Una legge in Danimarca che avrebbe dato alle autorità il potere di iniettare con la forza alle persone un vaccino per il coronavirus è stata abbandonata dopo nove giorni di proteste pubbliche.
La «legge sull’epidemia» avrebbe conferito al governo danese il potere di emanare misure di quarantena obbligatorie contro chiunque fosse infettato da una malattia pericolosa, ma è stata la parte relativa alle vaccinazioni che ha causato il più grande clamore, scrive Summit News.
La regione Calabria sta vivendo un periodo tremendo sul fronte della sanità. Non per quello che riguarda i malati in sé (quelli per fortuna sono pochi), ma per quello che riguarda la gestione generale della sanità.
Commissariata da anni “per infiltrazioni mafiose” (come se la mafia fosse un problema locale e non nazionale), la Calabria si ritrova oggi in zona rossa non per la diffusione del virus, ma per insufficienza delle sue strutture sanitarie. E per insufficienza degli stessi commissari mandati da Roma, che si sono rivelati, in diretta televisiva, dei totali incompetenti.
Allora qualcuno ha pensato di dare la gestione della sanità calabrese ad una persona che di medicina si intende: Gino Strada. Di fronte a quel pover’uomo di Cotticelli (“Oddio non ero più io”), oppure al nuovo arrivato Zuccatelli ("Devi baciarmi con la lingua in bocca per 15 minuti se vuoi contagiarmi"), Gino Strada è un mostro, un gigante, un uomo che appartiene ad un’altra dimensione.
Ma forse è proprio questo il problema. Se Gino Strada diventasse commissario della sanità calabrese, metterebbe immediatamente a nudo le mille magagne, i mille intrighi politici e le mille ruberie che hanno ridotto quella regione nello stato pietoso in cui si trova. E questo non va bene, questo non può succedere.
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di Piero68
Personalmente sono stanco dei medici. Sono stanco di sentirli blaterare e sono stanco di vederli innalzati a nuove star del III millennio. Sia che vadano in una direzione ancor di più in quella opposta.
Sono stanco di questi Soloni divenuti all'improvviso il faro cui dobbiamo affidare il nostro "tutto".
Che siano dei Burioni o siano degli Zangrillo a questo punto, per me, non fa nessuna differenza. Perchè nel primo caso sono dei prezzolati incompetenti o in malafede. Ma nel caso opposto sono anche peggio. Sono spettatori taciturni del massacro umano, giuridico ed economico che stiamo vivendo.
Non me ne frega niente delle loro esternazioni estemporanee "negazioniste" fatte magari per avere un pò di visibilità e per avere il loro quarto d'ora di gloria.
«La medicina territoriale è stata esclusa dai giochi e si è voluto creare una distanza tra noi e i pazienti, ma io ho continuato a curare e non ho avuto né un decesso, né un ricovero in terapia intensiva». La testimonianza di un medico di base di Bologna che rivela come il ministero «abbia disincentivato i pazienti dal ricorrere a noi medici di famiglia». Il mistero delle sovradiagnosi da Covid e dell'attendibilità dei tamponi.
di Luisellla Scrosati
E' sempre più chiaro che uno dei problemi maggiori nella gestione di questa emergenza sanitaria, riguarda la “messa in quarantena” dei medici di base. Viene loro chiesto di fare tamponi, ma vengono ostacolati nel fare il lavoro proprio di identificazione di una malattia in base alla sintomatologia dei pazienti, con conseguente cura. Di un malato, importa solo sapere se sia positivo e negativo al tampone; e nel caso di positività, si mette in atto tutto il carrozzone di identificazione dei contatti, isolamenti, etc. «La medicina territoriale è stata esclusa dai giochi e si è voluto creare una distanza tra noi e i pazienti», dice alla Bussola la dottoressa Maria Grazia Dondini, medico di Medicina generale di Monterenzio, in provincia di Bologna.
