1 - Ricordate la recente discussione sulle auto "intelligenti"? Ebbene, "si è verificato in Florida il 7 maggio scorso il primo incidente stradale mortale di un'auto a guida autonoma negli Stati Uniti. Lo hanno reso noto le autorità federali statunitensi." L'auto "intelligente" non ha visto il TIR che svoltava, perchè era bianco come il cielo. Oooops.
2 - Quando il partito dei verdi aveva sconfitto "per un soffio" la destra di Hofer, nelle recenti elezioni austriache, molti avevano gridato al broglio. A quanto pare ci hanno preso in pieno: le elezioni austriache sono da rifare.
3 - Il nostro ministro degli esteri sostiene che la Turchia dovrebbe entrare in Europa. E nessuno dice niente?
Questo documentario è stato mandato in onda dalla TV della svizzera italiana nell'agosto del 2014. Circa un anno dopo, però, è scomparso dalle pagine del loro sito, e la versione online non è più stata disponibile. Anche la versione caricata su youtube è stata rimossa, con la giustificazione della "violazione dei diritti d'autore". Ora qualcuno lo ha ricaricato su un altro account, ma rischia di non restarci a lungo. Consigliamo a chi è interessato di vederlo (e magari anche di scaricarlo).
NOTA: nella prima parte il documentario è abbastanza pedante, e spesso il linguaggio scade a livello della trasmissione "Mistero". Nonostante questo ritengo che nella seconda parte - quando si inizia a parlare di Majorana - ci siano diverse testimonianze molto interessanti, da parte di persone coinvolte direttamente nei fatti. Di certo il documentario contribuisce a gettare nuova luce sulla misteriosa scomparsa del fisico italiano, avvenuta nel 1938.
Come è stato suggerito da molti, è improbabile che non ci sia una correlazione fra la recente politica estera turca e il clamoroso attentato all'aeroporto di Istanbul.
Il problema è che questa correlazione può essere letta in modi molto diversi fra di loro.
Il primo, detto in soldoni, è che Erdogan sia stato semplicemente "punito" dagli americani per aver chinato la testa di fronte a Putin. Dopo aver ripetutamente sostenuto che l'abbattimento del jet russo era sato un atto di legittima difesa, dovuto ad una chiara provocazione da parte dei russi, tre giorni fa Erdogan ha offerto a Putin le scuse ufficiali da parte della Turchia. E Putin naturalmente le ha accettate. In altre parole, Erdogan si sarebbe rifiutato di continuare a svolgere il ruolo di "cagnaccio" contro la Russia per conto degli americani, perchè gli stava costando troppo in termini economici. Da quando c'è stata la frattura con Putin, infatti, il turismo russo in Turchia è crollato del 92%, e la stessa percentuale complessiva del traffico turistico verso la Turchia (dal resto del mondo) è crollata del 35% nell'arco di un solo anno [1].
Ma c'è un altro elemento che fa probabilmente parte dell'equazione, anche se in questi giorni è passato sotto traccia: il ritrovato accordo con Netanyahu, che ha preceduto di poche ore quello con Putin, dopo sei anni di prolungato confronto a muso duro fra Turchia e Israele.
Se avete commenti/aggiornamenti sull'attentato all'aeroporto di Istanbul potete postarli qui.
Ma quante cose interessanti stanno succedendo, dopo lo shock della Brexit. Una delle più interessanti è che di colpo i giornalisti europei hanno scoperto quale possa essere l'effetto negativo delle bugie.
Ad esempio, i giornali inglesi hanno lamentato la falsa promessa di Boris Johnson che, in caso di vittoria del sì, il numero di immigrati presenti in Gran Bretagna si sarebbe ridotto di 350.000 unità. Cifra assolutamente campata in aria, ovviamente, che ora viene usata per accusare il vincitore Johnson di "aver mentito alla nazione".
Un'altra accusa viene rivolta all'altro vincitore del referendum, Nigel Farage, il quale avrebbe falsamente promesso che i soldi che la Gran Bretagna versava all'Unione Europea verranno ora investiti nel servizio sanitario nazionale. Ora Farage fa retromarcia, e viene accusato di aver mentito alla nazione.
Segnalazioni e commenti degli utenti sulle notizie più recenti. (Per l'argomento Brexit utilizzate gli articoli precedenti).
