LETTERA APERTA A LUCA BARBARESCHI
Salve Luca.
Sono rimasto stupito nel sentire, nell’ambito della tua intervista a Marisa Berenson, che esistono “degli imbecilli, un gruppo di idioti in rete, che sostiene che le Twin Towers non sono mai cadute”. (Immagino tu intendessi dire che non sono cadute “da sole”, visto che sul fatto che siano crollate sembra esserci ormai un consenso abbastanza unanime. E’ casomai sulla causa del crollo che nasce la discordia).
Non si comprende peraltro che cosa dovrebbe dimostrare la morte della sorella della Berenson, in un senso come nell’altro. “Siccome è morta – ci stai dicendo - vuol dire le Torri sono cadute da sole”?
Ma forse il fatto citato da Marisa Berenson è stato per te solo uno spunto per dire pubblicamente quello che pensi sui “conspiracy theorists” – come tu li hai definiti - e non la conclusione di un reale ragionamento, che infatti non esiste.
In questo caso vorrei segnalarti che queste persone nel mondo …
di Marco Cedolin
Buona la prima, ma molto meno la seconda, verrebbe da pensare guardando la grande manifestazione a Roma organizzata domenica scorsa dal Popolo della libertà di governo, che fa il paio con quella del 2006, quando Berlusconi era all’opposizione e riusciva disinvoltamente a cavalcare il malcontento generalizzato nei confronti del governo di Romano Prodi.
Troppe le note stonate, ad iniziare dall’improbabile "complotto" per impedire agli elettori di centrodestra di votare, preso come spunto per indire la kermesse.
Dal leit-motiv “l’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio” ripetuto come un mantra fino allo sfinimento, nonostante la mise di “partito dell’amore” si addica davvero poco alla baliosa coalizione capeggiata da Berlusconi e alla politica italiana più in generale.
Dai numeri, 150.000 persone secondo la questura, 1 milione a parere degli organizzatori, ...
Questo è un breve estratto dal film di luogocomune sulla marijuana, attualmente in preparazione. Insieme ad altri registi e autori, stiamo intervistando un gruppo di medici della California, specializzati nell’uso medico della marijuana, che sembrano aver ottenuto di recente dei risultati assolutamente sorprendenti nella terapia contro i tumori.
Alcune interviste che vedrete, realizzate da noi, sono una anteprima assoluta. (*)
Da queste risulta che in certi tipi di tumore, fra cui quello cerebrale, la marijuana individua e uccide le cellule cancerose lasciando intatte le cellule sane circostanti.
Nel compiere questa azione la mariijuana (“cannabinoidi”) non fa che replicare il meccanismo che viene normalmente attivato, quando il corpo è sano, dal nostro sistema di difesa interno (“endocannabinoidi”), ...
di Marco Cedolin
Una volta le scalate ai grandi gruppi editoriali si davano in gran segreto, nascondendosi con eleganza dietro a prestanome di fiducia, mentre pubblicamente si fingeva di non avere nulla a che fare con le vicende della carta stampata. Oggi invece i padroni hanno deciso di calare la maschera e di entrare direttamente in palcoscenico, all’insegna di una prepotenza e di una volgarità che ormai non abbisognano più nemmeno del sottile velo di ipocrisia che prima le ammantava.
Una nota del Gruppo Rizzoli Corriere Della Sera ha oggi comunicato l’ingresso nel Consiglio di amministrazione del gruppo, di Giovanni Bazoli, Luca Cordero di Montezemolo, Diego Della Valle, Cesare Geronzi, Antonello Perricone, Giampiero Pesenti e Marco Tronchetti Provera.
In persona.
Giovanni Bazoli, attualmente presidente del Consiglio di sorveglianza della banca Intesa San Paolo e presidente della finanziaria Mittel è un banchiere italiano di primaria importanza con alle spalle una lunga tradizione politica, già personaggio di spicco nelle vicende del Banco Ambrosiano ai tempi dello scandalo Calvi.
Luca Cordero di Montezemolo, presidente della FIAT e della Ferrari, ...
di Marco Cedolin
Durante tutto il corso della storia l'uso degli animali nell'ambito dell'esercito è sempre stato molto diffuso. Basti pensare al cavallo, per millenni unico mezzo di locomozione per soldati e civili, agli elefanti di Annibale, ai muli degli alpini, ma anche ai piccioni viaggiatori ed ai cammelli.
Molto spesso gli animali sono stati considerati alla stessa stregua di oggetti inanimati, nulla più di un carretto o di un trabucco, più raramente veri e propri soldati (sia pur di rango inferiore) inseriti a tutti gli effetti nell'esercito.
Da sempre gli animali (soldati per forza) si sono trovati loro malgrado a condividere le stesse sorti dei militari, falciati in battaglia dal fuoco o dalle frecce nemiche, ammazzati dal freddo o dalla fame, massacrati dalle esplosioni o dalla fatica.
