Il caso Rignano Flaminio accende gli animi, fa riecheggiare corde antiche ed emotivamente forti. Tocca tutti noi che fummo bambini e molti che hanno bambini. Le accuse sono gravissime, violenza sessuale su minori, associazione a delinquere, pedopornografia. Gli accusati sono persone con un lavoro, svariati anni di servizio, famiglia, amici, sono cittadini qualunque . Almeno lo erano, fino a pochi giorni fa. In qualche mese l’escalation delle notizie porta ad un riverbero sociale pesantissimo per gli indagati. Già perché sono ancora tali, pur nella dimenticanza collettiva.
Ci sono i bambini, da tutelare nella loro integrità fisica e psichica e poi ci sono anche gli adulti ...
Lo abbiamo detto tante volte, e lo ripetiamo: stanno tutti saltando fuori dalla barca, e chi alla fine resterà con la patata bollente in mano è uno solo. Il quale forse quel giorno, per la prima volta, si renderà conto di essere stato per tanti anni il presidente degli Stati Uniti.
Commenti liberi...
di Salvatore Viglia
O muore l’asino o il padrone. Si diceva, anticamente per sottolineare una attesa spasmodica nella speranza di ottenere qualcosa. Ma quando “qualcosa” è un diritto, allora l’attesa è indebita, il sopruso evidente, la rabbia tanta. Se mi dicessero che un certo signore, D. P., italiano che vive a Madrid, iscritto all’AIRE, sposato da tre anni con una signora spagnola, è stomacato dalla inefficienza delle nostre istituzioni, personalmente, ci crederei. E ci credo.
Sì, perché nella illusione di una democrazia, della quale il nostro paese si è solo vantato a chiacchiere, pensiamo che, nonostante tutto, il nostro, sia uno Stato di diritto. La quale cosa significa, in soldoni, che esistono regole scritte, leggi e regolamenti che garantiscono il dovuto, ritenuto più o meno giusto, dal Parlamento. Le conosciamo tutti, però, le leggi che pretendono l’ottemperamento dei doveri a costo di diventare restrittive. Ma, guarda caso, lasse e riluttanti nel concedere il famoso diritto.
Se mi dicessero che il sig. D.P. ha deciso di non votare più Ulivo, gli dovremmo credere e dovremmo giustificarlo. Non è solo uno sfogo, ma la delusione “dolorosa” di avere a che fare, giorno dopo giorno, ...
di Giorgio Mattiuzzo
Su La Repubblica del 7 maggio è apparsa la lettera di un lettore, giustamente ripresa da comedonchisciotte.org, che scrive a Corrado Augias perché in preda terribili rimorsi di coscienza. Non è importante il nome del lettore, che pure si firma, più importante è l'esempio di certe dinamiche e di certi percorsi mentali che caratterizzano molte persone.
La lettera si apre con una breve, ma significativa, descrizione di sé: Ho 49 anni, vivo a Roma, lavoro al Quirinale, ho studiato, leggo buoni libri (credo e spero), mi interesso di politica, leggo ogni giorno 2 quotidiani, guardo in tv Ballarò e Matrix e voto a sinistra, sono stato candidato municipale per la Lista Roma per Veltroni. Cerco di insegnare alle mie figlie i valori della tolleranza e della nonviolenza, dell'importanza dell'istruzione, delle buone letture e dello studio, l'etica del lavoro e del sacrificio per ottenere qualcosa di duraturo e vero nella vita.
Poche frasi per dire: guardatemi, sono perfetto. Faccio tutte quelle cose che una persona perbene dovrebbe fare. Le faccio proprio tutte, leggo persino due quotidiani al giorno (chissà che impegno al Quirinale), leggo i libri giusti; sono di sinistra, e quindi giusto e mi sono pure candidato per le elezioni amministrative, …
di Pietro Ancona
Il leader indiscusso di Rifondazione Comunista, dopo la sosta di meditazione con i monaci di Monte Athos, si è recato in Libano a passare il rassegna i nostri militari e si è lasciato andare a dichiarazioni sconcertanti e stupefacenti secondo le quali la vetrina megliore dell'Italia è quella fornita dai nostri soldati.
