Maurice Caillet, Venerabile di una Loggia francese, ne svela i segreti
Maurice Caillet, Venerabile di una Loggia francese per 15 anni, svela alcuni segreti della Massoneria in un libro di recente pubblicazione e dal titolo: “Sono stato massone” (LibrosLibres).
Rituali, norme di funzionamento interno, giuramenti - in particolare le implicazioni del giuramento che obbliga a difendere gli altri “fratelli” massoni - oltre all'influenza sulla politica da parte di questa organizzazione segreta vengono ora alla luce.
Il volume svela anche la decisiva influenza della Massoneria nell'elaborazione e approvazione di leggi come quella dell'aborto in Francia, a cui Maurice Caillet, in quanto medico, ha partecipato attivamente.
Nato a Bordeaux nel 1933 e specializzato in Ginecologia e Urologia, Caillet ha effettuato aborti e sterilizzazioni prima e dopo la legalizzazione nel suo Paese delle interruzioni di gravidanza. Membro del Partito Socialista Francese, è arrivato a ricoprire incarichi di rilievo nell'amministrazione sanitaria.
Quando è entrato ufficialmente nella Massoneria?
Maurice Caillet: All'inizio del 1970 mi convocarono per una possibile iniziazione. Ignoravo praticamente tutto ciò che mi aspettava. Avevo 36 anni, ero un uomo libero e non mi ero mai affiliato a un sindacato o ad alcun partito politico. Un pomeriggio, in una via discreta della città di Rennes, bussai alla porta del tempio, …
di Marco Cedolin
In questi giorni di metà dicembre, con i cieli plumbei solcati da nuvoloni neri che si fronteggiano con furia belluina, i corsi d'acqua in piena che borbottano minacciosi e le montagne infiocchettate di neve come mai prima d'ora in questo periodo, lo "spirito natalizio" sembra permeare ogni cosa, fino a penetrare le nostre anime aride d'inguaribili pessimisti.
Il Presidente degli Stati Uniti G. W. Bush, recatosi in terra d'Iraq per un saluto di commiato da porgere alla colonia in occasione della scadenza del suo mandato, ha finalmente portato alla luce quelle armi di distruzione di massa che per tanti anni hanno albergato solamente nella sua fantasia ed in quella di pochi suoi fedelissimi. Si trattava di un paio di scarpe numero 42 che sibilando sinistramente sono sfrecciate poco sopra la sua testa, senza che nessun missile patriot riuscisse preventivamente ad intercettarle. Scarpe provenienti certo dall'arsenale segreto di Saddam, che un giornalista iracheno addestratosi a lungo nei campi di Al Quaeda nell’attesa del momento propizio, gli ha lanciato contro con destrezza, apostrofandolo contemporaneamente come "cane" fra lo stupore degli astanti, provocando un certo risentimento fra tutti i quattro zampe che hanno dimostrato di non gradire affatto il paragone.
In Italia il PD di Veltroni somiglia sempre più alla vecchia Democrazia Cristiana durante il periodo di tangentopoli. Il numero degli inquisiti continua a salire ogni giorno di più e gli scandali si susseguono uno dopo l'altro senza soluzione di continuità. Veltroni, ormai drammaticamente a corto di fantasia, inveisce contro la magistratura che avrebbe preso di mira il suo partito, pronunciando le stesse frasi che Berlusconi ripete ormai da quasi 15 anni. Tutti si affannano a discutere della "questione morale", ma non si comprende bene come il ladrocinio qualora praticato all'ombra di un partito cessi di essere "furto" per trasformarsi semplicemente in un'azione moralmente discutibile.
Le elezioni in Abruzzo hanno decretato il crollo del PD, che dopo gli scandali si è manifestato molto più vicino ai penitenziari che non agli elettori. Nonostante lo scontato successo del PDL i veri vincitori sono risultati l'astensione, che ha portato un abruzzese su due a disertare le urne e Antonio Di Pietro, ...
