Loro. Quelli che non sbagliano mai. Quelli che sanno tutto. Quello che ti parlano dall’alto al basso. Quelli che “diciamo le cose come stanno”. Quelli che ti coprono di insulti gratuitamente, che ti diffamano vigliaccamente, che ti deridono altezzosamente, sono loro stessi ai macchiarsi dei peccati di cui costantemente accusano gli altri.
Loro sarebbero “gli ufficialisti”, i “debunkers”, gli “smontatori” di aria fritta, i difensori delle mille versioni ufficiali che fanno acqua da tutte le parti, ma che “se cominciamo a dire che i governi mentono chissà dove andiamo a finire”. Sono esseri senza dignità, autoelettisi a cani da guardia di un padrone che non sa nemmeno che loro esistano, ma che servono comunque fedelmente, convinti – dal padrone stesso, e lì sta il bello – di essere in qualche modo dei sudditi privilegiati.
Ma che poi, per tenere in piedi il loro pietoso teatrino del conformismo, sono costretti a mentire come il più disgustoso verme da giardino, e si riducono addirittura a falsificare le prove per quello che non riescono in alcun modo a dimostrare con la forza della semplice verità.
Chi ha visto la puntata di questa sera di Matrix, dedicata all’undici settembre, sa bene di cosa parlo. Gli altri farebbero bene a informarsi. Scopriranno così che la “prestigiosa” rivista Popular Mechanics, ...
Sabato prossimo, incontrandosi a Roma al Villaggio Globale (qui il programma dettagliato), il movimento italiano sull’11 settembre avrà modo di far parlare fra loro le sue tante anime nate e cresciute in rete. Nelle premesse dovrebbe essere un incontro ben diverso da quello dello scorso anno all’Arena del Sole di Bologna.
Proiezione di alcuni spezzoni del film Zero, brevi collegamenti con Webster Tarpley e Julez Edward (l’organizzatore di United for Truth, la manifestazione di Bruxelles del 9) e poi lunga discussione sulle questioni che più interessano, a partire dalla proposta della commissione internazionale di inchiesta. Qui ad esempio i nodi da sciogliere sono diversi: come arrivarci, dove farla, come formare un pool di esperti che dia garanzie di indipendenza e di rigore quanto meno sul piano logico e investigativo, come difendere il loro operato dalle pressioni e dagli attacchi che tutti possiamo immaginare...
Vogliamo ascoltare la voce di molti attivisti, dialogheremo con Giulietto Chiesa e con Massimo Mazzucco (in collegamento dagli Stati Uniti), ci confronteremo sul tipo di iniziative da fare qui in Italia dopo un’estate nella quale la strategia dei fabbricanti di opinione è passata dal discredito e dal debunking al tentativo, ancor più sottile e pericoloso, di arruolare il movimento per la verità sull’11 settembre nel fantomatico “partito dei negazionisti”.
I segnali in questo senso sono stati dati ad alto livello (parliamo di Italia, ovviamente…):
di Giorgio Venzo
Il recente fermo di tre persone in Germania ed otto in Danimarca dietro l'accusa di progettare attentati terroristici ha scosso il dormiveglia della pigra Europa nella lotta al terrorismo. Il tam tam delle agenzie di stampa in queste ore è una staffetta d'aggiornamenti e commenti da parte di vari esponenti politici e portavoce d'intelligence tedeschi: grazie a loro alcuni particolari ormai sembrano assodati, altri invece restano ambigui.
Tra i primi svetta l'entità del pericolo scampato in Germania: il danno sarebbe stato maggiore di quelli a Londra e Madrid; l'attacco imminente era previsto verso l'11 settembre prossimo contro obiettivi quali l'aeroporto di Francoforte o la base militare USA di Ramstein. Anche il movente è stato svelato: l'odio profondo verso l'America. Inoltre, un'accurata indagine di controterrorismo ha reso possibile riconoscere negli arrestati non dei fanatici alle prime armi, ma addirittura dei professionisti molto pericolosi e ben addestrati: i Servizi Segreti tedeschi infatti li stavano spiando da sei mesi, in collaborazione con quelli americani, dopo il fermo d'uno di essi nel dicembre 2006.
