Questa è la puntata odierna di Bordernights Live. Abbiamo parlato di cinema (la differenza fra Kubrick e Tarkowsky), di politica italiana (governo o non governo?), di NWO e piano Kalergi, di luna (vera o finta?), di Russia e Iran, di alieni che controllano il mondo, di intelligenza artificiale, di vaccini, ecc.
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".. Un riferimento che chiama direttamente in causa le scelte che Di Maio e Salvini stanno facendo in queste ore per la squadra di governo. E che .può essere interpretato come un segnale: Mattarella è pronto a respingere eventuali nomi a lui non graditi grazie alle prerogative che gli sono assicurate dalla Costituzione."
www.ilfattoquotidiano.it/.../4351435
mi hai fatto tanto ridere quando hai detto "forse è meglio che cambi argomento.."
... una lancia sola a favore si può spezzare (e non che salvi il film) e non ne posso portare la minima prova, ma COLCAZZO che quel film l'ha montato Kubrick - e non c'entra col fatto che è ufficialmente noto che Spielberg abbia dato una mano con la colonna sonora e altre piccole cose.
Detto ciò, sul resto, non sono minimamente d'accordo. Tanto fa cascare i coglioni per terra Eyes Wide Shut, e tanto è un visibilio indescrivibile e magnifico 2001 - più lo guardo e più m'innamoro. CA_PO_LA_VO_RO
Arancia meccanica, idem.
Shining (per la precisione è tratto da un romanzo, anche se, come noto, S. King s'è - giustamente - incazzato) non si può vederlo adesso senza pensare a quando è stato fatto, ha qualche scivolata infantile, ma è sempre bello rivederlo.
Barry Lyndon (al di là della luce delle candele, come dici Te, che ha smerigliato i testicoli, e siamo d'accordo) è poesia e ancora una volta forma e sostanza volano su di un altro piano.
Il Dottor Stranamore, superlativo. Anche se mi stanno sulle balle (e non condivido) gli elogi esagerati su Peter Sellers; li merita assai, ma per altri film, non questo.
Sul discorso di "Kubrick sceneggiatore" vero, ma è anche un falso problema. Un ottimo regista non è necessariamente valido in merito a quanto la sua opera sia originariamente farina del suo sacco ...
... hai parlato di Fellini, bene, ad esempio, se non c'era un certo Flaiano (e non solo lui) col cazzo che c'era un Fellini
Sono rimasto sinteticissimo come lo sei stato Tu, sennò ci sarebbe da scrivere. Mi fermo qui e solo su questi film.
Purtroppo, da quello che mi scrivi, immagino che tu abbia aggiunto altro a seguire, ma io, causa il mio traffico internet che tengo centellinato, ho fermato il filmato quando dopo Kubrick, avete iniziato a parlare di politica.
Ma posso rispondere lo stesso, visto che so di cosa parli, Solaris è nella mia collezione, nella mia caverna. Ho l'ultima edizione e me lo sono visto esclusivamente in lingua originale.
Quello che dici è vero in parte. Solaris è il VERO film di fantascienza (oltre a essere un capolavoro); il vero precursore della fantascienza al cinema (non fosse per i romanzi di Dick, [ più che di Asimov, aggiungo] ma è un altro discorso), ma in realtà stanno su due piani differenti i soggetti...
... 2001 parla all'Anima; Solaris parla alla mente e, attenzione, non sto dicendo "mente" in senso dispregiativo o per minimizzare, assolutamente No, anzi. Proprio alla «mente» nella sua accezione nobile.
I messaggi nascosti del film eyes wide shut (parte1)...
I messaggi nascosti del film eyes wide shut (parte2)...
I messaggi nascosti del film eyes wide shut (parte3)...
Shining e i messaggi sul finto allunaggio dell'Apollo 11...
Il fatto che ci mostri sempre la stessa faccia è abbastanza normale (strano, ma ha una spiegazione logica con i moti delle maree che la "bloccano") ...meno la dimensione/distanza in grado di formare un'eclissi perfetta ... ma quello perchè è esageratamente grande rispetto al nostro pianeta (anomalia 1: in proporzione, decisamente troppo grande per essere in orbita stabile, infatti non ci sono altri esempi paragonabili, nel sistema solare) ... ma il problema più grosso, come avevamo scritto tempo fa, è che buttandoci contro un lem, ha risuonato per oltre un ora ... cosa poco compatibile con un satellite naturale, più "logico", nel caso fosse un'astronave... o comunque cavo.
Ma di cose ce ne sono parecchie a riguardo ...
p.s. Sul cinema son d'accordo su tutto, il resto lo sento dopo.
Mi metto anch'io fra quelli che brontoleranno per i giudizi impietosi su Kubrick e 2001 in particolare, però ribalterei quanto dice Calvero (a mio rischio e pericolo, lo so...):
Infatti direi che Solaris parla all'anima dell'uomo, 2001 lo accompagna in un viaggio alla ricerca dell'origine e - forse - dello scopo dell'umanità tutta. Insomma uno si rivolge alla parte più emozionale, l'altro a quella più razionale. Ad ogni modo sono due film eccezionali e non credo che meritino di essere confrontati come se fossero due normali prodotti di consumo. Anche perchè un simile confronto potrebbe portare i più superficiali a considerare Solaris la riposta sovietica a 2001, peraltro non all'altezza per quanto riguarda i mezzi tecnici a disposizione. Ma, appunto, sarebbe pura superficialità quindi penso che vadano semplicemente goduti come due opere distinte fra loro e fra tutta la cinematografia.
Venendo alle critiche, il fatto che un regista utilizzi dei romanzi per i soggetti dei suoi film non mi pare sia per forza una pecca, in ogni caso il soggetto di 2001 è stato scritto appositamente per il film. Anche la struttura narrativa è assolutamente lineare: niente flash-back nè flash-forward, secondo me Massimo non guarda il film da un po' di tempo. E' vero che c'è probabilmente lo stacco temporale più netto mai fatto in un film (dai primati progenitori dell'uomo ai viaggi interplanetari in un fotogramma), ma per il resto il film procede in ordine cronologico, quindi parlare di struttura narrativa "balzana" mi sembra un tantino esagerato. Tra l'altro in questo aspetto è simile alla struttura di Solaris: due blocchi distinti per Solaris, quattro per 2001, montati cronologicamente.
In 2001 si affronta anche il tema dell'intelligenza artificiale, così come nel video qua sopra. Kubrick la risolve trovando come differenza fra intelligenza umana e artificiale l'incapacità di quest'ultima di gestire l'inganno, che tutto sommato è l'incapacità di comprendere il significato delle proprie azioni. Il finale poi - Jupiter and Beyond The Infinite - mi sembra nettamente al di là di qualsiasi cosa abbia fatto la Disney negli anni '50, per cui negare che 2001 abbia un chè di innovativo non regge proprio alla prova dei fatti. Poi che possa non piacere è un altro discorso, però non è che se non ti piace Modigliani puoi dire "in questi ritratti non c'è proprio niente di particolare", non so se mi spiego...
Anche sul giudizio sulla caratura intellettuale di Kubrick avrei qualcosa da ridire...facciamo così, non c'entra molto ma chiudo con questa divertente foto: qui c'è Kubrick con sua figlia che prende per il culo Nicholson, gli fa credere che vogliano scattare una foto al divo in posa mentre invece si stanno facendo un selfie allo specchio:
PS Anche a Moravia non gli era garbato per nulla 2001, e lo argomenta in questa recensione:
scrapsfromtheloft.com/2016/08/02/2001-moravia/
...nella quale però, se leggete il paragrafo dedicato al riassunto del film, dimostra inconfutabilmente di non averci capito una fava (e aggiungerei di avere una cultura scientifica da prima media...).