Non riesco a tacere il mio dissenso e la mia protesta. Non capisco perchè i nostri militari professionisti (non si tratta di un esercito popolare di leva come io preferirei secondo il dettato di Kant "non miles perpetuus) siano una vetrina talmente alta del Paese tale da indurre Bertinotti ad incitarci a metterci alla loro altezza. Non capisco perchè questa affermazione avviene mentre un noto calunniatore dei lavoratori come Ichino definisce "fannulloni!" i nostri statali tutti in un mazzo di parassiti pubblici a cominciare dagli infermieri e dai medici che ci assistono in ospedale senza alcuna reazione dell'oligarchia al governo…
Con la morte di Howard Hunt un'altra importante pedina delle intricate "trame oscure" della politica americana ha trovato il suo posto nella storia.
Howard Hunt è un personaggio-chiave coinvolto in mille vicende di primissimo piano - dalla Baia dei Porci a Watergate - e lega fra loro importanti figure come quella di Richard Nixon, di Prescott e George Herbert Bush (nonno e padre dell'attuale presidente), o di Allen Dulles, l'uomo che "inventò" la moderna CIA come è rimasta fino ad oggi. Tutte queste figure, a loro volta, ruotano molto da vicino attorno all'assassinio del Presidente Kennedy, avvenuto a Dallas nel 1963, e la confessione che Hunt avrebbe rilasciato al figlio sul letto di morte - nella quale riconosce finalmente la sua presenza a Dallas quel giorno - sembra costituire l'anello mancante di un puzzle che negli anni si era già delineato con sufficiente chiarezza, ma che mancava ancora di questo importante riscontro.
La scheda che segue presenta - in maniera necessariamente sintetica - i diversi rapporti che hanno legato fra di loro 10 importanti personaggi della storia in quasi 80 anni di vita americana.
Come si dovrebbe dedurre dal filmato, l'importanza dell'assassinio Kennedy - anzi, del doppio assassinio, sia di John che di Bob kennedy - va ben oltre l'interesse del "cospirazionismo" d'accademia, che anzi è un polverone del tutto illusorio (v. link in coda), alimentato ad arte proprio per tenere l'attenzione lontana dai retroscena storici dell'attentato, ……
di Andrea Franzoni
Gli antidepressivi aumentano le tendenze suicide, almeno fino ai 24 anni. Allo stesso tempo, però, «la depressione e altri disordini psichici possono avere conseguenze significative se non adeguatamente [farmacologicamente, nda] trattate» [1]. Con una certa confusione e con evidente cerchiobottismo l'FDA, ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione di farmaci e alimenti, ha invitato i produttori di psicofarmaci a segnalare, sulla confezione dei loro prodotti, l'aumento di fantasie suicide indotto dagli antidepressivi tra gli 0 e i 24 anni.
Questo provvedimento, che secondo gli analisti avrà un impatto minimo sulle vendite, rende manifeste tutte le incertezze e tutte le contraddizioni che investono un settore della medicina tanto presuntuoso quanto pre-scientifico. Nonostante l'efficacia degli antidepressivi sia praticamente identica a quella di un placebo, e nonostante il loro funzionamento sulla psiche sia sostanzialmente ignoto essendo lo studio del cervello e dei neurotrasmettitori in alto mare, si procede a tentoni, ...
di Claudio Negrioli
Troppo intento a seguire il corso degli eventi bellici sui teatri mediorientali e Afghani, forse il cittadino medio Euro-americano non dà la sufficiente importanza al fatto che in questi ultimi tempi sono sempre più evidenti i segni di una malsana inquietudine che sembra pervadere il gigante ex-Sovietico, ora ridimensionato e concentrato nella Nazione che fu la testa pensante della ex-U.r.s.s... cioè la Russia.
La sindrome dell'accerchiamento fa di nuovo, e con validi motivi, capolino nella psiche dei Russi, intesi sia come popolo che come capi militari o civili del suddetto.
