di Giulio Danieli
Chi avrà prestato attenzione alle notizie che riguardano i mezzi aerei in generale, avrà forse intercettato, nel mese di agosto, alcune curiose reticenze da parte dei nostri mezzi di informazione.
Molti ricorderanno le proteste e l'incidente diplomatico, intercorsi il 6 agosto tra Georgia e Russia, a causa di un missile trovato inesploso a 65km da Tbilisi [1]. Un ordigno di 640kg (armato con 140 kg di tritolo)[2], è stato ritrovato dopo la presunta violazione dello spazio aereo georgiano da parte di un caccia-bombardiere russo.
Lo notizia, regolarmente riportata dai mezzi di informazione [3], tiene banco per qualche giorno, e poi non se ne parla quasi più.
Pochi giorni dopo, Putin annuncia un nuovo piano di difesa antiaerea[4], in occasione della visita al nuovo centro radar di San Pietroburgo. La notizia ha pochissimo risalto.
Il 17 agosto viene invece rilanciato da tutte le agenzie di stampa e dai giornalisti, l'annuncio di Putin[5] che la Russia riprende "su base permanente" i voli dei bombardieri[6] a lungo raggio, fermi dal 1992 . L'annuncio è stato ufficializzato al termine di una esercitazione militare congiunta Pechino-Mosca, iniziata il 9 agosto in Cina e continuata in Russia, in un quadro più complesso di collaborazioni internazionali dello "Sco", organizzazione militare che vuole giocare un maggior ruolo nella lotta al terrorismo ...
Un recente articolo di Robert Fisk sull’Independent sta scatenando rabbia e curiosità insieme all’interno del movimento per la verità sull’11 settembre.
Robert Fisk, definito dal New York Times “probabilmente il più famoso corrispondente estero in Inghilterra”, pare essersi accorto ultimamente che “qualcosa”, nella versione ufficiale dell’11 settembre, non quadra del tutto.
Che cosa sia questo “qualcosa”, lo lasciamo raccontare a lui stesso, visto che riteniamo l’articolo interessante soprattutto per i contorti equilibrismi mentali con cui Frisk cerca di non dire apertamente quello che si potrebbe dire con dieci semplici parole. Anche il motivo per cui si comporti in questo modo rimane a ciascuno di noi da giudicare. M.M.
Persino io contesto la "verità" sull'11 settembre
di Robert Fisk, The Independent
Ogni volta che parlo all'estero di Medio Oriente, c'è sempre qualcuno nella platea - uno soltanto - che io chiamo "il farneticatore". Qui mi scuso con tutti gli uomini e donne che assistono ai miei discorsi con intelligenti e pertinenti domande - spesso piuttosto umili per me come giornalista - e che mostrano di aver compreso la tragedia del Medio Oriente molto meglio degli inviati che ne parlano. Ma il farneticatore è reale. Ha preso forma umana a Stoccolma ed Oxford, San Paolo e Yerevan, ...
di Giorgio Venzo
La crescente apprensione verso i livelli d'inquinamento da idrocarburi, sommata a quella per l'annunciato picco petrolifero, di recente ha spinto sempre più i biocarburanti sotto i riflettori dell'aspettativa generale. Primo tra tutti per fama e volumi prodotti è il bioetanolo, cioè il comune alcool etilico ricavato da materie prime vegetali, che può sostituirsi del tutto o in parte alla storica benzina. Il presente articolo si propone d'illustrare le cause dell'ampia diffusione di questa sostanza, le ragioni dietro la selezione di determinati tipi di sementi per la sua produzione e le conseguenze a livello mondiale di tale scelta, con particolare accento sulla nazione che più di tutte ne influenza il essemercato: gli Stati Uniti d'America.
Governi & biocarburanti: così fan tutti.
La fama dell'attuale Presidente USA in fatto d'ambientalismo e sviluppo sostenibile è notoriamente tra le peggiori del pianeta. Tuttavia nell'ultimo “discorso sullo stato dell'Unione 2007” ha annunciato un forte impegno nello sviluppo di fonti rinnovabili e biocarburanti per autotrazione ma, come movente accanto a quelli di cui sopra, ne ha aggiunti altri più coerenti alla sua tradizionale linea politica:
"Per troppo tempo la nostra nazione è dipesa dal petrolio straniero. E tale dipendenza ci lascia più vulnerabili a regimi ostili ed a terroristi che potrebbero causare gravi interruzioni dei rifornimenti e aumenti del prezzo del petrolio e provocare un forte danno alla nostra economia. [...] Dobbiamo proseguire gli investimenti in nuovi modi per produrre etanolo usando di tutto, dagli scarti di legname alle erbe, agli scarti delle colture agricole. [...] Stanotte, chiederò al Congresso di unirsi a me nel perseguimento di un grande obiettivo. Facciamo un passo avanti e riduciamo l'utilizzo di benzina negli USA del 20% ...
