5-5-04 - Si sta
allargando a macchia d'olio lo scandalo delle torture, con nuove
rivelazioni che indicano ormai con certzza come in realtà i
generali USA non solo sapessero tutto, ma fossero pure orgogliosi del
"lavoro" fatto dai propri ragazzi. (A destra nella foto il
super-generale Geoffrey D. Miller, responsabile del canile di
Guantanamo, e orgoglioso inventore di alcuni dei più rivoltanti
metodi di tortura adottati in Iraq).
E mentre Rumsfeld si sta arrampicando sui vetri, pur di negare
l'evidenza, la macchia d'olio ormai è arrivata
sotto la porta della Casa Bianca: da più parti giungono
richieste -
anche dagli stessi repubblicani - di scuse ufficiali al mondo arabo da
parte del
presidente. Nel frattempo è stata messa in circolazione la foto
(all'interno, insieme alla altre) che conferma in pieno le accuse
contenute nel testo della lettera del soldato americano (in un articolo precedente).
AVVISO: Le immagini, ora in circolazione senza i ritocchi
del passaggio in TV, sono ancora più sconcertanti
(a destra, il generale messo al comando di Falluja)
MISSIONE COMPIUTA - di Massimo Mazzucco
Vogliamo continuare a far finta che tutto va bene? Facciamolo. Vogliamo
continuare a credere di aver portato la democrazia in Iraq? Ma come no,
a quintali! Vogliamo continuare tutti a sentirci non colpevoli per
quella gente che ogni giorno – ora, adesso, in questo preciso momento,
mentre io mi gratto il naso e tu ti stappi la birretta ghiacciata –
vive con acqua e viveri razionati, coi moribondi a cui è
impedito ricevere aiuti, con i morti che non sanno più dove
seppellire? D’accordo. Accendiamo il televisore allora, e festeggiamo
uniti il Milan campione d’Italia.
Ma per ogni minuto che lasciamo passare, ricordiamoci soltanto una
cosa: noi, che in una democrazia bene o male ci viviamo – e di cui,
quando serve, siamo prontissimi a vantarci - il nostro governo lo
abbiamo regolarmente votato, e ciò che il nostro governo fa non
è che l’espressione della volontà di tutti noi. In una
democrazia, infatti, l’intera popolazione accetta che le scelte della
maggioranza valgano anche per la minoranza. Ma c’è anche un’alta
caratteristica, nelle democrazie...
ULTIME NOTIZIE DAGLI USA:
TORTURE: ORDINI SUPERIORI? UNA LETTERA ACCUSA I GENERALI
HAMILL RIESCE AD "EVADERE"
HAMILL: L’ostaggio americano Thomas Hamill (foto), un autista che lavorava in Iraq per una sussidiaria della Halliburton, e che era stato rapito più di tre settimane fa dai miliziani iracheni, si trova ora sano e salvo in una sede del comando USA, dopo una fuga apparentemente rocambolesca. Hamill ha raccontato ai giornalisti americani – che ne faranno come minimo l’eroe della settimana – di aver sentito il lontano (?) rombo di un convoglio militare, di aver forzato (?) la porta della sua cella, e di aver corso quasi un miglio (??? – Hamill pesa almeno cento chili, e le ultime settimane non le ha certo passate facendo jogging) per raggiungere il convoglio. Sarebbe poi pure tornato, coi militari, ad arrestare i suoi secondini. (I quali invece non sentono passare i convogli, e continuano a dormire della grossa anche quando uno riesce a scardinarti la porta della cella sotto il naso?)
TORTURE: Mentre tutti si affrettavano a sottolineare che il caso dei marines torturatori era “un caso isolato”, noi ci chiedevamo cosa mai avessero messo in testa a quei soldati, perchè arrivassero a fare quello che hanno fatto ai loro prigionieri. E oggi la prima risposta l’abbiamo avuta. La moglie di un soldato qualunque, indignata sia dalle torture che dalla copertura generalizzata che stava montando a favore degli alti comandi USA, ha convocato una conferenza stampa e ha mostrato ai giornalisti una lettera ...
LA FEDE A SENSO UNICO
I sacramenti prima della battaglia, come ai tempi delle Crociate.
di Fabio de Nardis
30.4.04 - Da quando le cose si sono messe male per le truppe di occupazione, i principali media americani sono impegnati in una sforzo congiunto di propaganda militare. O almeno, nel migliore dei casi, di copertura totale e sistematica della verità. In un modo o nell’altro, non una parola è spesa per descrivere le condizioni di sofferenza del popolo iracheno, a Najaf come a Baghdad, assediato da mesi, ridotto allo stremo, senza acqua, luce, cibo. Non un’immagine è dedicata ai bambini mutilati, alle famiglie distrutte, ai luoghi sacri bombardati senza alcun rispetto per la cultura e i sentimenti di un popolo antico come il mondo.
Tutte le attenzioni sono invece rivolte ai soldati americani, costretti a lottare contro un nemico feroce ed imprevedibile, guidato dalla mano assassina di Satana. I quotidiani mostrano la vita di tutti i giorni negli accampamenti, la fratellanza e la solidarietà tra i soldati, le loro paure, le loro debolezze, il loro orgoglio. Il focus si sposta regolarmente, così, dalla dimensione politica, economica e militare, a quella personale ed intimistica. Abbondano foto di soldati che piangono di fronte ai corpi dei compagni caduti, o che – soprattutto - pregano tenendosi per mano, prima di andare in combattimento. Oggi, il Los Angeles Times apre ...
