di Claudio Negrioli
Per chi scrive, il fatto più eclatante emerso dalla consultazione elettorale appena conclusa e che balza per primo agli occhi, è che l'ulteriore astensione del 3,2% unita al 2,5% delle nulle, più l'1,3% delle bianche, totale 7% ovvero c.a. 3 mln di NON voti in più rispetto al 2006, ha funzionato, eccome, se pur in modo selettivo, regalando l'amara sorpresa che ha trovato nelle urne la neonata eppur già morta "cosa rossa" alias " Sinistra arcobaleno", lista facente capo a F. Bertinotti e messa su, riverniciando in fretta e furia un cartello elettorale formato dagli esponenti Verdi- Prc- Pdci-Sd, già al governo negli ultimi due anni con l'Unione Prodiana.
La prima conseguenza della batosta elettorale subita da costoro, è che per la prima volta da 60 anni non vedremo più scranni in parlamento etichettati con le diciture di appartenenza ai gruppi: "comunisti,socialisti,verdi"... Se questo sia bene, male o ininfluente saranno gli eventi futuri a dircelo.
Per intanto possiamo provare a capire il perchè di questo naufragio nel mar Politico, infido e infestato di Sirene, che ha affondato la nave rossoverde, al comando del distratto capitan Fausto, colato a picco con estremo onore, ...
Sperando ovviamente di non fare il menagramo, sento il dovere di far notare qualcosa di molto particolare che sta succedendo sul fronte Iraq-Iran: non se ne parla più da molti giorni, e questo è un segno molto preoccupante.
Come tutti sappiamo, “can che abbaia non morde”, e finchè gli americani parlavano di invadere, distruggere, conquistare o demololire l’Iran, sappiamo bene che stavano solo sondando il terreno - interno e internazionale – su una eventuale operazione bellica di quel tipo.
Ma il cane che sonnecchia non è mai piaciuto a nessuno, e di certo non possiamo dire che i neocons siano già usciti definitivamente dai giri di potere di Washington, per poterci completamente tranquillizzare da quel punto di vista. La longa manu di Israele, oltretutto, è sempre presente, ed è comunque in grado di condizionare pesantemente le decisioni di quel tipo.
C’è inoltre l’incognita elettorale, che in questi giorni è passata in secondo piano, ma che tornerà al centro dell’attenzione dopo le imminenti primarie della Pennsylvania, che dovrebbero determinare – almeno, si spera – la conclusione del travagliato duello Obama-Clinton.
Dico “dovrebbero” per questo motivo: se Hillary vincerà la Pennsylvania con un forte distacco, purtroppo il problema verrà protratto fino alla Convention di giugno. Se invece vincerà con un margine ridotto (o se perderà, ovviamente, ...
di Marco Cedolin
Il primo elemento che emerge in maniera adamantina dalle urne è costituito dalla paura che mai come oggi attanaglia i cittadini italiani, fino ad indurli all’inanità, come spesso accade all’individuo terrorizzato che si ritrova immobilizzato davanti al pericolo.
Paura di cambiare, paura del futuro, paura di scegliere, paura di dare corpo alla sequela di proteste di cui si sono resi artefici fino al giorno del voto. Gli elettori italiani, figli della paura, non sono sembrati le stesse persone che hanno ingrossato le fila del V Day di Grillo, che a milioni hanno esternato indignazione leggendo La Casta di Rizzo e Stella, che da anni lamentano di non arrivare a fine mese, che soffrono le conseguenze della precarietà, che compongono le centinaia di comitati in lotta contro le grandi opere e le nocività, che ostentano contrarietà nei confronti delle politiche economiche, sociali ed ambientali messe in atto fino ad oggi. Gli elettori italiani, come in preda alla sindrome di Stoccolma, hanno scelto di premiare i propri aguzzini, correndo a votare in massa coloro che da 15 anni governano questo paese con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
L’astensione, nonostante fosse estremamente diffuso il rigetto nei confronti della politica, è risultata tutto sommato contenuta e l’80% degli aventi diritto al voto si sono recati alle urne. I piccoli partiti “nuovi” affrancati dalle logiche di potere hanno ottenuto risultati estremamente modesti e la maggior parte delle scelte è ricaduta proprio sui protagonisti della Casta di Rizzo e Stella.
A prescindere dal fatto che si tratti di Berlusconi o Veltroni, di Bassolino o Cuffaro, di Fassino o Dell’Utri, gli elettori italiani hanno deciso ancora una volta di dare fiducia agli stessi uomini, mossi dalle stesse logiche, quasi a sublimare l’arte del malgoverno trasformandola in una sorta di sacrificio ineluttabile.
