Vigliacchi, vigliacchi e ancora vigliacchi.
L’industria farmaceutica è in gran festa, per una “scoperta” che promette di rallentare, se non di arrestare del tutto, la progressione del tumore al fegato. Il New York Post titolava ieri “Liver Cancer Breakthrough Found” (“Scoperta rivoluzionaria nella lotta contro il cancro al fegato”), e passava a descrivere le stupefacenti qualità di una nuova pillola, chiamata Sorafenib, che “attacca le cellule maligne impedendo che il sangue vi affluisca”. “I tumori non scompaiono nè regrediscono - proseguiva l’articolo - ma in molti casi smettono di crescere”.
Curiosamente, la possibilità di ottenere questo risultato – la capacità di inibire la crescita del tessuto bloccando la neovascolarizzazione si chiama “antiangiogenica” - esiste da oltre trent’anni, ed è stata rilevata nella cartilagine di squalo dal Dottor Willam Lane, che negli anni settanta pubblicò il rivoluzionario libro intitolato “Sharks don’t get cancer” (“Agli squali non viene il cancro”). Sono già decine di migliaia, nel mondo, le persone che hanno sconfitto il cancro grazie a questo prodotto naturale, ma ben pochi lo sanno. La cartilagine di squalo infatti è relativamente facile da reperire, poco costosa da trattare, e inoltre il mondo è già pieno di “buggigattoli alternativi” che la vendono a prezzi decisamente competitivi. ma sull’etichetta non si può scrivere che “cura il cancro”, perchè “la sua efficacia non è scientificamente provata”.
Se invece la scoperta la fa la Bayer, ecco che l’FDA approva immediatamente il prodotto, che sta per inondare il mercato dai poli all'equatore. Naturalmente, al prezzo che decideranno loro.
Tre anni fa scrivevamo, su questo stesso sito: “Come combattono in questo caso, le case farmaceutiche, un prodotto del quale riconoscono addirittura le preziose proprietà antiangiogeniche? Prima di tutto impedendo a chiunque di pubblicizzarlo come “cura per il cancro”, ...
di Marco Cedolin
Poche volte nella sia pur disastrata storia politica italiana del dopoguerra un governo è stato in grado nel lasso temporale di un solo anno di accumulare una massa d’insuccessi simile a quella dell’esecutivo capitanato dal “professore”.
In sole 24 ore Romano Prodi è riuscito nella difficile alchimia di raccogliere prima i fischi e le contestazioni di coloro che appoggiano le forze armate e sostengono la politica dell’amministrazione americana, poi i fischi e le contestazioni di coloro che avversano il militarismo, le politiche di guerra e la costruzione della nuova base americana di Vicenza.
Il Presidente del Consiglio ieri mattina era stato infatti pesantemente contestato ed invitato a “tornare a casa” da larga parte degli astanti, in occasione della parata militare del 2 giugno. Stamattina all’auditorium Santa Chiara di Trento, dove partecipava ad un Festival dell’economia, Prodi è stato accolto al grido di “vergogna” da parte di un folto gruppo di vicentini del movimento NO Dal Molin che hanno anche interrotto per qualche minuto il convegno, prima che il moderatore dello stesso desse il microfono ad uno di loro per consentire un breve intervento.
Di fronte alle argomentate proteste dei cittadini il Premier è rimasto in silenzio, salvo commentare successivamente con i giornalisti affermando che “queste contrapposizioni che vengono fatte da un giorno all’altro distruggono il paese”.
Le rimostranze di Romano Prodi nei confronti delle contrapposizioni sembrano tanto più incomprensibili se pensiamo che il governo, reduce dalle disastrose elezioni amministrative, ...
Grazie alla collaborazione fra agenti americani e colleghi della Guyana, è stato evitato “un attentato dalle conseguenze inimmaginabili”, che avrebbe avuto come bersaglio l’aeroporto Kennedy di New York.