Dopo lo shock mattutino, che ha regalato al mondo una imprevista uscita della Gran Bretagna dall'Europa, tutti gli europeisti più convinti (in mala o buona fede che siano) hanno dedicato la giornata a metabolizzare questa fragorosa legnata sui denti.
Il risultato di questa metabolizzazione si può riassumere in due diverse correnti di pensiero: la prima dice, sostanzialmente, che "l'Europa deve cambiare se non vuole morire". Questo ovviamente non significa nulla, perché l'Europa per come è stata costruita, con un Parlamento senza alcun reale potere esecutivo, non sarà mai in grado di modificare se stessa. E' stata creata apposta come una gabbia per convogliare e controllare i consensi, e quello dell' "Europa che deve cambiare" è soltanto lo slogan disperato di coloro che si rendono conto che il loro "sogno europeo" ha ormai imboccato la china del tramonto.
La seconda corrente di pensiero invece è molto più interessante, poiché era più difficile da prevedere: c'è infatti un diffuso senso di insoddisfazione - o quasi di rancore, si potrebbe dire - verso "le masse che non sono in grado di decidere".
Questo concetto è stato espresso, con diverse sfumature, da molti di coloro che hanno partecipato ieri alle varie trasmissioni televisive. [...]
Chi, come me, è andato a dormire verso mezzanotte, si è addormentato convinto che la Gran Bretagna fosse rimasta nell'Europa. Invece nel corso della notte c'è stato il capovolgimento dei dati.
E questo è avvenuto nonostante la violenta battuta d'arresto subita dalla campagna del sì dopo l'omicidio di Jo Cox.
Mentre infatti nessuno potrà mai affermare che l'omicidio della parlamentare Jo Cox sia stato commissionato da chi voleva evitare l'uscita della Gran Bretagna dall'Europa, nessuno potrà mai nemmeno negare che questo episodio abbia influito in maniera sostanziale sull'andamento dei sondaggi. Fino al giorno prima del suo assassinio, infatti, i sondaggi davano il sì per la Brexit in costante aumento. Partiti da un rassicurante 65-35 per il no, le percentuali fra sì e no erano ormai arrivate alla pari. Deve essere stato un momento terrificante, per coloro che temono la futura disgregazione dell'Europa unita.
Quando le cose complicate diventano improvvisamente semplici:
Daniele Ganser è uno storico/ricercatore svizzero che appartiene al 9/11 Truth Movement. Denuncia da tempo gli attentati false flag nel mondo. Fra i suoi lavori, segnaliamo il libro "Gli eserciti segreti della NATO - Operazione Gladio e terrorismo in Europa occidentale".
Fonte Pandora TV
Dopo che ci siamo massacrati sulle elezioni, propongo un tema più leggero. Qualcuno riesce a vedere un messaggio nascosto, in questo "esperimento"?
Chiedo scusa, ho disabilitato l'embedding perchè ogni volta che aprivi la homepage partiva la pubblicità. Potete vedere il video cliccando sull'immagine.
E' stato interessante seguire le dirette televisive durante lo spoglio elettorale. Interessante perché, messi di fronte al fatto compiuto, i giornalisti di regime hanno dovuto adeguare rapidamente le loro posizioni sui 5 stelle: con una Raggi che prende addirittura più del doppio dei voti di Giachetti - una legnata storica, sia chiaro - e una Appendino uscita dal nulla che manda a casa Fassino contro ogni pronostico, c'era ben poco da stare a sottilizzare. Meglio riconoscere che i 5 Stelle sono una realtà solida, destinata a rimanere, con la quale diventa necessario mettersi a fare seriamente i conti al più presto.
Il double-whammy Roma-Torino, inoltre, ha spento definitivamete la miccia alla retorica di regime secondo la quale "i 5 stelle vincono solo dove c'è un malcontento popolare". Se infatti a Roma il clamoroso risultato è dovuto in buona parte al rifiuto collettivo del marciume politico imperante, a Torino non c'è stata nessuna rivolta particolare conto lo status quo: Fassino ha governato bene - questo lo riconoscono tutti - ma la Appendino ha vinto perchè evidentemente convince di più.
E' stato anche divertente vedere il sollievo con il quale i commentatori politici hanno accolto i discorsi di Raggi e Appendino subito dopo la vittoria: positivi, propositivi, costruttivi, e persino con un riconoscimento al valore per Fassino, a Torino, e con una mano tesa verso l'avversario, a Roma.
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