di Marco Cedolin
I confini fra il mondo dell’informazione giornalistica e quello della promozione pubblicitaria hanno continuato negli ultimi decenni a farsi sempre più labili, consentendo alla pubblicità di fagocitare con sempre maggiore avidità larga parte degli spazi deputati a produrre informazione.
Il lancio sul mercato del nuovo iPhone (leggasi cellulare) della Apple, magnificato da giorni nel corso dei telegiornali e sulle testate dei maggiori quotidiani, da parte di una folta schiera di giornalisti che si sono prodigati nel mettere in luce le mirabolanti qualità tecnologiche e la straordinaria filosofia che si cela all’interno di un apparecchio che a loro dire rivoluzionerà la vita degli italiani, ci ha permesso di constatare oggettivamente quanto in profondità gli spot pubblicitari abbiano ormai colonizzato ogni spazio informativo.
I telegiornali fotocopia di Rai e Mediaset, fra il “pastone” politico ed il resoconto dei fatti di cronaca più eclatanti non arrivano a dedicare all’informazione più di una dozzina di minuti, mentre l’intero quarto d’ora che segue è in realtà un’infinita sequela di spot pubblicitari mascherati, neppure troppo bene, sotto forma di notizia. Senza la canonica dicitura “messaggio promozionale” ed ovviamente senza “fattura” si pubblicizza ogni cosa, dall’ultimo cd della popstar di successo al nuovo film del regista emergente, dalla tournée del cantante famoso al libro dello scrittore intellettualmente impegnato e politicamente corretto, dall’ultima vettura nata in casa Fiat alla nuova collezione dello stilista di grido, dalle località sciistiche a quelle balneari, dal “melafonino” che ti cambierà la vita allo scooter che riscopre le tradizioni.
È di poche ore fa la sorprendente notizia che un alto emissario dell’amministrazione americana, William Burns, incontrerà il suo corrispettivo iraniano, Saeed Jalili, il prossimo sabato a Ginevra. Sarà Xavier Solanas a fare gli onori di casa.
Questo passo segna una svolta fondamentale nella politica estera dell’ amministrazione Bush, che negli ultimi anni aveva categoricamente rifiutato qualunque tipo di trattativa con l’Iran. Di fatto, è dal tempo della “crisi degli ostaggi”, nel 1979, che Stati Uniti e Iran non avevano più relazioni diplomatiche.
E’ interessante notare come questo gesto di distensione venga dopo un periodo nel quale i tamburi di guerra hanno rullato alla massima potenza, facendo schizzare alle stelle il prezzo del petrolio: evidentemente l’amministrazione Bush deve trovare un modo per calmierarlo, almeno fino a novembre, ...
“Ventitre anni e nove mesi di reclusione per 15 imputati e assoluzione per 30: e' la sentenza emessa questa sera dopo 11 ore e mezza di camera di consiglio dalla terza sezione del tribunale di Genova presieduta da Renato Delucchi. I Pm Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati avevano chiesto condanne nei confronti di 44 imputati per oltre 76 anni di carcere con pene variabili da 6 mesi a 5 anni e 8 mesi di reclusione e una sola assoluzione. In pratica i giudici hanno ridotto di un terzo sia le richieste di condanna che il numero dei condannati. Non hanno inoltre confermato per la maggior parte degli imputati il reato di abuso d' ufficio doloso, contestato dai pm in sostituzione del reato di tortura non ancora previsto dal nostro ordinamento giudiziario.”(ANSA)
Non è facile interpretare la sentenza di Genova sui fatti di Bolzaneto. La si può infatti vedere come una prima vittoria “della gente” (i normali cittadini che hanno subito le violenze) contro l’apparato istituzionale, che normalmente difende i propri rappresentanti ben oltre la giusta misura, pur di non “riconoscere” di avere sbagliato.
A favore di questa lettura resta il fatto che sarebbe davvero la prima volta nella storia italiana che la magistratura condanna in maniera così decisa e univoca un sostanzioso gruppo di appartenenti alle forze dell’ordine.
Oppure la si può leggere come una “falsa soddisfazione”, concessa ai cittadini stessi, ...
E' "solo" una TV della Sardegna, ma Videolina da tempo si distingue per mostare ai suoi colleghi "in continente" come andrebbero affrontati certi argomenti, che loro invece scelgono sistematicamente di ignorare (ha fatto spesso la stessa cosa con le scie chimiche).