Prima di commentarla però, vale la pena di leggere la notizia così come è stata data ieri dalla Associated Press:
La autorità federali hanno dichiarato di aver neutralizzato una sospetta cellula di terroristi musulmani che progettava un “agghiacciante” attentato inteso a distruggere l’aeroporto Kennedy, uccidere migliaia di persone, e scatenare una catastrofe economica, facendo saltare in aria un condotto di carburante che attraversa alcuni quartieri residenziali densamente popolati.
Tre uomini, fra cui un ex-membro del parlamento della Guyana, sono stati arrestati, e un quarto è ricercato in Trinidad, all’interno di un piano terroristico che le autorità dicono di avere tenuto d’occhio per oltre un anno, ...
Secondo voi, un qualunque capo-mafia della Sicilia è al corrente della presenza di un altro gruppo di malavitosi che operi nella sua stessa zona, oppure no? Direi che si possa tranquillamente rispondere di si. E se per caso questo gruppo di malavitosi sequestrasse un personaggio importante, secondo voi questo capo-mafia saprebbe dove e come ritrovarlo, oppure no? Anche qui, pur trovandoci in una situazione del tutto ipotetica, possiamo presumere che la risposta sarebbe sì: tutto quello che avviene entro il territorio di una qualunque organizzazione para-legale di questo tipo – banda mafiosa, gang cittadina, zapatisti della sierra messicana – è necessariamente sotto il controllo, o comunque a piena conoscenza, dei vertici della medesima. Lo è per definizione, altrimenti “non controllerebbero” la regione.
Applichiamo adesso lo stesso ragionamento al Medio Oriente: secondo voi, il leader dei palestinesi di Gaza è al corrente dell’esistenza di una banda di “ribelli” – chiamiamoli così per non complicare le cose - che opera sul suo stesso territorio (visto che oltretutto quella di Gaza si chiama “striscia”, e non “distesa”), oppure no? Verrebbe da dire di sì. E verrebbe anche da dire che se questa organizzazione si sognasse di rapire un personaggio importante, ci vorrebbero dai dieci ai venti secondi, da parte dei vertici palestinesi, per venire a sapere dove è tenuto prigioniero.
Invece Saeb Erekat, il braccio destro di Mahmoud Abbas, ha detto di non sapere nemmeno lontanamente chi sia questa “Armata dell’Islam”, guidata dall’altrettanto fantomatico “Dugmush clan”, che ha rapito e tiene in ostaggio il giornalista inglese della BBC Alan Johnston.
E forse per la prima volta nella storia "Fatah, Hamas, tutte le diverse fazioni, il presidente e il primo ministro, in questo caso particolare ...
di Marco Cedolin
Le auto bianche ritornano ad invadere Roma, bloccano il traffico di Genova, lasciano a piedi viaggiatori un po’ in tutta Italia, ma la cosa suscita scarso interesse, al più provoca un poco di fastidio e si confonde nelle pagine dei giornali fra la marea di scioperi messi in atto, promessi o soltanto minacciati che infarciscono le cronache di questi mesi. I tassisti, diciamocelo chiaramente, non piacciono quasi a nessuno, godono fama di avere un pessimo carattere, vengono giudicati una corporazione chiusa economicamente poco interessante poiché caratterizzata da singole individualità, fanno la cresta sulle corse e non foraggiano i sindacati istituzionali.
Il centrosinistra li considera nemici giurati, il centrodestra li tratta con diffidenza tranne cavalcarne saltuariamente la protesta a proprio uso e consumo, l’informazione li stigmatizza come disturbatori, l’opinione pubblica li tratta come lavoratori arricchiti e petulanti che difendono i propri privilegi.
Insieme a benzinai e farmacisti proprio coloro che vivono sui taxi sono vittime del pacchetto Bersani sulle liberalizzazioni, ...
La parola magica, per cercare di capire tutto quello che succede in Medio Oriente/Asia Centrale, è una sola: “pipeline”. Ovvero, gasdotto, oleodotto, o qualunque altra cosa si voglia “condurre” attraverso un lungo tubo posato a pochi centimetri dal suolo, che a volte attraversa dozzine di nazioni prima di arrivare a destinazione.
