"L'egoismo degli Stati Uniti e le loro ambizioni di dominio militare globale sono la causa della loro riluttanza a negoziare l'abolizione dello sviluppo e della collocazione di armi nello spazio. Ciò rappresenta una minaccia per le altre nazioni". Lo ha detto l'ambasciatore russo alle Nazioni Unite, Vitaly Churkin.
"Gli americani vogliono arrivare ad avere il predominio militare, e non si accontentano di un mondo che si regga sugli equilibri reciproci. Non hanno molta voglia di condividere con altri il loro potere e la loro influenza" ha aggiunto Churkin.
"Se provate ad immaginare l'estensione nello spazio della corsa agli armamenti… Questo crea un sacco di problemi - ha spiegato Churkin - Ad esempio, riguardo alla possibilità di continuare a ridurre le armi nucleari. Di tanto in tanto Washington dichiara di voler proseguire i negoziati con la Russia sulla riduzione di armi nucleari, ma è molto difficile parlarne, senza includere la possibilità che queste armi possano essere piazzate nello spazio. Se questo accadesse, si verrebbe a creare una situazione strategica completamente differente, molto difficile da regolamentare".
"Per questo motivo - ha aggiunto l'ambasciatore - noi continueremo a spingere per una proibizione del piazzamento di armi nello spazio".
“Indebita ingerenza”, “Irruzione a gamba tesa”, “Invasione di campo”, questi solo alcuni dei titoli dei quotidiani di oggi dopo le improvvide esternazioni dell’ambasciatore USA a Roma, John Phillips.
di Piero Cammerinesi
Come è noto il nostro ha affermato candidamente che una vittoria del No al referendum costituzionale rappresenterebbe un “passo indietro” nella politica italiana e ostacolerebbe gli investimenti stranieri in Italia.
L’inquilino di Villa Taverna ha naturalmente aggiunto – bontà sua - che si tratta di “una decisione italiana” ma che comunque l’Italia “deve garantire di avere una stabilità di governo”.
E visti i 63 governi in 63 anni le garanzie sono piuttosto scarse…
Alle parole dell’ineffabile Phillips fa eco la news – guarda caso battuta subito dopo – dell’agenzia di rating Fitch, che profetizza “uno choc per l’economia” se il No vincesse con ricadute sul rating italiano.
di Luca Chiesi
Oggi mi è capitato di leggere un file davvero sconcertante. Fin dal titolo, ma il contenuto è ancora più sconcertante.
E’ un file scritto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per dare suggerimenti a qualunque autorità sanitaria su come rispondere in pubblico agli “anti vaccinisti” o ai membri del “movimento anti vaccini”.
Sottolineo “in pubblico” perchè all’interno della guida è chiaramente specificato (alla fine) che se non c’è abbastanza pubblico o il pubblico non è abbastanza strategico… il consiglio è di NON partecipare nemmeno alla discussione. (!!?)
Tutto, e dico TUTTO, il contenuto della guida non è altro che un ottimo compendium sulle tecniche per convincere, persuadere e far cambiare idea al pubblico che ascolta. Di fatto, la persona con cui si discute serve solo per poter avere qualche spunto su cui basare i propri “spot” pro vaccini, visto che già in partenza si sa che la probabilità di cambiare la sua mente in merito all’accettazione dei vaccini è bassissima o nulla.
Sulla sua pagina di Facebook, Enrico Mentana ha scritto "E' ora che i complottisti si riposino", facendo intendere che per lui le teorie del complotto sull'11 settembre sono tutte stupidaggini.
A conseguenza di questo, Mentana si è preso quintali di insulti un pò dappertutto, con gente che lo accusava apertamente di essere un "venduto" e un "servo del sistema". Molti sono anche suoi ascoltatiori (o almeno lo erano fino a ieri). Io personalmente (per quel poco che ho potuto conoscerlo) non ritengo Mentana nè un venduto nè un servo del sistema, ma un libero pensatore e una persona in buona fede.
Il problema è che purtroppo Mentana sull'11 settembre è rimasto fermo al 2006, anno in cui diede ampio spazio a questo argomento nella trasmissione Matrix. Quello era il periodo della massima confusione, in cui i debunkers avevano sollevato una tale polverone di menzogne sull'11 settembre, che persino una persona in buona fede come lui era autorizzata a pensare che la teoria dell'autoattentato fosse in realtà una bufala senza fondamento.
Mentana però ha commesso un grave errore, sia come giornalista che come essere umano: in quel momento ha deciso che la faccenda per lui era chiusa, sull'11 settembre si è messo il cuore in pace, e da quel giorno ha smesso di informarsi. Come se una questione così complessa, importante ed intricata - con le inchieste ufficiali ancora in corso, fra l'altro - potesse davvero risolversi in un botta e risposta televisivo fra complottisti e debunkers.
Se invece avesse continuato ad informarsi, mantenendo la mente aperta ad ogni possibilità, Mentana oggi saprebbe moltissime cose che invece evidentemente ignora:
Segnalazioni e commenti degli utenti sulle notizie più recenti.
[Vi chiedo scusa, ma sto preparando un lavoro "pesante" sul 9/11 e non ho tempo di dedicarmi al sito. Ci sentiamo fra un paio di giorni. M.M.]