Ai nostri giorni le truppe si muovono sui mezzi corazzati e sugli aerei, le comunicazioni sfruttano i sistemi satellitari e perfino gli eserciti che operano nelle zone impervie di montagna hanno pensionato i muli a favore di motoslitte ed elicotteri assai più performanti di quanto non lo fossero le creature a quattro zampe.
Verrebbe quasi voglia di dire che una volta tanto l'innovazione tecnologica ...
Si rimette in movimento il pendolo dei gonzi, la finta democrazia del “meno peggio” che permette alla stessa elite di continuare a mantenere il controllo delle nazioni da oltre 50 anni, a discapito degli stessi imbecilli che continuano a firmare per costoro la periodica autorizzazione a delinquere, convinti di esercitare il proprio “sacrosanto diritto” di votare.
Ieri era toccato alle destre europee “punire” le sinistre imbelli e inefficaci, portando al governo gente come Sarkozy o Berlusconi, oggi sembra sia tornato il momento di “mandare a casa” le destre imbelli e inefficaci, per rimetterci gli stessi imbelli di sinistra già bocciati in precedenza.
E’ pura e semplice follia. Ma funziona.
Ieri in Francia Sarkozy è stato battuto dai socialisti, in Italia fra poco sarà Bersani a celebrare la cacciata dell’inossidabile parrucchino di Arcore. O comunque la invoca a pieni polmoni, mettendosi alla testa di una crociata che cerca di fare del prossimo turno elettorale una specie di “ultima spiaggia” della democrazia.
La cosa comica – anzi, tristissima – è che Bersani usa senza mezzi termini le stesse identiche parole che ogni cittadino dovrebbe usare, sempre e comunque, prima di scegliere per chi votare: “Bisogna mandare a casa un governo – ha detto – che non ha fatto quello che aveva promesso di fare due anni fa”.
Ohibò, che cosa è successo? Bersani ha forse scoperto come funziona la democrazia? Ha forse capito …
Terremoto che vai, bugia che ti ritrovi.
Per Haiti il disastro ricadeva nella triste favola degli haitiani “sfortunati”, per il Cile il mancato disastro (totale) è stato salutato dal Wall Street Journal come un premio ai cileni per aver dato ascolto ai “Chicago Boys” di Milton Friedman.
Niente affatto, spiega Naomi Klein nell’articolo che abbiamo tradotto.
Oltre il terremoto. Milton Friedman non ha salvato il Cile - di Naomi Klein
Da quando la deregulation ha causato il disastro economico mondiale del settembre 2008, e tutti sono diventati di nuovo keynesiani, non è stato facile continuare a professarsi un seguace del defunto economista Milton Friedman. Talmente in discredito è caduto ormai il suo genere di fondamentalismo del libero mercato, che i suoi ammiratori cercano sempre più disperatamente delle vittorie ideologiche da rivendicare, per quanto esagerate possano essere.
Abbiamo sottomano un esempio particolarmente sgradevole. Appena due giorni dopo che un potente terremoto ha travolto il Cile, Bret Stephens, opinionista del Wall Street Journal, informava i suoi lettori che “lo spirito di Milton Friedman aleggiava a protezione del Cile“, poiché “grazie in buona parte a lui, il paese ha resistito ad una tragedia che altrimenti sarebbe risultata in una apocalisse (…) non ha caso i cileni vivevano in case di mattoni - e gli haitiani in case di paglia - quando venne il lupo che voleva spazzarle via con un soffio”.
Secondo Stephens, le misure radicali del libero mercato prescritte da Milton Friedman …
Su richiesta di diversi lettori pubblichiamo in home il commento che un utente ha scritto in risposta al mio recente articolo “Alle urne! Alle urne!” Nel rispettare la volontà degli altri, mi permetto di dissociarmi dall’entusiasmo che ha accolto questo commento, e ne spiego alla fine i motivi. M.M.
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[size=large]Dialogo immaginario fra un Elettore Ideale e un Politico Reale[/size]
Elettore Ideale: Allora siamo d'accordo. Io e gli altri ti votiamo se tu indici un referendum sul Trattato di Lisbona, de-privatizzi l'acqua, ritiri i militari dall'estero e [aggiungere altre 7 cose ritenute consone]
Politico Reale: Sì, certo. Senza dubbio. In nome della Libertà e del Popolo che mi impegno a rappresentare, non tradirò la vostra fiducia.
Cinque anni dopoElettore Ideale: Ma che cazzo! Sono passati 5 anni e non hai fatto NIENTE di quello che ti eri impegnato a fare! Ci hai traditi tutti, bastardo faccendiere.
