"BRING THEM ON!" - QUANDO I SOGNI SI AVVERANO

La fatidica frase Bush l'aveva pronunciata quando la guerra in Iraq sembrava finita, il paese domato, e la democrazia a cui lui teneva così tanto pareva finalmente a portata di mano. O così almeno sembrava. Si era nell'estate del 2003, e qualcuno sollevò l'obiezione che una "piccola" parte della popolazione potesse non voler accettare così supinamente il dominio straniero. Al che Bush aveva risposto spavaldo "Bring 'em on!", che si facciano avanti. E' una espressione classica dei film d'azione, in cui l'eroe coraggioso sfida i nemici a uscire allo scoperto, tanto sa benissimo che la sceneggiatura sarà molto generosa con lui.

Con due piccole differenze: in guerra non c'era Bush, ma i suoi soldati, e l'Iraq, ovviamente, non è un film. E così quella frase gli è rimasta sul gobbo, appesantendosi man mano che il numero dei morti americani aumentava, ed è andata a fare il paio con l'altro scivolone presidenziale, il famoso striscione "Mission accomplished" sulla portaerei, che risale a poco tempo prima.

Mentre nella realtà oggi l'Iraq è un paese allo sbando, sull'orlo della guerra civile, che dovrà pagare per lunghissimi anni ... il disperato bisogno di aiuto da parte degli stessi invasori che lo hanno ridotto in queste condizioni. E se ci si può consolare, per cantarla con Bush e Blair, che "almeno Saddam non c'è più", c'è oggi un John Negroponte che ha trasferito direttamente in Mesopotamia la sua nota esperienza centroamericana nell'organizzare contro i "ribelli" i tristemente famosi squadroni della morte. Io avrei preferito decisamente Saddam.

A questo punto a qualcuno è venuto in mente l'ancora più famoso "We'll bring Osama to justice, dead or alive" (trascineremo Osama davanti alla giustizia, vivo o morto), pronunciata in diretta mondiale il 14 di Settembre 2001, con le rovine delle Torri ancora fumanti, e ha cominciato a domandarsi se il presidente non sia un pò troppo sbruffone, oppure, come dicono dalle sue parti, "all hat and no cows" (tutto cappello e niente mandria).

Anche  perche lo stesso presidente, durante la recente campagna elettorale, aveva detto con grande umiltà ai giornalisti di non ricordare un solo errore che avesse fatto nei primi 4 anni di presidenza, e questo cominciava a deporre a sfavore delle sue capacità mentali in genere.

La correzione è così arrivata, ieri, tanto tardiva quando stupefacente. Bush ha ammesso, in un incontro con i giornalisti, di rendersi conto che "tough talk can have unintended consequence", che il far la voce grossa può avere conseguenze non volute.

"'Bring 'em on' is the classic example, when I was really trying to rally the troops and make it clear to them that I fully understood, you know, what a great job they were doing. And those words had an unintended consequence. It kind of, some interpreted it to be defiance in the face of danger. That certainly wasn't the case." Il "fatevi sotto" è un classico esempio, quando io in verità volevo tirare su il morale delle truppe, e far capire loro come io comprendessi benissimo che grande lavoro stessero facendo. E quelle parole hanno avuto conseguenze non volute. Qualcuno le ha interpretate come se fossero una sfida alla faccia del pericolo. Non era certo quello che intendevo.

Se è per quello, già da tempo ci era anche stato detto che lo striscione della portaerei era stata "un'idea del capitano", e che "quelli attorno a Bush non ne sapevano assolutamente niente". Nemmeno il coraggio delle proprie sbruffonate, hanno.

Gia che c'era, Bush ha approfittato per spiegare anche la sua storica frase da western su bin Laden: "I want justice, and there's an old poster out West, that I recall, that said, 'Wanted, Dead or Alive."' Io sono per la giustizia, e c'è un vecchio poster, giù nel West, che mi ricordo, che dice "ricercato, vivo o morto".

Quando sono tornato a casa, ha proseguito Bush, mia moglie mi ha chiesto "ma cosa ti è venuto in mente di dire?" Boh, le avrebbe risposto lui, è un 'espressione così, che mi è venuta fuori mentre parlavo. Non l'avevo provata prima. ('Well, it was just an expression that came out. I didn't rehearse it.' )

Chissa se un giorno scopriremo anche - visto che facevano parte dello stesso discorso in diretta mondiale - che l'"asse del male" e l'ultimatum "o con noi o contro di noi", sono stati altrettanti impromptu non previsti dal testo ufficiale, ma pagine di fumetto riemerse improvvisamente dai meandri un pò offuscati del cervello di un cowboy qualunque?

Comunque sia, Bush è riuscito a dire tutte queste cose senza mai riconoscere un errore vero e proprio. "Loro" infatti - lo abbiamo gia scritto altre volte - non errano per definizione: "I don't know if you'd call it a regret, but it certainly is a lesson that a president must be mindful of, that the words that you sometimes say. ... I speak plainly sometimes, but you've got to be mindful of the consequences of the words. So put that down. I don't know if you'd call that a confession, a regret, something." Non so lo lo vogliamo chiamare un pentimento, ma di sicuro è una lezione che un presidente deve tenere a mente, che a volte le parole che dici… Io a volte parlo in maniera diretta, ma bisogna tener presente le conseguenze delle parole. Quindi scrivetelo. Non so se volete chiamarlo una confessione, un pentimento, un che ne sò.

La lucidità è comunque tornata in fretta al Presidente, quando gli è stato chiesto se non fosse il caso di ridurre un pò lo sfarzo dei festeggiamenti previsti per il giorno del suo secondo insediamento, il 20 di Gennaio, il cui costo si aggira sui 40 milioni di dollari.

"The inauguration is a great festival of democracy. People are going to come from all over the country who are celebrating democracy and celebrating my victory, and I'm glad to celebrate with them." L'insediamento è una grande festa della democrazia. C'è gente che viene da ogni parte del paese per celebrare la democrazia, e per celebrare la mia vittoria, e io sono felice di celebrare con loro.

Anche perchè questa "festa della democrazia" è interamente sostenuta da "donazioni private", che provengono in massima parte dalle lobbies delle varie corporations che hanno sostenuto Bush in campagna elettorale. Come dire, hanno pagato loro per mettermi su, mica posso trattarli a pesci in faccia, adesso.

Uomo sensato, che pensa quello che dice.

Massimo Mazzucco


(Articolo originale: Associated Press - 2005 Jan 14 - 12:31 PM EST)