In questa intervista Leonardo Facco, scrittore e fondatore del Movimento Libertario, descrive le vere motivazioni della "guerra al contante", la crociata della Gabanelli a favore del cashless, l'accordo segreto fra banche e stato, e demolisce le false motivazioni con cui questa battaglia viene portata avanti dai governi occidentali. Se il contante è sinonimo di libertà individuale, la sua mancanza è sinonimo di schiavitù.
Negli ultimi 10 giorni non si è fatto che parlare del documento, che avrebbero dovuto presentare oggi i 5 stelle, che impegnava il governo a sospendere le forniture di armi all’Ucraina. Tale documento è stato addirittura la goccia che ha fatto traboccare il vaso fra Di Maio (contrario) e Conte (favorevole).
Oggi la seduta in senato c’è stata, ma di questo documento non si è più sentito parlare. Anzi, andando a leggere il punto 4 del documento congiunto, firmato da tutte le forze di maggioranza, si legge quanto segue:
Mi sto divertendo come un pazzo ad assistere alla deflagrazione definitiva dei cinque stelle. Da una parte di Maio, che si è ormai talmente venduto al potere che recita per conto della Nato le frasi di minaccia verso gli italiani: “ se usciremo dall’allineamento con la Nato, l’Italia corre rischi per la propria sicurezza”.
Classico messaggio mafioso, della serie “stiamo attenti che se non ubbidiamo agli americani ci ritroveremo con qualche bomba nelle nostre piazze”. Pezzente, infame traditore, che ci ha venduto ai poteri dai quali avrebbe dovuto difenderci.
Dall’altra parte, non meno ridicolo, il presuntuoso Conte che, dopo averlo votato, propone oggi di fermare l’invio di armi all’Ucraina, illudendosi di poter rifare una verginità al movimento a tempo ormai scaduto. Un po’ come se Cicciolina chiedesse oggi di entrare nel convento delle carmelitane.
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I tre Re Magi visitano Kiev - La Russia “ha rotto” le turbine del gas – La Stampa censura le parole del Papa - Cina: spente con un bottone migliaia di persone - Assange sarà estradato negli USA
Il fallimento dei referendum era nell’aria. Da un lato gli argomenti poco interessanti per la gente, dall’altro la mancanza di chiarezza nel modo stesso in cui erano posti i quesiti referendari, hanno portato al voto sì e no un 20% degli aventi diritto.
Ma c’è qualcosa di più, a mio parere, che ha causato questo flop mastodontico: è la sempre più diffusa convinzione che votare non solo serva a poco, ma che sia diventato addirittura una presa per i fondelli. Quando una nazione ha votato, nel 2018, due partiti “antisistema” come Lega e Cinque Stelle, e poi si ritrova al governo uno come Mario Draghi, è chiaro che anche il meno attento capisce che il suo voto è servito soltanto a legittimare la presenza in parlamento di alcune centinaia di mangiapane a tradimento.
A conferma di questo diffuso sentimento, c’è anche il fatto al voto amministrativo si sia recato solo il 51% degli aventi diritto, mentre in Francia la percentuale dei votanti è stata addirittura di meno della metà: solo il 48% degli aventi diritto ha votato per il rinnovo del Parlamento francese.
In queste situazioni, c’è sempre chi ripropone la solita citazione di Mark Twain “Se votare servisse a qualcosa non ce lo lascerebbero fare”. Ma la cosa non è così semplice, non è una questione di bianco o nero. Il voto può servire a qualcosa quando è bene utilizzato, ma chiaramente serve a poco se lo si utilizza in modo sbagliato.
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Da Giletti al Corriere: la debacle del giornalismo italiano - Sallusti 4 anni fa: “Emarginare la Russia un suicidio per l’Europa” - Merkel: “Ho bloccato l’ingresso dell’Ucraina nella NATO” – Gli USA ammettono che la Russia guadagna di più dopo le sanzioni.
La settimana era cominciata con la figuraccia in diretta di Massimo Giletti nell’intervista con Maria Zakharova, e sta per concludersi in mezzo alle polemiche sulle liste di proscrizione dei “filo-putiniani” pubblicata dal Corriere.
Nel primo caso abbiamo visto una rappresentazione plastica della completa inadeguatezza del giornalismo italiano nel rapportarsi a personaggi importanti del panorama internazionale. Lo scolaretto Giletti, schiaffeggiato ripetutamente dalla maestra Zakharova, rappresentava il perfetto condensato di presunzione ed ignoranza che caratterizza i nostri cosiddetti giornalisti di oggi.
Il caso del Corriere invece è la perfetta esemplificazione della totale sottomissione della stampa ai poteri forti, soprattutto atlantici (NATO+USA). Vedere una testata storica come quella di via Solferino ridursi a fare da passacarte per una operazione di intimidazione mediatica in stile mafioso - stilata dai nostri sevizi, ma chiaramente voluta dagli americani - la dice lunga sul livello di indipendenza di cui dispongano ancora i nostri giornalisti: praticamente zero.
Una nuova commissione di inchiesta delle Nazioni Unite ha stabilito che “é essenziale mettere fine alla prolungata occupazione e alla discriminazione contro i palestinesi da parte di Israele, per mettere fine al conflitto e fermare il ciclo perpetuo di violenza nella regione”. Ecco alcuni estratti dal comunicato stampa dell’ONU:
GINEVRA (7 giugno 2022) - La continua occupazione da parte di Israele del territorio palestinese e la discriminazione nei confronti dei palestinesi sono le cause principali delle tensioni ricorrenti, dell'instabilità e del protrarsi del conflitto nella regione, secondo il primo rapporto della nuova Commissione d'inchiesta Internazionale Indipendente delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme est, e Israele, pubblicata oggi.
La Commissione ha anche osservato che l'impunità alimenta un crescente risentimento tra il popolo palestinese. Ha identificato lo sfollamento forzato, le minacce di sfollamento forzato, le demolizioni, la costruzione e l'espansione degli insediamenti, la violenza dei coloni e il blocco di Gaza come fattori che contribuiscono ai cicli ricorrenti di violenza.
Ieri sera ho assistito ad uno spettacolo indecoroso e potente insieme. Massimo Giletti è stato strapazzato come un bambino delle elementari dalla sua maestra, che gli ha impartito una poderosa lezione di storia in diretta televisiva.
Il grande scoop di Giletti doveva essere una intervista in diretta con Maria Zakharova, la portavoce del ministro degli esteri Lavrov.
Per fate questa intervista Giletti è andato addirittura personalmente a Mosca, nonostante l’ intervista si sia volta via skype, con la Zakharova comodamente seduta a casa sua (avrei potuto farla io, identica, seduto a casa mia). Ma a parte la messinscena inutile, è nei contenuti che Giletti ci ha fatto la figura del merlo.
Prima di intervistare la Zakharova, infatti, Giletti era in collegamento con Massimo Cacciari, e durante lo scambio Giletti ha accennato alle polemiche che hanno preceduto questa sua intervista, dicendo che però secondo lui “il giornalista ha tutto il diritto di intervistare chi vuole, purchè ponga all’intervistato delle domande scomode, e non gli offra una semplice passerella per fare propaganda.”
Ma dal dire al fare… Giletti non conosce il mare.
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La Russia parla apertamente di guerra mondiale – Disertori ucraini mandano un messaggio a Zelensky – Parzialmente assemblato a Wuhan il virus della scimmia - Burioni: “Contro il Covid il vaccino non …” - Polidoro diventa un fumetto per bambini.
Leggi tutto: Leonardo Facco: Elogio del contante