Il partito democratico americano è stato travolto da un nuovo scandalo delle e-mail. Questa volta ad essere responsabile non è Hillary Clinton in persona, ma l'intera segreteria del partito democratico, guidata da Debbie Wasserman-Shultz.
Quello che emerge da oltre 20.000 e-mail, che sono state ripubblicate da Wikileaks, è che l'intera classe dirigente del partito democratico si è coalizzata per evitare che Bernie Sanders vincesse le primarie al posto di Hillary Clinton. In altre parole, hanno truccato le primarie.
Lo scandalo è stato tale che Debbie Wasserman-Shultz questa mattina ha dovuto dare le dimissioni, a poche ore dall'apertura della convention democratica a Filadelfia. (E un po' come se Matteo Renzi dovesse dare le dimissioni da segretario la mattina stessa in cui apre il congresso del PD).
Ma fin qui, sarebbero solo storie di ordinaria politica. Il vero divertimento inizia quando guardiamo a qual è stata la reazione del partito democratico, di fronte allo scandalo improvviso. Colti con le mani nel sacco, invece di riconoscere le scorrettezze e fare ammenda di fronte ai propri elettori, i dirigenti del partito democratico hanno scelto la soluzione più stupida e più prevedibile insieme: hanno dato la colpa a Putin. [...]
Era da tempo che mi tormentavo per cercare di cristallizzare un concetto sfuggente, quella della "realtà imposta come tale". Mi capitava, ad esempio, ogni volta che sentivo parlare in TV dell'Isis come di qualcosa che "c'è e quindi c'è". Una specie di principio antropico del reale, una autoreferenzialità del dato di fatto, nella quale nessuno sentisse più il bisogno di andare a vedere da dove fosse potuto arrivare. Senza che nessuno sentisse più il bisogno di mettere i fatti quotidiani in prospettiva storica. Ora Fusaro, con questi commenti sul libro di Badiou, ha messo in parole chiare quello che per me fino ad oggi era solo un concetto sfuggente: la "realtà pietrificata". [M.M.]
Fonte Pandora TV
Il terrorismo mondiale negli ultimi 15 anni sembra essersi articolato in tre fasi diverse.
La prima fase è stata quella in cui si è voluto creare il nuovo brand internazionale del cosiddetto "terrorismo islamico". L'evento madre ovviamente è stato l'11 settembre, il quale a sua volta era stato ottimamente preparato dalla false flag del primo attentato alle torri gemelle, otto anni prima. Una volta che i media mondiali si sono bevuti la messinscena dell'11 settembre, è stato universalmente stabilito che il terrorismo islamico esisteva, e da quel giorno tutta la geopolitica mondiale ha cominciato a ruotare intorno a questa nuova realtà, con le invasioni dell'Afghanistan e dell'Iraq a farla ovviamente da protagoniste.
Poi è arrivato l'attentato di Londra del 2005, e con questa terza false flag clamorosa è stato stabilito non soltanto che il terrorismo islamico esisteva, ma che avrebbe potuto continuare a colpirci in ogni momento, in ogni parte del mondo. Grazie a questo, i vari governi occidentali hanno ottenuto di poter dare numerosi giri di vite ai diritti civili dei propri cittadini. Questo ha portato alla chiusura della prima fase.
Nella seconda fase i grandi burattinai del terrorismo mondiale hanno iniziato a godere dei frutti di ciò che avevano seminato. [...]
Attentato di Monaco - Gli utenti possono commentare.
Donald Trump è strepitoso. Con la leggerezza che lo contraddistingue, ieri ha messo in dubbio addirittura l'automatismo del sistema di difesa della NATO, voluto storicamente dagli stessi Stati Uniti. Alla domanda del New York Times su come si sarebbe comportato nel caso di una richiesta di intervento militare da parte di un'altra nazione NATO, Trump ha candidamente risposto: "Dipende da come loro si sono comportati con noi. Se hanno rispettato i loro obblighi verso di noi, allora si, potremmo intervenire".
In altre parole, Donald Trump ha messo gli accordi NATO sullo stesso piano di un qualunque contratto di lavoro: se tu rispetti gli impegni che hai preso con me, allora io rispetterò quelli che ho preso con te. Altrimenti, sono affari tuoi.
La reazione del segretario generale della NATO, Stoltenberg, non si è fatta aspettare: "La solidarietà fra le nazioni partecipanti - ha detto - è un punto centrale per la NATO". Ma Donald Trump da questo orecchio sembra non sentirci. Per lui contano solo gli interessi americani, e l'unico punto di vista che conta è il punto di vista americano. Esattamente come per i suoi business Trump dice "se qualcosa mi conviene la faccio, altrimenti no". E il bello è che se una cosa gli conviene o meno, lo decide soltanto lui.
Per ora i sondaggi danno ancora un leggero vantaggio per Hillary Clinton, ma molte cose possono cambiare da oggi a novembre, e di certo nessuno se la sente di escludere che alla Casa Bianca possa andarci davvero Trump.