Non sono cambiati i nomi e neppure il disegno che li muove, ma il panorama del nuovo Parlamento sarà molto differente da quello che abbiamo conosciuto fino ad oggi ...
[Segue articolo del Los Angeles Times: le elezioni italiane viste da fuori].
Nel periodo che portava alle recenti elezioni, più di una persona mi ha scritto invitandomi a “fare qualcosa di concreto” per cercare di impedire che la folla beota di italiani tornasse a votare le stesse persone che ci hanno preso palesemente in giro fino a ieri.
C’era chi suggeriva di “allearsi con Beppe Grillo”, chi di “lanciare una campagna per la democrazia diretta”, chi ancora di “tempestare sistematicamente giornali e TV con lettere di protesta”.
Vista però la situazione attuale, ho scelto di limitarmi ai “soliti” articoli contro il voto, nei quali si cercava di spiegare in ogni modo possible perchè la prima cosa da fare, prima di tornare ad aprir bocca per lamentarsi, sia quella di smettere di votare le stesse persone che ci hanno portato al disastro in cui ci troviamo oggi. (Sembrerebbe un assioma fuori discussione, invece non solo è necessario argomentarlo, ma si fatica persino a mostrarne l’ovvietà intrinseca).
Qualunque altra scelta sarebbe stata velleitaria e inutile (se non ridicola del tutto), in quanto luogocomune non aveva semplicemente la forza di fare nulla di più di ciò che ha fatto.
Questo però non significa che una cosa del genere non possa avvenire in un futuro non lontano. Non dimentichiamo infatti che nel 2006 siamo stati in grado di portare, nell’arco di pochi mesi, ...
Dopo dopo che la Chiesa ha pesantemente cercato di influire sull’esito delle votazioni italiane, Joseph Ratzinger parte per un’altra “missione“ che con il pascolo delle anime ha ben poco a che fare.
Si sta infatti recando negli Stati Uniti, per una tornata di incontri che lo vedrà per alcuni giorni protagonista sui media internazionali, e che lo porterà dalla Casa Bianca alle Nazioni Unite fino al fatidico Ground Zero, vera e propria culla di tutti i mali di questo millennio.
Nel colloquio alla Casa Bianca, ci dice l’ANSA, Bush e Ratzinger “parleranno di obiettivi comuni”, e “proseguiranno il loro dialogo su fede e ragione”. (Si presume che in questo caso sarà Ratzinger, eccezionalmente, a rappresentare le posizioni della seconda).
I due leader mondiali parleranno inoltre dell’ Iraq, ma non tanto – pare di capire – perchè Ratzinger è dispiaciuto per il milione di morti civili causati dall’invasione americana, quanto perchè “la minoranza cristiana rischia di essere sterminata nel mattatoio interreligioso”. Detta da chi ha fatto di tutto per ricordare al mondo l’inferiorità dei musulmani rispetto agli altri credenti, la cosa suona leggermente stonata.
Fra le finalità del viaggio, ci dice sempre l’ANSA, c’è anche quella di “chiudere lo scandalo della pedofilia“, nel quale lo stesso Ratzinger è arrivato ad essere al centro dell’attenzione.
Conosciamo ormai bene la storia del Crimen Solicitationis, il documento segreto che istruiva i vescovi di tutto il mondo a coprire le migliaia di casi di pedofilia che si verificavano nelle loro diocesi – quattromila i casi accertati solo in America – invece di denunciarli alle autorità locali. Chi difende Ratzinger sostiene che non fu lui a stilare quel documento, che infatti risale al periodo conciliare, ma si dimentica che Ratzinger lo lasciò in vigore per oltre venti anni, quando era Prefetto della Sacra Congrega della Fede, mentre avrebbe potuto abolirlo in qualunque momento. Anzi, lo stesso Ratzinger pensò bene di emendarlo in senso negativo, quando decise di richiamare a sè tutte le indagini che le varie parrocchie nel mondo stavano conducendo sui diversi casi di pedofilia. In questo modo furono sottratti alle polizie di quei paesi documenti importantissimi che avrebbero permesso di arrivare alla probabile condanna di moltissimi preti e vescovi “protettori”, e che invece in questo modo non furono mai nemmeno denunciati.