A margine di queste certezze restano alcuni piccoli dettagli ancora poco chiari: i tre sono descritti dalla stampa come "sospetti terroristi", i loro obiettivi "possibili", l'affiliazione ad organizzazioni terroristiche è "presunta" in riferimento ad uno sfuggente "network internazionale" che li avrebbe manovrati. Lo stesso Ministro della Difesa tedesco parla ambiguamente ...
Nel novembre 2005 facemmo un piccolo sondaggio, sul sito, per cercare di capire quanti fra di noi credessero alla versione ufficiale sull’undici settembre, quanti non ci credessero, e quanti fossero a metà strada fra le due posizioni.
In realtà indicammo sei posizioni diverse, che sembravano in grado di coprire tutte le possibili sfumature intermedie fra ufficialisti puri e “Ashcroft” all’ultimo stadio.
In occasione dell’imminente anniversario riproponiamo lo stesso sondaggio, che sarà anche interessante confrontare con quello precedente (vi invitiamo comunque ad andare a vedere i risultati del vecchio sondaggio solo dopo avere votato in questo).
Naturalmente, facciamo il tutto in maniera informale, e invitiamo a partecipare non solo gli iscritti che già normalmente postano commenti, ma anche coloro che magari aspettano un’occasione valida per presentarsi agli altri. La storia del sito ci insegna che qui nessuno è mai stato messo al rogo per le sue opinioni, qualunque esse fossero, quindi potete participare in tutto relax, con un’unica raccomandazione: se volete aggiungere, oltre alla posizione sul 9/11, anche qualcosa di voi stessi (faccio l’insegnante, vivo all’estero, domenica compio 110 anni...), siete più che benvenuti, ma tenete la vostra risposta sul 9/11 chiaramente separata dal resto, in modo da facilitare la lettura dei risultati in qualunque momento.
Grazie a tutti
M.M.
Era iniziata così, quasi per sbaglio, in un lontano giorno del 2007. Un gruppo di ministri era sceso in piazza per protestare contro alcune scelte del governo, e questo aveva messo in moto una lunga reazione a catena che ci ha portato fino alla situazione in cui viviamo oggi.
Normalmente, a quei tempi, le manifestazioni di piazza avevano uno scarso effetto, ed erano considerate più che altro un simpatico retaggio del passato (c’erano ancora molti cittadini che “avevano fatto il sessantotto“, e ricordavano con un sorriso nel cuore il cosiddetto “autunno caldo”). Ma, che scendessero in piazza pacifisti, macellai o farmacisti, di solito non cambiava mai nulla: un paio di minuti al TG, un paio di colonne sulla prima del Corriere - tanto per far finta che la gente contasse qualcosa - e poi tutti sotto a lavorare, esattamente come prima, per il bene di nonsiemaicapitochi.
Ma quella volta fu diversa: nel 2007, a manifestare in piazza erano scesi dei ministri, e questo aveva posto i cittadini di fronte ad una situazione a dir poco sconcertante: nemmeno Bertrand Russel, l’inventore dei più noti paradossi al mondo, ...
E’ in uscita (Piemme Editrice) il libro “Zero. Perchè la versione ufficiale sull'11 settembre è un falso”, lavoro collettivo sull’undici settembre ideato e curato da Giulietto Chiesa e Roberto Vignoli. A quel che ci risulta, è il primo libro che raccoglie voci diverse – tutte di massimo livello - da paesi diversi del mondo, dando finalmente peso e consistenza a un movimento collettivo nel quale il denominatore comune è, prima ancora della ricerca della verità sui fatti di quel giorno, il rifiuto categorico della menzogna come strumento di potere e di manipolazione della realtà, e quindi della società.
Quello che è stato messo in gioco, con l’undici settembre, non è soltanto un delicato equilibrio di forze a livello geopolitico, ma la nostra stessa possibilità di vivere in un mondo nel quale ciò in cui crediamo, ciò per cui lottiamo, ciò di cui discutiamo, corrisponda effettivamente a ciò che abbiamo davanti ai nostri occhi. Una volta persa la correlazione fra conoscenza e realtà, rimarremmo solo dei fantasmi che si aggirano come folli alla ricerca di una via d’uscita in un universo del tutto sconosciuto. (M.M.)
Quella che segue è l’introduzione del libro, firmata dallo stesso Chiesa.