Dopo gli ultimi anni passati a cedere l'impensabile (fino alla caduta del Muro), con rassegnata bonarietà evidentemente dettata dalla convenienza, sperando di ingraziarsi come amici proprio coloro che li avevano "scaccati" con la guerra fredda, i dirigenti attuali della Russia, l'ex capo del Kgb Putin e gli alti gradi delle forze armate, ora si comportano come l'Orso spaventato che minaccioso si erge in tutta la sua sagoma scura agitando le zampe artigliate.
Ciò che spaventa, e a ragione pare, il regime Russo è la minaccia concreta rappresentata dall'imminente previsto dispiegamento ...
di Fefochip
Un mio caro amico, che viaggia spesso per lavoro, mi ha raccontato una storia che non posso non raccontarvi.
La prima volta che è stato a Teheran - mi diceva il mio amico - non è praticamente mai uscito dalla camera di albergo. Avrà pensato "chissà questi aspiranti 'terroristi' cosa mi fanno se esco solo soletto per strada".
La seconda volta però ha deciso di uscire con una sua collega per le strade di Teheran, recandosi in un bazaar dal quale i due volevano poi raggiungere un centro commerciale segnalatogli dall'albergo. Non sapendo l'indirizzo preciso, con il “cuore in gola” domandano informazioni a una donna, ovviamente coperta da capo a piedi con il velo nero, abbigliamento usuale delle donne iraniane in pubblico, senza il quale si possono passare seri guai con la giustizia. (Ci sono due corpi di polizia di cui uno viaggia con automobili identificabili da strisce blu sulla fiancata, e si occupa di ordine pubblico in generale, mentre il secondo viaggia con macchine con strisce verdi, …
di Marco Cedolin
Si fatica davvero molto nel prendere sul serio i contenuti del nuovo piano industriale 2007-2011 delle Ferrovie, che ieri al termine di una riunione a Palazzo Chigi, presieduta dal premier Romano Prodi ha ricevuto il benestare del governo, a conclusione di un’analisi durata tre mesi.
Proviamo allora ad immaginare si tratti di uno scherzo quando leggiamo che l’amministratore delegato Moretti prevede che le Ferrovie italiane riusciranno a generare utili già tra il 2009 ed il 2010. Utili da conseguire nel giro di un paio d’anni tramite un’azienda che oggi si trova sull’orlo del collasso, al punto da dovere sopprimere giornalmente fra i 200 ed i 300 treni poiché manca il personale che dovrebbe guidarli oppure mancano fisicamente le carrozze o le motrici.
Proviamo ad immaginare che si continui a scherzare di fronte all’affermazione secondo cui sarà “rivolta grande attenzione ai pendolari delle grandi città, con un aumento del 70-80% e in alcuni casi anche del 100% dei servizi per il trasporto locale”. Tutto ciò attraverso l’acquisto nei prossimi 4 anni di ben 1000 treni da destinare ai pendolari, …
Quando i venti di guerra iniziarono a spirare sull'Iraq, le voci che si levarono contro la guerra ammonivano che quel conflitto, oltre a provocare la morte di migliaia di innocenti, oltre a distruggere l'Iraq senza motivo, sarebbe servito solo ad arricchire le imprese incaricate della ricostruzione. All'epoca queste voci non vennero minimamente prese in considerazione e i giornalisti, americani e italiani, spesero righe su righe per spiegare se non i vantaggi, per lo meno l'inevitabilità della guerra.
Nel corso degli anni si è scoperto che i legami tra Al Qaeda e il Presidente iracheno erano una montatura degli apparati americani per giustificare la guerra. Le armi di distruzione di massa irachene pure ma, nonostante tutto questo, i giornalisti – che allora spiegavano col ditino alzato come va il mondo e come fosse necessario fare una guerra – non hanno consegnato la tessera, in cerca di un altro lavoro, e non hanno nemmeno chiesto scusa ai loro lettori scrivendo in prima pagina "ci siamo sbagliati".
Al contrario, hanno iniziato a spiegare come la presenza americana (e italiana, fino a poco tempo fa) fosse necessaria per la ricostruzione dell'Iraq. Con angelico candore adesso spiegano come sia inevitabile mantenere l'esercito americano ...
Leggi tutto: Domani sarò mostro