Ma l’aspetto più scandaloso nel comportamento di Ratzinger – secondo quanto dice il Card. Bertone - è che il Papa “parlerà sopratutto con i sacerdoti americani... “ ai quali “chiederà una purificazione collettiva”. Dopo aver coperto – e quindi implicitamente istigato – i crimini di pedofilia per oltre vent’anni, e dopo aver chiaramente ostruito la giustizia di diverse nazioni al riguardo, Ratzinger vorrebbe ora cancellare il tutto con l’elegante colpo di spugna di una “purificazione collettiva”.
Se davvero Ratzinger volesse aiutare a far luce su questa pagina inqualificabile della Chiesa cattolica, potrebbe invece spiegare al mondo perchè non si presentò a testimoniare nell’aula di un umile tribunale del Texas, ...
Quando una qualunque testata di news pubblica due notizie simili, o anche solo assimilabili, la cosa salta subito all’occhio.
Se da una parte leggi, ad esempio, “Scontri tribali nello Zimbawe”, e poco più lontano leggi “Manovre NATO nel golfo dello Zimbawe”, pensi subito che la CIA stia preparando il solito colpo di stato africano, nel quale poi intervenire per portare aiuti umanitari in forma di democrazia da esportazione.
Chiunque stesse leggendo con attenzione le news internazionali, all’inizio del ’99, avrà sicuramente notato uno strano aumento di notizie che riguardavano i poveri albanesi offesi, vilipesi e strapazzati dai vicini serbi di Milosevic, che non perdevano occasione per fare loro i dispetti più inopportuni. Notizie in cui addirittura una sola famiglia di albanesi era stata cacciata di casa dai serbi, trovavano stranamente la via delle prime pagine internazionali. Manco a dirlo, tre mesi dopo si “rese necessario” intervenire in favore dei poveri kosowari, per toglierli dalle grinfie dei serbi maledetti. L’opinione pubblica era stata preparata a dovere.
Idem per l’Afghanistan, quando per tutto il mese di Agosto (del 2001) ci fu mostrato fino alla nausea quanto fossero cattivi i Talebani, che facevano esplodere le gigantesche statue del Buddha incavate nella roccia. Poi venne l’undici settembre, e ci toccò andare a spodestare pure quelli.
Seguendo questo criterio, la homepage dell’ANSA di oggi dovrebbe risultare quantomeno inquietante per tutti gli italiani che guidano un’automobile. Verso metà pagina leggiamo questa notizia: INVESTITO DA PIRATA STRADA MENTRE FA FOOTING - Si chiamava Salvatore Laureto, avrebbe compiuto 50 anni nel prossimo mese di settembre, ...
(articolo del Febbraio 2005)
C'era una volta un gruppo di persone potenti. Esse avevano tanti soldi, tantissimi soldi, quasi tutti i soldi del mondo, e naturalmente per questo motivo volevano comandare loro. Ma erano comunque troppi, ed erano costretti ad ammazzarsi l'uno con l'altro, pur di arrivare a gestire quel potere. Un giorno ad uno di loro - il più saggio di tutti - venne un'idea folgorante.
Scusate, fermiamoci un attimo - suggerì questo - Perchè invece di continuare ad ammazzarci per comandare, non facciamo un pò per uno?
E già! - lo schernì un altro - Come decideremo quando e a chi tocca, senza tornare a litigare come prima?
Lo lasceremo decidere al popolo - rispose il saggio illuminato - Ci divideremo in gruppi diversi, ben definiti, con una bandiera ed un nome diverso, e ciascuno farà appello a certe peculiarità ben precise della natura umana, che si riscontrano in tutti i popoli del mondo.
Ad esempio? - fu chiesto.
Ad esempio il senso del dovere - continuò il saggio - oppure la presunzione, oppure l'anelito di giustizia, oppure l'ingordigia, oppure il timor di dio, oppure ancora il senso di fratellanza. Ciascun cittadino risponderà in maniera diversa ai diversi appelli, ...
Ciascuno è invitato a elencare 5 cose che vorrebbe vedere realizzate dai nostri governanti, nei prossimi 5 anni di legislatura.
Devono essere cose tangibili, e non discorsi generici, del tipo “fare le riforme”. Devono anche essere richieste ragionevoli, che tengano conto della situazione reale, e che siano effettivamente realizzabili nel dato periodo di tempo.
Per fare un esempio, elenco le 5 cose che io vorrei dalla prossima legislatura, non necessariamente in ordine di priorità.
- Un completo risanamento della situazione rifiuti nella Campania.
- Ritiro completo e incondizionato di tutti i militari italiani presenti oggi sui diversi teatri di guerra mondiali.