Dimenticavo che oggi era l'anniversario dello sbarco sulla luna. Dobbiamo celebrare...
Segnalazioni e commenti degli utenti sulle notizie più recenti (per i fatti di Nizza e della Turchia utilizzate gli articoli precedenti - grazie).
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Altri tre poliziotti sono stati uccisi oggi a Baton Rouge, in Louisiana. Non è chiaro se i poliziotti siano giunti sul luogo perché stavano intervenendo su un episodio già avvenuto, o se siano stati invece attratti intenzionalmente, in una vera e propria imboscata. Ma la natura dell'evento sembra chiara: Baton Rouge è la stessa città dove una decina di giorni fa venne ucciso Alton Sterling, il nero che fu ammazzato a sangue freddo da due poliziotti che lo stavano arrestando. E quindi altamente improbabile che si tratti di una coincidenza, e di fatto questa nuova uccisione di poliziotti sembra essere il prolungamento di quanto è avvenuto a Dallas una decina di giorni fa: una vendetta programmata, contro la "polizia assassina", per vendicare le troppe uccisioni ingiustificate - e mai punite - di cittadini neri da parte di poliziotti bianchi.
Ma l'importanza di questo secondo assassinio di poliziotti è enorme: mentre gli americani speravano, in cuor proprio, che quello di Dallas sarebbe rimasto un caso isolato, il nuovo episodio di Baton Rouge significa che siamo di fronte ad una potenziale serialità, e questo non potrà che tradursi in un enorme aumento della tensione sociale in ogni città americana, dalle grandi metropoli alle piccole cittadine di provincia.
Da oggi infatti ogni poliziotto americano sa che se viene chiamato per intervenire sul luogo di una normale rapina, potrebbe in realtà trattarsi di una trappola tesa contro lui stesso e i suoi colleghi. E in una società dove il grilletto facile è una delle caratteristiche più tradizionali, questo non potrà che portare ad altri episodi violenti, nell'arco delle prossime settimane.
Ieri mia nuora, che abita accanto a me, ha bussato alla mia porta trafelata chiedendomi: "Posso prendere la tua bicicletta?"
"Certo, prendila pure - le ho risposto io - che cosa succede?"
Ma lei era già scesa di corsa dalle scale. Ho appena fatto un tempo a sentire "Te lo spiego dopo" che già se n'era andata. Dopo mezz'oretta è tornata, con un sorriso trionfale dipinto sul volto: "L'ho preso" mi ha detto con gli occhi pieni di allegria. E io: "Che cosa hai preso?" "Il Pokemon! Era qui vicino, proprio sulla statale, davanti al bar di Alberto".
Ho passato la mezz'ora seguente a farmi spiegare come funzioni questa faccenda dei Pokemon. In sintesi - per chi ancora non lo sapesse - gli inventori di questo nuovo gioco hanno avuto la geniale idea di utilizzare il sistema GPS di Google Maps per organizzare una specie di caccia al tesoro virtuale, a livello globale. Dovunque tu vada, in giro per il mondo, potresti imbatterti in un Pokemon: basterà sovrapporre l'immagine virtuale del luogo in cui ti trovi (quella dello smartphone) a quella del luogo stesso, per vederlo sul tuo schermo. In altre parole, il Pokemon si trova sì "davanti al bar di Alberto", ma soltanto nel mondo virtuale di Google Maps. Davanti al bar di Alberto, nel mondo reale, non c'è assolutamente nulla; però tu, per poter catturare quel Pokemon virtuale, dovrai recarti davanti al bar reale.
La mania di questo nuovo gioco sta dilagando in maniera talmente rapida in tutto il mondo che impone una domanda: che cosa c'è di così affascinante nell'andare in giro per le strade a catturare cose che non esistono?
Nell'articolo intitolato "Francia sempre nel mirino", pubblicato il 1° di giugno, avevamo riportato due notizie. La prima era: "I leader palestinesi vogliono che la Nato sostituisca l'esercito israeliano in Cisgiordania, per raggiungere un accordo di pace durevole con Israele nella soluzione a due Stati. La Francia sta cercando di creare un supporto internazionale che porti ad una conferenza dopo il fallimento dei negoziati condotti dagli Stati Uniti. [...] Il mese scorso i palestinesi hanno accolto con favore l'iniziativa francese di tenere una conferenza internazionale che faccia ripartire il processo di pace fra le due parti. Ma il primo ministro Netanyahu ha respinto l'iniziativa francese, dicendo che "il modo migliore per risolvere il conflitto fra Israele e palestinesi è attraverso negoziati diretti bilaterali".
La seconda notizia era: "Il ministero degli esteri americano ha emesso una allerta per "possibili attacchi terroristici" per gli americani che prevedono di recarsi in Europa per eventi come gli europei di calcio 2016."
Non lo hanno fatto durante gli europei (troppo prevedibile) ma hanno aspettato qualche giorno in più, per la festa nazionale francese.
Chissà che fine farà, adesso, la conferenza internazionale voluta da Hollande.
Leggi tutto: Quando i complotti fanno comodo al potere