Riportiamo questo articolo di Settembre in homepage per l'uscita del film sottotitolato.
di Ashoka
Ci risiamo.
”Spiace – scrive Aldo Grasso – che anche la Gabanelli sia andata ad ingrossare le fila dei cospirazionisti”. Infatti aver trasmesso parti del video “Confronting the evidence” e di “Inganno Globale”, video che “girano da anni indisturbati sulla rete” significa, ovviamente, sposare una tesi politica: quella di una sinistra radicale per cui “le torri sono cadute grazie ad una demolizione controllata [..] e la macabra rappresentazione mediatica è stata allestita dal cattivo Bush per poter allestire la guerra” in Medioriente.
Chi sono, quindi, i primi a contestare la versione ufficiale? A porre domande, spesso rimaste senza risposta, e chiedere incessantemente la riapertura della Commissione per intraprendere, questa volta, una indagine equa ed approfondita?
Sono forse solo miliardari come Jimmy Walter, ragazzi come Dylan Avery e Korey Rowe e Jason Bermas?
Sono, in Italia, "esponenti di quellasinistra radicale" spinti da un odio viscerale contro l'America?
Botta e risposta fra due bugiardi patentati. Solo che lui è molto più bravo.
L'avvisaglia era arrivata già un paio di settimane fa, con lo scontro aperto fra Clinton e Kean, il presidente della Commissione per il 9/11, sulla mini-serie della ABC di cui, paradossalmente, Kean era anche consulente alla sceneggiatura. Si cercava di far passare i democratici della passata amministrazione come degli incompetenti che non avevano saputo "dare la caccia" in maniera efficace all'imprendibile bin Laden, e Clinton non l'aveva digerita.
L'ex-presidente aveva quindi mandato a Kean un pubblico messaggio nemmeno troppo difficile da interpretare: "Caro Kean, mi stupisce vederla sostenere quelle che lei sa benissimo essere delle bugie plateali, e questo getta una brutta ombra sulla splendida aura di bi-partisanship che si era venuta a creare con la Commissione da lei presieduta". Che si potrebbe tradurre tranquillamente così: vi abbiamo coperto le chiappe quando ce lo avete chiesto, ...
Dal Libano Fulvio Grimaldi
All'inizio era Cuba. Non è l'affermazione agiografica di un acritico corifeo dell'ultima rivoluzione del millennio passato e della prima di quello nuovo. E' un pensiero che mi viene quando, scivolando il mio pullmino lungo il serpente di buchi e macerie che gli israeliani hanno tracciato sulla terra libanese vivisezionata, tra gli spettri che si agitano nella polvere dei calcinacci, a frugare, spostare, trasportare, sgomberare, ricostruire, vedo che qualcosa come uno su cinque ha una maglietta con il Che.
E tantissimi hanno una maglietta inedita, fiorita tra le fucilate e i razzi sparati agli invasori, con sopra l'inconfondibile volto sorridente con il basco. Rosso, stavolta, non nero con la stella. Avete indovinate, voi cubani, venezuelani, latinoamericani, bolivariani di sangue o di elezione: è il profilo di Hugo Chavez. E non lo troviamo accanto al Che solo qui a Khiam, dove gli israeliani hanno incarcerato e seviziato per 18 anni patrioti libanesi senza mai processarli, …
A proposito di Curt Weldon (il primo della lista)...
PATRIOTI CHE SI FANNO DOMANDE SULL'UNDICI SETTEMBRE
C'è una domanda che viene naturale da porsi per chiunque, nel momento in cui si pensi realisticamente ad un complotto a livello governativo: "Con le centinaia, se non migliaia, di persone che debbono per forza essere state coinvolte, come è possibile che nessuno parli, …
di Enrico Sabatino
In Thailandia è in corso da qualche giorno un colpo di Stato molto particolare che agli occhi di noi europei o occidentali in genere è qualcosa di naturalmente inconcepibile, antidemocratico e quindi è da condannare fermamente.
Ma forse è il caso, prima di dare giudizi netti, di addentrarsi un po’ più a fondo nella situazione politica thailandese degli ultimi tempi.
E’ noto che da cinque anni e mezzo il panorama politico di quel Paese è stato dominato da un personaggio, Thaskin Shinawatra, che ricalcando un po’ le orme del nostro Silvio Berlusconi è sceso in politica con tutta la forza economica e mediatica di cui disponeva. E’ l’uomo più ricco della Thailandia, e già dopo pochi mesi dalla sua prima elezione plebiscitaria a premier, nel 2001, aveva dovuto affrontare un processo per irregolarità finanziarie ...
L'ultimo arriva e chiude la porta.
In un mondo normale, Gabanelli sarebbe stata le prima - e probabilmente l'unica, a quel punto - a parlare di undici settembre. Avrebbe fatto "splash", l'eco sarebbe durata un paio di giorni, e poi tutto passava nel grande dimenticatoio nazionale fatto di goal, tette, e formaggini a 27 pollici. La "solita" Milena l'avrebbe fatta grossa, "ma d'altronde da lei cosa ti potevi aspettare?"
E invece è stata Milena ad aspettare - strategia o distrazione a questo punto poco importa - e arrivando per ultima ha messo il sigillo definitivo alla questione. Il problema ora è capire chi è rimasto chiuso fuori, e chi è rimasto chiuso dentro. Report infatti, con la puntata di questa sera, ha "chiuso l'arco costituzionale", e questo lo ha potuto fare, non dimentichiamolo, grazie ad un Mentana che ha capovolto lo schema della partita fin dal fischio iniziale. E' partito attaccando fuori casa, ha sorpreso tutti, ...
di Piero Merlo
E’ la tarda mattinata di un giorno qualsiasi di un mese qualsiasi di un anno qualsiasi.