Con la nascita ufficiale dell’ ”Unione per il Mediterraneo”, che soppianta il fallimentare “Processo di Barcellona” del 1995, Nicholas Sarkozy si propone ormai apertamente come nuovo punto di riferimento europeo sul palcoscenico della politica mondiale.
Sin da primo giorno del suo mandato, Sarkozy ha mostrato chiaramente le sue ambizioni di mediatore internazionale, mettendo in scena con successo la liberazione degli infermieri rumeni prigionieri di Gheddafi. Sembrò allora un semplice capriccio, alla ricerca di una facile popolarità a basso rischio (l’annuncio della sua mediazione fu dato solo a cose fatte), ma non era che l’inizio di una serie di interventi di forte valenza mediatica, che si è conclusa con la recente liberazione di Ingrid Betancourt dalle foreste colombiane. Laddove Chavez aveva fallito miseramente, Sarkozy ha centrato in pieno il bersaglio, totalizzando il massimo dei punti disponibili, sia sul piano politico che su quello mediatico.
Ma queste sono solo operazioni di facciata, intese a rafforzare l’immagine del grande mediatore che si sta adoperando da tempo su un progetto ben più ambizioso e lungimirante: la creazione di una nuova potenza mediterranea, da contrapporre al tentativo americano di estendere il proprio controllo sull’intera “fascia energetica” che va dal Marocco fino ai confini dell’India.
Se si traccia infatti la mappa dei nuovi insediamenti americani, ...
Dopo quasi mille anni di vita (1173–2008), molti dei quali passati “in bilico” fra la vita e la morte, la Torre di Pisa ha finalmente ceduto alle leggi di gravità, ed è rovinosamente crollata al suolo.
Fortunatamente non vi sono state vittime. La Torre infatti era chiusa per riparazioni, e non vi erano turisti nelle vicinanze.
Anche le abitazioni circostanti hanno subito solo danni lievi: invece di inclinarsi su un lato - come si poteva immaginare - la Torre si è sbriciolata sulla propria pianta, in perfetta verticale, trasformandosi in una densa nuvola di polvere finissima che ha ricoperto buona parte della città.
I testimoni che la osservavano da lontano hanno raccontato di aver visto la Torre “scomparire” di colpo verso il basso, come una specie di cannocchiale che si ritira su se stesso.
“Ad averlo saputo - ha commentato il direttore della Pro-Loco – non avremmo fatto tutta quella fatica, nel corso degli anni, per cercare di tenerla dritta”.
Le autorità inquirenti non sono ancora riuscite a dare una spiegazione per questo strano comportamento, ...
La vera notizia delle ultime 24 ore non è l’escalation della tensione in Medio Oriente, ma il fatto che “l’Iran abbia ritoccato la fotografia dei missili“.
Lo scoop ha fatto il giro del mondo, e in poche ore tutte le più importanti testate, dal New York Times alla nostra beneamata “Repubblica“, urlavano allo scandalo per l’inganno mediatico attribuito ai diabolici Pasdaràn. Costoro vengono infatti accusati di aver “aggiunto“ un missile all’immagine diffusa in mattinata, che faceva da accompagnamento alla notizia del lancio multiplo dimostrativo.
È stata l’agenzia France-Press a pubblicare per prima la foto ritoccata, sostituendola in seguito con quella originale. Sempre secondo i media occidentali, la foto ritoccata sarebbe stata diffusa dall’agenzia iraniana “Sepah News”, mentre quella originale dal quotidiano iraniano Jamejam.
Curioso, come questi iraniani siano talmente stupidi da smentirsi fra di loro. (Resta infatti da dimostrare che non sia avvenuto l’esatto contrario, e cioè che qualcuno, in occidente, abbia deciso di ritoccare la fotografia, ...
di Marco Cedolin
Mentre imperversa la canicola estiva che con il suo fiato arroventato rende difficile la vita di tutti quegli italiani che non hanno la fortuna di affollare le spiagge, dove molti ombrelloni si sussurra resteranno chiusi a causa del carovita, anche il circo mediatico e quello politico sembrano risentire degli effetti del solleone, proponendo con disarmante continuità notizie più scontate di quanto non lo siano gli abiti che troneggiano nelle vetrine dei saldi estivi e penosi siparietti fra mestieranti politici tanto sudaticci e irascibili da avere ormai perso ogni briciola di aplomb.
