Come avevamo sospettato già all'inizio, il video del Pentagono si è rivelato, ad una attenta analisi, un clamoroso autogoal. Non solo non ha affatto "fugato" i dubbi, come pretendeva di fare, sulla mancanza di una qualunque traccia tangibile di un Boeing 757, ma ha confermato di fatto l'assoluta impossibilità che sia stato quel genere di aereo a colpire il Pentagono.
La nostra analisi, a sua volta presentata in un filmato di circa sei minuti (link in coda), cerca di spiegare con sufficiente chiarezza i motivi per questa categorica affermazione.
Oltre a riportare, in sintesi, le informazioni già esistenti sulle vere immagini del velivolo che si avvicina all'edificio - che nessuno ha mai potuto vedere, ma la cui esistenza è confermata, oltre che dal buon senso, da testimonianze inconfutabili - la nostra analisi si concentra su due elementi principali: ... ...
il cosiddetto problema del volo "raso-erba", e la evidente manipolazione del filmato stesso, da parte di chiunque lo abbia confezionato.
Per quel che riguarda la traiettoria di volo (senza stare a ripetere qui ciò che è già stato detto mille altre volte), il nuovo filmato del Pentagono mostra chiaramente la parte anteriore dell'aereo che entra nell'inquadratura, a destra del fotogramma, volando in orizzontale.
Già si potrebbe denunciare quell'immagine come un falso evidente, visto che le proporzioni del velivolo appaiono chiaramente errate rispetto a quelle reali - esistono immagini digitali, create dalla Purdue University, su richiesta dello stesso governo americano, che mostrano appunto una proporzione almeno doppia dell'aereo rispetto al terreno circostante (v. link Sozen, in coda) - ma con questo argomento si resterebbe comunque nell'ambito di una opinione personale, dove "grosso" e "piccolo" possono variare in maniera miracolosa, a seconda delle intenzioni di chi guarda le immagini.
"Orizzontale" è invece un termine molto meno opinabile, ed è per quello che abbiamo preferito evidenziare questo punto debole del filmato, per evitare di fornire ai debunkers preziosa legna da bruciare sul fuoco della perdita di tempo.
Il cane per l'aia, come dire, è gia stato menato abbastanza, in questi faticosi anni di petulanza inconcludente. E' ora di venire al sodo.
Detto e confermato infatti da piloti professionisti, oltre che pienamente sensato, un Boeing 757 non farebbe assolutamente in tempo a mettersi in posizione orizzontale, dopo aver superato la collinetta antistante il Pentagono, e prima di colpire il bersaglio. Non solo non ne ha la manovrabilità, ma la velocità a cui quel particolare aereo viaggiava (qualunque cosa fosse), cioè oltre 850 Km. all'ora, lascia al pilota poco più di un secondo di tempo per coprire la distanza fra il quadrifoglio e la facciata dell'edificio. Troppo poco, quindi, perchè i comandi di un aereo di quella stazza facciano in tempo a reagire adeguatamente all'eventuale manovra, già difficilissima di per sè, oltre che del tutto inutile.
Perchè mai, infatti, rischiare di piantarsi con il naso a pochi metri dall'agognato bersaglio, quando questo finalmente ti sorride in tutta la sua larghezza, visto dall'alto delle nuvole da cui stai arrivando?
(Tutto questo, non dimentichiamolo, per non dire che siamo parlando di un "pilota" che in realtà non aveva mai guidato un jet nella sua vita).
Ma anche volendo regalare al nostro Hani Hanjour tutta la fortuna necessaria a imbroccare "per caso" quella posizione impossibile - come è noto, i debunker sono generosissimi nel dispensare "fortuna" a chiunque, quando non sappiano spiegare altrimenti certe grossolane incongruenze - in questo caso non farebbero che sigillare definitivamente i bulloni della propria bara: rimarrebbe infatti da spiegare, a quel punto, come il Boeing, una volta messosi rasoerba, abbia potuto superare i grossi rulli di cavo elettrico, alti quasi due metri, che stavano davanti alla facciata, senza nemmeno farli cadere.
E' qui che sta, a nostro parere, la potenza da "16-tonner" di questa argomentazione: o quell'immagine è un falso grossolano, oppure mi spieghi i rulli rimasti in piedi. Non se ne esce.
(E a chi magari si sognasse di suggerire che l'aereo ha addirittura "cabrato", in quella frazione infinitesimale di spazio-tempo, ricordiamo che questo non è un fumetto, ma un evento reale, nel quale un secondo dura un esatto sessantesimo di minuto, 167 piedi di aereo si estendono per 51 metri effettivi di spazio, 255.000 libbre pesano oltre cento delle nostre tonnellate, e 850 km. all'ora rimangono una velocità in cui si coprono 236 metri al secondo, e non uno di meno. Hanjour potrà anche essere un miracolato di Dio, ma le leggi della fisica, per fortuna, rimangono quelle che sono).