Il Governo di Bananaland aveva appena concluso la sua riunione e molti ministri si erano già allontanati dalla sede governativa.
Il Ministro della Giustizia ed il Ministro degli Interni vennero, invece, bloccati da un funzionario, che riferì loro qualcosa di molto grave, questo a giudicare dalle espressioni cupe dei loro volti.
I due Ministri riferirono immediatamente al Capo del Governo.
Il Primo Ministro Odipriski Romanski, agitatissimo ordinò alla sua segretaria, con fare brusco e scostante, alla limite della cattiva educazione, di contattare telefonicamente il Capo dell’Opposizione, Coniberlus Silvanin.
Dovete sapere che Bananaland è un piccolo, mediocre paese, dove le due coalizioni che si alternano al potere, ...
di Giorgio Mattiuzzo
Lunedì 18 settembre nel centro di Budapest sono scoppiati degli incidenti, dopo una manifestazione di piazza contro il Primo Ministro Ferenc Gyurcsány. Il tutto sarebbe stato causato da una cassetta con la registrazione di un discorso di Gyurcsány, nel quale il Primo Ministro afferma a chiare lettere che negli ultimi due anni il governo ha mentito su tutto, allo scopo di rimanere in vita.
La notizia ha fatto il giro del mondo. E i media hanno prontamente riportato le tragiche parole del Capo del Governo, secondo cui quella è stata la notte più lunga ed oscura dalla caduta del comunismo in poi.
La rivolta è scoppiata quando si sono diffuse le parole di Gyurcsány, assai poco consone
di Marco Cedolin
Ieri in Germania, nella tratta di 31 km fra Lathen e Melstrup, il Transrapid, un vero mostro tecnologico in grado di declassare i TAV nostrani al ruolo di anacronistici retaggi del passato, si è schiantato alla velocità di 200 km/h contro una piattaforma mobile destinata alla manutenzione causando la morte di 23 fra i 30 passeggeri del convoglio.
Un brivido corre lungo la schiena al solo pensiero di cosa sarebbe potuto accadere se anziché una corsa di prova con una trentina di passeggeri a bordo si fosse trattato di una normale corsa di linea con il convoglio occupato da centinaia di persone e i brividi si moltiplicano se pensiamo che il treno si è praticamente polverizzato ...
Fulvio Grimaldi non è un giornalista qualunque. Anzi, paradossalmente, forse lo è, nel senso che rimane una delle pochissime persone degne di fregiarsi di quel titolo, ormai tristemente usurpato da una massa anonima di passacarte senza più identità, omologati a un sistema volutamente acritico, disposti a tradire la professione - e a calpestare la Verità - in cambio della miserevole pagnotta. Grimaldi invece ha "saputo" farsi licenziare, un paio di anni fa, dal giornale ("progressista", ça va sans dire) per cui lavorava, nel momento in cui gli è stato chiesto di non dire ciò che sapeva, e che risultava evidentemente troppo scomodo per tutti.
Diamo quindi a Grimaldi, nei limiti delle nostre possibilità, lo stesso spazio che daremmo a chiunque sappia essere, prima di tutto, coerente con sè stesso. Qui "destra" e "sinistra" contano poco, quello che conta è che una qualunque voce fuori dal coro, per principio, abbia sempre la sacrosanta possibilità di farsi sentire. Se poi ci porta anche delle informazioni - tanto preziose quanto devastanti - che servono a capire meglio il grande paradosso che sta tenendo in ostaggio il mondo, meglio ancora.
LIBANO, DELITTO E CASTIGO di ritorno da Beirut, Sidone, Tiro, Khiam, Bint Jbeil...
di Fulvio Grimaldi
Auschwitz in Libano. Khiam, 2000: un militante di Hezbollah (Hezb'Allah) mi fa fare il giro del carcere in cima alla collina, in capo al villaggio omonimo, in vista delle irridenti lande di Sheba, a cui Israele si è abbarbicata quando, infliggendole la prima sconfitta sul suo cammino colonialista, la Resistenza libanese la cacciò - maggio 2000 - da una terra occupata e massacrata per 18 anni. Sfumando verso la profondità di un cielo iperazzurro, il massiccio del Monte Hermon, ...
Dopo aver ribadito il rispetto al Papa ed aver gettato acqua sul fuoco delle polemiche tra mondo islamico e Stato Pontificio, il giorno seguente, alla 61ima seduta dell'assemblea generale dell'Onu, il presidente della Repubblica islamica dell'Iran Mahmoud Ahmadinejad rivela come la struttura delle Nazioni Unite oggi sia stata indebolita da alcune potenze. Come aveva annunciato, dà le indicazioni che potrebbero servire per governare il mondo e soprattutto renderlo più ricco di pace e meno assillato da guerre e conflitti.
La Radio in lingua italiana della Repubblica islamica dell'Iran, vi propone la versione integrale del discorso del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad all'assemblea generale delle Nazioni Unite.
In nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso
Illustri Capi di Stato, Spettabili Rappresentanti, Eccellenze, Signore e Signori,
ringrazio Dio, il Saggio, l'Invincibile ed il Misericordioso per avere concesso al presente l'occasione di divulgare un'altra volta il messaggio del grande popolo dell'Iran. Altresì, ringrazio il Signore per il crescente risveglio dei popoli …
Leggi tutto: Alla ricerca della verità?