Fra una settimana il sito compie 6 anni. Inaugurato l’8 di marzo 2004, in onore di tutte le donne che hanno lottato in passato per il rispetto dei loro diritti, il sito è arrivato a raccogliere fino ad oggi la ragguardevole cifra di 9.687 iscritti.
Ovviamente, sarebbe molto bello riuscire ad arrivare a 10.000 entro il prossimo 8 di marzo.
In tempi normali questa cifra non verrebbe mai raggiunta, poichè viaggiamo con una media "storica" di circa 5 iscritti al giorno. Potremmo però chiedere di iscriversi a molti di quelli che ci leggono quotidianamente, ma che fino ad oggi non hanno mai scelto di farlo, poichè non intendono comunque postare commenti (il motivo principale per iscriversi è quello, anche se non è l’unico). L’iscrizione è rapida e gratuita, basta avere un indirizzo e-mail, e la privacy dei vostri dati personali rimane garantita.
Oppure ciascuno di noi potrebbe “spargere la voce”, con la sua lista di contatti e-mail, facendo anche promozione al sito presso chi ancora non lo conosce. Anche Facebook può tornare molto utile, lasciando a ciascuno la libertà di utilizzare i propri contatti come meglio crede. (Nel caso, segnalo che esiste già un “gruppo” luogocomune, che presto inizierò ad usare per diffondere direttamente su Facebook le novità più importanti del sito. Se siete già su Facebook iscrivetevi!) Abbiamo anche aggiunto il comando "condividi" (la striscia blu sotto ogni articolo). Il funzionamento è ancora da mettere a punto, ma già si può utilizzare.
Ringrazio anticipatamente tutti coloro che vorranno provare ad aiutarci, anche a nome degli altri utenti già iscritti al sito.
Non siamo una famiglia omogenea, e questo lo sappiamo tutti. Ma condividiamo tutti certi principi, ...
Purtroppo non siamo in grado di preparare in poco tempo un articolo adeguato a supporto di questo video, ma la testimonianza di questo padre-infermiere (Gabriele Milani) contiene già una quantità di spunti da far girare la testa, soprattutto se applicati a quello che già sappiamo su Big Pharma.
In un mondo diverso i cittadini più responsabili offrirebbero il proprio voto, ad esempio, solo a chi si impegnasse ad affrontare seriamente ed in modo trasparente un problema come questo.
Invece correranno tutti di nuovo a votare come pecore, senza pretendere nulla in cambio, ben felici di continuare ad apporre la firma alla propria condanna a morte, e a quella dei propri figli.
(La seconda parte del video è all’interno)
1 - Caso Telecom/Fastweb – Intercettazioni.
Non sembra ci sia da preoccuparsi, è sicuramente – come dice il nostro Premier – tutto fango. Il problema casomai sono i “pm talebani”. E’ infatti indegno che in un paese onesto e pulito come il nostro, dove la collusione fra mafia e politica non è mai esistita, la gente non possa farsi gli affari propri al telefono senza essere spiata. Ormai viviamo in uno stato di polizia.
2 - Cile, tsunami. Evacuata isola di Pasqua.
Mentre noi non siamo nemmeno in grado di evacuare una città come l’Aquila, che è collegata al resto del mondo con strade, ponti e ferrovie, sarebbe interessante capire come abbiano fatto i cileni ad “evacuare” un’isola, tenendo conto che quella di Pasqua è notoriamente l’isola più lontana dalla terraferma di tutto il globo. Dove li hanno messi gli abitanti? A galleggiare in mezzo al mare, in attessa del passaggio dello tsunami?
3 - Google condannata per video bambino “down”.
Giustizia è fatta. Non si può mettere in rete la scena del pestaggio di un bambino down, senza accorgersi che si sta violando la sua privacy. Gli handycappati vanno maltrattati lontano dagli occhi della gente, questo lo sanno tutti. Al massimo in TV facciamo vedere i negri pestati dalla polizia, tanto quelli che privacy vuoi che abbiano?
(Articolo originale del 8/3/2010)
Immaginiamo una scenetta inventata, con Aldo Giovanni e Giacomo come protagonisti.
ATTO PRIMO
Si apre il sipario. L’ ambiente è scuro, tenebroso. Una sola luce centrale, bassa, illumina un tavolo rotondo attorno al quale sono seduti tre uomini. Il cono di luce permette di vedere le loro mani, ma il corpo e i volti restano parzialmente in ombra.