- Abolizione della Telecom, con una reale apertura alla competitività dei privati nelle telecomunicazioni.
- Ritorno a una legge elettorale che permetta di votare il singolo candidato.
- Campagna di sperimentazione scientifica, approfondita e trasparente, sui più diffusi rimedi "alternativi" alla cura del cancro.
Non sono proposte da criticare o da valutare, ...
di Marco Cedolin
Siamo finalmente giunti all’ultima settimana di questo teatrino pietoso chiamato campagna elettorale, finalizzato a partorire la “dittatura” di due partiti fotocopia intenzionati a legittimare attraverso il voto un pensiero unico che in realtà non corrisponde alla sensibilità dei cittadini italiani.
Gli ingredienti di questa alchimia sono di una semplicità disarmante, avendo come fulcro una legge elettorale finalizzata allo scopo, condita da un ricorso smodato alla disinformazione.
Gli sbarramenti precostituiti del 4% alla Camera e dell’8% al senato ora che tutti (o quasi) corrono da soli impediranno di fatto la possibilità di essere presenti nel prossimo Parlamento a qualunque voce fuori dal coro (solo la Sinistra Arcobaleno, l’UDC e la Destra possono forse aspirare ad ottenere qualche rappresentante) concentrando le scelte degli italiani verso l’unico “voto utile” a produrre rappresentazione parlamentare ...
La lotta contro il Tav – che in Val Susa prosegue, nel più vergognoso silenzio mediatico - è qualcosa di più di un ostruzionismo locale a una specifica linea ferroviaria, e il fatto che il futuro governo Veltrusconi intenda regalarci ”altri mille Tav”, oltre a quello già in discussione, dovrebbe portare chi si appresta a votare ad una seria riflessione.
Il progetto Tav rappresenta e sintetizza tutti i mali peggiori dell’Italia, dalla corruzione allo spreco, dalla prepotenza di casta alla cecità programmatica, dall’inciucio più meschino al ricatto vero e proprio.
Governare in Italia – oggi più che mai - non significa fare gli interessi del paese, ma accaparrarsi posizioni privilegiate dalle quali gestire le ingenti quantità di denaro pubblico che noi tutti mettiamo a disposizione per un utilizzo comune.
Più alto è lo scalino su cui siede il politico, maggiore sarà la sua influenza sul destino di quel denaro. Più forte è la presenza di suoi manutengoli, all’interno di una qualunque commissione o comitato, maggiore sarà la capacità di quel gruppo di determinare la destinazione di tutti i soldi che sono chiamati a gestire. Le spartizioni preventive di potere (dieci poltrone a me, sette a te, e almeno una a mio cugino), non sono quindi che aliquote, precise e ponderate, dell’influenza che ciascuno potrà avere in futuro sulla spartizione del denaro pubblico.
La “brama di potere” sta diventando sempre più spesso una forma estrema di semplice ingordigia monetaria.
Viste infatti le condizioni pietose in cui versa l’Italia - dal punto di vista dei servizi come di ogni altra cosa - dobbiamo dedurre che ben pochi dei nostri soldi ...
L’altra sera, verso mezzanotte, mia moglie ed io siamo usciti per portare a passeggio i cani, come d’abitudine.
Viviamo in un quartiere tranquillo di Los Angeles, fatto di casette basse, dove di giorno passa poca gente, e di notte non si vede proprio nessuno.
A un certo punto il silenzio è stato interrotto da un cigolio lontano, mentre di fronte a noi abbiamo visto un’ombra che ci veniva incontro, in mezzo alla strada deserta. Era un classico homeless, un “barbone” che si aggirava spingendo il suo carrello del supermercato, pieno zeppo di tutto: coperte, stivali, secchielli, cianfrusaglie, sacchi e sacchettini di ogni tipo.
Quando ci siamo incrociati, lui ha preso un sacchetto di plastica dal carrello e ha cominciato ad agitarlo verso di noi, urlando a piena gola: “Want some food? I have Korean food, I have Chinese food, I have pizza...” (Volete mangiare qualcosa? Ho cibo coreano, ho cibo cinese, ho della pizza...)
I cani gli hanno ringhiato contro, ma lui continuava imperterrito, urlando nella notte: “Want some food? I have Korean food, I have spaghetti, I have Chinese food...”
Nell’oscurità non riuscivo a vederlo bene in faccia: distinguevo solo un contorno “leonino”, ...
Leggi tutto: The long goodbye