Più passano le ore dall'abbattimento del jet russo da parte dei turchi, più diventa evidente che si sia trattato di una plateale provocazione da parte occidentale (la Turchia fa parte della NATO), per cercare di coinvolgere Putin in una reazione sconsiderata, che lo metta in qualche modo dalla parte del torto.
Le ipotesi infatti sono due: o è vero quello che dicono i turchi, ovvero che l'aereo russo ha invaso il territorio turco, ed è stato ripetutamente avvisato prima di essere abbattuto, oppure l'aereo russo è rimasto sempre in territorio siriano, ma è stato abbattuto intenzionalmente, per creare appunto una crisi internazionale.
La prima ipotesi ovviamente sembra molto debole dal punto di vista logico: i piloti russi infatti, se fossero stati davvero avvisati di aver violato lo spazio aereo turco, non avrebbero avuto alcun motivo di insistere su quella rotta, rischiando un potenziale scontro a fuoco. I russi non hanno certo bisogno di crearsi altri nemici, in questo momento.
La seconda ipotesi invece comporta una lettura molto più plausibile, e purtroppo molto più pericolosa: ...
22 novembre 2015 - Anniversario della morte di John Kennedy
Che sia stata la mafia ad uccidere Kennedy, in concerto con la CIA, lo sapevamo già. Ma una recente notizia, che riguarda la mafia corleonese, lo ha confermato. In una intercettazione telefonica, i boss mafiosi lamentano che il ministro degli interni Alfano "si sia scordato di loro" dopo "essere stato portato qua con i voti degli amici". Un pò quello che accadde a Kennedy, che vinse la presidenza con l'aiuto di Sam Giancana, boss di Chicago, ma poi "si dimenticò" di loro e arrivò addirittura a sguinzagliare contro gli stessi mafiosi il fratello Robert, dopo averlo nominato ministro di giustizia.
Nella telefonata i corleonesi dicono infatti "Perché a Kennedy chi se l’è masticato (chi l’ha ucciso, ndr)? Noi altri in America. E ha fatto le stesse cose: che prima è salito e poi se li è scordati”.
Nel video che segue, messo in onda da Matrix nel 2010, ecco la ricostruzione dell'omicidio da parte dell'uomo che sparò il colpo fatale alla tempia, nascosto sulla famosa "collinetta erbosa" di Dealey Plaza.
E' stato molto doloroso ascoltare la trasmissione "La zanzara" a cui ha partecipato ieri Giulietto Chiesa. Doloroso perché, nei pochi minuti in cui è durato il dibattito, si è potuta apprezzare in pieno la tremenda solitudine nella quale è costretto a vivere, oggi, un personaggio pubblico che abbia la forza di ragionare con il proprio cervello, e di dire apertamente ciò che pensa.
Come scrive Jung, "La solitudine non deriva dal fatto di non avere nessuno intorno, ma dalla incapacità di comunicare le cose che ci sembrano importanti, o dal dare valore a certi pensieri che gli altri giudicano inammissibili."
E' sintomatico, infatti, che un fenomeno del genere si sia verificato non nell'ambito di un salotto privato, fra quattro amici un po' alticci, ma all'interno di una trasmissione radiofonica che raggiunge centinaia di migliaia di ascoltatori.
Ma è proprio questo il cuore del problema: fra un personaggio come Giulietto Chiesa e le migliaia di ascoltatori ci sono di mezzo i cosiddetti "conduttori" della trasmissione: ...
Prima parte:
La seconda parte all'interno.
Dal suo blog, Mario Galli mi ha rivolto alcune domande. Ripubblico qui l'intervista:
Parliamo di Parigi e degli ultimi attentati che stanno scuotendo il mondo. Mentre la stampa italiana si concentra sul "chi" e sul "come", è lecito porsi la domanda "perché Parigi?" Puoi delineare il quadro geopolitico in cui ci stiamo muovendo?
L'intero quadro geopolitico sta ruotando intorno alla situazione siriana. Non è possibile comprendere gli avvenimenti odierni se non si fa prima questa premessa.
La Siria di Assad rappresenta un problema per le potenze occidentali ormai da molti anni. I motivi sono diversi. Il primo è che la Siria rappresenta l'anello di congiunzione dell'asse sciita che va dall'Iran fino agli Hezbollah nel Libano. Spezzando questo anello, si verrebbe ad indebolire fortemente una potenziale fonte di pericolo per Israele. (Se si cerca una dimostrazione che la deposizione di Assad fosse già nell'agenda del blocco occidentale fin dall'11 settembre, basta ascoltare questa intervista al generale Wesley Clark).
Il secondo motivo riguarda l'approvvigionamento energetico. Se guardiamo una cartina della regione, vediamo che lungo la costa del Mediterraneo, a nord di Israele c'è il Libano, e più a nord c'è appunto la Siria, che taglia la strada verso la Turchia. Da tempo è in progettazione un importante gasdotto che unisca la Turchia ad Israele, ma naturalmente senza il consenso di Assad questo gasdotto non si può realizzare. [...]