La recente discussione, a seguito dell’articolo su Ratzinger, ha rimarcato come la Chiesa rappresenti un enorme problema, sia per i laici che per i credenti.
Per i primi, il problema è rappresentato soprattutto dall’ingerenza della Chiesa nelle cose dello stato, che prosegue inevitabilmente fino all’ambito individuale. Per i credenti invece il problema sta, a mio parere, nella difficoltà di salvare l’aspetto spirituale della religione cristiana – con tutti i valori che vi sono connessi - dai continui attacchi portati dal laico alla chiesa, intesa come organizzazione terrena.
Ma il problema del laico (ingerenza ecclesiastica) e quello del credente (difesa dei valori spirituali) sono in realtà le due facce di un unico problema, che trae origine dalla fondazione stessa della Chiesa, e non fece che peggiorare col passare dei secoli.
Ho provato a sintetizzarlo, in un breve percorso storico, necessariamente limitato e incompleto.
LE ORIGINI
La Chiesa di Roma, ufficialmente, nacque con l’editto di Costantino (313), ma fu solo dopo il Concilio di Nicea (325) che i cosiddetti “Padri della Chiesa” arrivarono a definirne i principi dottrinali che stanno alla base di quella che oggi conosciamo come religione cristiano/cattolica.
Dal Concilio di Nicea in poi, in altre parole, la Chiesa di Roma adottava ufficialmente un certo numero di libri sacri – preesistenti, ed appartenenti alla religione ebraica – a discapito di altri.
Certo, è curioso che una religione, per nascere, debba “farsi prestare” i libri sacri di un’altra, ...
di Massimo Fini e Marco Travaglio
Pubblicato su La Voce del Ribelle.
Con l’annuncio di Silvio Berlusconi di voler cambiare la Costituzione a colpi di maggioranza si è giunti al culmine di un’escalation, iniziata tre lustri fa, che porta dritto e di filato a una dittatura di un solo uomo che farebbe invidia a un generale birmano.
Da un punto di vista formale la cosa è legittima. La nostra Carta prevede, all’articolo 138, i meccanismi per modificare le norme costituzionali. Ma farlo a colpi di maggioranza lede i fondamenti stessi della liberal-democrazia che è un sistema nato per tutelare innanzitutto le minoranze (la maggioranza si tutela già da sola) e che, come ricordava Stuart Mill, uno dei padri nobili di questo sistema, deve porre dei limiti al consenso popolare. Altrimenti col potere assoluto del consenso popolare si potrebbe decidere, legittimamente dal punto di vista formale, che tutti quelli che si chiamano Bianchi vanno fucilati. Ma la Costituzione non ha abolito la pena di morte? Che importa? Si cambia la Costituzione. Col consenso popolare. Elementare Watson. Senza contare che a noi la Costituzione del 1948 va bene così, e non si vede un solo motivo per stravolgerla (altra cosa è qualche ritocco sporadico per aggiornarla).
Com’è possibile che in una democrazia si sia giunti a questo punto? Non fermando Berlusconi sul bagnasciuga, permettendogli, passo dopo passo, illiberalità e illegalità sempre più gravi. Prima il duopolio Rai-Fininvest (poi Mediaset) che è il contrario di un assetto liberal-liberista perché ammazza la concorrenza e in un settore, quello dei media televisivi, ...
Di SMU
Se gli americani hanno l’undici settembre, noi abbiamo il 12 dicembre, ovvero la ricorrenza della strage di Piazza Fontana, esordio del cosiddetto periodo degli anni di piombo.
Esiste in proposito un interessante volumetto intitolato “La Strage di stato, controinchiesta”, che è possibile consultare anche on-line.
La contro-inchiesta è quella svolta da un gruppo di persone indipendenti, all’indomani delle bombe del 12 dicembre 1969, e mostra come in soli cinque mesi dei cittadini qualunque siano riusciti a ricostruire le fila di una trama che oggi, a distanza di quasi quarant’anni, il Potere dichiara ancora essere “oscura”.
