O sei Habilis, o sei Erectus: tutti e due non si può. Una nuova “picconata” alla teoria dell’evoluzionismo lineare arriva da una recente scoperta fatta in Kenya da una equipe diretta da Fred Spoor, dell'University College di Londra, e riportata nell’ultimo numero della rivista Nature.
Al gruppo di ricerca appartiene anche la nota paleontologa Meave Leakey, che già nel 2001 aveva dato un duro colpo alla semplicistica teoria lineare, che mette in ordine di tempo l’Australopithecus Afarensis (4 mil./anni), l’Homo Abilis (2 mil.), l’Homo Erectus(1 mil.), l’Homo Sapiens/Neanderthalis (100.000 anni), ed infine il Sapiens Sapiens (10.000 anni), ciascuna come diretta evoluzione della specie precedente. In quell’occasione infatti la Leakey aveva trovato un cranio di oltre 3 milioni di anni – il Kenyanthropus Platyops, o “Uomo del Kenya dal volto piatto” - le cui caratteristiche erano molto diverse da quelle del suo contemporaneo Afarensis.
Ora invece un reperto di Homo Erectus, databile nella stessa epoca dell’Homo Abilis, confuta anche l’ipotesi della discendenza del primo dal secondo, mentre le caratteristiche dentarie del primo indicano che si trattasse di un carnivoro, e quelle del secondo che si trattasse di un vegetariano.
Specie diverse, quindi, che non sarebbero mai nemmeno entrate in competizione fra di loro, suggerendo chiaramente una evoluzione parallela delle varie specie conosciute. Per non parlare ovviamente dell’Ominide di Flores, l’ “Hobbitt”, che ribalta persino i più azzardati teoremi alternativi.
Quello che sconcerta è la facilità - oltre alla frequenza - con cui crollano teorie che fino a ieri venivano date per buone. Ricordate Lucy, ad esempio? Nonostante la gran fanfara con cui fu data la notizia, ... ... oggi dobbiamo riconoscere che la piccola nonnina africana non è affatto la nostra comune progenitrice. Almeno non lo è di certo.
Man mano che gli “anelli mancanti” aumentano, il nostro albero genealogico prende sempre più le forme di un cespuglio senza radici, mentre la teoria evoluzionistica nel suo insieme appare come un colabrodo senza contorni, nel quale i buchi sono ormai la cosa più visibile: dalle impossibilità statistiche delle prime formazioni di aminoacidi, nello stagno primordiale, alla troppo geniale “invenzione” del DNA/RNA, fino al caos più totale nella transizione da primate a uomo, l’unica cosa su cui concordano tutti i paleontologi, a questo punto, è che l’Africa sia stata la culla dell’umanità.
Un pò pochino, per una scienza che continua ad arrogarsi il diritto di raccontarci come siamo venuti al mondo, ma non sa nemmeno da che parte cominciare per dimostrarlo.
Massimo Mazzucco
L’
articolo di Nature.
Mauro Quagliati ha scritto una scheda approfondita sugli Hobbit (Uomo di Flores), ponendo interrogativi che vanno ben oltre la semplice comparsa di questo nostro piccolo "cugino" nella lontana isola indonesiana:
Il mistero dell'Hobbit - Un antenato in miniatura
Vedi anche:
Gli Hobbit esistevano davvero - Un altro duro colpo per il darwinismo classico
Darwin, necessario ma non sufficiente? Segue una discussione particolarmente approfondita e interessante.
Le due cattedrali Un confronto fra il dogmatismo religioso e quello scientifico.
Breve storia dell'evoluzione (articolo ironico)