2001 comunque all'epoca mi ha fatto impressione.Wide Shut d'accordo .
Solaris e Tarkowski? Esce dai schemi, bello il commento, per me ha un posto speciale, molto speciale, anche il suo libro 'Scolpire il tempo' e il suo diario. Parla all'anima lui. Ma parla anche alla mente. Ha una visione profonda ed è personaggio complesso. Lo Stalker l'ho visto molte volte. Ogni volta è un viaggio nuovo. Intenso.
I registi tedeschi, molto importanti anche per me che tedesca di origine sono, quindi ho visto tutto e in lingua originale, Wenders il preferito, (Nel corso del tempo) ma un po' tutti, anche Schloendorf e la von Trotta e Kluge e ...era un momento magico non solo per il cinema.
E ricordo nel contesto '2001' e 'Solaris' un film di fantascienza non noto di Fassbinder, restaurato e presentato qualche anno fa a Berlino.
'Il mondo sul filo', qualcuno lo conosce? Massimo?
Visionario davvero, ed è l'unico film di fantascienza fatto da Fassbinder. Dicono che abbia influenzato Matrix.
L'ho visto decenni fa, e mi ha turbato non poco.
E' rimasto attuale. it.wikipedia.org/wiki/Il_mondo_sul_filo
E' un piacere ascoltarti Massimo.
Trailer di Fassbinder imdb.com/.../...
Io non gli diedi retta e andai per la mia strada. Però aveva ragione, e dopo una decina di anni l'ho capito anch'io.
profetico!
vorrei dire solo una cosa su 2001... ricordo che mi piacque ma all'epoca non ero in grado di fare troppe riflessioni , però l'unico fotogramma che mi è rimasto nella memoria di tutto il film, come significato, è quando appare quella "Stele".... qui www.youtube.com/watch?v=Qkf5AvU1uWY ne danno come significato "la nascita della Nuova Era" a me sembrò di capire che anche quando pensiamo di aver risolto tutti i misteri, appare qualcosa che ci fa capire che dobbiamo ancora cercare...e così all'infinito..... da umani molte cose non riusciamo a comprenderle.
Mi rendo conto che ho fatto un discorso poco chiaro, ma così è nella mia memoria.. (che comincia far cilecca! ) . Penserete che allora me lo potevo risparmiare, ma mi andava di dirlo!
a proposito dell'intelligenza :
l'intelligenza non sta tanto nel darsi le risposte giuste , ma nel porsi giuste domande
avete mai visto un computer fare domande? (per rispondere alla domanda fatta a massimo)
Perdonami Massimo, ma quanto tu affermi al minuto, 15,50, riguardo a carpeoro, non e' del tutto esatto. come tu dovresti ricordare, tempo fa ti mandai un messaggio mettendoti al corrente di alcune affermazioni che appunto carpeoro ha fatto su di te, e sul tuo documentario sull'allunaggio.
Ti mandai il link del filmato e l'esatto momento dove lui esprimeva la sua opinione riguardo al tuo lavoro: "https://www.youtube.com/watch?v=qzfMnhCxhXc", minuto, 23,40.
Lui afferma inequivocabilmente che tu sei praticamente una persona che fa parte del sistema di disinformazione, messo appunto li per deviare e confondere. Accusa ben piu' grave del semplice debunking, quindi una specie di cavallo di troia.
Scusami se riporto alla luce questo fatto, ma ritengo che tu ci sia andato anche troppo "diplomaticamente".
Questa e' la mia opinione e me ne assumo tutta la responsabilita', ma cio' che quel personaggio afferma lo ritengo molto grave, tanto piu' che l'ha fatto alle tue spalle, (tu non eri presente), tipico atteggiamento di una persona codarda, e ignorante.
Sicuramente tu sei troppo signore per affermarlo, ma io no......Per me lui e' un emerito TESTA DI CAZZO.
Mattarella omaggia Luigi Einaudi e avverte i partiti: “Su scelta del premier usò in pieno le sue prerogative”
Omaggia Einaudi? Il presidente della repubblica che votò monarchia al referendum del '46? L'elitarista che mostrava un certo disprezzo per il popolo sovrano? Tanto da abbracciare idee come
luigieinaudi.it/.../...
Primo: il governo di un paese non è e non può mai essere retto dalla maggioranza del popolo e neppure da una genuina rappresentanza della maggior parte dei cittadini. Questa è una utopia pericolosa e distruggitrice della convivenza sociale. Il governo politico deve essere in mano di una minoranza organizzata. Mosca ha dato alla minoranza organizzata, costituita da quelle persone le quali in un paese emergono per ricchezza, cultura, capacità amministrativa ed anche arte di cattivarsi le moltitudini e di imbrogliare i governati, il nome di "classe politica". Dalla buona scelta e formazione della classe politica dipende la fortuna di un paese. A seconda che in essa predominano le qualità di valore, intelligenza, devozione al paese, indipendenza economica, ovvero quelle di intrigo, sopraffazione, avidità di danaro, e dipendenza dai pochi o dalle folle che possono dare la ricchezza, variano i risultati ottenuti.
Secondo: il predominio, necessario ed utile, della classe politica ha bisogno, per conservarsi, di una ideologia, a cui Mosca dà il nome di "formula politica": e questa può essere la forza, la eredità, il diritto divino, la sovranità popolare. Presso a poco, tutte queste formule si equivalgono, essendo desse puramente la manifestazione esteriore verbale delle vere ragioni per le quali la classe politica afferma la sua capacità a governare le moltitudini.
[omissis]
Non è già che le idee fondamentali siano mutate; resta ferma la negazione della ideologia di Rousseau del governo fondato sull'espresso consenso dei consociati.
O che, quando era Presidente della Repubblica, scriveva cose come questa:
luigieinaudi.it/.../...
Nella vita delle nazioni di solito l'errore di non saper cogliere l'attimo fuggente è irreparabile. La necessità di unificare l'Europa è evidente. Gli stati esistenti sono polvere senza sostanza. [omissis] Esisterà ancora un territorio italiano; non più una nazione, destinata a vivere come unità spirituale e morale solo a patto di rinunciare ad una assurda indipendenza militare ed economica.
E Mattarella elogia costui? Se dovesse imporre veti sui ministri (cosa che la costituzione NON gli consente) spero che si formi un picchetto permanente davanti al quirinale con lancio di ortaggi e uova marce, prenderei una settimana di ferie per aggregarmici.
non dice affatto quello che tu hai scritto.
Lui dice che è stata creata a monte tutta una serie di documentazioni (foto comprese) confutabili, proprio per spingere le persone a dedicarsi al complotto del finto allunaggio (per lui invece avvenuto) e non dedicarsi a cose reali.
Per me è una fesseria la sua tesi, ma comunque non ha detto ciò che tu affermi.
Per me le sue affermazioni sono molto chiare, e anche Massimo al tempo, quando lo misi al corrente del filmato, arrivo' alla stessa mia conclusione.
Tu forse leggi tra le righe un messaggio diverso, e' la tua opinione, per carita', ma rimane pur sempre un punto di vista.
Vediamo il messaggio da diverse angolazioni.
Ciò che io scrivo in privato deve restare privato.
Alla prossinma scorrettezza sarai espulso.
NON replicare perfavore. Hai già disturbato abbastanza questa discussione.
M.M.