INTRODUZIONE
di Giulietto Chiesa
La ragione principale che mi ha spinto a promuovere questo lavoro collettivo risiede nella mia profonda convinzione, che so essere condivisa da tutti coloro che vi hanno preso parte, che l’11 settembre è stato non solo un colossale inganno, perpetrato ai danni dell’intera umanità, ma che esso è stato ed è un’arma di tremenda potenza puntata contro la pace mondiale e i cui effetti – se non impediti – potrebbero mettere in causa la stessa sopravvivenza di milioni e perfino di miliardi di individui.
Come è stato detto autorevolmente, la verità sull’11 settembre non la conosceremo mai: non nei prossimi cento anni almeno. E questa realistica affermazione già implicitamente contiene l’ipotesi ...
L’AVVISO di KENNEBUNKPORT
(Segue il testo originale)
Al popolo americano, e a tutti gli individui amanti della pace nel mondo:
Siamo a conoscenza di pesanti indizi che suggeriscono come i sostenitori, i controllori, e gli alleati del Vice-Presidente Dick Cheney abbiano intenzione di imbastire e mettere in atto un nuovo evento terroristico come l’11 settembre, e/o una nuova provocazione bellica, simile al Golfo del Tonchino, nelle prossime settimane o nei mesi a venire.
Tali eventi verrebbero usati dall’amministrazione Bush come pretesto per scatenare una guerra di aggressione contro l’Iran, molto probabilmente con armi nucleari, e per imporre un regime di legge marziale qui negli Stati Uniti.
Ci appelliamo alla Camera dei Deputati perchè proceda al più presto con la incapacitazione (impeachment) di Dick Cheney, come misura urgente per evitare una guerra ancora più ampia e catastrofica. Una volte che il processo di impeachment fosse iniziato, sarebbe più facile per gli ufficiali leali e fedeli alla nazione rifiutarsi di eseguire ordini illegali da parte della squadra di Cheney.
Avvisiamo in maniera perentoria la gente di tutto il mondo che qualunque attacco terroristico con armi di distruzione di massa che avesse luogo, ...
L’uomo è seduto in una toelette dell’aeoporto. Sotto la parete di separazione, vede il piede di un altro uomo, che sta seduto nella toelette accanto. L’uomo avvicina il piede alla zona di separazione, e vede che anche l’altro avvicina il proprio piede al limite del suo “territorio”. A quel punto l’uomo invade leggermente il territorio dell’altro, e sfrega gentilmente il suo piede con il proprio. Sono i segnali convenzionali fra due omosessuali che, in una situazione del genere, desiderano avere un rapporto sessuale fra di loro. A questo punto la procedura prevede che l’altro segnali, con la propria mano, l’invito ad essere raggiunto nel proprio cubicolo.
Quello che invece il nostro uomo ha visto comparire, sotto la paratia di separazione, è stato il distintivo del poliziotto in borghese che si apprestava ad arrestarlo per “proposte oscene in luogo pubblico”. Ma la sorpresa maggiore era destinata allo stesso poliziotto, quando si è accorto che l’uomo che aveva appena pizzicato a fargli le avances era il senatore Larry Craig, noto repubblicano dell’Idaho.
“Non sono gay - ha dichiarato il senatore dopo che la faccenda è diventata pubblica - e non ho commesso niente di illegale in quella toelette”. E si potrebbe pure aggiungere, volendo, che il senatore avrebbe tutto il diritto di essere gay, come ha tutto il diritto di cercarsi le proprie avventutre sessuali dove e come meglio crede.
Il problema si pone casomai quando si scopre che il senatore è stato uno dei più impietosi fustigatori di Bill Clinton, durante lo scandalo Lewinsky:
Craig inoltre è un attivista anty-gay di peso notevole, all’interno della cosiddetta “Christian right”, ...
di Giulio Danieli
Chi avrà prestato attenzione alle notizie che riguardano i mezzi aerei in generale, avrà forse intercettato, nel mese di agosto, alcune curiose reticenze da parte dei nostri mezzi di informazione.
Molti ricorderanno le proteste e l'incidente diplomatico, intercorsi il 6 agosto tra Georgia e Russia, a causa di un missile trovato inesploso a 65km da Tbilisi [1]. Un ordigno di 640kg (armato con 140 kg di tritolo)[2], è stato ritrovato dopo la presunta violazione dello spazio aereo georgiano da parte di un caccia-bombardiere russo.