Giampaolo Giuliani intervistato da David Gramiccioli per Colors Radio.
Mentre in Italia viene trattato come un ciarlatano qualunque, Giuliani racconta che è sato chiamato in California per monitorare la faglia di S.Andrea.
Giuliani sostiene che con i suoi macchinari di monitoraggio sia possibile prevedere un terremoto con una finestra di 6-24 ore di anticipo. Ed infatti - racconta Giuliani - 5 ore e mezza prima del terremoto di Amatrice, alle 22 del giorno 23, i macchinari collocati in Abruzzo hanno registrato un picco allarmante.
Nessuno però vuole vedere i suoi macchinari, nè chiede informazioni sul metodo utilizzato.
Fonte Colors Radio
Vi chiedo scusa se utilizzo questo spazio comune per un ricordo personale. Ma è morto un vero amico, un fratello, una persona eccezionale, e non saprei dove parlarne se non qui.
Nessuno, fuori dal mondo del cinema, conosceva Don Ranvaud. Ma non c'era persona, nel mondo del cinema, che non sapesse chi era.
Donald Ranvaud ha vissuto per il cinema, ma curiosamente ha vissuto soprattutto per il cinema degli altri, facendolo proprio solo in parte, a pezzettini, e senza mai riceverne il giusto riconscimento. Ha partecipato in un modo o nell'altro alla produzione di centinaia di film, quasi tutti difficili, quasi tutti impegnati, quasi tutti impossibili da realizzare. Lo faceva non soltanto cercando i soldi per le produzioni, ma soprattutto mettendo insieme le persone giuste per ciascun film. Se tu avevi bisogno di conoscere qualcuno, era Donald a metterti in contatto con lui, e la parola di Donald bastava per tutti, affinchè ciascuno sapesse di avere di fronte un interlocutore serio. Era serio, perchè te lo aveva presentato Donald. Per questo motivo era assolutamente impossibile ringraziarlo per l'aiuto che ci dava. Provate a guardare il film Romance (sotto), e andate ai titoli di coda, al minuto 1:24:26. Oppure guardate il primissimo titolo di testa del film "Cancer the forbidden cures" (qui), e capirete perchè fosse impossibile ringraziarlo nella giusta misura. Bisognava inventarsi dei crediti appositi, perchè quello che faceva lui non ricade sotto nessuna categoria professionale. Si chiama generosità, amore per il cinema, amore per la verità.
Donald non aveva una casa, perchè era perennemente in viaggio da un festival all'altro, per 12 mesi all'anno. (Curiosamente, Donald era nato su un aereo, in un volo fra Londra e Pisa. Strano segno del destino). [...]
Io non so nemmeno dove si trovi il Meclemburgo, ma dopo il voto di oggi in Germania una cosa mi sembra chiara: fra qualche anno l'Europa come la conosciamo oggi non esisterà più.
Il motivo è molto semplice: gli stati europei non sanno come affrontare il problema dell'immigrazione, e quindi gli attuali partiti che governano le varie nazioni sono progressivamente destinati a lasciare il posto alle destre xenofobe. In questo caso, tertium non datur.
Tre anni fa Angela Merkel era l'immagine di un solidissimo capo di stato della più solida nazione europea: oggi sembra un misero fantoccio da tiro al bersaglio del Luna Park, che aspetta soltanto qualcuno con la mira migliore degli altri per essere abbattuto.
La Gran Bretagna ha già deciso di scrollarsi di dosso il problema degli immigrati risolvendolo alla radice: hanno votato per la Brexit, e presto nel Regno Unito entrerà soltanto chi vogliono loro.
In Francia tra un anno ci saranno le elezioni, e anche la saggia Le Pen ha già promesso che, se verrà eletta, promuoverà un referendum per la Frexit. E già che c'è proibirà anche il burqa in tutta la nazione. [...]
Esattamente 30 anni fa, al Festival di Venezia del 1986, veniva presentato "Romance", con Walter Chiari e Luca Barbareschi.
E' questo il film attorno a cui avvenne il famoso "furto" del premio più ambito - la Coppa Volpi per il miglior attore - alle spese di Walter Chiari. La storia andò così: quando presentammo il film in lavorazione al Direttore della Mostra, due mesi prima del festival, lui ci disse: "Il film mi piace, lo prendo in concorso. Però sappiate già da adesso che i premi principali sono già stati tutti assegnati." Io risposi che mi andava bene lo stesso, che essere stato selezionato per il concorso internazionale era già un premio enorme per tutti noi.
C'è una cosa importante da chiarire, per chi non conosce il mondo dei festival: ufficialmente, i premi li assegna la giuria internazionale, che emette il proprio verdetto solo dopo la proiezione dei film in Sala Grande. Ma ovviamente ci sono tutti i giochi di potere, che avvengono prima del festival, e che comportano anche la spartizione anticipata dei premi più importanti. Le giurie vengono poi "telecomandate" dalla direzione dei festival, che riesce quasi sempre a far cadere la scelta sui film predestinati.
Ho detto "quasi sempre" non a caso. Accadde infatti, in quell'occasione, che molti membri della giuria si innamorarono della performance di Walter Chiari, ...
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