ATTENTI ALLA BOMBA GAY
Se questo è quello che è scappato, dei "segretissimi" progetti del Pentagono per sviluppare cosiddetti "non-lethal weapons" (armi non-letali), chissà cosa bolle in pentola di cui non sappiamo o non sapremo mai niente. Negli USA sta facendo il giro dei telegiornali mattutini la notizia che fosse allo studio una bomba a base chimica, la cui esplosione avrebbe liberato nell'aria effluvi capaci di trasformare un intero esercito di cattivissimi in un'orda assatanata di omosessuali, dediti a rincorrersi l'un l'altro nelle trincee ed accampamenti nemici. Make love not war 2, la vendetta.
Il Pentagono ha subito smentito che la cosa fossa stata ...
E IL SETTIMO GIORNO CI RIPENSO'
E durata solo una settimana l'illusione - almeno per chi ci aveva creduto - di vedere un cambiamento nel tormentato braccio di ferro fra palestinesi e israeliani, in seguito all'uscita di scena di Arafat.
Additato come un paria politico ormai anche dai paracarri, il tignoso leader palestinese aveva voluto restare in sella fino all'ultimo, prolungando di qualche anno un'agonia politica che era chiaramente iniziata con il fallimento degli accordi con Ekud Barak.
Il mondo non saprà mai con precisione che cosa davvero fosse stato offerto ad Arafat in quel frangente, ma di sicuro sappiamo ...
UN ALTRO GRADO DI TERRORISMO
di Stefano Serafini
Bisognerebbe prima di tutto chiarire un equivoco, collegato a quello dell'uso invalso della parola "terrorismo". "Terrorista" è per definizione chi opera con il fine di terrorizzare, destare sconcerto nell'opinione pubblica, ad es. colpendo indiscriminatamente civili inermi (la strage di Piazza Fontana, la strage dell'Italicus, le bombe al Velabro e a S. Giovanni a Roma). Non è terrorista, ma mero criminale, guerrigliero o nemico, chi usa violenza contro un obiettivo dichiarato e identificabile (non sono atti di terrorismo il rapimento e l'uccisione di Moro da parte delle BR che è un assassinio politico, né la strage di Nassirya che è un atto di guerra).
E' evidente quanto sia strumentale l'abuso della parola "terrorismo" da parte delle amministrazioni occidentali e dei loro media per stigmatizzare i propri nemici. Prima dell' 11 Settembre, la soldataglia cecena era chiamata dal New York Times
La fatidica frase Bush l'aveva pronunciata quando la guerra in Iraq
sembrava finita, il paese domato, e la democrazia a cui lui teneva
così tanto pareva finalmente a portata di mano. O così
almeno sembrava. Si era nell'estate del 2003, e qualcuno sollevò
l'obiezione che una "piccola" parte della popolazione potesse non voler
accettare così supinamente il dominio straniero. Al che Bush
aveva risposto spavaldo "Bring 'em
on!", che si facciano avanti. E' una espressione classica dei
film d'azione, in cui l'eroe coraggioso sfida i nemici a uscire allo
scoperto, tanto sa benissimo che la sceneggiatura sarà molto
generosa con lui.
Con due piccole differenze: in guerra non c'era Bush, ma i suoi
soldati, e l'Iraq, ovviamente, non è un film. E così
quella frase gli è rimasta sul gobbo, appesantendosi man mano
che il numero dei morti americani aumentava, ed è andata a fare il
paio con l'altro scivolone presidenziale, il famoso striscione "Mission accomplished" sulla
portaerei, che risale a poco tempo prima.
Mentre nella realtà oggi l'Iraq è un paese allo sbando,
sull'orlo della guerra civile, che dovrà pagare per lunghissimi
anni
L'INDONESIA RINGRAZIA, E NE APPROFITTA
Il Messico ha il Chiapas, la Russia ha la Cecenia, e l'Indonesia ha la provincia di Aceh. Sono circa 40.000, secondo le stime ufficiali governative, i guerriglieri "ribelli" che da anni vivono asserragliati fra villaggi e foreste, e che non vogliono saperne di sottomettersi ai militari del Generale Endriartono Sutarto. Le associazioni di diritti umani lamentano da anni continui abusi contro la popolazione civile - rea, come sempre, di "ospitare" i guerriglieri - e non fatichiamo di certo a credere alle loro denunce.
Ma dopo lo tsunami - o forse è meglio dire, grazie allo tsnuami - il governo ha deciso di alzare la posta, e da ieri ha posto il veto a tutti i lavoranti esteri delle varie associazioni di soccorso ...
IDEALI, NON IDEOLOGIE
di Fernanda Alene
La Storia non dovrebbe essere un tribunale. Ma se proprio la vogliamo ridurre a questo, non dobbiamo prescindere dal momento storico e dalle circostanze in cui i fatti diventano "la Storia".
