[color=990000]BARDAZZI HA RISPOSTO[/color] (nei commenti)
Marco Bardazzi è uno scrittore italiano "all-american", che vive a Washington. Oltre ad aver pubblicato alcuni libri come autore, è comparso di recente alla Columbia University di New York per la presentazione dell'edizione inglese del libro "Senza Radici", di Joseph Ratzinger e Marcello Pera.
Lo scorso 22 marzo, Bardazzi ha pubblicato sul suo blog un articolo sull'undici settembre, relazionandolo - un pò forzatamente - al voto nelle nostre elezioni di questa settimana. L'articolo è stato ripreso, significativamente, da un periodico di area cattolica, Tempo.
Ne parliamo qui perchè la mentalità che rivela ci risulta essere molto diffusa fra moltissimi italiani un pò dappertutto. Essa si basa sulla seguente serie di equazioni:
Osama = oriente islamico = medioevo = aggressore = cattivo
Bush = America cristiana = progresso = vittima = buono
Dopodichè
Berlusconi=cristiano/pro-America/libera impresa=buono
Quindi
Voto Berlusconi
Ovvero, "o con noi, o contro di noi". Proprio quello che volevano ottenere i neocons, …
[size=medium]NEI COMMENTI UN MESSAGGIO DA PARTE DI GIULIETTO CHIESA[/size]
Abbiamo indirizzato questa lettera, in privato, al Direttore di Repubblica, Ezio Mauro, e per c/c al suo giornalista Arturo Zampaglione. Nella sua forma aperta, qui sul sito, la indirizziamo anche a tutti i giornalisti italiani, di Repubblica e non, che la vorranno leggere. Il problema ci riguarda tutti, indistintamente.
Egregio Direttore, le scrivo anche a nome di una buona maggioranza dei 3.000 utenti che sono iscritti al sito di cui sono responsabile, luogocomune.net.
Sulla vostra versione web del 3 Aprile - e immagino anche sul giornale stampato - è uscita una notizia relativa al trailer del film "United 93", a firma di Arturo Zampaglione. Nell'introdurre la notizia, l'Autore ha fatto questa premessa, che riporto integralmente:
"Partito da Newark, uno dei tre aeroporti di New York, in direzione di San Francisco, l'aereo fu dirottato dai terroristi di Al Qaeda che volevano farlo schiantare sul Congresso di Washington. Ma l'azione dei kamikaze fu bloccata ...
Qui eventuali commenti al nuovo confronto televisivo.
(Non c'è articolo)
Anche se il primo di Aprile è già passato, i giornalisti della BBC hanno ritenuto di riportare l'ulltima notizia dall'Iraq: il temibilissimo, imprendibilissimo (e zoppissimo) Al-Zarqawi è stato deposto da un non meglio identificato Abdullah al-Baghdadi, un "iracheno qualunque", che si presenta come nuovo leader della coalizione degli "insurgents" locali, ovvero i ribelli, gli "insorti" iracheni. (Noi li chiamavamo partigiani).
La Primula Rossa di Al-Queda è stata detronizzata, ci viene detto, poichè "causava imbarazzo" al fronte dei ribelli, in quanto tendeva a rappresentarne la voce unificata. (Come sappiamo, invece, la società irachena è spaccata in due, ed è quindi giusto che anche gli insorti - come sopra, così sotto - risultino spaccati fra di loro. Se no la credibilità va a farsi fottere). Altro motivo di imbarazzo per la coalizione - prosegue l'articolo - sarebbero state le tattiche ...
Email anonima da un meccanico dell'aviazione. [La lettera è stata mandata ad un sito che si occupa di scie chimiche].
Per motivi che vorrete comprendere non posso dichiarare la mia identità.
Faccio il meccanico di aerei e lavoro per una nota compagnia, in uno dei centri di servizio di un grande aeroporto. Ho fatto alcune scoperte che credo troverete importanti.
Prima di tutto devo spiegare alcune cose ...
Jill Carroll, la giornalista del Christian Science Monitor rapita tre mesi fa a Baghdad, è tornata a casa. Sta bene, e non le è stato torto un capello. Sembrerebbe quindi una notizia "innocente", che in un certo senso non merita nemmeno di apparire sulle prime pagine.
Il tempo infatti ha già cominciato a fare il suo lavoro, e la nostra memoria, su fatti relativamente recenti come i rapimenti dei giornalisti a Baghdad, comincia già ad offuscarsi. Ma basta un piccolo sforzo, per "ricollegare i puntini", e diventa subito chiaro che il rapimento della Carroll non è stato che l'ultimo anello della campagna di terrorismo - questo sì, quello vero - contro i giornalisti indipendenti in Medio Oriente.
Il Christian Science Monitor, fra le altre cose, è di tutto meno che un quotidiano "cristiano" (la vicenda del suo nome è tutta una storia a parte), ma di certo se c'è in USA una testata di tiratura nazionale che si è sforzata in questi anni di offrire la verità, entro i limiti concessi dall'attuale regime, è proprio questa. Non a caso Carroll, la quintessenza del giornalismo indipendente, a Baghdad stava lavorando per loro.
Dopo questa mattanza, sia fisica che psicologica, nella quale abbiamo perso anche il nostro Enzo Baldoni, Jill Carroll appare come un fortunato superstite ...
Gold and Economic Freedom
Alan Greenspan (1966)
L’avversione quasi isterica nei confronti del gold standard è un atteggiamento che unisce tutti gli uomini di governo. Forse in modo più chiaro e sottile di molti difensori del laissez-faire, essi sembrano percepire che l’oro e le libertà economiche siano imprescindibili, che il gold standard sia uno strumento di laissez-faire e che ciascun termine implichi e richieda l’altro.
Al fine di capire l’origine di questa avversione, è necessario, prima di tutto, capire il ruolo specifico dell’oro nel contesto di una società libera. La moneta è il comune denominatore di tutte le transazioni economiche. E’ quel bene che serve come mezzo di scambio, che viene accettato da tutti i membri di una economia di scambio
Leggi tutto: Giustizia per Bernard Brown