Ricordate questa immagine? Ai tempi in cui fu scattata fece il giro del mondo. Erano infatti tempi in cui ancora ci poteva colpire un gesto umano come quello del soldato americano che porta in salvo un bambino iracheno, rimasto intrappolato in una situazione di fuoco incrociato.
Quell’immagine ci rivelava, improvvisamente, la crudeltà di una guerra che ancora non potevamo immaginare.
Oggi invece una foto del genere stupirebbe, al massimo, per la sua innocenza: di fronte a quello che ci siamo abituati a vedere in questi anni, quell’immagine perderebbe il suo senso originale, e ci apparirebbe come un dolce ricordo di un momento relativamente spensierato e felice.
Eppure l’immagine è la stessa. Siamo quindi noi ad essere profondamente cambiati nel frattempo, senza rendercene conto.
Ma non siamo gli unici ad essere cambiati, da allora. Anche il soldato ritratto dall’immagine ha compiuto un percorso tanto inaspettato quanto tragico: rientrato dopo 4 mesi di servizio, ... ... ha iniziato a soffrire di quello che i militari chiamano eufemisticamente PTSD [Post Traumatic Stress Disorder], ovvero l’impatto – evidentemente catastrofico – con la vera realtà di guerra, contrapposta a quella dei fumetti e delle pubblicità televisive che incitano all’arruolamento di nuove leve.
Joseph Dwyer – questo il nome del soldato – è entrato in una spirale di farmaci, inalanti, visioni, incubi, pillole e paranoie che lo ha portato, un giorno, a causare un incidente stradale dopo aver visto al bordo della strada una normale scatola di cartone, che lui aveva scambiato per una bomba in procinto di esplodere.
Qualche mese più tardi Dwyer sostenne un confronto armato con la polizia della sua città, dopo essersi richiuso nel suo appartamento ed aver iniziato a sparare a casaccio un pò dappertutto. Ci vollero più di tre ore per convincerlo ad arrendersi e a consegnare le armi alla polizia.
Pochi giorni fa Dwyer è morto, in seguito ad una overdose di pillole e inalanti.
Dopo il ritorno dall’Iraq, Dwyer si era sposato, ed aveva avuto una bambina. La moglie ha raccontato che Dwyer continuava a ripetere incessantemente: “Voglio solo andare a pescare, e veder crescere la mia bambina. Non voglio più sentir parlare di violenza, di guerra o di armi”.
Il Pentagono ha commentato: “Dwyer ha servito la sua nazione. Purtroppo queste cose a volte accadono, ai soldati che ritornano. I nostri pensieri vanno alla sua famiglia, alla moglie e alla figlia”.
I loro pensieri invece non vanno mai a domandarsi perchè cose del genere debbano accadere in primo luogo.
Massimo Mazzucco