I prezzi salgono molto di più di quanto non accada ai salari, o se preferite i salari incrementano molto di meno di quanto non accada ai prezzi. La notizia viene ormai da alcuni mesi ripetuta come un mantra da tutti i giornali, rilanciata ora dall’armata Berlusconi, ora da Confindustria, ora dal governo ombra di Veltroni che è l’unico a godere di un po’ di frescura, ora dal Governatore di Bankitalia Draghi, ora dai sindacati, ora dal Papa, ora dal Presidente della Repubblica. Tutti d’accordo nel dire che si tratta di un grande problema in quanto oltre alla sopravvivenza dei lavoratori potrebbe compromettere la crescita del PIL, tutti d’accordo nell’affermare che occorre trovare una soluzione, ...
L’Iran ha lanciato ieri nove razzi di diversa portata, come chiara dimostrazione che è pronto a fronteggiare qualunque attacco da parte di Israele. A sua volta Tel Aviv ha fatto sapere che giudica i test iraniani “una chiara provocazione“.
La “questione iraniana“ è profondamente cambiata negli ultimi mesi, da quando la CIA ha detto chiaramente che non vi era nessun rischio atomico da parte dell’Iran, e gli stessi militari si sono spaccati in due, con le tempestose dimissioni dell’Ammiraglio Fallon. Di fronte a scenari di guerra semplicemente catastrofici, un minimo di buon senso sembra aver trovato albergo persino al Pentagono. L’opzione di un attacco congiunto USA-Israele sembra quindi tramontata, mentre si parla sempre più spesso di un attacco diretto da parte di Israele. Nel frattempo qualcuno inizia a domandarsi se Bush sarà in grado di convincere gli israeliani a non farlo.
L’Iran infatti ha detto che considererà un qualunque azione da parte di Israele come un “atto di guerra“, al quale risponderebbe “con una forza non immaginabile”. L’Iran inoltre provvederebbe subito a chiudere lo stretto di Ormuz, provocando un paralisi nel trasporto del petrolio che ne porterebbe il prezzo alle stelle.
Ma il vero problema non sta né in Israele, né in Iran, né in America: sta nella mancanza di un organo internazionale che abbia l’autorità per influire in qualche misura su situazioni come quella odierna.
La Commissione Atomica, infatti, continua a ripetere da tempo che l’Iran non sta arricchendo l’uranio al di sopra dei livelli necessari per produrre normale energia elettrica: hanno condotto ripetuti test nella zona, ...
di OnestaMente
La verità su una delle più grandi bufale della storia, finalmente, sta venendo a galla.
Vi presento in questo Dossier una collezone di articoli e video redatti da eminenti studiosi e medici che, per le loro idee assolutamente eretiche, sono stati sistematicamente ignorati e isolati dalla scienza ufficiale, dal mondo televisivo e della carta stampata.
L’AIDS non esiste. Non esiste prova della connessione tra sieropositività e sviluppo delle immuno deficienze tipiche di questa malattia… Stiamo parlando di un Retro-Virus; cioè un virus che agisce non sul Dna ma sul Rna, cioè il codice che i processi cellulari usano per trasferire informazioni dal nucleo, dove risiede il DNA, ai ribosomi, dove si assemblano proteine.
Questo Retro-Virus non è mai stato fotografato né isolato (quelle che avete visto sono solo rappresentazioni teoriche); ma, ci dicono, che ciò non è stato possibile perche esso è mutante, ...
Ricordate questa immagine? Ai tempi in cui fu scattata fece il giro del mondo. Erano infatti tempi in cui ancora ci poteva colpire un gesto umano come quello del soldato americano che porta in salvo un bambino iracheno, rimasto intrappolato in una situazione di fuoco incrociato.
Quell’immagine ci rivelava, improvvisamente, la crudeltà di una guerra che ancora non potevamo immaginare.
Oggi invece una foto del genere stupirebbe, al massimo, per la sua innocenza: di fronte a quello che ci siamo abituati a vedere in questi anni, quell’immagine perderebbe il suo senso originale, e ci apparirebbe come un dolce ricordo di un momento relativamente spensierato e felice.
Eppure l’immagine è la stessa. Siamo quindi noi ad essere profondamente cambiati nel frattempo, senza rendercene conto.
Ma non siamo gli unici ad essere cambiati, da allora. Anche il soldato ritratto dall’immagine ha compiuto un percorso tanto inaspettato quanto tragico: rientrato dopo 4 mesi di servizio, ...
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