Se qualcuno è interessato, può ragionare sul teorema a seguire. E alla fine si arriverà a Kubrick/Tarkowsky.
I termini sono prigioni (sempre) e la realtà (compresa la sua rappresentazione* e anche la realtà metafisica) non è comunicabile: è solo esperibile/intuibile. Non è comunicabile nel senso (a riprova, le accezioni vanno indagate) che qui con «comunicare» intendiamo «spiegare» e con «spiegare» intendiamo «tentare un dialogo» e con «tentare un dialogo» intendiamo «esprimere di là della speculazione»; la forma e la sostanza - poi - di questo benedetto "dialogo", sono a loro volta due concetti duttili e conflittuali all'interno della medesima espressione artistica. L'artista - in realtà, l'artista vero (e anche qui bisognerebbe indagare l'accezione di «artista» di cui Wilde soltanto fa intuire la portata come nessuno mai è riuscito; solo Schopenhauer e pochi altri prima di lui si erano avvicinati) dicevamo, l'artista vero non vuole spiegare mai un beato cazzo, se lo fa, invece, nel senso che quello sarebbe mai il suo movente «cioè di spiegare», allora non è un'artista, ma un decoratore, un commerciante: un cretino, in sostanza: uno scienziato (che è la massima manifestazione dell'imbecillità umana) indipendentemente dal paradigma scientifico a cui si è votato/asservito e agli altri nomi/formule sotto mentite spoglie che la propaganda (e gli altri cretini) dà lui/loro.
Se qualcuno comprende, non è perché la cosa voleva essere spiegata, ma perché la cosa era stata studiata dall'artista, attraverso il processo della rappresentazione. In divergenza a tutto ciò, ad esempio, c'è appunto la propaganda.
Un artista, per dirla un po' a mo' di Bertolucci, fa i film per capire lui stesso qualcosa, non per illustrare qualcosa. Il suo (dell'artista, del vero artista) è un "work in progress": è un momento colto nell'etere della percezione e "fissato" su di un medium, s'una tavolozza immaginativa (che non c'entra con la fantasia, e si torna al problema delle accezioni/prigioni) dove impressiona (termine all'uopo) le sue percezioni e le assembla giocando con le sue tessere informi e caotiche (caotiche rispetto alle opinioni, non alla verità) e non vede il risultato, non lo vuole nemmeno ottenere il risultato, lo cerca - e non lo chiude, non lo cementifica, non lo ghettizza (per questo se un Film è arte, sarà sempre eterno, perché è uno studio sempre aperto sulla vita) perché l'artista mentre stava giocando con i pezzi del puzzle, ecco che ti è finita la pellicola e allora dice a se stesso: "okay, oggi va così, domani si vedrà" ... l'Artista non termina un film perché avrebbe concluso un "dialogo", ma perché «Basta giocare»: è ora della merenda e la mamma lo ha chiamato a casa, quindi: fine delle riprese. L'artista in realtà non dovrebbe neanche firmarlo con il proprio nome il "suo" film. Ecco quindi che tutte le definizioni tra chi (come noi) definisce e/o vuole differenziare l'autore dal commerciale, dovrebbe stare molto attento, perché alla fine tutti vogliono commerciare il loro lavoro.
Kubrick, come Tarkowsky, come Bergman (il più grande secondo me in senso di completezza), come Fellini, come Pietro Germi, comunque commerciavano il loro lavoro, da qui non ne esce nessuno; questo dev'essere detto, perché l'aura di una certa purezza intellettuale del cosiddetto autore, lascia il tempo che trova. Questi sono i fatti.
Kubrick, non era un genio. Qui sta il punto della questione, a mio avviso. Molti altri suoi illustri colleghi, lo erano. Ma non è che se non sei un genio, non saresti un artista o non potresti essere un autore coi controcoglioni.
Bergman, è un genio. Bunuel, è un genio e un anarchico dell'esistenza. Chaplin, è un genio. Fellini, è un genio. Buster Keaton, è un genio assoluto. Kurosawa, è un genio. Coppola, è il professionista più spietato e il narratore che più ha rasentato la perfezione nel connubio sceneggiatura/soggetto e direzione artistica/fotografia. Paul Thomas Anderson è un artista magnifico, tra i più liberi e coraggiosi sulla piazza, oggi come oggi. Anche la nostra Wertmuller è stata ogni tanto e a suo modo geniale. Leone, è passione; è fanciullezza e infantilità trascesa al mondo dell'ipocrisia degli adulti; Sergio Leone (tuttora incompreso) caccia a calci in culo il mondo fuori dalla porta e lo uccide, lo deride, lo sputtana, lo umilia con l'innocenza del bambino che piscia in testa all'intelligenza e alla speculazione, che non ne vuole sapere del mondo, che lo dilata fino a farlo scoppiare. Hitchcock è il Maestro, il Direttore, il Compositore, il cesellatore, lo psicologo, il disturbatore par excellence.
Tutto questo discorso non è gratuito, poiché dicendo cos'è una cosa, s'aiuta quasi inconsciamente a comprendere cosa sia un'altra.
FINE PRIMA PARTE
Non sta scritto da nessuna parte ed è una mia deduzione indimostrabile, ma "guardando" i film di Kubrick, sono arrivato alla conclusione che la sua meticolosa e funesta (per gli attori) ossessione della ripetizione dei Ciak, non riguardava minimamente l'ossessione della perfezione di un risultato da raggiungere. Bensì, per quanto sia difficile da digerire a lor signori critici di stokazzo, Kubrick, cercava la spontaneità e l'improvvisazione, ... ma in che senso? ... alla fine ho scoperto che l'unico modo che lui aveva per condurre la sua ricerca sulla forma era quella di spersonalizzare l'attore, uccidere la sua umanità, e all'attore - secondo me - Kubrick, lo nascondeva, non glielo faceva intuire; con l'ossessione del rifare le scene lavava loro il cervello, ma non per inculcare un'idea, ma per liberarli dai retaggi dell'umanità ...
... infatti se si guardano tutti i film di Kubrick, quelli più riusciti e quelli meno riusciti, i personaggi sono come vuoti, sono maschere, sono freddi, anche nei momenti più appassionati, sono sganciati dalla realtà. Kubrick non voleva rappresentare la realtà, né simboleggiarla, voleva giungere a una nuova forma di espressione. Lui cercava la spontaneità intesa come se un essere umano fosse venuto al mondo in quel momento (lo voleva libero: il momento in cui viveva quell'esperienza, quella scena). Probabilmente, Kubrick, non voleva che l'attore attingesse al suo personale, alle sue emozioni, alla sua memoria emozionale, al suo vissuto, ma: che lo annullasse il suo personale; non voleva nemmeno che l'attore si calasse nella parte (come si suol dire) o nel personaggio reagendo di conseguenza, perché le forze in gioco erano sempre più forti di lui nella narrazione e lui non può controllarle ... Kubrick cercava la purezza della vita - intesa come fenomeno e oltre ogni fenomeno morale, oltre ogni personalismo ... per questo si è pervasi da una sensazione di cinismo/freddezza dalle sue proiezioni ... ma in realtà lui ha preso le distanze dalla soggettività ... per questo non sono d'accordo con Massimo. Kubrick non parla di sé e, in realtà, è meno autore di molti altri, mette in discussione i fenomeni e non può farlo che dando libertà agli stessi, cioè li sgrava e li affranca dalle opinioni umane, che sono solo illusione; che sono sempre egoiche ... per questo lui parla di amore, ma non sfiora il romanticismo; per questo parla di violenza, ma l'annulla e la affranca dalla morale e dall'etica; per questo le sue colonne sonore sono spostate s'un piano diverso dalla percezione emozionale che le scene hanno (avrebbero) in sé ...
