LA FEDE A SENSO UNICO
I sacramenti prima della battaglia, come ai tempi delle Crociate.
di Fabio de Nardis
30.4.04 - Da quando le cose si sono messe male per le truppe di occupazione, i principali media americani sono impegnati in una sforzo congiunto di propaganda militare. O almeno, nel migliore dei casi, di copertura totale e sistematica della verità. In un modo o nell’altro, non una parola è spesa per descrivere le condizioni di sofferenza del popolo iracheno, a Najaf come a Baghdad, assediato da mesi, ridotto allo stremo, senza acqua, luce, cibo. Non un’immagine è dedicata ai bambini mutilati, alle famiglie distrutte, ai luoghi sacri bombardati senza alcun rispetto per la cultura e i sentimenti di un popolo antico come il mondo.
Tutte le attenzioni sono invece rivolte ai soldati americani, costretti a lottare contro un nemico feroce ed imprevedibile, guidato dalla mano assassina di Satana. I quotidiani mostrano la vita di tutti i giorni negli accampamenti, la fratellanza e la solidarietà tra i soldati, le loro paure, le loro debolezze, il loro orgoglio. Il focus si sposta regolarmente, così, dalla dimensione politica, economica e militare, a quella personale ed intimistica. Abbondano foto di soldati che piangono di fronte ai corpi dei compagni caduti, o che – soprattutto - pregano tenendosi per mano, prima di andare in combattimento. Oggi, il Los Angeles Times apre ... ... con la foto di un marine della Compagnia Echo che riceve il suo battesimo dopo due ore di combattimento contro i “ribelli” (li chiamano così). “Ho parlato a lungo con Dio durante gli ultimi due scontri a fuoco”, afferma il caporale Chris Hankins, di Kansas City, “e ho deciso di comiciare una nuova vita e di essere migliore”. Non è il solo. Anche altri tre marines della stessa Compagnia hanno espresso il desiderio di essere battezzati e il Cappellano militare Scott Radetzky è stato ben felice di accontentarli. E così i soldati hanno improvvisato la cerimonia religiosa, scavando nel terreno una specie di vasca battesimale, isolata con del cellofan.
Pare non sia la prima volta che dei soldati al fronte decidano di ricevere il loro primo sacramento. Come afferma Radetzky, capita spesso “che quando il Chaos mostra il suo volto si senta il bisogno di un'ancora per la nostra fede. Noi abbiamo bisogno di quella roccia che Gesù promette di essere”. Ma Gesù non diceva anche di amare il tuo nemico, di non uccidere, perché di chi spada ferisce di spada perisce, e via discorrendo? Si vede che questa è l’eccezione che conferma la regola, poichè in fondo non si tratta di una guerra normale, ma di uno scontro del bene contro il male, una crociata – così l’aveva definita Bush, in una delle sue gaffes più plateali - combattuta in nome di Dio.
Nella polvere del deserto, lontano milioni di miglia dai suoi elettrodomestici e dal suo benessere istituzionalizzato, uno dei soldati che ha deciso di farsi battezzare afferma con orgoglio: “quale posto migliore per farlo, se non qui, all’inferno?”.
Dimenticandosi completamente del fatto che questo inferno lo ha portato lui.
Fabio de Nardis