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Il secondo argomento da noi presentato nel video, quindi, sembrerebbe quasi superfluo a questo punto. Noi abbiamo invece voluto "strombazzarlo" a dovere, perchè mostra una evidente manipolazione del materiale intesa, con tutta probabilità, a nascondere - e non affatto a "mostrare" - il velivolo che ha davvero attraversato lo spazio inquadrato dalle due telecamere del parcheggio.
Come potrà verificare chi vorrà leggere tutti i commenti a questo articolo, è quasi impossibile sincronizzare in maniera soddisfacente i due filmati, partendo dalla testa. Per motivi che non sta a noi spiegare, infatti, mente i fotogrammi che seguono l'impatto (oltre una trentina) procedono in maniera perfettamente speculare (a parità di velocità, mostrano le stesse identiche volute di fumo alzarsi in cielo), nella prima metà dei due video (circa 20 fotogrammi) le discordanze sono vistose, al punto che è impossibile pareggiare in qualunque modo accettabile i sei fotogrammi iniziali di riferimento.
Nella nostra analisi infatti diciamo che "abbiamo potuto sincronizzare i due filmati con relativa precisione", e niente di più. Ma questo è sufficiente a stabilire alcune cose importanti: la prima, è che le due videocamere riprendano lo stesso evento in tempo reale. La seconda è che, indipendentemente dalla sincronizzazione effettiva dei fotogrammi, iniziali e/o finali, ne manchino comunque almeno due, da uno dei due filmati. E sono proprio quelli, curiosamente, attorno al momento in cui l'aereo attraversa il campo visivo.
Questo ragionamento è fatto, naturalmente, per chi non si sia già scandalizzato di suo, nel vedersi proporre due filmati su due - con tutti quelli che debbono per forza esistere - in cui si vede di tutto meno che l'aereo che tutti vorremmo vedere.
(Secondo il sottoscritto nel video nuovo i fotogrammi mancanti sono almeno tre, visto che l'aereo passa dall'aver fatto capolino a destra di un fotogramma, ad una esplosione ampiamente avvenuta in quello seguente. E' quello che gli sceneggiatori di Hollywood chiamano "taglio narrativo", e che serve proprio a far trascorrere del tempo "inutile" - o pericoloso, in questo caso? - sullo schermo).
Ma due fotogrammi mancanti, innegabili, bastano e avanzano per dimostrare una manipolazione, e quindi l'evidente intenzione di coprire una verità diversa da quella che ci viene presentata.
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Viene in mente, al proposito, lo storico filmato di Zapruder, nel caso Kennedy: quando fu finalmente consegnato al mondo nella sue versione integrale - ben quattordici anni dopo l'attentato, per chi non lo sapesse - l'FBI confessò un pò impacciata che in effetti mancavano "due o tre fotogrammi al massimo", rovinati in sede di ingrandimento dal solito tecnico un pò maldestro, proprio nel momento del fatale colpo alla testa a John Kennedy. Colpo dal quale era possibile dedurre che vi fosse almeno un tiratore di fronte a lui, e che quindi il buon Oswald non avesse agito da solo, come si cercò in tutti i modi di far credere. (Non che ci fosse stato bisogno di quella confessione, visto che la limousine presidenziale, nel filmato di Zapruder, passa di colpo da quasi ferma ad almeno 30 Km/h di velocità. Ma così almeno si pensò di salvare la faccia, immagino).
Certo, bisogna dire hanno davvero una sfortuna nera, questi federali, quando si tratta di maneggiare filmati delicati e importanti come questi.
Viene in mente, a questo proposito, la famosa frase di Hegel: "L'unica cosa che possiamo imparare dalla storia, è che l'uomo non è assolutamente capace di imparare dalla storia".
Peccato. Vorrà dire che dovremo rimboccarci le maniche, e cercare di fare noi, ciascuno nel limite delle sue possibilità, tutto quelli che gli altri non hanno voluto o saputo fare. Se non altro, la storia indietro non torna. Almeno quello.
Massimo Mazzucco
[color=006699]A Il video è ON-LINE su youtube. In mattinata sarà anche su Arcoiris, in alta definizione. [/color]
Questa la pagina del Prof. Sozen, il cattedratico della Purdue University che ha firmato l'animazione ufficiale dell'impatto al Pentagono per il governo americano, di cui parliamo
qui.
E' dai loro rilievi che sono state generate le immagini che rappresentano le proporzioni effettive fra l'aereo e l'edifcio.
In altre parole, quindi, lo stesso governo si contraddice in momenti e luoghi diversi della "versione ufficiale".