... lo sbaglio (se mai di sbaglio si potesse parlare) che facciamo noi con il cinema, è che crediamo che nel momento che siamo spettatori, in quel momento staremmo assistendo a una rappresentazione (e questo per quanto la sospensione della credulità sia sempre in opera sul nostro cervello); e Kubrick a differenza di altri, ritengo fermamente, voleva combatterlo questo gioco psicologico illusorio; voleva affrancare lo spettatore dal processo di identificazione ... che per lui avrebbe significato "vincere facile" ... e non voleva ...
... per quanto sia banale ci si scorda che tutta l'industria cinematografica per funzionare deve far sì che il pubblico si identifichi; quanto poi questo processo sia di bassissimo e basso e alto o altissimo livello, è un altro discorso. Se sei ancora nello stadio egoico/infantile, è ovvio si riesca a sospendere la credulità con un Fast and Furios o ti perdi nelle canzoni di Ligabue ... sono la medesima degradante e penosa operazione commerciale, solo spostata su due piani che portano un nome diverso, solo il nome ...
... 2001 è parte del Continuum della ricerca di Kubrick (ma parla di una cosa soltanto), e Eyes Wide Shut (di cui ho studiato il romanzo da dove è stato tratto, e ci sarebbe altro da dire) doveva essere la chiusura o meglio, la quadratura del cerchio - che non gli è riuscita (non solo per colpa sua). In questo senso, Kubrick, con la fantascienza parla a quella che ho chiamato «anima», poiché in realtà si tratta di un'espressione artistica che attinge alla coscienza universale con cui siamo connessi, e lo fa in nome del senso escatologico che pervade quella narrazione; il film comunica alla percezione interiore dell'evoluzione umana, che umana non è.
* Nota:
- «rappresentazione e realtà» possono essere un errore psicologico. Per dirla in soldoni: il problema «altamente profondo» (uso a posta questo binomio) per uno "spettatore" di Kubrick, è quello in cui ci si domanda: - ma mentre io sto assistendo a una rappresentazione (un film), non starei comunque vivendo la realtà?
E questa è più che mai la questione presente in 2001; questa è la sensibilità che deve attivarsi o si attiva...
... ancora più in soldoni, domanda: e se invece di un film stessimo rivedendo noi stessi in quel viaggio e, alzatici dalle poltrone, abbiamo in realtà ancora tra le mani il biglietto per Itaca e non il biglietto di una sala cinematografica?
Risposta di Carpeoro su Kubrick!
Nicholas Ray, sìsì,
poi ha seguito Antonioni.
Wenders aveva ragione e non aveva ragione.
In America il film d'autore era finito,
infatti è tornato a Berlino.
Il suo problema credo ( lo dice lui) erano le aspettative, ha detto che la Palma d'Oro era una svolta.
Il successo è sempre una prova dura.
Entri in una cornice in uno schema.
A Cannes sono poi arrivati i BUUUU.
Il film d'autore come in passato non c'è più, ma penso anche proprio il fatto che ci sia questa crisi feroce,
il dio denaro,
il controllo di chi sappiamo
potrebbe essere un invito e sfida
e raccontare e creare capolavori,
in altro modo certo.
Sempre nei momenti peggiori sono nati i veri artisti
Ci conto
#21 Calvero
Quindi arriva la parte 3?
Discorso da capogiro. A me mi viene spontanemente, se le cose stanno come dici tu,
allora Kubrick ha fatto una operazione egoica DOC, svuotando i suoi attori delle loro partecipazioni
e facendo agire da automa .
Con poi il nobile intento di insegnare a tutti il distacco e la non- identifaczione . Mammamia.
Va be, lo butto così. Aspetto la parte Kubrick -Tarkowski.
Ma a cosa ti riferisci, o come lo intendi (?)
No, a meno di approfondire ulteriormente. Ho dato per scontato (magari mi sbaglio eh) che illuminando secondo la mia prospettiva la "questione Kubrick", in "controluce" o meglio - per contralto, si percepisce il piano su cui lavora Tarkowski.
Se va approfondito il parallelo, allora a questo punto va fatto debitamente e con tutti i crismi, se no il rischio e di dire tutto e il contrario, e preparo un intervento più preciso.
Hai aperto il vaso di Pandora. E non è una battuta. Perché questo in realtà riguarda TUTTO il mondo della rappresentazione, e potrei risponderti anche che No, non è così. Le logiche umane nell'arte, non puoi guardarle se non da tutte le prospettive. Parimenti potrei dirti che il vero EGO è laddove da esso se ne trae ispirazione, quindi si contamina l'arte. L'operazione di Kubrick è anti-egoica, per l'elementare logica che l'attore è una maschera e non un uomo, e questo lo si dovrebbe sapere bene ...
... a meno non si parli di Teatro e, a questo punto, un Carmelo Bene, ad esempio, ti manderebbe letteralmente a fanculo (non è un'opinione) se affermi e lo accuseresti che lui recita; ché per lui sarebbe appunto un'accusa e una diffamazione.
Ma il teatro, in proposito, è un'altra musica (né superiore né inferiore) poiché, a differenza del cinema, nel teatro già soltanto i concetti di improvvisazione ed essere ligi al copione, trascendono tra di loro, poiché ogni momento è reale, ogni sfumatura irrevocabile, ogni approccio irreversibile.
Sarebbe deprecabile o anche pericoloso se non fosse un'ambizione artistica. Ad esempio accade nella pubblicità televisiva, detto per chi non vive nel mondo dove la marmotta confeziona la cioccolata; la pubblicità (in primis televisiva) è un processo di spersonalizzazione e de-identificazione inconscio; è una (non la sola) delle cause portanti per cui siamo nella merda, non lo si fosse capito; il popolino esisteva negli anni "70, negli anni "80 era beota, adesso è medio-mongolo ... indovina perché ...
... il processo di infantilizzazione dei popoli è questo, possiamo anche chiamarlo a la' Castro come idiotizzazione dei popoli, ma il punto è questo.
Nell'arte, invece, lo scopo è alto. Poiché: se è percepito, significa che coglie gli spiriti desiderosi di considerare la realtà oltre i dettami della propaganda; altrimenti - semplicemente - non sarà percepito. Poiché non è speculativo. A differenza della politica, ad esempio, che - non essendo arte, la sua rappresentazione sta degradando l'essere umano a fenomeno morale.
"Vuoi davvero spostare questo nel cestino?"
(Si è accorto che era una foto di Mattarella)
Quindi secondo me nei pc c'è intelligenza ma a seconda dei punti di vista.
Il mio potrebbe essere un pc di tipo istituzionale, garantista.
Per quanto riguarda i registi: Rivera, Platini, Maradona e Pirlo, secondo me.
Maradona e Platini i migliori in campo lungo piano sequenza.
CARPEORO racconta
Mazzucco-Kubrick
Interessante!
Puttaniere, cocainomane amico di Fidel e di Chavez, persino di Emir Kusturica.
Direi quasi mitologico.
Platini grande in campo, (ma non come Diego) ma omarino colluso con i peggio poteri fuori dal rettangolo verde.
Il giro di campo con la coppa lorda di sangue, basterebbe per cancellarlo dall'elenco dei meritevoli.
Kubrick è nell'olimpo degli immensi con in mano una macchina da presa.
Ogni suo film è un mosaico di perfezione e ricerca maniacale dei dettagli.