La notizia più importante, fre tutte quelle pubblicate ieri, è certamente lo scoop del Corriere che ha “pizzicato” Paris Match nel classico fotoritocco estivo, eseguito in questo caso per favorire la pubblica immagine del neoeletto presidente Sarkozy.
Come vedete, da una foto con “umanissime” maniglie dell’amore (a destra), il presidente francese è diventato una “mean, lean, commanding machine” che non accumula un solo grammo di grasso superfluo.
Benissimo, è successo mille volte, e continuerà a succedere. Nel frattempo però è cambiato qualcosa di molto importante: siamo entrati nell’era della fotografia digitale, nella quale i complicati lavori di fotoritocco di una volta (vedi foto della Nasa sulla Luna) sono ora eseguibili da qualunque dilettante dell’inganno ...
Due notizie si incrociano dal Nord al Sud dell’America latina, suggerendo che per quel continente la democrazia - o almeno una parvenza di essa - sia ancora un fantasma confuso, ben lontano dal concretizzarsi in un prossimo futuro.
In Venezuela il “gran revolucionario” Chavez ha pensato bene di inaugurare il suo viale verso la gloria eterna, facendo abolire dal Parlamento – nel quale i suoi alleati sono in forte maggioranza – quel termine alla rielezione che va considerato una pietra miliare nella vita di un qualunque paese democratico: ora Chavez potrà essere rieletto per un numero illimitato di volte, vita natural durante.
Nessuno mette in dubbio che Chavez stia facendo (anche) del bene al proprio paese, ma di certo l’aspetto “bolivariano” del suo mandato esce leggermente offuscato da questa sua scelta chiaramente egocentrica, ...
di Ashoka
Spesso, quando si assiste ad un dibattito sul tema “signoraggio” viene proposto, come soluzione, di affidare allo Stato la stampa delle banconote, sull'esempio di quanto fatto da Abramo Lincoln nell'Ottocento, prima del suo assassinio.
Ma cosa è successo, nella storia, quando uno Stato si è stampato la sua cartamoneta a corso forzoso?
Basta una parola per descriverlo, ovvero “inflazione”.
Vediamone tre esempi, tra cui gli Stati Uniti di Abramo Lincoln.
La rivoluzione americana
Il comportamento dei neonati Stati Uniti d'America durante la guerra di indipendenza illustra perfettamente ciò che i governi sono tentati di fare quando possono emettere moneta a piacimento.
Come fa notare (1) lo storico William Graham Sumner, mentre nel maggio del 1775 stava approntando i preparativi per la guerra contro la Gran Bretagna, il Congresso fu messo di fronte al dilemma di come finanziare e rifornire l'esercito che l'avrebbe combattuta.
L'idea di ricorrere alla tassazione dei cittadini delle ex-colonie non fu presa nemmeno in considerazione e si decise invece di ricorrere alla stampa di una moneta di carta, il Continental dollar, e di immetterla sul mercato, con la promessa di accettarlo in pagamento per eventuali tasse future.
Quello era anche il metodo scelto dal Congresso per “stabilizzare” la quantità di banconote in circolazione. Si chiedeva infatti ai singoli stati di ricorrere alla tassazione ...
(Segue comunicato Faremondo).
Comincia a tirare una pungente brezza settembrina, e con essa arrivano i primi segnali di una nuova ondata di dibattiti sull’undici settembre che rischia, questa volta, di diventare globale.
In America le primarie repubblicane, che vedono Rudy Giuliani nettamente in testa nei sondaggi, hanno già provocato la dura reazione del Sindacato dei Pompieri, che ha prodotto un filmato nel quale il cittadino è apertamente invitato a non votare per lui. Ufficialmente, l’invito è giustificato dalle accuse a Giuliani di non aver provveduto alla sostituzione delle radio di servizio che già nell’attentato al WTC del ’93 avevano mal funzionato. Inoltre, Giuliani nel video viene accusato per la sua riprovevole fretta di mandare al macero i resti delle Torri Gemelle, quando ancora più della metà dei resti dei pompieri - e quindi, si presume, anche delle altre vittime - non era stata recuperata.
Noi naturalmente possiamo immaginare il motivo della fretta di Giuliani, che entro tre mesi è riuscito addirittura a rivendere la stragrande maggioranza dell’acciaio di Ground Zero per farlo riciclare dai paesi orientali, e di certo il motivo lo conoscono anche i pompieri di New York, ...
E’ in corso in questo momento un incendio all’edificio della Deutsche Bank, proprio accanto a Ground Zero. Ho avuto la notizia al telefono, direttamente da un iscritto di luogocomune, che si trovava casualmente sul luogo, e che in questo momento sta filmando l’incendio.
Per ora non sappiamo altro. Speriamo comunque, visto che è in acciaio, che non crolli come tutti gli altri.