Politico Reale: No, io ho invero fatto tutto ciò che era possibile per realizzare i punti del mio programma, …
Sembra che il Mossad si sia fatto prendere col sorcio in bocca.
I professionisti per eccellenza delle “covert operations”, i maestri a cui guardano con deferenza tutti gli altri servizi del mondo, si sono fatti prendere come dilettanti allo sbaraglio dal controspionaggio di uno staterello “qualunque” come l’Emirato del Dubai.
Lo racconta Bob Baer, l’ex-analista della CIA e accusatore del proprio governo per l’inside job del 9/11, in un articolo comparso ieri su Time.com.
Secondo la sua ricostruzione, ben 26 agenti del Mossad hanno partecipato all’operazione per eliminare un dirigente di Hamas nella sua stanza d’albergo di Dubai, lo scorso 19 gennaio. L’uomo era sospettato di vendere armi iraniane ai palestinesi di Gaza.
Come si vede nelle immagini delle telecamere di sicurezza due insospettabili turisti, travestiti da giocatori di tennis, seguono in ascensore la vittima che viene accompagnata nella sua stanza da una hostess dell’albergo. Più tardi gli uomini del Mossad si introducono nella stanza e lo uccidono lasciando il corpo nel letto, in posizione naturale, con i vestiti ben ripiegati sulla poltrona, in modo da far apparire il tutto come un normale attacco di cuore. Come tocco finale gli assassini, giustamente, escono lasciando la porta chiusa a chiave dall’interno.
Impeccabile, almeno all’apparenza.
Peccato che l’autopsia abbia rivelato nel sangue della vittima …
Il problema fondamentale che sta alla radice dell’errato uso che noi facciamo della democrazia è la scarsa capacità delle persone di vedere il gioco nel suo intero.
Di quel gioco noi normalmente vediamo solo il lembo inferiore - cioè la lotta quotidiana fra i politici del momento - che è quello che ci riguarda da vicino ogni volta che stiamo per votare.
Ma tutto quello che sta dietro, tutto quello che avviene prima e dopo le elezioni - cioè tutto quello che conta veramente - sfugge normalmente alla nostra attenzione.
Ciò non accade perchè siamo stupidi, ma perchè veniamo intenzionalmente distratti dai giochi di facciata, proprio per evitare che lo vediamo.
Ieri era lo scandalo delle veline, oggi è il “caos delle liste”, domani sarà un’altra stupidaggine qualunque.
Si chiama specchietto per le allodole, ha sempre funzionato, e purtroppo in questo caso le allodole siamo noi. Siamo tutti i popoli d’Europa, anzi dell’occidente cosiddetto democratico, dove orde intere di persone vengono convogliate periodicamente alle urne, nell’illusione di poter decidere del proprio destino.
Purtroppo avviene che al momento di entrare nell’urna il nostro destino è già stato deciso. Ci viene infatti offerta solo una alternativa apparente, le cui variabili non sono in alcun modo in grado di determinare reali cambiamenti nel percorso della nostra nazione.
Ciò che impedisce questo cambiamento di percorso è la replicazione di un sistema marcio alla radice, caratterizzato dalla corruzione e dal furto legalizzato di miliardi di miliardi di denaro che il contribuente ha versato, nella forma di tasse, illudendosi che venisse utilizzato per le giuste ragioni.
Piace a tutti trovare ospedali che funzionano, nel momento del bisogno, …
di Marco Cedolin
I siparietti comici in grado strappare almeno qualche sorriso in salsa agrodolce non sono certo mancati negli ultimi mesi. Come dimenticare infatti l’invito dell’ad delle Ferrovie Moretti, l’iper tecnologico mentore dell’alta velocità, a portarsi da casa coperte e panini, per meglio fronteggiare i lentissimi viaggi sui convogli in panne nella neonata steppa padana lo scorso dicembre? La consegna del premio Nobel per la Pace al Presidente americano Obama, impegnato proprio in quei giorni nel rafforzamento del contingente militare in Afghanistan? Il ministro Rotondi che consigliava agli italiani di abolire il pranzo? La psicosi terrorismo costruita intorno alle mutande del nigeriano Umar Faruk Abdulmutallab? Il blocco del traffico domenicale presentato alla stampa con tronfi proclami da Chiamparino e dalla Moratti e poi rivelatosi un flop totale sotto ogni punto di vista?
Renata Polverini e Roberto Formigoni, candidati a “governatori” per le regioni Lazio e Lombardia con il PDL, sono però riusciti a superare i loro pur illustri epigoni, dando vita ad una vicenda degna di Zelig Circus ed estremamente indicativa della professionalità con cui si muovono i faccendieri della politica nel Belpaese.
La lista a sostegno della Polverini è stata infatti esclusa dalla competizione elettorale nella provincia di Roma, …
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