Questo non significa che tutto debba essere giustificato, ma anzi, tutto il contrario. Significa valutare ogni avvenimento come il prodotto di quelli che lo hanno preceduto. Se invece ne vediamo solo l'aspetto negativo, niente si salva. Non possiamo guardare al passato in base a quello che siamo oggi, pena la immediata perdita di obbiettività.
La verità è che continuiamo a fare discorsi vecchi, e non ci rendiamo conto di quanto sia difficile ...
NICKNAME E PERSONALITA'
A proposito del piccolo incidente da poco registratosi sul sito, in cui si è rivelato che un iscritto partecipava da tempo ai commenti con multipli nicknames (credo si chiami "clonarsi", in gergo), vorrei proporre un paio di riflessioni.
Prima di tutto, appare evidente che il sistema dei nick - che io aborrisco ma sono costretto, ovviamente, ad accettare - rappresenti già di per sè un doppio anonimato: già scegliere infatti di chiamarsi Anna invece di Maria lo garantirebbe (e questo, di per sè, è sacrosanto), ma rappresentarsi con una sigla significativa - "internazionale_comunista", "forza_italia_sempre", o "fanculo_tutti" che sia - permette di velare, e quindi di influenzare, la percezione dei propri messaggi in maniera determinante.
Una cosa è dedurre dal contenuto dei commenti che uno sia marxista, ben altra è "leggerlo" a priori nel nickname, colorando automaticamente ...
"Un improvviso sconvolgimento climatico portera' ad una catastrofe globale di monumentali proporzioni, …portando intere nazioni a scomparire sotto il mare ed i pochi sopravvissuti a combattere per le scarseggianti risorse di cibo, acqua ed energia". (Da un rapporto "segreto" del Pentagono).
C'E' QUALCUNO CHE GIOCA CON I NUMERI?
Forse le date - 26 Dicembre 2002 (Ciclone Zoe in Polinesia), 26 Dicembre 2003 (terremoto in Iran), 26 Dicembre 2004, onda tsunami nelll'Oceano Indiano - sono solo una coincidenza. Forse non è vero - al di là delle date - che lo tsunami del Dicembre 2004, come suggeriscono alcuni siti di "cospirazionismo", è stato provocato da un esperimento tecnologico segreto (altri dicono addirittura "voluto"), ma questo non basta certo a scartare …
ELEZIONI NON SIGNIFICA DEMOCRAZIA
Curiosi accostamenti nella storia vorranno che in questo mese di Gennaio, a pochi giorni di distanza, si tengano elezioni "democratiche" in due nazioni islamiche sotto occupazione straniera (ove per straniera si intenda l'accoppiata di ferro Usa-Israele). Il paradosso stride, ovviamente, ma non abbastanza da fare che al mondo qualche altra nazione si preoccupi di aprir bocca in favore dei popoli che saranno "obbligati" a scegliersi così liberamentre i propri governi.
Solo oggi infatti si può cominciare a leggere con chiarezza il "piazza pulita" sistematico fatto negli ultimi tempi da Israele nei confronti dei vari leader palestinesi, in attesa della morte anche fisica di Arafat. Tra quelli riportati dai media, e quelli di cui non abbiamo saputo nulla, la morìa dirigenziale palestinese ha lasciato al nastro di partenza...
TRE PICCIONI CON UNA FAVA
Si chiama analisi psicostrutturale della scrittura, ed è una scienza che aiuta a compilare un quadro della personalità di un individuo tramite la decodifica di certi parametri rilevabili dalla sua scrittura. E' una scienza giovane e complessa insieme, tanto utile per certi versi quanto affascinante per altri.
Noi l'abbiamo già applicata in precedenza, in occasione di un "comunicato islamico" che conteneva minacce di Al-Queda all'Italia, dove mostravamo come, con forti probabilità, chi aveva scritto quel messaggio non potesse essere chi sosteneva di essere. Ovvero un arabo che scrivesse in italiano come seconda lingua. Vi era troppa discrepanza fra la complessità strutturale di certe frasi e la povertà smaccata di vocabolario, e il livello concettuale di alcuni passaggi, come la loro angolazione intellettuale, stonavano fortemente con il presumibile background socio-politico, e geo-culturale dell'autore. La ripetizione inoltre di certi errori di grafia, che avrebbe indicato una precisa ignoranza di certe regole, veniva smentita in altri punti, in cui la regola risultava invece rispettata, dimostrando così l'intenzionalità degli errori stessi. Eccetera eccetera eccetera. In altre parole, è' molto difficile "scrivere male", quando lo si sappia fare bene.
Facciamo ora un esperimento "in casa", prendendo tre nomi a caso fra gli iscritti più recenti che hanno partecipato agli ultimi commenti. In Internet i nomi usati - i nicknames - sono fittizi, e quindi, se da una parte questo permette l'anomimato a chi scrive…
Leggi tutto: ATTENTI ALLA BOMBA GAY