Lo notizia, regolarmente riportata dai mezzi di informazione [3], tiene banco per qualche giorno, e poi non se ne parla quasi più.
Pochi giorni dopo, Putin annuncia un nuovo piano di difesa antiaerea[4], in occasione della visita al nuovo centro radar di San Pietroburgo. La notizia ha pochissimo risalto.
Il 17 agosto viene invece rilanciato da tutte le agenzie di stampa e dai giornalisti, l'annuncio di Putin[5] che la Russia riprende "su base permanente" i voli dei bombardieri[6] a lungo raggio, fermi dal 1992 . L'annuncio è stato ufficializzato al termine di una esercitazione militare congiunta Pechino-Mosca, iniziata il 9 agosto in Cina e continuata in Russia, in un quadro più complesso di collaborazioni internazionali dello "Sco", organizzazione militare che vuole giocare un maggior ruolo nella lotta al terrorismo ...
Un recente articolo di Robert Fisk sull’Independent sta scatenando rabbia e curiosità insieme all’interno del movimento per la verità sull’11 settembre.
Robert Fisk, definito dal New York Times “probabilmente il più famoso corrispondente estero in Inghilterra”, pare essersi accorto ultimamente che “qualcosa”, nella versione ufficiale dell’11 settembre, non quadra del tutto.
Che cosa sia questo “qualcosa”, lo lasciamo raccontare a lui stesso, visto che riteniamo l’articolo interessante soprattutto per i contorti equilibrismi mentali con cui Frisk cerca di non dire apertamente quello che si potrebbe dire con dieci semplici parole. Anche il motivo per cui si comporti in questo modo rimane a ciascuno di noi da giudicare. M.M.
Persino io contesto la "verità" sull'11 settembre
di Robert Fisk, The Independent
Ogni volta che parlo all'estero di Medio Oriente, c'è sempre qualcuno nella platea - uno soltanto - che io chiamo "il farneticatore". Qui mi scuso con tutti gli uomini e donne che assistono ai miei discorsi con intelligenti e pertinenti domande - spesso piuttosto umili per me come giornalista - e che mostrano di aver compreso la tragedia del Medio Oriente molto meglio degli inviati che ne parlano. Ma il farneticatore è reale. Ha preso forma umana a Stoccolma ed Oxford, San Paolo e Yerevan, ...
di Giorgio Venzo
La crescente apprensione verso i livelli d'inquinamento da idrocarburi, sommata a quella per l'annunciato picco petrolifero, di recente ha spinto sempre più i biocarburanti sotto i riflettori dell'aspettativa generale. Primo tra tutti per fama e volumi prodotti è il bioetanolo, cioè il comune alcool etilico ricavato da materie prime vegetali, che può sostituirsi del tutto o in parte alla storica benzina. Il presente articolo si propone d'illustrare le cause dell'ampia diffusione di questa sostanza, le ragioni dietro la selezione di determinati tipi di sementi per la sua produzione e le conseguenze a livello mondiale di tale scelta, con particolare accento sulla nazione che più di tutte ne influenza il essemercato: gli Stati Uniti d'America.
Governi & biocarburanti: così fan tutti.
La fama dell'attuale Presidente USA in fatto d'ambientalismo e sviluppo sostenibile è notoriamente tra le peggiori del pianeta. Tuttavia nell'ultimo “discorso sullo stato dell'Unione 2007” ha annunciato un forte impegno nello sviluppo di fonti rinnovabili e biocarburanti per autotrazione ma, come movente accanto a quelli di cui sopra, ne ha aggiunti altri più coerenti alla sua tradizionale linea politica:
"Per troppo tempo la nostra nazione è dipesa dal petrolio straniero. E tale dipendenza ci lascia più vulnerabili a regimi ostili ed a terroristi che potrebbero causare gravi interruzioni dei rifornimenti e aumenti del prezzo del petrolio e provocare un forte danno alla nostra economia. [...] Dobbiamo proseguire gli investimenti in nuovi modi per produrre etanolo usando di tutto, dagli scarti di legname alle erbe, agli scarti delle colture agricole. [...] Stanotte, chiederò al Congresso di unirsi a me nel perseguimento di un grande obiettivo. Facciamo un passo avanti e riduciamo l'utilizzo di benzina negli USA del 20% ...
Leggi tutto: Matrix - sesto anniversario 9/11