VERGOGNA A STELLE E STRISCE - Il video che inchioda i Marines torturatori
di Massimo Mazzucco
30.4.04 - No, non è un Cristo qualunque, di quegli altarini con le lucine che si vedono in giro un
pò dappertutto nei paesi d’Italia. Quello nella foto è un qualunque
povero cristo - un iracheno in carne e ossa, nello specifico -
torturato per puro divertimento dai marines, che lo tengono prigioniero
ad Abu Ghraib, la temutissima prigione di Baghdad ai tempi di Saddam (e
ora, si immagina, tristemente rimpianta).
Sta in piedi su uno scatolone, incappucciato, con dei fili elettrici
collegati alle estremità (all’interno le immagini complete), e
il
divertimento, per i marines, consiste nel vedere quanto tempo riesce a
stare in piedi, senza cadere dallo scatolone. Se infatti ciò
accadesse, verrebbe subito punito con una scarica elettrica che gli
attraversa il corpo da parte a parte. I suoi compagni più
fortunati, invece, sono stato obbligati a posare nudi, per l’obbiettivo
dei marines trionfanti, nell’atto – ci si illude solo simulato – di
sodomizzarsi a vicenda, in posizioni da orgia omosessuale.
Ma non basta. La ciliegina arriva quando scopriamo che il generale di
brigata responsabile della prigione, che rischia ora la corte marziale,
...
Si chiamano tutti Aziz, Ahmed o Abdul, e di cognome fanno tutti Al-Zarraya, Al-Surami, o Al-Bayati, al punto che ti vengono legittimi due sospetti: uno, che le altre lettere dell’alfabeto siano proibite dal Corano all’inizio di un nome arabico, e due, che Al-queda sia non una organizzazione vera e propria, ma il minimo comun denominatore dei cognomi dei vari terroristi. Questo spiegherebbe, se non altro, perchè di Al-queda non si era mai sentito parlare prima dell’11 Settembre: solo quando si sono accorti di fare tutti lo stesso mestiere, e di chiamarsi tutti in quel modo, hanno deciso di darsi un nome ufficiale.
Pare che anche i discendenti di Al Capone abbiano fatto richiesta retroattiva di iscrizione per il bisnonno, mentre l'Italia avrebbe presentato ufficialmente i nostri Al-Beroni, Al-Tobelli e Al-Bertazzi. E mentre da New York Al Pacino fa sapere di essere totalmente contrario alla violenza, pare che giri la proposta di riaprire il più famoso carcere del mondo (per metterci bin Laden, se mai lo arresteranno) ridenominandolo, naturalmente, Al-Katraz. Se poi calcoli che tutti questi stramaledetti arabi hanno come minimo due o tre alias, la lista definitiva del terrorismo islamico ...
LETTERA AI RAPITORI DEGLI OSTAGGI
Questa lettera è stata spedita al Corriere della Sera e a Repubblica. Nessuno dei due ha ritenuto di pubblicarla.
***
di Massimo Mazzucco
26.4.04 - Mi rivolgo ai rapitori degli ostaggi italiani come il cittadino qualunque che sono, nella speranza proprio di rappresentare il pensiero, se non di tutti, almeno di buona parte dei miei connazionali. Perchè tutti i difetti si potranno riconoscere a noi italliani, ma non certo la mancanza ultima di buon senso.
Già il ricatto in sè, specialmente se imperniato sulla vita stessa degli individui, è una delle azioni più deplorevoli che si possano immaginare, ma voi avete voluto mettere in scacco un intero popolo, il nostro, ponendogli un’alternativa chiaramente inaccettabile, oltre che impraticabile. Mentre voi stessi vi trovate in una situazione poco agevole, poichè, come immagino, sarete convinti che dall’esito di questo braccio di ferro possa dipendere buona parte del futuro della vostra nazione. Ovvero, avete creato una situazione nella quale, se “sbagliamo” noi (nei vostri termini), ci rimettiamo quello che voi riterrete sia il nostro prezzo da pagare, ma se “sbagliate” voi, nel senso che non otterrete nulla di utile alla vostra causa, ci rimette tutta quella fetta di futuro nazionale che appunto contavate di poter determinare.
E visto che la partita, al punto in cui siamo, ben difficilmente porterà vantaggi ad alcuno....
SCACCO AL RE
Alla faccia dei “beduini”. La mossa recente dei sequestratori degli italiani ha tutto il sapore di un geniale ribaltamento scacchistico. Mentre hanno lasciato crogiolare chi voleva farlo nell’illusione di un “tutto risolto”, alla tarallucci e vino, hanno scavato una fossa da cui ormai, del nostro governo, emerge a malapena la testa per respirare: o manifestate contro voi stessi, dice l’ultimatum, o uccideremo i vostri compatrioti.
Un paio di commenti sono d’obbligo: 1) Non per nulla esiste un proverbio, ...
Leader storica del femminismo (quello "costruttivo", che ci ha portato
divorzio, aborto, leggi contro la violenza ecc.),
Fernanda Alene era già un'italiana ai tempi in cui Mussolini usciva di
prigione, e fa sentire la sua voce ogni volta che la storia ci venga
presentata in maniera troppo confusa, accomodante, o troppo di parte.
Purtroppo per molti infatti, e nonostante l'incalzare della gioventù, la sua memoria rimane pura e cristallina.