Discutendo con gli utenti sulla sua pagina di Facebook, Enrico Mentana ha coniato il neologismo webete, e ora tutti ne parlano.
L'episodio viene così raccontato da La Stampa: "Nel rispondere all’ennesimo sconosciuto che lo contestava polemizzando sugli immigrati che stanno negli hotel di lusso mentre i terremotati dormono in tendopoli, il Direttore ha toccato un nuovo apice e coniato un’offesa che dimostra come la lingua, usata da chi ne è maestro, è ancora una spada efficacissima. «Mi stavo giusto chiedendo se sarebbe spuntato fuori un altro così decerebrato da pensare e poi scrivere una simile idiozia», commenta il giornalista. «Lei pensa che il prossimo le sia simile. Ma non c’è distanza maggiore che tra il virtuoso e il virtuale: eppure per lei se uno non grufola contro gli invasori è un fake. Lei è un webete»."
Fin qui i fatti. Ora però si pongono alcune domande: in base a che cosa Mentana ha deciso che "l'ennesino sconosciuto" si sbagli nel preoccuparsi per la fine che faranno i soldi destinati ai terremotati? Solo per il fatto che lui è "conosciuto", vuole dire che ha già ragione in partenza? O forse Mentana è in grado di dare garanzie personali su come verranno usati i soldi per i terremotati?
Sembra di leggere il titolo da un sito complottista: "Il TTIP è morto". "Sì va bè - dici tu - adesso raccontatemi che Cenerentola esiste, e così il sogno è completo". Invece è vero: il titolo sta sulla Stampa, su Repubblica, sul Fatto Quotidiano e su tutti gli altri giornali più importanti.
E il bello è che il negoziato non sarebbe fallito per chissà quale cavillo giuridico, ma proprio perchè, a detta del ministro dell'economia tedesco Gabriel, "gli europei non possono capitolare alle richieste americane". Tanto per essere chiaro, Gabriel ha poi aggiunto che "durante la tornata di trattative all’inizio dell’estate non è stata trovata l’intesa su nessuno dei 27 capitoli in discussione."
Con le notizie del terremoto in Abruzzo, è passata in secondo piano la notizia di una parziale invasione del territorio siriano da parte dei carri armati turchi.
La situazione è talmente complicata che bisogna leggere fonti diverse per riuscire a farsi almeno un quadro generale di ciò che sta succedendo. Questa è la sintesi di quello che sono riuscito a capire:
Ufficialmente, i turchi sono penetrati nel territorio siriano nell'ambito di un'operazione chiamata "Scudo dell'Eufrate" (linee verdi, sulla cartina). Lo scopo dichiarato era quello di cacciare da Jarablus gli uomini dell'ISIS, ma nel frattempo i turchi ne hanno approfittato per bombardare le forze del partito curdo miliziano YPG, che avanzavano verso la città di Manbij.
I curdi avanzavano a loro volta per liberare la città di Manbij dagli uomini dell'ISIS, ma i Turchi non vogliono che i curdi si rafforzino troppo in quella zona (vicina al loro confine), e quindi li hanno bombardati.
Contemporaneamente Joe Biden, in visita ad Ankara, minacciava i curdi di togliergli tutti gli aiuti economici e militari, se non si fossero ritirati al più presto a est dell'Eufrate. Joe Biden ha poi fornito rassicurazioni a Erdogan che i curdi si sarebbero ritirati. Altre fonti però dicono che i curdi non hanno nessuna intenzione di tornare indietro, perché il loro interesse è proprio quello di formare un'enclave su base etnica a sud del confine con la Turchia.
Gli utenti possono commentare.
L'autore del presente articolo è un utente del sito che lavora nel settore petrolifero. Per questo motivo preferisce restare anonimo.
Come è profondo il mare - Il destino del petrolio sversato durante il disastro del Deepwater Horizon nel Golfo del Messico.
In sintesi
Nell'Aprile del 2010, la vita marina del Golfo del Messico è stata sconvolta da un evento le cui conseguenze sono tuttora largamente ignote. L'esplosione di un pozzo di estrazione della compagnia British Petroleum (qui di seguito BP), posto a circa 1500 metri di profondità, ha determinato lo sversamento in mare di circa 500mila tonnellate di petrolio, più un altro 24% considerando la frazione gas, come metano, propano etc. (Per un riassunto ed approfondimenti vedi qui).
Con una tale quantità di petrolio si possono riempire più di 315 piscine olimpioniche, e con la sola parte gassosa fino a 35 miliardi di Zeppelin. Provate per un solo attimo ad immaginare un cielo così. A causa delle difficoltà nelle operazioni di richiusura del pozzetto, lo sversamento è proseguito per 83 giorni, diventando il più grande sversamento di petrolio nella storia degli Stati Uniti d'America, e secondo solo - nel mondo - a quello intenzionale di Saddam Hussein durante la guerra del Golfo del 1991 (qui una lista prima del Deepwater Horizon. L'equivalente in galloni è di 200 milioni).
Che fine ha fatto il petrolio?
Stime di un gruppo di esperti del governo USA indicano che solo una minima frazione è stata recuperata (16-17%), mentre la maggior parte è stata dispersa (intenzionalmente o naturalmente) nell'ambiente: o disciolta in mare, oppure precipitata nel mare profondo, oppure evaporata. Di un'altra parte ancora si sono perse completamente le tracce (circa il 22%).