EDIT: Curioso, l'edificio in fiamme è proprio quello che era rimasto pieno zeppo di polvere contaminata, e che non solo a questo punto era diventato inabitabile, ma non si sapeva nemmeno come "liberare" da quella polvere, ora che se ne conoscono i contenuti.
al Presidente della Repubblica Italiana, on. Giorgio Napolitano al Presidente del Consiglio dei Ministri, on. Romano Prodi al Ministro di Economia e Finanze, on. Tommaso Padoa Schioppa
Egregi Onorevoli,
siamo un gruppo di Italiani che si interessano di Economia e Mercati. Ci incontriamo da cinque anni nel sito www.usemlab.com, dove discutiamo anche di teoria economica, pubblichiamo analisi, e seguiamo con crescente preoccupazione le vicende dell’economia mondiale.
Il recente riaffiorare del dibattito sull’idea di dismettere parte delle riserve auree del nostro Paese ci è apparso, purtroppo, questa volta più deciso del solito.
Abbiamo sempre dedicato un particolare interesse al mercato dell’oro, anche sulla base degli insegnamenti della Scuola Austriaca di Economia (dei maestri Mises, Rothbard e premio Nobel Hayek), la quale da sempre auspica il ritorno a una moneta onesta.
Di fronte alla idea di alienare le riserve auree del Paese ci sentiamo pertanto obbligati ad avanzare la proposta contenuta in questo documento, che intendiamo divulgare il più possibile.
Quando per esigenze particolari di cassa arriva il momento di vendere i gioielli di famiglia, ...
di Enrico Voccia
Anche quest'anno l'"Estate degli Incendi" e degli incendiari non si è fatta attendere, arrivando puntuale come il proverbiale treno svizzero. Dietro la questione, come al solito, i "piromani" psicopatici c'entrano molto poco, costituendo una componente trascurabile del fenomeno: il grosso è opera della malavita organizzata, che, per portare avanti determinati interessi - solitamente, ma non esclusivamente, di natura edilizia - necessita degli incendi di determinate zone boschive.
Certo, in pura teoria, le leggi ci sono: per 15 anni non è possibile cambiare "destinazione d'uso" alle zone incendiate e, anche in presenza di zone edificabili in partenza, l'edificazione è proibita per cinque anni. Ma - a parte il fatto che l'edificazione abusiva parte comunque nella speranza, spesso ben riposta, del futuro condono edilizio - la legge, per essere applicata, necessita di un catasto delle aree bruciate, che i comuni non fanno, adducendo difficoltà tecniche e/o di bilancio.
Il che, nell'epoca della ricognizione satellitare e di Google Earth, appare francamente ridicolo: pensar male, anche in questo caso, è brutto, ma c'azzecchi quasi sempre - come diceva mia nonna, oltre che il divino Giulio.
Quest'anno, però, qualcosa di diverso mi pare essere accaduto. Sono sempre stato molto attento alla questione degli incendi e, ...
di Giorgio Mattiuzzo
Il Presidente del Consiglio Prodi, qualche tempo fa, ha auspicato l'avvento della pace in Medio Oriente tra Israele e Palestina “come garanzia per i popoli della Regione e per Israele ad esistere come stato ebraico”[1]. La Dichiarazione di Indipendenza di Israele, proclamata il 14 maggio 1948, recita: “Noi, membri del Consiglio del Popolo [...] dichiariamo la fondazione di uno Stato giudaico in Eretz-Israel, denominato Stato di Israele”[2].
Come si può vedere da questi e da moltri altri esempi, che Israele venga ritenuto uno stato “ebraico”, cioè fatto per “gli Ebrei” è opinione largamente condivisa, anche da chi critica aspramente la politica dei governi israeliani. “Ogni giorno il Parlamento israeliano deve scegliere se approvare delle leggi che rendano Israele uno stato Giudaico sempre più democratico oppure se farlo diventare uno stato Giudaico razzista”[3]; così si esprime Haaretz, importante quotidiano israeliano. Tuttavia – a differenza di una certa vulgata che si sta imponendo – questo progetto non è nato per dare rifugio agli Ebrei europei scampati alle persecuzioni naziste del decennio hitleriano. L'idea di uno Stato ebraico, inteso nell'accezione moderna di Stato, è nata qualche tempo prima che il Nazionalsocialismo si affermasse come movimento politico. L'idea di uno Stato ebraico è stata pensata e sviluppata dal Sionismo, una dottrina politica nata alla fine dell'800.
Il termine “sionismo” nasce probabilmente nel 1891, mentre la nascita del Sionismo come movimento è di qualche anno successiva: fu Theodor Herzl nel 1897 a fondare ufficialmente il “movimento di rinascita nazionale dei Giudei. Esso sostiene che i Giudei sono un popolo e che quindi hanno il diritto all'autodeterminazione all'interno della loro nazione. Esso mira ad assicurare e sostenere una nazione – legalmente riconosciuta – per i Giudei nella loro patria storica, e mira ad iniziare e stimolare una rinascita della vita, ...
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