Aldo porta una divisa da generale, con la giacca coperta di decorazioni e la visiera del cappello calata sugli occhi. Giovanni indossa un abito scuro con il classico gilet e la camicia bianca. Porta gli occhiali da sole, e si vede il filo di un auricolare che gli esce dall’orecchio. Giacomo si presenta con una spavalda giacca viola a quadrettoni bianchi, camicia celeste elettroshock e cravatta arancione sgargiante. Inguardabile. E’ chiaramente lui il pesce fuor d’acqua.
Giovanni si rivolge ad Aldo, con tono serio e confidenziale.
GIOVANNI: Allora, mi è stato detto che la cosa si può fare.
ALDO (tira un sospiro di sollievo): Oohhhhh, finalmente, era ora! E quando?
GIOVANNI: Presto, presto. Entro settembre.
ALDO: Si potrebbe fare per l’11, già che ci siamo?
GIOVANNI: Si può provare. Ma perché proprio l’11?
Lo hanno chiamato “digital doomsday”, ovvero il giorno dell’Apocalisse digitale.
Riunito dietro alla minacciosa scritta “Cyber shockwave” (shock cibernetico), un curioso think-tank composto da persone – ci dice la CNN - che hanno occupato posti di alta responsabilità nelle passate amministrazioni, ha simulato un attacco all’infrastruttura americana di comunicazione per valutarne le potenziali conseguenze.
Partita con un attacco alla rete di cellulari, la simulazione arrivava presto a aggredire il cosiddetto “mainframe” di Internet, ovvero le arterie principali che tengono costantemente collegati milioni di computer in America.
Pare infatti che la nuova frontiera dell’hacking si stia spostando sugli smart-phones, i telefonini intelligenti – come I-Phone - che moltissimi posseggono, e che sono praticamente diventati dei computer tascabili. Ora che i nostri laptop e desktop dispongono di mezzi relativamente sofisticati per difendersi (spy-ware, antivirus, ecc.), sarebbero i telefonini dell’ultima generazione a rappresentare il tallone d’Achille del sistema informatico.
“Da dove potrebbe arrivare un attacco del genere?” si domandano preoccupati i reporters della CNN. Naturalmente – rispondono gli esperti del think-tank – “Russia e Cina sono fra le nazioni con le maggiori capacità di aggredire un intero sistema informatico come quello americano”.
Ohibò, sempre loro. Cascano le braccia nel vedere i filmati di repertorio dei soldati russi che marciano sulla Piazza Rossa, classico memento mediatico di ere ormai lontane sul “pericolo comunista”.
Una volta digerita la prima ondata di allarmismo, infatti, si scopre …
di Marco Cedolin
Ha un senso chiudere le città alla circolazione automobilistica la domenica, quando il traffico è già di per sé scarso, con l’ambizione di ripulire l’aria e le coscienze per qualche ora, in attesa che arrivi il lunedì con il classico corollario di tangenziali intasate, ingorghi e volumi di traffico schizofrenici?
Ha un senso decidere i blocchi della circolazione domenicali senza curarsi minimamente delle condizioni meteorlogiche, quando sabato è appena arrivato il vento di favonio a ripulire l’aria o lunedì sono previste precipitazioni che abbatteranno una parte degli inquinanti presenti in atmosfera?
Ha senso affrontare un problema serissimo, come quello dell’inquinamento atmosferico nella pianura padana, testimoniato dalla "nube bruna" avvoltolata per quasi tutto l’anno sopra di essa, e delle pesantissime conseguenze che tale inquinamento determina sulla salute degli abitanti, attraverso una serie di provvedimenti “patinati” che non sono in grado d’incidere sul fenomeno e suonano vuoti di contenuti come la litania degli slogan elettorali?
Ha senso focalizzare l’attenzione solo ed esclusivamente sul traffico automobilistico (sicuramente un fattore importante del problema), fingendo che gli impianti industriali, le acciaierie, i cementifici, le centrali a combustibili fossili, gli inceneritori e molti altri dispensatori di sostanze velenose semplicemente non esistano?
Sergio Chiamparino, sindaco di Torino e presidente dell’Anci, …
Questa notte ho avuto un incubo. È stato un incubo orribile.
