Il trofeo di oggi verrà assegnato alla squadra che riuscirà a colpire più bersagli durante un intero giro in tangenziale, intorno alla città. Si assegneranno 10 punti per le jeep, i camion, e i veicoli oversize, 20 per le auto normali, 50 per le utilitarie sotto i tre metri di lunghezza.
Sembrerebbe solo un cinico esercizio di pessimo humor, ma potrebbe benissimo essere anche la regola vera e propria a cui si attengono i personaggi che vedrete - anzi, che non vedrete - in questo filmato. Non solo non vedrete gli assassini, ma nemmeno i morti, che sembrano essere purtroppo molti di più. Vedrete solo, paradossalmente, delle automobili.
A divertirsi in quel modo sono, secondo i vari siti che hanno immesso clandestinamente il filmato in rete, ...
Vorrei proporre una piccola disquisizione di tipo "strategico", che parte dall'episodio Teodori, ma che vuole arrivare a principi più generali, applicabili soprattutto all'11 Settembre. Non si illuda quindi Teodori di meritare più righe di quelle che già ha avuto, ci stiamo solo servendo della sua recente "performance" per imparare qualcosa in più.
Il problema di fondo, detto in soldoni, è questo: "come fare a vincere", quando si sa di avere davanti un avversario scorretto. Ovvero, si escludono qui le discussioni in cui ambedue i contendenti difendano le proprie idee in perfetta buona fede. Di certo con Teodori questo non era il caso (altrimenti bisognerebbe cominciare a dubitare della sua intelligenza, e ciò non è carino).
La mia teoria è che, in caso di malafede altrui, si debba a tutti costi scovare almeno una domanda che, DA SOLA, basti a metterlo in angolo, impedendogli di ammortizzare il colpo o di deviarlo. Io la chiamo, alla Monty Python, il "sixteen-tonner", quel peso da 16 tonnellate che perseguita i vari personaggi della serie TV. In altre parole, bisogna cercare a tutti costi il knock-out, il cazzotto vincente, perchè nel corpo a corpo l'avversario scorretto ti si attacca da tutte le parti, ...
Egregio Sig. Teodori, dopo lo scontro radiofonico di questa mattina sono certo che ci leggerà, e quindi ne approfitto per concludere qui il discorso che lei non ha voluto affrontare durante la diretta.
Ma non giudicherò i contenuti del suo intervento, anche perchè non hanno fatto che ricalcare quelli da lei già espressi in precedenza, che a mia volta ho già commentato esaurientemente. La guerra è guerra, erano 20.000 tagliatori di teste, il fosforo serve a illuminare, se poi cade non è colpa mia, eccetera eccetera. E per fortuna che lei insegna storia, mi dicono, e pure americana per giunta.
Mi viene in mente, chissà perchè, quel proverbio arabo che dice: "Onesto è colui che cambia la sua opinione per adeguarla alla realtà, disonesto è colui che cambia la realtà per adeguarla alla sua opinione".
Dedicherei invece due parole in più alla forma, che altri definirebbero tattica, con cui lei ha affrontato, ...
Questo il nome dato da Berlusconi, in pieno stile Pentagono, alla sua nuova campagna elettorale, che ha presentato all'assemblea nazionale dei parlamentari di Forza Italia. Lo ha fatto, naturalmente, a porte chiuse, lasciando i giornalisti fuori ad aspettare che qualcuno, cortesemente, comunicasse loro il Verbo appena emanato.
"Abbiamo cambiato l'Italia", avrebbe detto Berlusconi ai suoi, citando "un milione e mezzo di nuovi posti di lavoro creati", ed "abbiamo aumentato la sicurezza, arrestando ben 200 terroristi internazionali".
Di fronte a questa dichiarazione, lo stesso Presidente per il Comitato dei Servizi Segreti, Enzo Bianco, è trasalito. "Parole imbarazzanti", le ha definite, dicendo che Berlusconi ...
Le manovre geo-politiche e l'avvicendamento fra USA e Russia, a cui la costante violazione dei diritti della popolazione fa soltanto da sfondo, pongono l'Uzbekistan come il primo consistente segnale di un odioso revival di Guerra Fredda.
di Andrea Franzoni
Convenzionalmente siamo abituati a dividere la storia in epoche staccate, spesso, da violente cesure. Se con il crollo del muro di Berlino e la dissoluzione dell'URRS mettiamo infatti la parola fine alla guerra fredda, con l'attacco alle torri gemelle dell'11 settembre 2001 designiamo l'inizio dell'era della lotta al terrore. Tuttavia, nella realtà, le vicende politiche del mondo tendono spesso a fondersi rendendo l'interpretazione della realtà tremendamente complicata.
E' questo il caso dell'Uzbekistan, stato dell'Asia Centrale dove si sta giocando una partita d'enorme importanza strategica nella quale si intrecciano le vecchie rivalità tra USA e Russia, le minacce del terrorismo islamico e la guerra al terrore, l'esportazione di diritti umani e la tortura. Un giorno, forse, si parlerà dell'Uzbekistan …
La vera guerra, oggi, è quella che non vediamo. Non è quella dei marines, che battono sudati le strade dell'Iraq, sotto l'occhio asservito della CNN, ma quella strisciante e silenziosa delle grandi corporations, che investono miliardi di dollari per la conquista ed il controllo delle risorse del pianeta, e che conducono una loro guerra indipendente, fatta con "eserciti privati", per conquistare i vari nodi di controllo delle diverse regioni nei diversi continenti.
Parliamo ad esempio della collocazione strategica di basi americane come quella di Mariscal Estigarribia, in Paraguay, o di Elòy Alfaro a Manta, in Ecuador. Se non sono del tutto segrete, è solo a causa della dimensione e del traffico che ormai registrano, ma di certo gli Stati Uniti non ne hanno mai parlato volentieri.
Mariscal Estigarrabia fu costruita nel 1982, sotto il dittatore locale Alfredo Stroessner. Alcuni giornalisti argentini, che sono riusciti a vederla da lontano,...
di Beppe Bravi
Ore 7.15, cucina, nebbia fuori e nebbia dentro. Ancora in stato catatonico, da brutale «alzata da sveglia», sorseggio meccanicamente il caffe', e ascolto in sottofondo la televisione.
Quell’oggetto dotato di tubo catodico, che una volta era perennemente sintonizzato su Canale5, da quando ho scoperto Internet si accende ormai magicamente, da solo, sempre su Rai3.
Premetto che non credo affatto che Rai3 faccia l' «informazione» per eccellenza, ma almeno lo ritengo un canale che ha ancora qualche punto di contatto con la realta' (vedi trasmissioni come Report).
Ad ogni buon conto, proprio all'ultimo sorso di caffe', il mio cervello in semi-catalessi percepisce la presenza della replica di una trasmissione serale di Pierluigi Diaco, con un' ospite particolare: ...
Leggi tutto: Due pesi nessuna misura