E’ soprattutto per il progettato gasdotto della Enron, dal Turkmenistan al Pakistan – via Afghanistan – che è scoppiata la rissa fra i talebani e gli uomini di Cheney che è poi sfociata nell’invasione di quest’ultimo paese. Ed è, più in generale, per il controllo delle risorse energetiche di tutta l’Asia Centrale che è in corso da anni il braccio di ferro, fra russi e americani, per farsi amici i vari paesi dell’ex-Unione Sovietica, che sono ricchi soprattutto di gas naturale.
Il mercato energetico più appetibile, paradossalmente, non è quello occidentale, ma lo stesso mercato asiatico, che oltre ai colossi del consumo di gas naturale, Corea e Giappone, vede nuovi paesi in fase di sviluppo industriale, come il Pakistan e l’India, che necessitano di quantità di energia sempre screscenti.
Pochi se ne sono accorti, ad esempio, ma proprio nel giorno in cui esplose la crisi dei soldati israeliani sequestrati dai libanesi, qualche mese fa, veniva inaugurata – nel totale silenzio mediatico - la cosiddetta BTC, ovvero la “pipeline” Baku-Tblisi-Ceyhan, ...
Forse ancora più triste del momento in cui seppe che il figlio era morto in guerra, è stato il momento in cui Cindy Sheehan, qualche giorno fa, ha deciso di abbandonare la lotta che aveva iniziato nel suo nome.
Cindy Sheehan era salita alle cronache nell’estate del 2005, quando piantò fisicamente le tende davanti al ranch di Bush, in Texas, “per avere spiegazioni sulla morte inutile del figlio in Iraq”. Sean Sheehan era morto, un anno prima, in una imboscata a Baghdad, e da quando si era saputo che le armi di distruzione di massa erano tutta un’invenzione, Cindy voleva sentirsi dire direttamente dal Presidente per quale motivo suo figlio avesse dovuto sacrificarsi.
Bush naturalmente l’aveva ignorata, arrivando a usare uscite secondarie dal suo ranch pur di non trovarsi faccia a faccia con lei, e questo fece il montare il caso fino a trasformarla in una figura leader del nascente movimento pacifista negli Stati Uniti.
Ma ieri Cindy, con una lunga lettera sul suo blog, ha spiegato di essere profondamente delusa dalla politica, dai democratici, e dallo stesso movimento pacifista, ...
di Claudio Negrioli
Quale è il “filo rosso" che sembra legare in maniera tragica questi due primattori, alleati e amici sulla scena mondiale della guerra e della pace?
Una possibile risposta può nascondersi nel lato profondo e tenebroso delle credenze pseudo-religiose delle due personalità in questione, per capire, da una angolazione con una luce diversa, gli atti e le motivazioni che li rendono quel che di fatto sono, ovvero "pollici neri" nel campo della coltivazione e conservazione della specie umana.
E' un fatto noto e incontrovertibile che le manovre marziali del detto binomio si traducano di fatto in miserie, sofferenze e morti per una buona parte di quei popoli che hanno la sfortuna di essere nelle mire violente e interessate della non tanto gioiosa macchina industrial-finanziar-militare, che scorazza in libertà nel mondo partendo dalle strade del nocciolo duro d'Occidente guidata dal forte binomio B&B.
Proviamo ora a confrontare i loro cenni biografici:
Antony Charles Lynton Blair, più semplicemente detto Tony Blair, avvocato uscito da Oxford, nato in Scozia nel 1953, è un abile e astuto giovane politico che dopo aver militato, a partire dal 1975 nel partito Laburista Inglese, ...
di Stefano Serafini
Come ampiamente previsto, cazzotti contro la "marcia gay" tentata a Mosca, alla quale infatti le autorità non avevano concesso autorizzazione.
