Ho appena assistito ad uno spettacolo metafisico. In diretta sulla CNN, il presidente americano Trump ha annunciato al mondo il suo nuovo piano di pace per la Palestina. Dico “metafisico” perché non mi era mai capitato di assistere ad un annuncio di tale importanza, che prevede un accordo definitivo e duraturo fra Israele e Palestina, con la sola presenza di uno dei due interessati.
Accanto a Trump infatti c’era Benjamin Netanyahu, ma non c’era nessuno a rappresentare i palestinesi.
La sceneggiata è andata avanti a lungo, con Trump che faceva i complimenti a Netanyahu, il quale lo applaudiva. Poi toccava a Netanyahu parlare, ed era Trump ad applaudirlo. E poi ciascuno ringraziava i propri ambasciatori, come se avessero portato a casa l’impresa del secolo. Sembrava quasi una cerimonia degli Oscar, nella quale i vincitori recitano la lunga litania di ringraziamenti alle mogli, ai produttori, ai parrucchieri, e a tutti quelli che li hanno aiutati a raggiungere quel traguardo.
Se volete commentare i risultati elettorali, lo spazio è a vostra disposizione.
Segnalazioni e commenti degli utenti sulle notizie più recenti.
Dimissioni Di Maio - Coronavirus: strane coincidenze - Salvini: vergogna d'Italia
Prima e seconda parte del video trasmesso su contro.tv
Luigi Di Maio lascia la guida del Movimento a 3 giorni dalla catastrofe annunciata in Emilia-Romagna. Che cosa si lascia alle spalle?
di Giorgio Cattaneo
Dove siamo, col cervello, mentre le cose accadono? Perché non riusciamo quasi mai a leggerne il vero segno? Fa impressione, oggi, ascoltare i mea culpa di tanti italiani che, vent’anni dopo la sua morte nella solitudine di Hammamet, rimpiangono in Bettino Craxi il politico puro, lo statista, l’uomo irriducibilmente indipendente dal sistema mainstream, anche a costo di apparire antipatico, altezzoso, insopportabile. E fa ancora più impressione ascoltare un suo antico collaboratore come Gianfranco Carpeoro, spietato con gli storici detrattori di Craxi: «Fino a quando continueranno a dar retta a gente come Travaglio e Scanzi, gli italiani verranno sodomizzati quotidianamente».
La durezza di Carpeoro è impietosa: «Quelli che oggi ancora scrivono, mentendo, che Berlusconi fu una sorta di erede politico di Craxi, dimenticano la lite furobonda che li oppose. Insieme ad Andreotti, Craxi costrinse Berlusconi a cedere “l’Espresso” e “Repubblica”. Così poi Berlusconi tradì Craxi, scatenando le sue televisioni nel cavalcare Mani Pulite».
L’Italia del benessere in crescita stava finendo: «Prodi svendette la Sme a De Benedetti per 600 milioni, e il gruppo fu poi rivenduto per 20 miliardi». Era l’inizio della fine: per “terminare” il Belpaese, dopo aver eliminato Moro, bisognava far fuori anche Craxi: «I nemici di Bettino erano gli stessi che avevano tolto di mezzo Moro, per la salvezza del quale proprio Craxi (con Pannella) fu l’unico a battersi».
E’ uscito il libro di Alessia Piazza intitolato “Il Danno Nascosto” (sottotitolo “L’urlo degli invisibili”), che raccoglie oltre 500 testimonianze da parte di genitori di bambini danneggiati da vaccino. Il Dott. Fabio Franchi ne ha scritto una breve recensione.
Di Fabio Franchi
“UNO SU UN MILIONE”. Come immaginavo: leggendo le prime pagine del libro mi è salita la rabbia a dismisura. Abituato a ragionare con i numeri, avevo trascurato l’aspetto emotivo, tenendomi a distanza da questo abisso di disperazione e di dolore, di cui ero pur consapevole. Ad un certo punto bisogna sospendere per un po’ la lettura, per non essere travolti da tale tsunami di drammi e tragedie. Eppure bisogna ricavarne la forza per non farsi sopraffare, per reagire a queste stragi passate sotto silenzio dai media.
Questo libro scoperchia l’orrore delle conseguenze di una politica sanitaria asservita ad un progetto di medicalizzazione forzata. Il Ministero della Sanità, richiesto dei dati riguardanti le SIDS e l’autismo ed i disturbi del neurosviluppo (queste le vere epidemie, altro che la “rosalia”!), ha risposto semplicemente che non li raccoglie!!! I medici, pur essendo tenuti a segnalare ogni malessere rilevante successo DOPO vaccinazione, SENZA porsi il problema della causa, il più delle volte NON LO FANNO. Si attribuiscono insomma un compito ed una decisione che a loro NON compete. Tale atteggiamento è però funzionale a mantenere il dogma della “immacolata vaccinazione” a cui sono ormai legati a doppio filo.
Segnalazioni e commenti degli utenti sulle notizie più recenti.
di Giorgio Cattaneo
Gli Stati Uniti sono l’impero più sanguinario, il maggior “terrorista” del mondo: dal dopoguerra hanno ucciso 55 milioni di persone. Lo afferma Gianluca Ferrara, saggista e blogger del “Fatto Quotidiano”. Su “ByoBlu”, il video-blog di Claudio Messora, offre una spietata cronologia della strage. A cominciare dal 6 agosto 1945: Hiroshima, 200.000 civili sterminati. «Oggi gli Usa possiedono 7.000 ordigni atomici, 2.000 già dispiegati: ognuno di questi ha un potenziale esplosivo fino a tremila volte superiore a quello di Hiroshima». Come l’Impero Romano e quello napoleonico, gli Usa sono trainati da un’economia di guerra: «Per sopravvivere, hanno bisogno di trovare costantemente un nuovo nemico da combattere». Solo nel 2015 hanno investiti 1.800 miliardi di dollari in armamenti, al servizio di una politica estera «stabilita da un élite» che ci narcotizza, utilizzando i media mainstream. Di fatto, gli Usa «sono l’impero terrorista più brutale della storia: dal 1945 ad oggi, la politica estera dell’Occidente ha determinato l’uccisione di 55 milioni di esseri umani. E nel 1990 l’obiettivo degli Stati Uniti è diventato la conquista del Medio Oriente».
La prima Guerra del Golfo ebbe inizio grazie ad un inganno: Saddam venne portato a credere che l’occupazione del Kuwait, che era stato un protettorato inglese ma che era rivendicato dall’Iraq fin dal 1961 come appartenente al suo territorio, sarebbe Iraqavvenuta senza l’interessamento degli Usa. «Fu una trappola tesa da April Gaspie, ambasciatrice Usa a Baghdad dell’epoca, che fece intendere che gli Usa non avrebbero interferito». Poi, l’11 settembre 2001, «l’abbattimento delle Torri Gemelle fornì il pretesto per terminare il lavoro». Dei 19 presunti attentatori nessuno era iracheno e nessuno era afghano: ben 15 di loro erano sauditi. Ma ad essere colpita non fu l’Arabia Saudita, bensì l’Afghanistan. «La sfortuna degli afghani – dice Ferrara – fu che in quel territorio doveva transitare un oleodotto, che i Talebani non volevano». Una condotta lunga 1.680 chilometri per portare il gas turkmeno di Dauletabad fino in Pakistan attraverso l’Afghanistan occidentale, cioè le province di Herat e Kandahar.
Leggi tutto: Dott. Fabio Franchi: virus e pandemie