Ormai i giochi sono fatti. Anche se Donald Trump rimane appeso alla speranza dei ricorsi legali, sono gli stessi commentatori repubblicani ad ammettere che le possibilità di capovolgere il risultato a proprio favore siano praticamente inesistenti. Per ribaltare la situazione infatti gli avvocati di Donald Trump dovrebbero riuscire a dimostrare che c’è stata una signficativa frode elettorale in almeno tre stati diversi: Pennsylvania, Nevada e Georgia. È sufficiente infatti la vittoria in uno qualunque di questi per permettere a Biden di raggiungere comunque la soglia vincente dei 270 delegati. Sarebbe come cercare di farsi annullare tre gol subiti in una volta sola. Basta che uno di questi venga convalidato, e la partita la vince l’avversario.
È infatti probabile che nei prossimi giorni, di fronte al percorso impervio dei ricorsi legali, gli stessi collaboratori di Trump convincano il presidente a lasciar perdere, e a fare finalmente il famoso discorso di concessione.
Come aveva predetto Nancy Pelosi, “indipendentemente dal conteggio dei voti di martedì [3 novembre], il 20 gennaio Joe Biden sarà insediato alla presidenza degli Stati Uniti”.
A questo punto vorrei proporre un paio di considerazioni aggiuntive.
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Elezioni USA: la truffa del secolo? - In USA votano anche i morti - In Italia il coprifuoco “non ha ragione scientifica” – Adesso arriva il Covid dei visoni - “Venite a visitare gli ospedali, anzi no” – Il doppiopesismo di Piero Angela
“Confessioni di un truffatore elettorale: ero un maestro nel falsare i voti postali”, così titolava un articolo del 29 agosto scorso, pubblicato dal New York Post, che metteva in guardia sulla facilità con cui i voti postali negli Stai Uniti possono essere truccati.
Secondo il testimone, un esponente democratico a cui il giornale ha garantito l’anonimato, la frode con i voti postali costituisce più la regola che l’eccezione. Avrebbe truccato per decenni elezioni comunali e federali nello stato del New Jersey, attuando un sistema molto semplice.
Il comune di appartenenza consegna all’elettore che intende votare per posta il kit necessario in una grande busta. Quest’ultima contiene la scheda elettorale, il “certificato di iscrizione al voto” che l’elettore deve firmare e la busta postale di ritorno, cioè la busta che l’elettore dovrà imbucare sigillando al suo interno la scheda elettorale con il voto espresso e il certificato elettorale. È in questo momento che i frodatori entrano in azione.
La scheda elettorale non ha caratteristiche di sicurezza specifiche, come un francobollo o una filigrana. L’insider ha rivelato e dimostrato di essere in grado di fare schede elettorali perfettamente identiche a quelle originali. Paradossalmente sono più sicure e difficili da ricopiare le buste di ritorno. Per questo motivo le buste di ritorno devono essere prese dagli elettori reali.
ORE 9.00: Ormai è chiaro che finchè non ci sarà lo spoglio del voto postale non ci sarà un vincitore. (Si presume che il voto postale sia pesantemente a favore di Biden).
ORE 8.30: Trump annuncia di aver già vinto, e preannuncia "manipolazioni" dei democratici sui voti postali. Minaccia di ricorrere alla corte suprema.
ORE 7.45: Totale Biden 224 - totale Trump 213 (vittoria a 270)
Ore 7.40: CNN proietta Pennsylvania per Trump.
Ore 7.15: Arizona va a Biden. Le probabilità di vittoria ora sono 50-50.
Ore 6.45: Trump ha vinto la Florida e l'Ohio, due dei tre stati più importanti fra quelli in bilico (gli altri sono Pennsylvania, Michigan, Wisconsin, Georgia e Arizona). Ora è Biden a dire "non sarà finita finchè l'ultimo voto non è stato contato". Ci sono ancora molti stati incerti, ma a giudicare dal tono dei commentatori CNN non butta bene per Biden.
Leggi tutto: Beppe Severgnini: ignoranza e presunzione, un cocktail micidiale