Al suo livello penso il solo Michelangelo Antonioni.
Blow Up è un film che mi ha letteralmente mandato al manicomio,per la ricerca assoluta del dettaglio e della perfezione.
L'iperrealismo nelle arti grafiche (il cinema forse è la quintessenza delle arti grafiche) mi ha sempre incantato.
Come fenomeno totale, scusa, non t'allargare: prima c'è Cruijff. Non diciamo cazzate
Lascia perdere il discorso della "coppa insanguinata", perché a 'sto punto, allora cancella tutti i giocatori e il mondo del calcio intero, che ha fatto orecchie da mercante e mettili alla pari. Se ci credevano veramente i detrattori, ti rifiuteresti di scendere in campo anche se ti è avversario. Quindi: TUTTI colpevoli. Altrimenti siamo a livello di quello vestito di bianco, che condanna la pena di morte ma si guarda bene di scomunicare chi la osanna all'altezza del suo sguardo
Tutti usano maschere e incarnano molti ruoli --- questo nella vita quotidiano .
L'attore lo fa in maniera ( forse) più consapevole e se lo fa in maniera consapevole, si distanzia , prende distacco mentre fa.
Si auto-osserva mentre fa.
Che venga uno, come dici te da anti-egoico, ed agisce per liberare l'altro dal suo ego,
qui vedo dinamica di
manipolatore,
dinamica di padrone e schiavo.
un 'puppenspieler' - un burattinaio.
Secondo me.
Comunque molto interessante i tuoi commenti.
Maradona ha vinto un mondiale praticamente da solo (guardarsi i nomi di quell'Argentina e ha vinto a Napoli)
Non era un regista, ma era quello che da solo vinceva le partite.
Sulla coppa dei gobbi, non voglio dire nulla.
Il giro di campo sapendo cosa era successo, me lo sarei risparmiato.
Non so cosa avrebbero fatto altri al posto loro.
So che loro lo hanno fatto, e basta e avanza .
Inizio io col portiere: secondo me in porta ci vedrei Pasolini.
terzino destro Monicelli e terzino sinistro Nanni Moretti.
Beh, credevo di aver chiarito il senso, evidentemente non sono stato capace. O meglio, hai compreso il senso, ma il valore/disvalore che gli dai è un controsenso. L'arte - è - manipolazione. Ma qual è il punto? In che senso - è - manipolazione? ... è qui che vanno distrutti i modelli della propaganda che abbiamo tutti su per il culo. L'arte è la verità attraverso la "finzione". Non comprendo o meglio, non si comprende il concetto di burattinaio così come lo intendi; è la prospettiva che probabilmente stai costruendo in modo parziale ...
... quello che forse sfugge, è che in quel momento anche l'attore sta manipolando il regista Cioè: che lui - il regista - sia il direttore, il Boss, è realmente relativo; sono entrambi/tutti (in quel momento) uomini al servizio dell'arte ognuno a modo loro, si tratta di amare l'arte, cioè vivificandola attraverso se stessi: si tratta di vivere; una vita a cui decidi di dare il tuo contributo; se, come me, si ritiene che l'arte è l'essenza e la quintessenza del libero arbitrio ed è l'unico valore reale della vita, e cioè che la vita non artistica è non-vita, comprenderai che le decisioni prese nella cosiddetta vita che tutti considerano reale, sono irrilevanti ...
... e quindi è impossibile essere burattinai perché non c'è potere e abuso nella non-vita, se nella non-vita stai lavorando nell'arte. Probabilmente non consideri che coloro che lavorano con un "Kubrick" (non vale solo per lui) sono consapevoli di questo, quindi: liberi.
Bada che è importante.
O vorrai mica credere che importante sia il lavoro e magari nobiliti pure l'uomo (a proposito di propaganda)
Thanks
Scusa eh, mi pare che sia stato chiarissimo sulla questione.
Che poi Mazzucco l'azzecchi su Benigni, e canni su 2001, quello è un altro discorso
Se parliamo di non abbastanza valutati, fosse per questo c'è il Re dei dimenticati: c'è Best, che sta ancora aspettando che qualche giornalista sportivo faccia il suo dovere, invece di smerigliare le palle (e non quelle da calcio) con altri pagliacci.
Ah, ecco, ora ci siamo
Guarda, Miles, questo discorso è importante, e si può riallacciare a tutti i problemi cruciali. Nei paraggi del mio mezzo secolo, ho imparato quella che considero una tre le lezioni più importanti su come valutare il mondo che mi circonda.
Ho compreso che è profondamente sbagliato dare un peso a chi sbaglia, maggiore di coloro che non hanno le palle di non volerci più niente a che fare. La colpa in quelle vicende è causata dal tipo di morale che tutti in precedenza hanno costruito. C'è soltanto chi ci pianta una bandiera sopra. Ma la collina dove quella bandiera DEVE ESSERE piantata è costruita da coloro che non la piantano ma che sanno che - in ogni caso - il sistema vuole che lì si pianti. Pregano solo che non tocchi a loro.
Fare il giro di campo, o non prendere reale posizione dopo, ho detto REALE, non cambia assolutamente nulla. Non solo: è OGGETTIVAMENTE più colpevole chi non prende reale posizione dopo, visto che saprebbe anche di essere nella totale ragione ...
... e invece si mette la lingua nel culo, altrimenti saltano gli sponsor e, guarda caso, lasciano ai tifosi, ai circoli da Bar, e ai salotti televisivi le polemiche un tanto al chilo, così gli sponsor tornano pure a ri-guadagnarci sopra; i moralisti di staminkia.
Sono riuscito a vedere l'altra parte di video. Adesso so cosa intendeva Fefo e cosa intendevi Te. Quindi sono contento che la risposta che ti ho dato, può rimanere la medesima.
Non sapevo quella di Benigni ... con Crozza sei stato troppo gentile, però hai azzeccato i termini. Ma sei stato l'unico quella volta a muovere critiche al Dio della comicità italiana o qualcun altro ha osato metterlo in discussione?
L'arte è la verità attraverso la "finzione".
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Mi tornò in mente il poeta è un fingitore, ho l'impressione che altri sanno di me più di quanto non ne sappia io.