Vivevo in un paese strano, circondato da gente che non aveva la faccia. Avevano solo il cappotto, oppure la giacca, e spesso anche il cappello, ma la faccia non riuscivo mai a vederla. Era sempre offuscata, poco nitida, non definita. Andavano tutti in giro pigiati in auto piccolissime, anche otto-dieci per ogni auto, e c’erano auto dappertutto. Ma anche quando i passeggeri avevano il volto appiccicato al finestrino, la loro faccia non si vedeva. Si vedeva solo una superficie chiara, una specie di palloncino tondeggiante, amorfo, del colore della pelle, con due macchie scure asimmetriche che potevano forse essere gli occhi, ma non erano mai al posto giusto. Magari uno più in alto e uno più in basso, oppure uno più vicino al centro e l’altro su di un lato, ma comunque quelle macchie scure non fissavano mai nulla di preciso, non cercavano nulla, e non ti guardavano mai.
C’erano, e basta.
Poi ogni tanto vedevo in mezzo alla gente una specie di dittatore, che rideva sempre, e urlava dalle piazze. Ma non era un vero dittatore, sembrava più un impiegato, un pensionato, o un collega d’ufficio. Si arrampicava su una cancellata, restava appeso a cavalcioni, e gridava alla folla qualcosa che non capivo. Urlava tenendo un dito teso, puntato lontano. Sembrava un maestro di scuola arrabbiato, ...
di Marco Cedolin
In Val di Susa dall’inizio dell’anno si dorme poco, spesso si mangia in piedi e ancor più spesso si vive all’aria aperta, anche la notte quando nevica. Il motivo di uno stile di vita tanto bizzarro, al quale ormai stanno facendo l’abitudine molti cittadini valsusini è costituito dai sondaggi truffa fortemente voluti da Mario Virano e lautamente pagati da tutti i contribuenti italiani.
Dall’inizio dell’anno quasi ogni notte, con il favore delle tenebre, una trivella si mette in moto, con il suo corollario di centinaia di poliziotti in tenuta antisommossa che militarizzano il territorio. La trivella viene sistematicamente posizionata in un sito adiacente all’autostrada A32, quasi sempre accanto al pilone di un viadotto, laddove la natura del terreno non presenta alcun segreto, dal momento che è stata già studiata in profondità quando negli anni 90 autostrada e viadotti furono costruiti. Il sondaggio farsa prosegue per alcune ore e generalmente prima che scenda nuovamente la notte il cantiere viene smantellato in gran fretta insieme all’occupazione militare, destinata a riproporsi molto presto, magari già la notte successiva, accanto ad un altro pilone della stessa autostrada.
I cittadini della Valle contrari all'alta velocità quasi ogni notte si tirano giù dal letto...
Uno dei temi ricorrenti, nelle discussioni sull’11 settembre, è che fine abbiano fatto i quattro aerei che sarebbero stati utilizzati per gli attentati. Abbiamo infatti un caso più unico che raro nella storia, in cui di quattro aerei da 100 tonnellate ciascuno ci restano sì e no i rottami per mettere insieme una FIAT 500.
Se poi si ascoltano i no-planers, ci si sente periodicamente domandare ”come è possibile che un aereo, che è fatto di alluminio e altri materiali leggeri, possa penetrare una struttura d’acciaio come quella delle Torri Gemelle come se fosse burro?”
In realtà il problema è l'opposto, poiché se è vero che gli aerei entrano nella struttura come il burro (e qui la spiegazione è data dalla semplice velocità), dalla parete opposta delle Torri non esce praticamente nulla di solido. Se si fa eccezione per quello che sembra essere un motore, che fuoriesce dal retro della Torre Sud, i due aerei vengono letteralmente inghiottiti dagli edifici nello spazio di poche decine di metri.
Quella che segue è la mia opinione personale su ciò che è probabilmente successo alle Torri Gemelle. Sottolineo che si tratta di una semplice ipotesi, e non certo una tesi completa e argomentata.
Bisogna provare a guardare gli attentati dal punto di vista dei presunti cospiratori.
Se infatti ci si mette nei loro panni, si pone subito una serie di problemi non da poco, …
Chi vuole può tranquillamente mettersi a discutere su “Bertolaso vittima” o “Bertolaso figlio di mignotta”.
Può discutere se Francesca fosse una vera massaggiatrice, oppure una prostituta d'alto bordo. Può discutere se la "festa per Bertolaso” fosse un’orgia di sesso droga e rock-and-roll, oppure un semplice picnic di campagna. Può discutere se il bubbone sia scoppiato casualmente, oppure se sia stato voluto politicamente.
Forza, fatevi avanti, ce n'è per tutti.
Finché discute di tutte queste cose, infatti, il cittadino non può fare del male a nessuno, poiché non è quello il vero problema, come al solito.
Il vero problema è che ci si scandalizzi quando si viene a sapere degli appalti controllati, …
Leggi tutto: Operazione "Luogocomune 10.000"