Parigi 12 Settembre - ore 19
La Salle Multimédia Du Quartier De L'Opéra
11 bis, rue Scribe, 75009 Paris 9e - Opéra
Proiezione del film "11-septembre : Le Nouveau Pearl Harbor" di Massimo Mazzucco (Vers. francese, 3 ore) organizzata da ReOpen911.
Seguirà un incontro con il regista, che risponderà alle domande del pubblico.
Locandina
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S. Francisco 11 settembre - Oakland 9/11 Film Festival
Proiezione del film "September 11 - The New Pearl Harbor"
Locandina.
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Chi vuole può firmare la petizione di Architects & Engineers per il Parlamento americano a favore di una nuova indagine sul 9/11. Potete firmare come "General Public" o come "Architetto/Ingegnere". Grazie.
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Pandora TV ha aperto una nuova sezione dedicata all'11 settembre.
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Ieri sera ho partecipato ad un "hangout" sulla questoine Ucraina, prodotto da HRN Live. Erano presenti Ernesto Taveri (CEO di aziende ad Hong Kong), Riccardo Gramegna (presidente della associazione internazionale Ghandi in Action), Daniele Ricci, Laura (nikita), Raffaele Mori Ubaldini (moderatore), Gian Paolo Vettorello. Molto interessante l'intervento di apertura di Taveri (13:50) sulla situazione geopolitica internazionale. (M.M.)
Se i 5 Stelle non si svegliano e non mettono a fuoco rapidamente i punti del loro programma, imparando ad esporli in modo chiaro e convincente per tutti, rischiano seriamente di venire sorpassati dalla Lega di Salvini come alternativa all'attuale sistema politico/bancario.
di Giulietto Chiesa
Ci sono molti segnali che l'incontro di Minsk del 26 agosto sia l'inizio di una svolta. Ogni ottimismo è prematuro, per molte ragioni. Ma mi limito a sottolineare i dati più evidenti.
In primo luogo il presidente ucraino Petro Poroshenko è andato a Minsk, su invito formale del collega bielorusso Lukashenko, a incontrare coloro che, fino a un minuto prima, aveva dichiarato di voler salutare, per giunta a muso duro, definitivamente.
I tre ex alleati e ex amici che aveva di fronte comprendevano il nemico principale, Vladimir Putin. Tutti e tre - Putin, Lukashenko, Nazarbaev - fanno parte dell'Unione Doganale che Kiev ha ripudiato firmando il trattato di "associazione" all'Unione Europea. Per fare quel passo è stato compiuto un colpo di stato il 22 febbraio di quest'anno. Adesso Poroshenko va a Minsk e dichiara - immagino tra lo stupore generale dei suoi sostenitori di Kiev - che l'Ucraina intende restare a metà strada, in buoni rapporti con gli uni e con gli altri. Naturalmente non è questa la verità, ma prendere l'aereo per andare a Minsk a dire una bugia, per giunta di fronte a una congelata (dallo stupore) Katherine Ashton, è impresa che resterà negli annali della diplomazia oligarchica ucraina. [...]
Nei commenti sulla trasmissione di TGCOM24 qualcuno ha scritto: "Guardando questo video si ha l'impressione di un marziano (Massimo) che parla con una contadina del Medioevo... E' sempre più grande il baratro fra le persone che vogliono informarsi e i 'poveri'." Altri hanno fatto commenti simili, sottolineando la distanza abissale che separava i diversi punti di vista presenti nella trasmissione.
Stiamo parlando del digital divide, che significa "barriera digitale". Con questo termine si intende la linea ideale di demarcazione che separa le persone che accedono regolarmente all'informazione in rete (informazione "digitale", appunto) da quelle che non lo fanno.
Fin dagli esordi di Internet (anni '90) ha cominciato a notarsi questa forte differenza, nel momento in cui i "non-utenti" continuavano a ricevere informazioni da un unico punto di vista - quello istituzionale - mentre gli utenti della rete scoprivano che molte questioni importanti, come ad esempio la guerra del Kosovo, potevano anche essere viste dal lato opposto - quello del popolo serbo, in quel caso - cambiando completamente di colore.
Chi guardava la televisione, o leggeva la stampa mainstream, sentiva un'unica voce a reti unificate: "I ribelli serbi seminano il terrore nei villaggi albanesi, ammazzando donne e bambini senza pietà". Chi invece andava in rete scopriva, ad esempio, che "i ribelli serbi" erano stati addestrati, finanziati ed armati segretamente dagli americani. Dopodichè poteva trarre le sue conclusioni.
Il salto di qualità fu immediato, e fin dai primi anni di Internet ...
AVVISO: Giovedì 28 alle ore 16 partecipo ad un dibattito sul caso Foley su TGCOM24. (M.M.)
Una volta c'era Jack lo Squartatore, oggi c'è "John il Jihadista". I tempi cambiano, ma la psicologia di massa rimane sempre la stessa.
"Svolta nel caso Foley - ha titolato l'ANSA - identificato jihadista John.""Svolta nella caccia al boia - gli fa eco La Stampa - un rapper londinese principale sospettato."
Sempre dall'ANSA leggiamo: "Il Regno Unito si prepara a moltiplicare i ricorsi alla cosiddetta 'prerogativa reale' che permette al governo di ritirare il passaporto a chi intende uscire dal Paese per partecipare ad attività terroristiche". Theresa May, ministro degli interni britannico, ha detto: "Dobbiamo fermarli. Dobbiamo impedire che continuino a partire da qui per combattere in Siria e Iraq''.
Ve la vedete la scena all'aeroporto:
- Lei dove va, scusi?
- Vado in Siria, perchè? [...]
Potete anche scaricare il video originale da ARCOIRIS.TV.
Testo del video:
Sono trascorse meno di 48 ore dalla notizia, e quello dell'uccisione di James Foley è già passato alla storia come "il video della decapitazione".
In realtà, nel video non c'è nessuna decapitazione. C'è un uomo decapitato, questo sì. Ma come sia avvenuta questa decapitazione, nessuno è in grado di saperlo.
Tutto ciò che si vede nel video è il presunto killer che avvicina il coltello alla gola di Foley e inizia a muoverlo. Poi c'è una dissolvenza in nero, e ci ritroviamo direttamente all'immagine del cadavere di Foley, già decapitato, con la testa appoggiata sulla schiena. [...]
Leggi tutto: Miracolo a Ground Zero