Eyes Wide Shut è tratto da una Traumnovelle dello scrittore austriaco Arthur Schnitzler, adattata poi da Kubrick. In realtà Kubrick voleva fare un altro film (Su Napoleone) poi abbandonò la cosa dopo anni di ricerche. Nel film, Kubrick ebbe l'astuzia di scegliere due attori che fossero sposati veramente, una coppia in crisi (reale nella vita) come lo era la coppia della novella, ma la cosa più importante di quel film è la denuncia dei rituali massonico-satinasti della Golden Dawn. La censura infatti non interferì sulle scene di sesso, ma su dettagli che ne descrivevano i riti iniziatori in maniera accurata. Comunque era un classico film di denuncia, comprese le maschere (pirandelliane se vogliamo) dove quello che appare non è ciò che è. Kubrick, sebbene in salute (e questo te lo posso affermare con certezza) morirà a due settimane dalla pubblicazione del film di 'infarto', morte preannunciata in una scena del film tra l'altro (legge del contrappasso) dove la ragazza che avverte Tom Cruise di 'stare attento' finisce uccisa per 'overdose'...come appunto fece Kubrick con il suo pubblico per pagare il 'reato' di averlo avvertito. Su Kubrick ci sarebbe molto da dire, è un un regista che ha fatto della forma, il contenuto (e la sua firma). Un perfezionista, da quello che ho potuto capire, che andava a fondo alle cose. Era capace di stare 8 ore al telefono con te, fino quando non aveva estratto tutto quello che sai su una cosa. E lui questo l'ha fatto in un'epoca quando non esisteva internet. Quanto alla colonna sonora di Eyes Wide Shut, non sono sicuro che Spielberg l'abbia aiutato, in quanto Kubrick era ottimo conoscitore di musica e Ligeti l'ha praticamente portato al successo lui (davanti al pubblico internazionale) con i brani usati su 2001 Odissea Nello Spazio (Lux Aeterna, il Requiem e Atmosphères - tutti brani che ho avuto la fortuna di dirigere). Che 2001 sia un capolavoro non ci piove, che Kubrick sia un po' auto-referenziale, su questo Massimo ha ragione, come ha ragione su Tarkovsky (ho appena visto Stalker e Solaris, due magnifici film). Ci sarebbe molto da dire su The Shining inclusa la denuncia che Kubrick inserisce nel film. Tutto sommato, la simbologia nei film di Kubrick è molto forte e va letta bene. Direi che i suoi film si possono leggere su diversi livelli e la cosa non si può chiudere in 3 minuti, in quanto, a mio avviso, Kubrick rimane tra i più grandi registi del '900. Nessuno nel cinema ha capito il ruolo della musica nei film come ha fatto Kubrick, tanto è che i John Williams non sarebbero esistiti se non fosse stato per un regista come lui. Se ascoltate le musiche pre-Kubrikc (ad eccezione di pochissimi film, cito quelli di Hitchcock come Psycho ed il compositore Bernard Hermann) la qualità delle colonne sonore faceva venire, a dir poco, il diabete ed il tetano a cubetti.
I conti tornano, quindi. Soprattutto sul discorso di forma e sostanza (se hai seguito il resto dei miei interventi). La questione della colonna sonora, non lo dico io, ma la pagina di wikipedia. E siccome a wikipedia non credo ma credo ai film di Kubrick e a come li fa e a come li ho studiati, e ho ascoltato le dirette parole di Spielberg le quali enunciavano il sotteso con cui unisco altri puntini, ribadisco che quello non è completamente un film di Kubrick... c'è qualcosa che non torna...
Sulla questione della auto-referenzialità, beh, bisognerebbe argomentare come. Primo, perché ogni film d'autore è comunque in realtà e in qualche modo auto-referenziale. C'è sempre una ciclicità personale che viaggia sottesa nelle opere di tutti. E' ineludibile e semplicemente umano. Il punto è l'equilibrio.
E non è detto che sarebbe mai un male. Uagliò ... attenzione eh, fosse per questo, Bergman è SEMPRE autoreferenziale, ma in che modo? (se vogliamo aprire il discorso, su Bergman sono anche più ferrato, se volete sono qui ...), quindi dicevamo, e quindi? (non lo dico con sarcasmo). Bergman sarebbe da ridimensionare in negativo perché è comunque autoreferenziale? ... se vogliamo parlare seriamente di questi concetti devono essere espressi attentamente e compitamente: sia nella loro semantica/accezione sia in relazione al mondo dell'arte dove, SI SA, i canoni non sono scritti sulle tavole della Legge ma oggettivamente relativi.
Per il resto, il tuo contributo mi pare molto cinematografico e pochissimo personale, e mi trovi d'accordo, anche perché non entra in contraddizione con ciò che affermo.
Se hai seguito tutta la mia argomentazione, ho diviso il mio teorema in due parti; la prima è una critica da cinefilo, e vuole essere più oggettiva; la seconda è un'ipotesi che infatti ho detto indimostrabile e assolutamente personale. Quindi è soggettiva, con tutti i suoi limiti. La tua nota l'arricchisce comunque. Ora che dici così, riesco anche a vedere con gli occhi della memoria come Tom Cruise era tutto tranne che Tom Cruise in quel film, e, non solo ...
... se vai a vedere l'intervista fatta a Cruise su Kubrick, ritrovo che con la mia tesi sono stato troppo leggero, infatti tra le parole e gli occhi di Cruise e quelle di Malcolm Mcdowell (Arancia meccanica) si percepisce la medesima amarezza di essere stati usati (anche se nobilmente) e allo stesso tempo il loro infinito amore per Kubrick. Anche le lacrime della Kidman quando le hanno chiesto della sua improvvisa dipartita, sono da pelle d'oca. E in quelle interviste, è come vedere due individui usciti da una seduta di TRE ANNI con uno spietato psicologo che è entrato nella loro anima e nella loro mente, e ora non sono più le stesse persone ...
... anche questo, certo, è indimostrabile, ma invito tutti a fare delle ricerche e a guardare con occhio psicologico queste interviste e dichiarazioni, poi mi saprete a dire se non è così.
Questa tua parte, invece, che trovo MAGNIFICA - la quoto a parte:
STANDING OVATION
E infatti avvalora da un'altra prospettiva ciò che ho illustrato sulla questione delle colonne sonore e come lui le intendeva.
Curiosità - NOTA divertente:
Tarantino stende un velo pietoso su Kubrick, non lo sopporta
In particolare Full Metal Jacket e La sottile Linea Rossa.
L'esasperare è il termine volgare che, in psicologia, significa ... cosa, nel profondo?
Poi per il resto, vorrei dirti altro di profondamente personale e profondamente metafisico su cosa Kubrick stesse perseguendo in ogni suo film, ma non lo posso dire. Lo direi soltanto a quattr'occhi. Quindi devo tenermelo dentro.
Sto parlando di quei sette o otto che hanno condizionato per sempre il modo di fare cinema.
Che come arte è relativamente giovane, e forse se ne prenderà veramente coscienza tra qualche altro decennio.
Le musiche sono certamente fondamentali per la riuscita di un film, non lo scopriamo certamente qui, però per alcuni
lo sono ancora di più.
Restando a eyes wide, non so senza gli intermezzi di Jocelyn Pook se alcune scene avrebbero avuto lo stesso impatto emotivo.
Perchè al di là di tutti i messaggi e le citazioni, che i grandi registi sanno o vorrebbero veicolarci, quello che conta alla fine è la perfezione
e le emozioni che una ripresa sa trasmettere.
So di alcuni registi che, sinceramente si sono fatti grosse risate sui significati che i critici andavano trovando nelle varie scene dei loro film.
Il più delle volte l'unico aspetto importante, è la scena stessa.
L'opera d'arte in quanto tale.
Una su tutte, il ballo del Gattopardo di Visconti.
Per girare quella scena il grande Luchino spese tutti i soldi che aveva.
Ci ha pero' consegnato un capolavoro nel capolavoro, al di là di qualunque messaggio o metafora gli volessimo attribuire.
Non a caso si è sempre avvalso di uno dei più grandi compositori di musiche per cinema come Ennio Morricone.
Non si riuscirebbe nemmeno a immaginare (per esempio) Il buono il brutto e il cattivo con un altro commento musicale.
I film di guerra, sono ormai per me, come i film di orrore: introvabili. Se sono belli, m'innamoro, ma non ce ne sono più. Siccome sono rarissimi quelli che hanno un senso, ho finito per rassegnarmi. Siccome, poi, della guerra non ne posso più che non ne si comprenda l'abominio (e c'è ancora gente che ritiene plausibile che si ammaestrino degli assassini dalle fila del popolo, ma siccome sono assassini di Stato, non sarebbero assassini), allora la mia sensibilità è sempre meno tollerante in merito.
