di internet, che permette una rapida diffusione di prove, fatti, immagini, ecc., rende possibile una evoluzione sempre più veloce, un passaggio sempre più veloce di una versione alternativa da “complottista” a “verità comunemente accettata“.
Un grande banco di prova per questo nuovo modo di collaborazione mondiale, nella ricerca della verità, è stato sicuramente l’11 Settembre 2001. Anche se a tutt’oggi, a 21 anni dall’evento, molti non sanno la verità, è chiaro che sempre meno persone credono alla versione ufficiale.
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I media cercano di cancellare la storia - Finlandia: ultima provocazione USA - De Benedetti detta la linea per l’Italia - Estonia: attenti ai colori sul vostro monopattino.
di Mauro Rango (fondatore Ippocrateorg)
La recente emergenza sanitaria che ha investito il mondo intero, ha messo in luce le falle di un sistema sanitario che specialmente a livello territoriale ha dato la sensazione a milioni di cittadini malati, di essere soli e abbandonati a se stessi.
E’ per supplire a questo bisogno della popolazione che un gruppo di medici volontari si sono riuniti e confrontati su studi ed esperienze cliniche in una formazione costante e continua per sviluppare protocolli personalizzati al fine di curare decine di migliaia di persone. Gli studi che documentano tale esperienza sono in corso e il primo studio retrospettivo è illustrato da una pubblicazione scientifica completata e in fase di pre-print.
Nel mondo anglosassone, con il termine cancel culture si intende quel meccanismo che tende ad escludere un individuo da qualunque circolo sociale o professionale, sia nella realtà che nel mondo virtuale.
Ma da noi, in Italia, questo termine sembra stare assumendo un significato molto più letterale: quello di cancellare – fisicamente – qualunque articolo o informazione dalla rete che possa risultare in qualche modo scomodo al pensiero dominante.
Lo abbiamo visto con le pagine di Wikipedia, dalle quali sono scomparse importanti informazioni storiche, come ad esempio la strage di Odessa, che da “massacro operato da bande naziste” si è trasformata in un semplice “incendio in cui morirono delle persone”. Oppure la pagina relativa ai missili Tochka, dalla quale è scomparsa la data di fine dotazione da parte dei russi, per poter continuare ad incolparli del massacro di Kramatorsk, nascondendo il fatto che fossero invece stati gli Ucraini a compierlo.
In questo video Richard Hirshman, che di mestiere fa l’imbalsamatore, racconta che cosa sta trovando nei cadaveri delle persone negli ultimi sei mesi: un aumento esponenziale di coaguli sanguigni assolutamente anomali e mai visti prima. Secondo lui, l’unica spiegazione può essere un effetto, diretto e letale, delle vaccinazioni. Anche i suoi colleghi descrivono effetti simili, mai visti prima.
Fonte video ELISEOBONANNO
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Rete4, Lavrov e il nonno di Hitler – USA-Russia: ormai è quasi guerra diretta – Il Papa denuncia “l’abbaiare della NATO” - E intanto la Russia raddoppia i fatturati sui combustibili – Italia kafkiana: non-malati curati da non-dottori.
Se pensavate di esservi finalmente liberati del Green pass, dopo mesi e mesi di proteste alle quali il governo si era mostrato sordo, sappiate che in realtà vi state sbagliando, e di grosso.
Perché l’odioso certificato virtuale non è andato definitivamente in pensione, ma è stato soltanto sospeso. E, come tutte le cose sospese, potrebbe di nuovo fare capolino in futuro, tornando a tormentare gli italiani.
Al momento, infatti, il pass resta in vigore soltanto per i viaggi all’estero e l’ingresso nelle Rsa. Ma è la base per un futuro passaporto sanitario, come ribadito nelle scorse ore dai vertici dell’Unione Europea.
Riceviamo e pubblichiamo
di Maurizio Vezzosi
Negli ultimi giorni ho visitato entrambi i luoghi – Stary Krim e Mangush – dove secondo l'ormai de facto ex-sindaco di Mariupol si troverebbero fino a novemila vittime civili sepolte in presunte fosse comuni: per quello che mi è dato sapere nessun altro giornalista italiano ha visitato, almeno fino a mercoledi scorso, i luoghi in questione.
Nell'ultima puntata di Controcorrente è andato in onda un servizio sul tema delle presunte fosse comuni con la mia firma e alcune delle mie immagini. L'altro nome con cui è stato firmato il servizio è quello di Gianni Sileo, giornalista che non conosco e con cui mai ho collaborato. Non so dire se la voce del servizio sia sua o di un'altra persona: quel che è certo è che. per ragioni a me non note, nessuno della redazione di Controcorrente ha tenuto conto di quanto da me rilevato sul campo e da me riferito prima di mandare le immagini per il servizio.
Non appena rientrato da Mangush ho avvertito la redazione del fatto che utilizzare l'espressione “fossa comune” risultasse del tutto improprio e che le sepolture in questione riguardassero un cimitero. Ma paradossalmente, il servizio firmato con il mio nome spiega che a Mangush “e' stata trovata un'enorme fosse comune con centinaia di corpi, di uomini donne e bambini che sarebbero stati uccisi o morti di stenti senza cibo né acqua per oltre un mese” senza chiarire su quali fatti si basino queste affermazioni, o meglio lasciando intendere di averle ricevute dal proprio inviato, ossia da me.
di Riccardo Pizzirani
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Gli USA dichiarano il vero scopo della guerra - Spieghiamo la questione della Transnistria - La lobby delle armi festeggia a suon di miliardi – All’italiano non far sapere quante armi noi spedire - Floris controlla anche il suo pubblico.
Leggi tutto: Il ritardo tra notizie "complottistiche" e verità? Anche meno di un anno, ormai.