di Giorgio Mattiuzzo
Lunedì 18 settembre nel centro di Budapest sono scoppiati degli incidenti, dopo una manifestazione di piazza contro il Primo Ministro Ferenc Gyurcsány. Il tutto sarebbe stato causato da una cassetta con la registrazione di un discorso di Gyurcsány, nel quale il Primo Ministro afferma a chiare lettere che negli ultimi due anni il governo ha mentito su tutto, allo scopo di rimanere in vita.
La notizia ha fatto il giro del mondo. E i media hanno prontamente riportato le tragiche parole del Capo del Governo, secondo cui quella è stata la notte più lunga ed oscura dalla caduta del comunismo in poi.
La rivolta è scoppiata quando si sono diffuse le parole di Gyurcsány, assai poco consone ... al ruolo che egli ricopre:
«Non c'è scelta, siamo fottuti. Non un po', parecchio. Non c'è nessun altro Paese in Europa che abbia mostrato tanta stupidità come il nostro. È chiaro che abbiamo mentito per un anno e mezzo, forse due anni. È del tutto evidente che quello che abbiamo detto non era vero. Non abbiamo fatto nulla per quattro anni. Non riuscireste a indicarmi un solo provvedimento del governo di cui essere orgogliosi, se non il fatto di essere rimasti al potere. Se dovessimo render conto al Paese di ciò che abbiamo fatto per quattro anni, cosa diremmo?»
Lunedì 18 settembre una manifestazione di circa 2-3000 persone si è radunata in piazza Szabadság e di fronte al Parlamento per chiedere le dimissioni del Primo Ministro. Da questa manifestazione si è staccato un gruppo di 300 persone che si è diretto verso la sede della televisione nazionale, controllata dal governo, MTV. Pare che l'intento iniziale fosse quello di rilasciare un comunicato alla Nazione, ma che poi la situazione sia degenerata. Ne sono scaturiti scontri con la polizia e l'assalto all'edificio, mentre in piazza Szabadság veniva preso d'assalto il monumento ai Sovietici.(1)
Il risultato è stato un centinaio di feriti e danni per 150 milioni di Fiorini (circa 540.000 Euro). (2)
La notizia ha fatto il giro del mondo principalmente per due motivi: innanzitutto perché il prossimo ottobre sarà il cinquantesimo anniversario della Rivoluzione del '56 contro l'invasione sovietica. Inoltre perché non si è potuto evitare di notare l'assonanza con altre rivolte di piazza di altri paesi ex-comunisti, come per esempio la confinante Ucraina.
Tuttavia, vista dall'interno la faccenda pare molto più modesta. Ecco una fonte ungherese:
“Una piccola rivolta nel centro della capitale ungherese la scorsa notte ha mandato delle scosse telluriche ai più importanti media del mondo, quando i giornalisti e gli editori hanno combattuto invano per determinare in quale dei vecchi stereotipi riguardo ai tumulti politici nell'Europa post-sovietica la storia potesse essere infilata. [...] Gli editori nelle redazioni in giro per il mondo sono rimasti titubanti quando hanno capito che quella che inizialmente sembrava un'altra sollevazione del tipo “potere al popolo” ad uso delle telecamere era in realtà qualcosa di abbastanza differente. A differenza delle folle di liberal speranzosi e sciatti alla moda scesi in strada nelle recenti proteste contro – e per aiutare a far cadere – i regimi autoritari di Ucraina, Georgia e Serbia, i tumulti di Budapest erano composti per lo più di grezzi contadini di destra con indosso abiti da camionista, del genere con cui nessun illuminato corrispondente-tipo straniero vorrebbe mai uscire insieme, pur non avendo nessun'altra storia sul modello “io c'ero quando è successo” con cui eccitarsi. [...] Non puoi avere una storia su giovani manifestanti che assaltano gli edifici governativi se sono i cattivi – soprattutto quando stanno protestando contro lo stesso tipo di riforma economica approvata dal Fondo Monetario Internazionale contro cui quegli adorabili e virtuosi contadini giù in Bolivia o dovunque sia stanno protestando. Proprio non funziona.” (3)
E non può certo mancare un po' di sano humor nero ungherese:
”Le sporadiche dimostrazioni violente che sono esplose a Budapest e in varie città nel Paese hanno messo l'Ungheria sulle prime pagine dei giornali e dei siti web in giro per il mondo. Ma indovinate.... Non ce ne importa più! Esatto: considerando la questione nel suo complesso, mentre inizialmente era abbastanza interessante, adesso è di una noia mortale. E volete sapere perché? Per un motivo solo, perché verosimilmente non ne uscirà niente di concreto, come per esempio la caduta del governo o un'altra invasione della Russia. Di più, non c'è stato un solo morto, o un singolo edificio bruciato alle fondamenta.
Fino a stamattina, la conta dei feriti raggiunge appena un numero a tre cifre, solo una manciata dei quali sono più seri di una caduta in bicicletta, e non abbiamo visto un solo edificio bruciato completamente oppure esploso, e meno di 10 veicoli incendiati (paragonati alle 1173 auto bruciate in una sola notte durante gli stessi festeggiamenti in Francia lo scorso autunno). [...]