La marcia era talmente spontanea e desiderata dagli omosessuali russi, che fra i quattro gatti presenti la metà era composta da stranieri e giornalisti giunti apposta in prima classe per portare, impavidi e arditi, la fiaccola della civiltà occidentale ai rozzi orsi dell'Est (incuranti, probabilmente perché troppo impegnati a sgranocchiar bambini).
In gloriosa rappresentanza del nostro Paese, oltre ai soliti radicali, il parlamentare transex Vladimir Luxuria (c’è motivo di credere che il biglietto lo abbiamo pagato noi contribuenti), il quale però ha schivato i cazzotti, e si è beccato solo qualche uova. Dai "nazionalisti ortodossi" (???), dice la Rai con la solita raffinata competenza, anch'essa pagata da noi contribuenti: in Italia tutto fa brodo per parlare della "insostenibile situazione dei diritti umani in Russia", come chiosa il giornalista Canciani.
Cogliamo l'occasione per segnalare un dettaglio, in terra di Sarkozy. Per la prima volta da almeno un decennio, a Cannes un film viene inserito all'ultimo momento, ...
di F. S. (Florizel)
Gli abitanti di Serre e di Montecorvino Pugliano, come anche quelli di Acerra e di Terzigno, ne sono ormai sommersi. Se la ritrovano ovunque, in casa, nelle scuole, negli uffici pubblici e magari perfino nelle coscienze.
Immondizia? No: solidarietà.
E’ così che il governatore Bassolino definisce l’obbligo da parte di quelle popolazioni ad “accogliere” nel loro territorio i rifiuti dell’intera provincia, simbolizzati mediaticamente da tonnellate di putridume che inondano strade e quartieri di un capoluogo che da decenni vive, per un motivo o per un altro, in stato di “emergenza permanente.
Questa è la conclusione a cui si giunge leggendo tra le righe di un’intervista del 23 maggio 2007 ad Antonio Bassolino, che sembra, in questa occasione, particolarmente affezionato alla retorica della “solidarietà”.
"Ma c'è un precedente, e risale a quando ero sindaco di Napoli. Allora, durante una crisi analoga a quella attuale, io accolsi l'invito del prefetto Improta che mi chiese di fare arrivare nella discarica di Pianura, ovvero dentro la città di Napoli, i rifiuti dell'intera regione. E io andavo la sera a convincere i miei concittadini a lasciar passare i camion di rifiuti di tutta la Campania nella discarica della città di Napoli. In quell'occasione noi napoletani abbiamo dato un grandissimo segnale di solidarietà all'intera regione".
E a Pianura si beccarono la discarica.
Dunque, una strigliata diretta ai sindaci delle zone in agitazione contro le discariche, “richiamati” al ruolo che sembra competere loro ...
La nuova strategia imperiale di Washington in Venezuela
di Chris Carlson - Traduzione di Eleonora Volpe
Washington sta perfezionando una nuova strategia imperialistica - già sperimentata in Serbia nel 2000 - per mantenere la propria supremazia nel mondo. Mentre le invasioni militari e l'installazione di dittature erano il sistema tradizionale per controllare le popolazioni straniere e tenerle fuori dei piedi, di recente il governo USA ha sviluppato una nuova strategia, meno complicata e brutale, ma molto più sottile. Così sottile, da risultare quasi invisibile.
È stata talmente invisibile in Serbia, che nessuno sembra averla notata nel 2000, quando il governo è stato rovesciato, il paese è stato aperto a privatizzazioni in massa e un enorme numero di industrie e imprese del settore pubblico e le risorse naturali sono cadute nelle mani degli USA e delle multinazionali. Allo stesso modo, ben pochi hanno notato come, di recente, siano state vittime della stessa strategia - e con gli stessi risultati - molti paesi dell'ex-blocco Sovietico.
I paesi che non cedono alle pretese dell'impero e dell'espansione del capitalismo globale vengono fatti oggetto di un ben congegnato piano segreto ...
Leggi tutto: Lo scippo farmaceutico