Il film di guerra per essere Arte (come Apocalypse Now Redux) non deve essere fascista-propagandistico, oppure deve essere dichiaratamente propagandistico, allora sarebbe un altro discorso e anche interessante; quindi si capirà la difficoltà a trovare quelli veramente belli, nonché il bandolo della matassa.
Per lo Sci-fi, invece e per fortuna, è più facile trovare cose interessanti e Sì, mi piacciono e, soprattutto, dovevano essere e sono la frontiera per comprendere la realtà e sputtanare paradossalmente la scienza e la sua imbecillità. Nello sci-fi, si aprono possibilità anche più intime e umane e magnificamente codificate. Statisticamente è anche più alla portata accada, poiché nello sci-fi pure il prodotto commerciale e "stupidotto" e a volte anche propagandistico (a differenza di quello di guerra) può veicolare molti temi interessanti ed essere un film validissimo anche se confezionato per fare cassetta.
Ad esempio, un film assolutamente sottovalutato e ritengo tanto incompreso, è l'ultimo TRON.
(A voglia qui, ad aprire Topic)
Di passaggio, non ho nulla contro i film d'intrattenimento. Ho tutto contro i film per i bimbominkia. Tipo Interstellar. Di cui la figlia di Kubrick, credo che abbia bisogno di un bel paio di occhiali se vede in Nolan un autore valido.
Uno a Zero per Malick
Capolavoro grandioso quello di Malick, e quasi capolavoro quello di Kubrick. Ma cos'è un capolavoro? (bella questione che abbiamo già trattato). Perché il capolavoro di Kubrick, a mio avviso è 2001.
Full Metal Jacket non mi ha entusiasmato, mi ha coinvolto; è diverso. Ho trovato stupide e infantili le sequenze al rallentatore e a tal punto stupide, che hanno inficiato il risultato complessivo. Verso il finale - o meglio, andando verso l'epilogo, Kubrick ha proprio mostrato il suo punto debole, e proprio laddove Malick ha il suo punto forte e gli ha fatto mangiare la polvere: cioè l'intimismo e l'intimità.
Se per Kubrick - in Shining, in Barry Lyndon e nel Dottor Stranamore, l'esasperazione delle vicende umane ed emozionali erano in linea con il parossismo e l'eccezionalità dei personaggi, in Full Metal Jacket invece non è riuscito a vivificare l'intimità dei soldati lungo la parabola discendente della vicenda di guerra ... e il risultato alla fine è legnoso, posticcio, come scandito da un metronomo. Infatti, a riprova, nella prima parte strabiliante e riuscita dell'opera, dove i personaggi vivevano la realtà della de-identificazione e della spersonalizzazione, lì dove le sovrastrutture erano «forma e sostanza» quindi trascendevano magnificamente per lo stile di Kubrick, allora Kubrick ha funzionato ...
... proprio come Kubrick ha funzionato e ha fatto funzionare MAGISTRALMENTE (e mai più ripetibile la cosa) Malcolm Mcdowell e su TUTTA LA LINEA in Arancia Meccanica. Come si vede, i conti tornano.
Ma, sia chiaro, non è precisamente un parallelo tra La sottile linea rossa e FMJ, perché comunque sono due film dagli indirizzi profondamente diversi: - Ne La sottile linea rossa, il protagonista è Dio e la filosofia panteista in rapporto alle sovrastrutture; in F.M.J. è l'uomo in rapporto all'individuo sociale.
_____________
Note sul film di Malick:
(Ho mal tollerato le parti di Harrelson e di Leto, quest'ultimo insopportabile più di tutti)
... e poi, diciamocelo chiaro, Malick è andato a farfalle. Cosa cazzo gli sia preso, fino ad adesso, non mi è stato dato di capirlo. Forse, semplicemente, si è rincoglionito. Sai tu
No no, sia mai e per l'amor di Dio. Ci mancherebbe.
Verissimo. Ma credo che Miles si riferisse all'approccio e a come vengono utilizzate le colonne sonore in rapporto alla narrazione, oltre che della bravura in sé di un compositore, che rimane anche un discorso a prescindere.
Benissimo, quindi approfitto della tua cultura e della tua comprensione musicale per farti una domanda a bruciapelo. Tieni conto che non v'è nessuna intonazione ironica nelle mie parole.
Quanto - domanda - un "Ligeti" se fosse stato chiamato a comporre e a «confezionare*» ( * uso il termine improprio per comodità) diciamo una cinquina di film per un "Leone", avrebbe potuto esprimere il suo tipo di talento liberamente, così come lo esprime/esprimeva per comporre un'opera a se stante?
Credo che tu abbia capito dove voglio andare con il discorso.
Credo che si sia sempre sottovalutata una parte della qualità artistica di un compositore chiamiamolo "di colonne sonore" laddove non si è mai valutato debitamente e con le dovute proporzioni il tipo di creatività/lavoro che deve essere messa condizionatamente (e son cazzi) al servizio di una determinata opera, indi e per cui, di una determinata filosofia e intellighenzia artistica stilistico/autoriale. Il lavoro è assai più arduo, a mio avviso.
Premetto (anche se lo faccio adesso) che sono assolutamente d'accordo sul fatto «...che mai nessuno come Kubrick con le colonne sonore» come dici Te e siamo totalmente in sintonia; e, senza nulla togliere a questo fatto, non andrebbe parimenti riconosciuto che per un regista/autore andare a scegliere/selezionare da un "database" pre-esistente (anche di secoli a volte) alla propria opera, è assai più comodo per ovvie ragioni?
... e (anche e non di meno) questa cosa, non affranca forse di un certo peso i compositori come uno "Strauss" da un condizionamento e una responsabilità che un artista come un "Morricone", invece, hanno letteralmente sulle spalle?
... e il peso non è da poco.
Come funziona la costruzione di una colonna sonora, ne ho vari rudimenti. Mio fratello è musicista, e ho anche altri rudimenti in questo senso. Come film-maker-amatore-dilettante, se pur sono il nulla a confronto, e improponibile come paragone sui film e le reali produzioni cinematografiche, ho comunque il cosiddetto interesse attivo e ho studiato la cosa quanto basta per comprenderne le logiche. Come studioso del cinema, anche se da autodidatta (e ora, posso dirlo, da una vita) sono abbastanza smaliziato per comprendere bene di cosa parli che, di là di un glossario specifico che certo mi sfugge nei tecnicismi più sottili, di cui non posso averne alba, ci mancherebbe, dico «tanto di cappello» a chi (come Te) sa nominarli ...
... ma quello che tenevo a sapere meglio da Te e di cui io sono molto più ignorante, è la tua opinione in merito al carico psicologico che un compositore può avere se chiamato a comporre un'opera per un film e se invece chiamato dalla sua ispirazione senza che questa si debba condizionare a lavori per terzi ... (spero di essermi spiegato meglio) ma provo a dirla, passamela, in maniera più elementare con una domanda che forse semplifica e sintetizza la questione:
- facciamo finta fossero stati contemporanei, secondo Te, Kubrick, avesse commissionato la colonna sonora per 2001 direttamente a Ligeti* e a Strauss, i due compositori avrebbero ottenuto ugualmente quei pezzi meravigliosi e straordinari?
Secondo me, No.
Capisci cosa intendo o come la intendo? ... per questo dico e sosterrei che un autore come un "Morricone" laddove non fosse alle altezze di un compositore che produce per pura ispirazione, deve/dovrebbe essergli concesso un valore aggiunto, poiché è come se dovesse lavorare con due teste. Oltre che con la sua.
E non lo dico per delegittimare né l'uno né gli altri, né l'opera filmica.