Questa mattina abbiamo dovuto chiamare i vigili del fuoco, per un piccolo incidente domestico. Si era rotta la serratura della porta d'ingresso, ed eravamo rimasti chiusi in casa. Hanno dovuto entrare dal balcone per venire a "liberarci".
Mentre i suoi colleghi lavoravano per smontare la porta, io ho fatto due chiacchiere con il caposquadra. Aveva gli occhi sottili come due fessure, la pelle bruciata dal sole, e la fronte imperlata di sudore. Mi domandavo come facessero a lavorare, d'estate, con quei pesantissimi pantaloni e quegli stivaloni di gomma. Abbiamo iniziato a parlare degli incendi estivi, e lui mi ha spiegato che sono quasi tutti dolosi, ma che non c'è una intenzione particolare di creare dei disastri. "Di solito - mi spiegava - sono gli stessi contadini che danno fuoco ai loro prati ormai seccati, perché l'erba fresca che ricresce produce nelle capre un latte migliore e meno amaro. Ogni tanto la cosa gli scappa di mano, e noi dobbiamo intervenire."
A quel punto ho provato a spostare l'argomento sull'11 settembre. "Ogni volta che vedo i vigili del fuoco in azione - ho detto - mi vengono in mente quei poveracci morti nelle Torri Gemelle".
"Quelli sono stati proprio sfortunati - ha detto lui con un sospiro - Gli è crollato tutto addosso, mentre cercavano di spegnere le fiamme".
"Veramente non è andata proprio così - ho detto io - quelle torri non dovevano crollare".
Segnalazioni e commenti degli utenti sulle notizie più recenti.
Per motivi di copyright non è possibile embeddare questo video nella nostra pagina. Vi consiglio di vederlo direttamente su arcoiris tv, per poi tornare qui a commentare. Merita di essere visto fino in fondo.
di Federico Giovannini
Nel primo articolo sul microbiota abbiamo appena sollevato il velo di Maya su questo "nuovo" mondo, e con il secondo abbiamo cercato di compiere dei primi passi, facendo un ipotesi mai fatta da nessuno. Con questo ulteriore articolo cerchiamo di andare più a fondo in questo universo incredibile, cercando fra le informazioni già conosciute per provare a muoverci con più efficacia.
Più l'uomo ha una percezione corretta di se stesso e maggiori saranno le sue possibilità di guarire da una malattia. In altre parole, trovando il senso fisiologico di quella malattia si avrà più possibilità di guarire.
Oggi l'uomo non sa cosa esso sia (sul "chi" sia non ci avventuriamo proprio). La scienza medica ha fatto una gran propaganda del concetto del dna, tanto che l'uomo medio oggi pensa che quasi tutto sia dna, quasi tutta la nostra vita e le nostre malattie siano scritte nel nostro codice genetico. Cosa succederebbe se sapesse che, in realtà, il genoma umano conta circa 30.000 geni, mentre quello del microbiota con cui passeggiamo insieme, ne conta più di 2 milioni?
Nemmeno è molto diffuso il dato che il numero di cellule umane sia molto inferiore (1) alla conta dei microorganismi simbionti. Questa massa di batteri, virus e funghi (e chissà cos'altro) distribuito in ogni comparto anatomico, ha un peso complessivo più o meno pari a quello del fegato, il più pesante organo umano. Il dato di fatto forse più sconcertante però è che difficilmente, se si va da uno specialista per problemi intestinali, ci verrà raccontato che il nostro problema è di natura microbiologica.
Personalmente sono stato da diversi gastroenterologi, per disturbi digestivi e di natura dispeptica, ma nessuno si è mai preso la briga di rivelarmi questa semplice quanto sconvolgente verità: l'equilibrio del microbiota è il fondamento di una corretta digestione e più in generale della salute tout court.
Chi segue luogocomune fin dai primi anni, ricorderà con quanto scetticismo abbiamo sempre guardato al Tribunale dell'Aja durante il noto "processo" al leader serbo Milosevic. Ora la notizia - maestosamente ignorata dai media mainstream - e che "non esistevano prove sufficienti per ritenerlo colpevole". Peccato che nel frattempo Milosevic sia morto - in circostanze decisamente sospette - nello stesso carcere dove il Tribunale dell'Aja lo ha tenuto ingiustamente rinchiuso per 5 anni.
Fonte Pandora TV
di Elia Dallabrida
Il 13 agosto di molti anni fa moriva un grande uomo, che oggi viene ricordato raramente nel mondo accademico: si chiamava Ignaz Semmelweis, e diede inizio alla vera e propria rivoluzione sanitaria per la prevenzione della trasmissione delle malattie infettive.
La vicenda ha inizio intorno al 1840, nella divisione della clinica ostetrica di un ospedale di Vienna diretto dal professor Klein (la sua struttura al tempo era nota come “clinica della morte”, a causa dell’alto numero di donne che vi moriva). A quel tempo infatti la mortalità per la febbre puerperale era molto elevata, ma nessuno sembrava interessato realmente alle cause di tutti questi decessi: la sofferenza delle donne e dei loro bambini passava attraverso un'indifferenza che oggi non faticheremmo a definire "criminale".
La scienza di quel periodo aveva formulato solo alcune teorie per dare una risposta al numero elevatissimo di morti fra le puerpere, senza però fare mai nulla di concreto per provare ad arrestarle.
Leggi tutto: Chi sono i veri "webeti"?