Eppure i fatti, i precedenti e i presupposti sono sempre stati sotto gli occhi di chi li volesse vedere (esattamente come nel caso dell’11 settembre).
Il libro è scritto con linguaggio semplice e comprensibile, e l’invito per tutti è a leggerlo per intero. In ogni caso, è interessante portare l’attenzione su uno dei personaggi più citati dal libro, Mario Merlino, che risulta essere probabilmente il personaggio-chiave di tutta la faccenda.
Se si consuilta la sua biografia su Wikipedia, si noterà che è vagamente accennato il suo passato di militante di estrema destra, e si parla di una sua successiva conversione all’anarchia, e dell’adesione al gruppo anarchico 22 marzo, di cui faceva parte anche Valpreda.
Leggendo invece la sua biografia su Anarchopedia, che compare anche nel libro stesso, ...
Chi (come me) aveva criticato il nuovo Papa, vedendo in lui una reincarnazione del Concilio di Trento, dovrebbe fare oggi un passo indietro, e riconoscere che Joseph Ratzinger, se non proprio un “innovatore”, è almeno un raffinato pensatore, che si sta rapidamente armonizzando con le esigenze del nuovo millennio.
In occasione della Giornata Mondiale per la Pace, ieri Benedetto 16 ha dichiarato che «la "attuale crisi alimentare che mette a repentaglio il soddisfacimento dei bisogni di base" nasce "non tanto da insufficienza di cibo" quanto da "fenomeni speculativi" e da "carenza di un assetto di istituzioni politiche ed economiche in grado di fronteggiare le necessità e le emergenze"».
In altre parole, il Papa sembra suggerire che vi sia cibo sufficiente per tutti, nel mondo, ma che qualcuno speculi sul mercato dei prodotti alimentari, arricchendosi alle spalle degli altri. E’ una curiosa interpretazione della realtà, peraltro anticipata in qualche modo dallo stesso Vangelo cristiano, quando parlava dei cosiddetti Peccati Capitali (lussuria, gola, avarizia…).
Nella sua pubblica denuncia, il Papa si è addirittura spinto a suggerire una certa correlazione fra la mancanza di cibo e lo stato miserevole in cui si trova chi ne risente, quando ha detto che «la "malnutrizione provoca gravi danni psicofisi[ci] alle popolazioni", privando molti delle "energie per uscire, senza speciali aiuti, dalla loro situazione di povertà"»
In altre parole, se non mangi, non riesci nemmeno a lavorare per guadagnarti un pezzo di pane.
Erano anni che aspettavamo un papa del genere, …
Strana mossa, quella degli Stati Uniti, che mandano a Roma il generale Petraeus per chiedere rinforzi militari in Afghanistan.
Nel mondo di una volta erano i politici a prendere certe decisioni, ed è a quello scopo, fra gli altri, che furono inventati i ministri degli esteri: la Rice (o chi per essa), passava casualmente da Roma, prendeva da parte il nostro D’Alema (o chi per esso), e gli “consigliava vivamente” come e dove mandare i militari che le servivano.
Ai nostri politici restava l’ingrato compito di inventare per il popolo una balla accettabile – “missioni di pace” resta per ora la più grandiosa - per non doversi sentir dire che erano dei guerrafondai al servizio di sua maestà imperiale.
Ora invece arriva direttamente il generale, sudato e ansimante dal campo di battaglia, come se chiedesse “Oh, ragazzi, non è che per caso vi avanzano un paio di jeep? Ho i soldati imbottigliati in un canalone, e mi servono altri mezzi di trasporto per gli ufficiali della base”.
Poi magari passa anche dalla locale caserma, per vedere se può farsi prestare qualche scatolone di bombe a mano. (“No - gli risponde il cuoco – quelle le abbiamo finite, però abbiamo appena fatto un ragù da leccarsi i baffi. Se vuole portarsene via un pentolone…”).
E’ davvero curiosa questa scelta, che scavalca le più classiche procedure internazionali, …
di Paul Joseph Watson
Leggi tutto: Confessioni di un ex massone