Ma siccome l'intera faccenda dovrebbe riguardare l'onestà, continueremo nel gioco e saremo anche più onesti del solito. Allo stato dei fatti, tratteremo l'intera “Rivoluzione del '06” per quello che riteniamo sia: un piccolo e colorato carnevale da strada allestito per fare un favore ad annoiati scocciatori di destra, a boriosi politici (inclusi alcuni disonesti come e più dell'attuale primo ministro) e a boriosi mass-media. (4)
Secondo i testimoni oculari, i fatti si sono svolti secondo quanto più o meno riferito dai media internazionali: 2-3000 manifestanti in piazza Szabadság, controllati da una sessantina di poliziotti. (5) Qui sono scoppiati i tafferugli, e un gruppo di 300 persone si è diretto verso la sede della televisione ungherese. Pochi manifestanti contro pochi poliziotti male equipaggiati e male addestrati hanno creato un bel po' di confusione, ma niente di così serio da poter gridare ad una nuova rivoluzione. Pare che a questi scontri abbia partecipato anche un noto commentatore sportivo nazionale ed anche un poliziotto, già tratti in arresto.
Tuttavia qualche giorno prima si era sparsa una notizia allarmante: un gruppo che si definiva “Organizzazione dei Guerrieri della Democrazia” aveva minacciato di far diventare Budapest un “buco fumante” se il Primo Ministro non si fosse dimesso. E questi aveva incolpato il capo dell'opposizione, Viktor Orbán, di legittimare questo genere di minacce, poiché aveva affermato in precedenza che il governo attuale è illegittimo. (6)
Gyurcsány ha colto la palla al balzo, affermando che “dimostrare in strada non è una soluzione ma una fonte di crisi e di conflitto. Dobbiamo contenere quel conflitto e prevenire la crisi”. Ha inoltre aggiunto che il suo discorso altro non era se non l'accusa fatta ad un'intera classe dirigente di essere corrotta ed inetta. Perché – come è noto – il problema è un altro: “La vera questione nella politica ungherese non è più chi ha mentito e quando, ma chi è che può fermare tutto questo. Chi osa affrontare – onestamente, a volte con passione e senza peli sulla lingua – le bugie e le mezze verità degli ultimi 16 anni? Noi l'abbiamo fatto.” (7)
Non sono mancati i provocatori: durante la pacifica manifestazione contro il governo nella città di Pécs, nel sud del Paese, alcuni agitatori hanno preso d'assalto la sede del Partito Socialista, quello del Primo Ministro. Mentre sempre a Budapest una donna che parlava inglese è stata fermata mentre aveva con se dei coltelli da cucina. Ha affermato di essere andata in Ungheria per manifestare contro il premier. (8)
A conti fatti quindi le proteste sembrano essere state ingigantite dai media internazionali, complice l'imminente anniversario della Rivoluzione e i precedenti dei Paesi circonvicini, più che essere una vera e propria sollevazione popolare contro il governo. Ma alcune notizie fanno riflettere, soprattutto quella dell'attacco, simbolico e per questo pregno di significati, al monumento ai Sovietici. Infatti a luglio il Comitato Nazionale per le Elezioni ha stabilito che i monumenti sovietici in Ungheria non devono essere demoliti ed è stato raggiunto un accordo con la Russia a riguardo. (9)
I rapporti con la Russia devono essere complicati. Anche l'Ungheria dipende per le forniture economiche dalla Gazprom. Inolre la Russia vuole mettere le mani sulla compagnia di bandiera ungheresa, la Malév. (10) Ma d'altro canto la OTP Bank, la principale banca ungherese, si sta espandendo su tutta la regione ed anche in Russia, dopo aver acquisito il 96,4% del capitale della russa Investsberbank per $477 milioni. (11)
E' quindi probabile che questa manifestazione, anche se non è la Rivoluzione del '56, né la Rivoluzione Arancione, possa costituire un avvertimento di quello che accadrà in futuro.
Giorgio Mattiuzzo (Pausania)
Note:
(1)
Lies' admission fuels fire, BudapestSun.com 21/9/06.
(2)
Ft 150mn damage caused to property in BudapestCaboodle.hu 22/9/06.
(3)
Hungary's Revolution that Wasn't, Pestiside.hu 19/9/06.
(4)
Your Uprising is, Like, So Two Nights Ago Pestiside.hu 21/9/06.
(5)
Budapest burns, BudapestSun.com 21/9/06.
(6)
Hungarian Voters Open New Dialogue with Government, Pestiside.hu 15/9/06.
(7) Cfr. n. 1.
(8)
Update on Budapest demonstrations, Caboodle.hu 22/9/06
(9)
Soviet monument to stay on Budapest central square, Caboodlenews 24/7/06.
(10)
Siberian company KrasAir to bid for Malév, Cabbodlenews 11/9/06.
(11)
, Borsainside.com 9/7/06;
(12)
Hungary’s OTP buys banks in Balkans, Russia and Ukraine TheBanker.com 7/8/06.