__________
NOTA* - Si tenga conto che Ligeti ha vinto una causa contro Kubrick, in merito alla sua musica utilizzata in 2001.
Miles Davis che compone e registra le musiche del film, mentre le immagini scorrono.
Il risultato sappiamo qual'è, d'altronde stiamo parlando di un genio che si sarebbe potuto permettere qualsiasi cosa,
ma stiamo anche parlando di un musicista abituato a improvvisare che ha saputo creare una simbiosi e la stessa tensione tra la musica e
il film.
Ora non ho idea nel connubbio Leone/Morricone quale potesse essere la continuità musica immagine.
Kubrik sceglieva lui le musiche, come d'altronde penso qualsiasi altra cosa avesse avuto a che fare con il film, e anche su questo bisogna dire
che aveva indubbie capacità e conoscenze della materia.Per tornare ai suoi film, direi che sono d'accordo su 2001, nel considerarlo il suo capolavoro.
L'osso che si trasforma in astronave con il salto musicale da Zarathustra al bel Danubio blu dopo quasi 50 anni e decine di visioni mi lascia basito sulla poltrona.
... e che femmina di razza ...
... quando ancora non erano diventate donne.
hai detto bene, erano ancora femmine.
Tra l'altro Luois Malle un altro grande regista, di cui ricordo solo film meravigliosi, tra cui oltre L'ascensore per il patibolo, Gli amanti e Atlantic City.
Ho recentemente rivisto Il danno, con un Jeremy Irons sontuoso, e una Juliette Binoche tenera tenera e quasi imberbe.
Richard Strauss - tedesco - per "Also sprach Zarathustra (Così parlò Zarathustra)" e
Johann Strauss (figlio dell'omonimo anche compositore padre) – austriaco - per "An der schönen blauen Donau (Sul bel Danubio blu)".
Importante specificarlo perché mentre il primo componeva prettamente poemi sinfonici, il secondo è stato un autore viennese di musica sostanzialmente da ballo.
Sicuramente nel film entrambi hanno contribuito con la loro musica , anche se in modo e in momenti diversi, a descrivere le scene e a scandirne i ritmi.
Bravo Kubrick nella selezione; perchè è di selezione di brani che si sta parlando non di un'opera composta appositamente per il lavoro cinematografico.
Andrei ancora oltre: non confondiamo la scelta sonora narrativa (che può essere creata ex novo o appunto selezionata) con la scelta del leitmotiv (ed in 2001 ce n’è certamente uno, ma non solo…) che anche se non originale può risultare ancora più caratteristico dell originale se ben associato a un capolavoro artistico (di qualsiasi genere) successivo, che ne sdogana la memoria.
Della serie: essere paraculo non preclude l’essere innovatore.
Infatti Tarkovskij utilizzò, pur col gran contributo di Ėduard Nikolaevič Artem'ev per la scelta o la creazione della musica, “J.S. Bach - BWV 639 - Ich ruf' zu dir, Herr Jesu Christ” come leitmotiv del suo “Solaris”.
Saluti!
www.youtube.com/watch?v=X9Dh43kVL1Q
Beh, avevo dato per scontato lo si sapesse ... mi pareva fossimo tutti s'un buon livello di conoscenza, trova tu un altro forum di questo tipo dove si parla di Kubrick e Tarkovskij e la musica Jazz, insieme
@ Vapensiero thanks per la risposta.
@ Miles, thanks per avermi ricordato il cinema francese di cui sono veramente e ancora troppo indietro con troppi film importanti
Non si dia mai per scontato che tutti sappiano - e soprattutto sempre... - tutto!
@#68 Vapensiero
Beh, sicuramente il vero refrain è "Also sprach Zarathustra ", che si ripete più volte quando compare il fantomatico monolite.
Ma anche i valzer viennesi, che leggiadramente commentano il movimento della nave planetaria nel vuoto.
La differenza dagli altri film di fantascienza?
E', ovviamente e sorprendentemente, che - da quello che si suppone di sapere - il suono nel vuoto solitamente non si propaga e che quindi in quella condizione si dovrebbe semplicemente sentire,...ascoltare...il silenzio (non dico il nulla per non passare da depresso...).
La genialità di Kubrick sta proprio nel fatto che egli ha saputo commentare sonoricamente in modo magistrale il silenzio.
Qui sta l'inghippo...
Che il cielo sempre benedica Ligeti!
GRANDE!
Mai insinuato che le operette siano robetta...! (e men che meno "Die Fledermaus", che conosco).
Ho vuluto solo porre l'attenzione e le differenze sulla diversa contrappuntistica ritmica tra i generi.
Ma non è belllo parlare di generi, specie in questo periodo; meglio parlare di stili.
Sìiiii: stili.
Valzer (ballo,...gioia) vs sinfonia (flusso,...estasi).
Punto.
Per fare un esempio, l'unico capolavoro di Spielberg è Duel, film praticamente senza alcun dialogo tra i protagonisti(un uomo contro un camion).
Oppure la fantastica scena iniziale di C'era una volta il west, in cui Leone ci racconta tutto, solo con immagini, rumori, e l'armonica di Morricone.
concordo anche sui film in costume alla "Barry Lindon" di Kubrick, che non sono piaciuti particolarmente neanche a me, o l'uscito postumo, se ben ricordo "Eyes Wide Shut", che non mi aveva dato nulla di particolare;
mentre tutti gli altri di Kubrick mi sono piaciuti, soprattutto Shining, Arancia Meccanica, 2001, Dottor Stranamore, Orizzonti di gloria.
E' indubbiamente un regista che punta molto sulla fotografia, e sulla trovata che colpisca l'appassionato di cinema, ma mi sembra se la cavi piuttosto bene anche sugli altri fondamentali di questa arte :)
Tarkovsky è più completo, non solo tecnicamente, e non cerca di colpire artatamente chicchessia; è molto più filosofico ed in maniera naturale nella trama complessiva dei suoi film. In tutti e duei i casi parliamo di registi eccelsi, anche se ovviamente diversi.
Innanzitutto le lenti venivano dalla NASA [e già lì qualcosa non va... se sommiamo il fatto che per 2001 Odissea Nello Spazio sia Kubrick che Arthur C. Clark spesero in una struttura (para)militare tre mesi - che ci facevano due civili alla NASA? e come se non fosse abbastanza durante la produzione di 2001 Odissea Nello Spazio, due uomini della NASA si recarono a Pinewood Studios, - Regno Unito - per fare che? Consulenza?]. Comunque il ns. Stanley se ne viene a casa con due lenti della madonna, con diaframma f/0,70 (poi bisogna vedere quale fosse il T stop effettivo...). John Alcott, direttore della fotografia nel film e un grande a prescindere, fa conoscere a Kubrick il ns. ligure Ed di Giulio che dovrà adattare le Zeiss 50mm F/0,7 (sorelle di quelle usate dalla NASA per le riprese Apollo ma rimaste inutilizzate) al sistema di ripresa. Di Giulio riuscì a combinare due lenti da 50mm in modo da avere un grandangolare di 36,5mm per la famosa scena delle candele. Magari il film non sarà un capolavoro, ma sembra di guardare una pittura in movimento, perché l'idea era proprio quella di creare una sequenza animata di quadri. Direi che la coppia Alcott/Kubrick c'è riuscita in questo. Ma il cinema è molto di più di sequenze a f/0,70. Perché poi la NASA presterebbe a Kubrick delle Zeiss (avanzi di magazzino)?
Un nuovo volo su Solaris: Tarkovskij torna a Firenze
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